Visualizzazione post con etichetta manutenzione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta manutenzione. Mostra tutti i post

giovedì 17 novembre 2022

Johnson Compact termoventilatore (manutenzione)

Sta arrivando il generale inverno e qualcuno che suggerisce di fare gli acquisti di oggetti fuori stagione (per risparmiare) si ricorda che è il momento di accendere i termoventilatori. Stessa cosa quando iniziano i primi caldi e serve il ventilatore. Come ogni anno, ad ogni cambio stagione, quando si ripongono gli elettrodomestici "stagionali" usati, non si è mai propensi a pulirli per bene, rinviando il problema. Succede con i termoventilatori ma il discorso vale anche per i ventilatori che si usano in estate. Risultato? lo sporco accumulato resta al suo posto e dato che l'elettrodomestico viene ripreso quando serve (e si ha fretta di usarlo), si rinvia ogni volta la sua pulizia e manutenzione, è un classico. 

Tutti gli elettrodomestici che usano una ventola soffrono dello stesso problema...la polvere che si accumula. Con il tempo ci si ritrova così' con delle ventole e delle griglie/filtri di aspirazione quasi completamente ostruiti. Quindi, acquisti fuori stagione sì ma la manutenzione solo quando serve... e naturalmente è pure urgente "che io non posso stare al freddo/caldo" a seconda del periodo ma comunque devo spendere poco. Vabbè, valli a capire tu gli unani.

Lasciamo stare il discorso sul tipo di polvere, lanuginosa, pelosa, bianca o grigia, nera dove c'è un caminetto a legna o marrone, grassa e collosa per gli ambienti frequentati da fumatori... ogni tipologia di polvere accumulata necessita di un trattamento di pulizia diverso. 

Questa è molto lanuginosa, soffice e leggera, per cui è sufficiente un mini aspirapolvere e un lavaggio in acqua tiepida con sapone potassico per le parti in plastica. Disassemblare questo ciòttolino è un gioco da ragazzi, ci può riuscire persino un ingegnere. 4 viti sul retro per i due gusci appoggiati (niente incastri malefici), 2 viti a supporto del gruppo resistenza/ventola ed il cavo di alimentazione con un mammuth da separare per sfilarlo. Niente di particolare. Per il gruppo resistenza/ventola il problema è rimontarle... se non si hanno particolari abilità è meglio desistere ed optare per l'aria compressa.

Occorre fare molta attenzione a non piegare la resistenza e metterla in corto. Se alcune spire si dovessero toccare fra loro, la resistenza sarà minore, quindi più corrente, quindi più calore, quindi rischio incendio... io l'ho detto...'azzo mene, 'azzi tuoi. 

Il gruppo motore/resistenza va pulito con un pennellino molto morbido ( per questa tipologia di polvere) accanto alla bocchetta di aspirazione in modo da non rimettere in circolo lo sporco accumulato. Alla peggio un pò di aria compressa per i punti più difficili (all'aperto mi raccomando) magari usando una mascherina (in questo caso sì, utile a differenza di quando la si usava in piena pandeminchia). In caso di sporco "grasso" occorre andare più a fondo nello smontaggio ed usare degli sgrassanti appositi per le parti elettriche. Smontare la ventola dall'asse del motore? lasciare perdere.

Si sà già che a fine inverno il ciòttolino si riempirà di sporco e verrà riposto "tal quale", per la fretta di finire il cambio stagione, procrastinando la manutenzione e richiederla urgentemente quando non se ne potrà fare meno.... così il lavoro si accumula nello stesso periodo e ... "signora, non ce la faccio per domani, mi spiace, non prima di una settimana... se va bene " 

Certo che 2000 watt (2 kilowatt) per qualche ora al giorno, tutti i giorni, per due o tre mesi... con la crisi energetica in atto.... conviene proprio od è meglio mettersi un maglione in più e dei calzini di lana pesante?... alla prossima.

Il nido di vespe è vuoto. Ripeto: il nido di vespe è vuoto.


lunedì 26 marzo 2018

Philips QC5370/15 (manutenzione)

Un epic Fail! Sì, in realtà volevo sostituire le batterie di questo rasoio Philips QC5370 ma mi sono bloccato. Il rasoio non è da buttare, è ancora in uso al proprietario. Nell'apertura, dopo aver tolto l'elemento tagliente si notano due vitine all'interno della cavità dalla quale spunta il perno con l'eccentrico che fa scorrere la lama mobilesu quella fissa. Facendo leva si aprono in due le valve del guscio. Io mi sono fermato sino a poco sotto la rotellina, trovando una resistenza forzando la quale correvo il rischio di spaccare tutto. Mi spiace. In rete ho trovato dei tizi russi che ce l'hanno fatta ma io ho preferito fermarmi per non rischiare di doverlo comperare nuovo, per chiedere perdono della mia imperizia. Mi riserverò di farlo quando potrò rischiare. Per il momento ho preferito un pò di manutenzione, dopo sette anni di uso ne aveva bisogno. 
Il pettine: è quell'accessorio fatto a mò di pettine che regola la distanza dalle lame, ovvero l'altezza di taglio e che grazzie ad uno snodo segue la curvatura della testa. Dato lo stato in cui l'ho trovato, era d'obbligo lavarlo per bene. Basta un pò di sapone liquido e dell'acqua tiepida, usando uno spazzolino da denti a setole medie.
La testa del vano motore: inevitabile la presenza di capelli la cui rimozione si può fare anche con il solo spazzolino in dotazione. Sconsiglio di lavare il rasoio sotto l'acqua corrente come suggerisce il produttore. Meglio non fidarsi delle guarnizioni che con il tempo potrebbero non tenere più a dovere, per cui meglio non rischiare di allagare l'apperecchio ed ossidare l'elettronica.
Le lame: non sono in titanio come scritto sulla confezione. Sono in acciaio inox e solo la lama mobile, quella gialla, è rivestita in titanio. Per la lubrificazione non serve aggiungere nulla. La cosa strana però è il prodotto pulente e lubrificante venduto dal produttore a circa 7 euro e rotti nel negozio on-line.  
Sfatiamo inoltre il mito dell'autoaffilatura che, secondo quanto dichiarato, non dovrebbe richiedere affilature ulteriori. Lo sfregamento fra acciaio e superficie rivestita in titanio dovrebbe essere sufficiente (credo, il titanio è più duro dell'acciaio). Se però si osserva la superficie di taglio con un microscopio, si noterà che quella di fabbrica non è proprio una lappatura, essendoci striature tipiche di un affilatura a grana sicuramente inferiore ad 800  grit. Io preferisco una passata con la pietra ad acqua minimo a 1500 grit o più. Mano ferma ed un pò di passate per lucidare la superficie. 
Per togliere la lama mobile basta fare leva sulle estremità della molla. Questo per pulire per bene le parti non perfettamente a contatto, ove si annida inevitabilmente dello sporco (che crea attrito), oltre a dei peli sottili che si annidano, con le vibrazioni, nei posti più impensabili. Il rimontaggio è davvero semplice e non merita spiegazioni.
Ecco, mi resta il dispiacere del fallimento, non essendo riuscito (per ora) a sostituire la batteria, ben nascosta all'interno, lontano dalle necessità del consumatore. A "fine vita", la cui durata è decisa dal dio produttore, o si porta il prodotto in riparazione fuori garanzia (spendendo una cifra prossima al valore dell'aggeggio), oppure lo si butta per la gioia dei mafiosi gestori del RAEE. 
A noi poveri mortali consumatori forse restano le briciole con il tentativo, spesso vano, di vendere qualche pezzo usato "ebai", sperando che l'agenzia delle entrate non vada a ficcare il naso nel conto corrente e tassarci anche quei pochi spiccioli.  Alla prossima. 

P.S. Gnocchi fritti a colazione. Ripeto: Gnocchi fritti a colazione. 

giovedì 8 marzo 2018

De Longhi espresso ECO310.V (Rigenerazione totale)

Pulizie di primavera e si inizia dalla macchinetta del caffè, ovvero il prezioso nettare indispensabile alla sopravvivenza umana, oltre che diritto fondamentale dell'umanità. In verità ho dovuto mettere le mani sulla mia DeLonghi ECO310V  per un problema di pompa (già ne parlavo a marzo 2015, tre anni fa). La macchinetta ha iniziato a fare un rumore diverso dal solito, ma non esce nulla. Urge riparazione. Con l'occasione ne approfitto anche per un disassemblaggio totale, già che ci sono, per ingegnerizzare lo schema elettrico e lo schema idraulico e per una super mega ultra iper decalcificazione. 
Le operazioni di smontaggio sono abbastanza agevoli ed a non saper nè leggere nè scrivere, si procede con allentare tutte le viti a vista, con calma, catalogandole in una vaschetta a scomparti con un foglietto sottomano ove annotare la loro posizione. Se si ordinano i ricambi in rete, potrebbe accadere che i tempi di attesa affievoliscano la memoria e si rischia di dimenticare cosa avvitare e dove posizionare le viti.
Può essere utile avere sottomano l'esploso del prodotto, che elenca nei minimi dettagli ogni parte che lo compone ed agevola notevolmente lo smontaggio.


Si parte dal coperchio, poi l'interno, la base, per estrarre tutto il gruppo caldaia/pompa + pulsantiera. Tutto è smontabile ai minimi termini.
Vediamo pezzo per pezzo i componenti:
La pompa: ULKA Model E Type EP5 230V 50Hz 48Watt è sorretta da due alette di gomma e poggia su un piedino pure lui di gomma solidale ad un supporto in lamierino metallico che fa da base di appoggio anche per la caldaia. Per sfilare i tubicini di silicone che portano l'acqua dal serbatoio non si deve tirarli sperando si sfilino (in realtà tirando si strozzano e si rischia di strapparli). Occorre spingerli dalla parte terminale verso l'esterno. 
Questa pompa ha anche un diodo al suo interno (ne ignoro la funzionalità) ma il collegamento dei due fili non è critico (si possono anche invertire). A volte il problema che si presenta con queste pompe è dovuto a formazioni di calcare che si possono sciogliere in aceto o acido citrico. Ci si accorge quando vibrano poco indicando il pistone poco libero di muoversi (bisogna avere orecchio anche per questo).  Raramente (mooolto raramente) si rompono per usura. Sono di una semplicità meccanica disarmante e molto spesso (ripeto:MOLTO SPESSO) il problema non è la pompa ma la caldaia intasata di calcare responsabile del caffè che esce a stento. Ho comunque preferito sostituire. Casomai se riesco a ripararla la tengo di scorta, si sa mai che in altri progetti la possa recuperare.

Il filtro anti impurità: è un bene smontare tutto completamente, per rendersi conto se ci sono ulteriori componenti da sostituire. Nel mio caso il filtro anti impurità presenta delle caccole nere al suo interno e va sostituito con uno nuovo. Ha la funzione di impedire che eventuali corpi estranei (zanzare, polvere...),  eventualmente finiti nel serbatoio vadano nella caldaia dalla quale non potrebbero più uscire (od otturarla definitivamente)... berresti il caffè la cui acqua è passata attraverso un filtro sporco?
La guarnizione porta filtro: si toglie il filtrino metallico e si toglie pure la caldaia per farla uscire. Date le sue dimensioni generose, è difficile che la guarnizione si usuri facilmente, ovvero dura un casino, più di altre marche. Ad ogni modo, dato anche il suo costo irrisorio (2/3 euro), con l'occasione la si sostituisce. La guarnizione è appoggiata su uno strato di kapton resistente alle alte temperature che la separa dalla caldaia in acciaio inox. E' uno strato giallo/arancione e non va rimosso per nessun motivo.  Il filtrino metallico va lavato e spillato (con uno spillo) controllando controluce che sia perfetto.
La caldaia: è in acciaio inox e non sembra apribile per un ispezione interna...peccato davvero. Se si guasta la resistenza occorre cercare il pezzo intero (e non so se si trova). Vedremo di decalcificarla con acido citrico (1 euro) o con qualche prodotto specifico ( 17 euro... che contiene acido citrico il più delle volte). Meglio ripetere di non rimuovere la parte arancione dove si poggia la guarnizione del porta filtro. Già che ci siamo... svuotiamola, così verifichiamo se è bloccata e piena di calcare. Si apre la valvola del vapore e si lascia uscire l'acqua dal tubicino di mandata che era attaccato alla valvola antigoccia. Magari, raccogliendola in un bicchiere...vedrete se presenta dei sassolini bianchi per non parlare del colore giallino torbido. Shakerate per bene e svuotate ancora. Nel mio caso ho dovuto infilare un sottilissimo fil di ferro nel tubicino di mandata per disotturarlo. A vedere le condizioni dell'acqua all'interno della caldaia (ed il colore giallino torbidissimo) fa venire la voglia di decalcificarla una volta al mese.
Il porta filtro: va aperto e pulito per bene. Non credevo all'interno fosse ridotto così. Il peso artificiale nel manico... unico neo... forse era il caso di ricoprirlo o verniciarlo per impedire la ruggine. Togliere la ruggine, passarci del Ferox e verniciarlo per bene (una volta per sempre). Anche delle viti inox non sarebbero male.  Secondo alcune scuole di pensiero (la moka non va mai lavata all'interno dove si raccoglie il caffè) si potrebbe evitare di lavare il percorso che porta il caffè nei due scoli. Io preferisco pulire senza esagerare troppo, senza grattare la plastica, con uno spazzolino da denti (non lo buttate in discarica lo spazzolino usato vero?).
Il fusibile termico: è progettato per interrompere l'alimentazione alla caldaia in caso di eccessivo surriscaldamento ed è inserito dentro un tubicino di plastica poi posto a contatto con la caldaia tramite un aletta di acciaio che fissa anche i due interruttori termici. E' un fusibile...una volta fuso bisogna sostituirlo.
Il suo valore di intervento al momento non lo so, ho preferito lasciarlo al suo posto in quanto non ho la pasta termica adatta da inserire sotto gli interruttori termici. Se salta il fusibile termico, l'effetto sarà la spia di accensione accesa ma la caldaia non scalda manco a picchiarla. Nella sostituzione bisogna evitare di usare lo stagnatore per collegare quello nuovo (è un fusibile termico! non lo si deve scaldare!!). Ci si deve procurare una mini puntatrice per i contatti a saldare (vedremo di costruircene una in futuro)
Interruttori termici: ce ne sono due, normalmente chiusi, segnati nello schema come TH1 e TH2. TH1 è quello del caffè,  responsabile si staccare la caldaia al raggiungimento di 105° (valore nominale, temperatura dell'acqua per fare il caffè), mentre TH2 sarà quello che stacca la caldaia per il vapore del cappuccinatore o montalatte come lo chiamano in giro (120° valore nominale). I valori nominali sono indicativi, desunti dalla scarsa documentazione presente in rete. Francamente c'è una cosa che non mi è chiara. L'acqua bolle a 100° a livello del mare. Qualche grado in meno in montagna... perchè 105°?? si vuole far bollire l'acqua dentro la caldaia? e perchè il vapore a 120°?? Forse questi valori non sono corretti o forse le tolleranze, o forse la trasmissione del calore all'esterno...boh.
Ciò che fa testo è il valore stampigliato nel componente. Attenzione nella sostituzione con interruttori che devono avere lo stesso valore, oltre ad utilizzare correttamente la pasta termo conduttiva.
Lo schema elettrico:  me lo sono ricavato seguendo uno ad uno i fili elettrici (non ho controllato se è corretto al 100%). Questo modello non ha parti elettroniche al suo interno e pertanto: meno possibilità di guasti e maggior semplicità nella manutenzione.
Non è difficile da capire. Il pulsante on/off accende la spia indipendentemente dallo stato del fusibile termico (secondo me andava attaccata dopo). La spia che indica il raggiungimento della temperatura si accende solo quando si apre  TH1.  Il pulsante del caffè ovviamente accende la pompa dell'acqua. Quello del vapore accende la spia relativa e si mette sempre chiuso al posto di TH1, in serie a TH2 (termico del vapore) che stacca la resistenza della caldaia al raggiungimento della temperatura di intervento.
Le parti di plastica ed il supporto di metallo: il tutto va messo a bagno in una bacinella grande, con tanto sgrassatore. Al termine, se necessario, un bagnetto nell'anti calcare per la base dove si incastra il serbatoio. Se serve, una buona spazzolata a setole morbide per rimuovere meglio eventuali incrostazioni di caffè o altro. Per gli angoli più annidati, si passa un pennello imbevuto nel viakal puro (funziona da dio) e si sciacqua. Il serbatoio trasparente va riempito di acqua bollente con diluito un pò di anticalcare e si lascia una notte a riposare (torna lucido come nuovo).

Il circuito idraulico:  può essere interessante capire il percorso dell'acqua, giusto per capire dove di ferma in caso di otturazioni ed individuare il colpevole...filtro, caldaia o pompa? E' semplice ma c'è sempre qualcuno che si perde nei ragionamenti e nei commenti fa delle domande un pò sciocche.  Basta sezionare i tubicini e vedere dove si ferma l'acqua (di solito in caldaia).

Ed ora parliamo di soldi dai. Oggi quanto costa questo modello? Dal sito ufficiale del produttore ho trovato una tabellina:

La tabella la dice lunga sui ricarichi dei rivenditori. E quanto verrebbe a costare una rigenerazione totale e con sostituzione di pompa e filtro? In negozio credo molto di più del suo valore attuale. Farlo a tempo perso per hobby ?... a parte il costo puro dei ricambi e dei prodotti usati servono minimo 3 ore (smontaggio, lavaggio, sostituzione, rimontaggio, decalcificazione) non costa nulla (se non il tempo) a farsi il lavoro in casa. E' un operazione alla portata di quasi tutti (per chi ci è portato ovviamente) ma la soddisfazione personale è alle stelle.
Per finire una "recensione" gratuita, non prezzolata, inutile, personale, soggettiva, opinabile: non lo faccio mai (anzi semmai il contrario) ma stavolta devo congratularmi con il progettista, pur in presenza di alcuni margini di miglioramento.
Questo modello ha dei pregi quali: la sua semplicità tecnica, zero elettronica e la possibilità di essere completamente disassemblata per manutenzione o per una pulizia a fondo. Le equazioni sono:
Più semplice = meno componenti che si possono rompere. 
Più smontabile = componenti da sostituire più piccoli e quindi meno costosi. 
Un ciclo decalcificante ogni 250/300 caffè è d'obbligo per farla durare a lungo (ma la frequenza è fortemente condizionata dalla durezza dell'acqua di zona). Con queste macchinette del caffè è IMPERATIVO decalcificare spesso. Ma il caffè lo fa buono? dipende dalla polvere usata, testina. Alla prossima.

P.S. Renato è tornato. Ripeto: Renato è tornato.

martedì 14 giugno 2016

Sharp Z-20 (Mission impossible))

Mi ero quasi dimenticato di averla conservata. Una fotocopiatrice a piano mobile con inserimento manuale dei fogli, apparentemente funzionante ma senza toner. Inizialmente prevista per recupero dei pezzi all'interno (lenti, specchi, cuscinetti, microswitch, lampade, fusore, calamite cilindriche...) mi piacerebbe rimetterla in funzione. Un fotocopiatore, in generale, è ormai obsoleto, stante la facilità di reperire PC + scanner + stampante magari a colori. La soluzione con il PC però è leggermente complicata, occorre accendere tutto, aspettare che si avvii, avviare il software ecc.ecc... per una semplicissima copia... In aiuto può venire una multifunzione (meglio se laser, che le cartucce inkjet si seccano con una rapidità impressionante, specie quando l'uso è saltuario). Il problema è sempre il costo dell'unità. Se poi il fotocopiatore è recuperato agratis, un tentativo di rimetterlo in funzione è forte. Poche copie all'anno, al volo... si dai, è comodo, ci può stare. Il problema è la "vetustità" dell'apparecchio. Troppo datato, sembra, per suscitare l'appetito avido dei centri di assistenza. Alcuni non rispondono nemmeno, altri ti dicono chiaro e tondo che "non ne vale la pena" (la pena di chi?), altri che "non conviene" (a chi?), altri ci provano col deterrente del costo (60 euro solo per vederlo e la risposta è chiaramente no, alla fine, che tanto non lo guardano nemmeno per guadagnare di più...ladri disonesti).
Un giro in rete per verificare il costo della cartuccia... dai 30 ai 185 euro, da non credere, troppo... le parti di ricambio consumabili non si deprezzano col tempo al pari dell'hardware che li ospita. In fin dei conti è polvere sottile di plastica, che sarà mai? Viene da cercare il kit di ricarica... sempre trenta euri per una bottiglietta. Il prezzo minimo per una cartuccia che ho trovato è 18 euro free shipping (ultimi pezzi) ma solo per gli USA, a noi europei non la vogliono vendere. 
E così ci si ritrova per le mani un rifiuto tossico, colpevole di funzionare ma mancano i pezzi di ricambio o la manodopera specializzata per una manutenzione generale o i consumabili, una follia. 
Quindi? che fare? buttare? NO. Le difficoltà mi stimolano non poco e complice la testardaggine cerco di arrangiarmi. Alla prima cartuccia che trovo (magari la rubo in discarica) recupero il toner e provo a mettercelo, consapevole che i toner non sono tutti uguali ma chissenefrega delle raccomandazioni del solito ingegnere terrorista complice del venditore ladro e disonesto? Stavolta punto alla rigenerazione a costo ZERO. Alla prossima

P.S. Il toner è nero. Ripeto: Il toner è nero. 

martedì 28 aprile 2015

Brother DCP 115C (pulizia impossibile)

Mi portano una stampante multifunzione Brother DCP 115C lamentando il difetto che la carta si inceppa, non va su, è stata già smontata, forse è il tamburo ma è a posto...eh?... i soliti peracottari riparatori del menga, analfabeti ed approfittatori. NON portate mai a riparare una stampante se chi la deve riparare le rivende nuove, è la regola aurea
Prendo in carico l'hardware, rassegnato che è un lavoro agratis della serie "darci un occhiata non costa nulla se poi serve un preventivo"... un caxo! io non vendo e non faccio preventivi di vendita, io recupero, riciclo, riuso e nient'altro, per cui è solo la curiosità che mi spinge ad accettare con la premessa "o la va o si spacca" e la promessa che "se proprio è da buttare" nemmeno vengono a ritirarla...ok.
Il difetto lamentato in realtà è un altro (vatti a fidare degli utonti). Il display scrive un laconico "Pulizia impossibile"... eh? come osa? il firmware ha deciso che il serbatoio dell'inchiostro di scarto è pieno, dopo un numero di cicli di pulizia preimpostato. Tipico caso di obsolescenza programmata. E' la stampante che decide quando smettere di funzionare, sapendo già che si procederà a prenderne una di nuova, complici i rivenditori consumisti che, così facendo, in realtà fanno più danni agli altri che vantaggi a se stessi. Bastardi maledetti.
Decido di approfondire la ricerca, magari il service manual può aiutare, ma non trovo nulla se non alcune procedure per resettare il contatore delle pulizie e fare così in modo che la stampante possa riprendere a lavorare per chissà ancora quanto tempo. Le istruzioni che seguono sono valide per i seguenti modelli  DCP 315C / DCP 310CN / DCP 120C / DCP 115C / DCP 117C / DCP 110C


  • accendere la stampante (scollegata dal computer)
  • premere il tasto Menu, poi il tasto Inizio Mono e nuovamente il tasto Menu, la stampante è in maintenance status (stato di manutenzione) ed il pulsante Photo Capture assieme alla spia a forma di punto esclamativo lampeggiano
  • Con le freccine su e giù si fa apparire prima il valore 8 e si preme SET poi il valore 0 e si preme SET
  • Premere il tasto Inizio Mono tante volte finché sul display non compare il testo "Purge:XXXXXXXX" (al posto delle X ci sono delle cifre).
  • Con le frecce si imposta il codice 2783 (2 set 7 set 8 set 3 set).
  • Al termine della sequenza la stampante è resettata.
  • Premere il tasto Stop/Uscita per tornare al menu precedente.
  • Comporre il codice 9 set 9 set  per uscire dallo stato di manutenzione.
  • La stampante è resettata e pronta a stampare. Procedere con cicli di pulizia e stampa pagine di verifica. 


Facciamo ora alcune considerazioni. Resettare il contatore risolve il blocco ma, per essere corretti, occorre "svuotare" il serbatoio dell'inchiostro esausto. In realtà non è un contenitore che raccoglie del liquido. E' un vano riempito con una spugna densa, assorbente, che sembra del feltro pressato. O si trova qualcosa di simile per caratteristiche o in mancanza d'altro lo si lava sotto l'acqua calda (molta acqua) togliendo più inchiostro possibile, considerando che col tempo si sarà addensato e la sua rimozione totale quasi impossibile (che il feltro torni bianco...impossibile a meno di non usare cloro o sbiancanti...troppo complicato). 
Con l'occasione, una pulizia e lavaggio generale non guastano. Alla fine la stampante può tornare come nuova, essendo improbabili usure meccaniche o rotture fisiche delle parti. Bisognerà poi resistere alla tentazione indotta dalla pubblicità, alla tentazione che si prova quando si va al centro commerciale e se ne vedono tante in fila sugli scaffali.... la tentazione è forte... ma cosa comporta per l'ambiente e la società in generale consumare, buttare e comprare in continuazione? Pensateci bene e riflettete per dio! Alla prossima.

P.S. un utonto è felice. Ripeto: un utonto è felice.

lunedì 24 giugno 2013

Termoconvettore Ardes mod. 465

E prima o poi si doveva rompere anche questo, che mi è stato consegnato con la solita premessa..." ...dacci un occhiata che fa un rumore strano... ". Ok. E' più la curiosità che mi spinge ad accettare di fare questi favori che altro (oltre al fatto principale che è del mio unico scoiattolo preferito). L'apparecchio è un termoconvettore, o a dirla più raso terra, uno scalda aria, da 1000 o 2000 watt, adatto per piccoli ambienti, tipo il bagno con la doccia. D'inverno, in un appartamento riscaldato a legna è una manna dal cielo (che il gas ormai tra costi fissi ed iva costa troppo e non se lo può permettere una famiglia composta da uno studente, un disoccupato ed una pensionata). Se si usa con parsimonia l'energia elettrica solo dove serve, ci si può permettere anche questo piccolo lusso.
Per aprirlo, occorre avere la punta a "tre ali" (misura TW1 three wings), una forma particolare che si sono inventati giusto per rompere i coglioni ai riparatori ed impedire che qualche imbecille si possa far male o peggio creare danni. Non basta andare al brico e comprare il set con tutte le punte da cacciavite possibili... serve anche uno stelo lungo con aggancio della punta meno grossa per svitare quelle incassate ad una profondità calcolata per superare di pochi millimetri quella standard usualmente in commercio (nel foro non entra la parte che aggancia le punte intercambiabili). Le studiano tutte per costringerci a spendere. Io ho usato un mini cacciavite piatto e, per sostituirle, con il tornio ho ridotto il diametro di un set di viti (di recupero) con la testa a croce, prima troppo grossa per entrare nei fori. Una modifica doverosa per evitare di bestemmiare alla prossima eventuale riparazione.
All'interno, un motore, un circuito di alimentazione, due relè, un timer, un pannello di comando con ricevitore IR per il telecomando, una ventola tangenziale e l'elemento riscaldante a due stadi, 1000 e 2000 watt, niente di particolarmente attraente, a parte il motore, il circuito di alimentazione, i due relè, il timer, il pannello di comando con ricevitore IR per il telecomando, la ventola tangenziale e l'elemento riscaldante a due stadi . 
Il problema è subito evidente. I supporti del motore, quelli inferiori rispetto il piano di montaggio a muro del ventilatore, sono andati, crepati, frantumati, disintegrati. Ad un analisi più attenta, anche i due superiori presentano delle crepe...mancava poco ed il motore cadeva del tutto. Le viti di fissaggio delle fascette metalliche entravano in un supporto vuoto e le probabili vibrazioni hanno fatto il resto, dato che le fascette metalliche erano direttamente a contatto con il motore. Per riparare?? Occorre premettere che l'apparecchio non tornerà come nuovo, ovvero la riparazione è da intendersi provvisoria. Ciò a causa dell'estrema fragilità della plastica del contenitore ed ad un errore di progettazione congenito. Vorrei suggerire agli "ingenieri" del piffero che hanno "progettato" questo ciòttolo del menga, a questi "dottori" scaldasedie, di farsi una visitina al sito di un loro collega, uno di quelli bravi davvero e che merita rispetto in quanto uno che sa mettere a frutto la propria preparazione accademica, rintracciabile all'url http://www.metaingegneria.com. cit.:"Dal 1996 siamo specializzati nella realizzazione di: Calcoli strutturali mediante analisi agli elementi finiti, Analisi Fluidodinamiche numeriche, Simulazioni cinematiche multybody. Basandoci sui risultati delle simulazioni indirizziamo e ottimizziamo componenti e macchine" (pubblicità gratis...mi manderà un bonifico?? :-D. 
Ecco... uno studio serio avrebbe sicuramente evitato una rottura del genere, in un elettrodomestico per il quale si sarebbe sicuramente speso qualche euro in più, in cambio di una maggiore durata e robustezza. 
Premessa a parte, ho optato per la ricostruzione dei supporti danneggiati riempiendo le cavità con della termo-colla dura. Lo so, termo-colla ed apparecchio riscaldante non vanno d'accordo e mi sa dovrò intervenire nuovamente con una soluzione diversa, ma spero che la ventola convogli all'esterno il calore ed il motore resti indenne. Ad avere un pò di tempo e pazienza è possibile sostituire la base plastica con una base metallica ben isolata (alluminio) e riutilizzare il coperchio bianco che andrà fissato con qualche soluzione artigianale (non certo impossibile anche se ho constatato la stessa fragilità nel materiale plastico del coperchio). 
Con l'occasione ho ammortizzato il motore con un sottile strato di gomma, recuperato dalla camera d'aria da mountain bike che ha ceduto dopo 6 anni di onorato servizio in condizioni davvero estreme (una foratura infinitesimale). Avrei potuto usare al posto della termo-colla, della colla epossidica bi-componente (sicuramente più resistente) ma difficile da iniettare nelle cavità in quanto poco fluida.
Ok, spero che duri per un pò e che possano morire le discariche.  Inoltre ne ho approfittato per pulire la griglia riscaldante (piena di polvere e quindi meno efficiente) e la ventola (su cui si deposita sempre uno strato di polvere che inevitabilmente viene messa in circolazione nell'ambiente ad ogni accensione).
Nel fare la pulizia interna ho scovato anche due nidi di insetto, una specie di vespino che nidifica costruendo un bozzolo di terra (fango). Mi immagino il numero di viaggi dalla pozzanghera sino al bagno al terzo piano solo per depositare le uova. L'apparecchio viene usato solo pochi mesi l'anno...quale miglior posto protetto dai predatori che l'interno di un termoconvettore? (LOL)
Ah, dimenticavo...non ho idea di quanto costi ma... evitare di acquistarlo sarebbe solamente una rinuncia di un elettrodomestico di scarsa qualità, progettato malissimo, poco durevole, inaffidabile, mangia risparmi e francamente bruttino (de gustibus...). Meglio spendere qualche euro in più, evitando i giudizi e le recensioni prezzolate che si trovano in giro per la rete. Alla prossima. 

P.S. Il nido è vuoto. Ripeto: il nido è vuoto. 

martedì 24 aprile 2012

HP1600 magenta fix

Abbiamo già parlato di come risolvere il problema dei colori disallineati nella stampante HP1600. Dopo l'intervento già descritto, ho attivato l'opzione di calibrazione dopo 5 minuti di inattività, giusto per farla eseguire in automatico e così non ci penso più. Per chi invece non riesce a calibrare per bene la stampante (troppo trascurata in mano ad utonti della tecnologia) si può tentare di risolvere in questo modo. Questa stampante infatti ha un altro "problema", simile al modello HP2600 (la sorella maggiore assieme alla HP2605), dovuto all'uso ed all'età (e ripeto un uso trascurato). Dopo un pò, si nota che i colori non sono più brillanti, il nero assume una tonalità che vira verso il verde giallo (anche a causa di micro disallineamenti) e non sembra più tanto a fuoco. Nella stampa di test però si nota l'effetto più evidente. Il magenta (il "rosso" per capirci) appare sbiadito nella parte sinistra e si intensifica a valore "normale" man mano che si va verso destra. E' un problema congenito di questa stampante, niente paura, si può risolvere. 
La causa è l'opacizzazione del gruppo lenti/specchi. Del perchè poi il problema si evidenzi apparentemente solo sul magenta  è un "mistero", credo dovuto più alla posizione hardware ed agli effetti termodinamici interni alla stampante che ad altro. Per risolvere, occorre smontare la stampante e pulire lenti e specchi...semplice no? Dipende. L'operazione non è delle più facili in quanto occorre aprire e sezionare la stampante quasi ai minimi termini. Più si deve smontare la stampante e più probabile è creare guai. L'importante, come sempre, è buona attrezzatura, manualità, esperienza. Come si procede? Vediamo le operazioni passo passo. 
Si tolgono le 4 cartucce e le si ripone in luogo sicuro. Per comodità di manovra, si tolgono le due fiancate di plastica. Per la fiancata destra ci nono due viti da togliere. Una è posizionata dentro l'incavo che fa da maniglia in basso e l'altra è nell'incavo dove trova posto il cavo USB. Per la fiancata sinistra, basta osservare...sono a vista e non ci si può sbagliare. Occorre sganciare delicatamente le parti partendo dall'angolo in basso a destra e procedere con una lieve rotazione millimetrica dell'insieme, senza tirare troppo, procedendo con lo sgancio in senso orario. I ganci plastici sono appoggiati per meno di mezzo millimetro e non occorre tirare o sforzare troppo...pazienza (tenere aperto lo sportello frontale durante l'operazione). 
Si passa alla fiancata posteriore. C'è una quantità industriale di viti...vanno tolte tutte e si asporta la copertura mettendo a nudo l'interno. La scheda elettronica sinistra è l'interfaccia USB che credo contenga anche il firmware della stampante. Quella a destra è il "cervello" che governa il tutto e che si interfaccia anche con i motori, con i sensori carta e toner, con le ventole, ecc... Nella parte in basso, c'è il sensore di umidità (quello collegato con i fili gialli) che misura la "qualità" dell'aria ed informa il processore su come comportarsi con le temperature di fusione del toner. Le schede elettroniche sono montate su una piastra metallica. Non serve smontare i supporti delle schede che devono venire via assieme al supporto. Per togliere il supporto occorre smontare le viti che lo fissano. Le viti di fissaggio sono a vista, a parte tre che si trovano sotto la canalettta passacavo nera orizzontale in alto. Occorre toglierla assieme alla guida cavo nera che si trova in alto a destra. Per togliere le canalette guidacavo, si devono scollegare tutti i cavi dai connettori (senza tirare i fili ma il connettore!). Nella scheda di sinistra c'è una piattina ed un connettore bianco. Quest'ultimo ha una levetta da premere per lo sgancio (non tirare se non viene, altrimenti si strappano i fili). La scheda di destra invece ha più cavi, piatti ed ad innesto. Meglio fare una foto se si soffre di amnesie, così poi non si sbaglia a rimontare il tutto. Nel togliere i cavi piatti, evitare di prendere e schiacciare la parte terminale piegata su se stessa, altrimenti è facile creare delle interruzioni "invisibili" a occhio nudo. Una volta scollegati i cavi, occorre toglierli dalle guide, e lasciarli penzoloni ai lati. Il guidacavo nero destro è un pezzettino agganciato con delle alette plastiche da sganciare delicatamente senza farle saltare. Il guidacavo superiore viene via facilmente facendolo scorrere a sinistra. 
Tolte le ultime tre viti, prima nascoste dai cavi, il gruppo ottico risulta facilmente visibile. Per smontarlo, basta togliere 4 viti. Due nella parte superiore (occhio che per ovvi motivi sono molto dure e serve un ottimo cacciavite a stella della giusta misura) e le altre due nella parte inferiore (una delle quali in posizione "bastarda") che occorre ribaltare tutta la stampante per andar bene a toglierle. Una volta che il gruppo ottico è in mano, va riposto con le lenti in altro e si deve togliere il coperchio, Da questo punto in poi non si deve toccare con le mani quello che c'è all'interno. Una vite centrale ed una piccola molla sono l'unica "protezione" delle delicatissime parti interne (il coperchio superiore lato "lamiera" serve solo come protezione dalla polvere e non ha alcuna funzione "meccanica"). Dentro il gruppo ottico si notano delle lenti curve e 4 specchi "rosa". Il colore non è polvere di toner depositata ma il trattamento ottico necessario per migliorare la riflessione. Se il problema non è particolrmente grave, ad occhio nudo non si nota nulla di strano. Lenti e specchi sembrano puliti e perfetti. Vanno puliti lo stesso. Con un aspira toner (filtro EPA) ed un pennellino morbidissimo (quello fa fotografi per gli obiettivi va bene), si passa più volte sempre nello stesso senso sulle lenti più grandi che si affacciano verso le cartucce.
Per i poveracci come me, a cui nessun generoso ha mai regalato un aspira toner, ci si arrangia. Microfibra e pennello per obiettivi fotografici o al limite bastonici per la pulizia interna delle orecchie, facendo attenzione a non lasciare pelucchi e usarne uno (ed una sola volta) per ogni componente da pulire. 4 specchi (uno per colore + nero) e 8 lenti che raggiungerle c'è da impazzire e serve tanta pazienza. Meglio non smontare niente e non spostare nulla all'interno. Se si vuole, si può pulire anche il pezzo che ruota (quello quadrato con le facce a specchio) passando sui lati corti del cubetto rotante. Lo sporco che si raccoglie sulla testina di cotone è visibile e ci si rende conto di quanto poco ne basti per provocare un malfunzionamento come quello del toner sbiadito. Niente liquidi, niente pannetti umidificati, niente alcool, niente aria compressa, tanto meno quella in bomboletta che lascia residui... ad occhio nudo sembra pulito ma il tamburo della stampante vede cose che noi umani non possiamo vedere. Occhio anche ai pelucchi, l'alternativa è un ottima microfibra asciutta, evitando la microfibra cinese che microfibra non è. Dò per scontato che si usino i guanti in lattice (senza talco!!), lo dico, anche se di sicuro qualcuno non li userà pensando di non lasciare impronte di grasso che è difficilissimo togliere senza smontare gli specchi ed allora...addio stampante. La pulizia è fondamentale, meglio indugiare con doppie e triple passate che rimontare il tutto ed accorgersi che il difetto persiste. Terminata la pulizia, si rimonta il tutto... la sfida è terminare senza avanzare nemmeno una vite... io ho perso :-) Alla prossima

P.S. il gatto peloso dorme nella cassetta. Ripeto: il gatto peloso dorme nella cassetta.
P.P.S. grazie per le foto. Ripeto: grazie per le foto.