L'apertura è abbastanza semplice. Si tolgono due semi posti in prossimità del lato posto dalla parte dove si usa solitamente il pollice per far scorrere la parte mobile. Poi occorre togliere l'etichetta posteriore per scoprire 4 viti con testa a croce. Altre due vitine sono poste all'interno per fissare il circuito stampato.
L'apertura conferma i sospetti iniziali. Il contatto di azzeramento, il più vicino alla batteria, è ormai completamente andato. Impossibile pensare di rigenerare le piste. Quello di accensione è un pò meno malandato ma ormai quasi distrutto. Quello di spegnimento... inutile se il calibro non si accende nemmeno. Sembra persino si sia rivelata inutile la doratura delle piste per proteggerle dall'ossidazione.
Dentro non si notano parti in movimento. Sotto l'etichetta dell'asta dove scorre il cursore si nota una striscia di rame con un disegno "strano. Nal retro del circuito stampato una basetta con tante scanalature. Con buona probabilità si tratta di un sensore capacitivo (per esclusione non è nè ottico nè induttivo). Il chip dedicato (affogato nell'epox) fa il resto, ovvero decodifica il sensore e traduce in caratteri sul display la misura. Questo calibro digitale quindi sfrutta un encoder capacitativo, semplice da realizzare, costa poco ed è abbastanza preciso. Per contro queste tipologie di calibro digitale non reggono elevate velocità di scorrimento. Mistero sulla compensazione della dilatazione termica, credo trascurabile dato che il corpo è di plastica e dato che per pochi euro non è che si può pretendere di usarli per la meccanica di precisione.
Bene, questo lo buttiamo, impossibile ripararlo o cercare il ricambio. Lo sostituiamo con uno simile a quelli che si trovano a volte al lidl (credo a meno di venti euro), sperando che durino un pò di più, dato che il calibro per un hobbista è uno strumento indispensabile. Alla prossima.
P.S. la scimmia è in gabbia. ripeto: la scimmia è in gabbia.
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