venerdì 23 giugno 2017

Una pila fuori norma

Una pila presa da chissà chi e chissà dove, ricaricabile ed a led. Sembra un buon acquisto, complice forse il suo costo appetibile. Una levetta posta sul fondo, fa uscire dall'impugnatura lo spinotto per inserire la pila direttamente nella presa di corrente per la ricarica, così almeno non si deve riporre da qualche parte quei maledettissimi alimentatori da muro che alla fine non ci si ricorda nemmeno a cosa servono tanto si perdono tra i cassetti e gli anfratti di casa... sempre che ci si ricordi dove sono stati appoggiati.  
Stamane decido di rimettere in carica la pila. Dopo nemmeno un minuto, nonostante l'udito mi stia abbandonando e nonostante il concerto di motoseghe, decespugliatori, rasaerba e tagliasiepi degli schifosissimi vicini che preferiscono ovviamente i motori a scoppio (sembra di stare all'aeroporto tanta è la puzza di gas di scarico), sento un rumore di qualcosa che "frigge" ed il pensiero va alla pila. Fortuna che ero in zona ed ho evitato un sicuro principio di incendio.... la pila è ovviamente andata. Per aprirla basta svitare la ghiera che regge la plastichetta frontale ed una vitina posta in prossimità dello spinotto di alimentazione (coperta dall'etichetta "Quality Control"... si si certo certo). Dentro...una delusione totale. Un circuito minimalissimo, un riduttore a reattanza capacitiva, il solito ponte di diodi, un led rosso e una batteria...tutto rigorosamente senza alcuna sigla, nessun marchio CE... tipica fattura cinese di bassisima qualità, basetta in bakelite, componenti sottodimensionati, plastichetta fragilissima... costo al rivenditore? non credo più di qualche centesimo (di più è una truffa).
Brontolii a parte, orami siamo abituati a riconoscere a occhio la qualità di certi prodotti, mi chiedo come sia possibile permettere a qualche commerciante di commercializzare certi prodotti, tra l'altro palesemente fuori norma. Forse nessuno controlla le importazioni o le controlla male, o intasca qualche mazzetta per girarsi dall'altra parte.. a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. 
Lo spinotto che si infila nella presa di corrente è privo della parte isolata tipica delle spine a norma. Per inserire la spina nella presa, occorre tenere pigiata la levetta che la fa uscire, costringendo le dita a stare a pochi millimetri dalle parti in tensione (230V scossa assicurata). Il circuito all'interno poi non prevede alcuna limitazione di corrente per la ricarica.... il rischio di rovinare la batteria è concreto e certo, specie se la si dimentica in carica (come quasi sempre accade) o come in questo caso si cerca di ricaricare la batteria quasi del tutto scarica (assorbe troppo e i componenti dimensionati per una ricarica meno aggressiva letteralmente si surriscaldano con pericolo di incendio). Un oggetto pericoloso e decisamente fuori norma. 
Anche se non sono io l'acquirente, so di certo dove è stata acquistata. Presso un piccolo supermercato oggi chiuso per fallimento. Strano... con certi ricarichi, fallire è matematicamente impossibile. Forse il titolare è proprio un deficiente, ne avevo il sospetto anche per altre ragioni che solo per pietà preferisco non elencare. Di questo ciottolone recuperiamo solo i led bianchi (per il fanale di una bicicletta), il mini led rosso (che ne ho orami una tonnellata)... il resto è tutto da buttare, purtroppo.
alla prossima, ma anche no.

P.S. gigi ha il cappello verde. Ripeto: gigi ha il cappello verde.

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