martedì 28 agosto 2018

Inciviltà e menefreghismo

Sono un pò di giorni che non riesco piu' quasi a camminare e per una risonanza magnetica ho dovuto recarmi presso un vostro ambulatorio privato in convenzione con il vostro SSNN. Lasciamo perdere i commenti sulla struutra, sul personale e sulle apparecchiature, non voglio parlare di questo, almeno per ora, sarebbe davvero molto lungo farlo. Mi voglio però ricordare un episodio accaduto all'esterno. Terminata la visita, in attesa di una persona che mi doveva accompagnare in auto, mi siedo all'esterno sugli scalini dell'ingresso, ad attendere, complice una stupenda giornata di sole ed un arietta fresca e frizzantina, da godere tutta sino all'ultimo respiro, che tanto rinfresca i pensieri e lo stato d'animo, con le endorfine a mille per una temporanea pausa ristoratrice dal dolore continuo che provo (dolore fisico).
Improvvisamente entra nel parchggio antistante la mia postazione, una Volvo guidata da un signore di mezza età, quasi anziano (un autentico unano). L'autista, dopo un pò di manovre incomprensibili, quasi intenzionato a collidere le auto già in sosta, si avvicina agli scalini in retromarcia e fa scende una signora con difficoltà di deambulazione, la quale, con calma, scende, apre la portiera posteriore, con molta calma, prende la borsa e sempre molto lentamente si aggrappa al corrimano per salire i 10 scalini di accesso alla struttura. La rampa per i disabili è a mezzo miglio e lunga 100 metri... meglio non affontare la scarpinata se si riesce ancora a salire le scale. 
L'autista nel frattempo, fermo dove ha deciso, attende in auto... col motore acceso, col tubo di scarico puntato proprio dove ero seduto, ad un metro di distanza. Purtroppo il rumore del motore deve aver sovrastato le mie poco urbane rimostranze all'incivile noncurante che mi costringe, mio malgrado, a respirare i miasmi puzzolenti dei suoi gas di scarico. La distanza fra il mio bastone di appoggio e l'auto è appena superiore alla gittata, per cui di rompergli un fanalino manco a provarci, a meno di non dover spostarmi rischiando dolori atroci alla schiena. 
Provo comunque a fare appello a tutta la mia buona educazione e decido di spostarmi (io), non senza difficoltà, verso la distanza piu' breve verso un corrimano che mi possa permettere di rialzarmi al termine dell'attesa. Il tutto condendo il tragitto con improperi irrietibili, brontolati a voce bassa contro quella grandissima testa di cazzo che sta tentando di avvelenarmi.
Riesco a malapena a muovermi quel tanto sottovento da diminuire drasticamente la non richiesta ventata di fumi, metalli pesanti ed idrocarburi incombusti che escono da quella scatoletta piena di carne marcia. 
10 minuti buoni di attesa col motore acceso e rovinare l'ambiente di tutti ed inquinare inutilmente l'aria che dovrebbe essere un bene condiviso ma, visto che non riescono ancora per ora a privatizzarla o tassarla, la si può pure sporcare senza ritegno. 
Alla fine dell'interminabile attesa, col rumore del motore nelle orecchie, esce la signora che evidentemente ha esaurito temporaneamente i propri comodi. Comincia a guardarmi con aria di rimprovero in quanto mi sono seduto vicino al corrimano che le serviva per scendere le scale "in sicurezza". Io la guardo e le faccio presente che ho dovuto farlo per evitare di respirare i gas del suo toy-boy accompagnatore. Nessuna richiesta di scuse ovviamente ma ottengo in cambio una smorfia di disapprovazione. Ecco, vuoi vedere che nell'apoteosi di egoismo che sta pervadendo la società, il rompigolioni sono sempre io alla fine?. Vabbè, no problem. Targa annotata e tremenda vendetta silente in tempi non sospetti. Quando sentite di qualcuno che si lamenta per "inspiegabili" ed "ingiustificabili" atti di vandalismo, sappiate che con buona probabilità la causa è il carma che torna indietro, dopo tutte le egoistiche cattiverie quotidiane dispensate senza parsimonia. Alla prossima.

P.S. La pasta è scotta. Ripeto: la pasta è scotta.

Aggiornamento: lo posto qui che l'argomento è lo stesso anche se accaduto oggi 6 settembre 2018. Sto un pò meglio e riesco per brevi periodi a camminare senza bastone, Decido dopo un mese di clausura di uscire per una commissione a 100 metri da dove sono ospite. Il paese è piccolo, quasi di campagna. I marciapiedi di sterrato attendono da più di trent'anni di essere realizzati nonostante le promesse elettorali dei buzzurri ignoranti che si canddano a sindaco, a turno, uno peggio dell'altro. Camminare a bordo strada con stampelle o bastone, sullo sterrato o ghiaia piena di buche non è facile e tentare di camminare sull'asfalto equivale a morte certa, visto che i limiti di 30 all'ora non li rispetta nessuno ed i pedoni sono considerati birilli da bowling. Lasciamo perdere quello che si nota per terra camminando... cartacce, bottiglie, plastica, mozziconi, nesuno pulisce e certi rifiuti mi sa che sono a terra da molti anni, intonsi, mai toccati, ormai facenti parte del terreno..... mai nessuno che butta i soldi però. Al rientro la solita auto in divieto parcheggiata ovviamente col motore acceso sullo sterrato pedonabile. L'unano è intento a spolliciare su uno smartphone, uatstapp. Cosa mai ci sarà di così importante da non poter parcheggiare non si sa, visto che il parcheggio c'è, è libero ed a pochi metri. No, bisogna fermarsi dove passano i pedoni. Mi avvicino zoppicando, fissando il deficente che mi guarda per un secondo ed abbassa lo sguardo, spolliciando su e giù come a cercare il messaggio urgentissimo che lo costringe a fermarsi improvvisamente dove 'azzo gli pare, col motore rigorosamente acceso, si sa mai non dovesse ripartire. Mi tocca andare a piedi zoppicante sulla strada che improvvisamente arriva la solita auto a palla che mi pela di non poco, un near miss di pochi centimetri... deve essere un cardio chirurgo con un intervento urgentissimo per un caso di vita o di morte (in realtà poi si è fermato al bar tabacchi... crisi di astinenza da fumo). Ecco... menefrego degli altri, ci sono solo io, i miei problemi sono al centro e gli altri non esistono, menefrego fascista. Maledetti. Verrà il giorno del "my turn" ed allora ci sarà da divertirsi a ricambiare il favore, no giusto per adeguarsi alla massa e sentirsi meno emarginati in una minoranza di persone educate. Società di scimmioni ignoranti come il cartongesso.

P.P.S. il passero ha cantato. Ripeto: il passero ha cantato. 
  

venerdì 24 agosto 2018

Bye Bye TIM...

Ciao Ciao TIM, addio ed a mai piu' arrivederci. Ora mi sento meglio. Non provateci proprio ad assumere i "consulenti per il rientro all'operatore originario" ed a dare loro il mio numero di telefono. Per anni, mooolti anni sono rimasto con voi, sempre puntuale nei prepagamenti, senza mai reclamare per la pessima copertura, senza mai lamentarmi per la fonia da grammofono anni trenta, senza mai lamentarmi per i vostri SMS spammatori mai richiesti, senza lamentarmi per la linea che cade sempre, senza lamentarmi per la "velocità" dati degna di un modem a 33.6K... sono stato cliente "mobile" dai tempi dello Star-TAC che costava come una panda, quando il GSM non esisteva, era appena nata l'itapac (e chi se la ricorda?), le batterie (con l'effetto memoria) in conversazione duravano al massimo 4 o 5 minuti, in "stenbai" massimo un paio di ore ed ai tempi del bi-grigio col disco combinatore girare con un telefono portatile era cosa che suscitava curiosità, stupore ed un pizzico di invidia...altri tempi...
E' da quando ho il numero mobile che ho scelto la formula prepagata. Se ho credito telefono, altrimenti no, ovvio. Decido io come consumare i miei risparmi, quando ne avanzano. Pago quando ho la necessità, quando scelgo di farlo e quando decido io che è necessario.  In pratica decido solo io cosa è necessario per me, si può vivere lo stesso, ed a volte meglio, anche limitando le telefonate o i messaggi allo stretto necessario. 
In tutto questo tempo di utente fedele, mi avete insegnato parecchie cose: 
  • l'utente non è una persona con delle necessità da soddisfare
  • l'utente va spremuto al massimo senza esitazione e senza pietà
  • l'utente va preso in giro con offferte truffa
  • l'utente deve solo pagare, accettare, sottoscrivere senza possibilità di scelta
  • l'utente deve accettare le condizioni vessatorie imposte unilateralmente, pena l'esclusione
  • l'utente è l'ultima ruota del meccanismo dei profitti
  • l'utente non conta un cazzo
  • l'utente è tonto (utonto)

Con il tempo, ho dovuto subire delle imposizioni poco gradite e mai richieste:
  1. mi avete attivato "d'ufficio" e senza avviso alcuno, opzioni mai richieste, che se uno non se ne accorge poi, per disdire, deve pure pagare (regolarmente poi sanzionate dall'Antitrust)
  2. mi avete costretto a passare interminabili giornate con i vostri "operatori" inconcludenti, capaci solo di leggere risposte precompilate e per nulla attinenti ai quesiti sottoposti
  3. mi avete costretto a ricaricare il credito (già ben oltre i 50 euro), con tagli minimi di trenta euro alla volta, a cadenza annuali con minaccia (attuata) di blocco del traffico uscente prima e poi entrante dopo 30 giorni. Così non si chiama prepagata a consumo, si chiama pizzo. 
  4. mi avete costretto a subire chiamate pubblicitarie a tutte le ore, con offerte incomprensibili, nonostante avessi disabilitato l'opzione nell'account (che nessuno sembra rispettare)
  5. mi avete addebitato dei costi a mio parere ingiusti a delle tariffe schifose. 
  6. mi avete obbligto a comunicare con i vostri "operatori" dell'assistenza, rendendomi consapevole che l'anello mancante fra uomo e scimmmia esiste! e lavora presso di voi.
  7. mi avete fregato due euro per la portability, per un semplice click sempre troppo.
  8. mi avete chiesto senza mezzi termini di cambiare sim in quanto "obsoleta" per poi dirmi che in realtà non era necessario... davero davero? comunque l'ho cambiata... con altro operatore, grazie tante (indovinate quale dai).
Ecco, con questa "user experience", con questa "customer satisfaction", con questo stato d'animo e con le mie opinioni frutto dei vostri comportamenti vi lascio al vostro destino, sicuramente roseo e pieno di successi, per passare ad altro operatore con un assistenza esemplare, una gentilezza e cortesia piu' che eccellente, una reattività e velocità unica, con un costo sicuramente piu' conveniente ed un servizio nell'insieme migliore, molto migliore, molto molto migliore. Tenetevi il tarantolato blu che balla col cappellino da pirla, nei vostri spot del menga partoriti dal slolito markettaro strafatto di vinavil e radicchio. 20 giga a 10 euro? ne ho il doppio a quasi metà prezzo!, coglioni!! Non si trattano così i clienti. Fanchiulo per sempre.

P.S. la trippa è finita. Ripeto: la trippa è finita.

venerdì 3 agosto 2018

Un paese ridicolo

C'è un paese che sta rasentando pericolosamente il ridicolo, lo dico per ottimismo consapevole che la situazione ha da molto tempo superato la soglia, verso il grottesco.
Sulla carta funziona tutto alla grande. Mi immagino uno straniero che prima di decidere di trasferirsi lì, va a consultare la costituzione, l'elenco dei servizi a disposizione dei cittadini e delle imprese, dall'assistenza sanitaria all'accesso al credito, dalla tutela delle famiglie disagiate e tutto ciò che può aiutare le imprese in difficoltà. Ci si sente tutelati, davvero, non c'è che dire, non si può fallire o stare male. Sulla carta è previsto tutto quello che serve per farcela, vivere dignitosamente, in santa pace, sicuri di poter sviluppare ognuno la propria vita, serenamente senza esagerazioni, un esistenza appagante ove coltivare gli interessi culturali, formativi, esistenziali, propri e della collettività.
Ma la realtà è ben diversa. La realtà ci insegna che per accedere ai servizi previsti, sono stati messi in atto una serie di "paletti" e condizioni assurde ai quali si aggiungono l'inadeguatezza degli addetti ai lavori, la carenza di infrastrutture, l'assenza di strategie a lungo termine, l'interesse di pochi, la puerilità politica di chi dichiara di fare gli interessi della collettività.
A questo occorre aggiungere la presenza attiva di lobby e gruppi di interesse, potentissime sette religiose, mafie organizzate come stati all'interno dello stato oltre agli immancabili e numerosissimi fancazzisti sempre pronti a vendersi al miglior offerente e piegarsi al volere del miglior pagatore. E questo a TUTTI  i livelli gerarchici in TUTTE le attività concorrenti alla formazione di quello che dovrebbe essere uno STATO o meglio una società coesa. Come risultato... non funziona nulla e lo sport nazionale nel quale si riesce a primeggiare su tutti è quello di nascondere la polvere sotto il tappeto ed incolpare chiunque sia al di fuori della personale sfera di "interessi".
Ognuno dei soggetti citati cerca di far prevalere ed ottenere TUTTO ciò che giova esclusivamente ai propri interessi. Ad ogni successo corrisponde un erosione di interessi altrui che a loro volta agiranno per prevalere, in un circolo vizioso che inesorabilmente sta contribuendo alla creazione di un elite di privilegiati ed una massa di persone di serie B (quelli che devono pagare e basta).
La cosa buffa, ed è anche questa la cosa ridicola, è la capacità di adattamento di chi inesorabilmente si trova "ai piani bassi" unita alla volontà di asservire gli stessi aguzzini che hanno causato tutto ciò. Di certo non c'è un popolo orgoglioso di una forte identità che si ispiri a valori degni di lodi...la vostra identità è individualissima e si fotta quella degli altri. Di certo non c'è un popolo coraggioso (armiamoci e partite). Di certo la cultura non è fra le priorità, anzi, si riesce a farla sembrare una cosa brutta dalla quale stare alla larga. Di certo c'è la memoria corta, moolto corta.  Di certo gli abitanti sono duri ad imparare le lezioni, ma più duri di un ciuco che in confronto sembra un professore universitario. Di certo c'è un popolo che "vorrei tanto ma non posso", di "wannabe". Di certo il popolo sà perfettamente quali sono i problemi che li affliggono e di chi è la colpa (sempre degli altri ovviamente) ma manca il "foglio del come risolvere" o il "foglio del come fare".
La cosa ridicola è un paese che galleggia sul pattume ma non fa nulla per pulire.

P.S. le pillole sono finite. Ripeto: le pillole sono finite.