venerdì 28 gennaio 2022

TrustFire mod TR-001 caricabatterie al litio (riparazione)

Un caricabatterie che non funziona è inutile. Dopo questa massima, saggia e dottissima affermazione, vediamo se è il caso di ricoverare il paziente e procedere con diagnosi e cura. Partiamo dai sintomi: all'inizio uno dei due led che segnalano la carica non si accendeva, mentre lo stesso (bicolore) funzionava regolarmente quando la batteria era disinserita. In questo modo non si riusciva a capire (almeno visivamente) se lo slot stava caricando la batteria al litio (Li-Ion). Poi.... ha smesso di funzionare del tutto, morto. Quindi? si svitano un paio di viti e si ispeziona il circuito. Il difetto, almeno quello principale, salta subito all'occhio: ci sono due led bicolori, a tre terminali. La pista in rame che dovrebbe accendere il lato rosso è interrotta ed il led stesso è meccanicamente instabile (dondola nei tre fori). Di come sia potuta accadere una cosa del genere proprio non ne ho idea. Difficile esercitare una pressione dall'esterno, forse l'inserimento delle batterie sulla slitta a molla ha in qualche modo sollecitato il PCB. Fatto sta che anche il led apparentemente sano, presenta lo stesso problema, pur non essendo riuscito a tagliare le piste. Da dire che un secondo problema è dato dalla scarsa qualità del PCB utilizzato dal produttore. Piste che si staccano non le vedevo da anni, molti anni. Ad ogni modo, lamentele e brontolii a parte, si può cercare di rimediare. Con un oggetto metallico si gratta la protezione isolante, la vernice verde, in prossimità dell'interruzione delle piste. Una bagnata abbondante di flussante ed una pioggia di stagno per irrobustire l'area sollecitata. Un pò di termo colla lato componente dovrebbe garantire una migliore resistenza agli urti.

C'è il problema che non si accende nulla... visivamente si nota all'ingresso un piccolo fusibile annerito. Non è un buon segno, và a capire cosa lo ha provocato. C'è poi un induttanza in ingresso che mostra un crepo longitudinale (interrotta, bande rosso rosso marron argento). 

Altri segni di bruciatura non ce ne sono ed occorre seguire le piste da monte a valle per capire qual'è e dov'è il componente che non fa il suo lavoro. Ho il sospetto che sia il trasformatore ad essere andato in corto.  Ad ogni modo però mi mancano i pezzi di ricambio, nemmeno frugando fra il ciarpame...mi sa che stavolta ci rinuncio e procedo con recuperare alcuni pezzi che mi potranno servire: due led bicolori rettangolari, una presa 230V, una minipresa DC per i 5 volts, un paio di integrati, un optoisolatore, condensatori, transistors e diodi, tutti preziosi per il prossimo lavoro. Alla prossima. 

P.S. Le mele sono marce. Ripeto: Le mele sono marce.

giovedì 27 gennaio 2022

Taglia uova - riparazione

E nell'elenco delle cose che si rompono quotidianamente e che decretano senza appello lo smaltimento in discarica, finisce sul podio un taglia uova, non di particolare pregio ma utilissimo per risparmiare 5 secondi netti rispetto al taglio manuale delle uova sode. Come contropartita all'irrinunciabile utilità, svetta al primo posto lo spazio occupato nei cassetti, stracolmi di utensili da cucina riposti alla rinfusa nel cassetto delle cose da tenere sottomano. 

Il tagliauova qui incriminato, nel suo ciclo di vita, presenta uno dei fili di acciaio che forse per rottura da affaticamento dei metalli, se ne sta a svolazzare con aria canzonatoria rispetto agli altri che invece sono costretti a stare fissi ed allineati come soldatini. E' solo per effetto della mia mente malata che, senza pensarci due volte, decido di riparare e salvare il ciòttolo da smaltimento indifferenziato. 

Occorre procurarsi il filo giusto e qui iniziano i problemi. Serve un filo di acciaio da 0,25mm, forse 0,3mm dato che il mio calibro misura 0,27 o 0,28mm. Si ma... che tipo di acciaio? Dopo una lunga navigata ed una ricerca esaustiva che fa di me un esperto competente anche in metallurgia, sono arrivato alla dotta conclusione che serve un filo in acciaio inox 18/10 o AISI 304. È l’acciaio più utilizzato in assoluto, è quello che viene utilizzato nelle posate, pentole, cappe della cucina, tavoli, sedie, ecc... da non confondere con l'AISI 316 che ha anche il molibdeno che lo rende maggiormente resistente alla corrosione. l'AISI è un associazione di produttori di acciaio nord americani.

A questo punto occorre fare a cazzotti con i vari commercianti, quegli esserini avidi e diversamente disponibili noti per il loro scarsissimo livello di comprensione in merito al commercio elettronico e soprattutto delle richieste degli acquirenti. Sembra che a loro la pandemia non abbia insegnato un bel nulla.

Per capire se il prodotto pubblicizzato nel sito è dell'acciaio giusto occorre documentarsi non poco in quanto spesso i commercianti usano sigle proprietarie o descrizioni che non forniscono indicazioni utili, tipo acciaio morbido, acciaio pieghevole, acciaio armonico e via dicendo. Ci si deve arrangiare con delle presentazioni del prodotto prive di dettagli, prive di foto, prive di prezzo, o con informazioni carenti ed insufficienti a dipanare i dubbi di un potenziale acquirente che cerca solo delle risposte preventive al fine di evitare di buttare i propri risparmi e ritrovarsi a casa con un prodotto inutile e di difficilissima restituzione (peraltro a spese proprie). A volte il prodotto c'è ma non è disponibile, a volte manca il pagamento con pay-pal, a volte le quantità proposte sono esagerate (3000m di filo mi pare un pò troppo ma è scritto così), a volte la navigazione nel sito o la ricerca fanno pietà, insomma...un disastro totale per non parlare dei prezzi che variano esageratamente e non si capisce bene perchè uno costa più di dieci volte l'altro. Spesso, quando c'è, è anche unitile provare a chiedere info nel modulo predisposto... o arriva una risposta frettolosa, superficiale ed inutile o non si riceve risposta...Nemmeno Ama*zon si salva dalle critiche, figuriamoci le varie ferramenta con tanto di "e-commerce fai da te". Un altro problema è che chi si aspetta una riparazione facile e rapidissima, non si rende conto di tutti gli intoppi che stanno dietro l'operazione e ci si fa pure la figura dell'incapace, poco professionale, smanettone specialmente quando chi giudica non vuole ascoltare ragioni....unani insomma.

Ma, alla fine, conviene perdere tempo a riparare? un tagliauova costa dai 4 ai 20 euro con qualche eccezione per i modelli "professionali"... sarebbe già una fortuna trovare un rocchetto di filo di acciaio inox da un paio di metri (e sarebbero pure troppi, ne servono 100 centimetri. un metro, di più se il taglia uova ha anche la disposizione per tagliare gli spicchi). Di sicuro se si valuta la convenienza economica (quella del profitto), NON conviene. Ma se si considera l'impatto ambientale che deriva dalla scorciatoia dell'acquisto compulsivo e buttare tutto quello che si rompe... è un danno maggiore del mancato profitto che deriva dal vendere continuamente, consumando materie prime che vengono riciclate in percentuali ridicole.

Fatto sta che sono ancora alla ricerca di un rivenditore che mi ispiri un pò di fiducia e che non assomigli a quegli avvoltoi per i quali i clienti sono solo dei portafogli da rapinare. Non ho fretta, magari un saltino dai cinesi lo faccio comunque. Alla prossima. 

P.S. Arianna si è persa. Ripeto: Arianna si è persa.

lunedì 24 gennaio 2022

VKWORLD VK7000 battery replacement

Da qualche mese, lo smartphone inizia a dare qualche segnale di affaticamento. Resta acceso per tre minuti netti durante l'utilizzo con batteria al 100% e poi si spegne per tentare di riavviarsi, per poi spegnersi e riavviarsi all'infinito....batteria praticamente da buttare. Urge sostituzione. C'è un problema però. Il modello in questione è un VKWorld VK7000 con batteria "not serviceable", ovvero non si prevede la sostituzione della batteria. Al momento dell'acquisto l'avevo letto, lo sapevo, ma l'ho preso lo stesso. Perchè? Con una miriade di modelli a disposizione, tutti più o meno fighetti di questo, perchè questo? In primis è un IP68, in teoria potrebbe finire sott'acqua e continuare a funzionare, tanto che viene incluso nella confezione anche il supporto galleggiante per utilizzarlo in piscina. Io la piscina non ce l'ho ma il modello è resistente all'acqua e dato che mi sposto con qualsiasi tempo in bicicletta (il perchè l'ho spiegato mille mila volte), non voglio certo vedermi costretto a cambiare telefono ad ogni diluvio. E' inoltre un apparecchio robusto, pesante certo ma robusto e data la mia vita avventurosa il rischio di rotture da caduta è ridotto al minimo. E' un octa core, ed a distanza di qualche anno dall'acquisto ancora tiene bene l'installazione e l'uso di app recenti senza apparenti rallentamenti tipici dei processori meno performanti. 

Tra mille difficoltà, siti truffa, sistemi di pagamento esotici di paesi dell'est EU e siti di e-commerce dove le foto fanno pietà, alla fine riesco a trovare un ricambio, in cina ovviamente. Dopo un attesa biblica, la nuova batteria mi viene recapitata e sorge il problema di sostituirla senza uno straccio di filmato o manuale di istruzione. Occorre arrangiarsi e fare appello a tutta l'esperienza pregressa in riparazioni e manutenzioni impossibili. Le difficoltà non mi hanno mai spaventato, anzi, a differenza di certi "riparatori" fighetti totalmente dipendenti dal produttore che se non hanno le istruzioni allora non si può fare(compreso quell'idiota peracottaro di riparatore che risponde "riparazione impossibile" e poi commenta la mia recensione negativa con "mai sentito, solito spammatore").  

Per aprire l'apparecchio si inizia col togliere la SIM. Tutte le viti esterne sono a vista, e si procede con una punta T5 a toglierle, mettendole in ordine dato che non sono tutte lunghe uguali. Sono 6 in tutto per le parti laterali e 12 per la parte posteriore. Prima le protezioni laterali e poi il coperchio posteriore. Il coperchio non è ad incastro ma, nel toglierlo delicatamente, con una lametta occorre accompagnare la guarnizione per evitare di strapparla (a volte si incolla un pò di quà ed un pò di là) e rimetterla nella sua sede. 

A questo punto ci si trova davanti la batteria sulla quale è attaccata la spirale per la ricarica wireless, quest'ultima tenuta in sede con due nastrini adesivi neri (non serve smontarla, è sufficiente sollevarla e metterla da parte). Nella parte superiore c'è un coperchietto nero fissato con 4 viti, due delle quali nascoste sotto uno schermo adesivo di rame che lascia vedere solo la fotocamera. In pratica è il supporto per la fotocamera che fa da schermo per la board sottostante. E' fissata con 4 viti con la testa a croce. Sollevando questo coperchietto (dopo aver rimosso le viti), senza staccare il connettore della fotocamera, si ha accesso al connettore della batteria che può così essere scollegato. La batteria è incollata con due sottili strisce di nastro biadesivo. Si fa leva, delicatamente dal basso, con un attrezzo di plastica e si procede con la rimozione (occhio a non perforarla o piegarla, è pericoloso). La batteria nuova che mi è arrivata è leggermente più piccola ed ha il connettore flessibile leggermente diverso, ma si riesce comunque a fissarla in sede, sfruttando un pò di biadesivo rimasto attaccato al telefono. Prima di richiudere il tutto si prova ad accendere e verificare che la fotocamera sia ancora collegata, il touch screen sia ancora funzionante e tutto il resto a posto. 

Per la batteria nuova ho speso in totale 25 euri, che per me sono due settimane di frutta verdura latte uova ecc... mi metterò a dieta per compensare il salasso. Sto già pensando a come procedere per la prossima volta che avrò necessità. La batteria esaurita ha un BMS funzionante...perchè buttarlo? Credo che sia sufficiente sostituire solamente la cella al litio che va cercata con le stesse identiche dimensioni e riutilizzare il BMS con il connettore specifico per questo modello di smart phone. Sicuramente risparmierò non poco e la cosa è fattibile sicuramente. 

Ecco, sono riuscito a non perdere nemmeno una vitina ed ho lo smartphone in carica per verificare se riesco almeno a fare una telefonata o usare Signal senza che mi si spenga all'improvviso... sono tornato "social", evvaiiiiii. Ora spero che per almeno un altro paio di anni, forse anche tre, non sia costretto a cambiare telefono, che questa storia degli smart phone usa e getta proprio non mi va giù. Alla prossima.

P.S. Ughetto passeggia con il bastone. Ripeto: Ughetto passeggia con il bastone.

venerdì 21 gennaio 2022

Vape diffusore insetticida (autopsy)

In uno dei rari ritagli di tempo impiegato nel tentare di resistere ai quotidiani attacchi di un branco di unani invadenti e maleducati, mi ritrovo per le mani un diffusore elettrico per le piastrine anti zanzare/mosche (VAPE made in indonesia). Ricordo di averlo accantonato perchè il led rosso che ne segnala l'utilizzo, è spento nonostante il fornelletto scaldasse. Spinto dalla curiosità, mi sono deciso di smontarlo per vedere cosa ci fosse dentro (e quale fosse il guasto).

Nulla di speciale: un elemento riscaldante ed un led rosso collegato in serie ad un diodo 1N4007 ed una resistenza da 100Kohm (marrone - nero - giallo) da 1Watt. Una rapida controllata con il tester in modalità prova diodi rileva che led e diodo sono interrotti (uno dei due non bastava?). Qualcuno penserà: sono componenti che si trovano facilmente, anche di recupero, che ci vorrà mai a sostituirli? Pensare di sostituirli è la cosa più facile da pensare. Diversamente facile collegare assieme i collegamenti che non sono ovviamente uniti con punti di stagno ma assemblati con delle giunzioni in ottone a crimpare. I collegamenti al fornelletto invece sono saldati con una puntatrice elettrica. Giunzioni in ottone di quelle dimensioni non ne ho e nemmeno una crimpatrice così minuscola. Per la puntatrice ho quella che si usa per saldare i terminali alle batterie al litio, ma.... troppo potente sembra. Ho vaporizzato una lamellina dell'elemento riscaldante nel tentativo, al minimo, di saldare i cavi in rame stagnato (o alluminio)... riparazione fallita, ed ora? 

Ovviamente si cerca almeno di soddisfare la curiosità e smontare l'unico componente "misterioso", ovvero il fornelletto scalda piastrine. 4 lamelle della copertura in alluminio e l'interno  si rivela in tutta la sua complicatezza... complicanza... complicità... complessitezza.....vabbè, si capisce: si tratta di una pastiglietta tenuta a pressione fra due lamierini che poi escono a formare i contatti... sembrano lamierini in nikel (che difficilmente si ossida a contatto con l'aria diversamente dal rame od ottone). Sostituirli? mi piacerebbe se avessi già sottomano del materiale o tempo per reperirlo da qualche altro apparecchio. Al momento sono un pò pigro, sono in piena fase di sgombero del ciarpame accumulato e devo rimettermi in attività per evaporare il senso di pigrizia che ultimamente mi pervade (colpa delle tre dosi di vaccino, ovviamente). Quindi finiamola qui, per ora. Alla prossima. 

P.S. l'elefante è a Zanzibar. Ripeto: l'elefante è a Zanzibar.

giovedì 20 gennaio 2022

Ovovogio digitale (riparazione)

Dopo il mucccalogio ed altvi ovovogi vipavati nella mia lunghissima cavvieva di vipavatove di cose inutili o pvive di valove (economico), ora tocca a questo ovovogio fine '900, digitale, vittima di una rovinosa caduta da altezze stratosferiche, conseguenza di lavori dati in appalto al ribasso ed affidati come ultima ruota del carro ad un pianta-chiodi improvvisato ed incompetente. L'accelerazione di gravità (9,8m/s) e la superficie di destinazione particolarmente dura (il pavimento), hanno prodotto in pratica la disintegrazione della plastichetta cinese (credo la producano con la segatura per risparmiare, ma non segatura di legno). Praticamente quasi tutti i supporti dove le vitine che fissano il coperchio vanno a "mordere" sono saltati, la plastica si è crepata in molti punti, il supporto del display si è completamente divelto dalla sua sede, un paio di fregi "estetici" sono schizzati via, il contenitore poi... manco fosse caduto da millemila metri. E poi....le batterie hanno rilasciato l'acido andando a rinverdire i contatti e mangiarseli per benino.

Vabbè, facciamo alcune considerazioni (le solite) con la domanda del solito unano.... ma ne vale la pena di ripararlo? Ad una domanda così idiota rispondo sempre con lo stesso mantra: noi non si compra nulla, noi si vende o si scambia. E per quello che già abbiamo, si ripara. Noi siamo la società sana.

L'ovovogio proviene da un recupero da parte di un proprietario che ha deciso di disfarsene. L'ho recuperato perchè ha le cifre grandi e riesco a vederle anche da "lontano", dato che sono presbite per età. Lo tengo in cucina dove devo sempre tenere d'occhio lo scorrere del tempo, mentre cucino i miei manicaretti basati su ricette sbagliate e parche di ingredienti. In due parole...Mi serve!

Per la riparazione, fra la colla epossidica bi-componente e la ciano acrilica, ho optato per la seconda, più facile da applicare su parti combacianti che poi non devono tenere chissà quale peso e l'ovovogio non deve essere a prova di urto. Inoltre la cianoacrilica essendo liquida, riesce per capillarità a raggiungere le fessure, riempirle e chiuderle per benino. Con molta pazienza, recuperando i frantumi, si riesce a rimettere la cose a posto ed al 90% ricostruire l'ovovogio. 

Per l'acido sui contatti batterie.... fortuna vuole che questi si possano sfilare dalla propria sede. Per neutralizzare l'effetto dell'ossido si può usare un bagno di lavaggio a base di limone o aceto (diluiti) per poi lavare con acqua e bicarbonato di sodio (basico) che neutralizza l'acidità. 

Terminato il lavaggio si procede con l'asportazione meccanica dello strato non più conduttivo e successiva lucidatura con una spazzolina rotante. 

Sempre con molta pazienza e mano ferma si ottiene un buon risultato ed i contatti delle batterie tornano come (quasi) nuovi. 

Ecco, anche questa cineseria immonda è tornata al suo posto a fare il suo dovere di fedele e silenzioso servitore. Ah...il chiodino ovviamente è stato sostituito con un più efficiente reggi quadri in teflon. Alla prossima.

P.S. è l'ora che volge al desìo. Ripeto: è l'ora che volge al desìo.

giovedì 13 gennaio 2022

Cavo del ferro da stiro

Oggi mi si presenta l'ennesima opportunità di boicottare concretamente le ecomafie degli "ecocentro"... che di "eco" hanno poco in quanto più produci rifiuti e più guadagnano. 

Un ferro da stiro che non si accende più. Non passano nemmeno pochi minuti dal fatto, che nella mente della badante/massaia romena, improvvisatasi tecnico riparatore esperto in diagnosi dei guasti, scatta un meccanismo mentale sorprendente: Vado su ama*on e lo compero nuovo! Vabbè che tanto i soldi non sono i suoi, ma il pensiero contagia in poche frazioni di secondo anche la proprietaria 90enne. Credo che l'opzione "riparare" non le abbia nemmeno sfiorate. E la cosa mi rattrista un pò. Anni di bombardamenti mediatici, anni di consumismo irresponsabile, anni di capitalismo rampante ed aggressivo, anni di condizionamento pubblicitario hanno sortito gli effetti desiderati: buttare e comperare senza nemmeno muovere un neurone. Che società di unani!. 

Una rapidissima ricerca ed i cavi di ricambio si trovano, non serve nemmeno cercare il ricambio di una particolare marca. Con 5 max 10 euri (su ama*on) e spedizione gratuita il pezzo arriva a casa. 10 minuti di lavoro e il ferro da stiro ritorna in vita. Che ci vorrà mai? Il ferro da stiro è un elettrodomestico che è difficile che si rompa. Al massimo, i problemi che un ferro da stiro può dare, oltre al cavo che viene strattonato manco si fosse ad un rodeo, è il calcare. Ma perchè buttarlo se non si accende? Se può funzionare ancora per anni, perchè buttarlo?? Forse non si sa che fare con i soldi risparmiati? Bhè, per i soldi che avanzano io una soluzione ce l'avrei... dateli a me che mi servono proprio (pane, latte, uova, pasta, frutta e verdura...). 

Ecco, sabato prossimo vado al centro ricambi di zona, (fanchiulo ama*on, fanchiulo B*zos), compero, aggiusto e risparmio un viaggio all'ecocentro, a litigare con gli operatori che non sanno mai dare le giuste indicazioni su dove buttare la roba. Se l'oggetto ha un cordone di alimentazione attaccato, allora ti indirizzano verso il vascone del RAEE... ma se si taglia il cordone e si toglie la plastica.... tutto nel vascone dell'ingombrante civile, diventato ormai il rifugio peccatorum degli unani ignoranti. 

Un ultima domanda a chi vorrà aiutarmi: perchè i cordoni di alimentazione dei ferri da stiro sono rivestiti esternamente con la stoffa? Forse per evitare di colare la plastica del cavo mentre si stira? o per cosa? c'è una norma specifica? boh. Alla prossima. 

P.S. la cantina è buia. Ripeto: la cantina è buia.  

Aggiornamento: niente da fare, l'utente ha deciso di comprare comunque un altro ferro da stiro... in offerta!!....a meno di 40 euri!!! ... occasione!!!! Preso! Robe da psichiatra!!!!! (e pure bravo). Forse per senso di colpa vengo comunque incaricato di riparare il vecchio... meno male, l'ambiente ringrazia.

Aggiornamento: 11 euri per il cavo preso in negozio. 3 minuti per riassemblare il tutto ed il ferro torna a funzionare per chissà quanti altri anni... ci voleva davvero poco, può farlo pure un unano.