Ti spiego cosa, come e perchè...

Ciao, sei uno dei rari visitatori che vuole approfondire per capire. Grazie. Ti devo alcune spiegazioni, sul perché scrivo qui e sul come mai ho deciso di sprecare, secondo alcuni, il mio tempo in rete.
L'introduzione in testa ad ogni pagina dovrebbe già darti qualche indizio. Sono alcuni degli insulti raccolti nella mia vita, alcuni forse veri, altri no, provenienti da mittenti poco attendibili, incivili, sicuramente ignoranti più di me. Non ho un carattere giudicato socialmente accettabile, sono buono con i buoni, cattivo con i cattivi, maleducato con i maleducati, stronzo con gli stronzi, simpatico con i simpatici.... mi rispecchio per creare empatia nel vano tentativo di integrarmi in una società che non mi piace, che non condivido, che non mi rappresenta, nella quale non mi riconosco ma che mi serve per vivere ed andare avanti, nel bene e nel male. Mi è venuto a mancare, sin da giovane, uno spirito guida per cui ho dovuto arrangiarmi e crearmi da solo una personalità tutta mia, diversa, fuori dagli schemi e dagli stereotipi, pur costretto a volte ad omologarmi, conformarmi ed "ubbidire" possibilmente senza umiliare la mia coscienza. I più indottrinati dal sistema mi chiamano "disubbidiente", "antagonista", a volte "zecca", per non parlare di altri epiteti poco edificanti per chi li pronuncia. Capisco perchè si comportano così, hanno paura di accorgersi di avere sbagliato a vivere come vivono e reagiscono male, in quanto destabilizzati di fronte all'evidenza che le alternative ci sono, sono possibili ed a volte sono anche convenienti sotto tutti i punti di vista. Non è facile vivere un mondo ormai omologato di disonesti, prepotenti, saccenti e profondamente ignoranti, privi di qualsivoglia volontà ed a volte capacità di approfondire e conoscere. Sono quelli che chiamo "UNANI", i componenti dell' "unanità". Unano non è un errore di battitura ma un neologismo di mio conio, per indicare quei mammiferi bipedi ignoranti ed inutili, burattini tutti uguali, omologati, inquadrati, condizionati ed ammaestrati, che quotidianamente si svegliano 5 minuti prima di me col preciso intento di rompere i c*glioni a me (ed al prossimo più in generale). In pratica la stragrande maggioranza degli abitanti del vostro pianeta. Gli unani sono un virus contagioso, che si moltiplica senza motivo o per abitudine, o per desiderio di proiettare sè stessi, o per conformarsi alla massa o per credere di essere dalla parte dei "giusti", di una maggioranza di decerebrati tutti uguali nel loro vano tentativo di emergere e farsi notare.
L'unano è quello che aggredisce preventivamente solo per paura di essere aggredito, quello che denigra ed offende i propri simili, convinto di averne diritto in quanto essere migliore degli altri e superiore. L'unano è sempre aggressivo per primo ed a prescindere, sia fisicamente che verbalmente, considerando l'aggressività un comportamento da vincenti. L'unano è la somma sintesi dell'ignorante incivile imbruttito.
Per questi ed altri motivi disprezzo gli unani. Da parte mia nessun supporto, fisico, morale, economico, non dò niente a chi non dà niente. Ma allora perchè scrivo qui? Perchè pubblico le cose inutili che scrivo? Semplice, mi piace scrivere ma ho poca memoria. Quindi mi serve un posto nella nuvola per depositare i miei pensieri, le cose che faccio, i miei deliri scritti nella mia preziosissima e voluta solitudine circondata da pochissime persone che amo e che mi amano. A volte, a distanza di mesi od anni, torno a rileggere ciò che scrivo, correggo qualche errore, cancello qualche nota e mi prendo il diritto anche di cambiare idea se mi rendo conto di aver commesso qualche leggerezza.
Gli unani si sono presi tutto a parte questo esclusivo mio piccolo angolo di libertà, questo sfogo che mi fa bene. Spero non mi tolgano anche questo e se lo faranno... tornerò..., sono un tarlo che scava molto, molto in profondità, sono libero e posso andare ed entrare dove voglio, anche dove mai potreste pensare possa arrivare...aspettatemi e...Fanchiulo.

P.S. la mucca non dà latte. Il facocero è morto. Ripeto: la mucca non dà latte. Il facocero è morto.

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