lunedì 18 agosto 2014

Lampadina a LED (anonima parte 1)

E proprio non ho potuto resistere. Oggi, solito giro all'ecocentro, in bici con rimorchio, per scaricare l'erba del giardino appena tagliata e tornare con un paio di sacchi di compost per l'orto. La compostiera è accanto ai rifiuti RAEE e un occhiata al contenitore è quasi inevitabile. 
In cima al mucchio dei tubi al neon, campeggia la lampadina che si vede in foto... come resistere? se la lascio lì verrà sommersa dai rifiuti degli unani consumatori, no no no... Le salvo la vita e la porto immediatamente in un luogo più dignitoso con la curiosità di scoprire cosa c'è all'interno, com'è fatta e soprattutto con la speranza di poterla riportare a miglior vita. Alla peggio recupero i 60 led per qualche progettino in cantiere. Si, 60 led bianchi, sessanta, non i miseri tre del modello precedente. Questa inoltre è a 220 volts. Di punti di smontaggio nemmeno a parlarne, almeno a prima vista. L'attacco E27 è punzonato alla base...mi sa che devo rompere per aprire a meno che non scopra qualche diavoleria costruttiva che mi permetta di poterla rimontare... l'involucro all'esterno non riporta alcun dato tecnico, nessun marchio del produttore, niente, se non l'indicazione 220-240 volts RoHS nel corpo plastico e la sigla DLD-L333 sulle piastrine rettangolari e DLD-L1978 sulla piastra circolare, dove sono montatii leds bianchi. Google non aiuta molto in questo caso...forse sono le sigle del produttore...boh. Procedo con il tentativo di apertura...incrociamo le dita. Stay Tuned.

P.S. il bagnino è in spiaggia. Ripeto: il bagnino è in spiaggia. 

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