giovedì 10 agosto 2017

Ventilatore V6340C parte 2 (riparato - again)

Ed ecco che con il caldo torrido ritorna ciclicamente la mattanza dei ventilatori cinesi. Questo in particolare proviene da una riparazione dell'anno scorso (stesso periodo...ma và?). Stavolta non è il condensatore andato ma il motore. Morto. Dopo aver proceduto con l'apertura dell'apparecchio (già descritta nel post precedente) si procede con l'apertura delle due calotte metalliche del motore, quelle che sorreggono l'asse su cui va avvitata l'elica. 
La causa della morte prematura del motore è immediatamente evidente. Ad una estremità dell'asse si è formata una specie di melma che indurisce la rotazione dell'asse. Asse duro = surriscaldamento del motore. Di conseguenza, raggiunta la temperatura critica, il fusibile interno di protezione, un fusibile termico non ripristinabile, è saltato interrompendo del tutto il circuito per evitare ulteriori e pericolosi surriscaldamenti (Motore Modello R12-1 da 40 Watt Foshan Shunde Rihuang Electric Company ltd.). 
Per eliminare le cause è sufficiente con della paglietta o con della carta vetrata finissima (1000 grit) eliminare la formazione che impedisce lo scorrimento fluido dell'asse nella bussola di supporto (previo ammorbidimento con spray sciogli grasso o solvente). Con uno scovolino si suggerisce di passare anche la bussola di supporto in modo da eliminare totalmente qualsiasi ostacolo. Si rimontano le calotte metalliche (4 dadi, rondelle e viti passanti) non senza prima aver imbevuto i feltrini interni di svitol. Si controlla che meccanicamente sia tutto ok e si procede con la sostituzione del fusibile. 

La sostituzione del fusibile termico, quello in questo motore  è  un fusibile da 130 gradi 2A 250 Volts in sigla T3WC, sostituito con un altro modello da 128 gradi, non è un operazione facile e non è alla portata di tutti. Innanzitutto occorre individuare dove si trova. Di solito è nascosto, racchiuso dentro un tubicino isolante, posto a ridosso di un avvolgimento. 
Inoltre è solitamente tenuto in sede con dello spago imbevuto di resina indurente che serve a fissare stabilmente tutti i componenti interni dello statore (fili, avvolgimenti ecc.). Staccare il tubicino è rischioso in quanto si corre il pericolo di strappare qualche filo sottilissimo degli avvolgimenti (nel qual caso si può buttare tutto). Per sostituirlo con uno nuovo inoltre non si può usare lo stagnatore (scalda...il fusibile è termico...vedi tu). La difficoltà è poi nell'isolare nuovamente i terminali. A motore aperto in fase di costruzione è abbastanza facile, mentre a motore assemblato l'operazione è bestemmiogena. Per ovviare si sostituiscono i tubicini sterling con del nastro Kapton che resiste bene alle alte temperature (niente nastro isolante...il motore comunque scalda un pò, per cui...). 
Fatte queste considerazioni, la sostituzione di un fusibile termico in questo modello è sconsigliata, difficile per un hobbista, a meno che non si voglia rischiare di buttare 2,5 euri per un fusibile termico nuovo e distruggere l'avvolgimento. Sostituire tutto il motore compreso il meccanismo di oscillazione? magari anche si, ma credo si spenda meno ad acquistare un ventilatore nuovo. 
Un ultimo consiglio: per i ventilatori, specie se li si fa andare per tutto il giorno anche se per pochi mesi, è consigliabile prendere quelli in metallo, costano un pò (molto) di più ma sono più robusti e duraturi. Happy repair. Alla prossima. 

P.S. il cammello ha sete, il sentiero è arso. Ripeto: il cammello ha sete, il sentiero è arso. 

venerdì 4 agosto 2017

mala tempora currunt (sed peiora parantur)

mi hanno proposto di Offrire Customer Experience Omnicanale Agevoli... di dar vita a experience, journey e relazioni omnicanale... in Cloud così come On Premise... inbound ed outbound...?????? che caxo vuol dire?

leggi e rileggi, alla fine è chiaro... una sorta di CRM per la gestione delle relazioni azienda - dipendenti - clienti. Una specie di grande fratello con finalità diaboliche, in grado di manipolare la percezione della realtà e cambiarne le cornici. Tipo quando hai un cliente rompicaxi che per certi spin doctor diventa una opportunità per pigliarlo per i fondelli cambiando il significato delle parole e riportarlo sui binari della fedeltà felice ed assoluta all'azienda del male. Ciò vale anche per i dipendenti che devono coalizzarsi per il bene dell'azienda attraverso percorsi di "team building" ovvero gioco di squadra che in parole povere significa: ubbidisci altrimenti sei fuori. 

Le grandi aziende si affidano a certi servizi per entrare direttamente nella tua vita, appropriandosi la tua libertà di pensare con la tua testa (ammesso che ci sia ancora qualcuno in grado di farlo) e soffocando la possibilità di scegliere sulla base di proprie mappe mentali (le esperienze passate), faticosamente costruite man mano che si invecchia. Le esperienze passate, quelle negative, vengono ridipinte, rielaborate, ricostruite attraverso dei processi comunicativi pianificati su base scientifica. I vecchi commerciali o capi reparto non esistono quasi più, sostituiti da dottorini onniscenti che agiscono direttamente sull'inconscio dell'individuo. Luminosi managers del nuovo millennio, dallo stipendio di giada. Ciò che riescono a fare è devastante: riescono a fare in modo che sia il cliente stesso (o dipendente o comunque loro "subalterno) a prendere una decisione che pare autonoma ma in realtà è abilmente indotta. In due parole ci pigliano per il culo e ci portano pure ad una convinzione/decisione apparentemente autonoma. Nessuno su questo pianeta andrà mai contro una decisione che è convinto sia stata elaborata da sè, è ovvio. Il nostro cervello tende a darci ragione e raramente ci contraddice (fatti salvi i casi di malattia mentale). 
Per cui ci troviamo in una società di persone "convinte" di quello che fanno e guai a contraddirli. Facciamo un esempio per capirci: provate a criticare un acquisto dell'ultimo smart phone... verrete molto probabilmente sommersi da un interminabile sequenza di motivazioni positive che in realtà sono solo una ripetizione a pappagallo di ciò che l'azienda è riuscita a vendere... un incubo mascherato da sogno. Un incubo in quanto il modello acquistato con tenace "autoconvinzione" in realtà è uno spyware, che fa a pezzi la tua privacy, registrando tutte, ripeto, tutte le tue mosse, spostamenti, conversazioni, preferenze, ecc, ecc... rivendute poi a chi ha interesse a proseguire la manipolazione e vendere qualcos'altro, merci, beni o servizi che siano... marketing mirato. Per apparire alla moda hai abdicato al tuo ruolo di individuo senziente.

Provate ancora a far notare che la totale dedizione all'azienda per cui lavorano sta mangiando loro il tempo libero, gli affetti, l'individualità, in cambio di pochi spiccioli..... guai a farlo. L'azienda che li schiavizza verrà descritta come l'azienda migliore del mondo, attenta alle esigenze dei propri collaboratori, generosa e meritoria di riconoscenza. I più intelligenti diranno "si, ma sono costretto a farlo" ma su questo meglio non approfondire troppo. 

Abbiamo creato una società di zombies! dopo aver fatto sprofondare nell'ignoranza la maggior parte di loro per isolarli da una sparuta minoranza di "dotti", è partita la fase due: menti fragili (per alcuni tabula rasa) da sfruttare sia come manodopera che come consumatori. E le grandi aziende ringraziano, comprendendo non solo gli azionisti cornuti col macchinone e la barca, ma anche il seguito di mogli vaccone in pelliccia ed occhialoni, col SUV e cagnolino rabbioso, i figli viziati, le figlie troie e drogate, sino ai soliti leccaculo che quest'ultimi non mancano mai... ZECCHE!
  
Ora, pensiamoci un attimo, prendiamoci il tempo per farlo. Abbiamo scampo a questo male endemico? Possiamo evitare di farci prendere per i fondelli? davvero vogliamo omologarci al resto del mondo in nome di un concetto di benessere indotto e descritto da altri che non è certo ottimale per condurre l'unica vita che abbiamo?

Io una risposta ce l'ho ma è la MIA risposta. devi solo trovare la tua, diversamente umano. Alla prossima, ma anche no.

P.S. Erminio è assai grato. Il portone è socchiuso. Ripeto: Erminio è assai grato. Il portone è socchiuso.

martedì 25 luglio 2017

Controllare la pressione della pompa macchina caffè

Il caffè rientra fra i diritti fondamentali dell'uomo, assieme agli altri ma senza riconoscimento ufficiale (ipse dixit). Ragion per cui, se per un motivo qualsiasi la macchinetta del caffè espresso che troneggia in cucina smette di funzionare... no... l'eventualità non è contemplata, la macchinetta del caffè è come un dispositivo salvavita e ne va garantito il funzionamento. 
Per i più intraprendenti, previo consenso dell'amministratore delegato che scettico concede al manutentore di casa il permesso di intervenire, è riservato il sacro compito di armarsi di attrezzi  e procedere con la riparazione urgente. 
Fra i difetti maggiormente riscontrati nelle macchinette per il caffè espresso possiamo elencare:
  • perdite di acqua 
  • gocciolii e stillicidi
  • mancanza di pressione
  • rumori strani e vibrazioni inusuali
  • altri strani sintomi solvibili solo con uno sciamano 
Più in generale quindi o perdite di acqua o pressione in calo. 
Per la pressione (fornita da una pompa elettrica) occorre innanzitutto assicurarsi che tutti i percorsi siano liberi da calcare che, in alcune zone con l'acqua particolarmente calcarea, provoca dei veri e propri ostacoli con incrostazioni "facilmente" rimovibili grazie ad appositi prodotti principalmente a base di acido citrico (o più drasticamente con l'apertura della caldaia). 
Per assicurarsi se l'acqua scorre a vuoto in modo fluido e la pompa funziona, è sufficiente staccare il tubicino di mandata (in uscita), direzionarlo in un contenitore ed azionare il pulsante di erogazione. In questo modo si esclude il problema di malfunzionamento dovuto al calcare (flusso d'acqua insufficiente) o alla bobina della pompa (quando proprio non parte). 
Tuttavia, può verificarsi un problema intermedio. La pompa, a vuoto eroga acqua (bobina integra), sembra funzionante, ma sotto carico la pompa non ce la fa proprio a far uscire caffè dall'erogatore che dovrà però essere caricato con la polvere "giusta" (non macinata troppo finemente). 
A questo punto il problema può risiedere nelle membrane usurate della pompa che va sostituita. Ma c'è un modo più rapido per individuare da subito quest'ultimo problema senza dover perdere tempo a sezionare, pulire, decalcificare, smontare, rimontare, scaldare e provare a fare un caffè con conseguente spreco del sacro macinato?
Per misurare se una pompa funziona o meno entro i parametri di costruzione, occorre ovviamente conoscerli. A quale pressione deve essere l'acqua in uscita da una pompa normalmente installata in una macchinetta del caffè per uso domestico? Sembra che il valore più gettonato si aggiri attorno ai 4 bar ma è sempre bene cercare di conoscere il valore del modello in possesso, magari rompendo le balle a qualche centro di assistenza o, perchè no? direttamente al produttore. 4 bar valgono per la pompa, non per il vapore che è generato all'interno della caldaia ed esce direttamente dal beccuccio del cappuccino. 
Ma... dove deve essere misurata la pressione? appena dopo la pompa o dopo la caldaia? Dipende da cosa si vuol provare. Se si desidera testare solo la pompa, occorre collegare in uscita un manometro per liquidi, costruendo un adattatore che assicuri la tenuta in pressione (no perdite). Si aziona la pompa con il pescaggio nel serbatoio principale e si misura. Semplice. 
E' ovvio che l'auto costruzione di strumento simile è giustificato solo per chi abitualmente effettua riparazioni. Per chi invece si ritrova con il problema (statisticamente probabile ogni tre o 4 anni di uso intenso se la manutenzione periodica viene effettuata) e decide di far da sè, occasionalmente, c'è qualche alternativa? Forse sì, ma è un metodo meno preciso e che andrebbe tarato con una pompetta sicuramente funzionante. Basta costruirsi un sifone trasparente, un tubicino di gomma piegato ad U fissato su una scala graduata (del legno compensato), riempito parzialmente di acqua e chiuso nell'estremità opposta all'estremità che va alla mandata della pompa. La pompa comprime l'aria residua all'interno del tubicino tanto quanto sarà in grado di farlo. Ci si segna con un pennarello il livello a zero pressione, poi il livello con una pompa funzionante e si prova la pompa oggetto di misura. Se si nota una grande differenza, allora la pompa è da sostituire, altrimenti il difetto va cercato altrove. Un minimo di intelligenza, ingegno e manualità fanno il resto (tutte qualità che a me mancano). Alla prossima

P.S. il fiume è in piena e c'è siccità. Ripeto: il fiume è in piena e c'è siccità.

mercoledì 19 luglio 2017

conversione all'islam

Se mai mi convertirò all'islam, il mio nome sarà:

agif al aviv

tanto in arabo si legge al contrario.


una strana "convenzione"

Oggi al cellulare (!!) mi ha contattato una signorina con una proposta "allettante". Lei mi manda i clienti ed io garantisco a loro uno sconto. Ovviamente il "servizio" ha un costo di qualche centinaio di euro all'anno. mmm... puzza di bruciato. Una rapida googlata per leggere le opinioni di chi ha aderito e si apprende che in tre anni nessun cliente si  è presentato allo studio professionale convenzionato, quindi apparentemente sono soldi buttati come quelli per certe pubblicità inefficaci. In teoria dovrebbe essere il "servizio" a veicolare i clienti verso la mia attività. Sembra però che il "come" vengano veicolati i clienti potenziali sia un tantino poco efficace. Una personal page nel loro portale, un indirizzo mail "personalizzato"... una consulenza gratuita sul come fare... nulla di più a quanto pare. Una cosa simile a grupòn per capirci ma a pagamento fisso annuale e non a percentuale. La consulenza fornita poi è offerta per insegnare al cliente come farsi pubblicità da solo... ma allora cosa li pago a fare? per una mail ed una paginetta sul web? 

Ma il problema non è questo.  E' il concetto generale che non va. Dovrei pagare qualcuno ed in più garantire uno sconto se tizio si presenta con la loro tesserina! pagare due volte insomma. 

Nel mondo professionale (i liberi professionisti con ritenuta di acconto) in realtà la cosa ci può stare. Si pompa il preventivo della stessa percentuale dello sconto e gli argomenti usati per giustificare la parcella si sa sono infiniti, compresi quelli che fanno leva sulla necessità e sulla paura... è solo marketing in fin dei conti. Ma se pago loro, del marketing dovrebbero occuparsi loro non il professionista. In pratica si delega a terzi l'attività di procacciamento clienti, attività che se fatta in proprio comunque comporta un costo. Per attività di "procacciamento" si intende tutto ciò che si fa per convincere preventivamente il cliente, il quale si presenta dal professionista già pronto a firmare l'incarico senza ulteriori attività. Allora si, se fosse così sarei ben felice di pagare qualcuno che si configura come il mio "commerciale" di riferimento, ma di sicuro lo pagherei a percentuale sul venduto, non certo con un fisso annuale.  Tutto il resto è solo fuffa per raccattare dati e soldi. 

Giusto per fare un esempio, tempo fa io ed alcuni amici ci siamo recati in un ristorante egiziano, con tanto di mega sconto grupòn. Abbiamo mangiato benissimo, ci siamo pure divertiti ... ma... ci tornerei? sicuramente sì... se trovo un altra offerta con uno sconto simile o superiore. Altrimenti no! Consiglierei ad altri il ristorante? Magari anche sì, suggerendo però di aspettare un coupon sconto che renda più appetibile la spesa (ma la crisi fa già questo).
Per me grupòn non funziona per gli esercenti,. E per me, è mia opinione, non funzionano nemmeno le tesserine per la convenzione da pagare due volte (fisso annuale più sconto).

C'è poi un altro aspetto da vedere. Un professionista, che sia avvocato, dentista, asrchitetto ecc.ecc. che si presenta sul mercato con lo sconto è in realtà un perdente stafallito. Lo sconto denigra il decoro ed il prestigio della professione e del professionista. Lo sconto annichilisce la professionalità in quanto il motivo per cui il cliente si rivolge al professionista è solo economico non certo legato alla "bravura" od alla professionalità.

Devo dire che la telefonata ricevuta senza preventivo consenso in violazione della mia privacy non si è nemmeno protratta a lungo. appena compreso il contenuto dell'offerta la mia risata è stata sufficiente per inibire qualsiasi ulteriore insistenza e l'operatrice (poco preparata e poco professionale) ha preferito tagliare corto e troncare la conversazione. Grazie. Numero in black list. Alla prossima. 

P.S. l'azienda non ha amici, solo clienti. Ripeto: l'azienda non ha amici, solo clienti.

giovedì 29 giugno 2017

Trapano PT Tool mod.CD006 (riparazione parte 2 - sostituzione motore)

Non male, davvero. Ero rassegnato a buttare l'avvitatore ma alla fine... riparabile. Avevamo visto nel post precedente il problema. Motore praticamente andato, da sostituire. Sorprendentemente, dalle centinaia di motorini salvati dalla pulizia periodica, ne trovo uno che forse fa al caso, stesse dimensioni, stesso voltaggio, stesso passo delle viti di fissaggio... un quasi miracolo (o frutto della standardizzazione di massa nella produzione cinese). Ma andiamo con ordine. 
Per smontare l'avvitatore si procede con togliere le otto viti nere con testa a croce, a vista, poste tutto attorno all'avvitatore. Nessuna vite nascosta sotto le etichette o sotto i tappini di gomma. 
L'apertura è immediata, non ci sono clips di aggancio, o saldature ad ultrasuoni o adesivi o altre trappole bastarde. 
Si toglie il motore, solidale al riduttore planetario e mandrino, trascinando anche il pulsante regolatore di velocità (con la levetta per la rotazione reverse) ed i contatti batteria, un unico blocco. Occorre in questa fase ricordarsi di segnare con un pennarello rosso indelebile la posizione dei contatti della batteria (filo rosso positivo, filo nero negativo) che dovranno poi essere rimontati correttamente senza invertire la polarità e rischiare di bruciare il regolatore di velocità. 
Si staccano i fili nel retro del motorino in modo da maneggiare meglio il corpo motore / riduttore / mandrino che dovrà essere smontato. Il motorino infatti è avvitato internamente con due viti di acciaio e per toglierlo occorre preventivamente aprire il coperchio del riduttore svitando le tre viti nere con testa a croce. Fare molta attenzione ai tre ingranaggi nei quali si infila il perno del motore. Un pò d'olio e grasso dovrebbero tenere "incollato" il tutto ma la precauzione è d'obbligo, giusto per evitare di rimontare gli ingranaggi nella stessa sequenza o dover cercare a pavimento le rotelline che magicamente si infilano sempre nei posti meno accessibili e più impensabili. 
Ora viene il bello. Sicuramente il motorino di recupero non avrà l'ingranaggio giusto montato nel perno. Quello che ho usato io aveva una puleggia per il trascinamento di una cinghia di un carrello di stampa di una stampante HP a getto di inchiostro. Essendo di plastica, per toglierla è bastata un cacciavite piatto. L'ingranaggio da recuperare dal motorino bruciato è invece metallico (per fortuna almeno non è di plastichetta), infilato a pressione. Occorre sfilarlo. Moooolto tempo fa avevo acquistato un estrattore di ruote per modellismo. Saggia decisione, anche se non ho la passione per le automobiline... purtroppo in questo caso e per questo utilizzo, ho dovuto modificarlo un pò in quanto il perno del motore non passava nell'alloggiamento dell'estrattore. 
Con una punta diamantata ho allargato lo slot ed alla fine sono riuscito ad estrarre l'ingranaggio. Per installarlo nel perno del nuovo motorino? Morsa in metallo (di quelle ad apertura generosa) e un pò di manualità. Alla fine l'ingranaggio ha trovato posto nel nuovo motorino ... il 90% del lavoro svolto. 
Si rimonta il tutto (non è difficile) cercando di seguire i segni (il riduttore entra bene solo in una posizione) e si prova. Se tutto è andato per il verso giusto, l'avvitatore riprende a funzionare come prima. Ora, alcune considerazioni:
Il motore. Quello originale riporta le seguenti sigle: HRS-550S-7521F DC 12V HONG YANG (modello - tensione di lavoro - produttore).  E' un motorino che si trova in commercio a circa 10 sterline (https://gimsonrobotics.co.uk/categories/dc-electric-motors/products/hrs-550s-dc-36mm-motor-12v-and-18v-versions) descritto come "high-powered brushed DC electric motor is of a '550' can size, typical to many cordless tools and remote control cars. Maximum efficiency power output can exceed 80W and peak power output is hundreds of watts from a motor only 36mm in diameter. " già pronto con l'ingranaggio a 9 o 15 denti oppure su ebai http://www.ebay.com/itm/RS-550-Motor-18-volt-12-24-v-DC-20k-RPM-High-Torque-Drill-Robot-Saw-Electric-/221686274208 a 16 dollari circa... un miracolo. L'ampia offerta di ricambi ci suggerisce che in realtà è probabile che si brucino più spesso di quanto si pensi.
Quello di recupero invece riporta le sigle: C8108-60062 - TN821803 - made in china (codice parte HP - modello (forse) - luogo di produzione). L'unica cosa in comune è la tensione di lavoro, 12 volts. Oltre a questa si rileva la stessa disposizione / dimensione dei fori di fissaggio. Quello di ricambio è leggermente più lungo (1 millimetro) ed il perno è passante (esce da entrambe la parti) e va oltre l'altezza dei due contatti... meglio così, meno complicazioni nell'infilare a pressione l'ingranaggio nella morsa. Inoltre il motorino nuovo non ha fori di ventilazione ed apparentemente nemmeno una ventolina che si intravede nel modello bruciato. E' certo che il motorino di trascinamento di un carrello di stampa non è progettato per un uso "pesante". Forse quest'ultima differenza lo renderà puù soggetto a riscaldamenti o forse i motorini di quelle dimensioni sono tutti uguali.
In realtà il motorino della stampante non va bene, è troppo lento e non ha la stessa coppia di quello originale...peccato.

Il regolatore di velocità è tutto racchiuso e l'unico componente che lascia intravedere è un integrato della ST Microelectronix (P60NS04Z N-CHANNEL CLAMPED 10 Mohm - 60A TO-220 FULLY PROTECTED MESH OVERLAY MOSFET ) montato du un dissipatore di alluminio. Dato che funziona non cercheremo di decodificare lo schema.  
Per finire... che dire? mi ritrovo con l'avvitatore in attesa di ricambio, ho alleggerito la discarica, mi sono pure divertito... satisfaction level 100%....per ora Alla prossima.

P.S. Come primo, brodo di giuggiole. Ripeto: Come primo, brodo di giuggiole.

mercoledì 28 giugno 2017

Trapano PT Tool mod.CD006 (riparazione parte 1 - prologo)

Avevo già affrontato l'argomento per questo trapano a batteria (parte1 parte2), in occasione dell'acquisto iper scontatissimo e conseguente sorpresa delle batterie da giocattolo rinvenute nel pacco e prontamente sostituite.
Oggi mi sono offerto di tinteggiare il locale caldaia dell'amico che mi ospita agratis, quando devo purtroppo venire nel vostro paesucolo delle banane, popolato da zombie, scimmie ed unani. Mi pare il minimo dare una mano e ricambiare, dato che entrambi odiamo i soldi e fosse per noi le banche ladrone nemmeno esisterebbero. Comunque... recuperato con un baratto soddisfacente 4 litri di tinta bianca (anti umidità ovviamente), devo mescolarla a dovere prima di diluirla. Deve essere rimasta a lungo stoccata da qualche parte, depositando sul fondo la parte solida ed in superficie quel  liquido che nemmeno voglio sapere per ora cos'è e quali schifezze chimiche contiene.  Recupero il mescolatore (un asta con le pale ritorte a vite) e lo attacco al trapano avvitatore. Per un pò nessun problema. Dopo nemmeno un minuto il trapano cala di giri improvvisamente e dopo 5 secondi esce un fumo bianco e puzzolente da plastica bruciata... oi oi.... è andato qualcosa. Porto il trapano in laboratorio ed inizia la dissezione immediata. Devo sapere se è il regolatore di velocità o il motore ad avere problemi. Qualche vite da togliere, nulla di complicato, ed i due gusci in plastica si separano. Provo ad avviarlo ed il problema è immediatamente evidente... le spazzole sfiammano da matti, forse l'avvolgimento è in corto (uno soltanto) o forse sono proprio le spazzole troppo consumate. Ad ogni modo il motore è da sostituire in quanto non è prevista la sostituzione delle spazzole e non si può nemmeno aprire per l'ispezione interna (ma lo aprirò lo stesso, per ripicca ovviamente).
Il motore non dovrebbe essere difficile da reperire, se ne vale la pena ovviamente. Dovrei averne uno di dimensioni simili recuperato da una vecchia accapì ink jet (il motore del carrello orizzontale), magari riesco ad adattarlo e spendere zero! vedremo. Riprendo il lavoro a manina e tinteggio il locale sino ad esaurimento della tinta (che non basta mai). Ora sono sudato fradicio, sono stanco, mi duole la schiena... doccia e poi un pò di riposo. Alla prossima.

P.S. Il pozzo è secco. Ripeto: Il pozzo è secco.

venerdì 23 giugno 2017

Una pila fuori norma

Una pila presa da chissà chi e chissà dove, ricaricabile ed a led. Sembra un buon acquisto, complice forse il suo costo appetibile. Una levetta posta sul fondo, fa uscire dall'impugnatura lo spinotto per inserire la pila direttamente nella presa di corrente per la ricarica, così almeno non si deve riporre da qualche parte quei maledettissimi alimentatori da muro che alla fine non ci si ricorda nemmeno a cosa servono tanto si perdono tra i cassetti e gli anfratti di casa... sempre che ci si ricordi dove sono stati appoggiati.  
Stamane decido di rimettere in carica la pila. Dopo nemmeno un minuto, nonostante l'udito mi stia abbandonando e nonostante il concerto di motoseghe, decespugliatori, rasaerba e tagliasiepi degli schifosissimi vicini che preferiscono ovviamente i motori a scoppio (sembra di stare all'aeroporto tanta è la puzza di gas di scarico), sento un rumore di qualcosa che "frigge" ed il pensiero va alla pila. Fortuna che ero in zona ed ho evitato un sicuro principio di incendio.... la pila è ovviamente andata. Per aprirla basta svitare la ghiera che regge la plastichetta frontale ed una vitina posta in prossimità dello spinotto di alimentazione (coperta dall'etichetta "Quality Control"... si si certo certo). Dentro...una delusione totale. Un circuito minimalissimo, un riduttore a reattanza capacitiva, il solito ponte di diodi, un led rosso e una batteria...tutto rigorosamente senza alcuna sigla, nessun marchio CE... tipica fattura cinese di bassisima qualità, basetta in bakelite, componenti sottodimensionati, plastichetta fragilissima... costo al rivenditore? non credo più di qualche centesimo (di più è una truffa).
Brontolii a parte, orami siamo abituati a riconoscere a occhio la qualità di certi prodotti, mi chiedo come sia possibile permettere a qualche commerciante di commercializzare certi prodotti, tra l'altro palesemente fuori norma. Forse nessuno controlla le importazioni o le controlla male, o intasca qualche mazzetta per girarsi dall'altra parte.. a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. 
Lo spinotto che si infila nella presa di corrente è privo della parte isolata tipica delle spine a norma. Per inserire la spina nella presa, occorre tenere pigiata la levetta che la fa uscire, costringendo le dita a stare a pochi millimetri dalle parti in tensione (230V scossa assicurata). Il circuito all'interno poi non prevede alcuna limitazione di corrente per la ricarica.... il rischio di rovinare la batteria è concreto e certo, specie se la si dimentica in carica (come quasi sempre accade) o come in questo caso si cerca di ricaricare la batteria quasi del tutto scarica (assorbe troppo e i componenti dimensionati per una ricarica meno aggressiva letteralmente si surriscaldano con pericolo di incendio). Un oggetto pericoloso e decisamente fuori norma. 
Anche se non sono io l'acquirente, so di certo dove è stata acquistata. Presso un piccolo supermercato oggi chiuso per fallimento. Strano... con certi ricarichi, fallire è matematicamente impossibile. Forse il titolare è proprio un deficiente, ne avevo il sospetto anche per altre ragioni che solo per pietà preferisco non elencare. Di questo ciottolone recuperiamo solo i led bianchi (per il fanale di una bicicletta), il mini led rosso (che ne ho orami una tonnellata)... il resto è tutto da buttare, purtroppo.
alla prossima, ma anche no.

P.S. gigi ha il cappello verde. Ripeto: gigi ha il cappello verde.

venerdì 9 giugno 2017

Il miracolo e lo sfigato

Per una visita periodica devo recarmi all'ospedale, uno dei tanti del vostro paese delle banane, fra scimmie, zombie ed unani, medici esauriti ed infermiere incazzate. Il parcheggio è enorme e per trovare posto devo lasciare l'auto a quasi un kilometro dall'ingresso, ovviamente al sole che sembra esista una tassa anche sull'ombra. Nessun problema, che sarà mai? due passi mi faranno sicuramente bene e non ho programmato una visita ortopedica, posso camminare è una bella giornata di sole e l'aria è anche frizzantina. Purtroppo non posso recarmici in bici in quanto sono sicuro che a lasciarla legata da qualche parte... all'uscita non c'è speranza di ritrovarla. Mi incammino con passo tranquillo ma il tragitto pedonale è una specie di incubo: 
Zingari che chiedono l'elemosina (puntualmente prelevati a fine giornata da lussuosissime mercedes.
Testimoni di geova sempre attivi per vendere libri o convincerti che la fine del mondo è vicina (senza rendersi conto che il mondo civile è già terminato da mò).
Tossici e tossiche (spesso "ragazze madri"...poverine) sempre a caccia di spiccioli (ma ultimamente chiedono anche 5 o 10 euro) che poi te li ritrovi al bar a fare una colazione che manco te la puoi permettere.
All'interno una schiera di bigotte attempate (oops..."volontarie") che in cambio dell'acquisto di una piantina ti chiedono soldi oppure più direttamente un contributo per l'africa, per il cancro, per la malattia rara, per l'ospedale in india, per l'acquisto dell'ambulanza (privata), per l'ennesima onlus nella quale i solidi "dirigenti" si fanno belli nei salotti buoni (quelli dove tu povero mortale nemmeno puoi entrare), mentre i soldi raccolti vengono spartiti in mille rivoli di "rimborsi spese" tanto da lasciare solo gli spiccioli alle finalità di raccolta. A tutti rigorosamente ho smesso da tempo di dare soldi. Pago le tasse ed una parte di esse è destinata per il sociale. Andate a chiederli a chi se li mette in tasca e se li ruba per se, non a me. 
Terminata la commissione (tre ore di attesa per 3 minuti di visita) esco e... come per magia tutti i questuanti sono scomparsi... zingari, bigotte e tossici... puff... spariti!. Oddio... che è successo? una cosa straordinaria! Un evento che si ripete con ciclicità pari al passaggio della cometa di Halley. Sono passati i Vigili!
Sembra un paradiso, sembra quasi la svizzera non fosse per la sporcizia rimasta. Oltre ai questuanti svaniti... nessun'auto in divieto di sosta! Sembra magicamente siano scomparsi d'incanto i motivi che spingono decine e decine di automobilisti (tutti con difficoltà deambulatorie, pare) a parcheggiare davanti all'ingresso nei posti riservati ai taxi o all'autobus.
Magicamente all'ospedale non c'è più nemmeno un disabile, tanto i parcheggi a loro riservati sono tutti liberi!! Tutti!!! Sono tutti guariti! Miracolooooo!!
Anche le aree non adibite a parcheggio ma vicine all'ingresso sono miracolosamente sgombre! No dai non è possibile! non ci credo!! 
Infatti, cento metri più in là... uno sfigato... l'unico pirla che non ha avuto la prontezza di togliere l'auto davanti la rastrelliera delle biciclette. La rastrelliera è lunga una ventina di metri, perennemente occupata dalle auto (impossibile utilizzarla). Ogni volta che ci passo davanti mi metto a brontolare contro gli automobilisti incivili, contro quelli che pretendono il parcheggio nel punto più vicino all'ingresso.... proprio di fare due passi nemmeno a parlarne o meglio si cerca di farne il meno possibile...pigrizia fatta persona.  Stavolta mi fermo un paio di minuti, ad ammirare la scena con lo stato d'animo di chi si rende conto che visioni del genere non si vedono spesso nella vita. Osservo la multa infilata sotto il tergicristallo, con un sadico sogghigno del "ben ti stà" o "dovevano fartene di più di multe!", con la misera soddisfazione di chi in tantissimi anni si vanta di non averne mai presa nemmeno una. 
Terminata la riflessione ed il momento di rilassamento, conscio che la "giustizia" a volte si manifesta, anche se raramente, troppo raramente, mi incammino verso la mia vettura, sperando nessuna abbia spaccato i finestrini, rigato o ammaccato la carrozzeria...l'auto ha 25 anni ma vorrei conservarla integra ancora per un pò. Per il piccolo miracolo non mi faccio illusioni... tempo 15 minuti e la situazione torna esattamente come prima. Proprio non imparerete mai, siete senza speranza. Alla prossima, ma anche no.

P.S. La vecchia salta e il medico è biondo. Ripeto: La vecchia salta e il medico è biondo.

Recuperare avanzi di rete per zanzariere

Sembra che a nessuno sia mai venuto in mente in quanto su gùgol non si trovano indicazioni al riguardo. Qualche anno fa mi sono costruito un telaietto di legno per la finestra dell'ufficio. Dal ferramenta ladro e bugiardo, ho acquistato una rete per zanzariere con il sistema "attacca e stacca", in pratica una striscia adesiva tipo Velcro su cui fissare la rete in modo che la si possa rimuovere al bisogno ma che resti ben salda al suo posto. Le misure della rete ovviamente non sono mai quelle delle finestre, per cui inevitabilmente qualche pezzo avanza, complice anche il solito commerciante di turno che tende a vendere quantità esageratamente superiori al necessario, convinto che tanto ciò che avanza lo si butta (tanto il costo indiretto dei rifiuti è sul groppone di tutti).
Messo da parte gli scampoli avanzati per calmare l'indole ecologista, in questi giorni mi sono cimentato a costruire i telai anche per delle altre finestre, così almeno d'estate posso tenere tutto spalancato e ricambiare l'aria senza essere costretto a fare il bagno nell'autan o respirare il fumo delle spirali antizanzare (e si fottano quelli dei climatizzatori)... così risparmio sia in corrente elettrica che nella spesa necessaria all'acquisto di altre reti inevitabilmente fuori misura che a loro volta producono altri rifiuti e così via.
Ma... ho un problemino. Gli scampoli avanzati sono più piccoli del necessario. Come si può fare per unirli ed ottenere una rete più ampia? Teniamo conto che stiamo parlando di retina di plastica o peggio in "fibra di vetro" (così almeno la spaccia il pusher del negozio) comunque non metallica.
Valutiano diversi metodi:
Nastro adesivo: si creano inestetismi inaccettabili che tanto fanno l' effetto "profugo scampato dalla guerra". Inoltre col sole o con la pioggia il nastro tende a perdere le proprietà adesive e rovinarsi tanto da costringere frequentemente alla sostituzione periodica.
Colla: quella a contatto con solvente sembrerebbe la più adatta. Purtroppo la retina, per quanto fitta, non crea sufficiente area di adesione, lasciando nel contempo nei forellini dell'adesivo che inevitabilmente catturerà insetti e pulviscolo. Epossidica bicomponente? naaa, difficile da applicare senza sbavare ovunque. Silicone? naaa, col tempo, il sole e le intemperie, perde le sue proprietà. 
Ultrasuoni: sarebbe perfetto, almeno per le retine di plastica, ma... chi ha in casa una saldatrice ad ultrasuoni? Io... solo che si è rotta e non ne vuol sapere di ripartire... è in attesa di riparazione.
Termosaldatura: stesso discorso del punto precedente. Si può pensare in alternativa alle macchinette sigilla sacchetti ma hanno un area riscaldata troppo stretta, per cui saldare assieme dei pezzi grandi è quasi impossibile a meno di non fare una saldatura che genera una protuberanza inestetica rispetto alla termosaldatura di testa. La retina inoltre è troppo sottile, o si taglia o non si salda...trovare il tempo giusto è un impresa da perderci giornate intere così come fondere in modo uniforme un area ampia.
Cucitura: temo che possa risultare, a lungo andare, poco efficace, a meno di non usare del filo di nylon molto sottile, tipo la bava da pesca. Non nuoce tentare (avendo una macchina per cucire, meglio se di tipo industriale).
telaio zanzariera fai da te
Telaio su misura: Un telaio con delle assicelle sottili di legno (5X25mm) e dei rinforzi angolari di compensato. Colla per legno e graffette metalliche (spara punti) riescono ad irrobustire la struttura in modo egregio, più che soddisfacente. All'interno del perimetro si creano delle "finestrelle" della misura giusta per gli scampoli di telo. Per i punti di giunzione si usa del compensato tagliato a "T", a "L" o a croce (dipende dalla disposizione). Con un pò di manualità si riesce pure a dare un aspetto "artistico" al prodotto finito, magari anche con delle pezze di diverse tonalità (nero, grigio e bianco). Il tutto può essere fissato a muro con delle "L" di alluminio tagliato a misura e forato. Verniciare il tutto con vernice all'acqua resistente alle intemperie (3 mani). Per fissare il telo al telaio bastano delle semplicissime puntine da disegno. Lasciare sbordare il telo dal telaio crea una barriera per formiche ed insetti striscianti e compensa la tolleranza dimensionale del telaio rispetto al muro (altrimenti non entra). Al posto delle assicelle di legno, vanno bene anche le canalette rettangolari di plastica per i fili elettrici, quelle col coperchio, tenute assieme inserendo negli angoli dei rinforzi di lamiera o compensato (anche se esteticamente il tutto, esteticamente, è bruttino). 

Ho optato per quest'ultima soluzione, la più semplice ovviamente, anche se richiede un pò di più tempo per la realizzazione. Costa di più? Dipende. Le assicelle di legno le ho recuperate da un divisorio per rampicanti in procinto di essere rottamato alla discarica e sapientemente intercettato. Il telo è quello avanzato. Colla, vernice al'acqua, puntine da disegno e graffette.... facciamo un euro per 5 zanzariere? lo so è ancora troppo, si può fare di meglio. 
Alla prossima... ma anche no.

P.S. L'aria al tramonto è più fresca. Ripeto: L'aria al tramonto è più fresca.

giovedì 8 giugno 2017

Il mio capo è una m*rda!

Sì, licenziami pure, insultami, mobbizzami, isolami, vessami, umiliami, tanto ho la scorza più dura del diamante.... ma tu comunque resti proprio una m*rda di persona o una persona di m*rda, scegli pure. Stai abusando del mio tempo in cambio di una paga da terzo mondo. Valgo di più, sicuramente molto più di te che misuri il valore delle persone in base al loro reddito. E sia chiaro...non me ne vado, sono troppo utile ai tuoi concorrenti nella posizione dove mi hai messo. Preferisco farti fallire per conto terzi, a te ed a tutte quelle m*rde che quotidianamente parcheggiano il loro naso fra le tue chiappe flaccide per soddisfare il tuo smisurato e sadico desiderio di apparire e comandare. Pensavi che mettermi a contare le fotocopie fosse innoquo per la tua attività? già... persino il tuo fotocopiatore è insicuro per la tua infrastruttura di rete. Pensavi che farmi pulire gli apparecchi telefonici fosse una lezione? già, anche i tuoi telefoni IP sono privi di protezione dalle intrusioni telematiche. Pensavi che farmi svuotare i cestini della spazzatura mi servisse a capire chi comanda? già, grave errore farmi avvicinare ai PC sulla scrivanie. Pensavi che quel leccachiulo del tuo nuovo responsabile IT, laureato e certificato, fosse un genio? già, il genio delle password a 4 caratteri e con uno strano senso della sicurezza informatica. Per me le cose ora sono molto più facili, grazie. 
In realtà la lezione la imparerai tu, forse. MAI e poi mai andare in conflitto con programmatori e sistemisti. Siamo tantissimi, non dimentichiamo e non perdoniamo. 
Licenziami pure, m*rda di una m*rda che non sei altro, tanto ti tengo in pugno ed oramai per te è troppo tardi per correre ai ripari... corri forrest, corriiiii...

P.S. il lupo è tornato. Ripeto: il lupo è tornato. 
P.P.S... dallo sfogo di un anonimo

giovedì 1 giugno 2017

Sottotitolo del titolo

Qualcuno ha osato chiedermi il perchè della descrizione posta al top di questo personalissimo diario sporadico, ipotecnologico, impreciso, pressapochista, inutile e minimalista. Già, ma perchè dovrei rispondere? Per buona educazione? Ok, quando avrò percezione che la buona educazione prenderà il sopravvento al malcostume generale, quando vedrò che le persone inizieranno a dare il buon esempio piuttosto che emulare gli altri solo per sentirsi parte di un branco (di m*rda ma sempre branco è), forse allora risponderò. 
Unicamente per mio promemoria e non apparire come "gli altri", posso solo dire che il diario è:
sporadico: pubblico a caxo ciò che mi passa per la testa, senza l'ansia in salsa social di pubblicare qualcosa a cadenze periodiche per il sollazzo degli altri e guadagnare così quella visibilità che non voglio per scelta o considerazione che non mi serve.
ipotecnologico: quello che faccio è ciò che è alla portata di un povero tecnico senza attrezzatura e senza strumentazione... ci si arrangia con ciò che si ha.
impreciso: perchè non bado molto alla forma e non rileggo ciò che scrivo. Del resto so riconoscere i miei errori, io.
pressapochista: non mi piacciono le disquisizioni accademico/teoriche che servono solo a certi dottoroni che si masturbano con le parole solo per nascondere la loro pochezza.
inutile: già, non si trova traccia di cose utili qui.
minimalista: via fronzoli ed orpelli, via le parole chiave in logica SEO, via ai criteri che servono solo alla vanità personale. Semplificare è il criterio ed ai sempliciotti che non capiscono... vaffanchiulo.

Il resto sono una serie di insulti che mi sono stati diretti, collezionati nel corso di una vita da parte di "componenti della società civile" e che ho deciso di immortalare ad imperitura memoria, giusto per non dimenticare che questa società di civile non ha ormai più nulla ma si è trasformata in una massa di idioti decerebrati in perenne ed inutile competizione ma sempre inutilmente in cerca di altrui approvazione per soddisfare il proprio ego. Non potendo elevare il proprio spirito, cercano di affossare quello degli altri, semplice no?

Oggi mi avanzano un pò di vaffanchiuli e li voglio generosamente elargire ai primi 10 idioti che cliccano, tappano, spolliciano compulsivamente a caxo sul web in cerca di non sanno nemmeno cosa...zombie! Vado a terminare di auto costruirmi le zanzariere. Alla prossima...ma anche no.

P.S. L'asino scalcia e la gallina è senza uova. Ripeto:  L'asino scalcia e la gallina è senza uova.

sabato 6 maggio 2017

Buon Compleanno

Tanti auguri a meeeeee
Tanti auguri a meeeeee
Tanti auguri unamico
Tanti auguri a meeeeeeee

Si, mi faccio gli auguri da solo. Le poche persone che stimo (2), fatta esclusione per il mio familibancher (che si augura non muoia solo perchè sono in rosso), hanno fatto a gara a chi me li faceva per primo e di persona. Grazie di cuore. Ed al resto dei coprolìti che girano nel vostro paese di m*rda... vaffanchiulo. 
Ciao imbecilli.

P.s. La luna è nel pozzo. ripeto: La luna è nel pozzo.  

martedì 2 maggio 2017

Valex C136 - 1422511 avvitatore (sostituzione batterie)

Valex C136 (1422511)
Un altro ciòttolo che dimostra la sua età, dopo un uso nemmeno tanto intenso. Di solito di domenica o nei giorni festivi, quando all'improvviso si deve avvitare quella maledetta vite della maniglia che è uscita dalla sua sede e che dopo infiniti rimandi e scuse per procrastinare e necessita proprio di essere rimessa al suo posto, càpita di avere bisogno dell'avvitatore... per una vite soltanto ma bisogna far fruttare "l'investimento" in attrezzature di molto tempo fa, giusto per zittire la iena di casa che ad ogni occasione ti precetta per i lavoretti che fanno perdere più tempo che guadagnare soddisfazione. Non si può rinviare e la pigrizia di noi anziani orienta la scelta non su un "volgarissimo" cacciavite ma sull'avvitatore preso in chissà quale ferramenta per hobbisti e bricolari onanisti. 
Ovvio che il ciottolo di plastica ha bisogno di una ricarica ma dopo anni di deposito nel cassetto delle cose inutili... le batterie sono praticamente morte e non ci stanno proprio a tenere la carica. Dopo qualche minuto sono di nuovo a terra e bisogna sostituirle. Niente di più semplice...all'apparenza. 
Stiamo parlando di un avvitarore Valex, codice prodotto 1422511, fuori produzione forse perchè era un ciòttolo di plastica, con il portapunte di plastica, con i supporti di plastica e la demoltiplica.... di plastica?? Ok, non certo un prodotto professionale ma un prodottino per bricolari fai da te, che al massimo devono avvitare quattro cose all'anno... quando va male... ma ci può stare se serve a risparmiare qualche soldino. Ok, il prodotto sembra non più a catalogo dal sito ufficiale, per cui inutile cercare di mandare una mail e richiedere le batterie di ricambio, si rischia di parlare col magazziniere svogliato o con un commerciale pronto a venderti il super ultimo modello.  Quindi o si cercano i tre elementi di dimensioni 1/2SC da 1,2 volts 600 mA (e si trovano in commercio) o si procede con la sostituzione con qualcosa di alternativo, magari al litio che è tanto figo e di moda. Con i tre elementi di sostituzione, ci si pone il problema di saldare i terminali... è sconsigliabile di saldarli a stagno... il calore danneggia le batterie. Servirebbe una micro puntatrice, nemmeno difficilissima da costruire ma è ancora nella to do list. Di progettare un sistema con un unico elemento al litio, tipo una 18650 da 3,7 volts 3000 mAh, magari recuperata da qualche batteria di un portatile defunto, anche se di dimensioni inferiori a quelle originali (meglio, così ci stanno nell'alloggiamento)... per ora no, anche perchè occorre costruire (o comperare) anche un adeguato caricabatteria, dato che il litio è permaloso con le ricariche e si rischia di farle esplodere di brutto.... per ora metto da parte il tutto, cerco gli elementi e vediamo poi se troverò il tempo di sistemare anche questo. Alla prossima

P.S. le Ortiche sono per la zuppa. ripeto: le Ortiche sono per la zuppa. 

venerdì 17 marzo 2017

Calibro digitale

Da qualche tempo il calibro digitale di plastica, acquistato per pochissimi euri al brico di zona, ha iniziato a dare dei problemi, a volte non si accende, a volte non si azzera. Segno evidente che i contatti dei pulsanti sono andati a causa dell'umidità o a causa dell'ossido della batteria a bottone. Preso dalla curiosità, ho deciso di smontarlo per soddisfare la mia innata curiosità tecnica. 
L'apertura è abbastanza semplice. Si tolgono due semi posti in prossimità del lato posto dalla parte dove si usa solitamente il pollice per far scorrere la parte mobile. Poi occorre togliere l'etichetta posteriore per scoprire 4 viti con testa a croce. Altre due vitine sono poste all'interno per fissare il circuito stampato. 
L'apertura conferma i sospetti iniziali. Il contatto di azzeramento, il più vicino alla batteria, è ormai completamente andato. Impossibile pensare di rigenerare le piste. Quello di accensione è un pò meno malandato ma ormai quasi distrutto. Quello di spegnimento... inutile se il calibro non si accende nemmeno.  Sembra persino si sia rivelata inutile la doratura delle piste per proteggerle dall'ossidazione.
Dentro non si notano parti in movimento. Sotto l'etichetta dell'asta dove scorre il cursore si nota una striscia di rame con un disegno "strano. Nal retro del circuito stampato una basetta con tante scanalature. Con buona probabilità si tratta di un sensore capacitivo (per esclusione non è nè ottico nè induttivo). Il chip dedicato (affogato nell'epox) fa il resto, ovvero decodifica il sensore e traduce in caratteri sul display la misura. Questo calibro digitale quindi sfrutta un encoder capacitativo, semplice da realizzare, costa poco ed è abbastanza preciso. Per contro queste tipologie di calibro digitale non reggono elevate velocità di scorrimento. Mistero sulla compensazione della dilatazione termica, credo trascurabile dato che il corpo è di plastica e dato che per pochi euro non è che si può pretendere di usarli per la meccanica di precisione. 
Bene, questo lo buttiamo, impossibile ripararlo o cercare il ricambio. Lo sostituiamo con uno simile a quelli che si trovano a volte al lidl (credo a meno di venti euro), sperando che durino un pò di più, dato che il calibro per un hobbista è uno strumento indispensabile. Alla prossima.

P.S. la scimmia è in gabbia. ripeto: la scimmia è in gabbia. 

Schifosi ciclisti

Voglio fare il pari con il post precedente, per par condicio, così almeno lo sfogo è completo e la pressione si abbassa. Sono bipolare. Si, a volte sono ciclista che odia pedoni ed automobilisti mentre in altre occasioni sono automobilista che odia pedoni e ciclisti. In pratica vi odio sempre quasi tutti, a fasi alterne ma vi odio comunque. Pedone quasi mai, così mi toccherà buttar giù due righe anche contro di loro, fosse mai che di questi tempi incerti e privi di riferimenti, anche i pedoni facciano lobbyng.
Ad ogni modo, è vero che la categoria dei ciclisti è una delle più odiose per certi automobilisti. Maledetti ciclisti, compratevi un auto! Ma vediamo prima come catalogalizzarli per studiarne i comportamenti.
Le categorie:
il ciclista griffato: bici super tecnica in carbonio ultraleggero (dai tremila eurro in su solo il telaio), abbigliamento tecnico nuovo di zecca, ruote gonfiate con l'azoto per risparmiare qualche milligrammo di peso, accessori a iosa (cardiofrequenzimetro compreso). Assenza totale di accessori obbligatori per legge (es. i fanali, lasciamo stare il campanello, catarifrangenti mai)
il ciclista sportivo: è quello che si "allena" duramente lungo le statali trafficate, strafatto di idrocarburi incombusti e polveri sottili, quello che non può permettersi di fermarsi agli stop o dare la precedenza agli altri in quanto conta solo il tempo di percorrenza ed il record mondiale di velocità su strada.
il ciclista extracomunitario: quello che la bici la usa come mezzo di trasporto (in mancanza d'altro) ma essendo poco uso a seguir regole e codici fa un pò come se pedalasse nel deserto, dove non ci sono ostacoli, strisce pedonali, sensi unici, marciapiedi, limiti o divieti... rigorosamente privi di fanalini o catarifrangenti, così di notte proprio non li si vede.
il ciclista fattone: lo si nota per l'andatura a zig zag, la cui ampiezza è direttamente proporzionale alla quantità di traffico nel percorso, per le manovre di svolta improvvise e mai segnalate preventivamente, per l'espressione persa nel vuoto che dice "dove sono? che giorno è oggi?". Viaggiano solitamente su bici altrui, considerando il mezzo a disposizione di tutti come una sorta di bike sharing senza registrazione.
il ciclista della domenica: rigorosamente attivo solo nelle domeniche assolate, a temperatura più che mite, viaggia in borghese, con mezzi da città. Purtroppo 5 giorni al lavoro provocano immancabilmente delle amnesie selettive in merito al codice della strada.
il ciclista sherpa: quello carico di borse, borsoni, trailers, carrettini e via dicendo, carico sino all'inverosimile che anche una trasferta di pochi kilometri potrebbe richiedere attrezzi per le emergenze, stuoie e coperte, cambi completi di abbigliamento, batterie di scorta (con relativi caricabatterie o pannelli solari), attrezzi da campeggio, pentole per cucinare e relativi viveri... 40 kili di peso trainato sono difficili da fermare in tempo, per inerzia, per cui agli stop si va lisci, alle striscie perdonali si fa finta di nulla ed ai semafori rossi si cerca un pertugio per attraversare l'incrocio sperando nella buona sorte
il ciclista attacccabrighe: è quello sempre pronto a redarguire gli altri, solitamente gli automobilisti. Curiosa la reazione di quelli che, ritenendo di aver subito un terribile torto, iniziano ad inseguire l'auto sperando in un semaforo rosso o in uno stopo dove raggiungere l'automobilista al quale, se raggiunto, comunicherà a scelta, con linguaggio variopinto di insulti: la propria filisofia di vita, un sunto del codice della strada, una disquisizione media sull'endogamia, un vocabolario di insulti irripetibili, il tutto in modalità unidirezionale (trasmissione) che non prevede feedback.
il ciclista provocatore: variante del precedente, è quello che quando ha la precedenza se la prende, mettendosi anche in serio pericolo. Ed anche quando la precedenza non ce l'ha...se la prende lo stesso. Sfida le auto senza paura di nulla, se tocca a lui, lui passa incurante di tutto. Purtroppo passa in bici anche sulle striscie pedonali senza fermarsi e senza guardare. 
il ciclopaladino : E' un anarchico a pedali, anticonformista. Sono i particolari lo distinguono dagli altri pedalatori, ad esempio il caschetto di ordinanza, borse portaoggetti, abbigliamento informale, bici essenziali, a scatto fisso. Lo contraddistingue il modo prepotente con cui prende e pretende spazio sulla strada. E' convinto che la sua filosofia ciclistica sia un contributo essenziale per l'umanità. Pedalare è la sua missione ed essere un ciclista anarchico è il suo modo per espletarla e chi non sa comprendere il valore rivoluzionario della sua condotta è soltanto un nemico. Essendo orgoglioso portatore di verità e somme virtù, si sente autorizzato, dall'alto della propria superiore dirittura morale e purezza, ad odiare coloro che si ostinano a rinchiudersi all'interno di scatole metalliche a motore, inquinanti, puzzolenti e pericolose. E’ il paladino delle giuste cause che brandisce con orgoglio la bandiera dell’impegno civico e la usa come fosse una lancia contro i suoi nemici motorizzati.

Potrei andare avanti ancora a lungo, molto a lungo. Di motivi per odiare certi ciclisti ce ne sono altrettanti di quelli per odiare gli automobilisti, dipende da che parte si sta. Ognuna delle due "fazioni" è stra-convinta e stra-sicura di avere ragione per dare automaticamente torto all'altra, l'importante è contrapporsi per sentirsi un pò vivi in questa società che, mal governata e priva di buoni esempi, sta mortificando tutti, nessuno escluso.

Bertrand Russell diceva: “il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”. Aveva ragione. Ne sono strasicuro.
Ciao imbecilli

P.S. la cinciallegra è triste. Ripeto: la cinciallegra è triste.

lunedì 27 febbraio 2017

Zombies on my path!!

Iniziano le primissime timide giornate di sole, a temperatura prudentemente accettabile. Inevitabile lustrare la bici ed uscire per motivi di svago, per completare l'uso quotidiano durante le giornate invernali. Purtroppo con le giornate che si allungano, aumentano anche gli unani su due ruote e gli inveitabili pedoni fuori posto. Sì, le ciclabili nel vostro paese sono un optional per qualsiasi tipo di attività. Sarà che mancano i marciapiedi, se quest'ultimi ci sono...sono inutilizzabili, pieni di buche ed ostacoli, posti in luoghi ove nemmeno un cane si immaginerebbe di passeggiare. Certo è che i brevi tratti di "pista ciclabile" disponibili (strette e maltenute), nei vostri paesini, sono invase da zombies decerebrati....UNANI!!! Non è la prima volta che lo faccio notare, ma le categorie di unani in ciclabile sono davvero tante. 
Innanzitutto sto parlando di PISTE CICLABILI,  ovvero quei percorsi segnalati ad uso ESCLUSIVO per le biciclette. La segnaletica è chiara, chiarissima... un pò meno la materia grigia di chi dovrebbe leggerla. 
Ci sono fondamentalmente tre segnali. Se compare solo la bici significa che è ad uso esclusivo delle bici, equivale a NO PEDONI. Se c'è il simbolo della bici più l'omino, significa che è per entrambi e nella carreggiata ciclabile non ci sono separatori. Se l'omino è separato dalla bici da una riga bianca verticale significa che ci sono nello stesso percorso due aree dedicate, una per gli unani e l'altra per le biciclette... semplice no? NO!
Cosa accade in realtà? La stragrande quasi totalità degli unani se ne frega della segnaletica e fa un pò come 'azzo gli pare, anzi, prepotentemente sempre dalla parte dove sono tutti gli altri a sbagliare. 
Diciamo anche che, secondo me, quando si va in bici per una ciclabile, poco importa se ci sono i pedoni. A mio avviso c'è posto per tutti. Ma alcuni "tutti" sono veramente incivili, maleducati, prepotenti, offensivi, mettendo in pericolo gli altri. Alcuni esempi?

  • Mamme a piedi con bambini indemoniati che corrono a destra e sinistra, incuranti di chi arriva. 
  • Numerosi gruppi di unani che occupano tutta la carreggiata e guai a segnalare col campanello il proprio arrivo, segnalazione che viene sempre interpretata come un affronto da lavare col sangue. 
  • Frotte di suore che accompagnano i disabili in carrozzina (che con il benestare di dio sono autorizzate a fare di tutto)
  • "Eleganti" "signore" in tacco dodici intente a chiacchierare in mezzo alla pista che ovviamente diventa tutta di loro proprietà ed occorre fermarsi, chiedere prima "scusa" e poi "permesso" per poter passare, sperando pure di non infastidire troppo le loro dotte disquisizioni. Come accessorio l'immancabile bambino indemoniato.
  • Podisti professionali tutti griffati che, per non perdere il ritmo, devono obbligatoriamente correre sulla linea di mezzeria (le cuffiette rendono vano segnalare l'arrivo col campanello)
  • Pattinatori e fondisti su ruote, perennemente in allenamento per le prossime olimpiadi e guai a rallentrali che il record mondiale è questione di centesimi, si sa. 
  • Autisti "distratti" che piazzano il SUV di m*rda dove caxo gli pare, dove c'è posto...e dove se non sulla ciclabile?
  • "TOPManagers" sicuramente in carriera, concentratissimi a consultare lo smartphone, irriunciabile ed indispensabile fonte di vitali informazioni da cui dipende la loro stessa esistenza.
  • Frotte di anziani che a suonare il campanello è inutile, tanto sono spessissimo sordi come campane.
  • Ggiòvani che scambiano la ciclabile come base preferita per improbabili spazi per la break-dance, per lo skateboard, per una mega bevuta clandestina di birra e chissà che altro.
  • Nelle ciclabili a doppio percorso, bici e pedoni, immancabilmente TUTTI i pedoni pecorrono la ciclabile, pure dove ciclabile e marciapiede sono separati. 
  • Se la ciclabile si trova dal lato opposto al marciapiede...i pedoni si riversano sulla ciclabile. Se quest'ultima è a doppio senso... il numero dei pedoni sarà pari a quello necessario per occupare entrambe le corsie.  

La causa di tali fenomeni, tipici del vostro paesucolo delle banane popolato da scimmie idiote, è ancora sconosciuta. Forse la causa è in un maledetto virus, non ancora scoperto dalla scienza, che riduce le già compromesse funzioni cerebrali a quelle di uno zombie, ma ho dei dubbi... che uno zombie probabilmente è più intelligente di un unano.
Che fare? Una soluzione c'è... venire il meno possibile nel vostro paese, irrimediabilmente contagiato da abitanti ormai declinati ad un esistenza meschina... poveracci. 

P.S. il vino è rosso. Ripeto: il vino è rosso. 

mercoledì 8 febbraio 2017

temo che...

...in futuro chiuderò i commenti. Critico quasi di professione ma solo per buon senso, emarginato di conseguenza, dico quello che penso. E lo scrivo anche. Oggi e sempre contromano quando serve.
Non sono il primo e nemmeno l'ultimo a rompersi i cosiddetti a causa di un efficientissimo branco di unani di m*rda, idioti, pigri, viziati, ignoranti, arroganti, pretenziosi, ingrati, irrispettosi, irriverenti, deficienti, cerebrolesi e via dicendo. 
La causa principale di questa decisione è il constatare la maledetta fretta dei soliti idioti che non leggono e pretendono la soluzione pronta. Cercano su gugol, cliccano a cazzo, trovano un blog, lo scambiano per un forum pubblico e chiedono cose già spiegate... troppo difficile leggere, ci vuole troppo tempo e fatica (quest'ultima ce la metto io, ovvio). Per non parlare delle domande idiote. 
E dopo aver perso tempo a spiegare in dettaglio le cose, spiegato e rispiegato in decine di risposte manco fosse una chat line, mettendoci del tempo sottratto ad altre attività ben più interessanti, ti correggono quello che credono sia sbagliato (sti dottoroni) e concludono con un "grazie lo stesso".  Grazie al caxo! e vaffanchiulo. 
Se c'è una cosa che nella vita non ho mai premiato è proprio la pigrizia. E non perdono l'ingratitudine. Purtroppo gli unani ingrati ed ignoranti sono la maggioranza e mi dispiace davvero tanto per gli altri (una sparuta minoranza che si ricorda ancora cos'è la cortesia e la buona educazione). I post che pubblico sono per me e per nessun'altro. Sono un mio promemoria pubblico ed uno sfogo benefico (per me ovviamente). Che sia pubblico non autorizza nessuno ad approfittarne per sparare domande a caxo la cui risposta è già trattata e pubblicata. Tempo fa mi sono aggiustato un paio di macchine del caffè... apriti cielo. Alcuni chiedono "anche la mia non funziona, cosa potrebbe essere?" ma dico, sono domande da fare? e cosa si può rispondere se non dici nemmeno cos'ha? Lasciamo perdere le domande che descrivono il problema... la mia fischia, la mia ronza, la mia non fa il caffè... andate al bar! Io aggiusto per boicottare le discariche! Voi invece consumate, pagate e zitti!
Stessa sorte per un paio di stampanti sistemate e riparate.... probabilmente mi hanno scambiato per un centro assistenza agratis e disponibile 24/24 7/7. Inutile spiegare ancora le motivazioni che mi spingono a condividere certe esperienze (tanto a certi imbecilli interessa solo una risposta pronta e pure veloce!!).
E' l'atteggiamento prepotente che mi infastidisce. La stessa prepotenza che si incontra quotidianamente ovunque ci si rechi, quella di chi salta la fila, quella di chi ti chiude il passo carraio o mette l'auto in doppia fila, quella di chi telefona a voce alta incurante degli altri, quella di chi pretende tutto e subito senza mai dare nulla. Mi sa che sti imbecilli da piccoli erano bambini viziati e capricciosi, quelli che pretendevano tutto e subito, pestando i piedi e urlando, senza mai ricevere un sano ed educativo scopellotto da dei genitori idioti pure loro... il frutto non cade mai lontano dalla pianta. 
Ecco...sarà che io con la gente non ci so fare o non ci voglio avere a che fare, non mi piace il conflitto per cui mi giro e me ne vado, sfuggo al solo sentore di competizione, ma comunque sono molto infastidito da tutte queste mosche. Credo mi sposterò dove l'aria è più sana, magari da solo o circondato dalle pochissime persone che godono della mia stima e che mi onoro di conoscere.   
Quasi dimenticavo...non improvvisatevi DIYers se non avete una base minima di conoscenze tecniche, se non siete curiosi, avidi di imparare e sperimentare, e soprattutto ben motivati. Ciao imbecilli.

P.S. il cinghiale è peloso, la scimmia è dispettosa. Ripeto: il cinghiale è peloso, la scimmia è dispettosa.

lunedì 6 febbraio 2017

Antispam ed utonti

Content analysis details:   (189.2 points, 5.0 required)

 pts rule name              description
---- ---------------------- --------------------------------------------------
 100 USER_IN_BLACKLIST      From: address is in the user's black-list
 3.5 HK_SCAM_S7             BODY: No description available.
 3.6 HK_SCAM_N2             BODY: No description available.
 3.5 HK_SCAM_N13            BODY: No description available.
 0.9 NSL_RCVD_FROM_USER     Received from User
 0.2 TVD_RCVD_SINGLE        No description available.
 4.5 FSL_CTYPE_WIN1251      Content-Type only seen in 419 spam
 0.9 MISSING_HEADERS        Missing To: header
 0.5 SUBJ_ALL_CAPS          Subject is all capitals
 2.6 US_DOLLARS_3           BODY: Mentions millions of $ ($NN,NNN,NNN.NN)
 2.2 MIME_HTML_ONLY         BODY: Message only has text/html MIME parts
 0.0 HTML_MESSAGE           BODY: HTML included in message
 1.0 MSOE_MID_WRONG_CASE    No description available.
 2.1 FSL_NEW_HELO_USER      No description available.
 0.0 LOTS_OF_MONEY          Huge... sums of money
 0.0 FORGED_OUTLOOK_HTML    Outlook can't send HTML message only
 0.0 FORGED_OUTLOOK_TAGS    Outlook can't send HTML in this format
 2.0 FSL_MISSP_REPLYTO      Mis-spaced from and Reply-to
 1.2 FROM_MISSP_USER        From misspaced, from "User"
 1.7 AXB_XMAILER_MIMEOLE_OL_024C2 No description available.
 2.0 FROM_MISSP_MSFT        From misspaced + supposed Microsoft tool
 2.4 REPLYTO_WITHOUT_TO_CC  No description available.
 1.2 FREEMAIL_FORGED_REPLYTO Freemail in Reply-To, but not From
 2.0 MONEY_FROM_MISSP       Lots of money and misspaced From
 3.6 FROM_MISSP_REPLYTO     From misspaced, has Reply-To
 0.3 FROM_MISSPACED         From: missing whitespace
 2.5 TO_NO_BRKTS_FROM_MSSP  Multiple formatting errors
 0.9 FROM_MISSP_EH_MATCH    From misspaced, matches envelope
 0.0 ADVANCE_FEE_4_NEW      Appears to be advance fee fraud (Nigerian 419)
 0.0 ADVANCE_FEE_5_NEW      Appears to be advance fee fraud (Nigerian 419)
 0.0 T_MONEY_PERCENT        X% of a lot of money for you
 4.0 FORGED_MUA_OUTLOOK     Forged mail pretending to be from MS Outlook
 0.0 FILL_THIS_FORM         Fill in a form with personal information
 1.8 ADVANCE_FEE_3_NEW      Appears to be advance fee fraud (Nigerian 419)
 3.5 TO_NO_BRKTS_MSFT       To: misformatted and supposed Microsoft tool
 2.0 FILL_THIS_FORM_LONG    Fill in a form with personal information
 3.5 ADVANCE_FEE_5_NEW_FRM_MNY Advance Fee fraud form and lots of money
 0.0 ADVANCE_FEE_5_NEW_FORM Advance Fee fraud and a form
 1.2 ADVANCE_FEE_5_NEW_MONEY Advance Fee fraud and lots of money
 2.1 FILL_THIS_FORM_LOAN    Answer loan question(s)
 2.8 ADVANCE_FEE_4_NEW_MONEY Advance Fee fraud and lots of money
 0.0 ADVANCE_FEE_4_NEW_FORM Advance Fee fraud and a form
 2.1 ADVANCE_FEE_4_NEW_FRM_MNY Advance Fee fraud form and lots of money
 1.9 ADVANCE_FEE_3_NEW_FORM Advance Fee fraud and a form
 0.8 ADVANCE_FEE_2_NEW_FORM Advance Fee fraud and a form
 1.4 ADVANCE_FEE_2_NEW_FRM_MNY Advance Fee fraud form and lots of money
 3.4 ADVANCE_FEE_3_NEW_FRM_MNY Advance Fee fraud form and lots of money
 0.0 MONEY_FORM             Lots of money if you fill out a form
 2.9 MONEY_FRAUD_5          Lots of money and many fraud phrases
 3.5 MONEY_FRAUD_3          Lots of money and several fraud phrases
 0.9 ADVANCE_FEE_3_NEW_MONEY Advance Fee fraud and lots of money
 3.8 ADVANCE_FEE_2_NEW_MONEY Advance Fee fraud and lots of money
 0.0 FORM_FRAUD_5           Fill a form and many fraud phrases
 2.4 FORM_FRAUD_3           Fill a form and several fraud phrases

Credo sia un record, in anni di utilizzo di spamassassin, raggiungere 189.2 punti (100 solo per la presenza del mittente nella black list). E rido internamente quando qualche utonto si lamenta dei troppi messaggi indesiderati, ricevuti quotidianamente nella propria casella di posta elettronica, ormai letteralmente intasata tanto da non permettere di individuare i messaggi "utili".  Spesso le aziende si affidano ad "informatici" part-time, improvvisati con tanto di laurea magistrale, poco preparati (specialmente nel vostro paese), prezzolati e corrotti dal commerciale di turno che ben si guarda dal suggerire soluzioni free. Poco mi importa. Con certi utonti ho chiuso in quanto pagano poco, male, in ritardo e rompono pure i c*glioni, lasciandoli ai soliti informatici d'assalto, perennemente in crisi, incapaci di dire di NO! e sempre pronti ad abbassare le tariffe pur di prendersi il "cliente". E rido ancora di più quando sento il solito utonto che auspica l'emanazione di una legge contro lo spam, come se una legge ad hoc fosse in grado di risolvere il problema.  
Lo spammatore mi invia il seguente invito: 

Please provide me the following as we have working days to run it through:
 
1. Your full name: 2. Telephone number: 3. Contact address: 4. Age: 5. Gender: 6. Occupation:
 
...si certo come no. Io no. Ma sono certo che qualche utonto lo farà, allettato dalla proposta imperdibile... soldi!! Del resto funziona un pò come per i ransomware... innumerevoli ormai i casi di contagio... povere vittime... vittime dell loro stessa ignoranza! Ciao Caco. 

P.S. Lucilla non porta pene. Ripeto: Lucilla non porta pene. 

lunedì 9 gennaio 2017

Vileda Virobi Robot cattura polvere (manutenzione)

Robot... mah, in realtà non lo è. Elettronica digitale zero, firmware zero... siamo oramai abituati ai robot pulisci pavimenti come oggetti dal costo esagerato e/o inaccessibile, che promettono di pulire casa senza fatica. Sono attrezzi abbastanza sofisticati che effettivamente raccolgono la polvere con aspirazione e spazzole per gli angoli difficili, con tanto di sensori ad urto (per muri ed arredi) ed a riflessione infrarossa (per le scale). Oltre al costo di acquisto occorre considerare che la loro complessità comporta una serie di ricambi anche loro dal costo non certo contenuto... roba da massaie in menopausa che sfogano la depressione con acquisti complusivi incentivati da mariti esauriti disposti a spendere fortune pur di togliersi la iena dai maroni. 
Questo, precisamente chiamato Vileda Virobi robotic Mop mod. RV-1056, è una "semplice" motorizzazione di un "panno" dalle proprietà elettrostatiche che attira la polvere stofinandosi al pavimento. Il suo movimento, casuale, è dato dalla rotazione su sè stessa di due ruote azionate da un motorino (3.6 Volts 2Watt), che tengono tutto l'attrezzo leggermente sollevato al centro rispetto al disco esterno. 
Lo si lascia sul pavimento, due pulsanti per la corsa lunga (pulizia a fondo circa due ore) o corta (uso quotidiano in mezz'ora) e lui inizia a muoversi in linea retta, ruotando su se stesso, sino al primo ostacolo in presenza del quale cambierà direzione "a cazzo" per proseguire sino al successivo e via andando sino all'esaurimento delle batterie. 
Funziona? SI, devo dire di si. A forza di gironzolare come un pollo impazzito senza testa, di quà e di là, alla fine riesce a passare tutta la stanza (dalla quale è consigliabile sollevare l'arredo mobile in modo da lasciare più superficie libera possibile). Alla fine si sostituisce il disco di carta elettrostatica e dopo una ricarica di qualche ora è pronto per ripartire (al limite la carta la si può pulire alla meglio e riutilizzarla per un altro paio di volte). Devo ancora sperimentare e cercare quel materiale in modo da costruirci in casa i consumabili. 
Pregi? Costa poco, è semplice, efficace, manutenzione quasi a zero, 😁
Difetti? non riesce a pulire bene gli angoli ed i bordi, e tutti i luoghi in prossimità degli ostacoli (gambe sedie e tavoli per capirci). Un centimetro dal bordo, poca roba. Si ovvia con una rapidissima passata con un aspirapolvere (anche portatile) ed il gioco è fatto. 
Al primo utilizzo nel 2017 il fedele ciòttolino presenta un problema... se ne sta fermo a motore funzionante e non si sposta, sobbalzando e tremando sullo stesso punto... terrore! sarà partito qualche ingranaggio? Per fortuna no. Alcuni capelli si sono inevitabilmente avvolti attorno i perni delle ruote e col tempo (dopo più di tre anni... non male) impediscono la rotazione delle ruote. Fortuna vuole che i progettisti, stavolta (grazie), abbiano disubbidito al manager del male che ottimizza i profitti, offrendo la possibilità di sganciare il carrello con le ruote al fine di togliere i capelli che sono statisticamente la causa di blocco più frequente. Con un cacciavite a testa piatta e larga si fa leva ed il carrello viene via abbastanza facilmente (ma non troppo), basta leggere il manualetto in dotazione per vedere come. La plastica di aggancio è abbastanza rigida ed è facile romperla.... magari qualcosa a molla sarebbe stato meglio anche se stiamo parlando del modello primissima serie. Ho visto un modello più evoluto in commercio (dal profilo più basso) ma devo ancora acquistarlo per verificare le migliorie fatte. Ne ho tre che periodicamente lancio per le pulizie tre volte alla settimana e devo dire che ad oggi non mi sono mai lamentato. Sicuramente meglio di certi robot evolutissimi, anche se si considera il costo irrisorio in rapporto ai risultati ottenuti. Vabbè, anche questa è fatta. Alla prossima.

P.S. Roberto è in viaggio. ripeto: Roberto è in viaggio.