mercoledì 30 ottobre 2019

Led lamp repair

Tempo fa, agli albori dell'immissione sul mercato delle lampadine a led, in tempi in cui quelle ad incandescenza erano ancora commercializzate, ho acquistato una decina di lampadine a led su "ebai", pagandole ovviamente una miseria rispetto a quelle più blasonate di marca che all'epoca facevano capolino sugli scaffali dei negozianti più lungimiranti (per il loro business, non certo per l'ambiente). L'idea era quella di proporle ad amici e conoscenti per un piccolo lucro personale, ma poi non me la sono sentita e le ho tenute per me.
Un pò alla volta, quelle che ho acquistato hanno iniziato a mostrare i loro limiti. Un paio si sono suicidate dopo qualche mese di utilizzo... la parte elettronica bruciata. Una terza l'ho installata in cantina (mooolto umida)... pessima idea... questo modello non ha l'elettronica sigillata per far ventilare l'interno e l'umidità ha fatto il resto. 
La quarta lampadina a led ha iniziato a lampeggiare a caldo, segno che qualche led ha deciso di fulminarsi da solo. Me ne restano in funzione altre sei che stanno facendo per ora il loro dovere, avendole installate in punti poco utilizzati in quanto la luce emessa è bianchissima ed a me piace di più quella giallina, tipica delle incandescenza alle quali sono abituato e che francamente conferiscono all'ambiente una tonalità che non ricorda le mense aziendali degli operai. 
Delle prime due ho recuperato la piastrina con i led, tralasciando la riparazione del circuito elettronico (saggia idea, ora mi tornano utili). 
Per smontare questo modello, di un produttore sconosciuto, probabilmente un azienda nata dal nulla e che ha probabilmente durato l'arco di una vendita all'ingrosso per poi scomparire (tipico in cina), si fa scattare via la cupola satinata che protegge i led. Due viti autofilettanti fanno presa direttamente su un piccolo dissipatore cilindrico infilato all'interno del fusto. Basta toglierle e con un cacciavitino estrarre la basetta di alluminio (tenuta ferma con un blando sigillante dispensato al risparmio) sulla quale è stampato il PCB con i led bianchi a montaggio superficiale (SMT). Due fili collegano la basetta al convertitore 230 volts AC/DC collegato nell'innesto E24. Il filo bianco è il negativo mentre quello rosso (o rosa) il positivo.... collegato al punto V- serigrafato nella basetta (!!!). non so se è uno scherzo del produttore o un errore di un lotto di produzione comunque immesso in commercio (....tanto chi vuoi che se ne accorga? funzionano! vendiamole lo stesso!!)
Sulla basetta sono installati 18 led bianchi a montaggio superficiale, ciascuno dei quali con 3 led interni attivabili separatamente (6 contatti in tutto). I led sono raggruppati in 6 gruppi di tre, tutti in serie tra loro. La tensione misurata ai capi di ciascun led è di 3,7 volts. La tensione misurata sui fili bianco e rosso invece è di 12 volts circa (dovrebbe essere 11,1 ma non tutti i led sono uguali e ne ho misurato solamente uno, con un tester che non so poi quanto preciso sia essendo cinese pure lui :-).
La lampadina in riparazione conferma il problema ipotizzato in partenza: alcuni led non si accendono, altri emettono una luce fioca, altri lampeggiano casualmente a caldo, altri a freddo per poi spegnersi.... un alberino di natale. Forse era un lotto di produzione fallato finito in commercio a prezzo scontatissimo tanto da attivare la cupidigia e l'avidità del solito commerciante più approfittatore che furbo.
Decido di sostituire la basetta con una funzionante recuperata dalle prime due fulminate. Per rimontare il tutto, ho deciso di abbondare con della pasta termo-conduttiva (visto che quella esistente era quasi inesistente). Per chiudere con le due vitine, è sufficiente infilarle fra le alette del dissipatore cilindrico e chiudere bene in modo che quest'ultimo vada a contatto con la basetta di alluminio che regge i led. Un rapido collaudo e la lampadina torna come nuova, sperando duri un pò di più delle sue sorelle defunte, dato che la maggior spesa affrontata ed il risparmio energetico si devono bilanciare nel più breve tempo possibile, per avere un effettivo risparmio. 
Con l'occasione ho provato ad alimentare la basetta a varie tensioni e correnti con un alimentatore da banco. A 9 volts i led si illuminano assorbendo 180 mA con un illuminazione insufficiente per illuminare una stanza. A 12 volts la basetta assorbe 1,5A, in aumento con l'aumentare della temperatura che in pochi secondi raggiunge livelli preoccupanti se non la si installa su un dissipatore. Un buon compromesso sembra essere a 11 volts 1A.
OK, anche questa è andata. Con le lampadine ad incandescenza non era possibile sostituire il filamento ma duravano un pò di più consumando 10 volte l'energia a parità di illuminazione. Ora devo trovare un applicazione per alcune basette a led già recuperate dal bidone RAEE dell'ecocentro il quale dimostra che le lampadine a led soffrano i guasti molto di più delle loro nonne a filamento... ma questa sarà solo una mia impressione. Alla prossima.

P.S. la gallina ha fatto le uova. Ripeto: la gallina ha fatto le uova.

martedì 29 ottobre 2019

Binary switch

Un interruttore rotativo, ad uscita binaria con 1 cifra, recuperato non mi ricordo proprio da dove, forse da qualche vecchissimo apparato di rete. Forse serviva per individuare l'hardware in un contesto ove potevano coesisterne di uguali ed occorreva distinguerli. Il bello è che non mi viene in mente dove riutilizzarlo, ma sicuramente troverà posto in qualche esperimento. 
E' un componente con 5 terminali ad innesto, una finestrella che visualizza un numero e due pulsantini che fanno scorrere avanti ed indietro il numero, da zero a nove. Per capire la disposizione dei pin, basta provare con un tester in modalità beep, i contatti uno contro tutti. Dalla tabella di corrispondenza che si ricava è facile intuire che il primo pin è quello comune, dove andrà collegata l'alimentazione, mentre gli altri sono connessi o meno, a seconda della cifra visualizzata, con una sequenza binaria di "zeri ed uni" da 0000 a 0101 (da 0 a 9).
Figata. Sicuramente all'interno c'è una rotellina (una basetta stampata con delle piazzole opportunamente disegnate) e delle spazzole a striscio, semplice. 
Mettiamo da parte anche questo e passiamo oltre. Alla prossima.

PS. La luna piena scalda la minestra. Ripeto: La luna piena scalda la minestra.

mercoledì 23 ottobre 2019

Switching S-250-40 (riparato)

Un alimentatore switching cinese a cui ho tirato un pò troppo il collo. Colpa mia. Pretendere di succhiare più di 6 ampère (a vuoto), per un motorino che sotto carico assorbe moooolto di più, con un alimentatore da 5A è da imbecilli, ma del resto quel motore avevo e quell'alimentatore era l'unico disponibile per realizzare un mini tornio per tornire i manici di legno. Speravo solo tenesse un pò di più e che avesse un qualche limitatore di corrente (si certo, come no!). 
Per la riparazione, senza schema, ho dovuto improvvisare un pò. Si parte dall'ingresso e si controllano i componenti in cascata. Magari ci si può aiutare con qualche schema di principio e seguire le piste, l'esperienza fa il resto.
Questo alimentatore del resto non è poi così complicato e non ha nessun componente SMD. Il ponte raddrizzatore in ingresso era andato ma c'è una cosa che non mi spiego: il ponte raddrizzatore era da 4A mentre l'alimentatore da 5A... decisamente sottodimensionato, valli a capire i progettisti cinesi, e così l'ho sostituito con uno da 8A (oltre al fusibile ovviamente). Ho inoltre, con l'occasione, aggiunto della pasta termo conduttiva nei dissipatori a contatto con i mosfet ed i diodi, giusto per scrupolo. Comunque, riparazione effettuata, alimentatore funzionante ed ho pure sperimentato un nuovo flussante per le dissaldature, non male. Alla prossima. 

P.S. il treno per Yuma è in ritardo. Ripeto: il treno per Yuma è in ritardo.

Scaldasonno (riparato)

Chi non ha nel periodo invernale uno scaldasonno? (o scaldaletto) Eh? E' quella coperta elettrica da mettere sopra il materasso e sotto le lenzuola per scaldare il letto prima di coricarsi. Per chi come me "vive" in una "casa" con i muri in sasso, è costretto a risparmiare sul riscaldamento, è quasi un obbligo (i pannelli solari e le batterie ad accumulo fanno il resto). 
Infilarsi sotto le coperte e sentire un piacevolissimo tepore è un lusso per pochi, una goduria immensa, un modo per conciliare l'addormentarsi dopo una giornata di mer*a passata a contatto con gente (gli unani) che non vorresti vedere manco all'inferno, in un posto nel quale non vorresti andare mai ma ci devi andare, per fare cose che non vorresti fare che tanto fanno ingrassare i soliti squali col rolex (che dio vi strafulmini). 
Il calduccio è un diritto sacrosanto dell'umanità e va tutelato, specie quando i produttori si ingegnano a produrre oggetti che si rompono dopo un tot di tempo. A garanzia appena scaduta, ecco il problema: il cavo di alimentazione a 230 volts, più precisamente la guaina, si rompe. Dormire al calduccio con il magone e l'ansia di prendere una scossa non è proprio rassicurante, per cui è il caso di aggiustare. Per chi non lo sa fare, basta procurarsi del nastro adesivo qualsiasi e fare mille mila giri attorno alla spina... risolto. Personalmente preferisco tentare di riparare in modo che il cavo torni come nuovo. 
Si procede pertanto con tentare di aprire la spina che non presenta viti o coperchi a scatto. Solo due arpioni laterali che una volta premuti contemporaneamente lasciano uscire il connettore che racchiude i contatti. Quest'ultimi hanno a loro volta due arpioni che impediscono di sfilarsi quando si infila la spina nella presa. Basta con un cacciavitino farli rientrare ed i due terminali escono dalla loro sede. Aprire questo tipo di spine non è affatto facile, occorre ingegnarsi non poco e costruirsi degli attrezzini specifici. Di prendere il pezzo nuovo manco a parlarne, costano troppo per le mie tasche e preferisco riparare. 
I due terminali (i contatti) sono pressati con un macchinario ed è impossibile aprirli per sfilare il filo di rame. Fortuna vuole che siano reperibili presso i negozi di ricambi e riparazione elettrodomestici (pochi centesimi, meglio fare scorta per le prossime rotture). Si taglia il filo elettrico, si crimpano i nuovi terminali (chi a casa non ha una crimpatrice?), si infila il tutto e la spina torna come nuova. Tiè all'obsolescenza programmata. Alla prossima rottura sostituisco tutto il cavo con uno gommato più resistente, che quello usato dal produttore mi pare troppo fragile. Ma chi è il produttore? Non lo so, l'etichetta è di un impresa a tre dipendenti che vendono anche cuscini e materassi, oggi sparita dal web, forse fallita... comperare cose al risparmio da rivenditori microaziende ci espone al rischio di non poter trovare i pezzi di ricambio... poco male, ci si arrangia lo stesso. Per ora sono soddisfatto, il morale si è un pò risollevato e le dormite al calduccio sono assicurate, almeno sino a quando riuscirò a pagare le bollette dell'energia elettrica, poi ci penseremo quando sarà. alla prossima. 

P.S. il vento del nord porta le foglie morte. Ripeto: il vento del nord porta le foglie morte. 

Pubblicità addio

E' venuto il momento di dire addio alla pubblicità nel mio diario. I miei inutili post, privati ma pubblicati, generano poco traffico dato che non parlo mai di argomenti che possano solleticare la stupida, inutile e superficiale curiosità degli unani. Non pubblico foto di gattini e nemmeno video virali. Non sono un blogger e me ne vanto (ho un lavoro, io). Dico quello che penso senza pensare al coinvolgimento dei visitatori. Non faccio click baiting. Non incuriosisco nessuno dato che sono empatico come un facocero morto.  Non tratto argomenti trendy o di moda. Non so nemmeno cosa sia il KPI, non mi serve comunque a priori ed a prescindere. Pertanto posso anche rinunciare a qualche spicciolo.

Inoltre il gestore della pubblicità sta diventando sin troppo invadente, proponendo di lasciare a lui decidere quali, come e dove inserire gli annunci... decide lui, a casa mia che gli ho aperto la porta, bel maleducato. E poi... pubblicità... di chi? di aziende che calpestano la dignità e sfruttano il tempo altrui in cambio di poche briciole? oppure è per soddisfare "l'esperienza utente"? Ma dai, smettiamola con questo delirio. In tempi di contrazione dei consumi, conseguenza all'assottigliamento dei compensi da parte di chi approfitta dei più "deboli" e "bisognosi"...  ho dichiarato, molti anni fa, lo sciopero della spesa e che promuovo in tutti i modi leciti l'auto produzione ed il risparmio esagerato ad oltranza. 

Per non parlare poi dell'arroganza del gestore che pretende di sindacare sugli argomenti trattati... un azienda privata che viene a "suggerirmi" di cosa o meno posso parlare. Da non credere? Tempo fa ho spiegato come rollarsi le sigarette... apriti cielo!! argomento tabù, non si può parlare, pubblicizzare o trattare argomenti con il tabacco!! Vengo tempestato da una miriade di avvisi minacciosi che se non rimuovo il post mi tolgono le inserzioni!!! Sporchi bigotti in malafede, si sa che su Blogger ci sono blog porno con tanto di banner pubblicitari!! Tette, caxi e chiuli sì, tabacco no!

E poi.... i pochissimi spiccioli che generosamente vengono conteggiati, sono in origine versati dagli inserzionisti che ovviamente ricaricano sul consumatore finale... è una micro frazione di quello che abbiamo già pagato.... su cui bisogna pure pagarci le tasse come se fosse un "guadagno".  

Il consumismo non fa per me e non voglio essere complice di certi farabutti col rolex. Per cui chiudo l'account di quel gestore che non voglio nominare e rinuncio ai pochissimi spiccioli accumulati sotto la soglia di pagamento... teneteveli, straccioni, non li voglio. Fanchiulo.

P.S. la pioggia acida bagna i lidi al tramonto. Ripeto: la pioggia acida bagna i lidi al tramonto.