giovedì 25 novembre 2021

Vaccinato e discriminato, come tutti del resto

Ebbene si. Sono vaccinato a 3 dosi per ora...(più l'anti influenzale, tiè, si sa mai) alla prossima non sarà più cura o prevenzione ma tossicodipendenza! Sia chiaro, non sono nè favorevole nè contrario ai vaccini. Ho solo delle enormi perplessità e delle domande alle quali nessuno vuole rispondere.

Ora, con questo "super Green Pass", dovrei sentirmi più libero di altri? No! Io capisco i No Vax, capisco i no Greenpass, rispetto le loro opinioni (io) ma sentendomi a disagio se mi chiamano "nazivax". Mi sento anche a disagio quando mi sento dire "devi stare zitto se non sei medico!" anche se in realtà io formulo solo delle domande che scatenano solo reazioni violente da parte di quei "dottori" che non hanno risposte credibili o condivisibili sul piano tecnico-scientifico. E se anche ci fosse una stupida regola ad autorizzare a parlare di vaccini solo i dottori, allora si potrebbe tranquillamente parlare di "dittatura sanitaria".

Ma allora perchè ho deciso di vaccinarmi pur non essendo convinto della cosa? Perchè ho accettato di esonerare da responsabilità civile e penale uno Stato straccione ed una casa farmaceutica multimiliardaria, firmando quello che viene chiamato ridicolmente "consenso informato"? Perchè ho accettato di rinunciare ad una parte dei miei diritti sacrosanti in cambio di una solo apparente diversificazione sociale? 

Ho accettato il ricatto di Stato se voglio continuare a lavorare senza sentirmi violentato da una bacchetta infilata sino al cervello da un operatore sanitario incattivito e vendicativo. Non sono convinto che il vaccino funzioni come dovrebbe, se non altro è poco efficace se dura così poco rispetto ad altri ben più collaudati e sicuramente nessuno sa quali saranno gli effetti dannosi nel lungo periodo.  

La realtà è che, dopo molti anni di battaglie contro i muri, sono stanco ed ho esaurito le forze. Sono stanco di battermi per una massa di unani che purtroppo o per fortuna meritano libertà e diritti. Ho esaurito le forze, deposto le armi, ho perso e, prono, mi accingo a subire senza protestare, questo almeno è quello che voglio far credere, per non avere più certi problemi e continuare così il mio progetto di vita.

Certo è che inasprirò ancora di più il boicottaggio e lo sciopero della spesa già proclamato molti anni fa (in tempi non sospetti) e mai revocato. Sciopero della spesa! e non chiamatela decrescita felice per favore, essere poveri fa davvero schifo. 

Provo una sadica soddisfazione di sentire gli strali dei commercianti e degli industrialotti a starnazzare sulla contrazione dei consumi o sulla carenza di personale (leggi carenza di schiavi), bèh, è la soddisfazione meschina dei mediocri, ma del resto essendo stato relegato mio malgrado ai piani bassi, credo che mi posso permettere anche questa "vendetta" dei poveri.

Soddisfazione pari a quella che provo quando vedo gli operai licenziati davanti ai cancelli a protestare (dopo) senza prima mai aver ascoltato che li avvisava del pericolo, convinti che a leccare il culo ai padroni concedesse un qualche privilegio eterno. Certo è che chi ha il potere di decidere per noi, è riuscito perfettamente nell'intento di disgregarci e metterci l'uno contro l'altro, godendo dall'alto.

Come andrà a finire? Posso prevederlo leggendo la storia passata, ma di sicuro le cose non miglioreranno sino a quando non avremo toccato tutti il fondo... e si ricomincerà da capo esattamente come prima, in un loop infinito. 

Non cambierà mai nulla, per voi.

Ecco, io almeno ho la consapevolezza di aver perso tutto, libertà e diritti compresi, e lasciatemi almeno godere se assisto dalla sponda del fiume al passaggio di molti cadaveri. C'è un altra strada che seguirò e che ha funzionato in passato per delle popolazioni oppresse, invase e private di libertà e diritti... quale? e che lo vengo a dire a te? Alla prossima, ma anche no. 

P.S. Il lupo ulula, la pecora bela. Ripeto:  Il lupo ulula, la pecora bela.

P.P.S. voglio vedere l'AI di gùgol quanto ci metterà a bannare questo post. 

venerdì 19 novembre 2021

Tandil impermeabilizzante (istruzioni d'uso)

Ci sono dei momenti che, se avessi sottomano certi produttori o certi markettari che "progettano" l'etichettatura dei prodotti, mi sentirei in diritto di prenderli a schiaffi (per non dire altro) senza pietà, sicuro di fare del bene all'umanità intera. 

Qualche settimana fa, ho acquistato al supermercato ALDI (che attualmente ha preso il posto della Lidl nelle mie preferenze) una bottiglia di impermeabilizzante per tessuti, in forma liquida. Era in offerta dato che sembra non se lo comprava nessuno. Tandil EINWASCHIMPAGINERER (eh?) 250ml prodotto per ALDI S.r.l. Verona codice a barre (credo) 4099200120799 che è il numero che è riportato nelle vicinanze del codice a barre, per cui presumo sia quello. Non fosse stato per l'etichetta del prezzo esposta nello scaffale, con breve descrizione, non ci sarei arrivato a capire cos'era.

Ho l'abitudine e la necessità, di impermeabilizzare le borse da bicicletta. Mi serve proprio un prodotto che le renda impermeabili, dato che uso la bici come mezzo di trasporto esclusivo e le borse da viaggio mi servono per portare a casa la spesa. No, non sono un fricchettone ecologista modaliolo e nemmeno uno di quelli che una certa mentalità ignorante definisce "radical chic". Semplicemente credo di avere il dovere di lasciare l'ambiente alle future generazioni meglio di come l'ho trovato... io dò l'esempio senza pretese di essere copiato.  L'auto, una lussuosissima Mercedes d'epoca, euro zero, modello "falling apart", è in garage, ferma da pre-pandemia, e sto valutando di venderla (almeno per 100 euro spero)...auto ferma, in parte per coscienza ecologica, in parte perchè non ho soldi per mantenerla (il lockdown mi ha assassinato la batteria), ma soprattutto ferma perchè non mi va di farmi rimproverare e bacchettare da una mocciosa autistica (che in fin dei conti ha pure ragione) con al seguito una moltitudine di bimbi minkia figli di papà, io sono meglio di lei, tra l'altro da molto, molto, molto più tempo di lei, per cui non accetto lezioni, casomai il contrario. 

La bottiglietta acquistata, è finita su uno scaffale di casa, in attesa di utilizzo. In questo periodo iniziano i primi freddi e le prime piogge, i primi nebbioni e le pioggerelline che non si capisce se è acqua fina, umidità grossa o in certe ore piccolissimi fiocchi di neve,o cristalli di ghiaccio in sospensione nell'aria. 

Fatto sta che non è certo carino tornare a casa e trovarsi le confezioni in cartone tutto umidiccio e molloso per la condensa. Urge che le borse siano stagne per bene, anche perchè le promesse dei produttori di borse non sempre sono mantenute, dato che l'acqua entra dalle cuciture quasi mai termo saldate o sigillate.  

L'impermeabilizzante idrorepellente mi serve proprio, davero davero. Tempo fa ho acquistato un impermeabilizzante in bomboletta spray, presa in un negozio di articoli per il campeggio. Con quello che ho speso, credo che il rivenditore se ne sia andato immediatamente in ferie ai caraibi o immediatamente in pensione anticipata a vivere di rendita. Lo spray inoltre non mi piace molto in quanto gran parte del prodotto viene disperso nell'aria, uno spreco enorme ed un ulteriore inutile inquinamento aggiuntivo. 

Il liquido è meglio. C'è un problema però (e ti pareva).... la confezione riporta tutte le scritte in austriaco e svizzero ed io che mastico a malapena l'inglese ho qualche difficoltà. Vado in rete a cercare qualcosa ma.... nulla, niente di niente, nessun demente che abbia pensato di pubblicare qualcosa, manco il rivenditore. Mi sono fatto una cultura su come stendere la guaina impermeabilizzante in terrazzo, dato che l'AI di gùgol è scema e restituisce risultati a caxo!, ma di istruzioni per usare il liquido impermeabilizzante liquido della bottiglietta  Tandil niente di niente. 

Decido allora di scrivere all'Aldi, vado nel loro sito, cerco la sezione "Contatti", inizio a fornire, non senza preoccupazione, una quantità industriale di dati personali, pensando che la raccolta degli stessi ai sensi del GDPR non dovrebbe essere sproporzionata rispetto alle finalità della raccolta stessa.... vabbè, non ho l'obbligo di dare dei dati "accurati", a parte la mail per le risposte che può essere anche "disposable". Mi chiedono la data di acquisto (e chi se la ricorda?) ed il codice a barre... lo cerco non senza difficoltà, dato che le barrette stampigliate sull'etichetta non hanno sotto il corrispondente codice numerico e mentre scruto con attenzione l'indecifrabile etichetta scritta in klingon, mi accorgo di un logo sospetto.

In un angolino dell'etichetta, in basso, sotto il numero che deduco possa essere il codice a barre, sotto il simbolo di un cassonetto per la raccolta dei rifiuti, sotto un triangolino ed una freccina ricurva che ricorda intuitivamente un qualcosa da sollevare,  c'è una serie di ovali che racchiudono le sigle CH IT HU SI. Bingo! IT lo riconosco! è l'abbreviazione della mia lingua! Deduco che ci sia un qualcosa da sollevare. Provo con l'unghia a tentare di staccare l'etichetta et voilà, l'etichetta si stacca, rivelandone un altra sottostante, ben incollata al contenitore. L'etichetta che si stacca la puoi rimuovere, per comodità di lettura, ma poi devi ri-appiccicarla, altrimenti quella sotto rimane appiccicaticcia e poco gradevole da maneggiare, praticamente una calamita per sporco e polvere. 

Ecco!!?? ma... siete deficienti? Ci fate o ci siete? Una sotto etichetta nascosta? ma chi è quel deficiente cretino al quale è venuta in mente una cosa simile? Non è per caso che a qualcuno in produzione è venuta l'idea di etichettare una sola volta per tutte, comprendendo tutte le lingue  e risparmiando sui costi di produzione vero? L'etichetta multistrato, a pagina di libro, l'invenzione del secolo!! Sti micragnosi, taccagni, tirchi ed avidi di margini di profitto, con azionisti cornuti al seguito e corredati di moglie troiona fancazzista con tanto di SUV da parcheggiare di traverso, occhialoni da sole, pelliccia e cagnolino rabbioso.

Ecco, trovo le istruzioni in italiano:

IMPIEGO: Attenzione!! Non utilizzare contemporaneamente detersivo ed impermeabilizzante! 

Dosi consigliate: 100ml per un Kg di biancheria asciutta. 

praticamente 2,5kg di biancheria in totale per una bottiglietta da 3 euro. Vado avanti a leggere, ma, ma... immediatamente mi preoccupo... 

Istruzioni per lavaggio in lavatrice! lavare i vestiti come da suggerimento del produttore. Lasciare i vestiti nella lavatrice e rimuovere  con uno straccio i residui di detersivo dall'apposita vaschetta. Successivamente versare l'impermeabilizzante liquido Tandil nella vaschetta pulita e lavare a 30° con il programma per capi delicati.

Ecco...non posso infilare nel cestello le mie borse da bicicletta che sono irrigidite, nel retro che "vede" i raggi della ruota, da un pannello in plastica. 

Istruzioni per il lavaggio a mano! Diluire l'impermeabilizzante Tandil in 5litri di acqua ed immergere i vestiti. Lasciare agire 20 minuti ca. Infine strizzare leggermente i vestiti e lasciarli asciugare come da abitudine.

...manco a scherzare, non ho una bacinella così grande per l'ammollo, di strizzare le borse manco a pensarci...e poi... 250ml? tutto per 5 litri di acqua? boh. Proseguo con la consultazione dell'etichetta con le istruzioni in italiano e...finalmente un indicazione utile! 

Impiego puro: in caso di tessuti non lavabili come scarpe, tende, etc, impregnare con l'impermeabilizzante una spugna o un panno senza peli ed applicare in modo regolare sul tessuto. Rimuovere le tracce di prodotto con un panno umido. Non è necessario ripetere il trattamento. 

OK, anche se... restano più dubbi che certezze.  Dovrei rimuovere le tracce di prodotto dopo l'applicazione? Forse si intende quello in eccesso che non impregna il tessuto. Scarpe e tende sono lavabili... forse intendono non lavabili con i metodi precedenti (per i motivi che ho esposto). Vabbè, meglio che niente.

C'è anche un problema, almeno con me... perchè mi vieti di usare l'impermeabilizzante con il detersivo, senza spiegarmi il perchè? lo sai che ora hai scatenato la mia curiosità e proverò a farlo per verificare se c'è una reazione chimica esplosiva o perlomeno esotermica? il SODIUM PYRITHIONE ed il LAURYLAMINE DIRPROPYLENEDIAMINE CON COSA REAGISCONO? Io non lo so ma se lo scopro preferirò tenermelo per me e costruire un ord*gn* chimico  per sterminarvi tutti, unani imbecilli. Alla prossima, se sopravviverete. 


P.S. la mela è velenosa. Ripeto: la mela è velenosa.


giovedì 11 novembre 2021

un medico terra terra

E' opinione diffusa che i "medici di base" siano "quelli che non ce l'hanno fatta" ad affermarsi come professionisti stimati da colleghi e pazienti. La percezione è simile a quella che si ha con le "prestazioni della mutua", nonostante quest'ultime vengano incensate come "eccellenti" dai soliti politici di turno. L'ambulatorio comunale diventa pertanto il posto statale, sicuro, dove è lo stato che ti assicura sino ad un massimo di 1500 clienti pazienti, un comodo ripiego ove rifugiarsi, la retrovia della mediocrità ben nascosti dietro la pochezza professionale. Qualcuno poi divide l'attività ambulatoriale con l'esercizio privato. Di certo l'impegno profuso nell'esercitare la professione come "statale" non è quello che si riserva se si opera nel settore privato ed i risultati di questa sciatteria professionale si vedono e, per noi troppo pazienti, si toccano pure. 

Scambiare una psoriasi per una malattia fungina è un attimo, specie quando la terapia ordinata non è preceduta da una visita... il paziente riferisce prurito... non guardo nemmeno... sarà sicuramente un fungo... 30 secondi netti e la ricetta è pronta, arrivederci, grazie, avanti il prossimo. Stesse conclusioni con l'orticaria.... fungo sicuramente. E così si va avanti per mesi e mesi ad assumere inutili farmaci che non risolvono il problema. Riferisce mal di schiena? Antidolorifici! Febbre? Antipiretico! Dolori muscolari? Antiinfiammatori! Mal di testa, stanchezza e nausea? Antidolorifici, integratori e gastroprotettori. semplice no? Così il medico lo so fare pure io. Non si spiega perchè serva un'abilitazione.

Il covid poi ha complicato (per noi) le cose. Per gli operatori della sanità è un occasione straordinaria per poter lavorare ancora meno di prima. Si riceve solo per appuntamento, ma per prendere un appuntamento occorre prima telefonare (via mail manco a parlarne)... e se all'ambulatorio non risponde nessuno?? si va lo stesso di persona per poi prendere una valanga di improperi per non aver telefonato.

Gli orari... l'ambulatorio apre (dovrebbe aprire) alle 07:00 ed è quello l'orario scelto da molti, privi di appuntamento, per evitare le file, magari anche perchè qualcuno alle 8 deve andare a lavorare. Il medico di base arriva alle 7:45 e prima di aprire la porta si sofferma a insultare i presenti, rei di essersi presentati senza appuntamento... e del suo ritardo non ne parliamo? 

Se telefoni per prenotare il medico di base ti dice...venga domani. Tu vai, alle 7 di mattina per evitare le file e ricevi in cambio una serie di insulti perchè lui aveva detto dopo le otto... non me lo aveva detto (altrimenti non mi sarei svegliato alle 5), ...si te lo avevo detto... e si va avanti così sino allo scontro verbale.

Certo è che se l'orario di lavoro è alle 7:00, gli appuntamenti iniziano alle 7:00, non alle 8:00 perchè prima di cominciare le visite devi prepararti il thè giapponese rastrellando il tuo giardinetto zen, suonare il basso elettrico o il clarinetto o cazzeggiare in affanno con gli adempimenti mal organizzati. 

E poi... tutti gli appuntamenti sono fissati allo stesso orario, alle 8, che lui arriva non alle 7 (orario di apertura) ma alle 7:45. Così ci si trova in 15 o 20 tutti assieme, assembrati fuori dell'ambulatorio ad aspettare all'aperto, e se piove o fa freddo...

Di visite manco a parlarne... si entra e ci si siede ad un tavolino davanti ad una barriera di plexiglas improvvisata, ove prima c'era una porta e lui dall'altra parte di una scrivania che a sentire quello che dice occorre avvicinarsi e spesso non si capisce cosa ha da dire. La barriera inoltre non agevola fisicamente lo scambio degli immortali documenti cartacei... occorre infilarli fra lo stipite della porta e la lastra di plastica. Se la stampante non stampa allora i documenti te li manda via e-mail da un mittente no-reply ovviamente. Poi a casa scarichi le ricette e quando prenoti al CUP ti dicono che se non hai il consenso informato non si può prenotare, per cui devi ri-telefonare al medico smemorato, sperare che risponda, chiedere appuntamento, fare la fila con gli altri convocati allo stesso orario... ma è questo il modo di trattare le persone? 

E noi?? costretti per anni ed anni ad ingoiare antiinfiammatori, antidolorifici, pastiglie varie, ci preoccupiamo del nostro fegato costretto ad un super lavoro. Timidamente proviamo a chiedere un alternativa naturale... terapia a base di cannabis? Ah, no! (sorrisetto ebete) lei guarda troppa televisione... lasci perdere... per caso lei è un hippy?? CAXO!! siamo arrivati a questo livello di ignoranza bigotta!??

Di certo, questi personaggi abilitati sono in prima linea per prescrivere farmaci, alleviare i sintomi e stop. Visite in ambulatorio? No, basta la parola, il paziente riferisce, stop. Di visite a domicilio manco a chiedere, non si muovono nemmeno se il paziente non si può muovere. Se ti sei beccato una brutta influenza, hai la febbre, dolori muscolari, costipazione e brividi... devi eroicamente andare in ambulatorio a contagiare tutti i presenti. Un assaggio lo abbiamo già avuto... se riesci a telefonare... tachipirina e vigile attesa. Se peggiori, ti manca il fiato, fatichi a respirare... chiama il sacro numero verde che forse qualcuno risponderà. Imperativo stare male e peggiorare solo in orario di ufficio, un orario ristretto dai ritardi cronici o dai seminari scientifici alla macchinetta del caffè, e sperare che qualcuno risponda, se gli và. Hai più possibilità di avere un aiuto se chiami il Gabibbo o capitan ventosa.

No dai, comunque c'è la guardia medica e poi il pronto soccorso... si certo, sulla carta tutto funziona a meraviglia.... poi... in pratica.... quando non si trovano soluzioni, l'ingegno italico dà il meglio di sè... tutorial su youtube, medicine alternative, terapie sciamaniche, fai da te, darkweb o deepweb per i medicinali oppure dai cinesi che si trova di tutto, basta chiedere. Scienziati di sta cippa...vaffanchiulo! Alla prossima.  

P.S. tachipirina e vigile attesa. Ripeto: tachipirina e vigile attesa.



venerdì 5 novembre 2021

remember, remember the fifth of november

 remember, remember the fifth of november.

https://anonitaly.blackblogs.org/2020/11/05/5-novembre-2020/ 

P.S. il gallo canta, il pulcino non ha piume. Ripeto: il gallo canta, il pulcino non ha piume. 

martedì 19 ottobre 2021

Termoconvettore ARDES mod.465 (ri-AGAIN!!!)

E siamo a quattro.... quattro riparazioni per lo stesso modello di termo convettore, maledetto, stramaledetto ed ancora maledetto!!!! 2013, 2017, 2019, 2021... Guarda che io non mollo, puoi andare anche in mille pezzi, andare a fuoco, frantumarti, suicidarti... ma io tengo duro e ti rimetto insieme tutte le volte, costringendoti a lavorare per tutta la vita, anche nell'aldilà, maledetto di uno stramaledetto.

Stavolta cosa è successo?  stavolta ci hai provato a fregarmi. Un doppio problema: condensatore (1 microfarad 450 volts nominali ma misurato a 0,35  microfarad) ed avvolgimento di spunto del motore asincrono (filo giallo) interrotto. Tutto qui?

C'eri quasi riuscito, maledetto di uno stramaledetto ciòttolo maledetto. Credevi di lasciarmi al freddo vero? Invece io ti ho convertito e degradato a semplice ventilatore per far circolare l'aria della stufa a legna, maledetto ed inutile ciòttolo, figlio di un progettista demente e divoratore bulimico di energia elettrica. Ti ho amputato la resistenza di riscaldamento, diversamente utile, e la trapianterò in qualche altro corpo più degno di te. Ti ho già sostituito le gambe con due protesi in legno.  Ti ho sostituito il motore ma anche quello verrà riciclato senza bisogno che tu ti senta utile, è solamente grazie a me, non a te, stramaledetto ciòttolo guastatore della serenità altrui. Pensi di frantumare la plastica? Imbecille!, ho adottato un generatore di organi 3D, da creare e trapiantare all'infinito. Pensi di guastare l'elettronica? Con chi caxo credi di avere a che fare?

Ecco, così impari. Nemmeno le viti di chiusura ti meriti, solo un giro di nastro adesivo, così posso aprirti ed operarti quando mi pare, dove mi pare e senza anestesia. Ti attacco al muro e ti condanno a funzionare ancora ed ancora, all'infinito, senza speranza di andare in pensione a trovare i tuoi amici fancazzisti, che si riuniscono nel ritrovo del dopolavoro RAEE. Schifoso maledetto, io non acquisto rifiuti e tu non sei destinato a diventarlo (anche se è da lì che provieni). Lavora, schiavo maledetto!. 

P.S. tuo fratello che ti ha donato il motore e che ha pensato bene di guastare anche lui il condensatore... non pensare che se ne stia fermo lì all'infinito... stessa sorte anche a lui.  Alla prossima, nel 2023, maledetto!

P. P.S. la mela è acerba, l'uva uvetta. Ripeto: la mela è acerba, l'uva uvetta.

lunedì 11 ottobre 2021

L'eccellenza sanitaria delle ULSS

Venerdì 8 ottobre ricevo nella cassetta delle lettere una busta proveniente dall'ULSS di zona. Apro... contiene una prenotazione (che non ho mai richiesto) per il giorno martedì 5 ottobre... la cosa ancora più strana è che la data della prestazione è del 5 ottobre alle ore 10:11 ed il primo appuntamento del ciclo di interventi è fissato a partire dallo stesso giorno alle ore 10:15 ...questa sì che è un eccellenza sanitaria! Prestazione erogabile solo dopo 4 minuti dalla richiesta!!

Mi sa che l'operatore ha combinato il solito pasticcio, ingarbugliando ancora di più la già precaria situazione delle prenotazioni in piena pandemia ove i tempi di attesa per le prestazioni "urgenti" possono superare anche l'anno di attesa. 

Decido di chiamare per avere chiarimenti, al numero verde che sembra l'unico disponibile e l'unico suggerito cone "competente" dall'operatore del centralino dell'ospedale. Compongo il numero ed inizia la lotteria degli instradamenti, con opzioni che non servono e dove è sempre assente quella che serve, tipo "premere x per parlare con un operatore". 

Alla fine della sequenza di instradamenti, l'immancabile voce registrata di attesa, dato che sembra gli operatori sono tutti occupati.... a fare che cosa non si sa (ma lo sappiamo da quando potevamo osservarli allo sportello pre-pandemia).

Buongiorno, lei ha scelto di prenotare una prestazione in regime sanitario nazionale.

la preghiamo di attendere per non perdere la priorità acquisita

la informiamo che  in base alla normativa vigente è possibile presentare disdetta con almeno 2 giorni lavorativi prima delll'appuntamento. In caso contrario, verrà addebitato il pagamento dell'intera prestazione anche se esente.

resti in attesa verrà messo in attesa con il primo operatore libero oppure le verrà offerta la possibilità di lasciare il numero per essere richiamato

passano 20 minuti e la cantilena cambia in:

ci scusiamo ma i nostri operatori sono tutti occupati. digitare il numero dove essere richiamato seguito dal tasto cancelletto.

Perfetto, so già che (forse) verrò richiamato, fra qualche giorno o nelle loro pause che mai coincidono con le mie... pretendendo ovviamente la mia disponibilità... la mia ovviamente.

Mi sorge un dubbio però... se volessi disdettare la prenotazione, sarei costratto a pagare l'intera tariffa? Disdire con 2gg di anticipo una prenotazione fissata in un arco temporale di 4 minuti e comunicata con tre giorni di ritardo... proprio non saprei come fare a meno di non tornare indietro nel tempo. Ma mi sa che anche stavolta la burocrazia farà il suo corso, con questo nuovissimo metodo per raccattare un pò di spicci da noi poveracci e riportare in attivo le casse già spolpate a dovere dai soliti ignoti. 

Già sappiamo come fanno per diminuire i tempi di attesa e dimostrare l'eccellenza della sanità, calcolando i tempi dalla prenotazione all'erogazione del servizio. Tu chiami, ti dicono che ti richiamano perchè non hanno date disponibili ed a distanza di molti mesi lo fanno, per fissarti l'appuntamento a poche settimane. In questo modo i tempi di attesa per le loro statistiche tornano magicamente nei limiti della tolleranza (sulla carta). Ma con questa prestazione fissta dopo solo 4 minuti dalla prenotazione battiamo qualsiasi record. Mi sa che è un altro trucchetto per la media matematica, con a corollario il pagamento dell'intera prestazione impossibile da disdire.... dei veri geni. Complimentoni.

P.S.  il paziente, dice il primario, è un asino. Ripeto: il paziente dice: il primario è un asino.

martedì 14 settembre 2021

Apple MacBook battery A1185 (autopsy)

Mi sono deciso alla fine di disassemblare una batteria di un MacBook, modello A1185 10,8Volts 55Wh (prodotta il 10 luglio 2012), per vedere se si possono recuperare le celle al litio da riutilizzare per qualche progetto. Come c'era da aspettarsi, i prodotti della mela sono qualitativamente "superiori", c'è poco da dire. Nel pacco batterie, infatti, si notano una maggiore attenzione e qualità dei prodotti utilizzati e delle soluzioni adottate (il che però spiega solo in parte il costo esorbitante dei loro ciòttoli). 

Smontaggio: L'apertura è semplicissima... delle viti attorno al pacco agevolano l'apertura dell'involucro bianco. All'interno, una serie di 6 celle Li-Ion 606168-C 9,4Wh (probabilmente 2500mAh), spessore 6mm, che le rendono perfette in tutte quelle situazioni dove lo spazio scarseggia. Ogni cella è incollata al suo posto con del nastro biadesivo trasparente, particolarmente tenace. Inutile tentare di fare leva con una spatola o peggio con un cacciavite, perchè si rischia concretamente di piegare le celle, danneggiarle, mandarle in corto con concreto rischio di incendio. 

Per toglierle, occorre munirsi di uno spray sciogli etichette, che agisce ammorbidendo l'adesivo, ed attendere che faccia effetto. C'è poi da scollegare le celle, i cui terminali sono saldati a punti... tagliare le piattine rivestite in kapton è l'unica soluzione, dopo aver tolto anche la quantità industriale di striscioline adesive isolanti. Possibilità di auto riparare questa batteria? con l'attrezzatura giusta, da 1 a 10 direi 5 o 6.

Protezione: Il controllo carica/scarica è affidato al BMS in corso di analisi, anche se non ho molte speranze dato che la mela usa spesso chip proprietari dalle sigle indecifrabili e dal data sheet introvabile. In serie ad ogni batteria c'è un componente marchiato LC77AY-1. E' un disgiuntore termico (assente nei pacchi batterie dei portatili "normali") o anche un "fusibile" ripristinabile se vogliamo chiamarlo così per capirci meglio.

LC Mini-Breakers (Miniature Thermal Cutoff Device)

Bourns LC Mini-Breakers (Miniature Thermal Cutoff Device) feature a low current type, overtemperature and overcurrent protection for lithium polymer and prismatic cells, and controls abnormal, excessive current instantaneously. 

Le celle: vengono sottoposte ad un ciclo completo di carica - scarica - ricarica che dura 24 ore, per misurare alla fine la capacità effetttiva di ogni cella e verificare quali sono recuperabili e quali da mandare al riciclo...poco meno di 10 anni di utilizzo... forse è una speranza vana. Credo che le utilizzerò per delle telecamere wireless auto costruite, che consumano un inezia garantendo una discreta autonomia di funzionamento 24/24 7/7. Devo solo cercare un BMS che abbia alloggiato anche una presa USB-C per la ricarica al volo. Mi sto divertendo come un bambino in un negozio di giocattoli. Alla prossima. 

P.S. il merlo ciurla nel manico. La fontana è a secco. Ripeto: il merlo ciurla nel manico. La fontana è a secco.

venerdì 10 settembre 2021

Teslacigs WYE II 86W TC Box Mod (riparazione)

Questo argomento è tabù per l'AI di gùgol. Quando si parla di apparecchiature elettroniche in grado di vaporizzare del glicerolo, il bot diversamente intelligente artificialmente di gùgol va in allarme, in quanto crede si stia parlando di quell'argomento che tratta prodotti sui quali lo stato italiano detiene i monopoli anche se pare sia dannoso per la salute sino a provocare la morte di chi ne fa uso. Scusa se sono vago ma non voglio rotture di c*glioni a spiegare ad un bot, come già successo in passato, che si sta sbagliando, con esiti ovviamente a me sfavorevoli visto che spiegare delle neanche tanto sottili differenze ad una stupida macchina è dura. 

Mi consegnano questo aggeggio (chiamiamolo così) sul cui display O-led compare una scritta inesorabile... l'apparecchio è in corto, ovvero guasto, ovvero è da buttare, ovvero nessuno è disposto a ripararlo mentre in rete esiste una nutrita flotta di pirati pronti a vendertene uno nuovo, più meglio, più costoso ovviamente....sanquisuge di portafogli altrui. Il disastro è avvenuto mentre l'utilizzatore era in ferie, lontano da casa e pertanto non c'è stata altra scelta che farsi rapinare volontariamente e comperare un sostituto, il primo che si trova a tiro... buon per lui, il commerciante felice dal fatturato di giada. 

Affronto la riparazione con la rassegnazione che, se è guasta l'elettronica, non c'è molto da fare, ma anche con la curiosità di vedere cosa c'è dentro e capire se in futuro conviene o si può aggiustare. 

Per aprire questo modello occorre svitare quattro viti (Torx), due in prossimità dell'attacco dell'atomizzatore e due dentro il vano batteria. Aiuta molto avere dei cacciavitini usati per la riparazione di alcuni modelli di smartphone. L'aggeggio si separa in due parti. Appena aperto un sospiro di sollievo. Il guasto è solo un filo staccato, quello della massa (il negativo), frutto di una saldatura pedofila (fatta coi piedi :-).


Per risaldare il contatto (una scodellina metallica placcata oro) occorre toglierla dalla sua sede, altrimenti il calore dello stagno fuso fonde la plastica costringendo a buttare tutto. Occhio alla molla. Un abbondante dose di flussante, mano ferma, temperatura e tempi di saldatura calibrati dall'esperienza ed il contatto è ripristinato. Con l'occasione sarebbe stato bello dare anche una lavata al contenitore con acqua e sapone neutro, data la sporcizia naturalmente accumulata in anni di utilizzo. Per fare questo però, bisognerebbe dissaldare tutti i fili di collegamento e togliere l'elettronica... ho preferito di no, la regola è mai toccare quello che funziona e procedere solo se non si teme di spaccare qualcosa e perdere definitivamente l'oggetto. Così ho ovviato sfregando le parti esterne ove si annidano i pelucchi con uno spazzolino da denti, usato... non li buttate in discarica vero?

Collaudo positivo, con una batteria al litio di recupero. Funziona!! 50 euri risparmiati, da destinare a qualche bolletta, del pane, un pò di latte, frutta verdura, carne (un lusso) ed un pò di comfort food che tanto risolleva lo spirito facendoci sentire ricchi come sceicchi. Anche la soddisfazione per il ripristino della funzionalità azzoppata non è poco ma con solo quest'ultima non si mangia poi molto. Alla prossima.

P.S. L'incendio è spento. Ripeto: L'incendio è spento.

giovedì 9 settembre 2021

HP Li-Ion battery autopsy

Carta, vetro, plastica, metalli ferrosi, medicinali scaduti, batterie esauste e RAEE.... in due parole... rifiuti, ovvero un costo per noi e ricchi profitti per le eco-mafie. Dall'ultimo giretto all'ecocentro per consacrare il consumismo, esco con tre batterie da computer portatile, fiducioso della possibilità di recuperare qualche cella ancora funzionante, adatta ad alimentare qualche progetto in corso. Si, sono povero e non mi posso permettere di acquistare nulla e mi tocca frugare nei cassonetti. Ho dovuto lasciare sul campo una vaporella lava pavimenti (mi  serviva), un rasaerba elettrico (caxo! mi serviva la scocca e la lama!!), una lucidatrice per pavimenti (me la dovrò costruire) ed altri ciòttoli recuperabilissimi. Mi viene da piangere ma pazienza, proprio non me la sono sentita di confrontarmi con il lavoratore sceriffo categoria protetta, non particolarmente dotato di neuroni funzionanti, ovvero il poveraccio di turno investito dell'autorità per insultare e vessare i più poveracci di lui.. 

Le batterie da computer portatile sono difficili da riparare (inteso come sostituzione delle singole celle) e sono costruite in modo che non sia possibile aprirle senza rompere il contenitore (o peggio la guaina delle celle stesse). E' meglio lasciar perdere se non si conoscono i pericoli associati all'apertura di pacchi batterie al litio (è pericoloso, molto, più di quanto si immagini). 

Spesso il PC dove sono alloggiate si rifiuta di ricaricarle, è il firmware che comanda, sperando che l'algoritmo che le governa sia efficiente dato che le chiamano "smart batteries" (che di smart hanno ben poco). Non sempre è così. A volte qualche cella difettosa rende tutto il pacco inutilizzabile (è una giusta precauzione), a volte si guasta il BMS, a volte è l'esaurimento per intenso (o errato) utilizzo a decretare il fine vita del pacco batterie. Fatto sta che statisticamente, qualche cella si salva fra le  6 od 8/9 celle presenti nel pacco e collegate secondo lo schema 3/4S 2P. Devo ancora indagare se il BMS è recuperabile e riutilizzabile in modalità "stand alone" o se è possibile "dialogarci", magari per scoprire che qualche contatore ha raggiunto il limite imposto dal produttore per decretare la morte "d'ufficio" della batteria (maledetti schifosi). 

Vediamo un pò, curiosando all'interno con un analisi visiva, alcuni dati:

1) Batteria HP 10,8V series HSTNN-IB51 da 47Wh. Purtroppo il BMS non ci fornisce molte informazioni in quanto i chip sono ricoperti di resina ed il connettore non è serigrafato per capire quali segnali porta. Le celle Li-Ion, ricoperte da una guaina blu, riportano le sigle LGCS318650 - G2981036529 - IJ251D2S3. Grattando un pò i componenti è possibile intravedere alcune sigle. bq29330 7AKG4 (2-Series, 3-Series, or 4-Series Cell Protection Control) e bq20Z70PW 7AT (SBS 1.1-COMPLIANT GAS GAUGE ENABLED WITH IMPEDANCE TRACK™TECHNOLOGY FOR USE WITH THE bq29330), il processore che memorizza i dati e tramite il sistema smart battery comunica con l'host.  AT è il termistore nero con i due fili che terminano nella goccia che racchiude la resistenza variabile alla temperatura. I punti dove collegare la serie di celle sono contrassegnati con VG (zero o GND), VL, VM, VH e VP rispettivamente 4,8,12,16 volts ma il VH non risulta collegato per cui arriviamo a 12 volts.

2) Batteria CC06 Notebook battery HP 10,8V 55WhHP Spare 628670-001 CT 6BQMBC3B72R5X0 (assemblata a maggio 2012) LG PN HP011016-C2T23C01.  I chip sono diffifilmente leggibili, causa venice lucida... appena ho un minuto provo a ricavare qualcosa. Il connettore della batteria riporta la sequenza P+ D C OC T3 P- dove, per logica deduttiva, D=Dati (SDA), C=Clock (SCL) e T3 il termistore. OC non ne ho idea.... forse sta per "open circuit" o non connesso...boh. Ci sono ben 16 test point con cui giocare. Le celle, ricoperte da guaina arancione, riportano la sigla LGABC21865 - L097D066A2

3) Batteria HP HSTNN-LB60 14,4V 73Wh a 8 celle a guaina Viola con sigle LGDB318650 - I1704105815 - MF194D1B3. In questo batteria almeno due celle presentano evidenti perdite di elettrolito e misurano ai loro capi 14mVolts (decisamente morte). I segnali sul connettore, visto esternamente leggendo da sinistra a destra, presenta i seguenti segnali: P- (primi due pin) - B/I - ID - C - D  - P+ (ultimi due pin). Il chip più grande ha la sigla bq 2084DBT 94KG4 mentre quello nel lato opposto bq 29312APM 95K ovvvero il controller delle celle ed il processore.

Al momento le celle recuperate sono sottoposte a cicli di ricarica - scarica e ricarica, ci vorrà un pò per capire quali e quante recuperare ma sono fiducioso. Quelle arancione misuravano 3,7 volts, mentre le altre 2,4volts (entro i limiti), buon segno dai. 

Sto ragionano anche un termini di recupero dell'intera batteria. Con una stampante 3d si crea un nuovo guscio dove alloggiare le batterie (sostituibili), si riutilizza il BMS con il suo connettore e si ricrea il pacco completo "compatibile"...non male come ideona.

Alla prossima. 


P.S. le due faine sono nel pollaio al fresco. Ripeto: le due faine sono nel pollaio al fresco.

mercoledì 8 settembre 2021

Florabest FGS 10/9 mod. IAN 41808 (conversione da Ni-Mh a Li-Ion)

Mi sono deciso, dopo l'autopsia di questo Florabest 10/9 modello 41808,  di proseguire gli esperimenti per verificare se è possibile sostituire le batterie al Ni-Mh con un paio di Li-Ion 18650 al litio. 

Schema elettrico FGS 10/9: Ho ricavato, seguendo i fili, un paio di schemi per facilitare i collegamenti. Quello presente nel modello di fabbrica è il seguente:

Schema elettrico conversione al litio: Con la conversione al litio invece occorre prevedere alcune modifiche (poche per altro). Per la ricarica delle batterie sfruttiamo il trasformatore già in dotazione che eroga 9 volts in alternata. Con un ponte raddrizzatore ed un 7809 ci creiamo la tensione continua necessaria al BMS, da piazzare all'interno del contenitore delle celle o in caso di indisponibilità, un LM317 può andare benissimo. Lo schema dei collegamenti potrebbe essere il seguente: 


Per gli assorbimenti di corrente del BMS, in configurazione ricarica batterie, dovremmo essere dentro i limiti. Il 7809 supporta sino ad 1Ampère, mentre la corrente di ricarica regolata dal BMS dovrebbe attestarsi dai 200 ai 350mA, sotto i limiti, per cui... niente aletta di raffreddamento (errore...vedi aggiornamenti nel seguito). Ci sarà poi da "bestemmiare" per creare dei riempitivi che tengano in posizione le molle di contatto e per modificare il contenitore delle vecchie batterie al fine di alloggiare quelle al litio. Un altra serie di "bestemmie" in aramaico saranno necessarie nel selezionare i componenti elettronici del circuito di ricarica, sarà una bellissima sfida. Per quanto concerne il BMS occorre fare un paio di considerazioni per il suo dimensionamento. Dato che ormai tutti i bms in commercio, quelli cinesi, sono in grado di limitare la corrente in uscita al valore di progettazione, conviene sceglierne uno che sia di poco superiore al massimo assorbimento del motore a pieno carico. Meglio far intervenire il circuito di cut-off del BMS che rischiare di bruciare il motore, quest'ultimo difficilmente reperibile come ricambio (e sicuramente molto più costoso).

Realizzazione: Devo ancora realizzare delle prove pratiche, per vedere se con 8,4 volts (batterie a piena carica) il motore ce la può fare sotto sforzo (e sino a che punto). Prima di fare questo, dovrei dare una pulita, lucidata e lubrificata alle cesoie che, al momento, sono durissime a causa di un pò di ruggine, nonostante una parte sia trattata con l'anneritore e l'altra verniciata (male). Un'affilata a pietra e via. Più le cesoie saranno affilate e lucidate e minore sarà l'attrito, con conseguente vantaggio per i consumi del motore e dell'autonomia dell'elettro utensile. Per l'anneritore, visto che non ce l'ho ed è costoso più del rene che mi rimane, provo col ferox in grado di reagire chimicamente col metallo e creare una patina protettiva. Sconsiglio l'annerimento con l'olio, in quanto non è mai consigliabile "scottare" le lame temperate (però prima o poi dovrò fare delle prove).  

Me la sto prendendo comoda nel procedere, nessuno mi corre dietro. Ad ogni decisione che devo prendere, mi ritaglio il tempo per ragionarci su, per capire se ci possono essere delle soluzioni migliori. Ad esempio, se due 18650 non saranno sufficienti, potrei provare con tre in serie (cambiando BMS) ed un DC/DC converter regolabile, che mi riporti la tensione da 12 a 9,6 volts, sempre da inserire nel contenitore delle batterie....dovrebbe starci senza grossi problemi. L'obiettivo è di non alterare l'aspetto esteriore dell'apparecchio e contenere al massimo la spesa per la conversione. 

Come sempre, "prendere con le pinze" gli schemi pubblicati, potrebbero contenere errori che non correggerò nel post. Mancano ancora i risultati pratici...stay tuned. Alla prossima.

La medusa mangia i pescetti. Ripeto: La medusa mangia i pescetti. 

Aggiornamento 12 luglio 2021 - Funzionaaaaaa, è vivoooooo!! OK, l'assemblaggio del pacco batterie non ha dato i problemi ipotizzati, spazio ne rimane per eventuali upgrade (2S 2P per aumentare l'autonomia). L'unico neo è che il led rosso rimane acceso con le batterie inserite. Basterebbe uno spinotto con interruttore che esclude il led quando disinserito il cavo dell'alimentatore di ricarica (trovarne uno di recupero la  vedo dura ma non demordo). Ora manca da rifare le ruote di supporto e l'attrezzo è pronto per tornare operativo a nuova vita. Happy gardening!


Aggiornamento 14 luglio 2021 - Ed anche le ruote di supporto sono state realizzate. Ho preso un foglio di plastica (originariamente un espositore da negozio) dello spessore di 3mm e l'ho sagomato. Alla base ho incollato con la bicomponente due tubicini di alluminio (allargati con un taglio longitudinale) e dentro i quali ho fatto passare un perno recuperato da una stampante ad aghi. Le due ruote gommate (perfette) provengono dalla stessa stampante, dal rullo trascina carta. Ora si passa al collaudo sul campo. 

Aggiornamento del 26 agosto 2021. Dopo un periodo di utilizzo, un problema. Il 7809 è andato in fumo, cotto e bruciato, segno che le considerazioni precedenti sull'assorbimento di corrente in fase di ricarica erano errate. Ora ho deciso di realizzare un carica batterie esterno, togliendo dall'interno della cesoia i componenti elettronici, lasciando solo i collegamenti motore/batteria/interruttore e presa di ricarica. Per l'alimentatore sto ancora frugando nel ciarpame  di recupero per verificare se ne trovo uno da 9 volts 3-5 ampère (teniamoci larghi dai, a 6 volts in configurazione 2S, l'assorbimento di ricarica è di 1,85Ampère). In caso negativo, l'idea è quella di recuperare un vecchio alimentatore da portatile a 19 volts e collegarci uno step down DC-Dc converter da 3 ampère (ce l'ho!). Così posso utilizzarlo anche per l'arpirapolvere in corso di conversione che utilizza la stessa tensione e lo stesso BMS. L'unico "problema" sarà trovare un contenitore a prova di massaia...stay tuned.

Aggiornamento 30 agosto 2021: il contenitore per l'alimentatore l'ho trovato, una scatolina nera che ne conteneva un altro. Devo solo addattarlo un pò. Da una prima prova al volo, il DC DC converter sembra funzionare bene, anche se l'integrato LM2596S-ADJ scalda da matti. Il led rosso l'ho eliminato, non mi serve... dai che ci siamo. 

Aggiornamento 9/9/2021: l'originale proprietario ha trovato le ruote... vabbè, mi ero arrangiato ma appena le recupero, credo userò le originali. Ho terminato l'assemblaggio dell'alimentatore di ricarica. Ho recuperato l'alimentatore di un vecchio Acer a 19 volts 5Ampère ed in serie ho collegato uno step down converter cinese da 3Ampère, regolato a 8,9 volts (appena sotto la soglia di tensione per la ricarica, specifica per il BMS utilizzato). Collego il tutto e le batterie si ricaricano sino a 3,7 volts...poi tutto si spegne. Non ho compreso se sia dovuto al BMS che non si fida a caricare di più (boh), al massimo raggiungo 7,7volts totali. Poi ho un problemino non da poco... appena accendo la cesoia, la tensione droppa a zero come se ci fosse un corto... sospettando un assorbimento anomalo (o l'intervento del BMS che va in protezione) o un corto circuito interno, provo ad alimentare la cesoia con un alimentatore da banco, per verificare una volta per tutte gli assorbimenti di corrente del motore.

Alimentazione 9 volts limitati ad 1Ampère, a vuoto misuro l'assorimento del led rosso, 140mA. Allo spunto di avviamento, noto un picco di 1A, mentre a motore avviato l'assorbimento si attesta a 0,950Ampère. 

Alimentazione 7,4volts (3,7x2) stavolta con limitazione a 3Ampère. All'avvio noto un brevissimo picco che varia a volte sino a 2,5A o 1,1Ampère per poi attestarsi su 0,828 Ampère. Dovremmo esserci, anche se misurare la corrente in questo modo non è il massimo. 

Provo allora a ricaricare il pacco batterie con l'alimentatore da banco. Imposto la tensione di ricarica a 9 volts limitati a 3Ampère. La tensione droppa a 8,8 volts e dopo un pò l'alimentatore sembra spegnersi brevemente (un paio di secondi) per poi riaccendersi. Aumento la corrente di limitazione a 5Ampère. La tensione rimane stabile a 9 volts ma la frequenza di spegnimento e riaccensione si fa più rapida, erogando una corrente che si attesta sui 3,5Ampère. Non va bene. Il DCDC step down converter è da 3A nominali e così mi sa che gli sto tirando il collo... dovrò inventarmi un limitatore di corrente in uscita, stand alone, a parte.... altra complicazione, altra sfida.

Quindi? mi sa comunque che forse le due celle utilizzate (usate) sono da sostituire con qualcosa di nuovo, almeno per toglierci qualsiasi dubbio. Per provare il pacco batterie misuro la resistenza della cesoia assemblata, 2 ohm circa. Collego al pacco batterie una resistenza di potenza da 3ohm, dovrei misurare circa 2,5Ampère... in pratica il pacco eroga 2,2Ampère a 7,8 volts.  Con la resistenza di carico collegata la tensione droppa da 7,8 a 7,3 volts... ma allora le batterie sono ok! Cosa succede allora? non riesco a capire perchè con la cartuccia batteria assemblata, se accendo la cesoia il led si spegne e non succede nulla quando accendo. Forse un corto quando avvito il tutto? magari chiudendo il guscio della cesoia ho pizzicato qualche filo? Prima di ri-smontare il tutto per l'ennesima volta, collego al volo il pacco batterie con dei ponticelli e verifico.... la cesoia parte e funziona perfettamente...ma allora? checcaxo c'è che non va? devo avere qualche problema di contatto intermittente... infatti....il problema c'è. Le due lamelle + e - sono montate su un supporto che in origine ospitava le vecchie batterie Ni-mh. Il supporto è mobile, costruito in modo da essere tolto. Le vecchie batterie, per come erano assemblate, fungevano da "riempitivo di spinta". Senza quelle il contatto non era ben fermo e ciò spiega i problemi di funzionamento intermittente. Un abbondante pioggia di termocolla pare abbia risolto tutti i problemi. Ora la corrente di ricarica (a batterie quasi cariche) si attesta inizialmente a 1,2A e scende progressivamente, lentamente (ultima lettura 0,853A). Ancora non mi spiego come mai prima la ricarica richiedeva più di 3A...boh, mistero. Spero di aver risolto il problema, considerato che la cesoia mi serve per rifinire una siepe maledetta che sporge in strada. Al prossimo aggiornamento (se servirà).

I falchi volano ed i piccioni sono nel nido. Ripeto: I falchi volano ed i piccioni sono nel nido.

giovedì 2 settembre 2021

Montaggio di un disco LUKS su Ubuntu 21.04 via CLI

Cifrare il disco del proprio computer con LUKS (Nell'ambito della sicurezza informatica, il Linux Unified Key Setup, abbreviato LUKS, è un metodo di cifratura dei dischi rigidi) può essere una buona idea per una svariata moltitudine di ragioni, la prima delle quali è la riservatezza delle proprie informazioni (il tanto sacrosanto quanto calpestato diritto alla privacy). 

E' una tecnica utilizzata anche dai criminali che chiedono il pagamento di un riscatto (ransomware) in cambio delle chiavi per rendere leggibili i dati crittografati. Non è il mio caso, non sono un utonto tecnofobo che lavora nella PA. 

Può però essere un "problema"  (o una seccatura in più) quando occorre estrarre i dati dal disco, al volo, magari quando estratto e collegato ad un adattatore SATA/USB, magari su un altro PC linux (o peggio winzozz). 

Causa instabilità del sistema che utilizzo per "lavoro", dovuta alle scelte scellerate di un ingegnere testa di caxo che "lavora" in Canonical e di un ingegnere "cinese" che lavora in Nvidia (non so chi dei due sia peggio ma sempre ingegneri sono, quindi...), ho la necessità di accedere ai dati crittografati senza l'uso dell'interfaccia grafica ma a linea di comando (CLI: Command line interface). Con il tempo, l'uso di bottoni ed icone mi ha un pò impigrito, lo ammetto. Senza la rassicurante interfaccia grafica ci si sente un pò persi a volte. Nel mio caso si tratta solo di togliere un pò di ruggine ed ossido e si ritorna agli anni '90, quando a seguito di smadonnamenti in klingon, litri di caffè e nottate sulla tastiera (invece di andare a gnocche), alla fine si riusciva a mettere in piedi i sistemi. Ok, poche ciance e vediamo di dare una risposta alla domanda: come montare LUKS via CLI??

Risposta breve:

inserire il disco LUKS nella porta usb (non fisicamente, intendo il cavetto che va all'adattatore SATA/USB! daiiii....)

Con il comando dmesg (sudato se serve) vedere quale dispositivo a blocchi è stato assegnato al disco. In questo esempio si trova /dev/sdb1.

[  251.135935]  sdb: sdb1
[  251.139640] sd 6:0:0:0: [sdb] Attached SCSI disk

usare il comando udisksctl (dal pacchetto udisks2 - D-Bus service to access and manipulate storage devices)

Sblocco:

udisksctl unlock -b /dev/sdb1

il sistema richiederà la passphrase usata per crittografare il disco in fase di creazione (dimenticata? butta pure il disco oppure cercati un àcher). 

Digitata la passphrase, il sistema restituirà il nome del dispositivo sbloccato (es. /dev/dm-1)

Montaggio:

udisksctl mount -b /dev/dm-1

il sistema provvederà a montare il disco su una cartella predefinita (es. /media/qualcosa/qualcosaltro/dipende) sulla quale si potrà "navigare" e vedere i files in chiaro. 

Terminato il "lavoro" occorre smontare, sbloccare e spegnere il disco...semplicissimo:

Smontaggio: udisksctl unmount -b /dev/dm-1

Blocco: udisksctl lock -b /dev/sdb1

Spegnimento: udisksctl -b /dev/sdb1

...e così si può unpluggare l'unità dalla porta USB. Per le altre opzioni, si veda il manuale (man udisksctl da riga di comando) che in pochi leggono perchè preferiscono rompere i c*glioni in rete a chi l'ha già fatto, tanto è gratis, si fa prima ed è facile, alla faccia del rispetto sempre preteso ma raramente concesso. Alla prossima. 

il lupo perde le palle ma non il vizio. Ripeto: il lupo perde le palle ma non il vizio.

martedì 31 agosto 2021

USB device not accepting address error -32 [fix]

Da poco ho aggiornato la mia linux distro Ubuntu alla versione 21.04 e devo dire che sono già pentito. Ad ogni aggiornamento, mi ritrovo con gli stessi problemi cronici concentrati per lo più nella scheda grafica Nvidia FX1800M (GT215GLM), maledettissima (mai più nei miei sistemi) e con i driver nouveau (che ora non riesco nemmeno più a disabilitare perchè un ingegnère ha deciso che funzionano e non servono i driver proprietari).

Da qualche giorno ho notato uno strano messaggio di sistema:

[ 6873.054746] usb 2-1.3: new full-speed USB device number 18 using ehci-pci
[ 6873.119743] usb 2-1.3: device descriptor read/64, error -32
[ 6873.290737] usb 2-1.3: device descriptor read/64, error -32
[ 6873.457715] usb 2-1.3: new full-speed USB device number 19 using ehci-pci
[ 6873.522733] usb 2-1.3: device descriptor read/64, error -32
[ 6873.690726] usb 2-1.3: device descriptor read/64, error -32
[ 6873.793822] usb 2-1-port3: attempt power cycle
[ 6874.373717] usb 2-1.3: new full-speed USB device number 20 using ehci-pci
[ 6874.785710] usb 2-1.3: device not accepting address 20, error -32
[ 6874.849705] usb 2-1.3: new full-speed USB device number 21 using ehci-pci
[ 6875.265699] usb 2-1.3: device not accepting address 21, error -32
[ 6875.265798] usb 2-1-port3: unable to enumerate USB device

EH?? l'unica periferica dati USB collegata è una chiavetta per il mouse wireless... che sarà mai? Un oretta di smanettamenti ed indagini sistemistiche mi rivela il problema. Il messaggio potrebbe essere il risultato di un guasto hardware, di un driver o di un kernel buggato. Ma più probabilmente, e sostanzialmente, il messaggio è dovuto alla protezione nelle porte USB e viene attivato quando il consumo di corrente è troppo elevato. 

Nel mio caso? il colpevole è il collegamento della e-cig alla porta USB 3, per tenerla in carica. Strano ma vero, l'e-cig non è periferica dati. Con un misuratore provo a testare i valori di tensione e corrente. L'alimentazione, con l'e-cig collegata ad una porta USB 2, da 5volts droppa a 4,5, quando l'assorbimento in ricarica è a 420 mA. Provando a spippettare, la tensione scende ulteriormente a 4,34volts e la corrente sale a 500mA (limite massimo imposto dalle specifiche). 

Con una porta USB 3, in modalità ricarica e-cig, la tensione droppa a 4,9V con una corrente di 630mA. 4,89volts e 670mA quando si spipetta. Strano... le specifiche USB3 dovrebbero ampiamente essere superiori in termini di assorbimenti, ma forse è un problema di computer portatile e di elettronica progettata male dal produttore. E pensare che quando ho preso (nuovo) il portatile che ancora utilizzo a distanza di anni, non ho badato a spese, preferendo l'ultima generazione disponibile all'epoca... un vero salasso ma ne è valsa la pena. La durata media dell'hardware nel bunker-lab è di 10 anni. Alla prossima. 

P.S. il bar è polversoso. Ripeto: il bar è polveroso.

domenica 15 agosto 2021

Buon ferragosto

Oggi per me è come il Natale per voi umani. Oggi festeggio a modo mio. Mi concedo solo in questo giorno una bistecca gigante di carne rossa, cibo x cavernicoli, con peperoni al forno, zucchine grigliate e icnusa non filtrata a fiumi. I vicini non scelti diffondono "musica" tecno a palla che pare di essere al luna park. Oggi è la mia festa e voi poveracci non mi potete capire. Alla prossima. 

P.s. 

martedì 20 luglio 2021

Caricabatteria Telwin Nevada 11 (autopsia)


Da un pò di tempo, l'amperometro del caricabatteria Telwin Nevada 11 non segna più la corrente di ricarica. Decido oggi di smontarlo per vedere l'interno e capire cosa mai ci possa essere che non va. 

Il caricabatteria in questione è ad oggi venduto a circa 45 euri su ebai (60 euro su manomano!) ed ha un interruttore per la ricarica di batterie a 12 / 6 volts. Gùgol restituisce una valutazione delle recensioni ad oggi in rete, con l'esordio:"Caricabatterie Nevada 11, per la carica di batterie ad elettrolita libero (WET) con tensione di 6/12V, con protezione contro sovraccarichi ed inversioni di polarità. Dotato di amperometro."


4 viti a croce uniscono due valve di plastica. All'interno....una delusione totale. Trasformatore a due tensioni di uscita, ponte raddrizzatore da 200volts 25A ( il datasheet del ponte KBPC2502 è reperibilissimo in rete), un "amperometro" embedded (non sostituibile con quelli ad incasso) e basta. I cavi che escono non sono nemmeno fissati con un passacavo, nemmneo un nodo che eviti i danni da strappo accidentale, nulla, manco un condensatore di livellamento dopo il ponte raddrizzatore.

La lancetta dell'amperometro è fissata ad un lamierino che fluttua all'interno di un avvolgimento di rame smaltato, impossibile che si guasti qualcosa, strano che non funzioni in quanto la lancetta è libera da ostacoli... boh. fose si muove solo a correnti superiori a qualche Ampère. Vedrò di sostitire lo "strumento" con qualcosa di più preciso. 

Che dire... 45 euro non li vale di certo, men che meno 60 per 4 componenti ed un contenitore di plastica. Maaa... le batterie le carica? Certo che no, l'ultima SLA a 12 volt che ho collegato in carica... si sentiva l'elettrolita bollire all'interno... Quindi, dalla descrizione del genio del marketing fuffarolo truffatore...regolazione corrente? zero, ciclo di fine ricarica? zero, protezione da inversione di carica, zero, protezione da sovraccarichi? zero (a parte un fusibile da 7,5A progettato come "protezione" tuttofare)..... altre necessità ? Alla prossima. 

P.S. la mucca è pastorizzata. Ripeto: la mucca è pastorizzata.

mercoledì 14 luglio 2021

Torcia Power plus (autopsia, riparazione - Li-ion conversion)

Con i temporali tropicali di questi giorni, delle vere "bombe" d'acqua, che stanno flagellando il territorio, è ormai "normale" che venga a mancare la corrente e che, per ripristinare il differenziale, sia necessario optare per due alternative:

A) brancolare nel buio rischiando la vita nello slalom fra invisibili ostacoli vari

B) prendere una pila e dirigersi in sicurezza verso l'interruttore generale.

La soluzione A è quasi d'obbligo, quando la pila o è scarica o proprio non ne vuole sapere di funzionare. In casa, i più previdenti sono usi a disseminare alcune pile di scorta, da tenere sempre sottomano in casi di emergenza. Il problema è che ci si dimentica di caricarle periodicamente (causa naturale effetto di auto scarica delle batterie) o di collaudarle per verificare l'efficienza dopo un certo periodo di inutilizzo. 

In particolare, l'ultimo black-out ha evidenziato la morte di questa torcia portatile (Power +), presa non ricordo dove e pagata una miseria (sicuramente "in offerta" scontata, altrimenti non l'avrei presa causa il mio cronico periodo di povertà assoluta combinata con l'orami perenne sciopero della spesa). 

il Problema: anche dopo molte ore di ricarica, la pila non si accende. Sino a qualche mese fa emetteva un lampo iniziale e poi si spegneva. Prima ancora, l'autonomia è andata progressivamente scemando, sino ad arrivare a pochi minuti. Una progressione di sintomi che mi avrebbe dovuto allarmare, contrastata da un pò di pigrizia ed inerzia nell'agire. Quando era nuova emetteva un bel fascio molto luminoso, sopra la media della stragrande maggioranza delle pilette cinesi in commercio. 

L'alimentatore di ricarica: è un normalissimo alimentatore switching marca SPPS model S050-050-EU input 100-240V~50/60Hz 0,2A, output 5,0V cc 0,5A made in china.

L'apertura: Per accedere alle parti interne occorre svitare la ghiera frontale che tiene il "vetro" di protezione del led (spot led, composto da un unico led a punto singolo ad alta efficienza).

L'interno:  Si nota subito una basetta di plastica gialla, tenuta in sede con due viti con testa a croce ed una basettina elettronica (che comanda la dopppia luminosità) fissata anch'essa con una vitina più piccola sul supporto giallo. La batteria si trova in fondo, incastrata con un foglietto di spugna attaccato ad essa con un biadesivo. Una leggera trazione e la batteria esce senza difficoltà.

La batteria: è una batteria a 4 volts nominali, del tipo Sealed rechargeable lead-acid (SLA battery piombo acido), alta 6,5cm e con base 2x3cm circa. A guardare bene tanto "sealed" non è. In testa, in prossimità dei contatti positivo e negativo c'è un coperchietto apribile (non incollato o saldato) che copre due tappini di gomma azzurra. Quest'ultimi sono solo appoggiati su due aperture che permettono il rabbocco dell'elettrolita o almeno al momento credo, con  acido solforico anche se ho letto che il rabbocco va fatto solo con acqua distillata e mai con acido solforico. Quest'ultimo, al limite, lo si può reperire anche al 98% in alcuni marchi di sgorga lavandini che andrà opportunamente diluito e la soluzione usata solo per batterie SLA completamente "secche". La capacità in mAh non è dichiarata. Questa dovrebbe essere (dalle dimensioni) una 700mAh (credo)  per un autonomia dichiarata di 4 ore in alta luminosità. Fatto un calcolo, molto spannometrico, l'assorbimento del led non dovrebbe superare  i 150mA ma. con alcune prove e misurazioni pratiche, alimentando con 4 volt a bassa luminosità, il led assorbe 148mA. Aumentando la luminosità, la tensione droppa a 3,66 volts ed il led assorbe 207mA.

Al momento devo decidere cosa fare e mi metto subito all'opera per raccogliere un pò di informazioni:

  1. Rigenerazione delle batterie sealed lead acid. Ho visto un pò di tempo fa che qualcuno immette dell'acqua salata (con sale apposito, Epsom salt) per ripristinare la funzionalità di questo tipo di batterie. Prove già effettuate in passato non mi hanno entusiasmato, ma ho usato all'epoca acqua distillata. Di certo non voglio acquistare litri di elettrolita per usarne poche gocce (2 euro al litro!), alla peggio provo con lo sgorga lavandini (acido solforico al 98%). Aggiungendo acqua distillata in questa batteria, alla ricarica si nota assorbimento di corrente pari a zero, forse è proprio morta del tutto.
  2. Acquisto batteria di ricambio: In alternativa la si trova in rete su amazon india (la traduzione dei prezzi in dollari o euro sembra non funzionare bene) o anche su alibaba per meno di un euro.... più trenta euro di spedizione! Aliexpress la vende a circa 8 euro la coppia più iva.
  3. Conversione al litio. Basterebbe una singola 18650 Li-Ion ed un BMS 1S (magari 2P) 5€ circa per la batteria, qualche centesimo per il BMS che dovrà accettare i 5volts del trasformatore di ricarica fornito con la pila. 

Che faccio? Vorrei divertirmi un pò, acquistando un paio di BMs che al momento non ho sottomano, che alla fine mi sa che risparmio di più con la conversione al litio e mi posso assicurare più autonomia e ricariche meno frequenti. Alla prossima. 

P.S. la strega passeggia, il mago osserva. Ripeto: la strega passeggia, il mago osserva.


Trapano PT Tool mod.CD006 (parte 3 - autopsia motore)

Sono curioso come una scimmia. Tempo fa, avevo sostituito il motore del trapano cordless PT Tool CD006 con un motorino da stampante.... non adatto per coppia e numero di giri. Ho da poco trovato i fondi (dal 2017) per la sostituzione con il modello corretto (in sigla sono identificati come tipo 550) e finalmente mi ritrovo funzionanete un pesantissimo trapano con motore nuovo e batterie nuove (ancora al Ni-Cd per ora, finchè durano). Sempre meglio avere un avvitatore di scorta che dover continuamente cambiare inserto e punta da trapano. 

Ora, in questa giornata piovosa e grandinosa (addio vendemmia ed addio alle mie mitiche confetture di uva (e liquore) anche quest'anno), mi voglio togliere lo sfizio di vedere le differenze fa i due motori in CC e capire come mai quello del trapano si è guastato (perizia tecnica). 

Come dimensioni, i due modelli sono pressochè identici esteticamente, con alcune differenze. Il motore in CC del trapano ha un aletta di ventilazione all'interno e tre poli al posto dei cinque dell'altro. La sezione del filo che compone l'avvolgimento del rotore è (ovviamente) maggiore nel motore del trapano rispetto a quello della stampante. In entrambi i modelli, la dimensione dei magneti è identica e, apparentemente, con la stessa forza magnetica,  tenuti in sede con una molla a "V" che li spinge verso due incavi ricavati nel cilindro metallico che li alloggia. Ma, la causa del guasto?? Sembra che nel collettore a spazzole si sia raccolta una quantità di sporco, apparentemente polvere mescolata alla grafite micronizzata, che ha mandato in corto le lamelle di rame che separano gli avvolgimenti del rotore. Forse, con una buona pulizia, il motorino potrebbe tornare operativo, dato che gli avvolgimenti sembrano a posto, nonostante un lieve imbrunimento della vernice isolante che ricopre i fili di rame (segno di surriscaldamento).   Se l'ipotesi diagnostica è corretta, procederò con aggiornare i dati di assorbimento in corrente, per poter calcolare un BMS adatto con alimentazione a batterie al litio.

Ora, vorrei capire la regola che lega il numero dei poli con la coppia motrice, giusto per comprendere meglio cosa e come fare se volessi riavvolgere il rotore un motorino in CC e trasformarlo in uno più potente. Ripasso di elettrotecnica... sono troppo arrugginito, troppo (qualche anima pia si offre volontario per un ripasso?). Alla prossima. 


P.S. la calla è in fiore. Ripeto: la calla è in fiore.

lunedì 5 luglio 2021

Florabest FGS 10/9 (IAN 41808 autopsia)

In un incontro occasionale, noto, butttato in un angolo, una cesoia elettrica, abbandonata e dall'aspetto trascurato. "Che fai? la butti?" presa! non perdo occasione per recuperare e mettere da parte qualsiasi attrezzo a tecnologia avanzata (da altri). Florabest è un marchio di elettroutensili da giardino, distribuiti nei supermercati Lidl (da poco bannato per varie ragioni e dal quale sto alla larga, ultimamente). Sulla qualità di questi prodotti, per ora, non voglio sbilanciarmi, non prima di aver aperto ed osservato i risultati del reparto R&D soggiogato alle logiche del marketing. 

Qui stiamo parlando del modello Florabest FGS 10/9Articolo (o IAN) 41808. Non ho trovato molte foto in giro per la rete ma credo di aver visto che questo modello è dotato di ruote (trovate a 10 euro!! no, no, no, me le faccio da me con dei trascina-carta di una vecchia stampante, grazie)


Smontaggio: L'apertura dell'elettroutensile non è difficile. Viti a vista tengono unite le due valve di plastica verde, facendo attenzione a togliere anche quella microscopica posta in testa (perchè! PERCHEEE'!!!!!!?!!). L'apertura del guscio mettte in vista altre due viti che tengono uniti i due gusci neri (la terza è a vista, in testa). Niente clip di aggancio da scovare. Aprendo i due gusci verdi occorre osservare, prima di separarli totalmente, come è agganciato il pulsante meccanico (verde) e la leva accensione (nera) che contiene una molla (da non perdere). Dietro all'interruttore c'è l'aggancio meccanico per l'interruttore posto in testa all'asta removibile.

All'interno, niente di trascendentale. I collegamenti con cavo rosso e nero facilitano l'individuazione delle polarità +/- . L'attacco caricabatterie porta ad un misterioso e complicatissimo circuito di ricarica... con due resistenze, un diodo ed un led rosso. Il trasformatore a muro è un 9 volts 1200mAh AC, uscita in alternata con valore da misurare per verificare la differenza fra dati di targa e valori effettivi.

Il motore (Johnson, già visto...fatwato!): riporta due sigle: 66260 - 314322. Mi vien voglia di ri-contattarli per le caratteristiche tecniche ma ho la quasi certezza che riceverei le stesse risposte: motore "custom" = segretissimo. Poco male, mi sono già arrangiato in precedenza, grazie lo stesso, la fatwa rimane. Il motore che più si avvicina a quelli a catalogo dovrebbe essere l'HC610G-011 diametro esterno 35,80 a 9,6 volts 21400 giri a vuoto 56,6 watt. Dovrebbe assorbire da 1 a 1,5 ampère a vuoto (con ingranaggi agganciati e cesoie accoppiate), forse 2 o 3 sotto carico. A perno libero, con batterie a 7,4 volts, assorbe poco più di mezzo Ampère, mentre l'assorbimento è attorno a 1,3 ampère (a vuoto) alimentato a 9,6 volts (con alimentatore da banco).


Il perno del motore  è agganciato ad un ingranaggio che fa girare una ruota dentata sulla quale è posto un eccentrico che va ad inserirsi nell'incavo della lama superiore, facendola oscillare sopra a quella fissa. La particolare conformazione delle lame fa sì che queste lavorino a "forbice" scorrendo l'una sull'altra. Visti i materiali usati, è sconsigliabile esagerare e tentare di rifinire una siepe o dei rametti.... meglio restare sui bordi del prato e concentrarsi sui fili d'erba (ed inevitabili erbacce).


Le cesoie: arrugginitissime ma smontabili e separablili togliendo una rondella elastica di acciaio. Un trattamento di affilatura e riverniciatura è d'obbligo così come una buona ingrassatura a coprire una dose eccessivamente parca, erogata dal produttore. Magari, per l'accoppiata, ci mettiamo il grasso al litio, tiè.

Le batterie: 8 batterie Ni-Mh form factor AAA (mini stilo) 300mAh da 1,2 volts c.d. poste in serie, ad ottenere 9,6 volts totali. Con un minimo di attrezzatura sarebbe possibile anche ricostruirle con un pacco nuovo, a parte i prezzi esorbitanti delle batterie. Per 8 batterie da puntare con la striscia di nikel (preferendo le top flat head) occorre spendere più di trenta euro (quelle economiche sono out of stock)) mentre la batteria assemblata, nuova, la si trova a 35 euro, manco conviene ricostruirla originale. 

Di una conversione al Litio... se usiamo due 82650, otteniamo una tensione nominale media  di 7,4 volts mentre (più di 8 volts a piena carica), per tre in serie otterremmo 11,1 volts. Si potrebbe optare per un DC/DC converter (a valle del BMS) per riportare i valori entro le "specifiche", oppure rischiare e scegliere per un motore sotto alimentato (e forse troppo lento) o sovra alimentato col rischio di fonderlo senza possibilità di sostituirlo od essere costretti a riavvolgere il rotore a spazzole (vedi post succcessivi per i risultati). A voler fare i trogloditi, una resistenza in serie e non ci si pensa più. Certo che, con quelle mini batterie AAA da fighetta, l'attrezzo pare più un giocattolino per cornute signore bionde col cagnolino rabbioso, occhialoni da sole ed il SUV del marito ricco industriale (e cornuto ovviamente). Che si fa? non lo so, per ora. Sarei tentato a giocare un pò o googlare un pò più a fondo. Non si trova un granchè su questo specifico modello, soppiantato tempo fa da nuovi modelli apparentemente più performanti (e litio nativi)

Assistenza e ricambi: il sito ufficiale Lidl, nella sezione dedicata, offre ricambi e consumabili solo per i prodotti recenti. Per i modelli più "agee" (il mio è del 2009), Lidl ti rinvia nel sito Amazon ed arrangiati a perdere tempo, che tanto Lidl i soldi li ha già incassati e te ne puoi andare affanchiulo!. Se il prodotto è vecchiotto non ci sono molte speranze di trovare i ricambi e nemmeno i consumabili. Occorre fare a cazzotti col motore di ricerca di Amazon, che fa letteralmente schifo, peggio di quello di You Tube. Su "ibèi" l'ho trovato all'asta (tedesca) a 1,50 euro ma non ho tempo e voglia di litigare con i bot che rilanciano il prezzo in automatico e litigare con google traduttore. Fatto sta che appena esce un modello più recente, scordatevi l'assistenza per quello diventato "obsoleto". Tanto vale, all'acquisto, acquistare subito i ricambi e tenerli di scorta per far durare di più l'attrezzo... ma, a sto punto, preferisco spendere subito qualcosa di più per un marchio serio e professionale, ed assicurarmi l'assistenza "a vita" o almeno sino a quando deciderò IO quando vorrò sostituirlo con un modello più recente. L'aquisto di elettroutensili alla Lidl va fatta solo se si è ricchi e sboròni, anti ecologisti, spreconi e odiatori dell'ambiente nel quale si vive, senza pensare al futuro degli altri che verranno. Florabest, Lidl...shame on you!

P.S. la fagiana cova sottovento. Ripeto: la fagiana cova sottovento.

Seguito