martedì 11 febbraio 2020

Ho vinto al superenalotto...again!!

WOW! ho vinto al superenalotto, branco di poveracci pezzenti. Ho centrato un due! 6 euro di vincita e questa settimana riesco a mangiare. Dovrei arrivare, forse, alla fine del mese, poi non so, vedrò... alla prossima.

P.S. la mucca è magra. Ripeto: la mucca è magra.

giovedì 6 febbraio 2020

Biscotti fai da te

La vita da single per scelta è costellata di opportunità straordinarie. Se poi ci si aggiunge una cronica mancanza di soldi, allora bisogna arrangiarsi e mettere in funzione tutte, ma proprio tutte le proprie "abilità" e competenze nel campo della sopravvivenza, comprese quelle che esulano dalle proprie specializzazioni. Noi poveri sappiamo fare (dobbiamo/vogliamo saper fare) di tutto, ma proprio tutto e questo è un vantaggio rispetto a coloro che comprano e consumano ad ogni voglia.  Devi saper essere tecnico, fabbro, falegname, muratore, elettricista, cuoco, sarto, giardiniere, ortolano, un pò medico e/o infermiere e via dicendo elencando tutte le professioni che ci vengono in mente. 
Essere povero per me non è un grande problema se si guarda ai problemi che hanno quelli che di soldi ne hanno pure troppi. A volte il neuro-marketing però vince sulle scelte razionali, inducendoci a fare scelte irrazionali ed in fin dei conti inutili, specie quando si parla di cibo e peccati di gola. 
Leggo da molte parti che al mattino è opportuno fare una colazione abbondante. Non so se è una scuola di pensiero passeggera, destinata a venir soppiantata da altre ideone simili alle diete che vanno e vengono a suon di annunci e smentite in base alle mode del momento. Ad ogni modo al mattino non mi faccio mancare la frutta o una spremuta, lo iogurt fatto rigorosamente in casa (così so cosa ingoio) con i muesli (fatti in casa), la marmellata (pure quella autoprodotta), una tanica di caffè (che chi mi conosce sa lo ritengo sia un diritto sacrosanto dell'umanità) macchiato con latte o panna. C'è tutto? no! Manca qualcosa da puccettare nel caffelatte, altrimenti non è una colazione. Di brioches ai grassi idrogenati manco a nominarle che qui è come una bestemmia in chiesa, al massimo qualche panettone scaduto acquistato in offerta dopo le feste natalizie. Biscotti integrali ai cereali con zucchero, olio di palma, ed altri ingredienti enfatizzati ad arte per non leggere le etichette? giammai! Anche i biscotti devono seguire l'auto produzione... anzi no, meglio dire in questo caso l'auto assemblaggio in quando non sono in grado di produrmi proprio tutti gli ingredienti. Poi ci sono altri aspetti da considerare: la glicemia, il diabete, il colesterolo e per ultimo la soddisfazione di mandare a fanchiulo le industrie alimentari... strozzatevi con i vostri biscotti confezionati
Allora mi sono fatto aiutare dalla mia compagna con una ricetta base a cui aggiungere a piacere gli ingredienti di "contorno". Ci facciamo l'impasto base e poi lo hackeriamo per bene, ovviamente :-D
Si parte dai fiocchi di avena (200 grammi), meglio se biologici, non trattati e che costano relativamente poco. Si cerca di produrre un impasto abbastanza consistente da poterlo manipolare e stendere sulla carta forno. Si passano i fiocchi al frullatore per ottenere una specie di "farina" grossolana.  Si aggiunge, sempre frullando,  un pizzico di sale, 30 grammi di acqua, 50ml di olio di semi (l'olio di oliva può andare bene ma è troppo saporito e copre gli altri aromi). L'impasto base è così pronto e lo si potrebbe già stendere a palline appiattite su una carta forno e cuocerlo a 160 gradi per 15 minuti. 
Ma qui inizia l'hacking. Si possono aggiungere moltissime varianti e/o combinazioni con gli ingredienti che ci si è prodotti in casa, tipo: stevia in polvere, marmellata, miele, semi di lino o qualsiasi semino che si ha per le mani, frutta secca (chi non ha o non si è autocostruito un essiccatore?) tipo mele, uva proibita e poi aromi vari tipo cannella, grappa o liquore d'uva, limoncello, nocino e perchè no... propoli ecc.ecc.
Ma i veri hacker vanno oltre a queste banalità. Pensiamo ad altri ingredienti, non necessariamente destinati a produrre un dolce: peperoncino, curry, aglio, scalogno e cipolla, paprika, moringa, funghi, zenzero, curcuma... liberatevi dagli schemi, branco di unani conformisti, non vedo l'ora di provare. Alla prossima.

P.S. il lupo corre e la fagiana si nasconde. Ripeto: il lupo corre e la fagiana si nasconde.

mercoledì 5 febbraio 2020

Gecko LTD-106 bug zapper

Cinque minuti di tempo libero e decido di smontare una racchetta fulmina zanzare, passata a miglior vita, che mi ingombra inutilmente gli scaffali già affollati di ciarpame, da anni in attesa di essere riutilizzato. Mi interessa il generatore di alta tensione, da attaccare al campanello o alla maniglia dell'ingresso di casa, ed accenderlo la domenica mattina, per i testimoni che puntualmente ci provano a diffondere le loro bizzarre teorie, basate su un testo farlocco e pieno di contraddizioni evidenti. Che il loro dio li strafulmini altrimenti ci penso io, ecco, l'ho detto.....scherzo, rischio di fulminare anche gli innocenti.

Il ciòttolo in questione è il Gecko Quality n°1 Art.LTD-106 (addirittura ISO9001:2008) con patent number ZL2011 3 0372679.4 (addirittura brevettato? verificheremo). 
All'interno una board moltiplicatrice di tensione che viene presa da una misteriosa batteria ricaricabile, collegata tramite reattanza capacitiva alla tensione di rete (presa incorporata a scatto decisamente fuori norma).... quanto sia "CE" il prodotto non si sa... forse la sigla CE, identica al marchio europeo, intende China Export. 

Curiosa la dicitura in confezione che dovrebbe corrispondere all'italiano: "Uccidere le zanzare più vecchie per controllare la febbre di dengue"...per non parlare delle istruzioni sul retro tradotte probabilmente dal cinese all'italiano con un traduttore di molti anni fa...."Quando batte le zanzare o altri insetti, deve agire subito, è facile, osservare gli insetti, lo batte appena lo vede e può segnare"...."La voce chiara di elettricità vuol dire che l'ha gia segnato e l'ucciso"... no dai, mi offro come correttore di istruzioni cinesi... se la paga è buona ovviamente, sono anche disponibile a trasferirmi in cina. 

Il sito del produttore ad oggi è disponibile solo con i caratteri cinesi mentre la versione in inglese restituisce un 404 not found, apperò. A dire il vero c'è dell'altro... il sito cnlintian.com non è in https e contiene un componente Adobe flash potenzialmente dannoso (così almeno avvisa firefox)... meglio comunque non approfondire. 
Con molta probabilità la batteria interna (non sostituibile) è completamente andata e non si ricarica. E' un monolito nero le cui uniche sigle sono Li Tian e 2013.03 (quest'ultima, una data non si sa di produzione o "scadenza"). Di sicuro non è al litio visto che non c'è traccia di regolatori di carica. L'interno inoltre è completamente secco, privo di elettrolito.  Vane le ricerche in rete per provare a trovarne una di uguale da sostituire... non ho voluto approfondire troppo per cercare di capire la tensione di esercizio della batteria ma mi sa che proverò a studiare il circuito e vedere se trovo qualcosa di simile e compatibile. In realtà mi basta capire quale sia la tensione di alimentazione per verificare se il circuito funziona ancora, non è un grosso ostacolo. Per il resto... che dire? vale la pena di perderci del tempo? per giocare e divertirsi sì, anche se non è proprio il periodo migliore, causa calo di commesse e conto in banca azzerato come al solito. Meglio prendere la bici ed approfittare della splendida e limpidissima giornata soleggiata. Alla prossima.

P.S. la fine del mondo è vicina. Ripeto: la fine del mondo è vicina. 

lunedì 3 febbraio 2020

Lavavetri Art.11057 Utilplastic (restauro)

Da anni, inutilizzato in un ripostiglio, alberga un lavavetri in pensione. Usato giusto il tempo di disintegrare la spugna (poche volte che mi ricordi) è in fin dei conti, al momento, l'ennesimo rifiuto da differenziare nel bidone della plastica, senza sapere la fine che farà e sperando non vada ad alimentare qualche inceneritore che lo trasformerà in nanoparticelle e diossine destinate a finire poi nei nostri polmoni. Pensiamoci... il ciclo di produzione - uso e smaltimento ingrassa una moltitudine di avidi operatori sempre pronti ad alimentare una folle, dannosa e controproducente corsa al consumo infinito a beneficio di pochi. Con il piglio orgoglioso del bastiancontrario rompic*glioni controcorrente taccagno ed alternativo, decido di riportarlo in vita per evitare di spendere l'esorbitante cifra di 1,90 euripiùspedizione.
L'oggetto è l'articolo 11057 prodotto dalla Utilplastic sulla quale ho voluto indagare e vedere il capannone... non so se le case sono cresciute attorno o se il capannone è stato costruito in zona residenziale... misteri dei piani regolatori comunali.
Ad ogni modo, mi serve ora una spugna con un lato da 20 centimetri circa. Le spugne per lavare l'auto, quelle più grandi che ho trovato, sono da 16 cm e sono un pò troppo alte per poterle premere nella sede del lavavetro... mi sa che dovrò approfondire un pò la ricerca o di arrangiarmi altrimenti, magari con della gommapiuma. Dovrò poi trovare un metodo per comprimere la spugna fra i due pezzi e forarla in prossimità delle due clips a scatto che servono a tenerla in sede. Proprio le due clips mi inducono a pensare che sia prevista la sostituzione della spugna... forse c'è qualche parte di ricambio dal produttore... no, il sito aziendale non sembra offrire il servizio ricambi. Personalmente mi sarebbe piaciuta una sezione apposita che vendesse anche le "saldatrici" per la plastica (compresi accessori e consumabili), utilissime per riparare le inevitabili crepe e rotture del maledetto materiale inquinante che spesso finisce, per inciviltà degli unani, nel mare... ma forse esagero e pretendo troppo, certo certo. Potrei scrivere una mail al produttore... ma poi desisto. A ben vedere, al momento della visita al sito, mentre scrivo questo post, noto il modulo contatti che richiede i dati personali... riporta in calce il richiamo alla legge 675/96 !!! Siamo nel duemilaeventi, in tempi di GDPR e di massima attenzione alla privacy, con multe milionarie in caso di ispezione del Garante... ed ancora si trovano richiami alla 675/96... da non credere, per non parlare dell'informativa sui cookies!. Ma che razza di "imprenditori" ci sono nel vostro paese? E poi vi lamentate della perenne "crisi" o che non riuscite ad espandervi all'estero? Alla prossima. 

P.S. l'ombrello non si apre. Ripeto: l'ombrello non si apre. 
 

domenica 2 febbraio 2020

lunedì 13 gennaio 2020

Color Laserjet HP 1600 paper jam

Un inceppamento della carta brutto brutto, ma davvero brutto. Ho una stampante laser a colori, HP1600 Color Laserjet, recuperata 11 anni fa da un azienda pezzente ma sprecona, rottamata per i soliti futili motivi e puntualmente rimessa in esercizio spendendo solo il mio tempo di tecnico fallito. 
Durante il periodo natalizio, decido di stampare delle decorazioni da attaccare su dei CD obsoleti (più vecchi di winzozz 98 per intenderci). Come al solito decido di strafare e prendo della carta fotografica lucida, seleziono un opzione a caxo che mi sembra ad occhio quella più adatta per ottenere la massima qualità e... BANG!!! la carta si arrotola ai rulli di uscita, praticamente quasi si incolla. Opzione sbagliata con carta non HP.
Tira, spingi, strappa, apri, tenta e ritenta.... niente da fare, l'inceppamento resta lì fermo come un monumento di granito. Terminata la sequenza di bestemmie in una lingua antica ormai dimenticata, è il momento di prendere delle decisioni. Fra le varie opzioni, una delle quali era l'acquisto di un nuovo modello (orrore!!!), scelgo ovviamente quella a costo quasi zero!. Smontare la stampante e rimuovere l'inceppamento a mano, togliendo il gruppo fusore che sta alla fine del percorso carta e tentare di togliere la carta inceppata come meglio si può. Le istruzioni di manutenzione si trovano facilmente in rete, almeno sino alla rimozione del fusore. 
Il problema è più serio del previsto. Praticamente tre quarti di un formato A4 sono racchiusi in un paio di centimetri... Con delicatezza, nonostante tutti i meccanismi bloccati, riesco a togliere quasi il 90% del rotolo inceppato... quello che rimane mi costringe a smontare ai minimi termini il fusore!!! Purtroppo sì, non c'era altra soluzione. Cerco in rete ma non trovo nessun video o nessun articolo al riguardo. Strano, probabilmente sono l'unico caso al mondo (e la cosa mi fa sentire unico :-D ). 
A naso inizio a togliere alcune viti, poi altre, sino ad aprire tutto il gruppo fusore e togliere l'ultimo pezzo di carta che, come al solito, nasconde una sorpresona... la superficie del tubo in silicone (fuser sleeve) è danneggiata, quasi strappata!... vabbè, già che ci siamo cambiamolo. Su ebai si trovano a poco più di 8 euri, spediti, non è una spesa esagerata. Ordino ed aspetto tre settimane, il tempo di una spedizione standard per arrivare in europa dalla cina (mentre in itaglia tre settimane sono tempi di consegna per comuni limitrofi, se va bene). Il tubo in silicone va reinstallato ungendo per bene la resistenza con il grasso speciale allegato. Operazione non proprio alla portata di un hobbista ma ce la possiamo fare. Al momento di rimontare il tutto realizzo una cosa... mi sono dimenticato di segnare le operazioni di smontaggio e il tempo di attesa combinato con l'età non proprio giovanile fa il resto. Mi ritrovo con le viti bene in ordine ma con i pezzi sparpagliati e proprio non riesco a ricordare come vanno combinati. Un puzzle senza schema...Oi oi, è un problema serio.  Ci provo in tutti i modi ma niente da fare.
Un gruppo fusore completo (codice RM-1821 o RM1-821 a 220 volts), magari rigenerato, costa più di cento euro. Non dispongo di quella somma nemmeno per fare la spesa di generi alimentari, figuriamoci per un pezzo di ricambio. Allora?? che faccio?? rinuncio?? Giammai!!! decido di cercare un altra stampante guasta, non importa se il fusore sia funzionante, mi basta lo si possa usare come pezzo campione per rimontare quello mio. Basterebbe piazzarsi in discarica nel reparto RAEE e prima o poi qualcosa da intercettare si trova, ma ci vorrebbe troppo tempo. Trovo invece, sempre su ebai, un modello identico a poco più di trenta euro, il cui difetto dichiarato è "stampa male". Dalle foto delle stampe intuisco che è un problema di cartucce rigenerate "ad penis" dal solito peracottaro che rigenera in cantina le cartucce di toner. Buona notizia. Mal che vada recupero il fusore funzionante, lo installo sulla mia e riparto alla grande. Tempo 24 ore (mitico venditore!) mi arriva il pacco a casa e procedo con lo smontaggio. Dopo un paio di ore di smanettamenti e bestemmie inedite inventate al volo, riesco a rimontare il mio fusore. Per scaramanzia, visto che non ho mai riassemblato un pezzo così complicato (il che spiega come mai non si trovano istruzioni in rete) monto nella mia stampante il fusore della stampante appena acquistata. Rimonto il tutto e... PAER JAM!!! coome?? ancora?? Daiiiiiii.... apro nuovamente la stampante e mi accorgo di aver collegato male un sensore a forchetta che segna la presenza della carta in uscita..... fiuuuuu, rimonto il tutto, calibrazione, inizializzazione, stampa pagina di prova... funziona!! Bene. E del fusore riparato?? cosa ne faccio?? lo vendo senza sapere se funziona?? no, decido di rimettere in sesto anche la seconda stampante. Il transfer belt (la plastica che elettrostaticamente trascina la carta) è in condizioni pietose, sporchissimo e completamente ricoperto di toner su tutta la sua superficie. Con un panno in microfibra ed alcool isopropilico lo pulisco per bene. Rimonto tutti i pezzi stavolta senza dimenticare nemmeno una vite e procedo con il collaudo. Alla prima stampa mi viene un mezzo coccolone... il toner si appiccica solo su una parte della demo page. Riprovo ed il difetto tende a diminuire....ok ho capito. Durante la sostituzione del tubo in silicone, a furia di maneggiare i pezzi nel tentativo di rimettere assieme il fusore, un pò di grasso è andato sui rulli di fusione.... il problema lo si risolve stampando una decina di pagine dimostrative e il tutto si sistema da sè. Non male. Posso dire di essere riuscito in un impresa mai tentata prima e sicuramente non documentata. 
Ora mi ritrovo con due stampanti laser a colori, funzionanti e con una quarantina di euri in meno. Potrei vendere quella recuperata per rientrare delle spese o con un micro margine per gli alimentari settimanali (magari frutta e verdura visto che sono anche a dieta). Potrei tenerla di scorta, per i pezzi di ricambio, così per i prossimi 10/20 anni sono a posto, in attesa che il lentissimo processo di digitalizzazione faccia il suo corso rendendo inutile la carta e l'abbattimento di alberi. Speriamo. Alla prossima. 

P.s. l'aquila è nel nido. Ripeto: l'aquila è nel nido.

domenica 22 dicembre 2019

e quest'anno che faccio a Natale?

Boh... faccio il grinch come gli anni passati o mi conformo alla massa confondendomi per sentirmi parte di una comunità di unani? Boh... lo passerò con un paio di persone che mi vogliono bene e che non mi giudicano per quello che sono e per come la penso ma mi dicono le cose in modo diretto e senza molti filtri. 2 persone... non male come animale sociale vero? Se, come accade, misuriamo le persone in base al numero di follower.... sono proprio una m*rda.
Discutevo poco fa su cosa mai c'è da guadagnarci ad essere diretti e dire sempre quello che si pensa... zero, anzi ci si rimette pure. 
A parte qualche idiota, io per primo, quasi tutti sono degli ipocriti. Dobbiamo quindi constatare che tutti quando comunicano con te, ti forniscono un contenuto informativo difforme dal loro reale pensiero. Meglio stare "in pace" con tutti e non creare attriti sociali , malumori da critica, risentimenti o altre reazioni spiacevoli. Figuriamoci quindi gli "Auguuuuuriiiiiiiii" che sono un clichè peggio del "Buongiorno" agli sconosciuti. Ma, come posso credere che il pensiero altrui sia sempre negativo ed esternato in modo diplomaticamente adattato in positivo? E' una questione di statistica ed esperienza. 
Statisticamente, fatto un campione di 10 incontri quotidiani diluiti in più di 40 anni di vita (togliendo infanzia ed adolescenza), si ricava un risultato attendibile, sufficientemente supportato da un campione decisamente solido di dati. 
L'esperienza poi ha elaborato un metodo sofisticato per far parlare le persone di argomenti noti e confrontare poi le due versioni, ciò che dicono e ciò che è. Se serve, e se c'è l'occasione, un paio di spritz possono fungere da catalizzatore per allentare i freni inibitori.
In base al questo metodo scientifico appena enunciato, sappiamo che gli "Auguuuriiiiiiiiiiiiii" sono falsi ma bisogna farli, meglio se accompagnati da un "regalo", ovvero un oggetto spesso inutile, a volte riciclato, spesso non gradito quando proviene da chi non ci conosce a fondo (tipo un salame ad un vegetariano o lo zucchero ad un diabetico) ma sempre accettato col sorriso ipocrita a corredo ed il "Graaazieeeeee" d'ordinanza. 
Ma poi, sta storia che il 25 dicembre segna la nascita di Gesù cristo.... non è mica vera! L'antico testamento ci racconta una storia diversa. Per cui il problema non si pone, il 25 dicembre è un giorno come gli altri, per me. Se proprio vogliamo è un occasione da sfruttare commercialmente, ma niente di più.
 
Ecco allora che, di fondo, potrei rispondere... a Natale faccio l'ipocrita, anche se mi viene male. A Natale faccio finta di nulla e faccio a cazzotti con la mia coscienza. A Natale mi chiudo in casa (sai che novità) per evitare gli ipocriti.... Natale non esiste, problema risolto. Auuguriiiiiiiiiiiiiiiiiiiii branco di unani. 

P.S. i pastori pastorizzano. Ripeto: i pastori pastorizzano. 

giovedì 19 dicembre 2019

hackerare in I-Phone si può?

Non si può ma è possibile. Sino a qualche settimana fa gli zombie della mela si sentivano al sicuro. File system crittografato, impossibile accedervi senza le password. Quindi? La pacchia è finita ed inizia l'incubo. Accedere senza password si può eccome, sfruttando un bug hardware. E per ovviare a questo baco la casa madre dovrebbe sostituirli tutti, fisicamente. Quindi? L'incubo comincia per tutti i possessori del melafonino, che siano onesti o disonesti, pensateci. 
E per favore, non dite che non avete nulla da temere in quanto non avete nulla da nascondere. E' come dire che non vi serve la libertà di parola in quanto non avete nulla da dire... poveracci. Anche la frase "male non fare, paura non avere" è un idiozia detta da idioti ignoranti e sprovveduti. 
Preparatevi e... meglio comprare delle dinamo a pedale, contenitori per l'acqua, attrezzi vari, semi per ortaggi, oro. Poi non dite che nessuno vi ha avvisato.

P.S. Scirocco e maestrale annunciano pioggia. Ripeto: Scirocco e maestrale annunciano pioggia.

giovedì 28 novembre 2019

Alimentatore switching AVM Fritz Box 7170 (riparato)

Era da un pò che il modem AVM Fritz!Box 7170 stava dando segni di sofferenza. Download lentissimi, difficoltà di allineamento col segnale ADSL, tempi di avvio biblici... l'alimentatore stava tirando le cuoia, abbassando progressivamente la tensione in uscita e provocando i difetti evidenziati. E' un alimentatore switching da 12 volts 1,2 ampère, di dimensioni ridottissime... brutto segno... circuiteria minimale = progettazione al risparmio = durata limitata.
Per un pò mi sono chiesto se valesse la pena di riportarlo in servizio con una riparazione al volo, che non mi complicasse troppo la vita, visto che l'ho sostituito con uno più robusto e spero longevo. Non che quello originale avesse durato poco, anzi, ma ho preferito prendere qualcosa che scaldasse un pò meno.
L'apertura del contenitore, saldato ad ultrasuoni "i suppose", non ha dato particolari problemi. Al posto di usare il metodo col seghetto da ferro, ho preferito infilare una lama di coltello e far saltare la giuntura pian piano tutto attorno, creando solo una crepa facilmente saldabile con colla e nastro isolante, nulla di male. 
Aperto l'involucro si presenta il classico problema del condensatore di uscita con la capocchia rigonfiata ma non ancora "esploso". E' un condensatore da 1000 microfarad 16 volts a basso ESR. Il problema è trovare un ricambio compatibile delle stesse dimensioni. Fortuna vuole che nel girone dei condensatori dannati, stipati alla rinfusa in attesa di una catalogazione che lo so durerà mesi ,previa predisposizione di una serie di adeguati contenitori a scomparti, ne salta fuori uno di dimensioni uguali, ma con tensione di 25 volts... preso! 
Succhiastagno, stagnatore, flussante, nastro isolante et voilà.... o quasi. In foto il risultato della sostituzione (condensatore a sinistra, azzurro) ed a sinistra il condensatore guasto (nero). Provo a misurarlo... 2106 nanofarad, Vloss del 17% ed ESR 0,14Kohm... decisamente andato. Quello "nuovo" (in realtà usato) 1015 microfarad, con ESR di 0,03ohm, direi un pò meglio.
Misuro a vuoto la tensione in uscita... 17,3 volts!! boh, non me lo spiego ma ricordo che occorre misurare gli switching, specie quelli "da muro", sotto carico, mai a vuoto. Mi fido a provarlo sotto carico con il modem attualmente in uso? Per ora no, per cui prendo il 7170 di scorta, quello che tengo per i casi di Emergency & Disaster recovery (sì, qui siamo organizzati come una grande multinazionale) e provo a vedere che succede, al limite "esplode di brutto". 
Si accende e non dà segni di riscaldamento eccessivo. Non ho effettuato misure o altro della tensione di alimentazione sotto carico ma per ora dò per "riparato" anche questo switching, mi dò una pacca sulla spalla, mi dico "bravo!" e mi complimento da solo, tronfio e rigalluzzito come un laureatino al giorno del conferimento del titolo. Alla prossima.

P.S. Il pollo è in forno, le patate sono lesse. Ripeto: Il pollo è in forno, le patate sono lesse.

martedì 26 novembre 2019

Che Dio vi strafulmini


Maledetti ladri, schifosi, pezzenti, farabutti... che Dio vi strafulmini a voi ed a tutti i vostri parenti, compaesani, amici ed abitanti del paese da dove venite. LADRI! che vi venga il peggior male del mondo che vi faccia agonizzare per anni ed anni senza speranza di guarigione, che vi torni indietro tutto il male che avete fatto e farete in futuro, io vi maledico per il resto dei vostri giorni.
Rientriamo alle 10 di sera e troviamo il disastro! Cassetti aperti e gettati a terra con il contenuto, gli armadi sventrati, tutti i contenitori gettati alla rinfusa sul letto e per terra, la porta-finestra rotta... sono passati i ladri. Si sono portati via solo tutto ciò che si trovava dentro i classici cofanetti da oreficeria, compresa qualche paccottiglia che contenevano, ignorando il resto. Sono questi i momenti in cui ti rendi conto dei essere "ricco" per gli altri, nonostante non arrivi nemmeno alla terza settimana del mese e ti tocca fare la dieta del digiuno intermittente (molto di moda, pare).
Alcune cose "di valore" mescolate assieme alla bigiotteria, ovviamente non mia, invece sono rimaste lì, segno che questi ladri di oro, perle e gioielli proprio non se ne intendono per niente. Un colpo portato a termine da unani acrobati in pochissimi minuti, con un preciso colpo chirurgico al serramento. Il vicino di casa, ignaro, nonostante l'abbaiare furioso di due cagnolini, uno cieco e l'altro ormai senza denti... salvi, impauriti ma salvi.
Per carità, il valore delle cose trafugate ha più un valore affettivo che economico ed io in fin dei conti non sono poi così attaccato alle cose come invece altri. Una fede, un braccialetto, una collanina, niente di più... le ho vendute per togliermi l'ansia pre-prossimo-furto.  
Ma il solo pensiero che la tua intimità, la tua zona di sicurezza sia stata violata da estranei mi manda fuori di testa. Fra il giramento di c*glioni, i danni subìti e la rottura di palle nel riordinare e pulire casa sino alle tre di mattina, ci tocca subire pure le battute stupide, immaginate da chi, del tipo "sei fortunato che non eri in casa, potevano  picchiarti", "sei fortunato che non hanno rotto e devastato tutto", "sei fortunato che non ti hanno ammazzato i cani", "sei fortunato che..." mavaffanchiulo vai... "ma... di prendere eventuali impronte digitali?" "...no, hanno usato i guanti..."... ma come caxo fai a dire che hanno usato i guanti? eri con loro? sei loro complice? hai visto qualcosa?... come farai a collegare il fatto ad eventuali ed improbabili imputati? se non prendi nemmeno le impronte questi la faranno sicuramente franca e noi ad ingoiare l'ennesimo rospo, i danni e la beffa.
E poi, ti dicono..."E' una banda di ladri dell'est... ...che da qualche mese sta battendo a tappeto la zona...sono stati anche due isolati più in là... e nel quartiere accanto.."... ma come, questi stanno facendo il macello e lo so solo se divento una vittima anche io? Ma di mettere degli avvisi attaccati ai pali della luce, come fa l'Enel quando deve staccare la corrente ad un intero quartiere no?? di passare parola no? ci si deve arrangiare? allora se abdicate ai vostri doveri, almeno date il via libera alla giustizia fai da te, visto che siete diversamente utili, ci pensiamo noi.
E poi... sapete che sono una banda, sapete che sono dell'est europa... non sapete dove hanno la base?? daverodavero la vostra "intelligence" non riesce ad andare oltre? Sembra di no. Mi sa che tirano ad indovinare (ed il fancazzismo di stato impera).
E poi... ci tocca subire anche i consigli per evitare furti e truffe... non aprire a nessuno, non uscire di sera, metti le inferriate, comprati serramenti blindati antisfondamento, installa antifurti e telecamere... dovresti spendere più del valore delle poche cose che hai e vivere come un detenuto in isolamento dietro le sbarre.... noi... ed i ladri a piede libero a divertirsi. Ci dovresti aggiungere anche l'assicurazione, quelle con la franchigia alle stelle e le micro-clausole (a font 1) per non rimborsare ma che costano un occhio ed un rene sano.
E poi... ammesso che ritrovino della refurtiva... come faremo a sapere se c'è quello che ci hanno rubato? c'è un addetto che spulcia centinaia e centinaia di denunce cartacee per vedere se la descrizione coincide con gli oggetti ritrovati? ti avvisano o ti chiamano a frugare nel mucchio per vedere se riconosci qualcosa? che faccio, pesco a caso?
E poi... i "compro oro"... non li vai a controllare ogni giorno? dico ogni giorno a tenergli il fiato sul collo, tutti i giorni, che la maggior parte sono degli strozzini delinquenti che raccattano qualsiasi cosa gli porti senza fare troppe domande offrendoti un prezzo meno della metà del  valore.
E poi... ci avete in tutti i modi messo gli uni contro gli altri al punto che siamo condizionati a "farci i caxi nostri", accada quel che accada ai nostri vicini, dietro ai nostri doppi vetri, intenti ad evitare di dover subire interrogatori (a noi) se abbiamo "sentito qualcosa", se abbiamo "visto qualcosa", "dov'era lei a quell'ora? ha testimoni?". Chi si scomoda più se sente la sirena di un allarme?
E poi... non è un bel vivere nella paura, nell'ansia dei furti, delle rapine, delle aggressioni. Vittime senza sfogo e senza giustizia, ci stiamo incattivendo per tutto questo stato di cose ed in molti stanno invocando l'uomo forte, l'uomo determinato al comando, quello che fa piazza pulita, quello che dissemina telecamere dappertutto (ma solo nel centro storico dove abitano i ricchi e nella via dove abita lui), quello che fa "giustizia", quello che picchia a sangue i ladri, quello che indica gli stranieri e gli immigrati come unici colpevoli... ecco, ci siamo arrivati... ma chi ci ha portato a tutto questo? Non lo so, so solo che il pesce puzza sempre dalla testa. Ma mi sa che qui non si salva nessuno.
Che dio vi strafulmini, stramaledetti, dal primo all'ultimo!

P.S. La botte è piena. Il pappagallo è muto. Ripeto: La botte è piena. Il pappagallo è muto.

martedì 5 novembre 2019

5 lire del 1954

5 lire delfino del 1954
Rovista, rovista, ribalta, ribalta, sposta, accatasta, cerca di fare ordine del ciarpame che si accumula impulsivamente senza un apparente motivo... ed ecco che da una soffitta compare una scatola piena zeppa di monetine e banconote. Un classico. Sembra che l'accumulo di monete e più in generale di danaro sia una caratteristica dell'unanità che per paura del futuro, forse per mera prudenza e buon senso, spesso per avidità e mania di misurare le persone solo in base alle loro "ricchezze", accumula soldi e li nasconde nei posti più banali e scontati (soffitta, mattonella, materasso, vasi da fiori ecc...).... per non parlare di quelli che si dimenticano di averli messi da parte.
In questo caso, conoscendo il vecchio proprietario passato a miglior vita, si trattava solo di collezionismo, di un hobby, vista la sterminata vastità di tipologie di monetine provenienti da tutto il mondo... pezzetti di metallo e foglietti di carta variopinta che per convenzione ormai universalmente riconosciuta rappresentano una valutazione condivisa per lo scambio di beni e servizi. 
Preso dalla curiosità, complice la comparsa in questo periodo di alcuni articoli di giornale, mi faccio prendere dalla cupidigia di cercare la classica moneta rara, ambita dai collezionisti più attenti, magari la vecchia 10 lire del 1954 o la 5 lire uva del 1946/47 o del 1956 che pare valgano oltre i mille euro (cifra diversa da quella alla quale sono disposti a pagare certi collezionisti)
Da una rapida cernita (ancora in corso) non sono stato fortunatissimo e mi pare che non ho fatto il colpaccio che mi cambia la vita. 
Ho per ora trovato un "pezzo unico" (per me ovviamente), una 5 lire delfino del 1954, abbastanza comune essendo stata coniata in grandi tirature dal '51 al '55. in buone condizioni sembra valere oggi attorno agli 8 euro (alla faccia di quello che ne chiede 80€ spacciandola per "rara" e nemmeno Fior di Conio). Il guaio ora è trovare un compratore. I collezionisti non sono numerosi come la quantità di monete in circolazione e sicuramente avranno già un esemplare sicuramente in condizioni migliori del mio... ed allora? lo svendo a 4 euro, 1 euro? mi sa di no. Sto pensando, come sempre, ad un uso alternativo che lo possa valorizzare, magari assieme ai buoni da 1 lira, alle 500 lire d'argento (ne ho trovate un paio) ed a tutte le lire (anche di carta) che ho trovato nella scatola. Se valgono poco occorre valorizzarle e trovare un destino diverso, si fottano i collezionisti. Alla peggio fondo il blocco per recuperare la lega di alluminio e farci dei pomelli, delle maniglie o dei ganci, posso permettermelo di bruciare i soldi. Così facendo, riduco il numero di quelle in circolazione, aumentando il loro valore... ringraziatemi e mandatemi una ricompensa, stupidi ingrati. Se invece vi interessano... andate qui https://vecchiemonete.blogspot.com/2019/11/5-lire-delfino-dal-1955-al-1953.html
Per chiudere, mi ricordo quando ero veramente piccino, che c'è stato un periodo, attorno agli anni '60/'70, nel quale gli spiccioli erano quasi scomparsi dalla circolazione. Ai quei tempi hanno iniziato a girare i mini assegni ed il resto veniva convertito dai soliti commercianti disonesti in gettoni telefonici e caramelle dalle dubbie proprietà. A quei tempi con 10.000 lire si passava un weekend da sceicchi... altri tempi. Alla prossima. 

P.S. la volpe ha preso l'uva. Ripeto: la volpe ha preso l'uva.

P.P.S. interessato a monete di antiquariato a prezzi "umani"???
https://vecchiemonete.blogspot.com/ 

mercoledì 30 ottobre 2019

Led lamp repair

Tempo fa, agli albori dell'immissione sul mercato delle lampadine a led, in tempi in cui quelle ad incandescenza erano ancora commercializzate, ho acquistato una decina di lampadine a led su "ebai", pagandole ovviamente una miseria rispetto a quelle più blasonate di marca che all'epoca facevano capolino sugli scaffali dei negozianti più lungimiranti (per il loro business, non certo per l'ambiente). L'idea era quella di proporle ad amici e conoscenti per un piccolo lucro personale, ma poi non me la sono sentita e le ho tenute per me.
Un pò alla volta, quelle che ho acquistato hanno iniziato a mostrare i loro limiti. Un paio si sono suicidate dopo qualche mese di utilizzo... la parte elettronica bruciata. Una terza l'ho installata in cantina (mooolto umida)... pessima idea... questo modello non ha l'elettronica sigillata per far ventilare l'interno e l'umidità ha fatto il resto. 
La quarta lampadina a led ha iniziato a lampeggiare a caldo, segno che qualche led ha deciso di fulminarsi da solo. Me ne restano in funzione altre sei che stanno facendo per ora il loro dovere, avendole installate in punti poco utilizzati in quanto la luce emessa è bianchissima ed a me piace di più quella giallina, tipica delle incandescenza alle quali sono abituato e che francamente conferiscono all'ambiente una tonalità che non ricorda le mense aziendali degli operai. 
Delle prime due ho recuperato la piastrina con i led, tralasciando la riparazione del circuito elettronico (saggia idea, ora mi tornano utili). 
Per smontare questo modello, di un produttore sconosciuto, probabilmente un azienda nata dal nulla e che ha probabilmente durato l'arco di una vendita all'ingrosso per poi scomparire (tipico in cina), si fa scattare via la cupola satinata che protegge i led. Due viti autofilettanti fanno presa direttamente su un piccolo dissipatore cilindrico infilato all'interno del fusto. Basta toglierle e con un cacciavitino estrarre la basetta di alluminio (tenuta ferma con un blando sigillante dispensato al risparmio) sulla quale è stampato il PCB con i led bianchi a montaggio superficiale (SMT). Due fili collegano la basetta al convertitore 230 volts AC/DC collegato nell'innesto E24. Il filo bianco è il negativo mentre quello rosso (o rosa) il positivo.... collegato al punto V- serigrafato nella basetta (!!!). non so se è uno scherzo del produttore o un errore di un lotto di produzione comunque immesso in commercio (....tanto chi vuoi che se ne accorga? funzionano! vendiamole lo stesso!!)
Sulla basetta sono installati 18 led bianchi a montaggio superficiale, ciascuno dei quali con 3 led interni attivabili separatamente (6 contatti in tutto). I led sono raggruppati in 6 gruppi di tre, tutti in serie tra loro. La tensione misurata ai capi di ciascun led è di 3,7 volts. La tensione misurata sui fili bianco e rosso invece è di 12 volts circa (dovrebbe essere 11,1 ma non tutti i led sono uguali e ne ho misurato solamente uno, con un tester che non so poi quanto preciso sia essendo cinese pure lui :-).
La lampadina in riparazione conferma il problema ipotizzato in partenza: alcuni led non si accendono, altri emettono una luce fioca, altri lampeggiano casualmente a caldo, altri a freddo per poi spegnersi.... un alberino di natale. Forse era un lotto di produzione fallato finito in commercio a prezzo scontatissimo tanto da attivare la cupidigia e l'avidità del solito commerciante più approfittatore che furbo.
Decido di sostituire la basetta con una funzionante recuperata dalle prime due fulminate. Per rimontare il tutto, ho deciso di abbondare con della pasta termo-conduttiva (visto che quella esistente era quasi inesistente). Per chiudere con le due vitine, è sufficiente infilarle fra le alette del dissipatore cilindrico e chiudere bene in modo che quest'ultimo vada a contatto con la basetta di alluminio che regge i led. Un rapido collaudo e la lampadina torna come nuova, sperando duri un pò di più delle sue sorelle defunte, dato che la maggior spesa affrontata ed il risparmio energetico si devono bilanciare nel più breve tempo possibile, per avere un effettivo risparmio. 
Con l'occasione ho provato ad alimentare la basetta a varie tensioni e correnti con un alimentatore da banco. A 9 volts i led si illuminano assorbendo 180 mA con un illuminazione insufficiente per illuminare una stanza. A 12 volts la basetta assorbe 1,5A, in aumento con l'aumentare della temperatura che in pochi secondi raggiunge livelli preoccupanti se non la si installa su un dissipatore. Un buon compromesso sembra essere a 11 volts 1A.
OK, anche questa è andata. Con le lampadine ad incandescenza non era possibile sostituire il filamento ma duravano un pò di più consumando 10 volte l'energia a parità di illuminazione. Ora devo trovare un applicazione per alcune basette a led già recuperate dal bidone RAEE dell'ecocentro il quale dimostra che le lampadine a led soffrano i guasti molto di più delle loro nonne a filamento... ma questa sarà solo una mia impressione. Alla prossima.

P.S. la gallina ha fatto le uova. Ripeto: la gallina ha fatto le uova.

martedì 29 ottobre 2019

Binary switch

Un interruttore rotativo, ad uscita binaria con 1 cifra, recuperato non mi ricordo proprio da dove, forse da qualche vecchissimo apparato di rete. Forse serviva per individuare l'hardware in un contesto ove potevano coesisterne di uguali ed occorreva distinguerli. Il bello è che non mi viene in mente dove riutilizzarlo, ma sicuramente troverà posto in qualche esperimento. 
E' un componente con 5 terminali ad innesto, una finestrella che visualizza un numero e due pulsantini che fanno scorrere avanti ed indietro il numero, da zero a nove. Per capire la disposizione dei pin, basta provare con un tester in modalità beep, i contatti uno contro tutti. Dalla tabella di corrispondenza che si ricava è facile intuire che il primo pin è quello comune, dove andrà collegata l'alimentazione, mentre gli altri sono connessi o meno, a seconda della cifra visualizzata, con una sequenza binaria di "zeri ed uni" da 0000 a 0101 (da 0 a 9).
Figata. Sicuramente all'interno c'è una rotellina (una basetta stampata con delle piazzole opportunamente disegnate) e delle spazzole a striscio, semplice. 
Mettiamo da parte anche questo e passiamo oltre. Alla prossima.

PS. La luna piena scalda la minestra. Ripeto: La luna piena scalda la minestra.

mercoledì 23 ottobre 2019

Switching S-250-40 (riparato)

Un alimentatore switching cinese a cui ho tirato un pò troppo il collo. Colpa mia. Pretendere di succhiare più di 6 ampère (a vuoto), per un motorino che sotto carico assorbe moooolto di più, con un alimentatore da 5A è da imbecilli, ma del resto quel motore avevo e quell'alimentatore era l'unico disponibile per realizzare un mini tornio per tornire i manici di legno. Speravo solo tenesse un pò di più e che avesse un qualche limitatore di corrente (si certo, come no!). 
Per la riparazione, senza schema, ho dovuto improvvisare un pò. Si parte dall'ingresso e si controllano i componenti in cascata. Magari ci si può aiutare con qualche schema di principio e seguire le piste, l'esperienza fa il resto.
Questo alimentatore del resto non è poi così complicato e non ha nessun componente SMD. Il ponte raddrizzatore in ingresso era andato ma c'è una cosa che non mi spiego: il ponte raddrizzatore era da 4A mentre l'alimentatore da 5A... decisamente sottodimensionato, valli a capire i progettisti cinesi, e così l'ho sostituito con uno da 8A (oltre al fusibile ovviamente). Ho inoltre, con l'occasione, aggiunto della pasta termo conduttiva nei dissipatori a contatto con i mosfet ed i diodi, giusto per scrupolo. Comunque, riparazione effettuata, alimentatore funzionante ed ho pure sperimentato un nuovo flussante per le dissaldature, non male. Alla prossima. 

P.S. il treno per Yuma è in ritardo. Ripeto: il treno per Yuma è in ritardo.

Scaldasonno (riparato)

Chi non ha nel periodo invernale uno scaldasonno? (o scaldaletto) Eh? E' quella coperta elettrica da mettere sopra il materasso e sotto le lenzuola per scaldare il letto prima di coricarsi. Per chi come me "vive" in una "casa" con i muri in sasso, è costretto a risparmiare sul riscaldamento, è quasi un obbligo (i pannelli solari e le batterie ad accumulo fanno il resto). 
Infilarsi sotto le coperte e sentire un piacevolissimo tepore è un lusso per pochi, una goduria immensa, un modo per conciliare l'addormentarsi dopo una giornata di mer*a passata a contatto con gente (gli unani) che non vorresti vedere manco all'inferno, in un posto nel quale non vorresti andare mai ma ci devi andare, per fare cose che non vorresti fare che tanto fanno ingrassare i soliti squali col rolex (che dio vi strafulmini). 
Il calduccio è un diritto sacrosanto dell'umanità e va tutelato, specie quando i produttori si ingegnano a produrre oggetti che si rompono dopo un tot di tempo. A garanzia appena scaduta, ecco il problema: il cavo di alimentazione a 230 volts, più precisamente la guaina, si rompe. Dormire al calduccio con il magone e l'ansia di prendere una scossa non è proprio rassicurante, per cui è il caso di aggiustare. Per chi non lo sa fare, basta procurarsi del nastro adesivo qualsiasi e fare mille mila giri attorno alla spina... risolto. Personalmente preferisco tentare di riparare in modo che il cavo torni come nuovo. 
Si procede pertanto con tentare di aprire la spina che non presenta viti o coperchi a scatto. Solo due arpioni laterali che una volta premuti contemporaneamente lasciano uscire il connettore che racchiude i contatti. Quest'ultimi hanno a loro volta due arpioni che impediscono di sfilarsi quando si infila la spina nella presa. Basta con un cacciavitino farli rientrare ed i due terminali escono dalla loro sede. Aprire questo tipo di spine non è affatto facile, occorre ingegnarsi non poco e costruirsi degli attrezzini specifici. Di prendere il pezzo nuovo manco a parlarne, costano troppo per le mie tasche e preferisco riparare. 
I due terminali (i contatti) sono pressati con un macchinario ed è impossibile aprirli per sfilare il filo di rame. Fortuna vuole che siano reperibili presso i negozi di ricambi e riparazione elettrodomestici (pochi centesimi, meglio fare scorta per le prossime rotture). Si taglia il filo elettrico, si crimpano i nuovi terminali (chi a casa non ha una crimpatrice?), si infila il tutto e la spina torna come nuova. Tiè all'obsolescenza programmata. Alla prossima rottura sostituisco tutto il cavo con uno gommato più resistente, che quello usato dal produttore mi pare troppo fragile. Ma chi è il produttore? Non lo so, l'etichetta è di un impresa a tre dipendenti che vendono anche cuscini e materassi, oggi sparita dal web, forse fallita... comperare cose al risparmio da rivenditori microaziende ci espone al rischio di non poter trovare i pezzi di ricambio... poco male, ci si arrangia lo stesso. Per ora sono soddisfatto, il morale si è un pò risollevato e le dormite al calduccio sono assicurate, almeno sino a quando riuscirò a pagare le bollette dell'energia elettrica, poi ci penseremo quando sarà. alla prossima. 

P.S. il vento del nord porta le foglie morte. Ripeto: il vento del nord porta le foglie morte. 

Pubblicità addio

E' venuto il momento di dire addio alla pubblicità nel mio diario. I miei inutili post, privati ma pubblicati, generano poco traffico dato che non parlo mai di argomenti che possano solleticare la stupida, inutile e superficiale curiosità degli unani. Non pubblico foto di gattini e nemmeno video virali. Non sono un blogger e me ne vanto (ho un lavoro, io). Dico quello che penso senza pensare al coinvolgimento dei visitatori. Non faccio click baiting. Non incuriosisco nessuno dato che sono empatico come un facocero morto.  Non tratto argomenti trendy o di moda. Non so nemmeno cosa sia il KPI, non mi serve comunque a priori ed a prescindere. Pertanto posso anche rinunciare a qualche spicciolo.

Inoltre il gestore della pubblicità sta diventando sin troppo invadente, proponendo di lasciare a lui decidere quali, come e dove inserire gli annunci... decide lui, a casa mia che gli ho aperto la porta, bel maleducato. E poi... pubblicità... di chi? di aziende che calpestano la dignità e sfruttano il tempo altrui in cambio di poche briciole? oppure è per soddisfare "l'esperienza utente"? Ma dai, smettiamola con questo delirio. In tempi di contrazione dei consumi, conseguenza all'assottigliamento dei compensi da parte di chi approfitta dei più "deboli" e "bisognosi"...  ho dichiarato, molti anni fa, lo sciopero della spesa e che promuovo in tutti i modi leciti l'auto produzione ed il risparmio esagerato ad oltranza. 

Per non parlare poi dell'arroganza del gestore che pretende di sindacare sugli argomenti trattati... un azienda privata che viene a "suggerirmi" di cosa o meno posso parlare. Da non credere? Tempo fa ho spiegato come rollarsi le sigarette... apriti cielo!! argomento tabù, non si può parlare, pubblicizzare o trattare argomenti con il tabacco!! Vengo tempestato da una miriade di avvisi minacciosi che se non rimuovo il post mi tolgono le inserzioni!!! Sporchi bigotti in malafede, si sa che su Blogger ci sono blog porno con tanto di banner pubblicitari!! Tette, caxi e chiuli sì, tabacco no!

E poi.... i pochissimi spiccioli che generosamente vengono conteggiati, sono in origine versati dagli inserzionisti che ovviamente ricaricano sul consumatore finale... è una micro frazione di quello che abbiamo già pagato.... su cui bisogna pure pagarci le tasse come se fosse un "guadagno".  

Il consumismo non fa per me e non voglio essere complice di certi farabutti col rolex. Per cui chiudo l'account di quel gestore che non voglio nominare e rinuncio ai pochissimi spiccioli accumulati sotto la soglia di pagamento... teneteveli, straccioni, non li voglio. Fanchiulo.

P.S. la pioggia acida bagna i lidi al tramonto. Ripeto: la pioggia acida bagna i lidi al tramonto.

lunedì 23 settembre 2019

Attivista ambientalista pragmatico

Non credo nei taglialegna, credo negli alberi. Non credo nei pescatori ma credo nei pesci. Non credo nei minatori ma nelle rocce sotto i miei piedi. Non credo nelle utopie ma negli arcobaleni, nei fiumi, nelle montagne e nei muschi. Io non credo negli ambientalisti perché credo nell’ambiente. Io sono un orgoglioso traditore della mia specie alleato con la mia Madre Terra in contrapposizione a tutti coloro che la vogliono distruggere, quei parassiti che credono che la Terra sia qui per il loro interesse.

Paul Watson

Quando smetteremo di seguire, venerare ed alimentare i pifferai magici, gli imbonitori, i quaraquaquà, i cialtroni della politica, i venditori di fumo, quando impareremo a riconoscerli  sapendoli riconoscere, il mondo migliorerà all'improvviso. Nel frattempo... io dò il buon esempio e voi andatevene a fare in chiulo.

unamico

P.S. la cimice è verde. Ripeto: la cimice è verde. 

domenica 22 settembre 2019

Stupido è chi lo stupido fa, Signore.

Stupido è chi lo stupido fa, Signore. Il vero guaio è la stupidità funzionale, quella che certi dirigenti magnaschèi tendono ad inculcare nella cultura aziendale pur di non avere obiezioni, intoppi e procedere speditamente. È un grosso guaio per ogni organizzazione e può portare a catastrofi inimmaginabili... alla prossima.

P.S. Domani è un altro giorno. Ripeto: Domani è un altro giorno.

giovedì 19 settembre 2019

Minuto mantenimento

Per minuto mantenimento si intendono tutte le operazioni di manutenzione ordinaria necessarie alla conservazione e al buon funzionamento dei beni in uso. Non passa giorno che non si rompa qualcosa o per lo meno che non ci sia bisogno di eseguire delle manutenzioni o sostituzione di parti. I motivi principali? 
  • Usura, 
  • scarsa qualità dei materiali, 
  • imperizia nell'uso, 
  • obsolescenza programmata.
La plastichetta, principale denominatore comune delle rotture elencate, è uno dei materiali maggiormente predisposto a rompersi, creparsi, fondersi ma "stranamente" sembra essere il materiale maggiormente utilizzato nel vostro pianeta, oramai anche nei prodotti griffati dai marchi più noti. 

Se mai qualcuno si inventerà un materiale versatile ed "economico" come la plastichetta, ma durevole, diventerà l'uomo più ricco del pianeta, forse, oppure verrà eliminato.

Nel frattempo, ci si deve arrangiare in due modi:
  • Buttare il bene
  • Riparare
La prima opzione è da preferire solo quando il costo della riparazione, e lo sforzo profuso superano il valore del bene.... quasi mai.
La seconda opzione invece elenca una serie di benefici indiscutibili, fra i quali un impoverimento di certi commercianti o produttori stronzi, sfruttatori di manodopera a basso costo ed evasori fiscali, oltre che inquinatori e distruttori di interi ecosistemi. 
In attesa che arrivi l'alimentatore della macchinetta fotografica digitale (che consuma quantità industriali di batterie AA), un piccolo elenco senza foto di minuteria riparata nell'ultimo mese: 
  • Una presa scuco (rectius SCHUKO), io la chiamo così,
  • un manico di un coltello cinese da cucina,
  • un repellente antizanzare ad ultrasuoni,
  • uno scopettone,
  • una paletta per spazzatura,
  • un paio di occhialini da lettura,
  • un coperchio di un cestino porta biancheria
  • una chiavetta USB (il case ovviamente)
  • ... elenco in aggiornamento

Fra i due metodi maggiormente usati per la riparazione, contiamo
  • super colla cianoacrilica tipo "attac"
  • colla epossidica bicomponente
alla peggio il nastro telato come ultimissima opzione provvisoria/stabile in mancanza d'altro e soprattutto per gli unani.
L'epox è preferibile per la sua capacità riempitiva e resistenza meccanica superiore alla cianoacrilica, a mio avviso, ma in mancanza ci si può arrangiare con l'attac, più liquido e per questo a volte inadatto allo scopo e solo per parti perfettamente combacianti.
Per concludere, un suggerimento all'impiegata presso una "prestigiosa e primaria azienda leader", ignorante, cretina, stupida, insulsa, arrogante, presuntuosa ... non si dice MANUTENTARE per indicare l'operazione di manutenzione (Accademia della Crusca per aprofondimenti). 
Alla prossima manutenzione.

P.S. Guido tiene colla mano. Ripeto: Guido tiene colla mano.

giovedì 25 luglio 2019

Termoconvettore ARDES mod.465 (AGAIN!!!)

No, ormai è diventata una questione di orgoglio, o me o te maledetto ciòttolo mal progettato. E' la terza volta che ci metto le mani ma l'intuito mi dice che non sarà l'ultima. Ne ho parlato nel 2013 https://sfogobenefico.blogspot.com/2013/06/termoconvettore-ardes-mod-465.html, poi nel 2017 https://sfogobenefico.blogspot.com/2017/11/termoconvettore-ardes-mod465-another-one.html ed ora mi ritrovo con l'ennesima rottura. Le precedenti riparazioni "provvisorie" vista la fragilità dell'apparecchio sono comunque durate più di 4 anni... di termoconvettori ne ho due uguali ma stavolta il guasto si è presentato contemporaneamente su entrambi ... stesso problema, i supporti del motore... mi sa che questi apparecchi si parlano fra di loro. 
Stavolta deciso di affrontare il problema alla radice: sostituzione (o meglio rifacimento) dei supporti. Qualche scarto di legno, tanto lavoro di fresatura per eliminare la struttura plastica, fiumi di colla epossidica, qualche vite autofilettante a mezzo filetto (per "tirare" i pezzi") ed alla fine vinco io, per ora. 
Non sono poche le difficoltà da affrontare. Innanzitutto occorre calcolare le misure adatte per tenere in asse il motore con la ventola tangenziale altrimenti si creano delle deformazioni ai supporti in gomma che sospendono le pale cilindriche e col tempo, per "fatica", corrono il rischio di rompersi ( ed alcuni segni di cedimento erano già stati affrontati tempo fa). Poi, irrigidendo il supporto si causerà inevitabilmente che le vibrazioni si scaricheranno da qualche altra parte. Sotto i supporti in legno è stata incollata ed avvitata una piastrina di alluminio... vedremo se l'idea è buona o meno col tempo e con l'uso prevalentemente invernale. 
Finisco il secondo ciòttolo e stiamo a vedere. Come step successivo, dato che non ho intenzione di mollare, ci sarà da rifare totalmente il case, in lamiera di alluminio battuto (che so fare anche il carrozziere battilamiera fra le tantissime cose che so fare). Staremo a vedere pezzo di plastica. alla prossima. 

P.S. testa di cocco e cuore di burro. Ripeto: testa di cocco e cuore di burro.

Supporto DIY spirali antizanzare

Fra i tanti metodi "anti zanzare" trova il suo posto anche la spirale che lentamente rilascia un fumo "tossico" per diverse ore e tiene lontane quelle schifose vampire infette.  Costano relativamente poco ed a seconda della marca possono durare anche una notte intera. C'è un problema però. Sono molto fragili. Per separarle, dato che sono prodotte in coppia con un macchinario che le "taglia a spirale" con un unico colpo, occorre fare molta attenzione e bestemmiare in aramaico antico per non offendere la bigotteria dei vicini bigotti e cattoprepotentiperbene. 
A volte le spirali si frantumano "spontaneamente" nella loro confezione, con un atto di autolesionismo: questa almeno è l'ipotesi dei commessi di alcuni ipermercati di infima categoria quando quest'ultimi vengono sorpresi a prendere a calci le confezioni o la convinzione dei corrieri addetti al lancio del pacco perchè i tempi sono stretti e la paga irrisoria rispetto allo sforzo profuso. 
Fatto sta che ho colto al volo una battuta: "il primo che inventa un supporto per gli spezzoni delle spirali fa i soldi..." pronunciata durante l'operazione di semina delle braci nei punti strategici della casa senza trovare al volo nulla che potesse risolvere il problema degli spezzoni di spirale suicida. 
In verità c'è chi si arrangia con le mollette da bucato che però hanno la tendenza a bruciarsi, sia che siano di plastica che di legno. Allora? una soluzione c'è. Basta una qualsiasi molla di acciaio, perfette le molle per i quadretti portafoto a vista senza cornice. Si riutilizza il fragilissimo supporto in lamierino fornito di serie (che arrugginisce anche solo ad alitarci addosso una volta) e si pinza il pezzo con la graffetta. Fatto. Problema risolto. Così però non farò mai i soldi. Sono convinto che se si riuscisse a produrre un attrezzo adatto allo scopo e posizionarlo sugli scaffali accanto alle spirali, sicuramente qualcuno al volo, per pigrizia, lo comprerebbe senza esitazione. Ecco, così ho fornito gratuitamente un idea agratis per i soliti commercianti approfittatori... spicciolo qui, spicciolo là... è con i grandi volumi che si fanno i soldi. #sapevatelo. 

P.S. la vanda è viola. Ripeto: la vanda è viola

mercoledì 17 luglio 2019

Computers e scimmie


"Una scimmia è stata in grado di controllare un computer con il suo cervello"...così Elon Musk ha dichiarato nell'annunciare il suo impianto di dispositivi nel cervello... wow, sai che novità, lo fanno milioni di unani ogni giorno ma senza bisogno di impianti in un "cervello" sempre più bullizzato da Facebook, Instagram, Whatsapp ed alimentato ad hamburgher e coca-cola... bastano due pollici opponibili e sono convinto che le scimmie lo sanno fare meglio della stragrande maggioranza di unani al computer e per i quali, sì, ci sarebbe bisogno di un impianto per riattivare i due neuroni atrofizzati che a malavoglia sopravvivono nella pigrizia ed apatia più totale.
Un impianto nel cervello per controllare un computer può essere una soluzione per chi ha subito danni neurologici... praticamente quasi tutti gli utenti del web, in maggioranza haters e commentatori compulsivi. 
Per un approfondimento un pò più serio https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/17/cosi-il-cervello-sara-collegato-a-un-pc-elon-musk-infrange-unaltra-barriera/5330266/ anche se nulla mi toglie dalla testa che questo può essere il primissimo passo per lobotomizzare del tutto chi ancora un cervello ce l'ha funzionante, giusto per omologarlo alla massa e renderlo ubbidiente e silente. 
cit: “Non accadrà che improvvisamente Neuralink si trovi ad avere un laccio neuronale che controllerà i cervelli della gente.”.... non improvvisamente, almeno.
Excusatio non petita, accusatio manifesta.  Alla prossima, psicolesi. 

P.S.   il nano è pazzo nel circo ambulante. Ripeto: il nano è pazzo nel circo ambulante.