Mi sa proprio che sono un patetico accumulatore compulsivo. Non si spiega come mai ho acquistato questi cacciaviti dall'aspetto antico, molto vecchio. Qui siamo oltre la soglia del "vintage".
Hanno il corpo interamente in metallo, prodotti quando la durevolezza era un plus, non come oggi dove è tutta plastichetta. In corrispondenza del manico sono applicati con dei rivetti, due inserti in legno che conferiscono un aspetto molto particolare. L'impugnatura che ne risulta, a sezione ovale, permette una presa migliore e con le mani è così possibile esercitare una forza di torsione superiore a quella che si potrebbe esercitare se il manico fosse tondo.
I segni di ribattitura in testa, ci raccontano che il cacciavite è stato usato assieme ad un martello, per chissà quale operazione.
Particolare è quello che ho definito un "levachiodi". Forse in realtà, questo taglio particolare serviva per l'apertura di qualche coperchio o vite con testa a due punti. Ho il sospetto che questi cacciaviti fossero a corredo di qualche automobile o mezzo militare inglese, avendone visti di simili per le auto d'epoca. L'assenza di marchi o segni distintivi non aiuta molto ma la lavorazione, il legno, il metallo e la patina ci suggeriscono di collocare questi oggetti ad inizio secolo, probabilmente fra gli anni '30 o '40. A quell'epoca in itaglia i cacciaviti erano meno elaborati, con il manico tondo.
Vorrei venderli (subito, non svenderli) a qualche intenditore o a qualche collezionista. In alternativa li uso come oggettistica per un arredamento vintage, con i mobili costruiti da vecchi bancali, che fa rustico ed elegante allo stesso tempo. Di lucidarli e cambiare le impugnature nemmeno a parlarne, questo lo fanno gli americani che di restauri non capiscono un caxo!. La patina, la ruggine e l'usura devono restare a testimonianza, conferendo valore storico agli oggetti.
Alla prossima
P.S. Venezia affonda. Roma brucia. Ripeto: Venezia affonda. Roma brucia.
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