venerdì 5 marzo 2021

Diffusore aromi elettronico

10 minuti per togliermi ua curiosità. Da anni sugli scaffali del tugurio, ove conduco la mia miserrima esistenza sotto la soglia di povertà, campeggia(va) impolverato ed intonso, un diffusore elettronico di aromi per "profumare" l'ambiente. L' ho acquistato più di 20 anni fa, quando ancora fumavo, nel vano tentativo di coprire la puzza del fumo, creando in realtà un miscuglio di puzze che il mio naso, ormai bruciato, non riusciva più a distinguere (allora).  

Il diffusore elettronico di aromi è un aggeggio che ad intervalli regolari (impostabili con un selettore) genera degli spike in "alta tensione" su un fornelletto metallico, ove va ad incastrarsi uno stoppino poroso che pesca dentro una boccettina di plastica piena di un liquido dalla composizione ignota, il quale, per capillarità, risale sino ad imbibere la zona dove viene vaporizzato.

Non è un modello particolarmente evoluto, nel senso che col tempo sono usciti i modelli "glàm", 2.0, quelli con sensore di movimento e ventolina progettata per muovere il vapore "profumato" nell'ambiente. Vabbè, preso, usato ed accantonato per vari motivi. Una volta acquistato, occorre mettere in conto l'acquisto periodico degli aromi e delle batterie. Per quest'ultime nessun problema, oramai le si trovano (quasi scariche) anche nelle bancarelle del mercato domenicale. Per le boccettine di aroma... dopo un pò spariscono dagli scaffali, mai riordinate dal supermercato, soppiantate dal modello 2.0 (ovviamente diverse) o contenenti profumi dai nomi improbabili... brezza marina (che è? puzza di pesce avariato?), freschezza di montagna e pino mugo (praticamente afrore di stallatico delle mucche da allevamento in alpeggio), tramonto torpicale... inclassificabile, mai stato ai tropici.

All'interno del contenitore (due conchiglie di plastica incastrate l'una sull'altra con 4 arpioni) c'è una basetta elettronica, il cui unico marchio identificativo è TH171 94V-0, nel lato dove c'è il chip affogato nell'epossidica (COB - chip on board), a proteggere un segreto industriale da non divulgare nemmeno sotto tortura e difendere a costo dela vita. 

Accanto al COB un smd della ON semiconductor marchiato RTE 3055L che dovrebbe essere un NDT3055 Power MOSFET, Canale N, 60 V, 4 A, 0.1 ohm, SOT-223 (utile per qualche progettino elettronico). Nell'altra faccia del PCB un paio di condensatori, un paio di induttanze ed un diodo, oltre al selettore meccanico a 4 posizioni. 

Maaa... componenti a parte.... come recuperare in qualche modo questo aggeggio? boh, al momento non mi viene in mente nulla se non delle applicazioni di fantasia. Un dispositivo che emette ad intervalli regolari degli impulti ad "alta" tensione... a cosa potrà mai servire? Forse a costruire un diffusore fai da te, che vada a vaporizzare la giusta miscela di glicerolo (quello delle e-cig) fatto in casa, aromatizzato al gusto preferito, così non si è costretti ad acquistare delle boccettine da meno di 10ml il cui costo al litro, fatti due conti, è molto superiore al più costoso vino pregiato da collezione. Magari ci implementiamo sensore di movimento, una ventolina con un arduino nano cinese clonato... boh... forse quando andrò in pensione ed avrò più tempo per divertirmi (se mai la pensione me la daranno). Alla prossima. 

P.S. la mucca ha evacuato. Ripeto: la mucca ha evacuato.

lunedì 1 marzo 2021

I furbetti del cashback e lotteria degli scontrini

Tornando all'ovile, il mio cocchiere decide di fermarsi ad abbeverare il cavallo d'acciaio. Alla pompa della benzina c'è attaccata una striscia di carta, la prendo e noto che uno dei tanti furbetti del Cashback di Stato ha fatto rifornimento per 2,55 euro... un taccagno? un vero povero? Sicuramente si tratta del solito furbetto che ha dimenticato di prelevare l'ultima ricevuta, forse disturbato da qualcuno, chissà. Chissà inoltre quanti frazionamenti ha fatto nella speranza di vincere il premio previsto dal Cashback di stato. 

Il Cashback di Stato, è una misura (semestrale) introdotta dal governo Conte bis, all’interno del più ampio piano Cashless, per disincentivare l’utilizzo del contante e combattere l’evasione fiscale, (così  almeno nelle intenzioni).

Si ottiene un rimborso di 150 euro previsto dal programma e si sale nella classifica del Super Cashback, che ogni sei mesi regala 1.500 euro ai 100 mila cittadini che hanno utilizzato di più le forme di pagamento digitale. 

C'è un altro modo per tentare la sorte. La Lotteria degli scontrini che permette di accedere a delle estrazioni a premi con un biglietto per ogni euro di spesa documentato nello scontrino (con esclusione di alcune spese). In questo caso è una fesseria frazionare la spesa (se spendi 10 euro hai 10 biglietti).

Ma con il cashback l'italico ingegno si è immediatamente messo in moto... più scontrini = più probabilità di vincere?? che problema c'è? ogni spesa fatta con la carta la fraziono ai minimi termini e così aumento le transazioni, ergo la probabilità di vincere. Semplice no? ...ma non si poteva semplicemente conteggiare dei punti per ogni euro speso così si evitava il "problema" del frazionamento della spesa? Chi ha ideato il cashback non ha parlato con quelli della Lotteria?

Ma vediamo un pò alcuni aspetti di queste iniziative, tanto osannate dai loro sostenitori. Voglio fare alcune personali e stupide considerazioni, senza desiderio di assolutezza, così, per mero populismo spicciolo e complottismo senza nemmeno crederci tanto. 

Funzionerà questo piano cashless per combattere l'evasione fiscale? NO. Chi faceva operazioni in nero prima, continuerà a farlo anche dopo. Le tangenti, il pizzo, le estorsioni, i riscatti&ricatti si pagano in contanti e basta. Ed ai privati, per certi servizi, la fattura non serve proprio, anzi, meglio risparmiare il 22%. Ergo, i piccoli esercenti continueranno ad evadere come prima... fra questi ci sono anche elettricisti, idraulici, muratori, medici, dentisti, avvocati, parrucchieri, estetisti, meccanici e via dicendo che ce n'è per tutti.

I furbetti del cashback stanno commettendo un reato a frazionare la spesa? NO, la misura non è chiara a tal proposito. 

Le pompe di benzina si rompono. Questa lamentela arrivata dai benzinai sembra proprio una fesseria bella e buona. Faccio una proposta: fate sciopero per due o tre giorni, così il paese si ferma e potrete chiedere una modifica del piano cashless. Matematico.

Restituire soldi e/o mettere in palio dei premi, incentiverà l'uso delle carte? Forse, non si sa ancora in quale misura. Certo è che se restituisci dei soldi a chi spende invece di abbassare la pressione fiscale a tutti, stai premiando chi ha soldi da spendere e non aiuti certo chi invece non spende per raggiunti limiti di povertà. Sembra una cazzata mirata ad aiutare i ricchi ed ignorare i poveri (come sempre del resto). Per usare le carte devi avere soldi nel conto corrente, imbecilli!

La lotteria degli scontrini conviene agli esercenti? Dipende. Piccoli bar e negozietti non  adegueranno il misuratore fiscale (costi da affrontare in periodo ad orario ridotto dovuto alla pandemia). Per i grandi supermercati cambia poco, lo scontrino lo emettevano sempre, per cui la misura offre loro maggiore probabilità di vincita per effetto dei grandi numeri (effetto zero sull'evasione fiscale).

E' credibile l'equazione cashless=lotta all'evasione fiscale? per niente. Sono altre le motivazioni che mirano a demonizzare il contante. Ed a chi se ne esce con la fake del contante che veicola i virus, rispondo con un invito a smetterla di fumarsi il radicchio e condurre uno stile di vita più sano (anche di mente).

Più introiti fiscali = miglioramento delle condizioni sociali? Davvero c'è ancora qualcuno che ci crede? La Sanità è al collasso per colpa dell'evasione fiscale? Davvero ci credi? Davero davero?

Certo è che in pochi sono consapevoli delle conseguenze che derivano da un sistema che traccia e registra ogni nostra mossa, ogni giorno di più.  Certo è che non è un bel vivere nel sentirsi continuamente spiati, osservati, monitorati, contati, controllati a tal punto che la parola LIBERTA' è diventata come una bestemmia in chiesa. Alla prossima.

P.S. La terra è piatta.  Ripeto: La terra è piatta.

mercoledì 24 febbraio 2021

Quando ero piccolo...

...quando ero piccolo, nell'età in cui si cominciano ad elaborare pensieri articolati e si mette tutto in discussione (autorità compresa) per creare le proprie e personalissime mappe mentali, in circostanze che non mi dilungo a raccontare in dettaglio, ho bevuto una pozione magica. Come risultato straordinario ho ottenuto un potere immenso...  

vedo cose che voi unani non potete vedere

Questo mi conferisce un grande potere che, per dirla come un film della marvel, comporta grandi responsabilità. Le responsabilità però deriva dal mettere il grande potere a disposizione degli altri... ma non è il mio caso.

Vedo cose che voi non potete vedere.... mi hanno chiesto di buttare un vecchio paio di jeans ormai ultra trentenni, pieni di buchi e strappi. Li uso per sistemare il giardino in cambio di un pasto caldo. Mi hanno detto che ormai sono brutti, inguardabili, stappati, sporchi e conferiscono un aspetto trasandato e sciatto. Oibhò, non sapevo che per potare e rinvasare servisse una tenuta fèscion e glàm. Chissenefrega dell'abbigliamento, conta il risultato finale, no?. 

Ma, quei jeans vissuti, vintage, agèe, se potessero parlare... nostalgia a parte, io vedo cose che voi unani non potete vedere. Vedo, in quel paio di pantaloni, della buona stoffa di cotone naturale, del tessuto robusto, delle cuciture strutturalmente integre, dei fori e degli strappi riparabili facilmente. E poi... dentro quei jeans, nonostante la pancetta del vecchietto, ci sto come un pisello nel suo baccello, comodissimo, mi fanno un pacco da super-dotato.... ed ho deciso di riparare e non buttare. 

Mi faccio prestare una macchina da cucire e mi improvviso sartina, che ci vorrà mai? smonto le parti, cuciture a zig-zag per irrobustire i punti un pò lisi e consumati, pezze di stoffa ove manca la trama, irrobustisco i punti di maggiore usura e modifico alcune parti per renderle più congeniali all'uso che devo fare dei pantaloni, Tasche rinforzate per tenerci le forbici, altre tasche per infilarci accessori ed attrezzi da portare con sè quando si sale in alto sulle scale, bottoni e passanti... verrà una meraviglia. Spesa?? solo un rocchetto di filo robusto, un pò di corrente elettrica che arriva dai pannelli solari.... ed alla fine un sonoro vaffanchiulo a certi negozi che per un paio di jeans (anche strappati) ti chiedono anche più di cento euro... vaffanchiulo strozzini di melma, non imparerete mai. Alla prossima. 

 

P.S. il blu è dipinto di blu. Ripeto:  il blu è dipinto di blu.


lunedì 22 febbraio 2021

E tu, niente mascherina? (no mask people)

C'è poco da fare, l'unano è fatto com'è fatto e non c'è modo di fargi fare nulla di diverso da quello che fa e servirebbe agli altri. E' da quando è iniziata la pandemia nel 2020, l'anno scorso, che nonostante mugugni, brontolii e lamentele porto la fastidiosissima mascherina, come se il mondo si fosse trasformato in un ambulatorio chirurgico a cielo aperto. Lo faccio per ignoranza, che serva a qualcosa o no, non sapendo nulla sulla reale efficacia della misura, ma mi adeguo alle indicazioni (lo farei più volentieri se fossero tali e non un obbligo che mal digerisco). Lo faccio anche per gli altri, così siamo tutti più sereni, contenti e tranquilli (magari).

Da un anno, indipendentemente dai DPCM, dai colori e dalle tante fesserie che si sentono, me ne resto chiuso in casa, evitando il più possibile i contatti con gli altri. Sono da sempre un "telematico", dai tempi del fax (fax che ancora resiste come quel giapponese isolato ancora in guerra dopo anni che era finita). Inizialmente ho dovuto lottare non poco negli anni 80-90 per trasformare il paese in un mondo digitale (anche con i mezzi dell'epoca). Oggi mi ritrovo persone digital-improvvisate che vengono ad insegnare a me come si fa, specialmente certi dipendenti pubblici, fancazzisti per titolo e professione. Vabbè, tocca mandare giù anche questa. 

Ad ogni modo, per quanto ci si ingegni a mantenere le distanze e minimizzare le occasioni di incontro, è inevitabile che esistano ancora persone che per comunicarti qualcosa (che sarebbe bastata una semplice telefonata senza scomodare i mezzi telematici), vengono di persona a suonarti il campanello di casa. Se non rispondi, si aprono da soli il cancello e vengono a bussare alla porta... tocca uscire e ti ritrovi davanti l'unano... ovviamente senza mascherina (nemmeno sotto il mento, proprio senza!). 

Se provi a far notare l'assenza della protezione, 99% delle volte di dicono "ma dai, dal cancello a qui cosa vuoi che sia, e poi siamo distanti..."... Ecco, alle 9 di mattina già mi girano le balle per il comportamento di certi deficienti che statisticamente appartengono ad una classe sociale paticolarmente poco scolarizzata e simpatizzante di un certo partito famoso per la sua politica facilona e pressapochista (che tanto pare piace alla ggènte). 

L'isolamento al 100% non è ovviamente possibile, c'è sempre bisogno di qualcuno che esegue la manutenzione (caldaia, lavatrice, impianto elettrico ecc.ecc...) o che ti consegna il cibo, o esegue servizi alla persona (la badante) o comunque generi "fisici" (tridimensionali) che non passano per il digitale. E si nota che quando vengono a casa tua, anche se si presentano con la mascherina d'ordinanza, dopo pochi minuti questa scende a scoprire il naso, per poi scivolare sotto il mento ed alla fine sparire del tutto, tanto a casa tua non ci sono i vigili a controllare. E se provi a segnalare l'obbligo, la mascherina risale a coprire naso e bocca per poi scivolare giù e sparire nuovamente, come per magia o per processo naturale inevitabile. C'è poco da fare, se non minacciare di rivolgersi altrove  con la speranza di trovare qualcuno disposto a rispettare le regole (certo, come no). 

Casa "mia" diventa una specie di porto franco dove le regole nazionali perdono efficacia, spariscono per fare posto a quelle private e personali, alla libera e creativa interpretazione dei singoli, tutti virologhi senza titolo ma di chiara fama, sempre pronti con la sacra ed indiscutibile giustificazione posta al vertice della più alta fonte del diritto: "mi dà fastidio", "mi manca il fiato", "non serve a nulla", "ho fatto il tampone", "sono sano", " da qui a lì non c'è pericolo" ecc.ecc...

Un silente ma foltissimo gruppo di nomask people... unani, che quotidianamente "per lavoro" entrano in contatto con una moltitudine di unani senza protezioni. 

Ci hanno ammaestrato a pensare che nulla sarà come prima, ci hanno condizionato a convivere col virus, ci hanno convinto a tollerare la limitazione di certe libertà, ed il risultato è una generale sottovalutazione del "problema", un rilassamento comportamentale, un "faccio quello che IO credo giusto". 

Ecco, inutile organizzare manifestazioni (vietate!!) di dissenso contro l'uso delle mascherine od organizzare movimenti nomask, ormai ci siamo abituati a fare un pò come 'azzo ci pare, tanto non succede nulla a disubbidire.

Infastidisce non poco rispettare le regole, obtorto collo, e constatare che una parte della popolazione se ne frega impunemente, infastidisce non poco e la tolleranza va ogni giorno di più scemando... Chiedetemi ancora di essere solidale con "gli altri", dai, chiedetemelo. Ditemi a Capodanno che siamo una nazione coesa ed unita, dai ditemelo. Alla prossima. 

P.S. la cornacchia non è commestibile, il cavolo è verde. Ripeto: la cornacchia non è commestibile, il cavolo è verde.

martedì 9 febbraio 2021

il bibitaro ed il signore del Male

Sta girando in questi giorni questo post:

"Abbiamo uno con Master al Massachusetts Institute of Technology, ex Governatore della Banca d'Italia, Consulente delle piu' importanti societa' del mondo, Presidente del Financial Stability Board, Professore ordinario in politica monetaria, membro del Board of Trustees di Princeton, Presidente per 8 anni della Banca Centrale Europea...che deve fare le consultazioni con il bibitaro, la Signora Pina, chiddo ca' terza media, l'ex velina, la lavandaia, l'ex tronista, u dj, il diplomato alle scuole serali, u stugghiolaro...

E' come se Michelangelo si mettesse a fare le consultazioni di pittura con quello che fa le strisce pedonali...."

...e la cosa che fa ancora più ridere sono i commenti di coloro che vedono nel governo i propri "rappresentanti", di qualsiasi colore essi siano. La cosa che mi infastidisce è che la maggioranza tende ad inchinanrsi di fronte a chi ha avuto la fortuna di nascere ricco e studiare dove i bibitari vari non avrebbero nemmeno sognato di poter andare. E' la sindrome dell'unano addomesticato ad aggrapparsi all'imperatore per sopravvivere, o sindrome di stoccolma dove la vittima prende le difese del proprio aguzzino.

Se si "studia" nemmeno tanto per bene la "situazione economico-finanziaria" in cui ci troviamo, non serve certo una laurea, un master o una carica "prestigiosa" alla banca del Male per capire che siamo nella m*rda, noi, e loro vivono nella bambagia, trattandoci con la puzzetta sotto il naso e disprezzandoci per non aver "studiato" come loro. Ed è questo che è accaduto, accade ed accadrà. 

Il debito pubblico non lo ha generato chiddu ca' terza media, lo spread non lo genera il diplomato alle scuole serali, le speculazioni finanziarie non sono cose da d.j., la corruzione non parte dalla Signora Pina, i tassi bancari al limite dell'usura non li calcola il bibitaro, questo sistema basato sul debito perenne non l'ha inventato la lavandaia, la giustizia ingiusta non è colpa dell'ex velina, la sanità fatta a pezzi non è così a causa de chiddo ca' terza media, i ponti che crollano non sono stati progettati dal diplomato alle scuole serali, la distruzione della democrazia e la contrazione dei diritti non è opera de 'o strugghiolaro. 

In ogni caso io giudico le persone sulla base di ciò che FANNO, non certo per i titoli di studio o per le cariche ricoperte in passato. E se il bibitaro avesse il coraggio di ricordare, al dottorone signore del Male, che è stato eletto dal popolo (il bibitaro non il signore del Male) per dare una sistemata al paese, forse, in parte, il suo dovere lo avrebbe fatto per bene, almeno in piccola parte. 

il vero problema è che il bibitaro, la Signora Pina, chiddo ca' terza media, l'ex velina, la lavandaia, l'ex tronista, u dj, il diplomato alle scuole serali, u stugghiolaro... a tutti questi manca una cosa... le palle!

Aggiornamento: ... e con la decisione di andare a braccetto con il signore del male assieme a pregiudicati, ladri ed ignoranti funzionali, le palle le hanno fatte cadere a chi ce le aveva. Complimentoni.

P.S. la sardina è in scatola. Ripeto: la sardina è in scatola.

lunedì 1 febbraio 2021

MEDIACOM MSB-130 cerniere indurite e contenitore rotto (soluzione nerd)

Non è stato per niente facile ma, quando mi intestardisco a fare una cosa, difficilmente demordo. E non mi importa nulla se il solito maligno bollerà questa realizzazione come "cosa da nerd" o da demente pazzoide. Del resto, agli insulti in rete ci sono ormai abituato tanto da averci fatto il callo. Per me le critiche scivolano via come l'acqua su una superficie idrorepellente... sono super idrofobico ed autopulente. 

Del problema delle cerniere indurite che spaccano i contenitori di plastichetta di certi computers mal progettati e spacciati per pochi euro ai tossici unani come prodotti meravigliosi nei negozi di elettronica, ne ho già parlato a lungo. 

Ho descritto anche come riparare le cerniere e renderle operative, elencando i vari metodi ad oggi utilizzati dai riparatori più ingegnosi. Nell'ultimo scritto, avevo paventato una soluzione extrema ratio, nel caso la riparazione precedente non avesse sortito gli effetti desiderati. Già, incollare la plastichetta fragile come carta velina, garantisce risultati deludenti, nonostante se ne usi una quantità industriale. E' come pretendere di usare il burro di noccioline al posto dell'intonaco o lo zucchero caramellato per sostenere il peso di una lavatrice. 

Ed ecco che la mia testardaggine mi suggerisce di creare un rinforzo eterno. Il ragionamento è semplice... se la plastica non tiene e le cerniere sono attaccate alla plastica, è sufficiente sostituire la plastica con un materiale più idoneo ed attaccarci lì le cerniere. Sembra semplice ma non lo è per niente. Una serie di problemi sono di ostacolo, sia che si decida di usare il metallo che il legno:

  • mancano macchinari adatti
  • mancano attrezzi per sagomare i materiali
  • manca una stampante 3D
  • mancano i materiali 
  • mancano i soldi per acquistarli
  • mancano i soldi per acquistare un portatile nuovo

ed allora? ci si arrangia come da italica tradizione e virtù (che solo noi al moooondo sappiamo come). 

Per i materiali si prende quello che si ha sotto mano, accumulato come ciarpame inutile in anni ed anni di recuperi e riutilizzi. Meglio delle tavolette di legno da 1 centimetro, dove le viti possono mordere. Lamiere di alluminio? ok, ma poi bisogna prevedere viti con testa svasata e dadi.

Per i macchinari ci si arrangia, adattando le scelte progettuali in base a quel poco che si ha. Per la manualità, la fantasia, l'ingegno... nessun problema, almeno queste cose ce l'ho... o almeno ho la presunzione di averle, altrimenti...

Allora... andiamo con ordine.

prototipo 1: Ideona... rinforzo i due lati di plastica con dei profili metallici. Ho preso una barretta ad "L" di ottone, l'ho tagliata in 4 pezzi ciascuno a misura del lato del portatile. L'ho incerniata con dei rivetti pensando di incollarla con l'epossidica bi-componente, in modo da dare supporto al coperchio, non senza creare de gli incavi per l'inserimento, ai lati, di chiavette, schedine di memoria, cavo di alimentazione e via dicendo. SOLUZIONE FALLIMENTARE. La sagoma del coperchio è incurvata ed il profilo ad "L" non riesce a prenderla in modo accettabile. Inoltre i rivetti sono in posizione inevitabilmente decentrata rispetto alle cerniere esistenti, rendendo impossibile alla fine aprire il portatile. 

prototipo 2: Ideona... rinforzo il coperchi e la base con dei pannelli incernierati. Non mi scoraggio ed uso due pannelli di legno tenero (pino...orrore!! peraltro già tarlati). Scavo con la fresa un incavo per ospitare coperchio e base, in modo da diminuire il più possibile lo spessore finale. L'idea era quella di creare due "conchiglie" di supporto all'interno delle quali incollare coperchio e base.  SOLUZIONE FALLIMENTARE (che nemmeno merita una foto). I pannelli sono troppo spessi e fresare l'interno a mano seguendo le curvature del contenitore originale è quasi impossibile. Mettere poi delle cerniere da mobili, esterne, non è fattibile, occorrerebbe indurirle in qualche modo per sostenere il peso.

prototipo 3: Ideona... dai che quasi ci siamo. Due pannelli in MDF (recuperati dalla base di un tapis roulant). Elimino completamente la base plastica del portatile. La tastiera è incorporata nella parte superiore della base e mi tocca tenerla così com'è, dato che alloggia anche batteria, mother board, altoparlanti, antenne, touchpad, ecc.... Lo schermo...preferisco tenere il coperchio originale (l'LCD è fragile). Il contenitore della base lo modifico per bene, aprendo dove serve e ci pratico dei fori per fissarlo, da sopra, al pannello di MDF con delle viti autofilettanti. Le cerniere le stacco del tutto dal contenitore originale e le attacco ai due pannelli di MDF...all'interno... ma qui sorge un problema. Occorre posizionarle il più possibile dov'erano originariamente. Questo per evitare che i due nuovi coperchi si allontanino troppo all'apertura, rischiando di tirare eccessivamente il cavo dello schermo LCD. Bisogna quindi andare per tentativi, misure, aggiustamenti, montaggi e smontaggi, praticando i fori solo a posizionamento terminato. 

Poi occorre costruire dei distanziali che posizionino il coperchio alla distanza esatta pari allo spessore del portatile chiuso, badando bene che alla chiusura la testa delle nuove viti non vada a cozzare contro la plastica o peggio contro lo schermo LCD. Per i distanziali è sufficiente tagliare un tubicino di alluminio da pochi millimetri a misura giusta... misura giusta... richiede tanti tentativi ed un mini tagliatubi, altrimenti diventa troppo difficile (e non pensiamo di comperare delle rondelle che bisogna comperare sempre la confezione da cento destinate ad arrugginire nel cassetto). 

Poi occorre fare dei buchi dove si può, senza interferire con i circuiti, i cavetti e le basette elettroniche interne. Si praticano i fori da dentro, poi si ribalta la tastiera e si riportano i fori sull'MDF, usando delle mini viti di recupero autofilettanti, et voilà. SUCCESSO!! alla fine, a forza di smadonnamenti in aramaico, i due pannelli si chiudono, proteggendo schermo, tastiera, batteria e mother board come mai prima. Sono certo che con questa soluzione, se il portatile cade a terra non si fa nulla. Certo ci sono dei margini di miglioramento (moltissimi) ma con quello che ho, questo è quello che sono riuscito a fare nei ritagli di tempo.

Ora, tocca ai dettagli da curare a tempo morto. Per prima cosa vorrei smontare nuovamente il tutto e smussare un pò gli spigoli, per dare una forma finale più affusolata ed esteticamente più accettabile, specie dopo un eventuale riverniciata. Non sarebbe male trovare il modo di creare un bordo tutto attorno per nascondere l'evidente accoppiamento plastica/legno ma è solo un problema estetico. Sto anche cercando un vinile adesivo, effetto fibra di carbonio, ma non so dove recuperarlo senza doverlo acquistare. Vabbè, tanto con questo portatile mica ci devo andare in giro a clienti. Alla fin fine, mi basta che si apra e chiuda e soprattutto che lo schermo LCD resti in posizione aperta quando ci lavoro.

Ad ogni modo, intervenire all'interno per eventuali riparazioni, sostituzioni od installazione di un unità SSD è facilissimo, basta svitare 4 viti e ribaltare la tastiera che verrà su assieme a batteria e mother board. Meglio di prima sicuramente. Nello smontaggio mi sono perso una calamitina che serviva a tenere chiuso le due valve... spero che le tre rimanenti riescano a garantire una buona attrazione. 

Ed ora la domandona finale dell'unano invidioso: maaa... valeva la pena di perdere tempo su questo ciòttolo immondo? per di più con winzozz 10!!? il fatto è che vorrei utilizzarlo per un applicazione dedicata, che purtroppo richiede un software che su linux non esiste proprio, nemmeno ad emularlo con wine, per cui... tocca tenerlo. Del resto ci ho speso dei soldi per recuperarlo e la regola aurea impone: niente sprechi! Lo sciopero della spesa fa il resto. Alla prossima. 

P.S. l'ontano le foglie cadono. Ripeto: l'ontano le foglie cadono.


fuffa fuffa fuffa e ancora fuffa


Fuffa ovunque. La fuffa è la tipica lanetta che si forma nei tessuti e che in genere si rimuove poiché anti-estetica. Proprio questa connotazione ha fatto sì che venisse usato sensu lato per indicare un eccesso inutile (fonte:wikipedia).

Fuffa: sostantivo femminile
  1. Merce dozzinale, di scarsissimo o nessun valore; ciarpame, paccottiglia.
    "l'arte contemporanea è tutta f."
  2. Chiacchiera senza alcun fondamento o significato, discorso risaputo, luogo comune.
    "i blog sono pieni di fuffa"
fonte:google

C'è poco da fare, quando si prova a sovrapporre le promesse con la concretezza, ci si accorge di essere circondati da fuffa e fuffaròli. Il fenomeno si amplifica specialmente quando il fuffarolo parla di sè, specie nei social dedicati ai "professionisti". Pontificare, apparire, imbonire, sembra lo sporto preferito dell'itagliano. E' un atteggiamento tipico di chi è professionalmente fragile, dei professionisti del copia incolla. Ed è un fenomeno trasversale, nel senso che interessa anche dotti accademici, professori, dottoroni, specialisti, tuttologhi mediaticamente esposti e sempre presenti non solo in certe trasmissioni TV. Stessa sorte per i prodotti o servizi, offerti magari con logiche tipiche dei discount.

Quando si discute superficialmente con chiunque, se si prova un pò di timore e soggezione che deriva da un'apparente autorevolezza, allora con molta probabilità l'interlocutore è un fuffaròlo.

Quando ci presentano un prodotto od un servizio con un unica sfaccettatura straordinaria, allora è fuffa. 

Una persona colta, un prodotto innovativo, una scoperta scientifica innovativa, non hanno bisogno di gonfiare il petto per apparire più grandi o fare la ruota come un pavone.  

Da parte nostra invece, è utile cercare le cose essenziali, l'utilità, l'unicità, la particolarità che ci serve, senza farci prendere dall'effetto "pifferaio magico".

E lo so, la totalità degli unani è sempre alla ricerca "del meglio", è pigra, non vuole approfondire, è superficiale, frettolosa, impulsiva, ignorante, non sa bene cosa vuole e si fa prendere dall'emotività del momento. Pertanto, se il mercato è composto da unani, allora il mercato ben si presta alla fuffa e ne approfitta. Domanda / Offerta, funziona così da sempre, è ovvio. 

Del resto, 

se paghi in noccioline arriveranno solo scimmie.

Pertanto, ricorda aspirante "umano", la fuffa prospera dove si parla molto e si ascolta poco. La fuffa c'è quando non puoi verificare la fondatezza delle chiacchiere. La fuffa impera quando si cerca il top. Il fuffaròlo parla solo di sè, preferisce l'IO al TU. 

Auguri.


P.S. la fagiana cova al caldo. Ripeto: la fagiana cova al caldo.

Gamestop spiegato semplice


il recente "caso" Gamestop, nel link che segue, è spiegato molto bene :

https://formiche.net/2021/02/gamestop-conseguenze-ordine-pubblico-economico/

C'è un però.

Dopo anni nei quali i grandi investitori hanno creato le proprie regole finanziarie sul funzionamento della borsa, dopo anni nei quali abili speculatori hanno vinto a man bassa accumulando fortune penalizzando i piccoli investitori, dopo anni di deprecabili speculazioni finanziarie, ora uno sciame molto numeroso di persone organizzate di concerto ha pensato di restituire il favore, in modo perfettamente legale, provocando ai grandi investitori delle perdite economiche importanti, prima riservate ai più deboli ed utilizzando le stesse armi dei ricconi di wall street

In pratica i ricchi hanno scommesso i loro soldi... ed hanno perso di brutto. Ma solo ora ci si preoccupa delle implicazioni sociali e dei pericoli che lo status quo del potere possa essere sovvertito dal popolo (che è sovrano solo sulla carta).  Prima, quando le speculazioni garantivano guadagni ai ricchi e nel contempo generavano ulteriore povertà ai poveri, prima di ciò andava tutto bene. Nessuno disquisiva di "patto sociale" o di "coesione sociale", argomenti totalmente sconosciuti ai grandi speculatori. Ora che quei piccini viziati hanno perso le loro caramelle, allora iniziano a piangere e chiedere l'intervento della mamma... uèeee uèeee... lo Stato ci deve aiutare e proteggere.

Duole constatare che la reazione di chi si occupa di diritto dell’Ordine e della sicurezza pubblica ci svela in realtà il classico sistema dei due pesi e delle due misure. Lo stesso identico comportamento è ignorato o deprecato a seconda della classe sociale alla quale si appartiene. 

Concludo: trovo inconcepibile un sistema sociale nel quale qualcuno accumula esclusivamente per sè ricchezze spropositate, senza di fatto produrre nulla (e di fatto senza lavorare). Il mercato finanziario con tutti i suoi prodotti andrebbe vietato PER LEGGE. 

Ridateci la nostra vita, stronzi!


P.S. Do ut des. Ripeto: do ut des.

mercoledì 16 dicembre 2020

Discorso di capodanno 2020-2021

Cari itagliani, care itagliane, siete un popolo governato da fuffaròli, sempre pronti ad invocare leggi e decreti per risolvere i vostri problemi, dopo aver perso di vista il quadro d'insieme (dividi et impera docet). 

Siete un popolo famoso per l'emanazione seriale di norme che dovrebbero risolvere un singolo problema, ma contemporaneamente ne creano almeno tre o quattro, da risolvere con altre norme, e così via a moltiplicare norme che correggono gli effetti deleteri di norme precedenti...

Caro governo, cari parlamentari (troppo cari), cari promulgatori seriali di norme inutili e dannose:

Ci avete negato libertà e diritti costituzionali, riducendoci ad automi che possono/devono uscire di casa solo per lavorare e consumare. 

Ci spiate per la nostra sicurezza,

Ci chiudete in casa per la nostra salute,

Ci avete tagliato i posti letto negli ospedali che abbiamo contribuito a costruire,

Ci avete eroso i guadagni con tasse e balzelli ridicoli, tassando i consumi e non le ricchezze esagerate,

Ci avete tolto i contatti umani, gli abbracci, i baci, le strette di mano

Ci avete cancellato le espressioni del viso ed i sorrisi, nascosti da inutili mascherine,

Ci avete proibito le passeggiate nel verde all'aria aperta, le uscite in piazza, lo shopping, chiedendo in cambio giustificazioni e dichiarazioni,

Ci avete limitato negli incontri con i nostri cari e con gli affetti,

Ci avete sommerso di obblighi e divieti ridicoli, inefficaci ed assurdi,

Abbiamo tanta voglia di vivere e non ce lo state permettendo!  

ecco, a tutti voi i miei più accorati auguri di sempre.

Vi auguro dal profondo del mio cuore: 

di provare in prima persona e sulla vostra pelle cosa significhi dover vivere privandovi anche delle cose essenziali, 

di vivere al freddo senza riscaldamento,

di lavarvi mattina e sera con l'acqua fredda, in inverno,

di mangiare poco, molto poco, solo ciò che costa meno,

di rinunciare alle cure ed ai medicinali,

di essere additati come inutili per raggiunti limiti di età,

di essere etichettati come falliti e sfigati causa scarsità di reddito,

di frequentare le discariche per cercare qualcosa di utile e riutilizzabile,

di fare una lunga fila per ore ed ore per un pezzo di pane,

di frugare di nascosto nei cassonetti,

di provare vergogna a reclamare la dignità che ciascuno merita

ecco, provateci anche se il tempo è scaduto e la misura è colma.

Quando non hai più nulla da perdere, chiunque è disposto a cose inimmaginabili e non ha paura di niente

Siate pronti, che tra un pò verremo a riprenderci quello che ci avete tolto. A presto. 

P.S. la botte è vuota e la moglie è sobria. Ripeto: la botte è vuota e la moglie è sobria.


mercoledì 9 dicembre 2020

Auguri diversi

2020...un vero anno di autentica, gigantesca, incommensurabile m*rda! cominciato malissimo, finito peggio,  ammettiamolo, senza fare finta che andrà tutto bene, ipocriti... 

Stavolta però mi auto censuro. Avevo scritto un lunghissimo post per parlare, come da tradizione, delle festività sulle quali ho già espresso in passato le mie personalissime opinioni. Rileggendolo prima della pubblicazione, mi sono reso conto che avrei riversato in rete tutte le mie negatività, il mio pessimismo, il mio astio verso il mondo....no, nessuno ha bisogno di tanto, nemmeno io a dire il vero. 

Per cui...mi taccio, solo per stavolta. Cercherò di sfogarmi in altro modo, magari con un colossale vaffanchiulo a tutto ed a tutti, dato che nessuno è esente da colpe. Alla prossima.  

[...snip...]

 

P.S. le pere sono mature. Ripeto: le pere sono mature.


mercoledì 2 dicembre 2020

HP color laserjet 1600 - 10.0003 supply error

Ecco, ad incrementare la lista delle cose da fare ci pensa lei, la stampante già protagonista di mille riparazioni già documentate. Mi accorgo di un problema tutte le rare volte che devo stampare qualcosa. Mi sono registrato alla lotteria degli scontrini e volevo stampare la tesserina da esibile all'esercente, se mai vorrà farmi uno scontrino per un caffè pagato con la carta... già mi immagino la sua espressione che potrebbe assomigliare a quella che assumerebbe un macellaio 80enne a parlargli del Tofu. Comunque... stampo e mi compare una banda gialla verticale sul foglio, larga 1,5 centimetri. Strano. Come primissima operazione... tolgo e rimetto la cartuccia, pulisco la static belt, ciclo di pulizia e verifica...nulla. La novità è la comparsa di un messaggio criptico: 10.0003 supply error, che tradotto con il buon senso significa errore della cartuccia. 

  • Code: 10.0003
  • Display: 10.000x Supply error
  • Description: E-label cannot be read or print cartridge is not properly installed.
    Yellow print cartridge
  • Remedy: 1. Reinstall print cartridge. 2. Power cycle device. 3. If the problem is not solved, replace the cartridge.

in pratica il solito consiglio del menga, della serie: spegni e riaccendi.

Probabilmente il processore non ha letto bene il maledetto chip della cartuccia gialla, mostrandomi nel micro display dei punti di domanda al posto del livello del toner. Ok, ritolgo la cartuccia, pulisco i contatti, riprovo con un ciclo di pulizia e il messaggio scompare ma niente da fare, la banda verticale gialla ricompare. Credo che l'unica soluzione sarà quella di cambiare il toner (o il chip). 

Mi spiace che, causa pandemia, non sto lavorando e non ho disponibilità economica per una spesa che, al momento, può essere tranquillamente rinviata. Nel frattempo stamperò solo in bianco e nero. Alla prossima


P.S. Babbo Natale non esiste. Ripeto: Babbo Natale non esiste.

domenica 29 novembre 2020

Centro commerciale no grazie

Tempo di "pandemia" occorre prudenza, igiene personale, buon senso ma soprattutto, il rispetto di regole, molte delle quali senza senso. Ma andiamo con ordine: il fatto (o meglio i fatti). Sabato pomeriggio, devo per forza andare a fare la spesa periodica per generi di prima necessità (cibo, spesa grossa). Vado al centro commerciale, tutto chiuso a parte il supermercato (Interspar). Non è uno dei miei supermercati preferiti ma... sono di strada e mi fermo. All'ingresso trovo una mia amica che non vedevo da tempo. Ciao, come stai, sono felice di vederti, raccontami cosa fai ecc ecc... parlando di queste cose ci incamminiamo all'ingresso e, passando in mezzo a due file di Alpini pronti a chiederti il pizzo sulla spesa (per solidarietà, dicono, non si capisce bene a chi), ci imbattiamo in un improbabile addetto, con tanto di divisa aziendale, che ci ferma apostrofandoci: "Uno solo può entrare, l'altro aspetta fuori ed entra solo quando esce l'altro". Lasciamo perdere i toni da inquisitore incazzato ma chiedo candidamente "perchè?"... "le regole!" mi risponde. Mi giro per invitare ad entrare la signora che era dietro di me (per galanteria di una volta) la quale mi lascia andare per mettersi a discutere con il diversamente intelligente. Appena entrato, cerco immediatamente l'uscita senza acquisti, per dare man forte alla signora. Del resto ero troppo incazzato per comperare qualcosa, piuttosto muoio di fame che farmi apostrofare in tal guisa. Mi avvicino alla signora, invitandola ad uscire e lasciare il gorilla alle sue bislacche interpretazioni che, avvicinandomi, mi è parso di sentire, visti i toni arroganti ed accesi del diversamente dotto. Scopro che, accortosi di aver sbagliato a fermarci, si era avventurato in una farneticante girandola di pretesti ed interpretazioni da principe del foro, volte a giustificare l'errore (per scaricare le sue colpe) e comunque impedire l'ingresso alla signora sino a quando io non fossi uscito IO, il tutto decantando le sue conoscenze delle leggi. Quale errore? Io e la signora non siamo conviventi (lo dimostrano i documenti di identità) e potevamo tranquillamente, in diritto e senza violzione alcuna, entrare a fare la spesa. Fose chiacchierare con i conoscenti è una violazione delle regole quando si va a fare la spesa??  Risultato? in due non solo non abbiamo acquistato nulla, ma in futuro non ci recheremo mai più in quell'esercizio commerciale e nemmeno in tutti gli altri Interspar del pianeta...FATWA!! poco ci costa, non mancano certo i concorrenti cui rivolgersi. Certo è che 
 
esistono persone che riescono a svolgere male anche semplici compiti che non richiedono intelligenza o abilità particolari.

Ora mi chiedo... chi ha mai conferito a quel cane da guardia il diritto di esercitare funzioni che limitano la mia libertà? Il DCPM in vigore certo che no, spetta eventualmente alle forze di polizia farlo, non certo a lui limitare i miei diritti costituzionali. Chi lo autorizza ad intimarmi eventualmente di esibire un documento di identità? nessuno! non c'è DCPM che tenga. Chi lo autorizza o gli conferisce diritto di trattenermi fisicamente? niente e nessuno, per cui in altre occasioni io entrerò e che provi qualcuno a mettermi le mani addosso o strattonarmi o trattenermi... io rispondo solo agli agenti in divisa ai quali ho diritto di richiedere la compilazione di un verbale e chiedere che l'altro venga identificato per sporgere eventuale denuncia querela nei suoi confronti. NE HO LE PALLE STRAPIENE di certi idioti ignoranti che in quattro e quattro otto interpretano le leggi, giudicano ed emettono sentenza di condanna senza averne titolo alcuno. BASTA! Ne ho le palle piene anche di "responsabili" del personale e più generalmente di aziende che assumono certi dipendenti a svolgere mansioni per le quali non hanno competenza (e formazione) alcuna...

il pesce puzza sempre dalla testa, ricordiamocelo! 

Ne ho le palle piene anche di commercianti che si lamentano della contrazione degli incassi con percentuali a due cifre e poi trattano i clienti come fossero delle merdine....BASTA!!

Per tali motivi, invito chiunque a boicottare tutti gli esercizi commerciali, lasciando sugli scaffali ciò che non ci serve veramente per vivere decorosamente e limitare i consumi più di quanto questa crisi indotta ci obblighi a fare. Nel farlo, considerate che state spendendo soldi ad un branco di commercianti piagnucolosi, il più povero dei quali ha la seconda e terza casa al mare o e/o in montagna, il più diversamente onesto dei quali omette gli scontrini, il più diversamente altruista dei quali che ha aumentato i prezzi a dismisura senza giustificazione alcuna che possa essere ritenuta valida e via dicendo... hanno dato TUTTI un pessimo esempio di esercizio asociale della libertà commerciale e vanno puniti, non ristorati. Ma soprattutto un caloroso sincero e immensamente grande VAFFANCHIULO a tutti coloro che li sostengono in qualsiasi modo, azionisti compresi (e per primi). Alla prossima.

Ah, quasi dimenticavo... visto che ho parlato di regole bislacche che, anche singolarmente, ci autorizzarebbero a disubbidire senza tanti pensieri... che senso ha il coprifuoco  alle 22 ai fini della limitazione del contagio? Che senso ha limitare gli articoli vendibili nei supermercati, alla domenica, che tanto poi ci si assembra di sabato per acqusitarli? Ed ora che si parla di anticipare la messa di mezzanotte del natale... si anticipa un assembramento alle 22 (che non è pericoloso) per evitare che l'assembramento avvenga di mezzanotte (che è pericoloso)... secondo me ci stanno rifilando queste corbellerie di fila una dietro l'altra, per verificare il punto di rottura oltre il quale è pericoloso (per chi governa) andare. Vabbè, fanchiulo di nuovo.

P.S.La capra sale sul colle e la gallina canta. Ripeto: La capra sale sul colle e la gallina canta.

martedì 17 novembre 2020

Rowenta RS 110 aspirapolvere

RIP, un aspirapolvere passato a miglior vita non è mai una buona notizia, specialmente quando... ma andiamo con ordine. In casa c'è sempre bisogno di fare le pulizie, è inevitabile. La frequenza con cui le si fanno dipende dallo scrupolo di chi ci abita e dalle abitudini consolidate nel tempo. Chi è abituato ad abitare in campagna, con la cucina che si affaccia direttamente sull'aia dove razzolano le galline, il concetto di "sporco" è diverso di quello che potrebbe avere una bionda svampita, particolarmente attenta ai suoi capèlli, che vive nel nuovo quartiere di Milano dove tutto è glàm e l'appartamento arredato in bianco sembra l'ambulatorio di un chirurgo estetico. In ogni caso, è buona e sana abitudine, tutte le mattine, aspirare la polvere che nella notte si è depositata ovunque. C'è chi, armato di buone intenzioni, acquista l'ultimo modello della Dyson, (800 euri di salasso senza filo) o chi invece incarica una rumena, rifilandole un vecchio aspirapolvere a filo con sacchetto.... quello c'è, arrangiati come meglio credi. I "problemi" degli aspirapolvere a filo e sacchetto sono ormai noti, il filo è scomodo, il sacchetto non filtra le polveri sottili  (che danneggiano i capèlli delle bionde svampite) ecc.ecc... ci sono però alcuni vantaggi, ovvero non occorre smettere ogni 20 minuti per ricaricare o cambiare la batteria quando si effettuano le cosidette "pulizie a fondo", con l'apirapolvere in funzione per ore. 

C'è però un problema che i progettisti non hanno mai considerato, sapendo che le bionde svampite non useranno MAI un aspirapolvere che danneggia i loro capèlli. Un uso maldestro ed ignorante, può causare l'utilizzo protratto nel tempo dell'elettrodomestico anche con il sacchetto strapieno. Il sacchetto strapieno da anni, col tempo, si rompe e parte del contenuto va ad intasare anche la griglia di aspirazione che sta prima della turbina aspirante, otturandola del tutto. Qualsiasi aspirapolvere è in grado di funzionare ininterrottamente, anche con il sacchetto pieno, senza particolari problemi. L'aria entrerà non più dal tubo di aspirazione ma da altre fessure che nessuna guarnizione del vano sacchetto è in grado di tenere.  Ma se si ottura anche la griglia di aspirazione, il motore va su di giri e scalda. In queste condizioni viene logico pensare.... maaaa... non ti accorgi facendo le pulizie che non stai aspirando nulla? No, pare che le rumene delle pulizie abbiano questa particolarità, passano la spazzola avanti ed indietro ma non si preoccupano del resto. Aggiungiamo inoltre un altro comportamento non previsto: le rumene cambiano il sacchetto ma non vedono l'intasamento della griglia di aspirazione, nonostante il vano che alloggia il sacchetto di carta sia pieno di detriti. Non si chiedono perchè, se sia normale che la polvere sia sparsa nel vano sacchetto, fuori del sacchetto. Ma non finisce qui... l'aspirapolvere viene usato anche per aspirare calcinacci, residui di malta, sassi da giardino, graffette e punti metallici, crocchette umide del cane e del gatto, ecc... del resto nessuno ha mai sentito parlare di un aspira crocchette o di un aspira sassi, per cui un aspiraPOLVERE deve poter fare anche quelle cose. Pensiamo che sia finita qui?? Certo che no. Pare che sia abitudine abbandonare l'aspirapolvere acceso, per ore e ore, in funzione ed incustodito, mentre ci si accinge a fare altre cose (il perchè è facilmente intuibile dai). 

Con la concomitanza di tutti questi fattori è inevitabile ritrovarsi con una stanza invasa dal tipico fumo azzurrino e puzzolente che deriva dalla bruciatura dell'isolante che ricopre i fili elettrici e l'interruttore generale saltato... la cosa buffa è che quando si interviene, ci si sente dire... il fumo usciva dalla prolunga, è da sostituire. Ciò insegna una cosa ai riparatori...  

mai credere alla descrizione della manifestazione dei guasti quando a raccontarli è un utonto

Risultato? il motore è bruciato, completamente fuso, le parti in plastica deformate, le parti in gomma ridotte a ceramica friabile... riparare? magari anche si, ma... l'apparecchio è talmente vintage che non si trovano i ricambi, occorrerebbe ricostruire a mano alcune parti, rifare gli alloggiamenti, ricostruire i porta spazzole, riavvolgere lo statore ed il rotore, ricostruire il collettore... fattibile ma veramente dispendioso, forse troppo anche per chi, maniaco del recupero come me, vorrebbe salvare il pianeta e boicottare le discariche. Da una ricerca in rete, il motore specifico per questo modello non si trova. Tutti i centri ricambi contattati on-line rispondono laconicamente: "parte non disponibile". Solo un centro assistenza risponde invece: "parte non disponibile ma se viene qui col pezzo vediamo se troviamo qualcosa di adattbile" (ed è il centro assistenza mio preferito). 

Per mettere una pietra tombale definitiva alla questione, la proprietaria decide di comprare qualcosa di nuovo e buttare il vecchio. Quindi preferisce spendere più di 800 euro al posto di 40 euro per un motore di ricambio... cosa mai sarà scattato nel cervello di quella vecchia signora? effetto marketing?  consumismo ormai diventato la normalità? risultato della pubblicità martellante ed invasiva? boh. Spiace inoltre che l'utente abbia deciso di cambiare marca, a mio parere senza motivo. L'aspirapolvere ha fatto il proprio dovere per più di trent'anni, non ha mai dato problemi, è facile da riparare e da smontare, non riciede particolari manutenzioni o accorgimenti d'uso (come molti elettrodomestici di una volta) e devo dire che la marca non gode di cativa fama... perchè cambiare marca? boh.  Aspirapolvere... RIP. Alla prossima.

Un cervo non fa primavera. Ripeto: Un cervo non fa primavera.

domenica 8 novembre 2020

Cuscino anti decubito per disabili ROHO mod NS1616C (riparazione)

Il motivo per cui al mondo esistono milioni di DIYers, ovvero persone che si arrangiano a costruire da sè qualsiasi cosa costruibile, è dovuto a molti fattori.

Fra questi esiste una specie di specializzazione, quella dei riparatori, i quali sono spesso costretti a costruirsi le parti di ricambio. Mi sento di dire che appartengo ad entrambi, DIYer per riparare e me la cavo per niente male.

I fattori per cui i riparatori sono indirizzati ad arrangiarsi possono essere ad esempio:

  • Politiche commerciali deprecabili praticate da produttori diversamente etici
  • Fallimento del produttore
  • Produttore mordi e fuggi (es: oggi produco computers, domani carta igienica, a seconda dell'andamento dei profitti monitorati mensilmente)
  • Produzione di oggetti "a scatola chiusa" (impossibili da aprire senza romperli)
  • oggetti progettati volutamente fragili, destinati all'usa (poco) e getta (spesso)
  • Adozione di scelte commerrciali volte più al consumismo a scapito della riparazione
  • Assenza totale di minuterie come parti di ricambio fornite dal produttore e concomitante assenza dell'usato

L'elenco potrebe comprendere altre motivazioni ma, in generale, si nota un sempre più orientamento a complicare le cose e mantenere il monopolio delle cose prodotte e vendute. Sembra che aggiustare e riparare sia diventata un attività sovversiva, quasi rivoluzionaria. Effetti del consumismo agevolato dal marketing ed amplificato da menti diversamente intelligenti. 

Un esempio pratico? Per un periodo ho avuto la necessità (già documentata) di spostarmi con la sedia a rotelle che ho poi per disgrazia dovuto passarla ad un falmiliare bisognoso. Nel sedile, c'è una specie di cuscino gonfiabile a bolle d'aria (anti decubito o posturale). Purtroppo la valvola di gonfiaggio perde aria. Ho verificato fosse proprio la valvola, escludendo forature alla gomma, immergendo il cuscino in una bacinella d'acqua e verificando ove fosse la perdita. La valvola non chiude bene e fa le bolle. Allora decido di telefonare ad un negozio di articoli sanitari di zona, ove mi ero già rivolto per sostituire i copertoni e le camere d'aria delle ruote (90 euro!!!) per chiedere se fosse disponibile una valvola, un pezzettino di metallo del valore di 2 - 4 euro. Per la sostituzione mi sarei arrangiato ovviamente, basta infilarlo manualmente a pressione nel tubicino di gomma che esce dal cuscino. 

Il ragazzo del laboratorio, viste le foto che avevo allegato con tanto di marca, modello, numero seriale e nome del produttore, mi richiama con la lieta novella: "occorre spedire il prodotto al produttore che lo guarderà, deciderà cosa farci e valuterà se è riparabile, la valvola non viene fornita come ricambio"... resto quasi senza parole. Per una stupidaggine del genere occorre veramente mandare in assistenza il cuscino? e nel frattempo, un disabile vero, dove si siede? e soprattutto come?? Occorre sapere che un cuscino come quelli costa da 300 a 700 euro ed oltre!! (maledetti approfittatori delle disgrazie altrui!) ed io dovrei accollarmi anche le spese del corriere per farlo vedere ad un "ingegnère" che dopo aver studiato ed essendo lui Dottore decide il da farsi? scherziamo davvero?. 

Chiudo la telefonata con i ringraziamenti di rito, per la cortesia dimostrata dal negoziante e per essersi attivato. Ed allora?

  1. Scendo nel mio hack-bunker blindato dove eseguo le riparazioni, 
  2. cerco i copertoni e le camere d'aria sostituite (sì non le avevo buttate e nemmeno lasciate al negozio di riparazioni, sono mie e me le tengo io per farci quello che mi pare, altro che rifiuti speciali). 
  3. Taglio la valvola di gonfiaggio dalla camera d'aria, 
  4. col tornio smusso la parte finale sporgente, 
  5. infilo la valvola nel tubicino del cuscino, 
  6. gonfio il cuscino e rimetto il tappino di plastica. 

Prova bacinella superata, cuscino riparato, tiè produttore avido di m*rda!! Vaffanchiulo a te ed al tuo fatturato di giada! Che tu possa strafallire per sempre senza possibilità di riprenderti, e vaffanchiulo ai tuoi ignari azionisti col suv e con gli abiti griffati, che dio vi strafulmini, ANATEMA e FATWA forever! Alla prossima. 

P.S. le crocchette del gatto sono finite. Ripeto: le crocchette del gatto sono finite.

venerdì 16 ottobre 2020

FixPoint Ep5 soldering station (diagnostica)

FixPoint Ep5 soldering station
In attesa arrivino i componenti per la riparazione dell'alimentatore nel precedente promemoria, decido di dare un occhiata al saldatore regolabile FixPoint Ep5, preso tanti anni fa al volo in un negozietto di elettronica. Ha un problema. Riscalda per bene, si sentono i beep beep quando si regola la temperatura ma il display è completamente morto, spento, non funziona, per cui non si sa a che temperatura è impostata la punta (ed è un problema per chi deve lavorarci anche a livello hobbistico).

FixPoint Ep5 soldering station

Si tolgono i 4 tappini dal fondo per scoprire le 4 viti torx che fissano il coperchio alla base. Dentro un semplice circuito a microprocessore, basato su un Atmel AT89C2051-24SU. Il funzionamento è abbastanza semplice ed intuitivo. Un trasformatore fornisce 24 e 15 volts AC. Un diodo smt M7 (1N4007) raddrizza a semionda i 15 volts AC e li spara dentro un regolatore a 5 volts un 7805. L'uscita a 5V è per alimentare il processore e tutti gli altri componenti che non hanno a che vedere con l'elemento riscaldante. Quest'ultimo è alimentato a 24Volts AC attraverso un triac BT136 il cui gate è collegato al processore. Due fili, che provengono dalla punta dello stagnatore, sono il termistore per "misurare" la temperatura (una resistenza PTC) e avvisare il processore attraverso un paio di integrati (presumo dei comparatori operazionali). Alcune uscite del processore vanno dentro una goccia di "cemento" nero le cui uscite vanno direttamente collegate al pannello LCD. Ecco. LCD bare glass senza sigle, senza indicazioni... una bestia nera non documentata...in rete non si trova nulla che possa aiutare come testarlo (o forse si).

Testo i componenti e funzionano tutti. L'unico componente che non ne vuole sapere è l'LCd che non si illumina nemmeno. Presumo sia guasto il circuito cementato, non ho altre spiegazioni, ma è impossibile da sostituire, per cui devo buttare il tutto e scegliere un altra marca di stazione saldante regolata (dato che il ricambio sembra proprio non esistere nel vostro pianeta). 

FixPoint Ep5 soldering station

Per ora, sto pensando seriamente di togliere il circuito e l'lcd (e tenere il resto), sostituendolo con una soluzione alternativa, magari con un arduino ed un pannello O-led. Ho già visto qualcosa in rete, da adattare ai valori di questo saldatore. A freddo (temperatura ambiente) il temistore misura 2 ohm, presumo sia una specie di PTC la cui resistenza aumenta con l'aumentare della temperatura (farò dei test). La sfida sarà ricreare la corrispondenza resistenza/temperatura con delle prove pratiche. Per riscaldare la punta, credo sia sufficiente un controllo del tipo on-off, con un PID che confronti la temperatura impostata con quella raggiunta (così recupero il triac). Non è impossibile, serve solo un pò di tempo, studio e voglia. L'unico problema è la scelta del display... non ho nulla di recupero per le mani e mettere quelli a 7 segmenti mi pare un pò troppo retrò, vorrei fare una cosa figa. Anche adattare i nuovi componenti sarà interessante, vedremo. Alla prossima.

Aggiornamento del 20.10.2020

sto cercando di ricostruire lo schema elettronico della basetta con Kikad, con calma, a tempo perso. 

P.S. La rana non esce dallo stagno. Ripeto: La rana non esce dallo stagno.

giovedì 15 ottobre 2020

Chicony CPB09-007A (diagnostica e riparazione)

Chicony CPB09-007A
In attesa di farmi venire in mente come individuare il componente guasto nel tablet descritto nel post precedente, decido di fare un pò di spazio sulla scrivania e tentare di riparare uno switching. Qualche post fa, ho descritto il blackout del laboratorio e l'individuazione del PC che faceva scattare l'interruttore generale. L'alimentatore (sì, era lui il colpevole vostro onore) da allora è rimasto in attesa mi venisse voglia (e tempo) di aprirlo e capire cosa mai ci fosse che non funziona. Uno switching cinese, Chicony modello CPB09-007A da 19 volts 6,84A 130 watt (perfetto eventualmente come alimentatore da banco per testare i portatili in riparazione).

Chicony CPB09-007A
Apro il case alla ricerca visiva di componenti sfiammati, segni di bruciatura o altro di anomalo: nulla, tutto a posto. Inizio subito col tester in diode mode. Di solito il colpevole è nella parte di ingresso, il ponte raddrizzatore, i soppressori, il fusibile, qualche condensatore di filtro...misuro un corto fra + e - parto dall'ingresso e mi addentro cautamente nella giungla di componenti... stacco uno ad uno i sospettati, controllo se il corto c'è ancora, e li testo... tutti a posto ma il corto c'è ancora. Proseguo. Vado verso la parte di switching, dove di solito ci sono i mosfet ed i diodi di potenza... qui trovo due componenti in corto. Un diodo BYV29x-600 della NXP da 500volts 9 ampère (che il tester me lo classifica come resistenza da 1,98 ohm) ed un mosfet 11N65C3 da 650 volts 11Ampère... vanno sostituiti senza indugio.

Chicony CPB09-007A
Dopo lunga ed accurata ricerca di un pezzo compatibile dal mucchio di componenti di recupero, non trovo nulla di adatto e mi toccca ordinare. Minimo 5 pezzi per ciascuno, più spese spedizione... 17 euri!!... ordine online dato che il negozietto di componenti vicino a casa ha chiuso i battenti e comunque non ho la macchina per andare presso un altro negozio...(l'e-commerce non conviene con certi commercianti approfittatori)... e così il miraggio di riparare a costo zero se ne va in fumo, assieme al budget del mese. Devo ora pensare cosa togliermi di bocca quando tenterò di fare la spesa, con il magone che forse la sostituzione di questi due componenti non sarà sufficiente a riportare in vita l'alimentatore. Si certo, per risparmiare avrei potuto ordinare dai cinesi a condizioni più vantaggiose, ma di stare due mesi con l'alimentatore sbudellato sul tavolo del laboratorio già ingombro di suo... proprio no. E poi, mi chiedo ancora: riparare l'alimentatore di un vecchio biprocessore (Dell Vostro 320 all-in-one) ma ne vale la pena?Forse sì, è una questione di orgoglio personale e di cercare la soddisfazione e l'autostima che dà tanta sicurezza nelle relazioni "social" (ormai azzerate dal covid19). Boh, smetto di farmi domande stupide ed inutili e proseguo.

Ora attendo il corriere, BRT, quello famoso per il lancio dei pacchi in giardino senza nemmeno suonare il campanello, quello specializzato nella consegna di avvisi di mancato recapito senza nemmeno provarci, quello con la responsabile di filiale di zona scorbutica e maleducata che tratta male i clienti che le pagano un immeritato stipendio... incrocio le dita e mi tocca solo sperare vada tutto bene. Alla prossima.

Aggiornamento del 20.10.2020

ho trovato un altro componente guasto, uno dei due BH30100G dello stadio finale, Switch‐mode Power Rectifier 100 V, 30 A. In pratica due diodi FAST con il catodo in comune ed altri 17 euri che mi tocca prenderne 10!! Spero che il BANG!! con a corredo la scintilla di ordinanza al collaudo non abbia danneggiato altri componenti che, per sicurezza, ho nuovamente rimosso e controllato (tutto ok per fortuna). Se sostituendo questo doppio diodo l'alimentatore ancora non va, allora una delle cause potrebbe risiedere nei microscopici componenti SMT dell'elettronica di controllo dello switching (ad un analisi visiva sembrano a posto). In al caso, mi arrendo perchè non posso sostituire i componenti a casaccio senza saperne il valore (non misurabile se guasto). Vedremo di inventarci qualcosa. 

Aggiornamento del 30.10.2020

OK, 1 a 0 ha vinto lui. Mi pare di rilevare che il problema risiede nei trasformatori. Non potendo sostituirli (a meno di non avere una donor board) lascio perdere. Vorrei però offrire la possibilità di riparare a qualcun'altro, sicuramente più abile di me. Metto a disposizione in un kit di riparazione tutti i componenti sani, testati uno ad uno che ho dissaldato, confezionato ed etichettato. Per tentare di riparare questo alimentatore ho dovuto ordinare i componenti già elencati, in due spedizioni, costretto poi a prendere 10 mosfet quando in realtà me ne serviva solo uno. Risultato? ho speso in tutto 34 euro!! e mi ritrovo con un alimentatore guasto e dei componenti nuovi che chissà mai quando riuscirò ad utilizzarli. Il kit lo vendo  solo per recuperare in parte il mio fallimento e dare ad altri la possibilità d farcela se accetteranno la sfida e, perchè no, far bella figura gratificando il proprio ego. In bocca al lupo. 

P.S. la tenda di damasco è garrula. Ripeto: la tenda di damasco è garrula.

mercoledì 7 ottobre 2020

Alldocube iWork10 pro mod i15-TD (diagnostica)

Alldocube iWork10 pro mod i15-TD
Sembra che sono il primo al mondo ad avere per le mani un pc-tablet Alldocube iWork10 pro guasto. I sintomi? sembra completamente morto, non si accende, la spia di carica non si accende collegando il cavo usb C. 

Mi sono messo in testa di giocarci un pò, con la speranza di ripararlo ed utilizzarlo, dato che mi servirebbe averlo funzionante... ma posso vivere le stesso anche senza. Del resto è un quad core e dovrebbe tenere bene anche winzozz10, anche se non capisco come si possa vendere oggi un tablet che nel dual boot ha Android 5! Certo è che, al momento, in rete non si trova nulla che fornisca indicazioni su come ripararlo, nemmeno la foto del PCB, del processore, nemmeno suggerimenti, nulla, manco i ricambi o il service manual con lo schema (ma forse per lo schema chiedo troppo). Forse sono il primo sfigato che se lo trova per le mani. Provo inoltre a scrivere ad un paio di centri assistenza e riparazione smartphone di zona e ricevo una mancata risposta ed un laconico "Preventivo non possibile" a fronte di almeno altre 4 domande di approfondimento per conoscere meglio l'attività... meglio stare alla larga da certi peracottari, specie se a fronte di feedback e recensioni negative reagiscono insultando chi le ha formulate con tanto di nome e cognome. 

L'assenza di informazioni e precedenti  può avere solo due significati: 

1) il modello non ha avuto una grande diffusione sul mercato

2) il modello è talmente "robusto" che non si guasta praticamente mai

Potrebbe essere anche che, in caso di guasto, il proprietario preferisca traslarlo direttamente nel bidone del RAEE all'ecocentro più vicino, dato che ad oggi manco i pezzi usati si trovano in giro. 

Ad ogni modo voglio tentare lo stesso, incoraggiato dalla miriade di filmati più o meno pubblicitari su iutube, che dimostrano come sia possibile riparare i computers portatili, smartphones e tablet anche in assenza di schema elettrico. Si, pare che si può.... a patto di avere:

  • anni di esperienza nel campo dell'elettronica
  • un attrezzatura che manco la nasa ce l'ha
  • un magazzino con altre parti di ricambio simili per recuperare i componenti smd

A dire il vero mi mancano tutti e tre gli elementi base. L'esperienza ce l'ho ma non su questi tipi di device. La passione non manca e nemmeno la volontà unita ad un pò di tempo libero. Diciamo che sfrutterò l'occasione per divertirmi o per colmare alcune lacune formative che inevitabilmente ognuno di noi ha. 

Come principi generali potrei procedere con le seguenti modalità:

  • ispezione visiva per individuare ecentuali componenti "bruciati"
  • misurazione di componenti in corto con la massa
  • ispezione per componenti che si surriscaldano
  • iniezione di tensione e corrente nei punti per evidenziare componenti surriscaldati
  • ricerca e studio dei datasheet (quando si trovano) per comprendere il funzionamento dei circuiti e rilevare difformità di comportamento
  • romprere i c*glioni nei vari forum pregando insistentemente e piagnucolando per un aiuto o per la pappa pronta (tipo "sostituisci il condensatore C15")

In linea generale mi è sembrato di capire che quelli elencati sono i metodi adottati (a parte l'ultimo che non è certo da me). Nel diagnosticare un circuito elettronico ci si imbatte spesso con alcune problematiche:

  • i componenti sono microscopici
  • i puntali di misurazione sono troppo grossi
  • i punti di misurazione sono inaccessibili (tipo i BGA)
  • non si trova da dove parte e dove finisce la pista essendo i PCB in multilayer. 
  • alcuni componenti hanno sigle misteriose o forme o colori strani e non si capisce a cosa servano e nemmeno cosa sono.

Ecco, ora sono più motivato a proseguire. Al momento ho individuato

  • il bios - una memoria 25Q64FWSIG
  • il pmic AXP288C Power Management IC che gestisce le alimentazioni
  • il codec audio - ALC5651

Nel procedere a misurare le tensioni credo che inizierò a sconnettere i tre fili della batteria interna e misurare la tensione sul PCB, così da capire se il PMIC tenta in qualche modo di caricarla. Misuro altresì se il BIOS è alimentato in queste condizioni. Segue aggiornamento....

P.S. la merla è tornata. Ripeto: la merla è  tornata

lunedì 21 settembre 2020

Regionali e referendum 2020, i soliti idioti


Si, alla fine non ce l'ho fatta a disertare il seggio, nonostante i conati. Ad ogni tornata mi sento come se entrassi in una latrina puzzolente, a mettere una crocetta su una scheda pre-compilata, con i nomi già scelti da altri, senza possibilità di scegliere chi reputo più degno e per di più con una rosa di possibilità che non mi rappresentano per niente. Ma non è questo l'argomento. Da attento e silente osservatore e mai censore dei comportamenti altrui, mi sono accorto del lassismo tipico degli unani, sempre disubbidienti alle regole di buon senso ed altrettanto pronti ad ignorare gli altri. 

Per qualche minuto mi sono intrattenuto all'esterno della sede preposta al voto per chiacchierare a distanza d'ordinanza con un conoscente. Pur restando attento alla conversazione, l'occhio non ha potuto fare a meno di osservare le bottigliette del disinfettante poste all'esterno del seggio. Entrando, tre su quattro hanno totalmente ignorato l'invito scritto di disinfettarsi le mani, nonostante la presenza dei soliti carabinieri intenti forse più a vigilare l'esterno per prevenire un "probabile" attacco terroristico con qualche aereo dirottato o l'attacco di qualche jadista con cintura esplosiva d'ordinanza al grido di "morrte all'amerricaaaa"...kaboom.

La regola vorrebbe una disinfezione prima di entrare, un altra dentro al seggio prima di prendere la scheda e matita, una terza prima di uscire. Io ho visto le bottigliette solo all'ingresso e poi basta e per di più ignorate da molti "elettori". 

Ma parliamo delle entrate/uscite differenziate... inutile mettere cartelli con le frecce di direzione, inutile scrivere ENTRATA - USCITA, inutile incollare a terra nastri colorati , inutile installare il nastro delimitatore dei percorsi... se poi si accede ed esce tutti dallo stesso scalone comune. Inutile anche perchè c'è sempre qualche unano imbecille che esce da dove è entrato, c'è sempre il solito idiota col naso scoperto e la mascherina a proteggere il mento, c'è sempre il solito idiota che si intrattiene nelle strettoie a chiacchierare a stretto contatto con i suoi simili incurante degli altri che vorrebbero magari rispettare la distanza. Statisticamente gli unani idioti ci saranno sempre ma col passare del tempo stanno aumentando di numero e regredendo mentalmente allo stato di organismo mono neurale. 

Ecco, per precauzione mi sono tenuto a larghissima distanza, ben oltre al metro d'ordinanza, tre disinfezioni, preteso pure la disinfezione accurata della matita, mascherina coprente mezzo volto che per fortuna non mi hanno fatto togliere in quanto il presidente del seggio ben sa chi sono (manco mi serviva il documento da infettare) e guanti in lattice anche se non obbligatori (che ne so chi ha maneggiato le schede). 

So che forse sono esagerato, ma di rischiare per i soliti idioti no e poi no, tantomeno rischiare nell'esercizio di un diritto dovere. Certo è che constatare il progressivo degradare di una società progressivaamente verso l'imbarbarimento mi duole non poco, mi dispiace vivere anche a distanza da unani meno acculturati delle scimmie. L'uomo è un animale sociale (dicono) ma da questa "società" di individualisti menefreghisti ignoranti è meglio stare alla larga, sono anche pericolosi. Alla prossima, ma anche no.

P.S. il pippistrello svolazza al buio. Ripeto: il pippistrello svolazza al buio.


venerdì 18 settembre 2020

SAMSUNG PS42A418C4DXXC teardown

Un occasione "social" ed un televisore al palsma da 40 pollici entra nel laboratorio per vedere cosa si può fare per evitarne la morte definitiva. A dire il vero ero più incuriosito di vedere cosa c'è dentro che tentare di ripararlo. Già, il televisore è stato dismesso dal proprietario per passare ad una tecnologia più performante. Ci si è accorti (a proprie spese) che la tecnologia al plasma presenta dei contro che sono stati risolti con i più recenti schermi a Led ed Oled. Alti consumi, durata limitata, guasti improvvisi (bande nere verticali sono le più frequenti), peso eccessivo (tanto di richiedere due persone per trasportarli) e via dicendo. La tecnologia al plasma usa gas neon e xenon più il fosforo, intrappolati dentro delle "celle" fra due lastre di vetro... un problema smaltirli in sicurezza.

Speravo comunque di poterlo riutilizzare, come monitor secondario, ma vista la risoluzione ho preferito desistere. Lascio immaginare a 1024x768 pixel su 40 pollici quale possa essere il risultato. Ad ogni modo la curiosità di vedere l'interno ha preso il sopravvento. All'interno trovo una quantità industriale di viti e sbarre di ferro per tenere rigido il pannellone di vetro, che alla fine il peso è davvero troppo anche per me. All'interno una minuscola mother board, tre sezioni di alimentazione (una principale e due per le griglie degli elettrodi "embeddati" nel vetro, un buffer per la griglia verticale e la piastra per ingressi ed uscite. Confesso che ho provato a vedere se riuscivo a risolvere il classico problema della banda nera verticale, ma temo di aver combinato un pasticcio, riducendo il tutto in due bande verticali lampeggianti ed il resto desolatamente al buio. Dai, almeno ci ho provato. 

Ed ora? per smaltirlo? Le due lastre di vetro sono incollate fra loro ed il tutto fissato su una piastra di metallo (che serve anche come dissipatore presumo), impossibile separarle senza rompere qualcosa... mi sa che dovrò portarlo all'ecocentro di zona. Ovviamente niente led di retroilluminazione in quanto la tecnologia al plasma non ne fa uso (i pixel si "accendono" col gas eccitato che fa illuminare il fosforo). Il resto sono plastica e metallo facilmente smaltibili. Per l'elettronica ci sono dei componenti interessanti: un paio di relè, condensatori, fusibili, resistenze, dissipatori, mosfet e diodi di potenza, connettori flat, sensore infrarosso, pulsanti e due altoparlanti che non so che farmene. La logic board sarà oggetto di studio approfondito per esercitarmi con l'uso della porta JTAG. Ah, provo a vendere qualche componente per recuperare pochi spiccioli, necessari in questo momento come un goccio d'acqua nel deserto.  Alla prossima.

P.S. lo zio arriva dopo cena. Ripeto: lo zio arriva dopo cena.