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martedì 14 settembre 2021

Apple MacBook battery A1185 (autopsy)

Mi sono deciso alla fine di disassemblare una batteria di un MacBook, modello A1185 10,8Volts 55Wh (prodotta il 10 luglio 2012), per vedere se si possono recuperare le celle al litio da riutilizzare per qualche progetto. Come c'era da aspettarsi, i prodotti della mela sono qualitativamente "superiori", c'è poco da dire. Nel pacco batterie, infatti, si notano una maggiore attenzione e qualità dei prodotti utilizzati e delle soluzioni adottate (il che però spiega solo in parte il costo esorbitante dei loro ciòttoli). 

Smontaggio: L'apertura è semplicissima... delle viti attorno al pacco agevolano l'apertura dell'involucro bianco. All'interno, una serie di 6 celle Li-Ion 606168-C 9,4Wh (probabilmente 2500mAh), spessore 6mm, che le rendono perfette in tutte quelle situazioni dove lo spazio scarseggia. Ogni cella è incollata al suo posto con del nastro biadesivo trasparente, particolarmente tenace. Inutile tentare di fare leva con una spatola o peggio con un cacciavite, perchè si rischia concretamente di piegare le celle, danneggiarle, mandarle in corto con concreto rischio di incendio. 

Per toglierle, occorre munirsi di uno spray sciogli etichette, che agisce ammorbidendo l'adesivo, ed attendere che faccia effetto. C'è poi da scollegare le celle, i cui terminali sono saldati a punti... tagliare le piattine rivestite in kapton è l'unica soluzione, dopo aver tolto anche la quantità industriale di striscioline adesive isolanti. Possibilità di auto riparare questa batteria? con l'attrezzatura giusta, da 1 a 10 direi 5 o 6.

Protezione: Il controllo carica/scarica è affidato al BMS in corso di analisi, anche se non ho molte speranze dato che la mela usa spesso chip proprietari dalle sigle indecifrabili e dal data sheet introvabile. In serie ad ogni batteria c'è un componente marchiato LC77AY-1. E' un disgiuntore termico (assente nei pacchi batterie dei portatili "normali") o anche un "fusibile" ripristinabile se vogliamo chiamarlo così per capirci meglio.

LC Mini-Breakers (Miniature Thermal Cutoff Device)

Bourns LC Mini-Breakers (Miniature Thermal Cutoff Device) feature a low current type, overtemperature and overcurrent protection for lithium polymer and prismatic cells, and controls abnormal, excessive current instantaneously. 

Le celle: vengono sottoposte ad un ciclo completo di carica - scarica - ricarica che dura 24 ore, per misurare alla fine la capacità effetttiva di ogni cella e verificare quali sono recuperabili e quali da mandare al riciclo...poco meno di 10 anni di utilizzo... forse è una speranza vana. Credo che le utilizzerò per delle telecamere wireless auto costruite, che consumano un inezia garantendo una discreta autonomia di funzionamento 24/24 7/7. Devo solo cercare un BMS che abbia alloggiato anche una presa USB-C per la ricarica al volo. Mi sto divertendo come un bambino in un negozio di giocattoli. Alla prossima. 

P.S. il merlo ciurla nel manico. La fontana è a secco. Ripeto: il merlo ciurla nel manico. La fontana è a secco.

giovedì 9 settembre 2021

HP Li-Ion battery autopsy

Carta, vetro, plastica, metalli ferrosi, medicinali scaduti, batterie esauste e RAEE.... in due parole... rifiuti, ovvero un costo per noi e ricchi profitti per le eco-mafie. Dall'ultimo giretto all'ecocentro per consacrare il consumismo, esco con tre batterie da computer portatile, fiducioso della possibilità di recuperare qualche cella ancora funzionante, adatta ad alimentare qualche progetto in corso. Si, sono povero e non mi posso permettere di acquistare nulla e mi tocca frugare nei cassonetti. Ho dovuto lasciare sul campo una vaporella lava pavimenti (mi  serviva), un rasaerba elettrico (caxo! mi serviva la scocca e la lama!!), una lucidatrice per pavimenti (me la dovrò costruire) ed altri ciòttoli recuperabilissimi. Mi viene da piangere ma pazienza, proprio non me la sono sentita di confrontarmi con il lavoratore sceriffo categoria protetta, non particolarmente dotato di neuroni funzionanti, ovvero il poveraccio di turno investito dell'autorità per insultare e vessare i più poveracci di lui.. 

Le batterie da computer portatile sono difficili da riparare (inteso come sostituzione delle singole celle) e sono costruite in modo che non sia possibile aprirle senza rompere il contenitore (o peggio la guaina delle celle stesse). E' meglio lasciar perdere se non si conoscono i pericoli associati all'apertura di pacchi batterie al litio (è pericoloso, molto, più di quanto si immagini). 

Spesso il PC dove sono alloggiate si rifiuta di ricaricarle, è il firmware che comanda, sperando che l'algoritmo che le governa sia efficiente dato che le chiamano "smart batteries" (che di smart hanno ben poco). Non sempre è così. A volte qualche cella difettosa rende tutto il pacco inutilizzabile (è una giusta precauzione), a volte si guasta il BMS, a volte è l'esaurimento per intenso (o errato) utilizzo a decretare il fine vita del pacco batterie. Fatto sta che statisticamente, qualche cella si salva fra le  6 od 8/9 celle presenti nel pacco e collegate secondo lo schema 3/4S 2P. Devo ancora indagare se il BMS è recuperabile e riutilizzabile in modalità "stand alone" o se è possibile "dialogarci", magari per scoprire che qualche contatore ha raggiunto il limite imposto dal produttore per decretare la morte "d'ufficio" della batteria (maledetti schifosi). 

Vediamo un pò, curiosando all'interno con un analisi visiva, alcuni dati:

1) Batteria HP 10,8V series HSTNN-IB51 da 47Wh. Purtroppo il BMS non ci fornisce molte informazioni in quanto i chip sono ricoperti di resina ed il connettore non è serigrafato per capire quali segnali porta. Le celle Li-Ion, ricoperte da una guaina blu, riportano le sigle LGCS318650 - G2981036529 - IJ251D2S3. Grattando un pò i componenti è possibile intravedere alcune sigle. bq29330 7AKG4 (2-Series, 3-Series, or 4-Series Cell Protection Control) e bq20Z70PW 7AT (SBS 1.1-COMPLIANT GAS GAUGE ENABLED WITH IMPEDANCE TRACK™TECHNOLOGY FOR USE WITH THE bq29330), il processore che memorizza i dati e tramite il sistema smart battery comunica con l'host.  AT è il termistore nero con i due fili che terminano nella goccia che racchiude la resistenza variabile alla temperatura. I punti dove collegare la serie di celle sono contrassegnati con VG (zero o GND), VL, VM, VH e VP rispettivamente 4,8,12,16 volts ma il VH non risulta collegato per cui arriviamo a 12 volts.

2) Batteria CC06 Notebook battery HP 10,8V 55WhHP Spare 628670-001 CT 6BQMBC3B72R5X0 (assemblata a maggio 2012) LG PN HP011016-C2T23C01.  I chip sono diffifilmente leggibili, causa venice lucida... appena ho un minuto provo a ricavare qualcosa. Il connettore della batteria riporta la sequenza P+ D C OC T3 P- dove, per logica deduttiva, D=Dati (SDA), C=Clock (SCL) e T3 il termistore. OC non ne ho idea.... forse sta per "open circuit" o non connesso...boh. Ci sono ben 16 test point con cui giocare. Le celle, ricoperte da guaina arancione, riportano la sigla LGABC21865 - L097D066A2

3) Batteria HP HSTNN-LB60 14,4V 73Wh a 8 celle a guaina Viola con sigle LGDB318650 - I1704105815 - MF194D1B3. In questo batteria almeno due celle presentano evidenti perdite di elettrolito e misurano ai loro capi 14mVolts (decisamente morte). I segnali sul connettore, visto esternamente leggendo da sinistra a destra, presenta i seguenti segnali: P- (primi due pin) - B/I - ID - C - D  - P+ (ultimi due pin). Il chip più grande ha la sigla bq 2084DBT 94KG4 mentre quello nel lato opposto bq 29312APM 95K ovvvero il controller delle celle ed il processore.

Al momento le celle recuperate sono sottoposte a cicli di ricarica - scarica e ricarica, ci vorrà un pò per capire quali e quante recuperare ma sono fiducioso. Quelle arancione misuravano 3,7 volts, mentre le altre 2,4volts (entro i limiti), buon segno dai. 

Sto ragionano anche un termini di recupero dell'intera batteria. Con una stampante 3d si crea un nuovo guscio dove alloggiare le batterie (sostituibili), si riutilizza il BMS con il suo connettore e si ricrea il pacco completo "compatibile"...non male come ideona.

Alla prossima. 


P.S. le due faine sono nel pollaio al fresco. Ripeto: le due faine sono nel pollaio al fresco.

mercoledì 8 settembre 2021

Florabest FGS 10/9 mod. IAN 41808 (conversione da Ni-Mh a Li-Ion)

Mi sono deciso, dopo l'autopsia di questo Florabest 10/9 modello 41808,  di proseguire gli esperimenti per verificare se è possibile sostituire le batterie al Ni-Mh con un paio di Li-Ion 18650 al litio. 

Schema elettrico FGS 10/9: Ho ricavato, seguendo i fili, un paio di schemi per facilitare i collegamenti. Quello presente nel modello di fabbrica è il seguente:

Schema elettrico conversione al litio: Con la conversione al litio invece occorre prevedere alcune modifiche (poche per altro). Per la ricarica delle batterie sfruttiamo il trasformatore già in dotazione che eroga 9 volts in alternata. Con un ponte raddrizzatore ed un 7809 ci creiamo la tensione continua necessaria al BMS, da piazzare all'interno del contenitore delle celle o in caso di indisponibilità, un LM317 può andare benissimo. Lo schema dei collegamenti potrebbe essere il seguente: 


Per gli assorbimenti di corrente del BMS, in configurazione ricarica batterie, dovremmo essere dentro i limiti. Il 7809 supporta sino ad 1Ampère, mentre la corrente di ricarica regolata dal BMS dovrebbe attestarsi dai 200 ai 350mA, sotto i limiti, per cui... niente aletta di raffreddamento (errore...vedi aggiornamenti nel seguito). Ci sarà poi da "bestemmiare" per creare dei riempitivi che tengano in posizione le molle di contatto e per modificare il contenitore delle vecchie batterie al fine di alloggiare quelle al litio. Un altra serie di "bestemmie" in aramaico saranno necessarie nel selezionare i componenti elettronici del circuito di ricarica, sarà una bellissima sfida. Per quanto concerne il BMS occorre fare un paio di considerazioni per il suo dimensionamento. Dato che ormai tutti i bms in commercio, quelli cinesi, sono in grado di limitare la corrente in uscita al valore di progettazione, conviene sceglierne uno che sia di poco superiore al massimo assorbimento del motore a pieno carico. Meglio far intervenire il circuito di cut-off del BMS che rischiare di bruciare il motore, quest'ultimo difficilmente reperibile come ricambio (e sicuramente molto più costoso).

Realizzazione: Devo ancora realizzare delle prove pratiche, per vedere se con 8,4 volts (batterie a piena carica) il motore ce la può fare sotto sforzo (e sino a che punto). Prima di fare questo, dovrei dare una pulita, lucidata e lubrificata alle cesoie che, al momento, sono durissime a causa di un pò di ruggine, nonostante una parte sia trattata con l'anneritore e l'altra verniciata (male). Un'affilata a pietra e via. Più le cesoie saranno affilate e lucidate e minore sarà l'attrito, con conseguente vantaggio per i consumi del motore e dell'autonomia dell'elettro utensile. Per l'anneritore, visto che non ce l'ho ed è costoso più del rene che mi rimane, provo col ferox in grado di reagire chimicamente col metallo e creare una patina protettiva. Sconsiglio l'annerimento con l'olio, in quanto non è mai consigliabile "scottare" le lame temperate (però prima o poi dovrò fare delle prove).  

Me la sto prendendo comoda nel procedere, nessuno mi corre dietro. Ad ogni decisione che devo prendere, mi ritaglio il tempo per ragionarci su, per capire se ci possono essere delle soluzioni migliori. Ad esempio, se due 18650 non saranno sufficienti, potrei provare con tre in serie (cambiando BMS) ed un DC/DC converter regolabile, che mi riporti la tensione da 12 a 9,6 volts, sempre da inserire nel contenitore delle batterie....dovrebbe starci senza grossi problemi. L'obiettivo è di non alterare l'aspetto esteriore dell'apparecchio e contenere al massimo la spesa per la conversione. 

Come sempre, "prendere con le pinze" gli schemi pubblicati, potrebbero contenere errori che non correggerò nel post. Mancano ancora i risultati pratici...stay tuned. Alla prossima.

La medusa mangia i pescetti. Ripeto: La medusa mangia i pescetti. 

Aggiornamento 12 luglio 2021 - Funzionaaaaaa, è vivoooooo!! OK, l'assemblaggio del pacco batterie non ha dato i problemi ipotizzati, spazio ne rimane per eventuali upgrade (2S 2P per aumentare l'autonomia). L'unico neo è che il led rosso rimane acceso con le batterie inserite. Basterebbe uno spinotto con interruttore che esclude il led quando disinserito il cavo dell'alimentatore di ricarica (trovarne uno di recupero la  vedo dura ma non demordo). Ora manca da rifare le ruote di supporto e l'attrezzo è pronto per tornare operativo a nuova vita. Happy gardening!


Aggiornamento 14 luglio 2021 - Ed anche le ruote di supporto sono state realizzate. Ho preso un foglio di plastica (originariamente un espositore da negozio) dello spessore di 3mm e l'ho sagomato. Alla base ho incollato con la bicomponente due tubicini di alluminio (allargati con un taglio longitudinale) e dentro i quali ho fatto passare un perno recuperato da una stampante ad aghi. Le due ruote gommate (perfette) provengono dalla stessa stampante, dal rullo trascina carta. Ora si passa al collaudo sul campo. 

Aggiornamento del 26 agosto 2021. Dopo un periodo di utilizzo, un problema. Il 7809 è andato in fumo, cotto e bruciato, segno che le considerazioni precedenti sull'assorbimento di corrente in fase di ricarica erano errate. Ora ho deciso di realizzare un carica batterie esterno, togliendo dall'interno della cesoia i componenti elettronici, lasciando solo i collegamenti motore/batteria/interruttore e presa di ricarica. Per l'alimentatore sto ancora frugando nel ciarpame  di recupero per verificare se ne trovo uno da 9 volts 3-5 ampère (teniamoci larghi dai, a 6 volts in configurazione 2S, l'assorbimento di ricarica è di 1,85Ampère). In caso negativo, l'idea è quella di recuperare un vecchio alimentatore da portatile a 19 volts e collegarci uno step down DC-Dc converter da 3 ampère (ce l'ho!). Così posso utilizzarlo anche per l'arpirapolvere in corso di conversione che utilizza la stessa tensione e lo stesso BMS. L'unico "problema" sarà trovare un contenitore a prova di massaia...stay tuned.

Aggiornamento 30 agosto 2021: il contenitore per l'alimentatore l'ho trovato, una scatolina nera che ne conteneva un altro. Devo solo addattarlo un pò. Da una prima prova al volo, il DC DC converter sembra funzionare bene, anche se l'integrato LM2596S-ADJ scalda da matti. Il led rosso l'ho eliminato, non mi serve... dai che ci siamo. 

Aggiornamento 9/9/2021: l'originale proprietario ha trovato le ruote... vabbè, mi ero arrangiato ma appena le recupero, credo userò le originali. Ho terminato l'assemblaggio dell'alimentatore di ricarica. Ho recuperato l'alimentatore di un vecchio Acer a 19 volts 5Ampère ed in serie ho collegato uno step down converter cinese da 3Ampère, regolato a 8,9 volts (appena sotto la soglia di tensione per la ricarica, specifica per il BMS utilizzato). Collego il tutto e le batterie si ricaricano sino a 3,7 volts...poi tutto si spegne. Non ho compreso se sia dovuto al BMS che non si fida a caricare di più (boh), al massimo raggiungo 7,7volts totali. Poi ho un problemino non da poco... appena accendo la cesoia, la tensione droppa a zero come se ci fosse un corto... sospettando un assorbimento anomalo (o l'intervento del BMS che va in protezione) o un corto circuito interno, provo ad alimentare la cesoia con un alimentatore da banco, per verificare una volta per tutte gli assorbimenti di corrente del motore.

Alimentazione 9 volts limitati ad 1Ampère, a vuoto misuro l'assorimento del led rosso, 140mA. Allo spunto di avviamento, noto un picco di 1A, mentre a motore avviato l'assorbimento si attesta a 0,950Ampère. 

Alimentazione 7,4volts (3,7x2) stavolta con limitazione a 3Ampère. All'avvio noto un brevissimo picco che varia a volte sino a 2,5A o 1,1Ampère per poi attestarsi su 0,828 Ampère. Dovremmo esserci, anche se misurare la corrente in questo modo non è il massimo. 

Provo allora a ricaricare il pacco batterie con l'alimentatore da banco. Imposto la tensione di ricarica a 9 volts limitati a 3Ampère. La tensione droppa a 8,8 volts e dopo un pò l'alimentatore sembra spegnersi brevemente (un paio di secondi) per poi riaccendersi. Aumento la corrente di limitazione a 5Ampère. La tensione rimane stabile a 9 volts ma la frequenza di spegnimento e riaccensione si fa più rapida, erogando una corrente che si attesta sui 3,5Ampère. Non va bene. Il DCDC step down converter è da 3A nominali e così mi sa che gli sto tirando il collo... dovrò inventarmi un limitatore di corrente in uscita, stand alone, a parte.... altra complicazione, altra sfida.

Quindi? mi sa comunque che forse le due celle utilizzate (usate) sono da sostituire con qualcosa di nuovo, almeno per toglierci qualsiasi dubbio. Per provare il pacco batterie misuro la resistenza della cesoia assemblata, 2 ohm circa. Collego al pacco batterie una resistenza di potenza da 3ohm, dovrei misurare circa 2,5Ampère... in pratica il pacco eroga 2,2Ampère a 7,8 volts.  Con la resistenza di carico collegata la tensione droppa da 7,8 a 7,3 volts... ma allora le batterie sono ok! Cosa succede allora? non riesco a capire perchè con la cartuccia batteria assemblata, se accendo la cesoia il led si spegne e non succede nulla quando accendo. Forse un corto quando avvito il tutto? magari chiudendo il guscio della cesoia ho pizzicato qualche filo? Prima di ri-smontare il tutto per l'ennesima volta, collego al volo il pacco batterie con dei ponticelli e verifico.... la cesoia parte e funziona perfettamente...ma allora? checcaxo c'è che non va? devo avere qualche problema di contatto intermittente... infatti....il problema c'è. Le due lamelle + e - sono montate su un supporto che in origine ospitava le vecchie batterie Ni-mh. Il supporto è mobile, costruito in modo da essere tolto. Le vecchie batterie, per come erano assemblate, fungevano da "riempitivo di spinta". Senza quelle il contatto non era ben fermo e ciò spiega i problemi di funzionamento intermittente. Un abbondante pioggia di termocolla pare abbia risolto tutti i problemi. Ora la corrente di ricarica (a batterie quasi cariche) si attesta inizialmente a 1,2A e scende progressivamente, lentamente (ultima lettura 0,853A). Ancora non mi spiego come mai prima la ricarica richiedeva più di 3A...boh, mistero. Spero di aver risolto il problema, considerato che la cesoia mi serve per rifinire una siepe maledetta che sporge in strada. Al prossimo aggiornamento (se servirà).

I falchi volano ed i piccioni sono nel nido. Ripeto: I falchi volano ed i piccioni sono nel nido.

mercoledì 14 luglio 2021

Torcia Power plus (autopsia, riparazione - Li-ion conversion)

Con i temporali tropicali di questi giorni, delle vere "bombe" d'acqua, che stanno flagellando il territorio, è ormai "normale" che venga a mancare la corrente e che, per ripristinare il differenziale, sia necessario optare per due alternative:

A) brancolare nel buio rischiando la vita nello slalom fra invisibili ostacoli vari

B) prendere una pila e dirigersi in sicurezza verso l'interruttore generale.

La soluzione A è quasi d'obbligo, quando la pila o è scarica o proprio non ne vuole sapere di funzionare. In casa, i più previdenti sono usi a disseminare alcune pile di scorta, da tenere sempre sottomano in casi di emergenza. Il problema è che ci si dimentica di caricarle periodicamente (causa naturale effetto di auto scarica delle batterie) o di collaudarle per verificare l'efficienza dopo un certo periodo di inutilizzo. 

In particolare, l'ultimo black-out ha evidenziato la morte di questa torcia portatile (Power +), presa non ricordo dove e pagata una miseria (sicuramente "in offerta" scontata, altrimenti non l'avrei presa causa il mio cronico periodo di povertà assoluta combinata con l'orami perenne sciopero della spesa). 

il Problema: anche dopo molte ore di ricarica, la pila non si accende. Sino a qualche mese fa emetteva un lampo iniziale e poi si spegneva. Prima ancora, l'autonomia è andata progressivamente scemando, sino ad arrivare a pochi minuti. Una progressione di sintomi che mi avrebbe dovuto allarmare, contrastata da un pò di pigrizia ed inerzia nell'agire. Quando era nuova emetteva un bel fascio molto luminoso, sopra la media della stragrande maggioranza delle pilette cinesi in commercio. 

L'alimentatore di ricarica: è un normalissimo alimentatore switching marca SPPS model S050-050-EU input 100-240V~50/60Hz 0,2A, output 5,0V cc 0,5A made in china.

L'apertura: Per accedere alle parti interne occorre svitare la ghiera frontale che tiene il "vetro" di protezione del led (spot led, composto da un unico led a punto singolo ad alta efficienza).

L'interno:  Si nota subito una basetta di plastica gialla, tenuta in sede con due viti con testa a croce ed una basettina elettronica (che comanda la dopppia luminosità) fissata anch'essa con una vitina più piccola sul supporto giallo. La batteria si trova in fondo, incastrata con un foglietto di spugna attaccato ad essa con un biadesivo. Una leggera trazione e la batteria esce senza difficoltà.

La batteria: è una batteria a 4 volts nominali, del tipo Sealed rechargeable lead-acid (SLA battery piombo acido), alta 6,5cm e con base 2x3cm circa. A guardare bene tanto "sealed" non è. In testa, in prossimità dei contatti positivo e negativo c'è un coperchietto apribile (non incollato o saldato) che copre due tappini di gomma azzurra. Quest'ultimi sono solo appoggiati su due aperture che permettono il rabbocco dell'elettrolita o almeno al momento credo, con  acido solforico anche se ho letto che il rabbocco va fatto solo con acqua distillata e mai con acido solforico. Quest'ultimo, al limite, lo si può reperire anche al 98% in alcuni marchi di sgorga lavandini che andrà opportunamente diluito e la soluzione usata solo per batterie SLA completamente "secche". La capacità in mAh non è dichiarata. Questa dovrebbe essere (dalle dimensioni) una 700mAh (credo)  per un autonomia dichiarata di 4 ore in alta luminosità. Fatto un calcolo, molto spannometrico, l'assorbimento del led non dovrebbe superare  i 150mA ma. con alcune prove e misurazioni pratiche, alimentando con 4 volt a bassa luminosità, il led assorbe 148mA. Aumentando la luminosità, la tensione droppa a 3,66 volts ed il led assorbe 207mA.

Al momento devo decidere cosa fare e mi metto subito all'opera per raccogliere un pò di informazioni:

  1. Rigenerazione delle batterie sealed lead acid. Ho visto un pò di tempo fa che qualcuno immette dell'acqua salata (con sale apposito, Epsom salt) per ripristinare la funzionalità di questo tipo di batterie. Prove già effettuate in passato non mi hanno entusiasmato, ma ho usato all'epoca acqua distillata. Di certo non voglio acquistare litri di elettrolita per usarne poche gocce (2 euro al litro!), alla peggio provo con lo sgorga lavandini (acido solforico al 98%). Aggiungendo acqua distillata in questa batteria, alla ricarica si nota assorbimento di corrente pari a zero, forse è proprio morta del tutto.
  2. Acquisto batteria di ricambio: In alternativa la si trova in rete su amazon india (la traduzione dei prezzi in dollari o euro sembra non funzionare bene) o anche su alibaba per meno di un euro.... più trenta euro di spedizione! Aliexpress la vende a circa 8 euro la coppia più iva.
  3. Conversione al litio. Basterebbe una singola 18650 Li-Ion ed un BMS 1S (magari 2P) 5€ circa per la batteria, qualche centesimo per il BMS che dovrà accettare i 5volts del trasformatore di ricarica fornito con la pila. 

Che faccio? Vorrei divertirmi un pò, acquistando un paio di BMs che al momento non ho sottomano, che alla fine mi sa che risparmio di più con la conversione al litio e mi posso assicurare più autonomia e ricariche meno frequenti. Alla prossima. 

P.S. la strega passeggia, il mago osserva. Ripeto: la strega passeggia, il mago osserva.