mercoledì 8 ottobre 2014

Avvitatore PT CD006 (batterie parte 2)

Ed alla fine, mi ritrovo con un avvitatore più potente (vedi parte1). Il giro in negozio è stato fruttifero. Appena entro, mi fiondo con sicurezza verso gli scaffali delle batterie e ne scelgo una al piombo che entra nel vano come un pisello nel suo baccello. Al bancone, il commesso solleva alcune perplessità. Le batterie al piombo non danno agli avvitatori lo stesso spunto delle nikel-cadmio o nichel metalidrato. Cerco di capire perchè, se la capacità è la stessa... riesco solo ad ottenere una dichiarazione... "le nichelcadmio sono più cattive"...forse intendeva "brutali" riferendosi all'amperaggio allo spunto....boh... Mi fa notare inoltre che le Ni-Mh da 2000 mAh (Kinetic N2000SC1P) sono più grosse di quelle da 800 rinvenute nel pacco, ma le loro dimensioni sono perfette per riempire gli spazi vuoti. In sintesi, il pacco batterie "standard" degli avvitatori è dimensionato per alloggiare solitamente le batterie più grandi di quelle di tipo AAA usate dai cinesi. Segue una sequenza di battute in valutazione del concetto di "qualità" dei cinesi e sull'estremizzazione dei prezzi al ribasso nel settore utensileria da hobbisti. 
Ergo... alla fine della chiacchierata, decido di prendere le batterie più grandi. Torno in laboratorio e mi accingo all'assemblaggio. Le linguette le ho puntate con dello stagno (punta a 350° ed un pò di flussante agevolano molto il lavoro). Dopo un oretta di lavoro il pacco batterie è installato ed in carica. Tre ore dopo misuro 16 volts circa... wow... l'avvitatore va che è una meraviglia. Ora lo devo testare sotto carico, per verificare se riesco ad utilizzarlo abbastanza a lungo per i lavoretti in falegnameria. Unico neo...la spesa... ogni batteria costa circa 4 euro e ce ne vogliono 10. Certo avrei potuto tranquillamente cercare in rete e trovare una soluzione più economica ma, dato il prezzaccio di acquisto dell'avvitatore (meno di dieci euro), trovato in offerta, direi che la spesa ci può stare. 
Il tutto risulta un pò più pesante ma è il prezzo da pagare per una maggiore autonomia, poco meno che tripla rispetto a prima. Alla prossima. 

P.S. I topi rosicchiano le provviste. Il mulo è in sciopero. Ripeto: I topi rosicchiano le provviste. Il mulo è in sciopero.

martedì 7 ottobre 2014

Avvitatore PT CD006 (batterie parte 1)

La domenica, tra i tanti giretti di esplorazione del territorio, ci si ritrova a fare l'immancabile giretto al Brico di zona. L'ultimo, visitato con la curiosità di chi è alla ricerca di attrezzi e strumenti utili per le riparazioni domestiche, ha dato i suoi frutti. Tra gli scaffali ripieni di utensili, è in bella vista una pila di avvitatori a batteria ad un prezzo davvero scontato. Meno di dieci euro per un avvitatore con allegato controllo di coppia, set di punte da legno e inserti per avvitare. Da tempo ero alla ricerca di un avvitatore perchè con il trapano, anche se regolato in velocità è un casino. Il trapano è pesante, non è bilanciato, si fatica a tenerlo con una sola mano, ha troppa potenza (e le viti affondano nel legno se non si fa attenzione), ha il cavo che ingombra non poco ed è un problema se si eseguono dei lavori al volo. Il prezzo medio di un avvitatore "serio", con batteria al litio + una di scorta, caricabatteria decente, controllo di coppia, magari a 48 volts... va da più di 159 euro in su, dipende dalla dotazione e dalla marca. La roba seria la si paga è ovvio ma... io non sono un carpentiere e se la batteria si scarica...pazienza, aspetto che si ricarichi e riprendo con i miei hobby. 
Dell'acquisto non sono pentito, anzi. L'utensile è un PT Primer Tool mod. CD006 da 550 g/min e classico mandrino da 10mm, fabbricato in cina e importato da una ditta brianzola. Come tutte o quasi le cose cinesi.... il problema è in agguato. Da 3 alle 5 ore di ricarica della batteria (che purtroppo scalda troppo) e si riesce ad avvitare dalle 5 alle 10 viti se va bene. Poi muore. Evidentemente la batteria non sta facendo il suo dovere, per cui urge disassemblaggio e conseguente delusione (e devo dire che me l'aspettavo). 
Il pacco batterie è formato da elementi da 1,2V 8mm mAh Ni-Cd ricaricabili (ovviamente) in serie da 10 per i 12 volts. Alcune presentano la classica formazione di cristalli bianchi che ci indicano come siano già da sostituire... già! "nuove"? no, ovvio che no. Chissà per quanto tempo l'utensile è rimasto in magazzino, ed in quali condizioni, prima di trovare un rivenditore in cerca dell'affarone (per sè stesso ovviamente, bastaldo di melda). 
Almeno è stato "onesto" da pensare ad un prezzo "umano", sapendo che le batterie non sono mai coperte da garanzia ed i resi per valori così modesti, statisticamente, avvengono raramente. 
Un pò di biadesivo tiene fermi gli elementi per evitare che se ne vadano in giro per il contenitore. Già. La cosa che stupisce è lo spazio vuoto... ce n'è a iosa, abbastanza per pensare ad una modifica e potenziare l'autonomia dell'utensile, visto che è l'unica problematica che presenta al momento. In fin dei conti è solo un motorino in cc ed alcuni ingranaggi fatti in serie (spero non di plastica). Parto alla ricerca di una batteria di ricambio e poi vediamo cosa si può fare. L'avvitatore mi serve che devo realizzare una sedia/scaletta pieghevole con due sedie di recupero... hihihi, mi diverto ogni giorno di più. Alla prossima. (parte2)

P.S. l'affare si ingrossa e la dispensa è vuota. Ripeto: l'affare si ingrossa e la dispensa è vuota.

martedì 30 settembre 2014

off topic

no dico, non ci voglio credere... a certe affermazioni proprio NO! "Non sono padroni, ma lavoratori. La sinistra li rappresenti"..."Noi oggi abbiamo detto con serenità che gli imprenditori sono dei lavoratori e non dei padroni e che la sinistra si candida a rappresentarli"... dico.... qualcuno si sta fumando roba veramente buona.... che caxo stanno dicendo? quale sinistra? il PD?? Pensare che il PD sia di sinistra è come sc*parsi una vecchia pensando che un tempo è stata giovane.
Qualcuno magari è disposto anche a crederci senza nemmeno pensare che ci stanno prendendo per i fondelli. Dopo aver visto gli operai votare lega perchè la "sinistra" non li rappresentava e poi, dopo i furti nelle casse del partito, passare con i 5 stelle, ora mi tocca assistere anche a questo ennesimo delirio. Robe da non credere. 
Ma veramente "qualcuno" ha detto una cosa simile? Gli imprenditori sono lavoratori? e da quando? Gli imprenditori tendono ad essere degli sfruttatori. Punto. Gli imprenditori  "danno lavoro" come merce di scambio per ottenere manodopera subordinata alla cieca ubbidienza silenziosa, senza diritto della benchè minima critica o osservazione (il più delle volte giusta e democraticamente sacrosanta). Gli imprenditori non sono lavoratori. Punto. Gli imprenditori pensano al profitto ed al proprio ego. Punto. Gli imprenditori, quando non hanno bisogno, ti danno un calcio nel culo e ti mettono per strada (poco gli importa del tuo mutuo di m*rda). Punto.  La crisi non è colpa dei lavoratori, che non possono intervenire nelle decisioni aziendali, ma delle scelte scellerate dei padroni. Punto. Se ad un imprenditore le cose vanno male, non è per colpa dei lavoratori. Punto. 
Ecco, c'era bisogno di ripartire dai fondamentali. E sicuramente si sente il bisogno di disegnare il profilo degli "imprenditori", quelli di oggi, spesso figli di altri imprenditori che tramandano dinasticamente l'attività a dei figli fancazzisti e scialacquoni. Sta storia del padrone buono è solo nellla testa di chi ha interesse ad annacquare il cervello di chi ormai si sta abituando alla schiavitù e che finisce inesorabilmente per solidarizzare con il proprio aguzzino...sindrome di Stoccolma, non c'è dubbio. Del resto, gli imprenditori sfruttatori, non esisterebbero se non ci fosse qualcuno disposto a farsi sfruttare un pò più degli altri. E via così verso il baratro, ma con il sorriso sulle labbra. Sì perchè vien da ridere davvero, trovare per strada i forconi (oops..."lavoratori non padroni") che distribuiscono volantini, per spiegarci che la crisi è colpa della germania, dell'euro, delle tasse, dello stato, dell'articolo 18, dei gay, degli extracomunitari, dei monsoni tropicali e delle cavallette.... tutti "imprenditori" sull'orlo del fallimento ad aizzare i pecoroni ignoranti per il proprio tornaconto. E quelli sarebbero "lavoratori" bisognosi di essere rappresentati da quelli che oggi si definiscono "di sinistra"?? Ma fermarsi un attimo a riflettere no? Nella miriade di imprese oggi nel vostro paese delle banane... quelle più grosse, i grandi marchi, sono state vendute, altre se ne sono andate a pagare le tasse altrove, altre ancora lavorano in nero e sono sconosciute al fisco...
Secondo quanto emerge dagli ultimi dati Eurostat relativi al 2011, l'Italia, con i suoi oltre 3,8 milioni di imprese. Di questi 3,8 milioni di aziende italiane, ben il 94,8% sono microimprese, solo il 5,2% sono pmi e appena lo 0,1% sono grandi imprese. Queste danno lavoro in totale a quasi 15 milioni di persone, di cui la maggior parte (46%) è impiegata nelle microimprese.... quanti sono quindi i "lavoratori non padroni"? 
Si, si, certo, certo... mi diverte assistere al vostro inesorabile declino, con un debito pubblico che aumenta sempre più, con la spesa fuori controllo, con le manovrine per dare 80 euro immediatamente rosicchiati dagli aumenti e decapitati dai tagli... lo volete capire che siete in una barca che affonda e nessuno sta tappando i buchi? rifiutate di crederci? Davvero? Bene. Allora va tutto bene, non c'è problema. Sono anni che chiedono sacrifici ai lavoratori ma le cose non sono mai migliorate. Ora tocca ai diritti, domani toccherà a qualcos'altro, ma non preoccupatevi. L'importante è credere che le cose vanno bene, la crisi sparirà d'incanto, sarete tutelati al massimo e non dovrete più preoccuparvi di nulla, ci pensano gli altri che avete delegato. Credeteci intensamente e soprattutto credete che il governo vi salverà... del resto l'avete scelto e voluto voi, non può essere che avete sbagliato a scegliere vero? Voi non sbagliate mai e la colpa è sempre degli altri. Andrà a finire che vi chiederanno di andare a picchiare i colpevoli, sempre gli altri, non voi, o magari saranno gli altri a venire a prendervi per picchiarvi... perchè... diciamolo...prima o poi il creditore verrà a presentare il conto per riscuotere e quelli non sono certo tipi che digeriscono bene la battuta "non ho un euro, fammi causa". 
Comunque vada, dopo il patatrac, tutti a leccarsi le ferite e si ricomincia con un altro giro uguale al precedente...l'importante è continuare su questa strada. La storia insegna, ma siete tutti dei somari. Fanchiulo teste di caxo!

P.S. l'orologio segna le 12. Ripeto: l'orologio segna le 12.  

giovedì 18 settembre 2014

Samsung ML-1510 (in riparazione / riparata)

Ma..., dico io..., è possibile che bisogna buttare una stampante funzionante solo perchè si è consumato un pezzettino di gomma del valore di pochi centesimi? Uno stupidissimo pezzettino di stupidissima gomma. La carta dal cassetto non parte... è il pick-up roller, un gommino consumato che non fa il suo dovere e non fa più attrito...a meno di non stampare su dei fogli di carta vetrata (e non è detto che non ci provi un giorno, per vedere l'effetto che fa). 
Sostituirlo? Certo. Per accedere al pick-up roller bisogna smontare praticamente tutto...il top cover...vabbè, l'exit roller, l'LSU, il motor assy, il drive assy, l'engine shield assy...non resta poi molto da smontare alla fine. Va così che alla fine il costo di riparazione (se si decide di rivolgersi ad un peracottaro autorizzato) supera il valore dell'hardware, un classico. Complimenti per la politica consumistica di queste multinazionali che continuiamo ad ingrassare. Allora che si fa? si butta? nonono, si ripara. Abbiamo due possibilità. 
La prima a "costo zero". Si accede al perno che sostiene il gommino e lo si ravviva con della carta vetrata grana 80/40 o un pò più fine. Basta ravvivare il lucido della superficie, senza incidere troppo, e si crea una superficie nuovamente ruvida abbastanza da fare presa sulla carta. Funziona? in alcuni casi si. L'idea di rivoltare dentro per fuori il gommino, come un calzino, mi era venuta...ma... l'interno è liscio e non va bene...bastardi. 
La seconda... si googla e si cerca su ebai il pezzo... 4 dollari + tre di spedizione o poco più (evitando quelli che te lo vendono a 13 o 32 dollari)... e lo si sostituisce. 
Con l'occasione, vista la stampante ridotta ai minimi termini, si pulisce per bene l'interno dalla polvere e dai residui di toner, specialmente dalla lente che sta all'ingresso della carta (sensore Jam 1) e la ferraglia torna come nuova di fabbrica...è hardware ragazzi!! Aspetto che arrivi il pezzo e poi vediamo chi la vince. 
Ma nell'attesa è tempo di qualche considerazione. 
Dal service manual si scopre  che sia il gommino che gli altri rullini sono garantiti per 60.000 fogli. Dal menu di configurazione ed autotest della stampante scopriamo che ne ha stampati 9942... ok c'è qualcosa che non quadra...l'usura del gommino mi dice altro... forse la stampante è stata resettata o aggiornata... ma il dato preoccupa un pò. Viene anche da pensare ad un caso di obsolescenza programmata, si progetta ad arte un pezzettino che si consuma un pò più del previsto ed il gioco è fatto. Vai a dimostrare poi con delle perizie che è vero, si dirà che "quel" pezzettino era di "scarto".  
60.000 fogli sono 120 risme di carta da 500 fogli cd. Un azienda di piccole dimensioni (con un paio di impiegate diciamo, per capirci) ne può può consumare 12 tranquillamente in pochi mesi o al massimo in un anno, una al mese sono circa 25 fogli al giorno... ci  può stare come ipotesi. Quindi, se vogliamo ragionare in un ottica di manutenzione preventiva, il gommino andrebbe sostituito una volta ogni 10 anni...a che costi?. Smontare, sostituire, rimontare, per uno che lo fa tutti i giorni, può portare via un paio d'ore in totale... 100 euro in tutto...senza fattura? ci può stare. Al costo della manutenzione programmata aggiungiamo il toner (che include nella cartuccia anche il tamburo "per fortuna"). La cartuccia costa al minimo 17 euro ivata e spedita, oggi....all'epoca costava sui trentadue euro (e qualcuno ad oggi le vende ancora a questa cifra o più)...ce ne vogliono 2 all'anno (una cartuccia mediamente dura per 3000 fogli circa)...quindi dai 34 ai 64 euro all'anno cui vanno aggiunti 10 euro di manutenzione (la frazione annuale del costo decennale). Quindi, costo della carta a parte, ogni foglio stampato ci costa, se consideriamo 20gg lavorativi al mese per 11 mesi tolte ferie e festività) circa 0,0113 centesimi di euro (solo di stampa e manutenzione senza contare nemmeno l'energia elettrica). Notiamo come il costo per stampa è veramente basso, meno di una fotocopia (LOL e viene da pensare ai ricarichi delle copisterie, maledetti ladroni). 
Ragionamenti di questo tipo, li ho sentiti fare da alcuni imprenditori illuminati, preoccupati solo a massimizzare i profitti e perdere tempo a farsi le seghe mentali, che fa tanto imprenditore bocconiano fighetto e pure un pò glam. 
Ma alla fine... per un gommino del valore di pochi centesimi e del costo di pochi euro.... conviene davvero buttare la stampante? No. Decisamente no. Venderla a 18 euro con annunci del tipo "Vendesi stampante Samsung ml 1510 difettosa, buona per ricambi. Difetto : La stampante stampa ma non cattura i fogli dal cassetto."? ...è solo un gommino da 6 euro imbecille, non te ne dò altri 18.!... ma poi... come fa a stampare se non prende i fogli? mistero. 
Per mettersi l'animo in pace, basta pensare che una volta pagata in negozio, una stampante rappresenta un piccolo costo continuo, sia per i consumabili che per la manutenzione. Meno costa come consumabili e manutenzione e più conviene tenersela stretta, visto l'andazzo che punta a farci consumare inchiostro e toner il più possibile, riducendone progressivamente la quantità nelle cartucce. Stampanti di questo tipo, "da supermercato" come le definisco io, sono adatte a ditte individuali, piccoli uffici, privati, non certo per chi ha necessità più importanti. Ma a conti fatti, visto che per recuperarla IO in realtà ho speso solo 6 euro (e potevo tentare di grattare il gommino a zero euro).... a ME non conviene buttarla, ma ripararla nei ritagli di tempo libero e sfruttarla per emergenza, per fare un regalo o per venderla a qualche imprenditore illuminato col braccino corto, che le si trovano a 30/60 euro usate o 300 euro nuove su amazon. La mia sta per diventare praticamente nuova, come la mettiamo? Continuiamo a ingrassare le discariche e protestare quando ce le costruiscono dietro casa?Alla prossima. 

P.S. Il dito punta la luna. Ripeto: il dito punta la luna.

Aggiornamento: gommino sostituito, stampante pulita internamente... tornata come nuova pronta a fare il suo dovere per altri 10 anni. Ora dovranno inventrarsi di cambiare la presa USB o cambiare linguaggio / metodo di invio dati alla stampante... la vedo dura per loro...bastardi. Dovrete vietarle per legge ed ancora non ce la farete. Idioti.

P.P.S. la luna è nera. Ripeto: la luna è nera. 

mercoledì 17 settembre 2014

Taglio bottiglie di vetro (parte 1)

Era da un pò che avevo messo da parte due bottiglioni di vetro, presi appositamente non tanto per il vino contenuto (uno dei quali non era poi un granchè...acqua e polverina colorata) ma per il contenitore. L'idea iniziale era quella di realizzare due vasi porta biscotti e con la parte a cono rimanente, una lampada a soffitto. 
Ed ecco che, dopo la consegna dell'ultimo lavoro che probabilmente non verrà pagato (ormai lavoro gratis e non so come dirlo all'agenzia delle entrate), decido di cimentrami nel taglio del vetro. Ah, sembra sia necessario dirlo a quei deficienti che... lavorare il vetro è pericoloso...stare attenti e non procedere se non si sa come fare o come proteggersi adeguatamente... unano avvisato...
Da esperienze deludenti in passato, l'approccio in questo caso è stato preceduto da una fase di documentazione in rete, circa i metodi adottati per evitare di far esplodere in mille pezzi la bottiglia o produrre tagli storti ed inutilizzabili. Bisogna dire che in rete si trovano consigli bislacchi, incompleti, imprecisi...sembra tutto facile ma tra il dire ed il fare... qui non ho voglia di riportare una guida definitiva (questo lo lascio ai ladri di click) esaustiva (questo lo lascio ai professoroni del web), precisa (questo lo lascio agli "ingegneri"), che funzioni al 100% (questo lo lascio ai cazzari del Kazzakistan).... per dio, questo è solo un diario ipotecnologico, inutile, impreciso e minimalista!

Il principio di base per un taglio decoroso è quello di creare una frattura nel vetro in un punto previsto (magari agevolato da un incisione) e sfruttare la dilatazione termica combinata alla rigidità del materiale ed alla sua conduttività termica. L'incisione fa da guida, il calore fa sì che la frattura generata dalla differenza di temperatura segua la linea tracciata, rompendo lo spessore rimanente.
In alcuni metodi si sfrutta solo il calore concentrato su una linea precisa, ma il risultato non sembra poi tanto soddisfacente a meno di non usare alcuni accorgimenti. Fra i metodi analizzati, si rilevano i seguenti
  • spago imbevuto di alcool e immersione in acqua fredda
  • tagliavetro diamantato, acqua bollente e acqua fredda
  • tagliavetro diamantato e martelletto 
  • resistenza elettrica

Il metodo che dà migliori risultati, con un taglio netto e preciso, è quello della resistenza elettrica che richiede però la costruzione di un supporto atto a far ruotare perfettamente in asse la bottiglia, oltre ad una serie di elementi non proprio di facilissima reperibilità. Il primo metodo è abbastanza "grezzo", buono quando si deve tagliare una sola bottiglia non "di pregio", a perdere, in quanto può dare dei risultati deludenti (togliere il tappo altrimenti la bottiglia "esplode"). Il secondo metodo richiede che l'acqua bollente venga concentrata sull'incisione...poca acqua bollente... provateci se ne siete capaci. Sulla base della disponibilità di tempo e materiali, al momento, in via puramente sperimentale, ho optato per la terza soluzione, in quanto il collo della bottiglia è risultato abbastanza largo da infilare un bullone fissato all'estremità di un asta flessibile al fine di picchiettare dall'interno in prossimità del taglio e provocare con pazienza la frattura del vetro. 
Per la linea di incisione, ho costruito in fretta e furia un "macchinario" il cui scopo è quello di tenere in asse il bottiglione sulle rotelline diamantate, in modo che l'inizio dell'incisione coincida esattamente con la sua fine (basta una sola passata altrimenti si frattura troppo il materiale e se inizio/fine dell'incisione non coincidono...il taglio verrà storto o alla peggio la bottiglia si rompe imprevedibilmente).  Per farlo ho recuperato dei pezzi di legno, due rulli di una stampante accapì, delle molle, viti da legno, squadrette per tenere fermo il collo della bottiglia, un vecchio tagliavetro arrugginito a cui è stato tolto il manico (tranquillo, meglio così altrimenti ti buttavo) e per il coperchio in legno del multistrato (due dischi per creare il fermo) ed un pomello decorativo salvato un letto destinato, ahimè, al contenitore del legno trattato in discarica.
Devo dire che comunque la soluzione non mi entusiasma poi tanto... il punto di taglio non è regolabile, la rotazione è manuale, occorre premere costantemente (quasi impossibile) la bottiglia... è in cantiere qualcosa di più serio, sfruttando un motorino demoltiplicato dei forni a microonde ed un elemento resistivo di un sigilla sacchetti o un laser di un vecchio masterizzatore DVD...stay tuned.
I risultati comunque sono fortemente condizionati dai seguenti fattori (legati anche al metodo usato):
  • precisione dell'incisione (costante e non interrotto)
  • tipo di vetro
  • spessore del vetro
  • temperatura applicata 
  • concentrazione della temperatura sull'incisione
  • precisione nel picchiettare l'interno
  • lubrificazione del diamante
  • stabilità della rotella diamantata

Tutti fattori che per un incisione precisa devono essere ben applicati (e possibilmente controllati in modo stabile). Data la precarietà del metodo qui appplicato, il taglio risultante non è stato poi dei migliori. Un paio di picchiettii fuori posto mi hanno creato due "U" sul bordo del vaso, oltre ad alcune sbavature in coincidenza di un incisione interrotta anche se di pochissime frazioni di millimetro. Dei tentativi successivi mi hanno fatto optare per il metodo di riscaldamento con la fiamma (un accendino turbo)... migliora qualcosa ma non è ancora perfetto. 
Devo proprio realizzare il macchinario universale... le idee che mi frullano sono troppe, complice anche una serie di filmati che mostrano delle soluzioni davvero interessanti. Step successvo...la foratura... hihi, ci sarà da ridere. alla prossima.

P.S. il panino è imbottito. Ripeto: il panino è imbottito. 

sabato 13 settembre 2014

Homemade E-Cigarette Vaporizer

Bravo! Bel lavoro...ma stai sicuro che lo faremo migliore, più veloce, più potente, più maneggevole....

http://www.instructables.com/id/DIY-Electronic-Cigarette/?ALLSTEPS

Grazie.

P.S. la nebbia agli irti colli piovigginando sale. Ripeto: la nebbia agli irti colli piovigginando sale.

P.P.S... sono curioso di vedere come il PS precedente verrà tradotto da gugol. LOL

mercoledì 10 settembre 2014

Samsung SCX-4521F (riparata)

E' bastato saldare uno ad uno i fili del cavo dell'ADF tranciato da un peracottaro in vena di improvvisazione tecnica e la stampante è tornata come "nuova". 3 ore di lavoro che non avrei dedicato a nessun "cliente"... che, diciamolo, non si meritano proprio lavori di questo tipo. Fanchiulo, continuate a buttare, comprare e lamentarvi. Solo una foto, non è un "guasto comune" che meriti di essere documentato a fondo. Ma...non è stato poi così semplice come vorrei raccontare. Unire i fili ed isolarli uno ad uno con del tubetto termorestringente ha inevitabilmente portato all'aumento della sezione totale del cavo, a sua volta protetto con un tubetto più grande  che non è sfilato tutto, ma ha lasciato scoperti alcuni fili (isolati ahimè con del nastro isolante, lo so... esteticamente brutto ma funziona, tanto si vede poco e poi la stampante è mia e vaffanchiulo ai criticoni incapaci). Ad ogni modo sono riuscito comunque a (ri)infilare il cavo nella sua sede. Con l'occasione ho anche: 
  • pulito dall'interno il vetro dello scanner, 
  • recuperato due viti che erano finite sotto il pannello di controllo (e trovarne altre due che mancavano dal sacchetto delle viti di recupero), 
  • pulito l'interno, 
  • sistemato alcuni cavi volanti che il peracottaro aveva lasciato fuori sede, 
  • fissare alcune parti montate male. 

Il lavoro è stato agevolato, di molto, dal service manual, trovato agratis per fortuna (è in vendita a 5 dollari in alcuni siti), fonte preziosa di informazioni e di dati tecnici interessanti per recuperare eventualmente i componenti interni quando un domani deciderò di riutilizzarli per chissà cosa. Che altro? Ah...il coperchio del flatbed è fissato con due clips di teflon....proprio non mi ricordo come erano montate... sarà la stanchezza...ci starò attento.  Ed ora posso dismettere l'accapì a getto di inchiostro che ha davvero la necessità di essere lavata internamente e riportata in sesto come fosse nuova di fabbrica... magari la vendo per 20/30 euro così recupero il costo del toner che è esaurito
Da un lato sono felice, ce l'ho fatta, dall'altro un pò triste. Ho sacrificato la visita alla compagna che ci è rimasta un pò male. Capisco piccina. Ci si vede tutti i giorni e pensavo che per una sera potessi capire che desideravo tornare nel bunker a trafficare con le mie cose. Ho una miriade di progetti in sospeso ma prima o poi dovrò riprenderli in mano. Mi serve per formazione personale, per lavoro, per svagarmi, per recuperare un pò di fiducia in me stesso e non pensare (almeno per un pò) alla merda che c'è fuori. Alla prossima.

P.S. il verme è nella mela e il baco non fa seta. Ripeto: il verme è nella mela e il baco non fa seta.

Samsung SCX-4521F (riparazione?)

No, non ci potevo credere, è impossibile! Mi pareva proprio impossibile. Da un occasionale giretto in cantina del solito sprecone che, dopo un periodo di accumulo, si accorge di non avere più spazio, fra le cose recuperate salta fuori una stampante laser B/N multifunzione Samsung SCX-4521F con funzioni di fax (che non mi interessa) ed un magnifico caricatore di fogli per lo scanner. Proprio il giorno prima, all'accensione dell'attuale HP che uso in ufficio, sento un bang! clack! Stock!! Crack! Clack, Clack! Sbam!! ed il carrello inizia a sbattere a destra e sinistra senza alcun controllo... una stampante indemoniata penso, forse i vicini mi hanno lanciato una macumba. Vabbè, so già da cosa dipende, è cosa facilmente riparabile e basta recuperare una mezza giornata, che non ho, per risolvere. 
La multifunzione laser capita a fagiolo. La vorrei mettere al posto di quella a getto che uso poco sulla quale periodicamente ed immancabilmente le testine (nuove) si seccano ed occorre bestemmiare in aramaico per farla ripartire. La samsung invece ha un costo del toner che è abbordabile, decente, sostenibile, per cui decido di collaudarla. Per le stampe a colori ho già una laser di recupero. Per le stampe di tutti i giorni una laser con un basso costo stampa è ottima. Se funziona la adotto (e se non funziona ne ho altre due pronte da rigenerare). La accendo e provo. Anche se segnala la mancanza di toner, riesco comunque a stampare le pagine di test (grazie anche alla funzione del firmware che disabilita l'allarme del toner). I driver per linux ci sono...proprieteri come quelli accapì, ma ci sono e la stampante viene riconosciuta al 100% scanner compreso...perfetto... passo a collaudare l'ASF.... morto... non si muove, defunto... hoibò come osa? Proprio quello che mi serviva. 
Decido di chiedere lumi all'ex proprietario... che ne so.... per me è perfetta, funzionava perfettamente... l'ho buttata per prenderne una nuova dopo che la segretaria si è lamentata... sprecone. Decido allora di approfondire l'indagine. Quando lo scanner funziona ma è "guasto" solo il caricatore dei fogli, ci deve essere qualcosa di localizzato nell'unità che ospita il motore, gli switch ed il sensore di presenza fogli. Apro, sollevo, guardo.... e..... e..... noooooooo.... un cavo tranciato di netto!! probabilmente per aprire, il vecchio proprietario non ha pensato di meglio che tagliare il cavo... altrimenti l'unità ASF non veniva via e non si riusciva a pulirla... incredibbile!! ora mi tocca procurarmi il cavo nuovo ma non ci voglio spendere nemmeno un euro.... mi sa che, armato di pazienza, tanta pazienza, giunterò nuovamente il cavo a mano, non ho altra soluzione (e mi toccherà smontare proprio quella parte che è più delicata e difficile. L'ASF mi serve proprio, è comodo per scannerizzare pacchi di fogli senza metterli uno ad uno...si risparmia un sacco di tempo. L'attuale ASF nell'accapì è lento e fa dei rumori strani...si sente come un rumore di gomma sulla plastica e degli ingranaggi che grugniscono... non ho proprio intenzione di aprire, controllare, lubrificare col rischio di rompere qualcosa. Preferisco procedere con il tentativo di riparazione sperando mi possano aiutare i colori dei cavi e che qualche progettista cinese non abbia pensato di renderci la vita difficile a noi occidentali che degli orientali non sappiamo nulla e per questo li guardiamo con sospetto. Procedo...con calma... alla prossima.

P.S. le pere sono mature. Ripeto: le pere sono mature. 

mercoledì 20 agosto 2014

Ventilatore O.ERRE special 300/12" 250V (riparato)

Capita che per le mani arrivi un ventilatore defunto, ventenne, praticamente nuovo ma defunto, morto, schiattato. Non funziona proprio. E prodotto o rivenduto da O.ERRE (Milano), azienda apparentemente ancora in auge con un doppio sito .it e .com una spa specializzata in ventilatori, aspiratori ecc.ecc...pagatemi se volete un pò di pubblcità.
Allora che si fa? Questo è un test per capire chi sei. 
Risposta A) lo si butta perchè è vecchio, perchè non si vede l'ora di comprarne uno nuovo, più bello, magari di quelli cromati a piedestallo da pavimento, più grande, che d'estate in casa, al caldo, è meglio scatenare un tifone tropicale per rinfrescarsi, magari aizzati dalla moglie Patrissia, in un raptus di isteria, che non vede l'ora di passarsi una domenica all'Ikea a spendere i magri guadagni sudati con tante ore di straordinari pagati a nero
Riposta B) lo si aggiusta, dopo una sequela di bestemmie nominando il nome dei riparatori invano che come un mantra ripetono la litania "conviene buttare e comprare nuovo" "conviene buttare e comprare nuovo" "conviene buttare e comprare nuovo" "conviene buttare e comprare nuovo" "conviene buttare e comprare nuovo" ... oppure con un altra sequela interminabile di epiteti irripetibili dopo aver letto il "preventivo" consegnato con il sogghigno di chi è consapevole di aver proposto un costo superiore al valore del nuovo. 
Alla fine del post i risultati del Test. 
Ma torniamo a noi. Il ventilatore è un modello special 300/12" (dodici pollici di pala rotante credo) che risulta completamente smontabile sino ai minimi termini senza la necessità di rompere nulla... viti con testa a croce alla vecchia maniera, un lusso che dovrebbe indurci a preferire le cose di una volta piuttosto che la plastichetta ad incastro di oggi. 
Dentro un semplice interruttore per le tre velocità, un motore Guangdong Light Ind. Products PRC (il solito motore cinese) modello M0415, da 40 Watt. Le pale sono tenute in sede da un fermo filettato che si avvita al perno del motore. Il movimento oscillante un classico demoltiplicatore e leveraggio alternativo, nulla di speciale ma facilmente smontabile. 
Da una misura degli avvolgimenti si comprende immediatamente che qualcosa non va. Il condensatore del motore monofase asincrono (1 microF 400V) è ok, perfettamente dentro la tolleranza... c'è qualcosa che non va dentro al motore...o si sono bruciati gli avvolgimenti (ma non si sente alcun odore di motore fritto) o occorre approfondire.
Per aprire l'involucro metallico si asportano 4 viti sulla ghiera a sporgenza che sta al centro del corpo cilindrico lungo l'asse longitudinale, magari spruzzando un pò di svitol e facendo attenzione ad usare la punta a stella delle giuste dimensioni per evitare di rovinare la testa delle viti e senza preoccuparsi se su 4 viti, statisticamente l'ultima è sempre quella bloccata (nel caso richiudere leggermente le altre tre e provare ad allentarla).
Dentro si notano i due avvolgimenti principale e secondario per la generazione del campo rotante che fa ruotare il rotore. Dentro un tubetto sterling, posto a contatto con lo statore c'è un componente che sembra apparentemente un piccolo condensatore in poliestere. E' in realtà un thermal fuse radial lead, un fusibile termico S2 UMI L3 1Ampère 115°C... è andato, saltato, è lui il colpevole, probabilmente andato in pensione dopo tanta attività o suicidato dopo notti e notti con il ventilatore attaccato per ore ed ore di fila.. è stato bravo a resistere ma era giunta la sua ora...RIP.
Se si riesce di trovare il pezzo di ricambio il gioco è fatto. Nel mio caso l'ho sostituito con un fusibile termico da 117° (un paio di grdi non fano poi tanta differenza). Occorre fare alcune considerazioni inmerito alla sostituzione. Se il termico è saltato significa che il motore si è surriscaldato, per cui occorre indagare sulle possibili cause. Pulire ed oliare le sedi del perno del rotore (usare olio minerale per macchine da cucire). Ispezionare visivamente gli avvolgimenti. Se lo smalto isolante del rame da arancione brillante è diventato bruno scuro un pò opaco, segno che è "cotto" (esposto ad alte temperature), forse è solo questione di tempo ma gli avvolgimenti prima o poi andranno in corto. Una buona pulizia dalla polvere negli ingranaggi e nei perni del movimento oscillante è d'obbligo (detergente sgrassante ed un blando solvente che non rovini le parti in plastica)...eliminiamo tutte le possibili cause che mettono sotto sforzo il motore. Controllare anche i denti degli ingranaggi. Alla fine... è sufficiente rimontare il tutto in ordine inverso allo smontaggio ed il ventilatore per un pò dovrebbe resistere senza lamentarsi, sperando che gli avvolgimenti cotti nel tempo facciano ancora il loro dovere per altri vent'anni. 
Ok, anche oggi un ciòttolo salvato dalla discarica, un bene per l'ambiente (che mi sa sono l'unico a pensarci) e due calcoli. Smontare, sostituire, pulire e rimontare il tutto...un paio d'ore, più il tempo per cercare il fusibile di ricambio...facciamo tre ore in tutto che comprendiamo anche ritiro e consegna... quanto potrà mai valere il costo di riparazione? Troppo se contiamo i costi di esercizio, le tasse, l'iva, i permessi, le imposte ecc.ecc... ovvero tutti i balzelli che raffinatissimi gabellieri hanno pensato di imporre giusto per godere nell'unico modo che conoscono. Quelli, e tutti quelli che nel test hanno scelto la risposta A) sono la massima espressione dell'unanità, unani del menga con cui non mi voglio confondere. Io ho scelto l'opzione B) (saltando il passaggio delle bestemmie e degli epiteti). Preferisco riparare in cambio di una confettura di rabarbaro fatta in casa, un paio di insalatone sfiziose ed un paio di bicchieri di buon vino...conditi con un ottima conversazione... da molto tempo ho fatto un passo indietro e sono tornato al baratto... servizi in cambio di cibo... tiè, fregàti!. Alla prossima.

P.S. il bruco è nella mela. Ripeto: il bruco è nella mela. 

martedì 19 agosto 2014

Lampadina a LED (anonima parte 2)

Proseguono le analisi della lampadina a led descritta nel post precedente. L'apertura non ha presentato particolari difficoltà. Al contrario, devo dire che, visto l'interno,  la delusione "tecnica" è stata tanta. Ma andiamo con ordine. Per aprire l'involucro si dissaldano i due terminali in testa, collegati alla basetta rotonda, sigla DLD-L1978. Filo nero negativo, filo bianco positivo. Si procede con far "saltare" la ghiera rotonda, tenuta assieme con un blando adesivo (un leggero "crack" ci indica che l'adesivo secco si staccca abbastanza facilmente), utilizzando come leva un cacciavite a testa piatta. Senza incrinare nulla si riesce a togliere l'anello che tiene in sede il nodulo led rotondo e si sbircia l'interno. 
Si nota immediatamente come le varie basette che alloggiano i LED smt, sono collegate in serie, a partire dal filo rosso. Le striscie rettangolari si sfilano dall'alloggiamento a binario verticale, facendo attenzione che alcune potrebbero essere cementate, non si capisce bene come, o incastrate dall'attrito alluminio/plastica morbida. 
Il circuito di alimentazione è un autentica delusione, avvolto malamente in una striscia di biadesivo la cui funzione dovrebbe essere quella di tenerlo fermo al riparo dagli urti (LOL). Mi aspettavo il classico integrato di alimentazione a corrente costante... nulla di tutto ciò. 
Un classico circuitino a reattanza con due condensatori in parallelo, per abbassare l'alimentazione alternata, un ponte composto da 4 diodi 1N4004, un paio di resistenze ed un misero condensatore di livellamento per l'alimentazione di uscita. Sui led nessuna sigla (forse sotto ma non indendo dissaldarli almeno sino a che non ne individuo uno di guasto). Quindi nessuna indicazione che ci possa permettere di conoscerne le caratteristiche tecniche... tensione, corrente, temperatura della luce, potenza nominale, angolo di apertura... info utili per poter riutilizzare i led in applicazioni diverse. 
Da una googlata, possiamo solo desumerne le caratteristiche basandoci sui datasheet di prodotti simili. Le dimensioni dei LED sono 5x5.1,5 (quelle nominali, mentre le effettive sono 4,93x4,99x1,65) con la superficie gialla (led bianchi). Molto probabilmente ogni led deve essere alimentato a 3 volts circa (da 2,8 V al massimo di 3,6 i suppose), il che ci fa calcolare che essendocene 60 in serie, tutto l'accrocchio collegato assieme deve essere alimentato a circa 180 volts DC. e la corrente dei leds? se non mi sbaglio, questo modello ha un range da 80 a 120mA, credo e spero di non sbagliarmi, al limite su una breadboard posso fare degli esperimenti. Viene da pensare inoltre al collegamento in serie dei moduli... se salta un solo led, tutta la lampadina smette di funzionare, ma ai capi di ciascuno notiamo tre terminali per lato, collegati assieme. Con molta probabilità ogni led ne contiene tre di indipendenti, per cui se salta il primo, la corrente fluisce sugli altri due facendoli saltare a cascata. Ma c'è una buona notizia. Si può pensare, per quelli che funzionano, di creare una lampada a tre livelli di intensità, o più combinando opportunamente le varie striscie, ognuna delle quali montata su un supporto di alluminio per dissipare meglio il calore. 
Per il dissipatore...sto pensando di montare le striscie su un dissipatore da CPU preso da qualche personal computer. La basetta tonda inoltre mi sa che finirà come faro frontale della bicicletta, devo solo trovare una lente adatta per correggere il fascio di luce ed un contenitore adeguato (e stagno... IP qualchecosa). Sto pensando di riutilizzare le lenti rettangolari delle stampanti laser. sono di plastica, rettangolari e curve, dovrebbero ampliare il fascio luminoso in modo da illumonare tutta la strada, non solo un cono stretto che, in bici, di notte, senza lampioni, non basta mai.  
Il circuito di alimentazione è abbastanza banale da poter essere riparato senza grandi difficoltà. 
L'unico componente "sconosciuto" che non mi convince è quello che assomiglia ad una resistenza a strato metallico di colore azzurro (parrebbe resistenza ad alta stabilità termica anche se la cosa appare strana). Passo ad indagare e creare il circuito.  Detto questo, la risposta alla domanda iniziale è ovvia...si possono riparare? Questo modello "cinese" sicuramente sì, senza grossi problemi. L'apertura è semplice, non serve rompere nulla, il circuito è banale, i componenti apparentemente di facile reperibilità ed al limite non dovrebbe essere difficile riprogettare l'alimentazione... tutte buone notizie, smettetela di intasare inutilmente le discariche che oggi è il giorno in cui avete consumato tutte le risorse che il pianeta è in grado di fornire, stiamo consumando in anticipo risorse che potrebbero servirci in futuro, un prestito che non potremo restituire, e non abbiamo un pianeta di ricambio, imbecilli. Alla prossima, ma anche no.

P.S. il nano è in giardino e la giraffa ha perso la testa. Ripeto: il nano è in giardino e la giraffa ha perso la testa.

lunedì 18 agosto 2014

Lampadina a LED (anonima parte 1)

E proprio non ho potuto resistere. Oggi, solito giro all'ecocentro, in bici con rimorchio, per scaricare l'erba del giardino appena tagliata e tornare con un paio di sacchi di compost per l'orto. La compostiera è accanto ai rifiuti RAEE e un occhiata al contenitore è quasi inevitabile. 
In cima al mucchio dei tubi al neon, campeggia la lampadina che si vede in foto... come resistere? se la lascio lì verrà sommersa dai rifiuti degli unani consumatori, no no no... Le salvo la vita e la porto immediatamente in un luogo più dignitoso con la curiosità di scoprire cosa c'è all'interno, com'è fatta e soprattutto con la speranza di poterla riportare a miglior vita. Alla peggio recupero i 60 led per qualche progettino in cantiere. Si, 60 led bianchi, sessanta, non i miseri tre del modello precedente. Questa inoltre è a 220 volts. Di punti di smontaggio nemmeno a parlarne, almeno a prima vista. L'attacco E27 è punzonato alla base...mi sa che devo rompere per aprire a meno che non scopra qualche diavoleria costruttiva che mi permetta di poterla rimontare... l'involucro all'esterno non riporta alcun dato tecnico, nessun marchio del produttore, niente, se non l'indicazione 220-240 volts RoHS nel corpo plastico e la sigla DLD-L333 sulle piastrine rettangolari e DLD-L1978 sulla piastra circolare, dove sono montatii leds bianchi. Google non aiuta molto in questo caso...forse sono le sigle del produttore...boh. Procedo con il tentativo di apertura...incrociamo le dita. Stay Tuned.

P.S. il bagnino è in spiaggia. Ripeto: il bagnino è in spiaggia. 

martedì 5 agosto 2014

Lampadina a LED ST4-041030 (parte 2)

Come fare per aprire la lampadina in esame l'abbiamo già trattato, nulla di più semplice. Ora vediamo di approfondire la conoscenza per verificare se la si può riparare. L'analisi del PCB di pilotaggio dei tre led di illuminazione nella lampadina Microwatt ST4-041030 quindi prosegue. Dopo una googlata, ho reperito il datasheet dell'unico circuito integrato presente Si tratta di un SM7523B, un ASIC (Application specific integrated circuit) in package SOP8 classificato come "Constant primary Control power switch". 
Purtroppo il datasheet è in cinese, con quegli sgiribizzi strani. Google Translate, nella traduzione del pdf, non aiuta molto. Va infatti a capire cosa significa "Circuito interno tranciatura all'avanguardia"..., o cosa sono i "Piedi penzoloni" che ad intuito credo siano i pin NC non collegati, o ancora "Scolare ingresso interruttore di alimentazione lato", "Terreno chip". Il produttore (Shenzen Sunmoon Microelectronics co.ltd) non prevede il rilascio delle specifiche con i caratteri occidentali, almeno non sono riuscito a trovarne uno. Per cui occorre andare un pò a casaccio, a intuito. La lampadina, alimentata a 12 volts (300 mA), emette una luce fioca che dopo alcune decine di secondi si affievolisce lentamente. Il sintomo induce a pensare che il problema sia di qualche condensatore...ce ne sono pochissimi per cui controllarli non deve essere poi nulla di trascendentale.
Analizzando un pò a fondo il PCB si scopre che la realizzazione non è molto dissimle dal circuito di esempio pubblicato nel datasheet, nemmeno per i valori dei componenti che sono in gran parte quelli suggeriti dal produttore, ed esclusione di quelli che compongono il partitore calcolato in funzione della corrente di assorbimento dei tre led messi in serie. Con un tester, il ponte di ingresso sembra a posto (un MB10S in package SOIC-4 da 0.5 A) ed anche i condensatori non sembrano evidenziare particolari problemi. Non vorrei che ci fosse un problema nell'integrato ma in mancanza di un oscilloscopio, non è che posso poi fare più di tanto. Al limite provo ad ordinare un paio di campioni (sperando nel buon cuore dei cinesi) e sostituirlo...la vedo mooolto lunga.
Nel frattempo procedo, per scrupolo e per diletto, con distaccare i singoli componenti e provarli con un tester a microprocessore per verificare che i valori non siano andati fuori scala. Più di così... dovessi trovarne qualcuno di "sballato" il casino sarà trovare il pezzo di ricambio. I componenti SMT sono venduti a bobine e non credo li forniscano sfusi, tantomeno a singoli pezzi. Spero in qualche PCB di recupero...spero...ad ogni modo la buona notizia è che i tre led sono integri. Alla peggio li piloto con un PWM per realizzare l'illuminazione di qualche cassetto o dell'interno dell'armadio (già provvisto di lucette di natale a led che fanno il loro dovere egregiamente come già spiegato in un precedente post). 
Conclusioni: la riparazione di queste lampadine, questo modello di questa marca, è tecnicamente possibile se il guasto coinvolge il ponte di ingresso o i condensatori del filtro EMI in ingresso. Più difficile (ma escluderei la parola impossibile) ed economicamente poco conveniente se si riesce a trovare il componente di ricambio in tecnologia SMT (per chi ha un laboratori ben fornito ed attrezzato la difficoltà scende notevolmente). Portare la lampadina presso un lab di elettronica? Io non ci proverei per due motivi... il primo i costi di intervento e riparazione che superano di gran lunga il valore del pezzo, il secondo perchè sono stanchissimo di sentirmi ripetere "conviene buttare"... NO, buttare non conviene mai se si considerano le tonnellate di materiali sprecati che fanno questa brutta fine, i costi di smaltimento, l'inquinamento correlato... ingegneri del piffero, imparate a fare i conti, da voi me lo aspetterei. Ciao pirletti. 

P.S. la marmotta non mangia le ghiande. Ripeto: la marmotta non mangia le ghiande.

P.P.S. AGGIORNAMENTO: parrebbe l'induttanza L1 il colpevole (anche se trovo strana la cosa). Il problema è che non na ho una di ricambio...

lunedì 4 agosto 2014

Lampadina a LED ST4-041030 (parte 1)

In occasione del giretto in discarica (in bici of course!) per scaricare l'erba falciata del prato e caricare un pò di Compost (agratis) per l'orto, mi imbatto nel contenitore dei rifuti RAEE per le lampadine ad incandescenza. Fra i tubi al neon compare una lampadina a led, l'unica, sola soletta e l'idea di recuprare almeno i led mi spinge a prenderla e portarla a casa, incurante dell'incalcolabile danno provocato alla partecipata che presidia l'area con ben 4 persone ed un impianto di telecamere da far invidia a fort knox.
La lampadina riporta nel suo corpo terminale le seguenti sigle:
MICROWATT
ST4-041030
4w 3000.K 34mA38D
220/240V - 50-60Hz
Del perchè si sia guastata meritando la rottamazione è materia di indagine. Sono seriamente intenzionato ad aprirla per soddisfare l'insaziabile curiosità e voglia di imparare qualcosa di nuovo.
Da una rapida googlata scopro che si tratta di una SPOT TRILED con attacco GU10 serie ST4 da 4 watt equivalenti ad una lampadina ad incandescenza da 40 watt, garantita per una durata media di 25.000 ore (non un minuto di più suppongo, giusto per rilanciare i consumi dai).  
Il colore della luce è indicato a 3000K con un angolo di apertura del fascio luminoso di 38 gradi (che spiega la sigla stampigliata). Aggiungiamo il codice EAN (a barre) 8111041030009 e la classe energetica A++
OK, dati tecnici a parte, voglio capire come aprirla senza rompere troppo l'involucro, ipotizzando che il progettista, il solito "ingegniere" abbia fatto di tutto per impedirne l'apertura... misteri dei meandri mentali di qualche mente bacata che pensa alla nostra "sicurezza"... lasciamo a casa le polemiche per una volta.
Una cosa mi insospettisce immediatamente. Nella parte dell'innesto GU10 si notano due forellini, uno nero ed uno blu... che saranno? ed il piolino centrale fra i due? una specie di spina ad incastro per tenere fermo l'interno? boh, andiamo avanti. L'unico punto aggredibile sembra il filtro anteriore che mostra una specie di incavo in un punto della circonferenza... o forse è un punto di collante, non si capisce bene....in trasparenza si notano anche tre piolini di fissaggio...la vedo dura senza rompere... proviamo a fare leva lì per vedere se si apre. La plastica bianca è molto dura e si capisce anche perchè... deve resistere a temperature abbastanza alte e non deve essere certo di quella che si ammorbidisce col calore.
Dopo una serie di tentativi, decido di tagliare. Tanto, per un nuovo involucro non ho bisogno del sottovuoto come le lampadine ad incandescenza, ed un barattolo in vetro dello yogurt credo si possa adattare senza troppi sforzi (almeno così lo riutilizziamo e non "consumiamo" plastica). 
Dopo un accurata ispezione visiva, la scelta ricade nel forare i tre piolini di fissaggio. Punta dello stesso diamtero e via. La plastica è più tenera del previsto ed il vetrino (che in realà è plastichetta), viene via facendo leva con un cacciavite sottile. E' costruito con tre lenti disposte a trifoglio e si scopre che i piolini in realtà erano incollati alla basetta di supporto ai led che si mostra nell'incavo interno. La basetta led (Sigla YX-LED-3C1B) è fissata con tre viti autofilettanti, tolte le quali la lampadina si apre senza difficoltà...troppo facile. Sfatiamo immediatamente le ipotesi iniziali... il piolino centrale, non esiste, i forellini colorati non sono altro che due forellini e la loro differenza di colore è dovuta ai componenti interni sottostanti. 
Il circuito stampato di pilotaggio dei led racchiuso nel corpo cilindrico della lampadina, protetto con una guaina isolate termorestringente, contiene da un lato un paio di condensatori, un induttanza, un soppressore di sovratensioni, mentre l'altro lato una serie di componenti SMT al cui ispezione è in corso. Alla prossima. 

P.S. la gallina ha le uova. Ripeto: la gallina ha le uova. 

martedì 17 giugno 2014

BRAUN Spazzolino elettrico type 4712 - 4731

BRAUN Toothbrush type 4712
Ho per le mani, ancora intero, uno spazzolino elettrico Braun Type 4731 mentre quello che è stato autopsyzzato (in antico e desueto dialetto ladino il ttermine trova significato che lo definisce in "apertura di un oggetto dalle fattezze interne in orgine sconosciute che nonostante la costruzione antivandalo viene fatto a pezzi al fine di comprenderne il funzionamento ed analizzarne i componenti e la logica costruttiva") è un Type 4712. Vediamo se è possibile, "da due farne uno" o almeno capire se sono facilmente riparabili o rigenerabili. 
L'inutile ciòttolo, ennesimo esempio di come il ciarpame venga spacciato per necessità irrinunciabile, ha "smesso di funzionare...sicuramente è la batteria". La diagnosi è impietosa e formulata dal possessore il quale, stranamente, stavolta ha pienamente ragione. In effetti la batteria è spezzata in due... si, una ricaricabile al Mi-CD Sanyo made in japan è rotta a metà. Anche il supporto in simil teflon è rotto. Ipotizzo che la causa sia dovuta ad una caduta. Qualora l'ipotesi fosse vera, io non ci credo, ma se fosse vera allora siamo di fronte all'ennesimo progetto superficiale, incompleto, frettoloso, minimalista.
Uno spazzolino da denti lo si usa in bagno, spesso con le mani bagnate... è prevedibile che cada a terra, basta pensarci prima e dotarlo di un supporto un pò più robusto o di un vano batteria che non permetta alla stessa di muoversi. E poi...vogliamo parlare della base?? 2,8 centimetri per un altezza di 21,6 ... lo capisce anche uno studente di ingegneria al primo anno che basta un nonnulla per farlo cadere se lo si posa "in piedi". Ah... mi sa che il progettista in germania è  proprio un neo ingegnere scappato dall'italia per non fare l'operatore di call-center... se si da un occhiata alla basetta elettronica... a che servono gli alloggiamenti per gli integrati? se poi lo stampato non viene popolato? Circuito stampato standard per più modelli e questo è il modello base?? Devo andarmi ad informare in negozio... magari ce nè uno con display, blue tooth, wi-fi e via dicendo... questo ha pochi componenti, sicuramente un regolatore di carica.
La bobina che si intravede alla base è come il secondario di un trasformatore ed il primario sta nella base dove si infila lo spazzolino, quella collegata alla 230V. Ma... torniamo a noi... come si fa ad aprirlo? la batteria si può sostituire e rigenerare lo spazzolino per farlo tornare come nuovo?? Naaa, mi sa che questi oggettini soffrono ancora di molti problemi. Innanzitutto per aprirli... bisogna con cautela spingere forte l'astina dove si infila la testina rotante (tenendo il corpo con le mani) e sperare che il tappo alla base salti senza rompere nulla... sicuramente sono aggeggi usa e getta. Al limite ci si può aiutare con una lametta per facilitare l'estrazione della base.
Dentro, in questo modello, il corpo batteria-motorino è tenuto assieme da un supporto bianco che ne faciliterebbe l'estrazione (se fosse rimasto integro...sic... rotto pure quello. E poi c'è il problema più grave... dentro c'era molta acqua, o saliva... come posso saperlo?? (usare sempre i guanti mi raccomando). Il circuito non ha fatto in tempo ad ossidarsi ma... le guarnizioni in testa non hanno fatto bene il loro dovere... altro punto a sfavore dell'attrezzo. Pulire il tutto, sostituire la batteria, rimontare e chiudere il contenitore.... probabilità di successo da 1 a 100... due. 
Quindi cosa resta? un motorino con meccanismo che fa ruotare alternativamente un perno (ottimo per qualche micro agitatore), un regolatore di carica wireless (una figata per qualche progettino di robotica), alcune testine nuove che se si decide di non comprare mai più aggeggi simili devono trovare un riutilizzo alternatico (tipo venderle su ebai, non mi viene in mente altro). Rimane l'opzione spazzolino elettrico cinese da 5 euli con attacco compatibile braun, ma non oso nemmeno immaginare di mettere in bocca della plastica prodotta in quei posti. Risparmiare si, va bene, ma a tutto c'è un limite. Resta lo spazzolino classico manuale magari con testine ricambiabili (maledetti brevetti, hanno l'esclusiva) ed un minimo di manualità... fanchiulo allo spazzolino a motore. Fottetevi pigroni. 

P.S. la bumba è finita e Lella è in viaggio. Ripeto: la bumba è finita e Lella è in viaggio.

mercoledì 28 maggio 2014

Black & Decker CHV1510 Dustbuster 15.6-Volt Cordless Cyclonic Hand Vacuum

Ormai questo diario sta diventando un centro di assistenza e le richieste vengono abbandonate nei post meno attinenti il contenuto dell'aiuto richiesto . Premesso che in testa alle pagine è inserito l'avvertimento di come gli altri mi vedono, in particolare "bugiardo", "asociale" e "mentalmente disturbato", il che espone chiunque a diventare bersaglio dei vaffanchiuli che elargisco con generosità esemplare anche senza un reale motivo, voglio ribadire ai lettori più pigri che questo posto è mio, nessuno mi paga per scrivere le cazzate che scrivo, modero i commenti se ho voglia (e sono molto pigro) e soprattutto non sono in vena di rispondere con cortesia che specialmente in questo periodo mi girano i c*glioni a mille, anche per i risultati delle votazioni che hanno visto una massa di pecore imbecilli credere alle balle ed alle fandonie di tutti i partiti in lista. 
Premesso questo, ripubblico qui un commento finito chissà perchè in un post che parlava di tutt'altro, nonostante ce ne fosse uno di simile e sicuramente più attinente (questo è quello più attinente). Ho 5 minuti e voglio impiegarli così, tra il mal di denti, il recupero di un paio di insoluti e la quotidiana maledizione che con speranzosa perseveranza indirizzo verso i miei compaesani di m*rda. 
Faccio a pezzi il commento e rispondo ad ogni singolo argomento che credo meriti un approfondimento che registro qui a mò di promemoria personale e per aiutare il mittente con un paio di inutili dritte, reperibili facendo appello al ragionamento ed al buon senso.

"Un commento per chiedere un consiglio (non sapevo come altro fare...)."
Se non pubblico la mia mail un motivo ci sarà... comunque, per il consiglio richiesto...io un suggerimento ce l'avrei... è quello del "o la va o si spacca". Se il ciòttolo è quasi da buttare tanto vale provarci ad aprirlo e tentare. Se non altro si impara qualcosa e se si ha voglia si condivide anche il fallimento... c'è bisogno dei fallimenti altrui per imparare qualcosa di nuovo e sappiamo quanto di questi tempi sia vitale riattivare il "granu salis". Per trovare un ottima motivazione a procedere con il "faidate", si può provare a chiedere un preventivo ai centri di assistenza, ovvero quei banditi che si "affiliano" alle case madri (di p*ttana) sperando di fare business senza investire in qualità e marketing. Una volta calcolate le cifre stratosferiche che sempre superano il valore del bene in autopsia o raccolta un impressionante mole di "meglio buttare e comprare un altro", ci si sente abbastanza incazzati e motivati ad arrangiarsi e procedere. 


"Ho un miniaspirapolvere B&D DustBuster, con batteria a 3.6V. "

non so se è il CVH1510... dovrebbe... io non l'avrei preso....40 dollari per un motorino a batteria ed un supporto di plastica con un filtro... mi paiono un pò troppo. Se la B&D in esordio produceva degli ottimi attrezzi, ultimamente sembra abbia sposato la politiche della plastichetta. sarà solo una mia impressione ma l'abbattimento dei costi dimostra solo risparmio sui materiali... non credo abbiano ottimizzato la produzione con robot industriali e processi particolari. Dai....diciamo che te l'hanno regalato alla festa del papà ;-)

"Ormai ha 4 anni e la potenza di aspirazione, nonché la durata, si sono ridotte di molto. "
Si, è normale, vediamo poi perchè.

"Ovviamente non voglio buttarlo o cambiarlo, anche perchè sul libretto di istruzioni c'è scritto che prima di buttarlo bisogna aprirlo, tagliare i cavi che vanno alla batteria e smaltire gli oggetti separatamente!!!
Ti ringrazio. Buttare è brutto, recuperare è bello, stop.... soprattutto se ci si aggiunge il gusto di boicottare i cultori del consumismo e dare loro un segnale forte sulla dissennata politica dei consumi e della "crescita" infinita. Ci spolpano e pretendono che continuiamo a consumare... imbecilli. La cosa buffa è che suggeriscono a NOI di separare i materiali di un oggetto che magicamente da "super prodotto" diventa "rifiuto"... su questo argomento ci tornerò in futuro. Ma, il suggerimento è proprio assurdo.... me la vedo la massaia depressa armarsi di cacciavite torx, tronchesi e forbici ad aprire, tagliare e separare delle cose che manco si immagina cosa siano. 

 "Ora: se io cambiassi la batteria con una equivalente, potrei riuscire ad ottenere ancora il mio aspirapolvere come nuovo?"
Ni. sicuramente le batterie sono da cambiare perchè dopo un uso intenso perdono la capacità di mantenere la carica. E' un problema di chimica. Il problema forse è trovare quelle giuste, da assemblare con i normali attrezzi che usualmente ci affanniamo a collezionare dai brico del menga che vendono anche loro ciòttoli cinesi da pochi euro... alla peggio, in perfetto stile "hacker" si assembla una batteria esterna "a spalla" o fissata con il nastro telato... non sarà elegante e per niente GLAM... ma funziona. Che torni come nuovo... continua a leggere...

 C'è rischio che sia degradato anche il motore (credo bene sia a spazzole), e magari necessiti di manutenzione pure lui? 
E' raro che il motore "degradi" in così poco tempo. Non credo sia un modello con spazzole a carbone (probabilmente ha solo due lamelle flessibili). In ogni caso occorre controllarlo, ispezionarlo e verificare che non sia pieno di polvere o altro... il percorso dell'aria è ovviamente separato dal vano motore ma le polveri sottili non le ferma nessuno e con il tempo queste si accumulano nei posti più impensati. Si potrebbe pulirlo con un liquido speciale che vendono gli appassionati di modellismo (lo si fa girare immerso nel detergente) e procedere poi con una lubrificazione ...anche il WD40  o lo Svitol vanno bene, meglio l'olio per le macchine da cucire, senza abbondare sennò si combina un disastro, olio e polvere non vanno d'accordo, bisogna essere estremamente parchi e limitarsi alle estremità del perno rotore. Non credo che il motore abbia i supporti in nylon caricato o teflon... probabilmente sono in ottone visto il costo "limitato"... mi raccomando POCO olio, molto poco. 

"Hai già avuto esperienza su questi affari?"
no, ma la cosa non mi preoccupa affatto... sono molto semplici sempre se qualche ingegnere malato li ha progettati bene. A volte certi dementi per impedire le riparazioni progettano delle vere trappole per principianti... ma dato il "modesto" valore del ciòttolo non credo si siano sbizzarriti a pensare. Un controllo che farei però, riguarda le guarnizioni per verificare la tenuta dell'aria nel percorso di aspirazione.. le perdite fanno calare la potenza e mandano su di giri il motore che si degrada prima del previsto. Ovvio che con l'occasione si pulisce per bene tutto l'interno, eliminando sporcizia e patine varie... deve tornare come nuovo per durare altri 4 anni e così via all'infinito.


"In cambio ti posso mandare la foto di un apparecchio aerosol della Pic che ho riparato ;) "

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In sintesi, il degrado delle prestazioni dipende da:

  • batterie
  • motore
  • meccanica di tenuta dell'aspirazione


Se si controllano questi tre fattori, il bussolotto torna come nuovo al rango di oggetto "utile"... le briciole sul tavolo sono davvero la piaga del ventesimo secolo... meglio raccoglierle e darle ai passeri che ne vanno davvero ghiotti. Spero di essere stato esaustivo. alla prossima.

P.S. Cip. Ripeto: Cip. 


lunedì 26 maggio 2014

ecco fatto

ecco... visti i risultati forse condizionati dell'effetto "promessa 80 euro"?... prima era "un milione di posti di lavoro" e ci siete cascati come polli. Adesso 80 euro (lordi) e ci siete ricascati... branco di morti di fame. Tutti a promettere l'impossibile, tanto voi italiani vi bevete proprio di tutto. Credete di scegliere, anche se altri lo fanno al vostro posto. Sapete solo lamentarvi, ma di verificare di persona nemmeno l'idea. Parlate solo per sentito dire. Giudicate senza prima informarvi a fondo. Quando vi informate lo fate alla fonte della menzogna. Quando vi si dimostra il contrario, cercate solo di rafforzare le vostre convinzioni per evitare di dire "ho sbagliato". Se per caso vi accorgerte di aver sbagliato, allora la colpa è sempre degli altri. Predicate bene e razzolate male. Siete un pessimo esempio per le generazioni future. Siete estremamente egoisti. Vivete nella perenne paura... dell'avversario, del diverso, dello straniero, del vicino di casa, di quello che sogna un futuro diverso, perchè... confessatelo... avete smesso di credere anche in voi stessi. Quando al potere, alla casta, servirà una vostra opinione, ve ne darà una e la farete vostra difendendola con i denti. Siete presuntuosi, arroganti ed ignoranti come dei lombrichi. Fanatici talebani privi di obiettività. Popolo bue che crede di aver "vinto"... cosa? quando passerà l'euforia ed arriverà il conto da pagare... rabbia e delusione... per pochi giorni e poi via, tutto nel dimenticatoio per ricominciare a tirare il carro per cercare di raggiungere la carota. 
Ecco... avete risolto i vostri problemi delegando i soliti? Si, quelli...proprio quelli che hanno causato lo sfascio totale, il saccheggio del paese, per avidità, cupidigia, ignoranza, malafede, disonestà, egoismo. Li avete delegati a continuare per la loro strada, non certo per il bene comune. E si sentiranno pure legittimati a continuare. Avete invece scelto i perdenti? Allora non avete compreso una cippa, non per la "scelta sbagliata" ma perchè non avete capito che non avete comunque scelto un bel niente... il voto non era e non è una scelta. Votare tizio o caio non cambia le cose. Cambiare, cambia le cose. Ecco. Io sono cambiato tempo fa e le cose per me sono cambiate. Per voi non c'è speranza, non cambierete perchè avete troppa paura e comunque non avete capito cosa cambiare... cambiare partito non cambia le cose. Ecco. Cambiare per cambiare ma... cosa cambiare? Domanda sbagliata... quella giusta è... Chi cambiare?? comincia da te e gran parte del cambiamento è fatto. Vaffanchiulo.

P.S. luigi è violento ed ha bevuto troppo. Ripeto: luigi è violento ed ha bevuto troppo

giovedì 15 maggio 2014

bing

Oggi vorrei mandare affanchiulo quei 5 strunzi che sono arrivati al mio diario usando bing, l'unico stronzio che ha usato bingpreview, quei 12 che hanno usato Internet exploder e quei 63 che hanno usato winzozz per visitarmi. Winzozziani del menga, suicidatevi. Vaffanchiulo.

P.S. Maskio è assai sveglio e Linia si alza presto. Ripeto: Maskio è assai sveglio e Linia si alza presto.

giovedì 1 maggio 2014

1° Maggio

Cosa caxo ci sia da festeggiare proprio non lo capisco. E' un pò che non lavoro, che non mi pagano gli arretrati, che i nuovi clienti giocano al ribasso. Il mio tempo, quello che mi resta a disposizione, è unico e prezioso, non voglio sprecarlo più con cialtroni e disonesti, non voglio più ascoltare chiacchiere e promesse, non voglio più degnare nulla a profeti e miracolati, non voglio più dare un centesimo a ladri e truffatori in cambio di ciò che non serve per vivere dignitosamente, non voglio nemmeno considerare frivolezze e inutilità, non voglio un paese popolato da isterici, avidi, ignoranti, ignavi, vigliacchi e voltagabbana. La mia parte l'ho sempre fatta...il mio dovere pure...sempre... senza mai tirarmi indietro anche quando ne avrei avuto motivo... ma se ciò che è diventato il paese in cui vivevo è quello che è oggi .... non provate mai più a rompermi i cogli*ni, siete avvisati. Stop.

P.S. Stop. Ripeto: Stop 

martedì 1 aprile 2014

1° Aprile

Sono scappato in un paese senza estradizione e me la godo alla grande.

P.S. la locusta mangia la foglia. Ripeto: la locusta mangia la foglia.

venerdì 14 febbraio 2014

Riparazione alimentatore switching A15D2-05MT

Un componente da pochi centesimi può mandare in tilt un intera rete di computers. Mi ero accorto che qualcosa non andava ma avevo addossato la colpa al provider, il quale visto come lavora non è sbagliato in quanto statisticamente è proprio lui a non fare il suo dovere come da contratto. Apro il vano che ospita la sala servers e il problema salta all'occhio... lo switch è spento! Come osa? E' nuovo, ha solo 5 anni e si permette di suicidarsi così?? Vediamo... una rapida prova col tester ed il colpevole è immediatamente individuato...l'alimentatore. Statisticamente sono quelli che saltano dopo un pò che sono in funzione 7/7 24/24. Posso immaginare già quale sia il problema... il solito condensatore in uscita che si gonfia, ingrassa e poi...infarto! L'alimentatore è un AK II mod A15D2-05MT da 5 volts 2,5A. Il circuito non è di quelli minimali cui siamo abituati da un pò, dopo l'invasione nei mercati da parte dell'oriente, ma non proprio di quelli "professionali", una via di mezzo dai. Un ponte raddrizzatore KBP208G il solito trasformatore ad alta frequenza, il solito transistor su alettta, un optoisolatore per il feedback, due diodi in uscita ecc.ecc... uno step down classico. Il guasto è evidente, lo si nota dal rigonfiamento  del condensatore di uscita.... un tuffo nello scatolone dei condensatori low ESR che da anni aspettano di essere classificati e se ne cerca uno uguale, o quasi, basta che stia dentro il contenitore che per fortuna ha delle dimensioni generose e sovradimensionate.  Mezzoretta e lo switch ritorna a fare il suo dovere. Temo che tra un pò dovrò intervenire anche sugli alimentatori dei telefoni IP... Alla prossima.

P.S. le pillole blu sono amare. Ripeto: le pillole blu sono amare.

martedì 4 febbraio 2014

Riparazione cavatappi da sommelier

E' un pò che il kit apri bottiglie, rotto, se ne sta in un angolo, in attesa del suo turno. Il kit comprende l'apribottiglie (il mio è uguale a quello che si trova su wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Cavatappi) con la lama taglia capsula ed il verme per l'estrazione dei turaccioli, un tappo per versare, un salvagoccia ed il tappo di chiusura per le bottiglie lasciate a metà (caso estremamente raro quando la compagnia è buona e ci si diverte a tavola). Il manico in legno del cava turaccioli si è scheggiato e va sostituito, giusto per evitare di incollare i pezzettini e sfruttare allo stesso tempo l'occasione per personalizzare l'oggetto. Le due metà di legno (nessuno vieta di usare altri materiali) sono incollate al metallo e dei piolini di ottone ribattuto fanno il resto. Il perno della vite (o verme come la chiamo io) invece  non è di ottone in quanto deve sopportare lo sforzo che si fa all'apetrura della bottiglia facendo leva con il doppio dente di appoggio al collo della bottiglia. 
Per la sostituzione basta procurarsi due pezzettini di legno, a scelta, pregiato o di recupero, l'importante è che sia abbastanza duro da resistere a lungo anche in caso di utilizzo intenso (gli ubriaconi sono avvisati). Dopo la sagomatura, che sarà leggermente più ampia della base in metallo, si procede con i fori e successivamente con i perni che andranno ribattuti per farli stare al loro posto (quelli che non sono passanti hanno una funzione più estetica che di tenuta vera e propria). A fissaggio ultimato si rifilano le parti del manico e dei perni in eccesso (a mano con carta vetrata) ed il gioco è fatto, niente di particolare, spero...., devo ancora iniziare a procurarmi i materiali, perni in ottone ed in acciaio, ribattere, rifilare, tingere ed incollare.... facile a parole, vedremo se sarà davvero facile o no, devo solo trovare il tempo per procurarmi i materiali e procedere con la lavorazione. Vedremo...non lo so, alla prossima.  

P.S. gli occhi sono inutili se la mente è cieca. Ripeto: gli occhi sono inutili se la mente è cieca.

mercoledì 29 gennaio 2014

Mattinata alle poste

Un racconto verosimile che descrive come ci si possa trovare in situazioni assurde. Duole come sempre conststate l'abisso fra realtà e dichiarazioni, fra la concretezza del quotidiano ed i proclami aziendali, fra pubblico e privato... un vero skifo. Alla prosima

P.S. il gufo è tornato. Ripeto: il gufo è tornato.