giovedì 24 giugno 2021

Philips QC5370 rasoio elettrico (sostituzione batterie)

Prendi, porta a casa e quando hai un minuto provi a riparare... Un rasoio elettrico Philips QC5370. Due anni fa un ciclo di manutenzione ed un (fallito) tentativo di apertura, troppo alto il rischio di spaccare qualcosa. Molti mesi fa, dato che le batterie erano "morte" ed occorreva usarlo col cavo, il proprietario decide di sostituirlo con un altro modello. L'occasione è ghiotta per tentare di aprirlo senza paura di rompere qualcosa, ed avevo ragione. L'apertura di questo ciòttolo è un delirio. La complicazione maggiore è data dal fatto che il rasoio può essere sciacquato sotto l'acqua corrente del rubinetto, per cui l'ingengère ha deciso di "sigillarlo" per bene con una guarnizione posta alla giuntura delle due valve che compongono l'apparecchio. Non pago di questo magistrale incastro, sto progettista decide anche di fissarla con 4 viti (quattro!!), il design ad onda del creativo progettista fa il resto. Le prime due viti sono a vista, le altre due, per toglierle, occorre aprire....solo che per aprire bisogna applicare una torsione, tirando, per sfilare una delle due conchiglie incastrate al terminale di ricarica.... io non ce l'ho fatta... ho rotto la guarnizione e col cacciavite ho un pò rovinato i bordi. Le parti proprio non ne volevano sapere di aprirsi. 

Questo mi insegna, se ci sarà una prossima volta, che un eventuale riparazione va accettata solo se il "cliente" è consapevole che l'attrezzo non tornerà come nuovo, almeno esteticamente. Nel rimontare il tutto mi sembra di aver dimenticato un pezzo... credo, non sono sicuro se è del rasoio o di qualche altro apparecchio (sì, a volte sono leggermente disordinato). Ad ogni modo alla fine ce l'ho fatta. 2 batterie Ni-mH sostituite. Quelle originali da 750mAh con due da 900mAh, così abbiamo una durata maggiore ed un minor ciclo di ricariche che le ammazzano col tempo. Soddisfatto? non molto, non fosse per la difficoltà di apertura e riassemblaggio e per everlo leggermente danneggiato (ma tant'è che era un esperimento per eventuali future riparazioni "professionali"). Lo rifarei? non so...forse per risparmiare (ho speso in tutto 7 euro) e boicottare le discariche. Ora il rasoio non è più a tenuta stagna, ma...lo era davvero? non ho notato particolari accorgimenti nel sigillare il perno del motorino. Di convertire il rasoio con batterie al litio nemmeno a provarci... non c'è posto all'interno, almeno sino a quando non troverò delle batterie al litio delle dimensioni AAA.

Ad ogni modo, il rasoio ora funziona con l'autonomia necessaria, senza fili e senza cavi che tanto ingombrano quando faccio anche il barbiere a tempo perso in cambio di un pasto caldo. Alla prossima. 

P.S. La trota nuota in acqua corrente. Ripeto: La trota nuota in acqua corrente.

DELL PT434 E6400 Li-Ion Battery (autopsy)

Mi appunto qui un pò di pensieri al volo, a futura memoria, nell'analizzare la batteria di un portatile DELL Precision M4500. Questa batteria, in particolare, l'ho ordinata nuova presso un rivenditore su e-bay, attratto dal prezzo conveniente. Subito ha presentato un problemino: non si ricarica, per cui, una volta esaurita è diventata un ingombrante mattone. Il rivenditore, onesto, alla segnalazione e senza esitare ha proceduto con il rimborso immediato, senza nemmeno discutere... fosse stato un italiano sono convinto che a distanza di anni saremmo ancora qui a litigare, ma veniamo a me. Batteria maggiorata PT434 E6400 da 7800mAh/80Wh Li-ion (per laptop DELL Precision M4500). All'interno un pacco batterie 18650 3S 3P, ovvero tre gruppi in parallelo posti in serie da tre: 12 volts. Il BMS (la basettta di gestione della carica/scarica) riporta nelle serigrafie i valori intermedi del pacco, per cui credo proprio che lo ri-utilizzerò in qualche progettino al volo.


All'interno un totale di nove batterie Li-Ion 18650, di colore viola, con scritte e sigle serigrafate:

  • Cylindrical - Lithium Ion Cell 20181208 - SZNS ICR 18/65-2000mAh 3,7/4,2V - 7.4Wh GL5L11EL878401 - Made in china R-41047147
  • 3,7V 7,8Wh INR18650E 20EEBJ30A10YOC (più un barcode)

L'ultimo numero dovrebbe essere una sorta di seriale in quanto cambia ed ogni elemento. La sigla INR18650E dovrebbe darmi indicazioni aggiuntive. La prima lettera I indica "built-in lithium ion" (e questo s'è capito), la C indica Cobalto (si ma dove?), la R indica che è cilindrica (ma va?), 18650 è il form factor (diameter of 18mm and a height of 65mm) ma la E finale proprio non ho trovato cosa significhi. 

In rete  ho trovato poco o nulla che combaci perfettamente e mi potesse aiutare con un datasheet, probabilmente sono batterie "custom" (almeno questa è la mia opinione).

Dai dati possiamo almeno avere le specifiche base. La tensione misurata con un trester ne rivela un paio a 1,8 volts mentre le altre a 1,75 volts e rotti... poco, troppo poco. Sotto i 2,4 volts interviene il BMS per evitare la scarica eccessiva, soglia sotto la quale le batterie potrebbero rovinarsi fisicamente. Nel mio caso però considero che la tensione così bassa sia dovuta al fenomeno dell'autoscarica e non ad un uso eccessivo (uso che in realtà non c'è stato se non per un unico utilizzo)... per cui presumo (da buon ottimista ingenuo) si possano ancora recuperare. Al momento ho un carica batterie per le Ultrafire protette... non credo sia uno di quelli "intelligenti" per la rigenerazione o per i cicli di carica "da zero" ma spero possa funzionare, al limite tengo la carica presidiata controllando periodicamente surriscaldamenti, perdite di elettroliti o cenni di rigonfiamento... speriamo bene, al limite brucio tutto e ricompro il nuovo (con che soldi non lo so perchè li ho proprio finiti). Se riuscissi a recuperarle, potrei usarle anche per svapare ma soprattutto per l'aspirabriciole in fase di conversione dal Mi-Cd al litio....

Ma vediamo il BMS in dettaglio. Sul retro, la parte senza componenti, compare una sigla: DELL E6400 DD20140417309 R5 mentre in prossimità del connettore di ricarica ed alimentazione, vediamo serigrafati i segnali. 

P- P- ID NC P- C P+ P+ 

così, misurando esternamente le polarità o la continuità del P- è possibile scovare gli altri pin senza bisogno di aprire e distruggere la batteria. Provo a buttarla lì... ID e C sono rispettivamente SDA e SCL del protocollo I2C, per esclusione e deduzione logica.

Lato componenti notiamo la barra a led ed il pulsantino per verificare al volo lo stato di carica della batteria. In corrispondenza delle piazzole di alimentazione vediamo le tensioni applicabili, da zero a 12 volts, con 4 ed 8 intermedi per la serie. F2 è un fusibile (F1 risulta non presente), R13 è una resistenza di sense e serve al processore per misurare la caduta di tensione in funzione della corrente. Q1 e Q2 sono due integrati siglati 4437P, mosfet P- channel 30 volts tra drain e source e 11 - 14 A. 4 pin, dal 5 all'8  sono in comune da un lato come i pin 1,2,3 dall'altro (Drain e Source). Il Gate è il pin 4. RT1 dovrebbe essere il termico ma questo modello di batteria sembra che non lo preveda. Le piazzole infatti sono pulite, segno che non è mai stato saldato allo stampato. U1 è il processore che governa il BMS e dialoga con il PC, molto probabilmente attraverso il protocollo Smart Battery SMBus. La sigla che si legge è A2170 - A06077001G - 1821 ma una ricerca in rete non ha dato risultati soddisfacenti. Di solito l'ultimo numero è una data di produzione. Seguire le piste? naaa, quasi impossibile per un multi strato...quasi ma forse non ne vale la pena...per ora. Probabilmente si tratta di un chip proprietario e le sue specifiche non sono disponibili (maledetti, cosa abbiamo fatto di male?). Ci si auspica che, almeno per le parti obsolete, i produttori rilascino le informazioni tecniche. Chi lo farà per primo diventerà il mio fornitore preferitissimo. 

Ad ogni modo, avendo a disposizione il connettore serigrafato, si può tentare con un microprocessore (tipo un Arduino Mega o un Raspberry) a tentare di leggere e scrivere dati da/verso il circuito. Sarà una bella sfida da mettere in cantiere.

Aggiornamenti qui, stay tuned. Alla prossima.

P.S. la lupa è a secco. Ripeto: la lupa è a secco.

martedì 22 giugno 2021

CAT V9041CR ventilatore (riparato)

Mi (ri)arriva per le mani un mega ventilatore a piantana, interamente in metallo scintillante... CAT ventilatore a colonna in metallo modello V 9041CR diametro pala 39 centimetri, 55 watt di potenza pura. Qualche giorno fa lo avevo riparato chiudendo le griglie con una soluzione fuori dal comune.

Purtroppo il proprietario non lo vuole buttare, altrimenti lo avrei fatto mio. A malincuore decido di riportarlo operativo. Cos'ha? un difetto di progettazione, a mio avviso un grave difetto. La base, internamente, è dotata di un peso per tenerlo stabile alla massima velocità, che quando lo si accende al massimo (velocità III) le tende di casa svolazzano come in balia ad un tifone tropicale. Il peso, altro non è che della sabbia con una percentuale minima di cemento, oppure è della volgarissima malta da muro... non ho capito bene che materiale sia, ma, fatto sta che... si sbriciola e si frantuma con estrema facilità. Il materiale è racchiuso da uno strato di plastica sottilissima, che si spezza facilissimamente con le mani, si frantuma. E così, basta appoggiare a terra il ventilatore una volta di troppo, che con il tempo il peso si frantuma in mille pezzi, pregiudicando la stabilità del ventilatore stesso, specie quando è configurato alla massima altezza. 

Francamente sono rimasto davvero stupito della soluzione adottata, non me lo sarei aspettato e ancor più francamente, è come indossare una scarpa ed una ciabatta. Un bel ventilatore, solido e potente con una ciambella di sabbia che si sgretola in questo modo... ben otto bulloni per fissare l'asta alla base di metallo, otto! Otto bulloni ancorati alla sabbia... ma chi c*zzo è il progettista? mammolo dei sette nani? Non ha previsto sto demente di ingegnère, laureato per corrispondenza
durante uno sciopero delle poste, che il ventilatore viene preso per l'asta e spostato in giro per le stanze? Potevi metterne anche ottanta di bulloni imbecille!, la sabbia non tiene lo sforzo meccanico.... magari il cemento puro si, ma la malta da muro NO! Cretino!

Vabbè, che si fa? Una base nuova ovviamente, tempo e soldi ce li mettiamo noi dopo averne spesi una parte per un ciòttolo mal progettato. Fortunatamente, qualche tempo fa, ho disassemblato un tapis roulant, di quelli meccanici senza motore, acquistato usato ma inutilizzabile per lo sforzo da fare per "camminare"... dal mucchio ho selezionato il volano dove era attaccato il magnete per l'odometro, il misuratore di distanza. Perfetto. Già lo avevo massacrato per togliere il cuscinetto (sto costruendo un carrettino da giardino con un vecchio portabagagli da camper ed una carriola con le parti di un e-scooter). Ora è tempo di riutilizzarlo.

Un pò di passate con il flessibile e disco grana 40 per togliere una flangia (ho il tornio troppo piccolo per questo), 8 fori con una punta affilata (e c'è posto per altri 4 fori), 4 bulloni nuovi (più lunghi) ed il peso è assicurato. Dato che i bulloni mordono sul metallo (e non su un blocco di malta), ne ho utilizzati solo 4 e non OTTO con relative rondelle!

Collaudo ok, alla massima velocità e massima altezza. Direi che sono soddisfattissimo per un oretta di lavoro. Ora il ventilatore è tornato a fare il suo lavoro, ovvero ventilare. Speriamo che non emergano altre sorprese. Ah, se avete in programma di acquistarlo, trattate sul prezzo.... vale la metà, ma anche meno. Alla prossima.

P.S. il lupo perde il pelo, la gallina canta. Ripeto: il lupo perde il pelo, la gallina canta.

Ventilatore O.ERRE type SPECIAL 300/12" (restaurato)

Un ventilatore vintage, tornato a nuova vita e sottratto al RAEE ed alle multiutility del male, è sempre una buona notizia. Stavolta è toccato ad un ventilatore O:ERRE da tavolo, da 12 pollici, tornato come nuovo, probabilmente dopo sicuramente più di 20 anni di utilizzo... dai tempi in cui l'azienda lo produceva, la stessa ha fatto notevoli progressi in campo tecnologico. Spero solo che ancora oggi producano cose fatte per durare... una visitina al sito non guasta.

Lo smontaggio non andrebbe nemmeno documentato, tanto è banale alla portata di un unano medio: 4 viti alla base, alcuni collegamenti da tagliare (quelli dell'interruttore selettore delle tre velocità), i morsetti del cavo di alimentazione, la vite che tiene la testa del motore... insomma, tutto si può ridurre ai minimi termini, per poter lavare le parti lavabili, lubrificare gli ingranaggi ed i meccanismi, togliere l'annerimento delle polveri sottili, ecc.ecc.

L'unico componente che necessiterebbe un ritocco è la griglia di protezione dell'elica, bianca, che presenta alcuni punti di ruggine (appena, appena, poco, poco). Basterebbe una bomboletta di acrilico bianco, magari tonalità panna o leggermente giallina per lasciare il tono vintage dell'elettrodomestico... uso il condizionale, non ho  nemmeno i soldi per mangiare ma ho un sacco di tempo per fare felice una donna che come me non naviga nell'oro... missione compiuta, così il vostro pianeta merdoso, sporco e puzzolente può contare almeno due persone felici  in più delle poche che ha.  Alla prossima. 

P.S. Eolo cerca Pisolo. Ripeto: Eolo cerca Pisolo.

Black & Decker FV7201-H1 (fatwa!! - parte 3)

Ecco, lo sapevo, le parti "custom" sono una scusa per respingere delle legittime richieste di dati tecnici delle apparecchiature sulle quali si rivendicano dei diritti di proprietà (e di riparazione). Ma andiamo con ordine. Nel post precedente ho paventato la possibilità di richiedere le specifiche tecniche del motorino dell'aspirabriciole Black & Decker FV7201-H1, che riporta nel corpo metallico la sigla 63403 Johnson 3D3911. Il produttore mi risponde avvisando che non riesce a trovare a catalogo il codice indicato, lasciandomi perplesso sul perchè abbia sentito la necessità di stampigliare il proprio logo e dei codici sull'oggetto.


Purtroppo non risco ad identificare il motore con il code indicato, ha una foto da mandarci ?

Potrebbe darmi qualche dettagli in più relativamente al progetto e all'applicazione a cui sta lavorando ?

Grazie

Anna, solerte e gentilissima impiegata, chiede lumi in merito, ai quali prontamente rispondo, pervaso da un senso di fiducia e riconoscenza per un azienda che trova il tempo di rispondere a me, povero utente medio. Un paio di foto, descrizione dell'oggetto e spiegazione del "progetto". La risposta è disarmante:


il motore in questione è un vecchio modello custom di cui non possiamo fornire documentazione.
Qualora stesse lavorando ad un nuovo progetto per lo stesso clienti finale, la prego di fornirmi maggiori dettagli ed i volumi stimati e le faremo sapere.
Grazie e buona serata 

Grazie al piffero!  Sono incappato in un segretissimo segreto industriale?? Un informazione strategica la cui divulgazione potrebbe mettere in crisi un colosso degli elettroutensili? Un dato di primaria importanza su cui poggia il successo della mega multinazionale? 

Deluso e francamente un pò "indisposto" dall'atteggiamento del fornitore, seppur in parte comprensibile, provo a formulare delle ipotesi frutto della mia mente bacata:

  1. La B&D ha ordinato (una tantum) migliaia di motorini alla JE, previa contrattazione al ribasso, ovviamente, su delle parti già a listino, chiedendo al fornitore una sorta di "esclusiva", dei "diritti" di non precisata natura, dei patti di "segretezza" sulle caratteristiche di un oggetto a listino.
  2. La B&D vende il motorino come parte di ricambio e pertanto non desidera che i riparatori fai da te possano risparmiare rosicchiando il loro fatturato .
  3. il motorino è OEM  acronimo di Original Equipment Manufacturer, cioè “produttore di apparecchiature originali” ovvero un'azienda che realizza prodotti, parti o componenti utilizzati poi da altre società definite “casa madre” che vi appongono il proprio logo sopra
  4. La B&D ha veramente richiesto un motorino "custom", personalizzato, fuori specifiche e pertanto desidera tenerle per sè in quanto frutto del proprio intelletto.
  5. Anna non aveva voglia di scartabellare negli archivi dei progetti ed ha preferito tagliare corto.
  6. Anna ha seguito specifiche e precise policy aziendali di non divulgazione.  

Qualunque sia la risposta, giusta o sbagliata che sia, ho preso una serie di decisioni:

  1. Mai più prodotti B&D a casa mia
  2. Mai più frequenterò ferramenta o Brico vari che espongono i prodotti B&D
  3. Mai più riparerò prodotti B&D , e se del caso, procederò con la sostituzione dei componenti interni con altri di marca diversa (anche se cinese)
  4. Mai più prodotti Johson electric nei miei progetti di retrofit (ed ovvia sostituzione delle parti JE con altre marche). 
  5. Divulgazione capillare e social, di queste discutibili policy di marketing, foriere dell'usa e getta, controproducenti per le nostre tasche e per l'ambiente
  6. Fatwa globale e perenne alle due aziende! 

Se siete così gelosi delle vostre cose... tenetevele!

Ecco, ben vi sta. siete finiti nel mucchio delle aziende "fatwate" che snobbano unamico ed i clienti tutti. Così facendo, l'unico risultato che avete ottenuto è quello di spingermi ad eseguire delle misurazioni tecniche per scoprirle da me ste benedette specifiche segretissime. ah... nulla mi vieta a sto punto di cercare un motorino "cinese" così l'apparecchio diventa mio "custom" al 100%

Che la maledizione si propaghi come le pulci su mille cammelli. Non esiterò a sconsigliare, con solide motivazioni, l'acquisto o utilizzo dei vostri prodotti, consapevole che non fallirete e non andrete in rovina... sino a quando i vostri concorrenti si accorgeranno di questa vostra debolezza e vi spazzeranno via. Auguri, buona vita. Alla prossima.

P.S. le pulci sono scappate dal circo. Ripeto: le pulci sono scappate dal circo.

venerdì 18 giugno 2021

Black & Decker FV7201-H1 (riparazione - parte 2)

Mentre aspetto mi arrivino dalla cina alcuni pezzi, cerco di appprofondire l'autopsia sull'aspira briciole Black & Decker attualmente dissezionato ai minimi termini sul tavolo del bunker lab (vedi prima parte Black & Decker FV7201-H1). Ne approfitto per lavare le parti plastiche, con acqua e sapone, dalla micro polvere che le annerisce all'interno, già che ci sono, nel miraggio di riportarlo a nuovo. La cosa figa è che tutte le parti sono separabili ai minimi termini, senza trucchi o trabocchetti meccanici che tanto complicano la vita a tecnici e riparatori.

Ho deciso di approfondire un dubbio che mi è venuto. Le batterie incluse sono completamente morte, zero volts. Nell'iniziare a pensare ai dati tecnici per progettare un carica batterie al litio, ho necessità di alcuni dati aggiuntivi e con l'occasione misuro la tensione di alimentazione dell'alimentatore a muro in dotazione.

L'alimentatore: I dati di targa stampigliati nel contenitore plastico del trasformatore  indicano 10Volts AC mentre la misurazione col tester mi dà 12 volts AC... poco male. All'interno della base di ricarica dell'aspirabriciole non c'è alcun regolatore, nulla... la tensione a 12 volts alternata viene applicata direttamente alla basetta switch, raddrizzata a semionda da un diodo 1N4001S (1A general purpose silicon rectifier) ed applicata direttamete ai capi delle batterie in serie... nient'altro... e poi viene da chiedersi come mai certi elettrodomesticfi a batteria durano poco... mi sarei aspettato qualcosa di più serio, magari minimale, ma almeno un limitatore di corrente di ricarica con un vetusto LM317 mi pare il minimo sindacale. Vabbè, meglio così. Ad una misurazione del diodo, scopro che è interrotto (guasto) e si spiega come mai le batterie sono morte del tutto, nonostante l'apparecchio sia rimasto attaccato in carica per lungo tempo... forse le batterie sono ancora buone...

Black & Decker switch FV7201

Il motore: La dicitura stampigliata riporta 63403 Johnson 3D3911 con diametro esterno di 35mm. Una rapida googlata mi restituisce una serie di motorini di varie sigle con caratteristiche diverse ma alla fine si trova il sito ufficiale del produttore (link al produttore Johnson Electric ). Ovviamente la sigla stampigliata sul motore non corrisponde a quelle riportate a catalogo ed occorre andare un pò ad intuito. L'unico che si avvicina come caratteristiche dovrebbe essere il seguente:

  • part number HC613G-011
  • diametro 35,8mm 
  • 7,2Volts 
  • Stall Torque nMn 198,0 
  • no load speed 27500 rpm
  • 143Watt

....ma non mi pare corretto... 143 watt a 7,2 volts P=VI I=P/V = 143/7,2= 19,86A non mi pare questo, 20 ampère? 27mila giri? Mi pare tantino, per cui scrivo direttamente al produttore per avere il Datasheet che mi servirà per tunizzare al meglio l'alimentatore, le batterie, e di conseguenza il circuito di ricarica... se non mi risponderà, proverò con misure dirette.  Nel frattempo mi sto divertendo con google translate, che a volte ne combina davvero di divertenti.

Ah...questo post è provvisorio, frutto di ragionamenti liberi e quasi certamente sbagliati.... retrofit in corso...stay tuned (parte 3). 

P.S. La gatta è morta. ripeto: la gatta è morta.

giovedì 10 giugno 2021

Rasoio Microtouch (riparazione...impossibile)

Forse esagero... anzi, no... esagero proprio e documento l'operazione a titolo di mio promemoria, per attestare la mia precaria salute mentale. Era da un pò che volevo riparare il mio micro rasoio cinese Microtouch. Davvero micro, con una batteria AAA, comodo e sempre a portata di mano per i ritocchi dove i normali regola barba non arrivano. Pagato poco meno di 4 euri, per un pò ha fatto il suo sporco dovere. 

Ad un certo punto è saltato il pulsante a slitta di acccensione... per fortuna riesco ad evitare che finisca nelllo scarico del lavandino... di un rasoio che resta sempre acceso e che per spegnerlo devo togliere la batteria non ci faccio molto... che sarà mai? un pò di colla e via. Invece no. 

La slitta era fissata ad una lastrina metallica con due micro forellini che ospitavano due micro pioli di plastica fusi all'interno... l'unica colla che potrebbe dare dei risultati sarebbe un epossidica bi-componente.... applicata in microdose con una precisione chirurgica, non senza smontare completamente l'aggeggio...  4 viti e l'apparecchio si apre ma la strada della colla sembra inapplicabile...che sarà mai? Mica mi scoraggio per così poco.

Risolvo con il mio potentissimo kit ripara plastica Workzone, preso in offerta all'Aldi a 9,99 euri  (scontato per confezione rovinata dai soliti unani che toccano tutto)... invece no... il kit spacciato per "ripara plastica" ha in dotazione dei cubetti colorati ed una punta riscaldante con due batterie AA... in realtà mi sono fatto fregare come un pollo... i cubetti non sono plastica da fondere ma sono solo... cera colorata!.... resistenza meccanica di una candela.... caxo! Inoltre i cubetti di cera non vengono venduti a parte, per cui una volta terminati bisogna arrangiarsi.

Ben mi sta! Avrei dovuto cogliere, all'acquisto compulsivo, lo sguardo scettico della mia compagna, con tanto di sopracciglio sollevato, contrapposto alla mia espressione idiota di chi è pronto a riparare l'impossibile e pronto con la chiosa: " tiè! te la faccio vedere io chi ha ragione alla fine!". Già mi immaginavo la scena.... Accipicchia, si è rotta la plastica, me la aggiusti? Certo che si amore mio (he he he)... invece no, stavolta ho fatto la figura del cretino.... me ne ricorderò concedendo il classico "te lo volevo dire!".

Ci provo comunque ma niente.... la cera colata nei forellini della slitta metallica non si fonde bene e non si salda al pulsante... che sarà mai? mico mi scoraggio per così poco... provo a  ricostruire i piolini fondendo dell'ABS e con una micro lima diamantata li sagomo...ci provo.... macchè... micro meccanica di super precisione non disponibile. Non restano molte soluzioni super fantasiose, che l'orgoglio sta salendo a livelli preoccupanti.

Alla fine vince la scazzatura con a corollario "non ho così tanto tempo da perdere" ed in fin dei conti posso rinunciare alla modesta cifra spesa ed imparare una lezione importante: 

il fatto che una cosa costa pochissimo non giustifica mai l'acquisto privo di reale necessità.

Mi resta un motorino da 1,5 volts, un led bianco, due micro lame a seghetto, una basetta con un paio di transistor smt, un induttanza (eh?) ed il mucchio di ciarpame tecnologico che aumenta nella speranza si possa riutilizzare qualcosa.

Mi arrangerò con le mie fedelissime ed affilatissime forbicine professionali, mano ferma e pazienza. Alla prossima.

P.S. il facocero è nel recinto, la nutria non salta. Ripeto: il facocero è nel recinto, la nutria non salta.

Chiusura griglia protezione Ventilatore a colonna CAT (riparazione)

Iniziano, in ritardo, le prime ondate di calore ed è tempo di tirar fuori i ventilatori riposti a fine estate nei più impensabili anfratti di casa, giusto per non ingombrare quando non utilizzati. 

Solitamente, a fine estate, i ventilatori presentano i soliti acciacchi. Polvere accumulata, numero di giri ridotti, a volte guasto al condensatore del motore, crepe e rotture della base o della striscia che tiene unite le due valve di protezione. Qualsiasi sia il problema che si presenta, i più (me compreso) decidono di procrastinare la riparazione a quando sarà veramente necessaria, sperando che, quando sarà, si abbia la disponibilità economica per buttare il vecchio e prendere magari l'ultimo modello senza pale (sperando abbia meno bisogno di manutenzione e meno problemi). 

Oggi è ora. La strisciolina di plastica rigida che tramite un meccanismo di tiraggio a vite, tiene unite le due griglie di protezione delle pale, è spezzata e necessita di sostituzione. Ovviamente il pezzo di plastichetta non viene fornito come ricambio, dimostrando, se ce ne fosse bisogno, che la politica dell'usa e getta è ormai imposta dai produttori che difendono esclusivamente i propri interessi a scapito di noi utenti e dell'ambiente, quest'ultimo ormai ridotto ad uno schifo per colpa di tutti. 

Ad ogni modo occorre (per cronica mancanza di fondi) ripristinare la funzionalità della parte rotta, ma... come procedere? Ci si possono inventare vari sistemi non necessariamente alternativi l'uno dall'altro:

  1. Colla (quale?)
  2. Nastro adesivo (quale?)
  3. Fili metallici di rinforzo affogati della plastica (come?). 

Dipende dal risultato che si deve ottenere. Incollare di testa due parti plastiche con una superficie di contatto di pochi millimetri, che dovrà essere soggetta a trazione (pur modesta) non sembra da sola la miglior soluzione, anche se si volesse utilizzare l'epossidica bi-componente. Diciamo che se si utilizza, oltre alla colla, il metodo 2, anche una colla generica per plastiche rigide può andare bene, rispettando scrupolosamente le indicazioni del produttore (parti asciutte, pulite e sgrassate con acetone, tempi di asciugatura, ecc...)

Per le ragioni che precedono, è imperativo utilizzare, in aggiunta, del nastro adesivo di rinforzo sfruttando una superficie di adesione più ampia. In questo caso il migliore, per robustezza meccanica, è il nastro di alluminio adesivo, sopra al quale poi incollare del nastro telato, magari dello stesso colore della plastica, per rispettare l'esigenza estetica di chi non vuole apparire come il solito barbone che usa cose rotte e riparate (ma perchè poi dovrei vergognarmi?).

Affogare poi dei fili metallici di rinforzo nella plastica, offre una soluzione quasi definitiva al lavoro di riparazione.  E' sufficiente procurarsi del filo elettrico (rame, costantana, khantal, nikel...) che andrà posto perpendicolarmente alla linea di frattura e sul quale far passare una corrente elettrica sufficiente a renderlo caldo quanto basta per sciogliere la plastica, in modo che il filo stesso riesca ad affogarsi dentro. Una rifinitura con carta vetrata e se si vuole un pò di stucco (quello per la carrozzeria andrà benissimo) renderà il lavoro invisibile (comunque poi coperto dal nastro adesivo). 

Personalmente ho optato per i primi due metodi, assieme, utilizzando una colla generica per plastica rigida, a solvente,  uno strato di alluminio adesivo ed uno strato finale di nastro telato (per nascondere l'alluminio e rinforzare ulteriormente la giuntura). Il filo metallico affogato preferisco riservarlo alle parti soggette a maggior sforzo, tipo le gambe di un cavalletto fotografico per intenderci.  Funziona? Si, devo dire di sì.

Se l'oggetto riparato si romperà nuovamente... sarà in un altro punto, maledetti oggetti di plastichetta da pochi soldi. Alla prossima.

P.S. la chioccia ha fatto 3 uova. Ripeto: la chioccia ha fatto 3 uova.

mercoledì 9 giugno 2021

Black & Decker FV7201-H1 (battterie ko parte 1)

Sono in piena fase di riparazioni folli ed impossibili, su dei ciòttoli progettati per l'usa e getta, consapevole che il pianeta finirà sommerso dai rifiuti e popolato da unani pigri  e condizionati a lavorare come schiavi per spendere i risparmi in cose inutili. Vabbè. 

Mi ritrovo per le mani questo Floor Vac, dustbuster, aspirabriciole... chiamatelo come 'azzo vi pare, un Black & Decker FV7201-H1. Un motorino con una ventola, alimentato a batterie ed il resto è plastica. Ne ho già riparato uno di diverso in passato, sostituendo le batterie, usato come aspira briciole quando diventa complicato tirar fuori l'ammiraglia degli aspirapolvere, ingombrante come un SUV parcheggiato in doppia fila. Questo modello ha anche il tubo e la spazzola per i pavimenti, alcuni spazzolini e tubi per gli anfratti.... un salto di qualità rispetto a quello che ho e così vorrei provare a ripararlo. Le batterie sono completamente morte ed andrebbero sostituite...


L'idea che avrei sarebbe una conversione al litio... fattibile ma è un periodo di m*rda per il lavoro, per cui preferisco bloccare l'economia ancora per un pò, almeno sino a quando non passeranno gli elicotteri a riversare contanti dal cielo su noi poveracci. Ad ogni modo devo smontare le batterie morte, per cui... cacciaviti e si parte. L'apertura è facilissima. Si tolgono le viti a vista e l'apparecchio di apre. Dentro la sorpresona... il pacco batteria sembra assemblato da un demente genio del male, ingegnere e pure demente. 


Già mi immagino la sua espressione, tutto tronfio come un bambino orgoglioso che mostra alla mamma la sua c*cca (guarda cosa ho fatto!), nel mostrare la disposizione degli elementi, collegati con dei terminali rigidi ed il tutto racchiuso in una confezione plastica trmosaldata...wow... si vede che non c'era soluzione migliore (e poi chiediamoci come mai certi ciòttoli di m*rda costano un occhio). I due terminali di alimentazione sono poi incastrati su due fori rettangolari dotati di 4 arpioni che per toglierli devi bestemmiare come uno scaricatore di porto... non importa, non sono certo queste cose a fermarci. Ora viene il bello... dove trovo delle batterie compatibili con queste, che sono rivestite in cartone e non riportano nessuna sigla o scritta? Compero il ricambio a 45 sterline? (part.102 - BATTERY PACK  7.2VBDE-499694-02.A2499694-02)...52,32 euri?? più spedizione??? ma siamo matti? Ma allora lo fate apposta. 

Allora facciamo due conti... un paio di batterie 18650 8800mAh al litio, ricaricabili, le posso trovare a 4 euro. Ciascuna è da 3,7 volts, per due fanno 7,4 volts, giusto quello che mi serve.

Poi mi serve un regolatore di carica scarica per due elementi... facciamo 5 euro? Esagero... dovrei poi controllare l'alimentatore di carica. Quello in dotazione eroga 10 volts in alternata, quindi devo prevedere un modulo DC/DC converter compatibile con il BMS scelto, oltre ad un ponte raddrizzatore ovviamente... cercherò nel ciarpame accumulato per verificare se trovo qualcosa di compatibile e recuperabile.

In tutto poteri spendere una decina di euro e mi ritroverei per le mani un attrezzo con batterie al litio.... conviene? Appena trovo un finanziatore mi attivo.  Alla prossima.

P.S. Lupo, Capra e cavoli rientrano in silenzio. Ripeto: Lupo, Capra e cavoli rientrano in silenzio.

Aggiornamento del 15.6.2021 : ci sto ancora pensando ... segue parte 2

martedì 8 giugno 2021

Braun toothbrush 4731 - 4728 (Batteria ko)

 Dopo anni ed anni di onorato servizio, lo spazzolino elettrico decide per la sua morte, per vecchiaia.... Grazie, RIP. Il problema? non si accende più, all'improvviso, e sottocarica scalda da matti....mmmm... brutto segno. Forse è la batteria da sostituire o alla peggio un guasto all'elettronica interna. Devo dire che esperienze precedenti mi hanno convinto a lasciar perdere le riparazioni di questi apparecchi. Smontarli è difficile senza rompere qualcosa in quanto sono sigillati per evitare che l'acqua entri all'interno danneggiando l'elettronica. Credo inoltre che sia una precisa politica del costruttore con al seguito una schiera di progettisti ingegneri dementi che si masturbano mentalmente in infinite riunioni dove si entra in dieci e si esce con almeno 20 opinioni diverse. 

Il modello di cui stiamo parlano è un Braun con una scritta sotto allo spazzolino Type 4731, mentre la base di ricarica che mi è stata consegnata a corredo riporta Type 4728... giusto per fare un pò di confusione nelle ricerche. Già perchè dai risultati di Gùgol, usando come parole chiave le due sigle, esce di tutto, compresi i siti furbetti che vorrebbero vendere qualcos'altro di "simile" o più aggiornato. Le foto poi non aiutano molto ad alimentare certezze. 


Ad ogni modo, intuisco che questo modello si apre da sotto, in corrispondenza della base che si va ad infilare nel supporto di ricarica delle batterie. E' un sistema ad induzione, per cui c'è da aspettarsi un avvolgimento, una bobina "secondaria" (come se fosse un trasformatore con avvolgimenti separabili per capirci). Se si osserva attentamente la parte inferiore dello spazzolino, tolti i residui incrostati di dentifricio, si nota una strettissima fessura dove infilare un qualcosa di sottile e robusto che riesca a far leva. Pian piano si insiste e si cerca di sfilare la base di chiusura, stando attenti alla bobina che è attaccata al circuito elettronico solo con due fili sottili... io sono riuscito a staccarne uno (poco male, lo si risalda). 


Aperto il fondo si spinge il perno dove va innestrato lo spazzolino e si fa uscire il corpo interno dal tubo che lo contiene. Poi si separa il meccanismo oscillante dal motorino, quet'ultimo saldato direttamente alla scheda elettronica assieme alla batteria. 

Per rimuovere la batteria basta dissaldare le due linguette. La batteria non ha sigle che possano permettere la ricerca di un ricambio già pronto. In realtà sono due batterie al nickel cadmio ricaricabili, unite assieme in serie dentro una guaina termoretraibile che le tiene assemblate.

Ora... il dilemma... cercare online fra improbabili siti di e-commerce fatti male, dalle descrizioni criptiche, privi di dimensioni e valori, è un incubo e si rischia di acquistare qualcosa di inadatto. Tra l'altro, non so se si possono sostituire le Nikel cadmio NiCd con le nichel-metallo idruro (detto comunemente, ma impropriamente, nichel-metalidrato), abbreviato NiMH (inglese: nickel-metal hydride). Mi sa che mi recherò di persona, alla faccia del rischio contagio, presso un negozio di ricambi, sperando abbiano qualcosa che si può adattare. Sto pensando anche ad una conversione al Litio... purtroppo le 18650 sono un pò più grandi e non entrano nel vano... shit!.

L'obiettivo è una riparazione per far durare lo spazzolino per molti anni ancora, risparmiando non poco. Ad acquistarne uno nuovo, magari il modello di moda all'ultimo grido, glàm e feschion, con tanto di display con le faccine, c'è da spendere un rene (e come si sa, ne ho solo uno dato che ho usato l'altro per pagare l'Agenzia delle Entrate, per cui non me lo posso permettere). A dire il vero, ci sono modelli di spazzolini elettrici con le batterie AA, costano dai 9 ai quindici euri, ma nel lungo periodo credo che alla fine si spenda di più in batterie, credo, non so, tempo fa ne ho acquistato uno e lo uso poco per due ragioni: Lo spazzolino manuale, magari con le testine intercambiabili, è più efficace e costa molto meno. Inoltre può essere usato anche senza corrrente e quest'ultima la paghiamo a caro prezzo, anche ambientale... pensiamoci. Alla prossima.


P.S. La lupa ha finito il latte. Ripeto: La lupa ha finito il latte.  

Aggiornamento 14.6.2021: e me lo dovevo aspettare... stupido, stupido, stupido. Ho optato per la sostituzione delle batterie... stupido, stupido, stupido. Lo spazzolino è morto a causa di un guasto all'elettronica... 3 diodi, un transistor (credo) ed un microchip a 6 terminali... impossibili da sostituire causa mancanza di sigle e datasheet adeguati. I compnenti SMT sono per me un mistero, hanno delle sigle personalizzate e variabili da produttore a produttore, per cui è impossibile cercare, comprare un singolo pezzo e sperare che tutto funzioni... avete vinto voi, per ora. Comunque non demordo, è una questione di orgoglio personale... sto pensando ad una soluzione... vedremo.... qualcuno si vuole disfare del suo con le batterie guaste? 

Aggiornamento del 15.6.2021: un carica batterie al Ni-Cd a corrente costante è facile da progettare con un volgarissimo LM317, ma... occorrono dei componenti smt, c'è poco spazio nel tubo, per cui...