martedì 17 novembre 2020

Rowenta RS 110 aspirapolvere

RIP, un aspirapolvere passato a miglior vita non è mai una buona notizia, specialmente quando... ma andiamo con ordine. In casa c'è sempre bisogno di fare le pulizie, è inevitabile. La frequenza con cui le si fanno dipende dallo scrupolo di chi ci abita e dalle abitudini consolidate nel tempo. Chi è abituato ad abitare in campagna, con la cucina che si affaccia direttamente sull'aia dove razzolano le galline, il concetto di "sporco" è diverso di quello che potrebbe avere una bionda svampita, particolarmente attenta ai suoi capèlli, che vive nel nuovo quartiere di Milano dove tutto è glàm e l'appartamento arredato in bianco sembra l'ambulatorio di un chirurgo estetico. In ogni caso, è buona e sana abitudine, tutte le mattine, aspirare la polvere che nella notte si è depositata ovunque. C'è chi, armato di buone intenzioni, acquista l'ultimo modello della Dyson, (800 euri di salasso senza filo) o chi invece incarica una rumena, rifilandole un vecchio aspirapolvere a filo con sacchetto.... quello c'è, arrangiati come meglio credi. I "problemi" degli aspirapolvere a filo e sacchetto sono ormai noti, il filo è scomodo, il sacchetto non filtra le polveri sottili  (che danneggiano i capèlli delle bionde svampite) ecc.ecc... ci sono però alcuni vantaggi, ovvero non occorre smettere ogni 20 minuti per ricaricare o cambiare la batteria quando si effettuano le cosidette "pulizie a fondo", con l'apirapolvere in funzione per ore. 

C'è però un problema che i progettisti non hanno mai considerato, sapendo che le bionde svampite non useranno MAI un aspirapolvere che danneggia i loro capèlli. Un uso maldestro ed ignorante, può causare l'utilizzo protratto nel tempo dell'elettrodomestico anche con il sacchetto strapieno. Il sacchetto strapieno da anni, col tempo, si rompe e parte del contenuto va ad intasare anche la griglia di aspirazione che sta prima della turbina aspirante, otturandola del tutto. Qualsiasi aspirapolvere è in grado di funzionare ininterrottamente, anche con il sacchetto pieno, senza particolari problemi. L'aria entrerà non più dal tubo di aspirazione ma da altre fessure che nessuna guarnizione del vano sacchetto è in grado di tenere.  Ma se si ottura anche la griglia di aspirazione, il motore va su di giri e scalda. In queste condizioni viene logico pensare.... maaaa... non ti accorgi facendo le pulizie che non stai aspirando nulla? No, pare che le rumene delle pulizie abbiano questa particolarità, passano la spazzola avanti ed indietro ma non si preoccupano del resto. Aggiungiamo inoltre un altro comportamento non previsto: le rumene cambiano il sacchetto ma non vedono l'intasamento della griglia di aspirazione, nonostante il vano che alloggia il sacchetto di carta sia pieno di detriti. Non si chiedono perchè, se sia normale che la polvere sia sparsa nel vano sacchetto, fuori del sacchetto. Ma non finisce qui... l'aspirapolvere viene usato anche per aspirare calcinacci, residui di malta, sassi da giardino, graffette e punti metallici, crocchette umide del cane e del gatto, ecc... del resto nessuno ha mai sentito parlare di un aspira crocchette o di un aspira sassi, per cui un aspiraPOLVERE deve poter fare anche quelle cose. Pensiamo che sia finita qui?? Certo che no. Pare che sia abitudine abbandonare l'aspirapolvere acceso, per ore e ore, in funzione ed incustodito, mentre ci si accinge a fare altre cose (il perchè è facilmente intuibile dai). 

Con la concomitanza di tutti questi fattori è inevitabile ritrovarsi con una stanza invasa dal tipico fumo azzurrino e puzzolente che deriva dalla bruciatura dell'isolante che ricopre i fili elettrici e l'interruttore generale saltato... la cosa buffa è che quando si interviene, ci si sente dire... il fumo usciva dalla prolunga, è da sostituire. Ciò insegna una cosa ai riparatori...  

mai credere alla descrizione della manifestazione dei guasti quando a raccontarli è un utonto

Risultato? il motore è bruciato, completamente fuso, le parti in plastica deformate, le parti in gomma ridotte a ceramica friabile... riparare? magari anche si, ma... l'apparecchio è talmente vintage che non si trovano i ricambi, occorrerebbe ricostruire a mano alcune parti, rifare gli alloggiamenti, ricostruire i porta spazzole, riavvolgere lo statore ed il rotore, ricostruire il collettore... fattibile ma veramente dispendioso, forse troppo anche per chi, maniaco del recupero come me, vorrebbe salvare il pianeta e boicottare le discariche. Da una ricerca in rete, il motore specifico per questo modello non si trova. Tutti i centri ricambi contattati on-line rispondono laconicamente: "parte non disponibile". Solo un centro assistenza risponde invece: "parte non disponibile ma se viene qui col pezzo vediamo se troviamo qualcosa di adattbile" (ed è il centro assistenza mio preferito). 

Per mettere una pietra tombale definitiva alla questione, la proprietaria decide di comprare qualcosa di nuovo e buttare il vecchio. Quindi preferisce spendere più di 800 euro al posto di 40 euro per un motore di ricambio... cosa mai sarà scattato nel cervello di quella vecchia signora? effetto marketing?  consumismo ormai diventato la normalità? risultato della pubblicità martellante ed invasiva? boh. Spiace inoltre che l'utente abbia deciso di cambiare marca, a mio parere senza motivo. L'aspirapolvere ha fatto il proprio dovere per più di trent'anni, non ha mai dato problemi, è facile da riparare e da smontare, non riciede particolari manutenzioni o accorgimenti d'uso (come molti elettrodomestici di una volta) e devo dire che la marca non gode di cativa fama... perchè cambiare marca? boh.  Aspirapolvere... RIP. Alla prossima.

Un cervo non fa primavera. Ripeto: Un cervo non fa primavera.

domenica 8 novembre 2020

Cuscino anti decubito per disabili ROHO mod NS1616C (riparazione)

Il motivo per cui al mondo esistono milioni di DIYers, ovvero persone che si arrangiano a costruire da sè qualsiasi cosa costruibile, è dovuto a molti fattori.

Fra questi esiste una specie di specializzazione, quella dei riparatori, i quali sono spesso costretti a costruirsi le parti di ricambio. Mi sento di dire che appartengo ad entrambi, DIYer per riparare e me la cavo per niente male.

I fattori per cui i riparatori sono indirizzati ad arrangiarsi possono essere ad esempio:

  • Politiche commerciali deprecabili praticate da produttori diversamente etici
  • Fallimento del produttore
  • Produttore mordi e fuggi (es: oggi produco computers, domani carta igienica, a seconda dell'andamento dei profitti monitorati mensilmente)
  • Produzione di oggetti "a scatola chiusa" (impossibili da aprire senza romperli)
  • oggetti progettati volutamente fragili, destinati all'usa (poco) e getta (spesso)
  • Adozione di scelte commerrciali volte più al consumismo a scapito della riparazione
  • Assenza totale di minuterie come parti di ricambio fornite dal produttore e concomitante assenza dell'usato

L'elenco potrebe comprendere altre motivazioni ma, in generale, si nota un sempre più orientamento a complicare le cose e mantenere il monopolio delle cose prodotte e vendute. Sembra che aggiustare e riparare sia diventata un attività sovversiva, quasi rivoluzionaria. Effetti del consumismo agevolato dal marketing ed amplificato da menti diversamente intelligenti. 

Un esempio pratico? Per un periodo ho avuto la necessità (già documentata) di spostarmi con la sedia a rotelle che ho poi per disgrazia dovuto passarla ad un falmiliare bisognoso. Nel sedile, c'è una specie di cuscino gonfiabile a bolle d'aria (anti decubito o posturale). Purtroppo la valvola di gonfiaggio perde aria. Ho verificato fosse proprio la valvola, escludendo forature alla gomma, immergendo il cuscino in una bacinella d'acqua e verificando ove fosse la perdita. La valvola non chiude bene e fa le bolle. Allora decido di telefonare ad un negozio di articoli sanitari di zona, ove mi ero già rivolto per sostituire i copertoni e le camere d'aria delle ruote (90 euro!!!) per chiedere se fosse disponibile una valvola, un pezzettino di metallo del valore di 2 - 4 euro. Per la sostituzione mi sarei arrangiato ovviamente, basta infilarlo manualmente a pressione nel tubicino di gomma che esce dal cuscino. 

Il ragazzo del laboratorio, viste le foto che avevo allegato con tanto di marca, modello, numero seriale e nome del produttore, mi richiama con la lieta novella: "occorre spedire il prodotto al produttore che lo guarderà, deciderà cosa farci e valuterà se è riparabile, la valvola non viene fornita come ricambio"... resto quasi senza parole. Per una stupidaggine del genere occorre veramente mandare in assistenza il cuscino? e nel frattempo, un disabile vero, dove si siede? e soprattutto come?? Occorre sapere che un cuscino come quelli costa da 300 a 700 euro ed oltre!! (maledetti approfittatori delle disgrazie altrui!) ed io dovrei accollarmi anche le spese del corriere per farlo vedere ad un "ingegnère" che dopo aver studiato ed essendo lui Dottore decide il da farsi? scherziamo davvero?. 

Chiudo la telefonata con i ringraziamenti di rito, per la cortesia dimostrata dal negoziante e per essersi attivato. Ed allora?

  1. Scendo nel mio hack-bunker blindato dove eseguo le riparazioni, 
  2. cerco i copertoni e le camere d'aria sostituite (sì non le avevo buttate e nemmeno lasciate al negozio di riparazioni, sono mie e me le tengo io per farci quello che mi pare, altro che rifiuti speciali). 
  3. Taglio la valvola di gonfiaggio dalla camera d'aria, 
  4. col tornio smusso la parte finale sporgente, 
  5. infilo la valvola nel tubicino del cuscino, 
  6. gonfio il cuscino e rimetto il tappino di plastica. 

Prova bacinella superata, cuscino riparato, tiè produttore avido di m*rda!! Vaffanchiulo a te ed al tuo fatturato di giada! Che tu possa strafallire per sempre senza possibilità di riprenderti, e vaffanchiulo ai tuoi ignari azionisti col suv e con gli abiti griffati, che dio vi strafulmini, ANATEMA e FATWA forever! Alla prossima. 

P.S. le crocchette del gatto sono finite. Ripeto: le crocchette del gatto sono finite.

venerdì 16 ottobre 2020

FixPoint Ep5 soldering station (diagnostica)

FixPoint Ep5 soldering station
In attesa arrivino i componenti per la riparazione dell'alimentatore nel precedente promemoria, decido di dare un occhiata al saldatore regolabile FixPoint Ep5, preso tanti anni fa al volo in un negozietto di elettronica. Ha un problema. Riscalda per bene, si sentono i beep beep quando si regola la temperatura ma il display è completamente morto, spento, non funziona, per cui non si sa a che temperatura è impostata la punta (ed è un problema per chi deve lavorarci anche a livello hobbistico).

FixPoint Ep5 soldering station

Si tolgono i 4 tappini dal fondo per scoprire le 4 viti torx che fissano il coperchio alla base. Dentro un semplice circuito a microprocessore, basato su un Atmel AT89C2051-24SU. Il funzionamento è abbastanza semplice ed intuitivo. Un trasformatore fornisce 24 e 15 volts AC. Un diodo smt M7 (1N4007) raddrizza a semionda i 15 volts AC e li spara dentro un regolatore a 5 volts un 7805. L'uscita a 5V è per alimentare il processore e tutti gli altri componenti che non hanno a che vedere con l'elemento riscaldante. Quest'ultimo è alimentato a 24Volts AC attraverso un triac BT136 il cui gate è collegato al processore. Due fili, che provengono dalla punta dello stagnatore, sono il termistore per "misurare" la temperatura (una resistenza PTC) e avvisare il processore attraverso un paio di integrati (presumo dei comparatori operazionali). Alcune uscite del processore vanno dentro una goccia di "cemento" nero le cui uscite vanno direttamente collegate al pannello LCD. Ecco. LCD bare glass senza sigle, senza indicazioni... una bestia nera non documentata...in rete non si trova nulla che possa aiutare come testarlo (o forse si).

Testo i componenti e funzionano tutti. L'unico componente che non ne vuole sapere è l'LCd che non si illumina nemmeno. Presumo sia guasto il circuito cementato, non ho altre spiegazioni, ma è impossibile da sostituire, per cui devo buttare il tutto e scegliere un altra marca di stazione saldante regolata (dato che il ricambio sembra proprio non esistere nel vostro pianeta). 

FixPoint Ep5 soldering station

Per ora, sto pensando seriamente di togliere il circuito e l'lcd (e tenere il resto), sostituendolo con una soluzione alternativa, magari con un arduino ed un pannello O-led. Ho già visto qualcosa in rete, da adattare ai valori di questo saldatore. A freddo (temperatura ambiente) il temistore misura 2 ohm, presumo sia una specie di PTC la cui resistenza aumenta con l'aumentare della temperatura (farò dei test). La sfida sarà ricreare la corrispondenza resistenza/temperatura con delle prove pratiche. Per riscaldare la punta, credo sia sufficiente un controllo del tipo on-off, con un PID che confronti la temperatura impostata con quella raggiunta (così recupero il triac). Non è impossibile, serve solo un pò di tempo, studio e voglia. L'unico problema è la scelta del display... non ho nulla di recupero per le mani e mettere quelli a 7 segmenti mi pare un pò troppo retrò, vorrei fare una cosa figa. Anche adattare i nuovi componenti sarà interessante, vedremo. Alla prossima.

Aggiornamento del 20.10.2020

sto cercando di ricostruire lo schema elettronico della basetta con Kikad, con calma, a tempo perso. 

P.S. La rana non esce dallo stagno. Ripeto: La rana non esce dallo stagno.

giovedì 15 ottobre 2020

Chicony CPB09-007A (diagnostica e riparazione)

Chicony CPB09-007A
In attesa di farmi venire in mente come individuare il componente guasto nel tablet descritto nel post precedente, decido di fare un pò di spazio sulla scrivania e tentare di riparare uno switching. Qualche post fa, ho descritto il blackout del laboratorio e l'individuazione del PC che faceva scattare l'interruttore generale. L'alimentatore (sì, era lui il colpevole vostro onore) da allora è rimasto in attesa mi venisse voglia (e tempo) di aprirlo e capire cosa mai ci fosse che non funziona. Uno switching cinese, Chicony modello CPB09-007A da 19 volts 6,84A 130 watt (perfetto eventualmente come alimentatore da banco per testare i portatili in riparazione).

Chicony CPB09-007A
Apro il case alla ricerca visiva di componenti sfiammati, segni di bruciatura o altro di anomalo: nulla, tutto a posto. Inizio subito col tester in diode mode. Di solito il colpevole è nella parte di ingresso, il ponte raddrizzatore, i soppressori, il fusibile, qualche condensatore di filtro...misuro un corto fra + e - parto dall'ingresso e mi addentro cautamente nella giungla di componenti... stacco uno ad uno i sospettati, controllo se il corto c'è ancora, e li testo... tutti a posto ma il corto c'è ancora. Proseguo. Vado verso la parte di switching, dove di solito ci sono i mosfet ed i diodi di potenza... qui trovo due componenti in corto. Un diodo BYV29x-600 della NXP da 500volts 9 ampère (che il tester me lo classifica come resistenza da 1,98 ohm) ed un mosfet 11N65C3 da 650 volts 11Ampère... vanno sostituiti senza indugio.

Chicony CPB09-007A
Dopo lunga ed accurata ricerca di un pezzo compatibile dal mucchio di componenti di recupero, non trovo nulla di adatto e mi toccca ordinare. Minimo 5 pezzi per ciascuno, più spese spedizione... 17 euri!!... ordine online dato che il negozietto di componenti vicino a casa ha chiuso i battenti e comunque non ho la macchina per andare presso un altro negozio...(l'e-commerce non conviene con certi commercianti approfittatori)... e così il miraggio di riparare a costo zero se ne va in fumo, assieme al budget del mese. Devo ora pensare cosa togliermi di bocca quando tenterò di fare la spesa, con il magone che forse la sostituzione di questi due componenti non sarà sufficiente a riportare in vita l'alimentatore. Si certo, per risparmiare avrei potuto ordinare dai cinesi a condizioni più vantaggiose, ma di stare due mesi con l'alimentatore sbudellato sul tavolo del laboratorio già ingombro di suo... proprio no. E poi, mi chiedo ancora: riparare l'alimentatore di un vecchio biprocessore (Dell Vostro 320 all-in-one) ma ne vale la pena?Forse sì, è una questione di orgoglio personale e di cercare la soddisfazione e l'autostima che dà tanta sicurezza nelle relazioni "social" (ormai azzerate dal covid19). Boh, smetto di farmi domande stupide ed inutili e proseguo.

Ora attendo il corriere, BRT, quello famoso per il lancio dei pacchi in giardino senza nemmeno suonare il campanello, quello specializzato nella consegna di avvisi di mancato recapito senza nemmeno provarci, quello con la responsabile di filiale di zona scorbutica e maleducata che tratta male i clienti che le pagano un immeritato stipendio... incrocio le dita e mi tocca solo sperare vada tutto bene. Alla prossima.

Aggiornamento del 20.10.2020

ho trovato un altro componente guasto, uno dei due BH30100G dello stadio finale, Switch‐mode Power Rectifier 100 V, 30 A. In pratica due diodi FAST con il catodo in comune ed altri 17 euri che mi tocca prenderne 10!! Spero che il BANG!! con a corredo la scintilla di ordinanza al collaudo non abbia danneggiato altri componenti che, per sicurezza, ho nuovamente rimosso e controllato (tutto ok per fortuna). Se sostituendo questo doppio diodo l'alimentatore ancora non va, allora una delle cause potrebbe risiedere nei microscopici componenti SMT dell'elettronica di controllo dello switching (ad un analisi visiva sembrano a posto). In al caso, mi arrendo perchè non posso sostituire i componenti a casaccio senza saperne il valore (non misurabile se guasto). Vedremo di inventarci qualcosa. 

Aggiornamento del 30.10.2020

OK, 1 a 0 ha vinto lui. Mi pare di rilevare che il problema risiede nei trasformatori. Non potendo sostituirli (a meno di non avere una donor board) lascio perdere. Vorrei però offrire la possibilità di riparare a qualcun'altro, sicuramente più abile di me. Metto a disposizione in un kit di riparazione tutti i componenti sani, testati uno ad uno che ho dissaldato, confezionato ed etichettato. Per tentare di riparare questo alimentatore ho dovuto ordinare i componenti già elencati, in due spedizioni, costretto poi a prendere 10 mosfet quando in realtà me ne serviva solo uno. Risultato? ho speso in tutto 34 euro!! e mi ritrovo con un alimentatore guasto e dei componenti nuovi che chissà mai quando riuscirò ad utilizzarli. Il kit lo vendo  solo per recuperare in parte il mio fallimento e dare ad altri la possibilità d farcela se accetteranno la sfida e, perchè no, far bella figura gratificando il proprio ego. In bocca al lupo. 

P.S. la tenda di damasco è garrula. Ripeto: la tenda di damasco è garrula.