domenica 29 novembre 2020

Centro commerciale no grazie

Tempo di "pandemia" occorre prudenza, igiene personale, buon senso ma soprattutto, il rispetto di regole, molte delle quali senza senso. Ma andiamo con ordine: il fatto (o meglio i fatti). Sabato pomeriggio, devo per forza andare a fare la spesa periodica per generi di prima necessità (cibo, spesa grossa). Vado al centro commerciale, tutto chiuso a parte il supermercato (Interspar). Non è uno dei miei supermercati preferiti ma... sono di strada e mi fermo. All'ingresso trovo una mia amica che non vedevo da tempo. Ciao, come stai, sono felice di vederti, raccontami cosa fai ecc ecc... parlando di queste cose ci incamminiamo all'ingresso e, passando in mezzo a due file di Alpini pronti a chiederti il pizzo sulla spesa (per solidarietà, dicono, non si capisce bene a chi), ci imbattiamo in un improbabile addetto, con tanto di divisa aziendale, che ci ferma apostrofandoci: "Uno solo può entrare, l'altro aspetta fuori ed entra solo quando esce l'altro". Lasciamo perdere i toni da inquisitore incazzato ma chiedo candidamente "perchè?"... "le regole!" mi risponde. Mi giro per invitare ad entrare la signora che era dietro di me (per galanteria di una volta) la quale mi lascia andare per mettersi a discutere con il diversamente intelligente. Appena entrato, cerco immediatamente l'uscita senza acquisti, per dare man forte alla signora. Del resto ero troppo incazzato per comperare qualcosa, piuttosto muoio di fame che farmi apostrofare in tal guisa. Mi avvicino alla signora, invitandola ad uscire e lasciare il gorilla alle sue bislacche interpretazioni che, avvicinandomi, mi è parso di sentire, visti i toni arroganti ed accesi del diversamente dotto. Scopro che, accortosi di aver sbagliato a fermarci, si era avventurato in una farneticante girandola di pretesti ed interpretazioni da principe del foro, volte a giustificare l'errore (per scaricare le sue colpe) e comunque impedire l'ingresso alla signora sino a quando io non fossi uscito IO, il tutto decantando le sue conoscenze delle leggi. Quale errore? Io e la signora non siamo conviventi (lo dimostrano i documenti di identità) e potevamo tranquillamente, in diritto e senza violzione alcuna, entrare a fare la spesa. Fose chiacchierare con i conoscenti è una violazione delle regole quando si va a fare la spesa??  Risultato? in due non solo non abbiamo acquistato nulla, ma in futuro non ci recheremo mai più in quell'esercizio commerciale e nemmeno in tutti gli altri Interspar del pianeta...FATWA!! poco ci costa, non mancano certo i concorrenti cui rivolgersi. Certo è che 
 
esistono persone che riescono a svolgere male anche semplici compiti che non richiedono intelligenza o abilità particolari.

Ora mi chiedo... chi ha mai conferito a quel cane da guardia il diritto di esercitare funzioni che limitano la mia libertà? Il DCPM in vigore certo che no, spetta eventualmente alle forze di polizia farlo, non certo a lui limitare i miei diritti costituzionali. Chi lo autorizza ad intimarmi eventualmente di esibire un documento di identità? nessuno! non c'è DCPM che tenga. Chi lo autorizza o gli conferisce diritto di trattenermi fisicamente? niente e nessuno, per cui in altre occasioni io entrerò e che provi qualcuno a mettermi le mani addosso o strattonarmi o trattenermi... io rispondo solo agli agenti in divisa ai quali ho diritto di richiedere la compilazione di un verbale e chiedere che l'altro venga identificato per sporgere eventuale denuncia querela nei suoi confronti. NE HO LE PALLE STRAPIENE di certi idioti ignoranti che in quattro e quattro otto interpretano le leggi, giudicano ed emettono sentenza di condanna senza averne titolo alcuno. BASTA! Ne ho le palle piene anche di "responsabili" del personale e più generalmente di aziende che assumono certi dipendenti a svolgere mansioni per le quali non hanno competenza (e formazione) alcuna...

il pesce puzza sempre dalla testa, ricordiamocelo! 

Ne ho le palle piene anche di commercianti che si lamentano della contrazione degli incassi con percentuali a due cifre e poi trattano i clienti come fossero delle merdine....BASTA!!

Per tali motivi, invito chiunque a boicottare tutti gli esercizi commerciali, lasciando sugli scaffali ciò che non ci serve veramente per vivere decorosamente e limitare i consumi più di quanto questa crisi indotta ci obblighi a fare. Nel farlo, considerate che state spendendo soldi ad un branco di commercianti piagnucolosi, il più povero dei quali ha la seconda e terza casa al mare o e/o in montagna, il più diversamente onesto dei quali omette gli scontrini, il più diversamente altruista dei quali che ha aumentato i prezzi a dismisura senza giustificazione alcuna che possa essere ritenuta valida e via dicendo... hanno dato TUTTI un pessimo esempio di esercizio asociale della libertà commerciale e vanno puniti, non ristorati. Ma soprattutto un caloroso sincero e immensamente grande VAFFANCHIULO a tutti coloro che li sostengono in qualsiasi modo, azionisti compresi (e per primi). Alla prossima.

Ah, quasi dimenticavo... visto che ho parlato di regole bislacche che, anche singolarmente, ci autorizzarebbero a disubbidire senza tanti pensieri... che senso ha il coprifuoco  alle 22 ai fini della limitazione del contagio? Che senso ha limitare gli articoli vendibili nei supermercati, alla domenica, che tanto poi ci si assembra di sabato per acqusitarli? Ed ora che si parla di anticipare la messa di mezzanotte del natale... si anticipa un assembramento alle 22 (che non è pericoloso) per evitare che l'assembramento avvenga di mezzanotte (che è pericoloso)... secondo me ci stanno rifilando queste corbellerie di fila una dietro l'altra, per verificare il punto di rottura oltre il quale è pericoloso (per chi governa) andare. Vabbè, fanchiulo di nuovo.

P.S.La capra sale sul colle e la gallina canta. Ripeto: La capra sale sul colle e la gallina canta.

martedì 17 novembre 2020

Rowenta RS 110 aspirapolvere

RIP, un aspirapolvere passato a miglior vita non è mai una buona notizia, specialmente quando... ma andiamo con ordine. In casa c'è sempre bisogno di fare le pulizie, è inevitabile. La frequenza con cui le si fanno dipende dallo scrupolo di chi ci abita e dalle abitudini consolidate nel tempo. Chi è abituato ad abitare in campagna, con la cucina che si affaccia direttamente sull'aia dove razzolano le galline, il concetto di "sporco" è diverso di quello che potrebbe avere una bionda svampita, particolarmente attenta ai suoi capèlli, che vive nel nuovo quartiere di Milano dove tutto è glàm e l'appartamento arredato in bianco sembra l'ambulatorio di un chirurgo estetico. In ogni caso, è buona e sana abitudine, tutte le mattine, aspirare la polvere che nella notte si è depositata ovunque. C'è chi, armato di buone intenzioni, acquista l'ultimo modello della Dyson, (800 euri di salasso senza filo) o chi invece incarica una rumena, rifilandole un vecchio aspirapolvere a filo con sacchetto.... quello c'è, arrangiati come meglio credi. I "problemi" degli aspirapolvere a filo e sacchetto sono ormai noti, il filo è scomodo, il sacchetto non filtra le polveri sottili  (che danneggiano i capèlli delle bionde svampite) ecc.ecc... ci sono però alcuni vantaggi, ovvero non occorre smettere ogni 20 minuti per ricaricare o cambiare la batteria quando si effettuano le cosidette "pulizie a fondo", con l'apirapolvere in funzione per ore. 

C'è però un problema che i progettisti non hanno mai considerato, sapendo che le bionde svampite non useranno MAI un aspirapolvere che danneggia i loro capèlli. Un uso maldestro ed ignorante, può causare l'utilizzo protratto nel tempo dell'elettrodomestico anche con il sacchetto strapieno. Il sacchetto strapieno da anni, col tempo, si rompe e parte del contenuto va ad intasare anche la griglia di aspirazione che sta prima della turbina aspirante, otturandola del tutto. Qualsiasi aspirapolvere è in grado di funzionare ininterrottamente, anche con il sacchetto pieno, senza particolari problemi. L'aria entrerà non più dal tubo di aspirazione ma da altre fessure che nessuna guarnizione del vano sacchetto è in grado di tenere.  Ma se si ottura anche la griglia di aspirazione, il motore va su di giri e scalda. In queste condizioni viene logico pensare.... maaaa... non ti accorgi facendo le pulizie che non stai aspirando nulla? No, pare che le rumene delle pulizie abbiano questa particolarità, passano la spazzola avanti ed indietro ma non si preoccupano del resto. Aggiungiamo inoltre un altro comportamento non previsto: le rumene cambiano il sacchetto ma non vedono l'intasamento della griglia di aspirazione, nonostante il vano che alloggia il sacchetto di carta sia pieno di detriti. Non si chiedono perchè, se sia normale che la polvere sia sparsa nel vano sacchetto, fuori del sacchetto. Ma non finisce qui... l'aspirapolvere viene usato anche per aspirare calcinacci, residui di malta, sassi da giardino, graffette e punti metallici, crocchette umide del cane e del gatto, ecc... del resto nessuno ha mai sentito parlare di un aspira crocchette o di un aspira sassi, per cui un aspiraPOLVERE deve poter fare anche quelle cose. Pensiamo che sia finita qui?? Certo che no. Pare che sia abitudine abbandonare l'aspirapolvere acceso, per ore e ore, in funzione ed incustodito, mentre ci si accinge a fare altre cose (il perchè è facilmente intuibile dai). 

Con la concomitanza di tutti questi fattori è inevitabile ritrovarsi con una stanza invasa dal tipico fumo azzurrino e puzzolente che deriva dalla bruciatura dell'isolante che ricopre i fili elettrici e l'interruttore generale saltato... la cosa buffa è che quando si interviene, ci si sente dire... il fumo usciva dalla prolunga, è da sostituire. Ciò insegna una cosa ai riparatori...  

mai credere alla descrizione della manifestazione dei guasti quando a raccontarli è un utonto

Risultato? il motore è bruciato, completamente fuso, le parti in plastica deformate, le parti in gomma ridotte a ceramica friabile... riparare? magari anche si, ma... l'apparecchio è talmente vintage che non si trovano i ricambi, occorrerebbe ricostruire a mano alcune parti, rifare gli alloggiamenti, ricostruire i porta spazzole, riavvolgere lo statore ed il rotore, ricostruire il collettore... fattibile ma veramente dispendioso, forse troppo anche per chi, maniaco del recupero come me, vorrebbe salvare il pianeta e boicottare le discariche. Da una ricerca in rete, il motore specifico per questo modello non si trova. Tutti i centri ricambi contattati on-line rispondono laconicamente: "parte non disponibile". Solo un centro assistenza risponde invece: "parte non disponibile ma se viene qui col pezzo vediamo se troviamo qualcosa di adattbile" (ed è il centro assistenza mio preferito). 

Per mettere una pietra tombale definitiva alla questione, la proprietaria decide di comprare qualcosa di nuovo e buttare il vecchio. Quindi preferisce spendere più di 800 euro al posto di 40 euro per un motore di ricambio... cosa mai sarà scattato nel cervello di quella vecchia signora? effetto marketing?  consumismo ormai diventato la normalità? risultato della pubblicità martellante ed invasiva? boh. Spiace inoltre che l'utente abbia deciso di cambiare marca, a mio parere senza motivo. L'aspirapolvere ha fatto il proprio dovere per più di trent'anni, non ha mai dato problemi, è facile da riparare e da smontare, non riciede particolari manutenzioni o accorgimenti d'uso (come molti elettrodomestici di una volta) e devo dire che la marca non gode di cativa fama... perchè cambiare marca? boh.  Aspirapolvere... RIP. Alla prossima.

Un cervo non fa primavera. Ripeto: Un cervo non fa primavera.

domenica 8 novembre 2020

Cuscino anti decubito per disabili ROHO mod NS1616C (riparazione)

Il motivo per cui al mondo esistono milioni di DIYers, ovvero persone che si arrangiano a costruire da sè qualsiasi cosa costruibile, è dovuto a molti fattori.

Fra questi esiste una specie di specializzazione, quella dei riparatori, i quali sono spesso costretti a costruirsi le parti di ricambio. Mi sento di dire che appartengo ad entrambi, DIYer per riparare e me la cavo per niente male.

I fattori per cui i riparatori sono indirizzati ad arrangiarsi possono essere ad esempio:

  • Politiche commerciali deprecabili praticate da produttori diversamente etici
  • Fallimento del produttore
  • Produttore mordi e fuggi (es: oggi produco computers, domani carta igienica, a seconda dell'andamento dei profitti monitorati mensilmente)
  • Produzione di oggetti "a scatola chiusa" (impossibili da aprire senza romperli)
  • oggetti progettati volutamente fragili, destinati all'usa (poco) e getta (spesso)
  • Adozione di scelte commerrciali volte più al consumismo a scapito della riparazione
  • Assenza totale di minuterie come parti di ricambio fornite dal produttore e concomitante assenza dell'usato

L'elenco potrebe comprendere altre motivazioni ma, in generale, si nota un sempre più orientamento a complicare le cose e mantenere il monopolio delle cose prodotte e vendute. Sembra che aggiustare e riparare sia diventata un attività sovversiva, quasi rivoluzionaria. Effetti del consumismo agevolato dal marketing ed amplificato da menti diversamente intelligenti. 

Un esempio pratico? Per un periodo ho avuto la necessità (già documentata) di spostarmi con la sedia a rotelle che ho poi per disgrazia dovuto passarla ad un falmiliare bisognoso. Nel sedile, c'è una specie di cuscino gonfiabile a bolle d'aria (anti decubito o posturale). Purtroppo la valvola di gonfiaggio perde aria. Ho verificato fosse proprio la valvola, escludendo forature alla gomma, immergendo il cuscino in una bacinella d'acqua e verificando ove fosse la perdita. La valvola non chiude bene e fa le bolle. Allora decido di telefonare ad un negozio di articoli sanitari di zona, ove mi ero già rivolto per sostituire i copertoni e le camere d'aria delle ruote (90 euro!!!) per chiedere se fosse disponibile una valvola, un pezzettino di metallo del valore di 2 - 4 euro. Per la sostituzione mi sarei arrangiato ovviamente, basta infilarlo manualmente a pressione nel tubicino di gomma che esce dal cuscino. 

Il ragazzo del laboratorio, viste le foto che avevo allegato con tanto di marca, modello, numero seriale e nome del produttore, mi richiama con la lieta novella: "occorre spedire il prodotto al produttore che lo guarderà, deciderà cosa farci e valuterà se è riparabile, la valvola non viene fornita come ricambio"... resto quasi senza parole. Per una stupidaggine del genere occorre veramente mandare in assistenza il cuscino? e nel frattempo, un disabile vero, dove si siede? e soprattutto come?? Occorre sapere che un cuscino come quelli costa da 300 a 700 euro ed oltre!! (maledetti approfittatori delle disgrazie altrui!) ed io dovrei accollarmi anche le spese del corriere per farlo vedere ad un "ingegnère" che dopo aver studiato ed essendo lui Dottore decide il da farsi? scherziamo davvero?. 

Chiudo la telefonata con i ringraziamenti di rito, per la cortesia dimostrata dal negoziante e per essersi attivato. Ed allora?

  1. Scendo nel mio hack-bunker blindato dove eseguo le riparazioni, 
  2. cerco i copertoni e le camere d'aria sostituite (sì non le avevo buttate e nemmeno lasciate al negozio di riparazioni, sono mie e me le tengo io per farci quello che mi pare, altro che rifiuti speciali). 
  3. Taglio la valvola di gonfiaggio dalla camera d'aria, 
  4. col tornio smusso la parte finale sporgente, 
  5. infilo la valvola nel tubicino del cuscino, 
  6. gonfio il cuscino e rimetto il tappino di plastica. 

Prova bacinella superata, cuscino riparato, tiè produttore avido di m*rda!! Vaffanchiulo a te ed al tuo fatturato di giada! Che tu possa strafallire per sempre senza possibilità di riprenderti, e vaffanchiulo ai tuoi ignari azionisti col suv e con gli abiti griffati, che dio vi strafulmini, ANATEMA e FATWA forever! Alla prossima. 

P.S. le crocchette del gatto sono finite. Ripeto: le crocchette del gatto sono finite.

venerdì 16 ottobre 2020

FixPoint Ep5 soldering station (diagnostica)

FixPoint Ep5 soldering station
In attesa arrivino i componenti per la riparazione dell'alimentatore nel precedente promemoria, decido di dare un occhiata al saldatore regolabile FixPoint Ep5, preso tanti anni fa al volo in un negozietto di elettronica. Ha un problema. Riscalda per bene, si sentono i beep beep quando si regola la temperatura ma il display è completamente morto, spento, non funziona, per cui non si sa a che temperatura è impostata la punta (ed è un problema per chi deve lavorarci anche a livello hobbistico).

FixPoint Ep5 soldering station

Si tolgono i 4 tappini dal fondo per scoprire le 4 viti torx che fissano il coperchio alla base. Dentro un semplice circuito a microprocessore, basato su un Atmel AT89C2051-24SU. Il funzionamento è abbastanza semplice ed intuitivo. Un trasformatore fornisce 24 e 15 volts AC. Un diodo smt M7 (1N4007) raddrizza a semionda i 15 volts AC e li spara dentro un regolatore a 5 volts un 7805. L'uscita a 5V è per alimentare il processore e tutti gli altri componenti che non hanno a che vedere con l'elemento riscaldante. Quest'ultimo è alimentato a 24Volts AC attraverso un triac BT136 il cui gate è collegato al processore. Due fili, che provengono dalla punta dello stagnatore, sono il termistore per "misurare" la temperatura (una resistenza PTC) e avvisare il processore attraverso un paio di integrati (presumo dei comparatori operazionali). Alcune uscite del processore vanno dentro una goccia di "cemento" nero le cui uscite vanno direttamente collegate al pannello LCD. Ecco. LCD bare glass senza sigle, senza indicazioni... una bestia nera non documentata...in rete non si trova nulla che possa aiutare come testarlo (o forse si).

Testo i componenti e funzionano tutti. L'unico componente che non ne vuole sapere è l'LCd che non si illumina nemmeno. Presumo sia guasto il circuito cementato, non ho altre spiegazioni, ma è impossibile da sostituire, per cui devo buttare il tutto e scegliere un altra marca di stazione saldante regolata (dato che il ricambio sembra proprio non esistere nel vostro pianeta). 

FixPoint Ep5 soldering station

Per ora, sto pensando seriamente di togliere il circuito e l'lcd (e tenere il resto), sostituendolo con una soluzione alternativa, magari con un arduino ed un pannello O-led. Ho già visto qualcosa in rete, da adattare ai valori di questo saldatore. A freddo (temperatura ambiente) il temistore misura 2 ohm, presumo sia una specie di PTC la cui resistenza aumenta con l'aumentare della temperatura (farò dei test). La sfida sarà ricreare la corrispondenza resistenza/temperatura con delle prove pratiche. Per riscaldare la punta, credo sia sufficiente un controllo del tipo on-off, con un PID che confronti la temperatura impostata con quella raggiunta (così recupero il triac). Non è impossibile, serve solo un pò di tempo, studio e voglia. L'unico problema è la scelta del display... non ho nulla di recupero per le mani e mettere quelli a 7 segmenti mi pare un pò troppo retrò, vorrei fare una cosa figa. Anche adattare i nuovi componenti sarà interessante, vedremo. Alla prossima.

Aggiornamento del 20.10.2020

sto cercando di ricostruire lo schema elettronico della basetta con Kikad, con calma, a tempo perso. 

P.S. La rana non esce dallo stagno. Ripeto: La rana non esce dallo stagno.

giovedì 15 ottobre 2020

Chicony CPB09-007A (diagnostica e riparazione)

Chicony CPB09-007A
In attesa di farmi venire in mente come individuare il componente guasto nel tablet descritto nel post precedente, decido di fare un pò di spazio sulla scrivania e tentare di riparare uno switching. Qualche post fa, ho descritto il blackout del laboratorio e l'individuazione del PC che faceva scattare l'interruttore generale. L'alimentatore (sì, era lui il colpevole vostro onore) da allora è rimasto in attesa mi venisse voglia (e tempo) di aprirlo e capire cosa mai ci fosse che non funziona. Uno switching cinese, Chicony modello CPB09-007A da 19 volts 6,84A 130 watt (perfetto eventualmente come alimentatore da banco per testare i portatili in riparazione).

Chicony CPB09-007A
Apro il case alla ricerca visiva di componenti sfiammati, segni di bruciatura o altro di anomalo: nulla, tutto a posto. Inizio subito col tester in diode mode. Di solito il colpevole è nella parte di ingresso, il ponte raddrizzatore, i soppressori, il fusibile, qualche condensatore di filtro...misuro un corto fra + e - parto dall'ingresso e mi addentro cautamente nella giungla di componenti... stacco uno ad uno i sospettati, controllo se il corto c'è ancora, e li testo... tutti a posto ma il corto c'è ancora. Proseguo. Vado verso la parte di switching, dove di solito ci sono i mosfet ed i diodi di potenza... qui trovo due componenti in corto. Un diodo BYV29x-600 della NXP da 500volts 9 ampère (che il tester me lo classifica come resistenza da 1,98 ohm) ed un mosfet 11N65C3 da 650 volts 11Ampère... vanno sostituiti senza indugio.

Chicony CPB09-007A
Dopo lunga ed accurata ricerca di un pezzo compatibile dal mucchio di componenti di recupero, non trovo nulla di adatto e mi toccca ordinare. Minimo 5 pezzi per ciascuno, più spese spedizione... 17 euri!!... ordine online dato che il negozietto di componenti vicino a casa ha chiuso i battenti e comunque non ho la macchina per andare presso un altro negozio...(l'e-commerce non conviene con certi commercianti approfittatori)... e così il miraggio di riparare a costo zero se ne va in fumo, assieme al budget del mese. Devo ora pensare cosa togliermi di bocca quando tenterò di fare la spesa, con il magone che forse la sostituzione di questi due componenti non sarà sufficiente a riportare in vita l'alimentatore. Si certo, per risparmiare avrei potuto ordinare dai cinesi a condizioni più vantaggiose, ma di stare due mesi con l'alimentatore sbudellato sul tavolo del laboratorio già ingombro di suo... proprio no. E poi, mi chiedo ancora: riparare l'alimentatore di un vecchio biprocessore (Dell Vostro 320 all-in-one) ma ne vale la pena?Forse sì, è una questione di orgoglio personale e di cercare la soddisfazione e l'autostima che dà tanta sicurezza nelle relazioni "social" (ormai azzerate dal covid19). Boh, smetto di farmi domande stupide ed inutili e proseguo.

Ora attendo il corriere, BRT, quello famoso per il lancio dei pacchi in giardino senza nemmeno suonare il campanello, quello specializzato nella consegna di avvisi di mancato recapito senza nemmeno provarci, quello con la responsabile di filiale di zona scorbutica e maleducata che tratta male i clienti che le pagano un immeritato stipendio... incrocio le dita e mi tocca solo sperare vada tutto bene. Alla prossima.

Aggiornamento del 20.10.2020

ho trovato un altro componente guasto, uno dei due BH30100G dello stadio finale, Switch‐mode Power Rectifier 100 V, 30 A. In pratica due diodi FAST con il catodo in comune ed altri 17 euri che mi tocca prenderne 10!! Spero che il BANG!! con a corredo la scintilla di ordinanza al collaudo non abbia danneggiato altri componenti che, per sicurezza, ho nuovamente rimosso e controllato (tutto ok per fortuna). Se sostituendo questo doppio diodo l'alimentatore ancora non va, allora una delle cause potrebbe risiedere nei microscopici componenti SMT dell'elettronica di controllo dello switching (ad un analisi visiva sembrano a posto). In al caso, mi arrendo perchè non posso sostituire i componenti a casaccio senza saperne il valore (non misurabile se guasto). Vedremo di inventarci qualcosa. 

Aggiornamento del 30.10.2020

OK, 1 a 0 ha vinto lui. Mi pare di rilevare che il problema risiede nei trasformatori. Non potendo sostituirli (a meno di non avere una donor board) lascio perdere. Vorrei però offrire la possibilità di riparare a qualcun'altro, sicuramente più abile di me. Metto a disposizione in un kit di riparazione tutti i componenti sani, testati uno ad uno che ho dissaldato, confezionato ed etichettato. Per tentare di riparare questo alimentatore ho dovuto ordinare i componenti già elencati, in due spedizioni, costretto poi a prendere 10 mosfet quando in realtà me ne serviva solo uno. Risultato? ho speso in tutto 34 euro!! e mi ritrovo con un alimentatore guasto e dei componenti nuovi che chissà mai quando riuscirò ad utilizzarli. Il kit lo vendo  solo per recuperare in parte il mio fallimento e dare ad altri la possibilità d farcela se accetteranno la sfida e, perchè no, far bella figura gratificando il proprio ego. In bocca al lupo. 

P.S. la tenda di damasco è garrula. Ripeto: la tenda di damasco è garrula.

mercoledì 7 ottobre 2020

Alldocube iWork10 pro mod i15-TD (diagnostica)

Alldocube iWork10 pro mod i15-TD
Sembra che sono il primo al mondo ad avere per le mani un pc-tablet Alldocube iWork10 pro guasto. I sintomi? sembra completamente morto, non si accende, la spia di carica non si accende collegando il cavo usb C. 

Mi sono messo in testa di giocarci un pò, con la speranza di ripararlo ed utilizzarlo, dato che mi servirebbe averlo funzionante... ma posso vivere le stesso anche senza. Del resto è un quad core e dovrebbe tenere bene anche winzozz10, anche se non capisco come si possa vendere oggi un tablet che nel dual boot ha Android 5! Certo è che, al momento, in rete non si trova nulla che fornisca indicazioni su come ripararlo, nemmeno la foto del PCB, del processore, nemmeno suggerimenti, nulla, manco i ricambi o il service manual con lo schema (ma forse per lo schema chiedo troppo). Forse sono il primo sfigato che se lo trova per le mani. Provo inoltre a scrivere ad un paio di centri assistenza e riparazione smartphone di zona e ricevo una mancata risposta ed un laconico "Preventivo non possibile" a fronte di almeno altre 4 domande di approfondimento per conoscere meglio l'attività... meglio stare alla larga da certi peracottari, specie se a fronte di feedback e recensioni negative reagiscono insultando chi le ha formulate con tanto di nome e cognome. 

L'assenza di informazioni e precedenti  può avere solo due significati: 

1) il modello non ha avuto una grande diffusione sul mercato

2) il modello è talmente "robusto" che non si guasta praticamente mai

Potrebbe essere anche che, in caso di guasto, il proprietario preferisca traslarlo direttamente nel bidone del RAEE all'ecocentro più vicino, dato che ad oggi manco i pezzi usati si trovano in giro. 

Ad ogni modo voglio tentare lo stesso, incoraggiato dalla miriade di filmati più o meno pubblicitari su iutube, che dimostrano come sia possibile riparare i computers portatili, smartphones e tablet anche in assenza di schema elettrico. Si, pare che si può.... a patto di avere:

  • anni di esperienza nel campo dell'elettronica
  • un attrezzatura che manco la nasa ce l'ha
  • un magazzino con altre parti di ricambio simili per recuperare i componenti smd

A dire il vero mi mancano tutti e tre gli elementi base. L'esperienza ce l'ho ma non su questi tipi di device. La passione non manca e nemmeno la volontà unita ad un pò di tempo libero. Diciamo che sfrutterò l'occasione per divertirmi o per colmare alcune lacune formative che inevitabilmente ognuno di noi ha. 

Come principi generali potrei procedere con le seguenti modalità:

  • ispezione visiva per individuare ecentuali componenti "bruciati"
  • misurazione di componenti in corto con la massa
  • ispezione per componenti che si surriscaldano
  • iniezione di tensione e corrente nei punti per evidenziare componenti surriscaldati
  • ricerca e studio dei datasheet (quando si trovano) per comprendere il funzionamento dei circuiti e rilevare difformità di comportamento
  • romprere i c*glioni nei vari forum pregando insistentemente e piagnucolando per un aiuto o per la pappa pronta (tipo "sostituisci il condensatore C15")

In linea generale mi è sembrato di capire che quelli elencati sono i metodi adottati (a parte l'ultimo che non è certo da me). Nel diagnosticare un circuito elettronico ci si imbatte spesso con alcune problematiche:

  • i componenti sono microscopici
  • i puntali di misurazione sono troppo grossi
  • i punti di misurazione sono inaccessibili (tipo i BGA)
  • non si trova da dove parte e dove finisce la pista essendo i PCB in multilayer. 
  • alcuni componenti hanno sigle misteriose o forme o colori strani e non si capisce a cosa servano e nemmeno cosa sono.

Ecco, ora sono più motivato a proseguire. Al momento ho individuato

  • il bios - una memoria 25Q64FWSIG
  • il pmic AXP288C Power Management IC che gestisce le alimentazioni
  • il codec audio - ALC5651

Nel procedere a misurare le tensioni credo che inizierò a sconnettere i tre fili della batteria interna e misurare la tensione sul PCB, così da capire se il PMIC tenta in qualche modo di caricarla. Misuro altresì se il BIOS è alimentato in queste condizioni. Segue aggiornamento....

P.S. la merla è tornata. Ripeto: la merla è  tornata

lunedì 21 settembre 2020

Regionali e referendum 2020, i soliti idioti


Si, alla fine non ce l'ho fatta a disertare il seggio, nonostante i conati. Ad ogni tornata mi sento come se entrassi in una latrina puzzolente, a mettere una crocetta su una scheda pre-compilata, con i nomi già scelti da altri, senza possibilità di scegliere chi reputo più degno e per di più con una rosa di possibilità che non mi rappresentano per niente. Ma non è questo l'argomento. Da attento e silente osservatore e mai censore dei comportamenti altrui, mi sono accorto del lassismo tipico degli unani, sempre disubbidienti alle regole di buon senso ed altrettanto pronti ad ignorare gli altri. 

Per qualche minuto mi sono intrattenuto all'esterno della sede preposta al voto per chiacchierare a distanza d'ordinanza con un conoscente. Pur restando attento alla conversazione, l'occhio non ha potuto fare a meno di osservare le bottigliette del disinfettante poste all'esterno del seggio. Entrando, tre su quattro hanno totalmente ignorato l'invito scritto di disinfettarsi le mani, nonostante la presenza dei soliti carabinieri intenti forse più a vigilare l'esterno per prevenire un "probabile" attacco terroristico con qualche aereo dirottato o l'attacco di qualche jadista con cintura esplosiva d'ordinanza al grido di "morrte all'amerricaaaa"...kaboom.

La regola vorrebbe una disinfezione prima di entrare, un altra dentro al seggio prima di prendere la scheda e matita, una terza prima di uscire. Io ho visto le bottigliette solo all'ingresso e poi basta e per di più ignorate da molti "elettori". 

Ma parliamo delle entrate/uscite differenziate... inutile mettere cartelli con le frecce di direzione, inutile scrivere ENTRATA - USCITA, inutile incollare a terra nastri colorati , inutile installare il nastro delimitatore dei percorsi... se poi si accede ed esce tutti dallo stesso scalone comune. Inutile anche perchè c'è sempre qualche unano imbecille che esce da dove è entrato, c'è sempre il solito idiota col naso scoperto e la mascherina a proteggere il mento, c'è sempre il solito idiota che si intrattiene nelle strettoie a chiacchierare a stretto contatto con i suoi simili incurante degli altri che vorrebbero magari rispettare la distanza. Statisticamente gli unani idioti ci saranno sempre ma col passare del tempo stanno aumentando di numero e regredendo mentalmente allo stato di organismo mono neurale. 

Ecco, per precauzione mi sono tenuto a larghissima distanza, ben oltre al metro d'ordinanza, tre disinfezioni, preteso pure la disinfezione accurata della matita, mascherina coprente mezzo volto che per fortuna non mi hanno fatto togliere in quanto il presidente del seggio ben sa chi sono (manco mi serviva il documento da infettare) e guanti in lattice anche se non obbligatori (che ne so chi ha maneggiato le schede). 

So che forse sono esagerato, ma di rischiare per i soliti idioti no e poi no, tantomeno rischiare nell'esercizio di un diritto dovere. Certo è che constatare il progressivo degradare di una società progressivaamente verso l'imbarbarimento mi duole non poco, mi dispiace vivere anche a distanza da unani meno acculturati delle scimmie. L'uomo è un animale sociale (dicono) ma da questa "società" di individualisti menefreghisti ignoranti è meglio stare alla larga, sono anche pericolosi. Alla prossima, ma anche no.

P.S. il pippistrello svolazza al buio. Ripeto: il pippistrello svolazza al buio.


venerdì 18 settembre 2020

SAMSUNG PS42A418C4DXXC teardown

Un occasione "social" ed un televisore al palsma da 40 pollici entra nel laboratorio per vedere cosa si può fare per evitarne la morte definitiva. A dire il vero ero più incuriosito di vedere cosa c'è dentro che tentare di ripararlo. Già, il televisore è stato dismesso dal proprietario per passare ad una tecnologia più performante. Ci si è accorti (a proprie spese) che la tecnologia al plasma presenta dei contro che sono stati risolti con i più recenti schermi a Led ed Oled. Alti consumi, durata limitata, guasti improvvisi (bande nere verticali sono le più frequenti), peso eccessivo (tanto di richiedere due persone per trasportarli) e via dicendo. La tecnologia al plasma usa gas neon e xenon più il fosforo, intrappolati dentro delle "celle" fra due lastre di vetro... un problema smaltirli in sicurezza.

Speravo comunque di poterlo riutilizzare, come monitor secondario, ma vista la risoluzione ho preferito desistere. Lascio immaginare a 1024x768 pixel su 40 pollici quale possa essere il risultato. Ad ogni modo la curiosità di vedere l'interno ha preso il sopravvento. All'interno trovo una quantità industriale di viti e sbarre di ferro per tenere rigido il pannellone di vetro, che alla fine il peso è davvero troppo anche per me. All'interno una minuscola mother board, tre sezioni di alimentazione (una principale e due per le griglie degli elettrodi "embeddati" nel vetro, un buffer per la griglia verticale e la piastra per ingressi ed uscite. Confesso che ho provato a vedere se riuscivo a risolvere il classico problema della banda nera verticale, ma temo di aver combinato un pasticcio, riducendo il tutto in due bande verticali lampeggianti ed il resto desolatamente al buio. Dai, almeno ci ho provato. 

Ed ora? per smaltirlo? Le due lastre di vetro sono incollate fra loro ed il tutto fissato su una piastra di metallo (che serve anche come dissipatore presumo), impossibile separarle senza rompere qualcosa... mi sa che dovrò portarlo all'ecocentro di zona. Ovviamente niente led di retroilluminazione in quanto la tecnologia al plasma non ne fa uso (i pixel si "accendono" col gas eccitato che fa illuminare il fosforo). Il resto sono plastica e metallo facilmente smaltibili. Per l'elettronica ci sono dei componenti interessanti: un paio di relè, condensatori, fusibili, resistenze, dissipatori, mosfet e diodi di potenza, connettori flat, sensore infrarosso, pulsanti e due altoparlanti che non so che farmene. La logic board sarà oggetto di studio approfondito per esercitarmi con l'uso della porta JTAG. Ah, provo a vendere qualche componente per recuperare pochi spiccioli, necessari in questo momento come un goccio d'acqua nel deserto.  Alla prossima.

P.S. lo zio arriva dopo cena. Ripeto: lo zio arriva dopo cena.

martedì 8 settembre 2020

ESP32-CAM - esperimenti 3

Sono ancora nella fase "meccanica" del progetto, ovvero l'housing dell'hardware. Devo confessare che non è affatto facile arrangiarsi a budget zero, con materiali ed attrezzi di fortuna, ma vorrei comunque provare a dimostrare che si può realizzare qualcosa di decente ed utilizzabile anche in queste condizioni (noi poveri facciamo così). Già, il consumismo sfrenato produce degli effetti devastanti nelle persone. In condizioni "normali" è sufficiente comperare una stampante 3d, si stampano gli scatolotti presi da files su cui altri hanno smadonnato a profusione ed il gioco è fatto. In questo modo però si soffoca la creatività, il ragionamento, l'ingegno ed il riuso dei materiali, producendo una società di idioti del copia & incolla, tutti fenomeni con i macchinari giusti e con il software già pronto, ma totalmente incapaci di far fronte agli imprevisti o alle necessità che richiedono un pizzico di intelligenza, di voglia di apprendere dagli errori, di pensiero laterale per aggirare gli ostacoli. A proposito di errori... uno l'ho commesso (tanto per cambiare). Tagliando i pezzettini che compongono le scatoline contenitori l'ESP32-CAM ho sbagliato le misure, due volte!!. La prima volta me ne sono accorto al momento di inserire la basetta elettronica... un paio di millimetri e l'hardware non entra (5 scatoline da buttare)... la seconda volta, dovendo rifare tutto da capo, sbaglio un altra misura... altri 6 millimetri... sto invecchiando davvero a tal punto che la prossima volta cercherò di ricordarmi la regola d'oro: "misura due volte, taglia una volta".

Per un alloggiamento "ottimale" ecco le misure (per 5 scatoline) riferite ai pezzettini da ritagliare. Si parte da del compensato dello spessore di 3 millimetri (se si usa uno spessore diverso occorre tenerne conto ovviamente)

5 pezzi BASE 36x44mm

5 pezzi COPERCHIO 50x42mm

10 pezzi fianco DX/SX 50x23mm

10 pezzi fianco  sup./inf. 36x23

Il foro per l'obiettivo deve essere da 7mm, meglio da 8mm, posizionato correttamente per permettere il centraggio del microscopico forellino di ripresa e che garantisca la cattura completa dell'esterno senza ombre. Meglio effettuare i fori prima dell'assemblaggio. Il foro inoltre va svasato in modo che l'invito a cono "autocentra" l'obiettivo.

Per tagliare il compensato da 3mm a misura, si può usare un cutter ed un righello. Io ho preferito anche usare una taglierina a ghigliottina, quella che si usa per la carta, funziona per lo spessore dei 3mm ma anche per 4 o 5mm a patto di esercitare una forza maggiore, un colpo secco e deciso ed il compensato si taglia bene. Per segnare le linee di taglio, matita e righello... meglio se si ha un calibro per incidere la linea che dovrà essere mezzo millimetro in più (di tolleranza, l'eventuale eccesso si può carteggiare con carta vetrata grana 80)

Dato che il materiale utilizzato è legno tenero (tenerissimo, midollino, praticamente legno di scarto, utilizzato per le cassette della frutta) è quasi obbligatorio trattarlo prima con un buon impregnante all'acqua (ecologico) e poi verniciarlo del colore desiderato, il più "mimetico" possibile se la cam deve essere occultata e non visibile dai potenziali ladri d'appartamento. Vedremo in altri esperimenti come occultarle in oggetti di uso comune. 

Assemblati i pezzettini con la termocolla, meglio se ci si aiuta con dei supporti a squadra, si passano i bordi con la carta vetrata, per pareggiare le giunzioni e si passa alla verniciatura. Al termine si inserisce l'hardware già programmato e si sigilla il tutto. Se un domani si volesse aprire, basta un pò di calore, un phon asciugacapelli alla massima potenza ed il coperchietto verrà via senza problemi. 

Per le staffe di fissaggio ci si può sbizzarrire con dei lamierini, dei supporti ad "L" o direttamente sui muri o sui mobili con del bi-adesivo, quest'ultimo più che sufficiente dato il peso esiguo del contenitore.

Prossimo step la realizzazione di una pagina web in grado di visualizzare contemporaneamente tutte e 6 le riprese in modo da poterle seguire anche da smartphone. Alla prossima.

P.S. il bufalo cornuto non carica, l'orso bruno dorme. Ripeto: il bufalo cornuto non carica, l'orso bruno dorme.

giovedì 3 settembre 2020

ESP32-CAM - esperimenti 2

Ed è venuto il momento di dare una casa all'ESP32-CAM da poco messa in funzione con l'obiettivo finale di realizzare un impianto di video sorveglianza domestica a basso costo ed impatto zero al portafoglio. Noi poveri facciamo così. Ho realizzato un prototipo di contenitore realizzato con del cartone telato, recuperato dal fondo di una cassetta per le arance. Tagliati i pezzi su misura (o quasi) li ho assemblati con la termocolla, come già sperimentato in precedenza nella realizzazione delle scatole per le pietre domestiche. Il tutto sembra tenere bene. Pensando ad un installazione all'aperto, una mano di vernice spray forse assicurerà una certa durata proteggendo dall'umidità, spero, vedremo con il collaudo sul campo.
Devo trovare ancora una soluzione per proteggere l'obiettivo della telecamera. Ho utilizzato un foglietto di plastica rigida, tenuto col nastro adesivo, ma è una soluzione troppo banale. Pensavo ad un piccolo vetrino sottile, tipo quelli per il microscopio, fermato all'interno con del silicone, dovrebbe andare meglio anche se l'obiettivo resta troppo lontano dal foro e nella ripresa si vede un alone nero attorno alle immagini. Allora ho incollato estrnamente un foglietto dei contenitori per le camicie, trasparente, rigido, fissato con della colla spray su tutta la superficie del coperchio forato, così, vista l'ampia area, non dovrebbero esserci infiltrazioni di umidità (vedremo con il tempo se la soluzione regge o meno alle intemperie). Loso, è uno skifo ma per una cosa fatta al volo, in fretta....
L'hardware ho preferito innestrarlo su dei connettori femmina saldati su una millefori, così se dovessi sostituirlo non impazzisco con saldature e fili volanti. Ho così preferito saldare anche un connettore ad innesto per l'alimentazione che arriva da un convertitore AC/DC 220/5 volts da 500mA, in precedenza utilizzato come caricabatterie per le e-cig vecchio modello. Al bisogno ho anche dei convertitori DC/DC 12/5Volts recuperati sempre da dei caricabetterie ma alloggiati dentro un adattatore per l'accendisigari da auto. L'idea è quello di alimentare la cam con un pannello solare in un punto dove è quasi impossibile far arrivare i 230Volts di rete.
Dentro il contenitore, per fermare la basetta, sto pensando di riempire i vuoti con della gommapiuma a strati, recuperata da un coperchio di uno scanner anni 90 (qui non si butta nulla, si recupera e si riutilizza praticamente di tutto). Nei prossimi prototipi penso che utilizzerò dei fogli di legno compensato, quello delle cassette della frutta... meglio così che bruciarle nel caminetto. Dentro il contenitore sto pensando anche di creare delle scanalature per tenere ferma in sede la cam, ma occorrerà prendere le misure adatte, con maggiore precisione rispetto a quanto fatto in questo prototipo in beta 0.1
Per fissare la scatolina al muro credo che utilizzerò del biadesivo, mentre nelle prossime il fondo sporgerà di un paio di centimetri per il fissaggio a vite e tassello.
Se l'idea sarà troppo complicata da realizzare, sto pensando di installare la webcam dentro una scatola di derivazione esterna assieme all'impianto elettrico, ma per ora non so dove recuperarle, ci penserò. L'ideale sarebbe stampare il contenitore con una stampante 3D ma non me la posso proprio permettere, mi sa che dovrò costruirmela e la vedo dura.
Per ora basta, vado a vendemmiare e prepararmi la marmellata della colazione mattutina e che mi dovrà durare sino all'anno prossimo dato che il raccolto quest'anno sembra abbondante... almeno una buona notizia in quest'anno di m*rda. alla prossima.

P.S. Bruno è nero, a nord piove. Ripeto:  Bruno è nero, a nord piove.

martedì 1 settembre 2020

Il curriculum che nessuno legge


Il curriculum vitae, quel documento di autocelebrazione dove un disoccupato aspirante schiavo condensa le proprie speranze su un futuro da lavoratore vessato da managers tossici strafatti di colla vinilica. Credo sia questa la definizione più realistica.

Confesso, l'ho compilato pure io ovviamente, quando il lavoro stupidamente lo cercavo come fanno tutti. Ora ho fatto in modo che sia il lavoro a cercare me e si, lo confesso, me la tiro pure, my turn.

Comunque, per i disoccupati "normali", il curriculum lo richiedono e bisogna in qualche modo presentarsi. C'è un problema però. La rete abbonda di suggerimenti e consigli su come predisporlo al meglio, consigli e suggerimenti che ci svelano un amara verità: alla "lettura" del curriculum vengono dedicati non più di 5 o 6 secondi, un inezia se si pensa all'impegno profuso per predisporlo al meglio, specie per chi ha 40anni di esperienza da condensare in una paginetta. 

Questa noncuranza verso l'individuo ci dice una cosa importante: al selezionatore non gli frega un caxo di cosa hai fatto in passato. Gli importa solo che tu sia ubbidiente, ammaestrato, assertivo (yes man), proattivo e generoso nel rinunciare anche ai tuoi diritti fondamentali.

Se poi ad arricchirci la vita ci si mette pure il curriculum in formato "europeo" allora le cose si complicano. In realtà il curriculum vitae in formato europeo è una burocratizzazione delle operazioni di selezione del personale che vorrebbero standardizzato per diminuire lo sforzo di selezione, per lavorare meno nella scelta fra centinaia di profili, in pratica per fare meno fatica... complimenti davvero, un bell'esempio da dare ai candidati ai quali invece viene chiesto il contrario, ovvero proattività, capacità di gestire il cambiamento, impegno oltre l'orario concordato, autonomia nel problem solving, presenza e disponibilità totale e via dicendo.

In pratica, ai recruiters, della PERSONA, delle sue sfaccettature, delle sue ambizioni, del suo stile di vita desiderato #nonglienefregaunamazza.  Il CV è solo un abitudine alla quale dedicare un attimo, un nulla. L'impatto è già una mancanza di rispetto nei confronti di chi spera e si rende disponibile, complimentoni davvero... recruiters, siete delle vere merde. Siete incoscienti dei danni che state provocando.

Nel curriculum europeo da una o due paginette vengono cancellate le specifiche caratteristiche individuali, il “racconto di una vita” - passato, presente e futuro - diventa una mera “compilazione” che uccide la creatività, forza fondamentale del “racconto di vita”. Diventa così più difficile trovare un #lavoro e per molte aziende difficilissimo trovare i giusti profili in quanto non ci sono “celle” e “campi” per scrivere le cose più importanti: ambizioni, aspirazioni, desideri e sogni professionali. In pratica i candidati sembrano tutti uguali.

Ricordate sempre una cosa: chi cerca lavoro in realtà sta cercando un modo dignitoso per vivere, sentirsi utile senza doversi umiliare e sentirsi una nullità. Sta cercando soprattutto il #rispetto che merita, come essere umano, come individuo sociale, come persona. Chiunque uccide queste aspirazioni, in qualsiasi modo, va messo da parte, esiliato in condizioni da non nuocere, ignorato ed isolato, almeno per fargli provare in prima persona cosa si prova.  Mavaffanchiulo. 

P.S. il bidello è in corridoio. Ripeto: il bidello è in corridoio.


sabato 15 agosto 2020

DCG ventilatore nuova base

Eddai, non c'è la facevo più. Un ventilatore con una base in lamierino sottile come una pellicola, che appena ci inciampi inevitabilmente si piega e non torna al suo posto, che dondola anche alla minima velocità e per giunta fatica a partire, che bisogna soffiare forte sulle pale per avviare la rotazione. Proprio no, è tempo di una soluzione al volo. Come riparare il perno del motore indurito dall'usura ne ho già parlato. Ora tocca alla base. Bastano due assi di legno. Le si incastrano a croce praticando un semplice incavo e ci si fissa l'asta di supporto. Semplice dai, solo 5 viti. Alla prossima.




P.S. il vento tira da Est. Ripeto: il vento tira da Est.

venerdì 7 agosto 2020

OMRON HN-283-E 7 anni di guai

I 7 anni di guai valgono solo per gli specchi rotti? spero di si. Mi giro con la sedia a rotelle per prendere non ricordo ora cosa e sento un tonfo, un crack ed una pioggia di schegge impazzite si disperde sul pavimento. Mi giro e trovo il morto steso a terra....nooooooooooooo. Inavvertitamente ho fatto cadere la mia bilancia pesapersone (OMRON HN-283-E o HN283), recuperata da un interrotto lancio all'ecocentro nel bidone del RAEE. Povca Tvoia Povca puttana!!! per dirla alla Guzzanti che imitava Tremonti. Lo sapevo che prima o poi avrei rotto qualcosa nel muovermi da handicappato! complice anche lo spazio angusto nel quale sono costretto a muovermi e nel quale ho ammassato l'indispensabile per sopravvivere (che a ben vedere non basta mai)

Il cristallo temprato è andato in un miliardo di pezzi, che troverò negli anni futuri nei posti più impensati durante i periodici cicli di pulizia a fondo. Ecco. Un altro oggetto da mettere nel mucchio delle cose da riparare. Non dovrebbe essere difficile, penso, trovare un cristallo temprato, dello spessore adatto, tagliato a misura, che stia a contatto con i sensori... credo... al limite la smonto per bene e cerco di individuare i componenti che mi potrebbero servire in futuro.  Nel frattempo, posso recuperare la bilancia analogica... quella puoi lanciarla anche dal terzo piano e stai sicuro che funzionerà in eterno.... maledetta tecnologia digitale! Alla prossima.

P.S. Il fosso è secco. Ripeto: Il fosso è secco.

martedì 4 agosto 2020

Mediacom M-SB130 cerniere ko

Dai, non dite che non vi avevo avvisati. Dopo una prima "riparazione" presso un centro assistenza, selezionato dopo averne girato almeno altri 4 (tutti bocciati, maledetti peracottari incapaci), dopo aver usato questo ciòttolo, da due anni ad oggi solo 4 o 5 volte, dopo essermi accorto che il microfono non funziona nonostante la sostituzione della mother board che non si riusciva a far funzionare a dovere (si accendeva ma per far apparire la schermata occorreva chiudere il coperchio, aprirlo, attendere lo standby, richiudere e riaprire), dopo queste "piccole magagne" ecco la sorpresa: le cerinere indurite. Aprendo il coperchio, la plastichetta di m*rda con cui sono costruiti, sottilissima, fragilissima...crack!!! si rompe inevitabilmente nei punti critici e gli inserti in ottone dove "mordono" le viti, saltano via come niente fosse.
Ecco, uno "smartbook" (smart per modo di dire) praticamente nuovo, usato davvero pochissimo (un paio di volte all'anno solo per aggiornarlo), si rompe. Vale la pena di portarlo in assistenza again? NO! stavolta no. Rischio di vedermi consegnare un preventivo per sostituire le cerniere, il coperchio, il guscio inferiore (ammesso siano tutte parti di ricambio per cui è prevista la sostituzione), ad una cifra assurda a cui aggiungere almeno 80  euri di "diritto di chiamata"...oppure di sentire il solito mantra "...conviene buttarlo..." conviene a te, deficicente!... andatevene affanchiulo!.
Allora? lo sbudello e vendo le parti sperando che qualche vittima decida di tenerselo e ripararlo? Probabilità stimata di trovare un soggetto disponibile: 0,001% Boh... forse, vedremo. Intanto prevale la mia innata e mai soddisfatta voglia di aggiustare l'aggiustabile, casi disperati compresi. Di buttarlo, no, direi di no, anche se mi verrebbe davvero voglia di un atto liberatorio, tipo il lancio dal terrazzo del decimo piano con tanto di filmato virale. Così decido di smontarlo con a corollario le giustificabilissime bestemmie in una lingua sconosciuta. Già perchè, oltre ai materiali, anche l'assemblaggio è una vera m*rda.
Per togliere le cerniere occorre togliere il bezel frontale tenuto da 4 viti microscopiche (che non si sa come facciano a tenere) nascoste da dei micro gommini adesivi da far saltare con una lametta (e scordatevi di rimetterli).
Poi occorre togliere la parte inferiore (la base) facendo attenzione che le viti non sono tutte uguali, le 4 davanti sono più corte. Poi occorre scollegare la batteria e poi il connettore dello schermo lcd. Poi le 4 viti che tengono le cerniere sulla base e solo così si riesce a togliere il bezel frontale (la cornicetta nera che copre i bordi dello schermo).
Così si nota che la cerniera sinistra è saltata, mangiucchiando le sedi degli inserti in ottone. La cerniera destra invece è "molle", segno che stava per saltare anche lei. Le cerniere sono durissime da muovere a mano... che faccio..., le lubrifico con lo svitol?? Ne cerco un paio di usate? A 9/10 euro l'una non ne vale la pena... svitol/WD40 e vediamo che succede. Ma come le fisso alla base dato che le sedi per le vitine sono praticamente andate??
Ci sono tre scuole di pensiero (principalmente)
  • Termocolla
  • Bicarbonato di sodio e colla istantanea cianoacrilica
  • Epossidica bicomponente (metallo liquido)
Un altra, molto steampunk, prevede l'installazione di cerniere esterne, quelle da portelline dei mobili... in casi estremi, estremi rimedi ma per ora non siamo così disperati.
Tutte le "soluzioni" indicate hanno dei pro e contro. In comune la difficoltà di mettere la colla solo dove si vorrebbe (e sperare tenga a lungo). La soluzione con il bicarbonato pare funzionare, ma è un tipo di incollaggio molto rigido (come l'epossidica). Al contrario la termocolla mantiene una certa flessibilità in grado di assorbire gli sforzi ed evitare che la plastichetta si rompa in altri punti meno rigidi della colla dura.
Io?? Termocolla, è una soluzione che mi pare sensata (al limite combinata con le altre ma si deve valutare caso per caso).
Con un getto di aria calda si cola la colla termica nelle sedi e si cerca di affogare la cerniera in modo che risulti ben salda nella sua sede, al suo posto, che la tolleranza di montaggio è davvero minima. Si può far colare la termocolla dove c'è spazio anche per allargare la base di fissaggio ed irrobustire l'assemblaggio. L'ho già fatto in altri portatili e sembra funzionare. E' sufficientemente rigida ed elastica allo stesso tempo, per supportare l'inevitabile sforzo dovuto alla naturale rigidità delle cerniere. Volendo la termocolla può sostituire le viti.  L'unico neo è che sotto la cerniera sinistra passa il cavo della webcam che non andrebbe affogato nella termocolla altrimenti un domani se lo si vuole recuperare... meglio ricoprirlo con del pongo o della plastilina morbida o con del nastro adesivo, giusto nella scanalatura altrimenti poi la termocolla non tiene abbastanza. Poi occorre stare attenti a non mettere troppa colla, altrimenti il coperchio non si chiuderà più o la cornice non resterà al suo posto. Al limite ammorbidire, avvicinare le parti sperando che la colla si modelli per bene... Con un soffiatore ad aria calda poi c'è il pericolo di colare il coperchio di plastica... occorre in ogni caso esperienza, manualità, ingegno, predisposizione al rischio di rompere qualcosa senza traumi post-intervento. Probabilità di successo stimata per un risultato professionale: 20 - 40% per i neofiti, 80%- 90% per i professionisti... mai al 100% ovviamente, qualche gancetto non si aggancerà, qualche vite resterà fuori inutilizzata o dimenticata, è inevitabile. 
Di sicuro il risultato sarà quello di un portatile dall'aspetto post atomico, uscito da un conflitto nucleare, non certo una riparazione professionale e nemmeno da esibire dai clienti... a meno di non fare la figura del barbone. Ma del resto se non lo riparassi, non mi divertirei, per cui... maledetto smartbook (??), ti concedo un altra possibilità con a corredo una FATWA forever!!... Alla prossima.  

Aggiornamento 2.11.2020 - c'era da aspettarselo! Quando si affogano le cerniere nella termocolla, assicurarsi di farlo da entrambe le parti. Se si riparano solo quelle lato schermo, è inevitabile che lo sforzo si accentui anche sul lato base che tenderà ovviamente a piegarsi sino al limite di rottura. Stavolta sono intervenuto in tempo evitando che il contenitore si rompesse del tutto. Solo che dato lo spazio esiguo, mi sa che ho bloccato anche la tastiera ed alcune schede. Se occorrerà ripararle mi sa che non si potrà, ma del resto... magari stavolta veramente faccio fare il volo dalla finestra se si rompe ancora. Mediacom... ri-FATWA forever!!

Aggiornamento 4.11.2020 No, non ci siamo. Anche bloccando le cerniere, sono talmente indurite che il contenitore del portatile si spacca, troppo sforzo, la termocolla resta un pò flessibile e si piega per assecondare delle cerniere troppo indurite!. Su ebai le si trovano oggi a 10 euri cadauna...tot 20 euro da spendere per un ciòttolo ignobile, manco morto. Testardo al limite del ridicolo, non mi arrendo, mai! nemmeno di fronte all'evidenza. Decido così di togliere tutta l'elettronica interna e rifarmi un contenitore di legno, sì di legno. Un paio di tavolette che recupero dal "tapìrulan" che ho smontato, le scavo e le sagomo con pazienza, ci rimetto dentro l'hardware e la finiamo una volta per tutte con un Mediacom M-SB130 fragile, troppo fragile per un normale uso quotidiano. Magari può andare bene per i dementi che usano faccialibro un paio di volte alla settimana, ma per un uso leggermente superiore, questo modello è proprio una vera ed autentica ciofeca, mal progettata al risparmio. Fortuna che è stata un intecettazione verso la discarica, per cui non ci ho speso nulla a parte la mother board (ciòttolosa pure quella, è vero).  Al lavoro allora, alla fine vinco io stavolta.


P.S. La mamma è al negozio e babbo non torna presto. Ripeto: La mamma è al negozio e babbo non torna presto.

lunedì 3 agosto 2020

DELL Vostro 320 - riparazione

Rientro dal "uikend" e trovo il bugigàttolo che uso per le mie cose informatiche completamente morto. Una rapida occhiata agli interruttori... il generale è saltato (l'interruttore intendo). Il colpevole, sicuramente, il maltempo con a corredo i fulmini della sera prima che hanno illuminato a giorno il nubifragio tropicale. Provo a tirar su l'interruttore ma proprio non ne vuole sapere di inserirsi BANG!!...c'è qualcosa in corto. Stacco tutto ed inserisco le spine di alimentazione degli apparati, una ad una, per vedere cos'è che mi fa saltare l'impianto. Inizio dalle cose essenziali... ups1 ok, ups2 ok, router/modem ok, antenna ADSL ok, switch ok, centralino telefonico ok, alimentatore PC portatile base ok, PC secondario con winzozz10 BANG!! eccolo! è lui il colpevole. Proviene da un recupero fortunato. Tre PC uguali, tutti con lo stesso difetto, riparati tempo fa, che uso come postazioni di test o per lavori lunghi e gravosi. L'alimentatore, già riparato nella parte finale a marzo 2018, ora ha un corto in ingresso....ciòttolo mal progettato. Decido di sacrificare il meno equipaggiato dei tre e recupero un alimentatore sano. Di acquistare proprio non se ne parla, non potrei nemmeno se volessi, conto a zero che non ho nemmeno i fondi per alimentarmi come vorrei (dieta forzata, mi farà bene dimagrire un pò).
Lo smontaggio non è poi agevole come nei PC tower. E' un compatto all-in-one ed occorre smontare un bel pò di cose per arrivare all'alimentatore. Agevolato dall'esperienza però riesco a fare il tutto un tre ore senza nemmeno avanzare una vitina. Riaccendo ed ovviamente funziona. Diamolo per riparato, sperando duri un pò più di quanto l'obsolescenza programmata vorrebbe.
Scarico gli aggiornamenti e durante il download sento avvicinarsi tuoni  e vedo nuvole minacciose che anticipano il tramonto annerendo il cielo... che faccio? rischio di fulminare anche questo? No, stacco tutto e mi prendo una pausa analogica, che di cose in sospeso ne ho un infinità. Non manco però di maledire i server di aggiornamento di winzozz... lenti più di un bradipo che dorme. Vabbè, di aggiornare posso farne anche a meno dato che quel sistema lo uso davvero pochissimo, non ci navigo in rete di certo e non ci scarico la posta elettronica. Spengo tutto. Alla prossima.

P.S. Il gufo è a caccia, la merla cova. Ripeto: Il gufo è a caccia, la merla cova.

ESP32-CAM - esperimenti 1

D'impulso ho acquistato delle telecamere wireless (con bluetooth) per piazzarle nei punti strategici della casa e monitorare cosa accade. Devo farlo perchè qui non è casa mia (che non ho) e qui è un porto di mare. Gente che, vantando diritti di proprietà condivisa dell'immobile, va e viene senza avvisare, gente che ha le chiavi di casa e arriva a qualsiasi ora, gente che sbuca all'improvviso senza far rumore procurandoti dei coccoloni da infarto, gente che non rispetta la privacy degli altri, gente che se ne frega se sei concentrato nel tuo lavoro, considerando le proprie cose prioritarie su tutto e soprattutto gente che non ha rispetto per le cose degli altri considerando bene comune oggetti che appartengono ad altri (a me per la precisione).
E così spariscono come neve al sole attrezzi di vario tipo, carriole, rastrelli, sacchi per il verde, vasi da fiori, prolunghe elettriche, magliette stese ad asciugare e mi fermo qui per non dilungarmi ben oltre il sopportabile.
Non potendo tirare fili o installare canaline esterne (non è casa mia) devo optare per una soluzione senza fili. Il modulo ESP32-CAM (CPU dual-core a 32 bit, fino a 240 MHz e fino a 600 DMIPS) è la soluzione che ho scelto. Consumo bassissimo (70mA), wireless (802.11b / g / n Wi-Fi + Bluetooth BT / BLE.), porte programmabili (interfacce UART / SPI / I2C / PWM / ADC / DAC), installazione ad impatto zero, costo abbordabile, dimensioni contenutissime (27 * 40,5 * 4,5 (± 0,2) mm in un DIP-16) che ne permettono al bisogno un buon occultamento.
E' dotata di alcune porte I/O, utili per comandare eventualmente un servomotore che ne permetta lo spostamento su due assi. Ha anche un led ad alta luminosità che per il momento non mi serve ma comunque troppo minuscolo per illuminare a sufficienza. Volendo è possibile collegarci un sensore PIR per attivarla quando rileva movimento ed ha anche la funzione di riconoscimento facciale... figata, oggetto di studio per alcune idee che ho in mente, tipo attivare l'irrigazione a pioggia quando arriva qualche rompic*glioni. Ad ogni modo la scheda è documentatissima, c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Unico neo... il case, o contenitore. Cerco in rete ma non ho trovato molto, speravo di trovare uno scketch per la stampante 3d che non possiedo, ma così ho una scusa valida per salassare il conto corrente ridotto al lumicino.
Mi serve una scatolina di plastica, possibilmente a chiusura ermetica per le installazioni all'aperto... devo frugare tra il ciarpame per vedere se salta fuori qualcosa da adattare e forse adotterò il cartone del fondo delle cassette di frutta. Nel frattempo mi creo dei cavetti di alimentazione, recuperabili da alcuni adattatori 220/5Volts cinesi e vediamo se almeno provvisoriamente riesco a mettere in piedi un impianto che mi possa essere utile. Step successivo, una paginetta web che mi faccia vedere contemporaneamente tutte e 6 le riprese in tempo reale, magari anche da remoto via VPN. Ci sarà da divertirsi. Alla prossima.

giovedì 30 luglio 2020

Pubblicità non gradita

Sono stato vittima di un "offerta" strepitosa, reclamizzata con un poster grande come un lenzuolo matrimoniale, posizionata strategicamente proprio alll'ingresso dell'ipermercato dei poveri, enfatizzata dalla presenza di una quantità industriale di bancali pieni di bottiglie dal contenuto accattivante... sto parlando di una bevanda. Sembrava succo di frutta, o meglio un mix di succhi, tipo mirtillo, mora e mela o melograno e lampone, per non citare zenzero, curcuma, limone e via dicendo nelle varie combinazioni. Per provare ne ho prese una per tipo, incuriosito. Scopro poi che in realtà è solo acqua aromatizzata, un "succo di frutta" diluito in dosi omeopatiche, vabbè... già questo mi ha indotto a desistere per futuri approvvigionamenti
Scioccamente la fretta mi ha intorpidito il cervello impedendomi di leggere gli ingredienti. Allora a casa mi siedo con calma, la mattina presto, ora della colazione che mi suggeriscono deve essere abbondante e che occorre reintegrare i liquidi con generosità. Leggo l'etichetta... "Azzera la sete"... prima menzogna... l'unica cosa che azzera la sete è l'acqua senza additivi, zuccheri o aromi vari che in realtà ne fanno venire di più (e questo i maghi maledetti del marketing lo sanno eccome).
Nel retro un avvertimento "ATTENZIONE! Questo prodotto è altamente dissetante"... c'è da crederci dato il messsaggio così ben enfatizzato?
Seguo le scritte con lo stesso font e trovo  la raccomandazione "SOLO CON INGREDIENTI DI ORIGINE NATURALE" il che lascia forse ad intendere che la concorrenza non sia così scrupolosa ed aggiunga ingredienti "artificiali", "sintetici", dieri quasi inorganici.
Scendo con l'occhio verso le tabelline in font clausola assicurativa, zero grassi, zero proteine, 2,4 grammi di carboidrati che comprendono 1,4 grammi di zucchero (della frutta) che danno alla fine facendo la sottrazione 1 grammo di carboidrati su un litro. ancora più sotto la scritta VEGANOK azienda 0895... approfondiremo cosa significa).
Più a destra sullo stesso piano gli ingredienti in 4 lingue, italiano, tedesco francese ed inglese. acqua, 20% di frutta ovvero per la tipologia "mirtillo mora e mela", succo di mela da succo concentrato al 12%, purea di mirtilli neri concentrata al 4%, purea di more neri concentrata al 4%, concentrato di carota nera e ribes nero (non citati in etichetta frontale), aromi naturali (quali non si sa) e 0,004grammi di sale. Se fossi allergico alla carota o al ribes sarei morto in quanto la bevanda viene pubblicizzata come contenente mirtillo mora e mela e mi aspetto che contenga SOLO mirtillo, mora e mela, non altre schifezze nascoste nel retro dell'etichetta.
Ma poi l'occhio mi cade su un area che avevo ignorato, preso più dalla voglia legittima di sapere cosa stavo bevendo, giusto per la MIA salute, mica per altro.
Leggo:
"Sul serio? Stai leggendo una bevanda?

Cioè stai leggendo una bevanda quando potresti leggere qualunque altra cosa o parlare con persone vere  o vedere comè la vita là fuori? Dai vai a viverla e, se non ti dispiace,  ci piacerebbe venire con te.

E se proprio non vuoi uscire, seguici sui social. Noi per te lo faremmo."
Seguono gli immancabili hashtag, per dare un piglio di modernità e strizzare l'occhiolino ai ggiòvani.

Mi chiado: chi è sto @#!!!%%!!one che si è inventato un uscita del genere? Sto @#!!!%%!!ino che si stupisce se mi metto a leggere gli ingredienti... forse dimentica che quella roba la devo bere io e che ci tengo a sapere cosa ingerisco? Forse ignora che del mio tempo decido io, delle mie priorità decido io, di cosa vale o meno fare lo decido io e solo io, senza imposizioni o suggerimenti idioti. 
Personalmente trovo anche il tempo per le alternative suggerite, ma mi irrita non poco che qualcuno me le proponga come sostitutive alla lettura degli ingredienti. Ho capito che mi stai vendendo dell'acqua aromatizzata ad un prezzo esorbitante (sempre "in offerta" però e qualcuno l'ha definito pure "superdrink"), ma il goffo tentativo di distrarmi dall'appprofondire cosa mi stai proponendo lo trovo veramente denigrante ed offensivo. Spero non sia stato un team di esperti di marketing a partorire questa uscita infelice. Spero non sia stato un AD strafatto di radicchio ad imporre un tale messaggio davvero idiota. Magari la colpa è della solita ultima ruota del carro. Magari la bevanda è destinata ad un target di età nella quale si è "spensierati" ma questo non giustifica. Giovani o vecchi, la cultura dell'approfondimento, la lettura degli ingredienti, la ricerca di cosa fa bene e cosa fa male, l'attenzione alla propria salute dovrebbe essere a mio avviso agevolata e promossa dalle aziende serie. Quelle aziende che in modo trasparente enfatizzano la caratteristiche peculiari del prodotto che reclamizzano, senza bisogno di aggiungere "senza glutine", senza olio di palma, senza litio, senza questo o quell'altro per distrarre su ciò che realmente c'è dentro il cibo o le bevande.
Fatto sta che quel messaggio è sbagliato, stupido, manipolatorio e come singolo consumatore non solo non acquisterò mai più quel prodotto, ma mi guarderò bene dall'aquistare qualsiasi prodotto di quell'azienda...FATWA!! per il resto della mia breve vita. Non sono un "influencer" ma già qualcuno l'ho convinto a seguirmi semplicemente dando il buon esempio e so che la cosa è contagiosa, pensateci.
Concludendo, giusto per non passare per il solito brontolone, propongo io un alternativa, più sana, ecologica, economica. Se proprio vogliamo aromatizzare l'acqua, basta fare degli infusi a freddo mettendoci dentro magari delle foglioline di menta, delle gocce di limone premuto, quanche goccia a piacere di un centrifugato preferito... magari alle stesse percentuali dell'etichetta o a piacere, come piace ad ognuno di noi, più libero di scegliere e libero da questi peracottari magnaschèi. alla prossima.

P.S. Piero ha risparmiato assai. Il pozzo è profondo. Ripeto: Piero ha risparmiato assai. Il pozzo è profondo.

giovedì 2 luglio 2020

Mi sono rotto

No, è vero, mi sono davvero rotto, la schiena stavolta, con delle ripercussioni che spero non diventino permanenti. E così ho sperimentato cosa significa muoversi con la carrozzina. Ora capisco davvero le sofferenze dei disabili costretti a starci per sempre, un vero calvario. Muoversi è quasi impossibile. Per strada nemmeno a parlarne, fra buche, crepe, scalini inutili ma onnipresenti, pali e paletti, ostacoli vari, strettoie, salite e discese assurde. Dei mezzi pubblici nemmeno a parlarne. Per salire sul treno, nella carrozza dove troneggia il logo del disabile, occorre superare la voragine fra banchina e carrozza. Negli edifici poi è difficilissimo... gradini, scalini, arredo esagerato condensato in spazi troppo stretti. Negli uffici pubblici un pò meglio... ma arrivarci è una scommessa. Anche a casa tua ti accorgi di non aver mai pensato agli ostacoli per cui muoversi è davvero difficile, per non parlare di quando devi andare in bagno, coricarti, mangiare, lavarti... è tutto diverso il mondo se lo si vive da seduti su ruote. Ecco, dopo aver bestemmiato per le ciclabili e per la nulla considerazione verso chi si muove in bici, ora devo aggiungere anche delle nuove bestemmie verso chi non pensa agli altri diversamente agili.
E rinnovo l'invito a sindaci, assessori, politici, responsabili vari, presidenti, progettisti, architetti , geometri, luminari, capoccioni vari e dotti sapientoni: venite con me un paio di settimane a fare un giro in bicicletta, e poi un altro paio in giro in carrozzina, senza barare, a svolgere le quotidiane mansioni di un cittadino che cerca di sopravvivere ed arrangiarsi senza aiuti da nessuno. Magari veniteci senza soldi in tasca così facciamo un lavoro completo. Forse così è l'unico modo affinchè vi possiate rendere conto delle puttanate che dite quando dichiarate di essere dalla parte dei cittadini o di progettare opere a misura d'uomo. Dai, l'invito è sempre aperto, vediamo chi si fa avanti (se mai qualcuno si farà avanti). alla prossima.

P.S. Previsto maltempo in pianura. Ripeto: Previsto maltempo in pianura.

mercoledì 20 maggio 2020

E-cig holder (DIY experiments)

Da un pò di tempo ho cambiato totalmente modello di e-cig, abbandonando definitvamente la serie EGo, causa atomizzatori fragili al minimo starnuto. Con il cambio però ho dovuto inventarmi un porta batterie nuovo, per tenere sempre appeso al collo il dispositivo. Già, tenerle in tasca nemmeno a parlarne, si riempiono di pelucchi e se ci si siede si rischia di spezzare il costosissimo inalatore salva vita. Nel taschino poi decisamente no, se ci si china la si fa cadere a terra. Per non parlare poi di appoggiarla da qualche parte... tempo un paio di distrazioni ed inizia la ricerca...oddio, dove l'ho appoggiata stavolta?. No, è tempo di organizzarsi e costruire un qualcosa che possa essere appeso al collo in modo da poterla avere sempre a portata di mano, anche in auto senza che finisca nel buco nero fra un sedile e l'altro, assieme a centinaia di oggetti smarriti irrimediabilmente (chiavi, bottoni, batterie, monetine, scontrini, gettoni del carrello della spesa, chewingum usati, preservativi, lenti a contatto,  ecc.ecc.).
Di soluzioni ce ne possono venire in mente tantissime, dipende da molti fattori:
  • materiali disponibili in casa,
  • dimensioni di contenitori precedentemente destinati ad altri usi,
  • colore del materiale,
  • rigidezza del supporto,
  • facilità di lavorazione,
  • attrezzi a disposizione
e via dicendo. Ma vediamo cosa mi è venuto in mente nel giro di una mezza giornata.

E-cig holder prototipo 1
Prototipo 1: Decido di partire con delle cinghie di nylon, recuperate da alcuni marsupi di quelli che si portano in vita e da una borsa griffata, passata di moda da molto tempo, l'importante è che sia materiale di recupero a cui dare nuova dignità.
Inizio intanto a crearmi un modellino di legno, di dimensioni leggermente più grandi del mio dispositivo, giusto per evitare di creare un vano troppo piccolo nel quale l'e-cig si infilerebbe con difficoltà. L'idea è quella di creare un supporto minimale, una specie di sacchetto aperto, che lasci spazio per il cavo di ricarica, per la finestrella del display ed il pulsante di accensione. Ovvio, è un lavoro su misura ma non prevedo di cambiare modello a breve. Per unire le striscie, uso dei ribattini forati, così posso farci passare il laccio in cui infilare la testa. Con un punzone si praticano i fori nelle posizioni volute e si crimpano i ribattini con l'apposita pinza... la pinza... ovviamente in materiale fragilissimo che si rompe appena si inizia ad usare il suo punzone incorporato della misura esatta calcolata sui ribattini in dotazione.

Il primo prototipo mi viene troppo grande e il dispositivo balla all'interno. Forse potrà essere adattato ad un altro modello di batteria più grande che usa la mia compagna. Con la mia no, rischio di perderla. Ne realizzo un altro, con alcune migliorie, con le dimensioni più accurate e la cosa sembra funzionare alla grande (sto eseguendo il collaudo sul campo e sembra andare bene).

Prototipo 2
: Poi, spinto dalla fantasia, provo ad usade del "pellame" recuperato da una borsetta scippata ad un anziana per strada (no dai, scherzo), anche se il colore non mi piace, così provo anche ad usare il lucido da scarpe..uno schifo, meglio di no. Per chiudere l'involucro penso al velcro come soluzione semplice, adattabile e regolabile. La tenuta dipenderà da quanto bene e stretta lo si avvolge attorno alla batteria essendo il fondo aperto...l'attrito ci darà una mano... mancano ancora i fori per display e pulsante, da eseguire su misura. Pare funzionare, a patto di cucire il velcro e non tentare, come fatto inizialmente, di incollarlo con la colla artiglio... tiene ma non abbastanza per l'uso quotidiano. In mancanza nell'hack lab di una macchina da cucire, questo modello è un work in progress, in attesa che vada presso un altro laboratorio segreto dove poter completare il lavoro.

Prototipo 3: Ma non mi fermo qui. Voglio qualcosa facile da realizzare e replicare, esteticamente carino da vedere, semplice da utilizzare, adattabile a millemila modelli di e-cig. Recupero il rivestimento nero della mia mitica valigetta 24ore, acquistata con immenso sacrificio (economico) più di trent'anni fa da studente sbarbato e squattrinato (oggi le cose sono cambiate, la barba mi cresce). Non è pelle ovviamente (magari) ma è morbida, nera, flessibile, resistente. Si parte da un rettangolo alto quanto la batteria e lungo "un pò meno" della circonferenza della batteria. Tutto attorno, a intervalli regolari si praticano i fori e si ribattono gli occhielli. Con un laccio da scarpe poi si chiude il tutto, compresa la parte inferiore. Ho usato la legatura incrociata ma in rete si trovano un infinità di tutorial su come allacciare le scarpe, con effetti estetici davvero interessanti. Si può poi usare la fantasia nello scegliere i colori dei lacci, essendo molto vasta l'offerta. Io uso quelli neri, rigorosamente usati e mai buttati (tanto lo sapevo che prima o poi tornavano utili)... meglio scegliere quelli lunghi da anfibi, presto si fa ad accorciarli.
Prototipo 4: ne ho in mente altre di soluzioni ma per ora mi fermo qui.
Ora sto cercando dove cavolo ho messo quelle palline a molla che servono a fermare i lacci... so di averle conservate ma non ricordo proprio dove cavolo le ho messe... al limite mi inventerò qualcosa di particolare, per ora... annodo.
Ok, alla fine sono soddisfatto. So che qualcuno copierà le mie idee e le farà proprie in cambio di inutilissimi like e so che qualcuno si metterà a produrre porta e-cig da collo, così come accaduto con le mascherine che tanto alimentano il loro mercato nero, alimentato da mille criceto-massaie, fortunate "possessrici"... "possessore"..."possedenti"... che possiedono una macchina da cucire, da troppo tempo riposta in cantina ed utilizzata pochissimo... se ve ne avanza una, vi prego buttatela che la vengo a prendere. Alla prossima.

P.S. la pantegana è nella fogna. Ripeto: la pantegana è nella fogna.