lunedì 21 settembre 2020

Regionali e referendum 2020, i soliti idioti


Si, alla fine non ce l'ho fatta a disertare il seggio, nonostante i conati. Ad ogni tornata mi sento come se entrassi in una latrina puzzolente, a mettere una crocetta su una scheda pre-compilata, con i nomi già scelti da altri, senza possibilità di scegliere chi reputo più degno e per di più con una rosa di possibilità che non mi rappresentano per niente. Ma non è questo l'argomento. Da attento e silente osservatore e mai censore dei comportamenti altrui, mi sono accorto del lassismo tipico degli unani, sempre disubbidienti alle regole di buon senso ed altrettanto pronti ad ignorare gli altri. 

Per qualche minuto mi sono intrattenuto all'esterno della sede preposta al voto per chiacchierare a distanza d'ordinanza con un conoscente. Pur restando attento alla conversazione, l'occhio non ha potuto fare a meno di osservare le bottigliette del disinfettante poste all'esterno del seggio. Entrando, tre su quattro hanno totalmente ignorato l'invito scritto di disinfettarsi le mani, nonostante la presenza dei soliti carabinieri intenti forse più a vigilare l'esterno per prevenire un "probabile" attacco terroristico con qualche aereo dirottato o l'attacco di qualche jadista con cintura esplosiva d'ordinanza al grido di "morrte all'amerricaaaa"...kaboom.

La regola vorrebbe una disinfezione prima di entrare, un altra dentro al seggio prima di prendere la scheda e matita, una terza prima di uscire. Io ho visto le bottigliette solo all'ingresso e poi basta e per di più ignorate da molti "elettori". 

Ma parliamo delle entrate/uscite differenziate... inutile mettere cartelli con le frecce di direzione, inutile scrivere ENTRATA - USCITA, inutile incollare a terra nastri colorati , inutile installare il nastro delimitatore dei percorsi... se poi si accede ed esce tutti dallo stesso scalone comune. Inutile anche perchè c'è sempre qualche unano imbecille che esce da dove è entrato, c'è sempre il solito idiota col naso scoperto e la mascherina a proteggere il mento, c'è sempre il solito idiota che si intrattiene nelle strettoie a chiacchierare a stretto contatto con i suoi simili incurante degli altri che vorrebbero magari rispettare la distanza. Statisticamente gli unani idioti ci saranno sempre ma col passare del tempo stanno aumentando di numero e regredendo mentalmente allo stato di organismo mono neurale. 

Ecco, per precauzione mi sono tenuto a larghissima distanza, ben oltre al metro d'ordinanza, tre disinfezioni, preteso pure la disinfezione accurata della matita, mascherina coprente mezzo volto che per fortuna non mi hanno fatto togliere in quanto il presidente del seggio ben sa chi sono (manco mi serviva il documento da infettare) e guanti in lattice anche se non obbligatori (che ne so chi ha maneggiato le schede). 

So che forse sono esagerato, ma di rischiare per i soliti idioti no e poi no, tantomeno rischiare nell'esercizio di un diritto dovere. Certo è che constatare il progressivo degradare di una società progressivaamente verso l'imbarbarimento mi duole non poco, mi dispiace vivere anche a distanza da unani meno acculturati delle scimmie. L'uomo è un animale sociale (dicono) ma da questa "società" di individualisti menefreghisti ignoranti è meglio stare alla larga, sono anche pericolosi. Alla prossima, ma anche no.

P.S. il pippistrello svolazza al buio. Ripeto: il pippistrello svolazza al buio.


venerdì 18 settembre 2020

SAMSUNG PS42A418C4DXXC teardown

Un occasione "social" ed un televisore al palsma da 40 pollici entra nel laboratorio per vedere cosa si può fare per evitarne la morte definitiva. A dire il vero ero più incuriosito di vedere cosa c'è dentro che tentare di ripararlo. Già, il televisore è stato dismesso dal proprietario per passare ad una tecnologia più performante. Ci si è accorti (a proprie spese) che la tecnologia al plasma presenta dei contro che sono stati risolti con i più recenti schermi a Led ed Oled. Alti consumi, durata limitata, guasti improvvisi (bande nere verticali sono le più frequenti), peso eccessivo (tanto di richiedere due persone per trasportarli) e via dicendo. La tecnologia al plasma usa gas neon e xenon più il fosforo, intrappolati dentro delle "celle" fra due lastre di vetro... un problema smaltirli in sicurezza.

Speravo comunque di poterlo riutilizzare, come monitor secondario, ma vista la risoluzione ho preferito desistere. Lascio immaginare a 1024x768 pixel su 40 pollici quale possa essere il risultato. Ad ogni modo la curiosità di vedere l'interno ha preso il sopravvento. All'interno trovo una quantità industriale di viti e sbarre di ferro per tenere rigido il pannellone di vetro, che alla fine il peso è davvero troppo anche per me. All'interno una minuscola mother board, tre sezioni di alimentazione (una principale e due per le griglie degli elettrodi "embeddati" nel vetro, un buffer per la griglia verticale e la piastra per ingressi ed uscite. Confesso che ho provato a vedere se riuscivo a risolvere il classico problema della banda nera verticale, ma temo di aver combinato un pasticcio, riducendo il tutto in due bande verticali lampeggianti ed il resto desolatamente al buio. Dai, almeno ci ho provato. 

Ed ora? per smaltirlo? Le due lastre di vetro sono incollate fra loro ed il tutto fissato su una piastra di metallo (che serve anche come dissipatore presumo), impossibile separarle senza rompere qualcosa... mi sa che dovrò portarlo all'ecocentro di zona. Ovviamente niente led di retroilluminazione in quanto la tecnologia al plasma non ne fa uso (i pixel si "accendono" col gas eccitato che fa illuminare il fosforo). Il resto sono plastica e metallo facilmente smaltibili. Per l'elettronica ci sono dei componenti interessanti: un paio di relè, condensatori, fusibili, resistenze, dissipatori, mosfet e diodi di potenza, connettori flat, sensore infrarosso, pulsanti e due altoparlanti che non so che farmene. La logic board sarà oggetto di studio approfondito per esercitarmi con l'uso della porta JTAG. Ah, provo a vendere qualche componente per recuperare pochi spiccioli, necessari in questo momento come un goccio d'acqua nel deserto.  Alla prossima.

P.S. lo zio arriva dopo cena. Ripeto: lo zio arriva dopo cena.

martedì 8 settembre 2020

ESP32-CAM - esperimenti 3

Sono ancora nella fase "meccanica" del progetto, ovvero l'housing dell'hardware. Devo confessare che non è affatto facile arrangiarsi a budget zero, con materiali ed attrezzi di fortuna, ma vorrei comunque provare a dimostrare che si può realizzare qualcosa di decente ed utilizzabile anche in queste condizioni (noi poveri facciamo così). Già, il consumismo sfrenato produce degli effetti devastanti nelle persone. In condizioni "normali" è sufficiente comperare una stampante 3d, si stampano gli scatolotti presi da files su cui altri hanno smadonnato a profusione ed il gioco è fatto. In questo modo però si soffoca la creatività, il ragionamento, l'ingegno ed il riuso dei materiali, producendo una società di idioti del copia & incolla, tutti fenomeni con i macchinari giusti e con il software già pronto, ma totalmente incapaci di far fronte agli imprevisti o alle necessità che richiedono un pizzico di intelligenza, di voglia di apprendere dagli errori, di pensiero laterale per aggirare gli ostacoli. A proposito di errori... uno l'ho commesso (tanto per cambiare). Tagliando i pezzettini che compongono le scatoline contenitori l'ESP32-CAM ho sbagliato le misure, due volte!!. La prima volta me ne sono accorto al momento di inserire la basetta elettronica... un paio di millimetri e l'hardware non entra (5 scatoline da buttare)... la seconda volta, dovendo rifare tutto da capo, sbaglio un altra misura... altri 6 millimetri... sto invecchiando davvero a tal punto che la prossima volta cercherò di ricordarmi la regola d'oro: "misura due volte, taglia una volta".

Per un alloggiamento "ottimale" ecco le misure (per 5 scatoline) riferite ai pezzettini da ritagliare. Si parte da del compensato dello spessore di 3 millimetri (se si usa uno spessore diverso occorre tenerne conto ovviamente)

5 pezzi BASE 36x44mm

5 pezzi COPERCHIO 50x42mm

10 pezzi fianco DX/SX 50x23mm

10 pezzi fianco  sup./inf. 36x23

Il foro per l'obiettivo deve essere da 7mm, meglio da 8mm, posizionato correttamente per permettere il centraggio del microscopico forellino di ripresa e che garantisca la cattura completa dell'esterno senza ombre. Meglio effettuare i fori prima dell'assemblaggio. Il foro inoltre va svasato in modo che l'invito a cono "autocentra" l'obiettivo.

Per tagliare il compensato da 3mm a misura, si può usare un cutter ed un righello. Io ho preferito anche usare una taglierina a ghigliottina, quella che si usa per la carta, funziona per lo spessore dei 3mm ma anche per 4 o 5mm a patto di esercitare una forza maggiore, un colpo secco e deciso ed il compensato si taglia bene. Per segnare le linee di taglio, matita e righello... meglio se si ha un calibro per incidere la linea che dovrà essere mezzo millimetro in più (di tolleranza, l'eventuale eccesso si può carteggiare con carta vetrata grana 80)

Dato che il materiale utilizzato è legno tenero (tenerissimo, midollino, praticamente legno di scarto, utilizzato per le cassette della frutta) è quasi obbligatorio trattarlo prima con un buon impregnante all'acqua (ecologico) e poi verniciarlo del colore desiderato, il più "mimetico" possibile se la cam deve essere occultata e non visibile dai potenziali ladri d'appartamento. Vedremo in altri esperimenti come occultarle in oggetti di uso comune. 

Assemblati i pezzettini con la termocolla, meglio se ci si aiuta con dei supporti a squadra, si passano i bordi con la carta vetrata, per pareggiare le giunzioni e si passa alla verniciatura. Al termine si inserisce l'hardware già programmato e si sigilla il tutto. Se un domani si volesse aprire, basta un pò di calore, un phon asciugacapelli alla massima potenza ed il coperchietto verrà via senza problemi. 

Per le staffe di fissaggio ci si può sbizzarrire con dei lamierini, dei supporti ad "L" o direttamente sui muri o sui mobili con del bi-adesivo, quest'ultimo più che sufficiente dato il peso esiguo del contenitore.

Prossimo step la realizzazione di una pagina web in grado di visualizzare contemporaneamente tutte e 6 le riprese in modo da poterle seguire anche da smartphone. Alla prossima.

P.S. il bufalo cornuto non carica, l'orso bruno dorme. Ripeto: il bufalo cornuto non carica, l'orso bruno dorme.

giovedì 3 settembre 2020

ESP32-CAM - esperimenti 2

Ed è venuto il momento di dare una casa all'ESP32-CAM da poco messa in funzione con l'obiettivo finale di realizzare un impianto di video sorveglianza domestica a basso costo ed impatto zero al portafoglio. Noi poveri facciamo così. Ho realizzato un prototipo di contenitore realizzato con del cartone telato, recuperato dal fondo di una cassetta per le arance. Tagliati i pezzi su misura (o quasi) li ho assemblati con la termocolla, come già sperimentato in precedenza nella realizzazione delle scatole per le pietre domestiche. Il tutto sembra tenere bene. Pensando ad un installazione all'aperto, una mano di vernice spray forse assicurerà una certa durata proteggendo dall'umidità, spero, vedremo con il collaudo sul campo.
Devo trovare ancora una soluzione per proteggere l'obiettivo della telecamera. Ho utilizzato un foglietto di plastica rigida, tenuto col nastro adesivo, ma è una soluzione troppo banale. Pensavo ad un piccolo vetrino sottile, tipo quelli per il microscopio, fermato all'interno con del silicone, dovrebbe andare meglio anche se l'obiettivo resta troppo lontano dal foro e nella ripresa si vede un alone nero attorno alle immagini. Allora ho incollato estrnamente un foglietto dei contenitori per le camicie, trasparente, rigido, fissato con della colla spray su tutta la superficie del coperchio forato, così, vista l'ampia area, non dovrebbero esserci infiltrazioni di umidità (vedremo con il tempo se la soluzione regge o meno alle intemperie). Loso, è uno skifo ma per una cosa fatta al volo, in fretta....
L'hardware ho preferito innestrarlo su dei connettori femmina saldati su una millefori, così se dovessi sostituirlo non impazzisco con saldature e fili volanti. Ho così preferito saldare anche un connettore ad innesto per l'alimentazione che arriva da un convertitore AC/DC 220/5 volts da 500mA, in precedenza utilizzato come caricabatterie per le e-cig vecchio modello. Al bisogno ho anche dei convertitori DC/DC 12/5Volts recuperati sempre da dei caricabetterie ma alloggiati dentro un adattatore per l'accendisigari da auto. L'idea è quello di alimentare la cam con un pannello solare in un punto dove è quasi impossibile far arrivare i 230Volts di rete.
Dentro il contenitore, per fermare la basetta, sto pensando di riempire i vuoti con della gommapiuma a strati, recuperata da un coperchio di uno scanner anni 90 (qui non si butta nulla, si recupera e si riutilizza praticamente di tutto). Nei prossimi prototipi penso che utilizzerò dei fogli di legno compensato, quello delle cassette della frutta... meglio così che bruciarle nel caminetto. Dentro il contenitore sto pensando anche di creare delle scanalature per tenere ferma in sede la cam, ma occorrerà prendere le misure adatte, con maggiore precisione rispetto a quanto fatto in questo prototipo in beta 0.1
Per fissare la scatolina al muro credo che utilizzerò del biadesivo, mentre nelle prossime il fondo sporgerà di un paio di centimetri per il fissaggio a vite e tassello.
Se l'idea sarà troppo complicata da realizzare, sto pensando di installare la webcam dentro una scatola di derivazione esterna assieme all'impianto elettrico, ma per ora non so dove recuperarle, ci penserò. L'ideale sarebbe stampare il contenitore con una stampante 3D ma non me la posso proprio permettere, mi sa che dovrò costruirmela e la vedo dura.
Per ora basta, vado a vendemmiare e prepararmi la marmellata della colazione mattutina e che mi dovrà durare sino all'anno prossimo dato che il raccolto quest'anno sembra abbondante... almeno una buona notizia in quest'anno di m*rda. alla prossima.

P.S. Bruno è nero, a nord piove. Ripeto:  Bruno è nero, a nord piove.

martedì 1 settembre 2020

Il curriculum che nessuno legge


Il curriculum vitae, quel documento di autocelebrazione dove un disoccupato aspirante schiavo condensa le proprie speranze su un futuro da lavoratore vessato da managers tossici strafatti di colla vinilica. Credo sia questa la definizione più realistica.

Confesso, l'ho compilato pure io ovviamente, quando il lavoro stupidamente lo cercavo come fanno tutti. Ora ho fatto in modo che sia il lavoro a cercare me e si, lo confesso, me la tiro pure, my turn.

Comunque, per i disoccupati "normali", il curriculum lo richiedono e bisogna in qualche modo presentarsi. C'è un problema però. La rete abbonda di suggerimenti e consigli su come predisporlo al meglio, consigli e suggerimenti che ci svelano un amara verità: alla "lettura" del curriculum vengono dedicati non più di 5 o 6 secondi, un inezia se si pensa all'impegno profuso per predisporlo al meglio, specie per chi ha 40anni di esperienza da condensare in una paginetta. 

Questa noncuranza verso l'individuo ci dice una cosa importante: al selezionatore non gli frega un caxo di cosa hai fatto in passato. Gli importa solo che tu sia ubbidiente, ammaestrato, assertivo (yes man), proattivo e generoso nel rinunciare anche ai tuoi diritti fondamentali.

Se poi ad arricchirci la vita ci si mette pure il curriculum in formato "europeo" allora le cose si complicano. In realtà il curriculum vitae in formato europeo è una burocratizzazione delle operazioni di selezione del personale che vorrebbero standardizzato per diminuire lo sforzo di selezione, per lavorare meno nella scelta fra centinaia di profili, in pratica per fare meno fatica... complimenti davvero, un bell'esempio da dare ai candidati ai quali invece viene chiesto il contrario, ovvero proattività, capacità di gestire il cambiamento, impegno oltre l'orario concordato, autonomia nel problem solving, presenza e disponibilità totale e via dicendo.

In pratica, ai recruiters, della PERSONA, delle sue sfaccettature, delle sue ambizioni, del suo stile di vita desiderato #nonglienefregaunamazza.  Il CV è solo un abitudine alla quale dedicare un attimo, un nulla. L'impatto è già una mancanza di rispetto nei confronti di chi spera e si rende disponibile, complimentoni davvero... recruiters, siete delle vere merde. Siete incoscienti dei danni che state provocando.

Nel curriculum europeo da una o due paginette vengono cancellate le specifiche caratteristiche individuali, il “racconto di una vita” - passato, presente e futuro - diventa una mera “compilazione” che uccide la creatività, forza fondamentale del “racconto di vita”. Diventa così più difficile trovare un #lavoro e per molte aziende difficilissimo trovare i giusti profili in quanto non ci sono “celle” e “campi” per scrivere le cose più importanti: ambizioni, aspirazioni, desideri e sogni professionali. In pratica i candidati sembrano tutti uguali.

Ricordate sempre una cosa: chi cerca lavoro in realtà sta cercando un modo dignitoso per vivere, sentirsi utile senza doversi umiliare e sentirsi una nullità. Sta cercando soprattutto il #rispetto che merita, come essere umano, come individuo sociale, come persona. Chiunque uccide queste aspirazioni, in qualsiasi modo, va messo da parte, esiliato in condizioni da non nuocere, ignorato ed isolato, almeno per fargli provare in prima persona cosa si prova.  Mavaffanchiulo. 

P.S. il bidello è in corridoio. Ripeto: il bidello è in corridoio.