lunedì 2 marzo 2015

De Longhi Espresso ECO310.V (riparazione)

vedi aggiornamento 2018 con maggiori dettagli e consigli
vedi come decalcificare ecologicamente ed efficacemente
 
Il solito "ospite" a cui si deve offrire il caffè espresso e la macchinetta inizia a spandere acqua a fontanella, dall'interno. Perde acqua non dalla guarnizione sottocoppa ma da dentro... oi oi... son dolori. Non si tratta di un banale "guasto" da usura della guarnizione sottocoppa che sigilla l'erogatore, spero solo si sia sfilato qualche tubicino. Urge riparazione immediata, senza caffè espresso in casa...giammai! il caffè è un diritto fondamentale dell'uomo e guai a toccarlo!
La macchinetta viene immediatamente portata in laboratorio e si parte con la riparazione fai da te (e fanchiulo ai riparatori professionisti da 60 euro solo per diritto di ispezione).
Vediamo l'hardware:
De Longhi Macchina da caffè espresso Cat. MN Type ECO310.V (non molto documentata in rete). Di un manuale tecnico nemmeno l'ombra, che spieghi come aprire ed ispezionare l'interno, niente part list con codici originali da ordinare. Occorre ingegnarsi e provare, sperando di non rompere nulla. Allora, si inizia con le viti a vista. L'obiettivo è estrarre tutta la meccanica interna, anche per fare in modo che sia agevolmente possibile un lavaggio a fondo delle parti in plastica, che inevitabilmente si incrostano con la polvere del caffè (a casa mia le cialde sono vietate per legge! uno spreco inaccettabile e rifiuti in più da smaltire... not eco friendly).
Somtaggio
  • Svitare le 4 viti con testa a croce in prossimità dell'alloggiamento del cavo 230V nella parte inferiore. 
  • Svitare le 4 viti di sicurezza incassate, sempre nella parte inferiore, con testa T20 Torx (serve la punta T20 forata al centro)
  • Togliere la vite con rondella che tiene fissati i due tubi di plastica trasparente ove si incastra il serbatoio dell'acqua
  • Togliere la manopola del vapore (cappuccino) ad incastro (no brugole o viti di fissaggio, è solo incastrata a pressione)
  • Togliere le due vitine nella parte posteriore in prossimità del coperchio "cromato" porta tazze.
  • Togliere 2 viti con testa a croce nella parte posteriore in prossimità dell'alloggiamento del serbatoio dell'acqua. 
  • Togliere 5 viti nella parte inferiore del lato che alloggia l'erogatore. Occorre un cacciavite con taglio a croce ed il manico corto. Se si usano le punte ad innesto occorre trovare un porta inserti che entri nei fori che incassano le viti (vedi soluzione). 

A questo punto si riesce ad aprire il tutto ed ispezionare l'interno. Mancano ancora pochi passaggi per estrarre il corpo caldaia con tutto l'impianto di fili e tubicini. Appena aperta, il problema è immediatamente evidente. La valvola antigoccia della pompa di mandata si è rotta (il pezzo a destra dovrebbe andare avvitato nel rimanente pezzo in alto a sinistra). Incollare? no, meglio sostituire. Maledetta plastichetta. Ti vendono la macchinetta decantando la qualità della caldaia, ma si dimenticano di dire che alcune parti sono di plastica, guarda caso proprio le valvole che sono soggette a pressione e vibrazioni inevitabili, nonostante i gommini antivibrazione che tengono la pompa "sospesa" e libera di oscillare. Un pezzettino da 5 euro e la macchina che attualmente è venduta a più di 120 euro... si ferma, inutilizzabile.  Fortuna vuole che il ricambio è reperibile in rete, sia su ebai che nei negozi di ricambi, dai 5 ai 7 euro circa. Qualche click, 10 euro per corriere e contrassegno (carta di credito scarica...sic.) ed aspettiamo.
Nell'attesa, per estrarre tutto l'interno e permettere il lavaggio a fondo delle parti in plastica, occorre togliere le due viti con testa a croce che tengono ferma la pulsantiera e le viti che tengono in sede la base metallica su cui è fissata caldaia e pompa dell'acqua. Una volta tolte le ultime viti, l'interno si sfila dalla parte superiore (volendo, si possono togliere i fast-on del cavo di alimentazione per agevolare l'estrazione). 
La valvola della pompa è avvitata. Si toglie un tubicino e si ruota (attenti alle guarnizioni in gomma ed a quelle metalliche). I tubicini di plastica sono innestati a pressione o tramite una clip metallica da stringere delicatamente con una pinzetta e sfilare delicatamente. Viti, clips, guarnizioni... sono saggiamente da mettere dentro dei contenitori per non perderli. Per evitare di dimenticare l'ordine delle viti tolte e da ri-assemblare al termine della sostituzione, è consigliabile fare delle foto (l'attesa del ricambio di qualche giorno e l'età... ci si dimentica qualche particolare). Livello di difficoltà? Easy.  
Ok. 16 euro di spesa(1)....non è poco se si considera la spedizione ed il pagamento in contrassegno. Magari si poteva risparmiare qualcosa. Se teniamo conto del lavoro, del tavolo da laboratorio che resta ingombro, una mezz'ora per smontare e rimontare.... chiedere 30 euro è troppo? No, pare un prezzo onesto a cui aggiungere, iva, tasse, balzelli vari che vanno al socio occulto avido e spendaccione. Ciao.

P.S. Alì Babà è senza i 40 ladroni. Ripeto: Alì Babà è senza i 40 ladroni.
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(1) in realtà avrei speso 15,89 ma il corriere, presi i 16 euro gira i tacchi e se ne va senza dire nulla. Mi aspettavo un tentativo di erogare il resto al quale avrei risposto "tenga pure" ovviamente. No. Così non va, fosse anche un centesimo... ma sono i miei, me li sudo con il lavoro e devo essere solo io a deciderne la destinazione e nessun'altro....next time...my turn. 

martedì 24 febbraio 2015

Un sistema (poco)operativo

Periodicamente,  per fortuna saltuariamente, devo avviare nel PC su cui lavoro ogni giorno la partizione di quel sistema che non voglio nominare, perchè solo a farlo porta una sfiga nera, ma nera di quelle potenti. Devo avviarlo in quanto alcuni produttori promettono cose che poi puntualmente non mantengono, tipo "funziona sotto linux" senza mai specificare il tipo di distribuzione o le dipendenze necessarie. Anche nel caso in cui le dipendenze sono soddisfatte... c'è sempre qualcosa che non funziona a dovere, nonostante le promesse. Oggi, devo aggiornare il firmware di un aggeggio seguendo le istruzioni su iutùb che mi suggeriscono, per evitare intoppi, di usare quel sistema. Ok, ci può stare ed acconsento. Avvio la macchina... sono le 14:00... il disco inizia a sbatacchiare come un forsennato e lo schermo resta completamente nero per parecchi minuti, per poi fermarsi ed alla fine far intravedere a tratti il logo maledetto della Corporation che lampeggia non poche volte (scompare e riappare). Il disco continua a sbatacchiare ed alla fine mi viene proposto il desktop. a questo punto partono i soliti programmi che non ho mai installato, fra cui Messenger (mai usato, mai installato...da dove salti fuori non si sa), oltre ad altri antivirus tipo Defender mai aggiornati che non mi interessano (non ricevo posta e non navigo nei siti porno con quel sistema), fanchiulo gli aggiornamenti inutili.
A questo punto parte la saga degli aggiornamenti ulteriori che silentemente il sistema inizia a scaricare senza alcun avvertimento, non senza avvisarmi di aver configurato quelli installati dopo l'ultimo spegnimento. Lasciamolo fare poverino, anche senza avergli dato il permesso esplicito. Avvio Firefox... vado su iutùb ed inizia ad avvisarmi che firefox è vecchio e non supportato, flash player è vecchio e sono a rischio, adobe reader è vecchio a sono a rischio...caxo! cosa rischio? boh...non lo dicono ma la minaccia sembra seria data la sintesi. Aggiorniamo dai, altrimenti non riesco a procedere. Nel frattempo l'8 core inizia a scaldarsi e la ventola inizia a soffiare come un gatto incazzato (con linx non lo fa quasi mai) anche se sembra che apparentemente il PC non stia facendo nulla di nulla, almeno non mi avvisa di cosa sta facendo. Firefox download, flash download... pigio i bottoni proposti, clicco sugli eseguibili scaricati e l'installazione inizia... ad un certo punto flash mi dice di chiudere firefox... l'ho chiuso ma flash "lo sente" ancora aperto... è chiuso ma aperto, che figata di sistema... devo riavviare ma.... il sistema invece di ubbidire inizia ad installare gli aggiornamenti silentemente scaricati... e va avanti parecchio....aspetto, 6 aggiornamenti.... la cosa buffa è che ordino di spegnersi ed il sistema fa un pò il caxo che gli pare... installa, lui, invece di spegnersi. 
Provo a riavviare, alla fine, ma compare una scritta Registry qualcosa ed il sistema si rispegne quasi immediatamente, wow. Riavvio ed il sistema parte ad installare e configurare gli aggiornamenti, poi con calma, moolta calma, si riavvia iniziando la solita tiritera.... avvio programmi non richiesti, lancio di avvisi di aggiornamento di Defender, ecc,ecc... ed io aspetto pazientemente di poter iniziare a fare le mie cose. Termina l'avvio, ovvero termina finalmente di mostrarmi il desktop e... parte l'aggiornamento di Java Auto Updater. Mavaffanchiulo! Scarica l'installer, poi scarica l'aggiornamento, poi installa l'aggiornamento, ed io aspetto che il sistema "operativo" mi metta in condizioni di inziare a fare le mie cose che anch'io vorrei essere operativo. Nel frattempo provo ad avviare Firefox ed andare su iutùb ma il video non si vede... an error has occouured. Please Try again later... anche iutùb mi invita ad aspettare, è una congiura. Chiudo firefox ma java mi chiede se voglio installare Ask Search app (proponendomi le caselle già spuntate che se non si sta attenti ci si ritrova con le solite schifezze impossibili da rimuovere). Tolgo la spunta e termino l'installazione di Java. Ovviamente rivvio il tutto, again!, aspetto l'installazione degli aggiornamenti, aspetto la configurazione degli aggiornamenti al riavvio, aspetto che partano i programmi da chiudere, li chiudo... alla fine riesco a partire con le mie cose....15:10.... un ora abbondante del mio tempo per quella schifezza di sistema che fa un pò quello che gli pare, lavora per conto suo senza istruzioni da me impartite, totalmente fuori controllo, un virus insomma. In tre minuti netti riesco ad aggiornare il firmware, spegnere e riavviare linux. Che fantastica user experience!
Ora...è tempo di alcune considerazioni. Alcuni utonti, sembra la maggioranza, considera "normale" un comportamento come quello descritto. Non avendo riferimenti a paragone, lo considera un ottimo strumento per lavorare..."lavorare".... un ora abbondante per tre minuti di attività. e questo sarebbe un ottimo strumento? Ma come possono giudicare se non hanno mai visto altro in vita loro? Forse si basano sul sentito dire di altri? boh. Il mistero del vuoto mentale mi ha sempra affascinato. Utonti imbecilli e catatonici ne conosco sin troppi. Mi immagino un intervento di assistenza presso il loro sistema... un ora retribuita ad aspettare che termini i suoi comodi... magari un pensierino lo faccio se poi devo lavorare effettivamente solo 5 minuti, in caso di lamentela è sempre colpa di quel sistema. E poi... che possibilità ci sono con quella skifezza?? accendi, spegni, accendi, installa, disinstalla, riavvia, aspetta... wow che professionalità. Ma vaffanchiulo!

P.S. Abelardo passeggia al tramonto. Ripeto:  Abelardo passeggia al tramonto.

giovedì 19 febbraio 2015

Telefunken TE19880-N15 (repair in progress)

E questa volta è toccato al televisore ad entrare in sciopero. Non il mio ovviamente, da moltissimi anni non ho la TV, ma quello della compagna e che viene usato unicamente per spegnere il cervello dopo le dure giornate di lavoro, quando si ha poca voglia di conversare e tanta voglia di dimenticare ciò che ci succede per colpa degli unani maledetti che infestano questo pianeta. 
Il modello in questione  è un Telefunken modello TE19880-N15, un 19 pollici acquistato al supermercato un pò di anni fa (era in offerta ma io non c'ero, altrimenti avrei convinto l'acquirente a desistere e reinvestire la somma in cose ben più utili). Il sintomo? Lo si accende col telecomando, la spia rossa frontale si accende e spegne on off ad intervalli regolari e si nota un breve lampeggio dello schermo. Le lampade di retroilluminazione non si accendono ed il TV non si accende (no immagine, no suono). Evidentemente è un problema di alimentazione. L'alimentazione è fornita da una scheda Vestel in sigla 17IPS16-14 020210 V1 con codice 20522876. Quest'ultimo codice è importante in quanto con la sigla 17IPS16-4 ce ne sono una quasi infinità di varianti, ognuno per ogni modello su cui è equipaggiata (e non sono intercambiabili fra loro). Serve quindi proprio il suo modello, altrimenti si rischia di fare danni. Lo schema sembra disponibile in rete... ovvero ce ne sono un paio di versioni, con delle differenze e non si riesce a capire bene quale sia lo schema giusto. Ad ogni modo, anche con uno schema non proprio esatto si riesce a comprendere cosa e dove cercare.... Da una ricerca in rete, l'alimentatore in questione è out of stock... occorre ordinarlo... e qui inizia l'odissea... ne ho trovato uno da ordinare in slovacchia a 18 euro più spedizione, ma il sito è solo in slovacco e google traduttore non traduce le pagine che dovrebbero perfezionare la transazione. Altre schede si trovano in inghilterra ad un prezzo che, spedito fa lievitare la somma a 45 euro. Un solo sito in italia spara 59 euro più la spedizione... troppo... e poi si lamentano che c'è la crisi, si, si, certo, certo, come no. Per non parlare di quei link, troppi, che gugòl propone nelle prime posizioni e che non conducono a nulla di utile se non a delle pagine che parlano di tutt'altro. 
Su ebai ho trovato un privato che vende il TV completo...senza garanzia e senza imballo, acceso solo una volta... come no, ci credo... 59 euro più 20 di postacelere... maledette poste... 80 euro è un pò oltre il mio budget, anche se un 19 pollici LCD (anche di altre marche) non si riesce a trovarlo a meno di 130 euro.... Se lo trovo al max 49,95 euro spedito lo prendo altrimenti... NO....ma... allora??
Allora si prova a riparare... occorre fare attenzione se si procede con misurare le tensioni... sulla scheda dovrebbero esserci i 400V che alimentano le lampade CCFL... moooolta attenzione (altrimenti...fulminatevi dai, che siamo in troppi su questo pianeta). Per la diagnosi si parte dall'ingresso ed uno ad uno si testano i vari componenti... serve un dissaldatore, un capacimetro che misuri anche l'ESR, un prova diodi, un tester, tanta pazienza, specialmente quando durante le prove si rompe il display della stazione saldante (povca tvoia!) e poi si rompe anche il capacimetro (povca puttana!!!!), e ci si accorge di essersi dimenticati di acquistare le punte di ricambio dello stagnatore, del succhiastagno a pompetta (uno dei quali si è definitivamente rotto!! povca maiala!!!!!) e del succhiastagno quello più professionale. Vabbè, si va avanti lo stesso con le prove ed i test con i potenti mezzi a disposizione...ci si arrangia un pò come meglio si può. 
Per ora ho trovato un condensatore di filtro con capacità diversa da quella stampigliata. Successive indagini mi hanno quasi convinto che è guasto il trasformatore SMP T800 (sempre se la piedinatura dello schema è quella giusta). Ora ho il problema che non riesco a trovare il ricambio e sono punto a capo, col tavolo del laboratorio ingombro da hardware costoso messo ko da un componente che vale pochi centesimi e non sembra reperibile. Le sigle del piccolo trasformatore SMP sono VDE (presumo il produttore)  30068437 SMP-C2331. Gugòl non mi aiuta molto e l'unico link che restituisce è quello di un riparatore con lo stesso problema.... buttare tutto per un alimentatore guasto al quale non si riesce a trovare il ricambio (ammesso che poi sia quello, non ne sono certo, potrebbe essersi guastato)...nono prima devo tentare tutto il possibile. Provando ad alimentare il televisore senza collegare le lampade, la spia stand-by resta accesa, il che rafforza l'ipotesi che ci sia qualcosa di circoscritto sui 400 volts, o forse no, che caxo ne so? boh. 
A questo punto non so proprio cosa fare.... continuare a rompere i c*glioni a mezzo mondo per il pezzo o buttare tutto e convincere la compagna che un televisore in realtà è un ciòttolo inutile? boh. E' un pò frustrante trovare il guasto e non poterlo riparare. Pensavo di generare i 400 volt con un circuito a parte.... ci devo pensare... alla prossima.

P.S. papi ciulo è in cantiere. Ripeto: papi ciulo è in cantiere.

Aggiornamento: riparato

giovedì 5 febbraio 2015

Spamassassin Tool V.pre-Alpha

Ho ripreso con lo sviluppo di software, giusto per rilassarmi. Sì perchè se si programma senza un capo bastardo che ti soffia sul collo per metterti fretta ed ansia, senza l'utonto che crede di sapere tutto lui e che ti chiede di sviluppare cose stupide ed inutili... senza rompicogli*ni... programmare è rilassante e ci si diverte pure. 
Ho terminato "orora" un programmino di utilità in free pascal (Lazarus IDE) che prende i messaggi di posta elettronica indesiderata, lo spam che manualmente deposito in una cartella apposita (/home/utente/Maildir/.Junk) in quanto non sempre i filtri bayesani fanno il loro dovere (poverini, li capisco), esegue un parsing testuale per capire chi è il mittente, filtra la lista ottenuta per eliminare i doppioni, ordina per dominio o per indirizzo per verificare se i soliti spam-bot creano indirizzi in sequenza preordinata, memorizza il tutto nella blacklist di spamassassin con il formato richiesto (/etc/spamassassin/local.cf). Manca solo l'inserimento automatico delle wildcards per bannare interi domini se necessario, tipo i .ru  .tw .cn per capirci, tanto i caratteri cirillici o gli ideogrammi cinesi non li conosco e non mi interessano proprio.  Tutto automatico, basta lanciarlo con i privilegi di superutente tramite un cron e non ci penso più e fanchiulo agli spammer. 
Ci ho messo solo un paio d'ore. Fosse stato un prodotto per qualche cliente, come minimo sarebbe servita una settimana. Già, perchè avrei dovuto implementare i controlli anti utonto, l'help, gli hint per ogni componente a video, e chissà quale altra funzione inutile ma percepita come scontata e sempre compresa nel prezzo. Da dire che con Webmin la funzione per bannare le e-mail è già implementata, ma dall'ultimo aggiornamento, l'1.730, non funziona più, o meglio non riesco a vedere le cartelle che contengono i messaggi sa spammare.... non ho risolto.... non ho voglia di perderci ulteriore tempo per capire cosa non va... pertanto mi sviluppo un programma che lo fa a modo mio, implementando certe figate di funzionalità iper personalizzate, a me riservate, introvabili, esclusive ed utilissime... he he he... tiè, così faccio prima ed ho ciò che mi serve.
Non programmo più per soggetti terzi, non se lo meritano, o meglio si meritano certi programmatori disposti a chinare sempre il capo ad ogni richiesta isterica (e puntualmente trasformare il progetto in una cosa da buttare e rifare), e si meritano pure quei commerciali che riescono a vendere a peso d'oro anche le banalità più assurde, ben vi sta. Del resto ve la siete cercata ed a furia di cercare, alla fine, si trova sempre una "soluzione". Programmare mi rilassa, specie quando inizio a vedere i risultati, a constatare che le cose funzionano e verificare che riprendere la mano dopo tanti anni di fermo... bèh.... è come andare in bicicletta e la ruggine dopo qualche minuto si scioglie... alla prossima. 

P.S. Matteo ha il colera e Roberto è brutto. Ripeto: Matteo ha il colera e Roberto è brutto.

venerdì 30 gennaio 2015

Laser pointer 5mW

Càpita (solo ai dementi come me) di passare dal benzinaio di periferia e trovare un espositore pieno di puntatori laser da usare come portachiavi. Un rapidissimo interrogatorio e... dopo aver appreso che il gestore li tiene sul bancone da una vita, rilevato che alcuni di loro hanno le batterie esplose e sono praticamente da buttare, considerato il volume di vendita (uno ogni 2 anni) ed il margine di guadagno irrisorio, indegno anche per un povero del bangladesh... beh... se proprio li butti... dalli a me che ci gioco un pò. Presi!. Dei portachiavi di fattura cinese, tutti con lo stesso numero di serie 2008108 (sembra in realtà una data siglata però con S/N)
Non so ancora come riutilizzarli ma sicuramente il diodo laser a qualcosa potrà servire prima o poi... magari per una livella elettronica, un indicatore di taglio per la sega circolare, un indicatore per la bici.... boh, qui non si butta nulla. 
Il ciòttolo è alimentato da tre batterie a bottone AG3 (tensione residua media 1,44 volts cadauna) per una potenza inferiore ai 5 millliwatt (luce rossa a 650 nm +/- 10% ...da crederci). Di tagliare qualcosa nemmeno a pensarci. Provo a smontarne uno per verificare l'assorbimento del modulo laser... 15 mA di assorbimento alla tensione di 4,16Volts, molto vicina ai 5 volts di una presa USB e sotto la corrente massima che la stessa può erogare. In serie al led laser, una resistenza smt marchiata 750 (75ohm). Con questi valori il laser può essere tranquillamente comandato da un piccolo processore senza troppe preoccupazioni, non senza prima aver provato alcune modifiche. Sostituisco la resistenza da 75 ohm con una da 100 ed alimento il tutto a 5volts...funziona egregiamente. Si potrebbe provare anche a mettere una resistenza da 47 ohm e provare con i 3,3volts standards (dovrebbe funzionare). Il negativo va collegato in prossimità della molla mentre il positivo va collegato a dove prima c'era l'anodo del led bianco (in trasparenza è il pezzettino metallico più piccolo). In foto si vede che ho usato una resistenza da mezzo watt... la fretta... non avevo voglia di cercarne una più adatta. Si protegge il tutto con un tubetto termorestringente et voilà, pronta per qualche nuovo utilizzo. Come ultimo tentativo di modding... girare la lente frontale con un cacciavite per cercare di ottenere un puntino più definito (dubito ma tentare non nuoce)
Ora devo procedere con alcuni esperimenti ludici, utilizzando dei fotodiodi normalmente presenti nei lettori DVD o nelle stampanti laser, giusto per verificare il funzionamento e provare a realizzare una specie di telecomando codificato.
Ah, mi viene in mente un altro utilizzo... è da tempo che sento parlare dei microfoni laser... non so se è una burla ma tentar non nuoce alla mia curiosità. In linea di principio potrebbe anche funzionare, anche se sarebbe preferibile un bel diodo a luce infrarossa... invisibile all'occhio umano. Intercettare conversazioni senza licenza ed ad insaputa dei soggetti è vietato ma per la scienza questo ed altro. E sempre per la scienza.... questi puntatori sono ideali per far giocare il gatto, che come è noto, è un animale più stupido dei panda e rincorre tutto quello che vede muoversi rapidamente, incurante che è solo un puntino luminoso inconsistente, inodore ed insapore... i gatti.... animali stupidi, si sà. Occorrerà verificare se è vera la storia che il gatto, quando rincorre il laser, poi impazzisce... per mè è una stupidaggine colossale ma potrei divertirmi con quello che di notte viene a rantolare ingrifato come un adolescente in astinenza sotto la finestra della mia camera da letto... mi sa che per quello userò il vecchio metodo.... la fionda. Alla prossima. 

P.S. il micio è rosso e il topo è grigio. Ripeto: il micio è rosso ed il topo è grigio. 

venerdì 9 gennaio 2015

Occhiali fai da te...again!

Ci risiamo... si sono rotti anche questi. E' un regalo, presi da un ottico blasonato con negozio in centro storico... dopo l'esperienza dei cinesi si era deciso di optare per la qualità e spendere un pò di più, ma... trenta euro per quella che si è rivelata una fregatura sono decisamente troppi. Questo modello marchiato centro st*le ha retto poco. Dopo la scrostatura della vernice (plasticone trasparente verniciato a spruzzo) salta anche la montatura, stavolta in prossimità della lente. Viene da pensare che il venditore, il solito commerciante furbetto, o il produttore, il solito "imprenditòr del veneto stato" che sa giusto far di conto ma guadagna fortune reinvestite in troioni, auto e ville faraoniche, si sia rifornito dai cinesi, abbia applicato il suo marchietto presitigioso ed abbia poi proceduto a calcolare i margini principeschi. Mi sbaglio? Nono, mica tanto. Conosco un centro grossisti china export ove si può accedere per acquisti all'ingrosso con partita iva (ma anche senza se non si fa troppo casino). Basta prendersi una mezza giornata e girare fra gli stands ricavati da mega capannoni separati e frazionati in loculi da 50 metri quadri con dei tramezzi in carton-gesso. Dentro ci vivono intere famiglie di cinesini (lo si nota per via dei giocattoli lasciati nei corridoi, dagli stendini asciuga biancheria, da sedie e sgabelli lasciati nei punti di ritrovo, dal contenuto dei cestini rifiuti).  Fra gli scaffali ricolmi di paccottiglia si notano ogni tanto dei cartelli "Vietato rubare! Capito?!" che in italia il furto è considerato ormai un peccatuccio veniale dato il modesto valore della merce sottratta.
La clientela? Commercianti ed industrialotti de noantri, che arrivano col mercedes o col suv super accessoriato e comprano ad uno per rivendere a cento. Nei nostri negozietti si trovano le stesse cianfrusaglie e gli stessi straccetti che si comprano a pochi euro. Poche trattative e poche domande, si compra una certa quantità, non importa il prezzo che di solito è incredibilmente basso e si carica l'auto per rifornire il negozio in centro... tutto made in cina e forse, dico forse, qualcuno cambia etichetta perchè "la qualità è importante". Ho provato anch'io a chiedere informazioni tecniche cercando un USB power bank... "da quanti milliampère/ora è questa batteria?" dato che la confezione non riporta il dato... il cinese alla cassa sorridendo mi risponde "cinquemilaaa!"..."Eh?" dico io e lui "...60 percentooo..." sempre col sorriso... risposte a cazzo tanto lì quando gli fa comodo fanno finta di non capire la lingua ed ignorano completamente il significato del termine "garanzia".  E vabbè, l'ennesima fregatura indiretta. Ora la soluzione sarà un modding alla montatura ed un pò di epossidica bicomponente... taglio la parte inferiore della montatura, che non serve, ed incollo le lenti, tanto sono di plasticone ed è difficilissimo che cadendo si scheggino. Fai da te e l'economia si affossa, così sfachiuliamo commercianti disonesti, industrialotti furbetti e cinesini spiritosi. Alla prossima.

P.S. Guand Dong Hua Wei. Ripeto: Guand Dong Hua Wei.

martedì 6 gennaio 2015

e stasera mi voglio sfogare....

...sì, perchè da domani si ricomincia con il solito correre dentro la ruota del criceto e l'idea del perchè lo faccio ogni tanto mi deprime, giusto quel poco che mi ci vuole per ricordarmi perchè corro in tondo senza trovare un punto di arrivo. 
Dedico più tempo alle persone a me carissime di quello che servirebbe per sentirmi realizzato e ciò, a volte, mi lascia perplesso constatando che gli sforzi profusi non sortiscono l'effetto desiderato. Tanto vale iniziare ad investire il mio preziosissimo tempo per le cose che mi appassionano veramente e che mi possono tornare utili per guadagnare in pò di spiccioli utili a realizzare i miei obiettivi mai a pieno condivisi da chi considero meritevole delle mie attenzioni.  
Confesso di avere delle enormi difficoltà a condividere la mia visione del futuro, della società, delle cose che ci possono portare al benessere interiore, dei metodi propedeutici a vivere in pace con l'universo, consapevole che siamo costantemente bombardati da messaggi e stimoli sbagliati e dannosi....ma perchè dovrei farmi capire? Ho deciso quindi di procedere con l'ignorare tutto ciò che mi suggerisce di desistere e perseguire in silenzio e senza pretese di proselitismo tutto ciò che la mia fragile mente ritiene "giusto", fanchiulo alle seghe mentali dei filosofi da quattro soldi ed agli scienziati prezzolati in vena di boria accademica. Quindi se, ad esempio, deciderò di prendere l'energia del sole di giorno per produrre energia elettrica, immagazzinata in parte per produrre idrogeno che di notte che produrrà a sua volta elettricità, non starò ad ascoltare i soliti idioti in vena di disquisizioni di costi di realizzazione, efficienza, rendimento, rapporti costi/benefici, bilanci energetici ed altre stronzate tipiche degli ingegneri strafalliti, schiavi di leggi accademiche vecchie ed obsolete propinate da multinazionali maligne o da professoroni al soldo dei ricchi. Me ne frego. Lo farò per mè e non starò a sentire discorsi del tipo "fallirai"... non mi interessa. Se l'input è gratis, l'output sarà gratis meno le perdite che sono gratis, punto.  Lo farò per me stesso e non per salvare l'umanità dalla schiavitù del petrolio.... se sono schiavi è perchè lo vogliono, punto. E se a qualcuno verrà in mente di tassare la luce del sole... me la prenderò abusivamente. Stronzi, bastardi, fottuti, non mi avrete mai. Fanchiulo. 

P.S. la gabbia è aperta. Ripeto: la gabbia è aperta.

martedì 30 dicembre 2014

TOP IN LED lamp teardown



Una lampadina a led permette un bel risparmio sull'energia elettrica in quanto a parità di lux emessi consume molto meno rispetto ad una lampadina ad incandescenza. Il suo costo abbastanza elevato è ammortizzato in breve tempo... se non si rompe prima del previsto. Già perchè a vole risparmiare sulle lampadine a led occorre metttere in preventivo anche la qualità costruttiva e di progettazione dei circuiti di controllo. Questo modello l'ho preso su ebai tempo fa ad un costo inferiore rispetto a quelle che oggi si trovano orami anche nei supermercati e nei brico center. Dopo un periodo di funzionamento abbastanza breve, dovuto al fatto che era installata in cantina frequentata davvero poco, la lampadina si fulmina con grande sorpresa.... cosa sarà successo? La curiosità mi spinge ad aprire, ispezionare, capire, verificare. Questo modello è uno dei più semplici da smontare, senza rompere nulla e facilmente riassemblabile al punto che viene da chiedersi se sono disponibili i ricambi dato che una eventuale sostituzione della parte guasta è davvero ridicola.

Per aprirla occorre innanzitutto togliere il cupolino satinato, con un cacciavite piatto lo si rimuove dall'incastro ovalizzando leggermente il corpo plastico nel lati opposti alle clips di aggancio. La piastra che ospita i leds (JML-11061 TYQP-5353-04A4 P3528-18 20111110) è avvitata con due viti autofilettanti che si vanno ad incastrare fra le alette di un dissipatore cilindrico appoggiato sulla piastra con della pasta che conduce il calore. Il dissipatore forato fa passare i due fili che vanno al circuito regolatore a sua volta collegato alla ghiera filettata. La ghiera filettata è a sua volta semplicemente avvitata al corpo plastico, per cui, per toglierla, basta svitarla e sfilare il tutto per le verifiche del caso. 
Con la lampadina smontata (in trenta secondi netti) il problema  viene subito all'occhio... il circuito di regolazione dei led è esploso, annerendo i componenti circostanti. Per la sigla dovrei smontare una lampadina buona ma per ora non credo di approfondire più di tanto. La sigla che si riesce a lebbere sull'intergrato inizia per BP31... il ponte MB10S (forse origine della sovratensione in quanto sembra anche lui andato)
Credo, nel disquisire in tema di qualità, che in questo caso non possiamo parlare di scarsa qualità del prodotto o errore di progettazione dell'elettronica... piuttosto il problema è insorto per un corto ciurcuito provocato da nidi di ragno rinvenuti asll'interno della lampadina. La parte a cono infatti è aperta per lasciar dissipare meglio il calore, lasciando però esposto il circuito (anche se protetto dal solito tubo termorestringente), che andrà inevitabilmente soggetto a contaminazioni esterne (ragni, polvere, umidità).
Da segnalare un incongruenza nelle serigrafie della basette. Il filo rosso è collegato al V+ del circuito stampato mentre è collegato al V- della basetta con i leds (stessa ovvia inversione per il filo bianco). Per cui sarà necessaria un ulteriore verifica col tester per capire la polarità giusta da applicare alla basetta metallica. Sì perchè la piastra che ospita i leds è un lamierino tondo di alluminio con stampate sopra le piste che collegano i leds, tramite strati di isolante. E' di alluminio solo per esigenze di smaltimento del calore. Interessante la soluzione a accoppiamento col dissipatore ad alette che poermette l'utilizzo di componenti "standard" grazie ai quali si riesce a contenere il costo di produzione e conseguentemente di vendita al pubblico (credo di ricordare di averla pagata pochi euro un paio di anni fa). Che dire ancora? Queste lampadine non dovrebbero essere installate in luoghi polverosi o soggetti alla visita dei ragni, quindi niente cantine, sottoscala, falegnamerie, garage, ripostigli od in genere posti poco frequentati ove la rimozione delle ragnatele non è frequente come quella in posti ove si soggiorna abitualmente. Lo stesso modello è in funzione in altre parti della casa e posso confermare che la loro durata è superiore alle lampadine tradizionali. Unico neo, per mea culpa, è che ho preso il modello a luce bianchissima, che a me non piace proprio. Al prossimo giro luce più giallina. Procedo con esperimenti e verifiche dei led da recuperare... stay tuned. Alla prox.

P.S. il prato è gelato. Ripeto: il prato è gelato. 

lunedì 22 dicembre 2014

Vorrei...

....volare via da quest'acqua fetida in cui devo continuamente pedalare per restare su.

P.S. il verme è nella mela. Ripeto: il verme è nella mela.

mercoledì 17 dicembre 2014

Auguri? no grazie...

Se dovessi ripensare agli auguri che mi sono stati rivolti negli anni passati e confrontarli con ciò che si è avverato... direi che gli auguri possano essere considerati la cosa più inutile del mondo, specialmente quando si percepisce che sono più un clichè che un qualcosa che parte dal cuore. Sì perchè è un abitudine quella di fare gli auguri verso la fine di dicembre, non certo desiderio che ciò che viene augurato si possa mai realizare. Lo si percepisce, dai. Tutto l'anno passato a rompere i c*glioni al prossimo, a rubare, a violare sistematicamente non solo le leggi ma anche le più comuni regole di convivenza civile, a cercare di scavalcare gli altri, a sorpassare, ad insultare, a prendere per il c*lo, a disprezzare ciò che fai o ciò che dici, a fare battute idiote sulla razza, sul sesso omo, sulle coppie gay, sugli immigrati ed in genere su chi si considera "inferiore" a loro ... e tutto d'un tratto, magicamente, diventano tutti buoni, in un orgia di buoni propositi che durano giusto al massimo un paio di settimane, giusto per salvare l'apparenza ma comportandosi come se nulla fosse, come in tutti gli altri giorni dell'anno... pensiamoci... durante le "festività", basta andare in un luogo affollato, tipo che ne so, un centro commerciale per esempio, dove si assembrano i "wannabe ma non posso della spesa"... ci vorrebbe uno psicologo per comprendere certi comportamenti, a volte, in verità, anche uno psichiatra gioverebbe. Un attimo prima a spingere, pestare i piedi, parlare a voce alta, sputazzare in giro, palpeggiare la frutta e le confezioni,  tagliare la strada col carrello o lanciartelo in direzione delle caviglie.... ed un attimo dopo....caaariiiisssssimoooooo, aaaauguuuriiiiiiiii e giù a provare a darti dei bacetti.... che cazzo mi baci a fare! essere infetto e contagioso, mica sono un mafioso o un pupazzetto, baciami il c*lo che è meglio. E poi...auuuuguuuuuuuriiii di cosa? che sino a due secondi fa eri a litigare per un parcheggio di m*rda dove mettere la tua auto di m*rda. Che cazzo mi auuuuguuuuuriiii ? eh? Che vuoi? la pace nel mondo? ecco...inizia a non rompere i c*glioni e lascia in pace il prossimo, dài l'esempio che forse qualcuno di sicuro ti seguirà, selvaggio incivile. 
E poi, una cosa che non sopporto e francamente non capisco come posso accadere... avete presente i commessi di negozio? si dai, quelli che devono ricevere obbligatoriamente i peggiori rompic*glioni che esistono sulla terra, i clienti si chiamano, che solo perchè hanno due euro da spendere pretendono di potersi permettere di mancare di rispetto agli altri, si dai, quei morti di fame che non arrivano a fine mese ma non rinunciano al mega schermo 4k full HD con tante prese dietro che nessuno sa a cosa servano ma indicano una cosa figa che devi avere per forza... ecco, dicevo, i commessi, pagati una miseria, alle prese ogni giorno con dei capi incapaci, che devono poi fare gli straordinari e fermarsi con i rompiballe che arrivano 1 minuto prima della chiusura, si dai, gli addetti alle vendite, già bistrattati, sfruttati, vessati, mobbizzati, a rischio licenziamento per un nonnulla... tanto per non farsi mancare nulla, sotto le festività devono anche indossare un ridicolo cappellino rosso bordato di pelo sintetico bianco, che dopo un paio d'ore di corsa fra gli scaffali inizia a puzzare come una capra morta... ma come fanno ad accettare anche questa umiliazione? Tanto vale vestirli da conigli a pasqua, da befana il 6 gennaio, da pagliacci quando c'è il circo in zona... e DEVONO farlo sorridendo ovviamente e, nonostante questo... ti fanno anche gli aauuuguuuriiiiii... brutta testa di minchia, sicuramente dottore destinato a fare lo strafallito a vita, non ti accorgi di quanto sei ipocrita? manco mi conosci, mi consideri a priori un rompicoglioni (io) e mi fai gli aaauuuuguuuriiiiiiiiii? maddechè?... e poi... lucettine ovunque, led cinesi nei posti più impossibili, addobbi da usare una volta l'anno, palle dappertutto, stelle e stelline, babbi pupazzi attaccati alla ringhiera del balcone, renne di plastica, orsi e conigli, dolci e dolcetti, cioccolatini e  tutte le peggiori schifezze che a smaltirle occorrono massacranti sessioni in palestra a soffrire come delle bestie.... ecco....aboliamo il Natale che è meglio.
Aaaaauuuuguuuuriiiii....ma anche no, NO GRAZIE. 

P.S. la pecora è all'ovile. Ripeto: la pecora è all'ovile. 

domenica 14 dicembre 2014

Unani al potere

Il potere, in mano a certi strafalliti, ignoranti come dei lombrichi, è in grado di agire sulla vita delle persone, cambiandone obbligatoriamente le abitudini, le scelte, la visione del futuro, la qualità della vita...in peggio. Chi il potere non ce l'ha, è costretto a subire le scelte scellerate di chi è riuscito, a furia di ricatti e minacce, ad ottenere il consenso di persone schiave, prive di idee, ignoranti e sempre prone ai prepotenti. Il Potere si esercita  meglio dai gradini più bassi, dai consigli comunali, dove accadono cose che voi unani non potete nemmeno immaginare essendo in quei luoghi i controlli assenti e l'opposizione ormai svanita nel nulla, sopraffatta dalla paura. Sono luoghi frequentati, ad esempio, da chi si indigna a fronte dell'accusa di omertà ma un secondo dopo si rifuta di fare i nomi, quando vengono denunciati fatti di una gravità preoccupante. Sono luoghi frequentati da chi ammette pubblicamente, con accorata foga, di conoscere i nomi di chi ha commesso fatti penalmente rilevanti, salvo poi rifiurarsi di  dare indicazioni "per il quieto vivere di tutti"... Camorristi in giacca e cravatta, sedicenti intelligenti, sempre pronti a minacciare chi osa semplicemente porre delle domande. Sempre pronti a modificare le regole quando queste vanno contro i loro interessi. Sempre pronti ad autorizzare (a voce) gli amici e chiudere un occhio sulle conseguenze dannose per la salute ed incolumità pubblica. Sempre pronti ad invocare la sicurezza pubblica salvo poi ben guardarsi dall'applicare le più elementari regole di vigilanza. La motivazione principale dell'opposto rifiuto alle idee di buon senso è ... non ci sono soldi... in realtà per le cose buone che non alimentano i loro conti correnti o per lo meno il loro ego, i soldi non si trovano mai. Camorristi privi di auto coscienza. In pubblico sempre pronti a difendere la "democrazia" (o almeno la loro personalissima visione) ed in privato esercitare tutto ciò che definisce e delinea il mafioso. 
Ed il danno più socialmente devastante che riescono a produrre questi unani, è ingenerare la convinzione che ormai non ci sia più nulla da fare, che la situazione sia compromessa a tal punto da non poter più reagire e tornare (se mai ci fossimo stati, forse nell'immediato dopoguerra) ad una società coesa e collaborativa per il bene comune. Già, il bene comune... anche questo si è trasformato a tal punto che un inceneritore è fattibile per il bene comune, un autostrada o una ferrovia inutile, un ospedale che non verrà mai terminato...per il bene comune di chi? Il bene comune è diventato la motivazione per fare cose ad esso diametralmente opposte, e nella confusione se ne stanno approfittando a man bassa tutti coloro che sono delegati a prendere decisioni, a tutti i livelli, e guai a criticare, guai seri a fare domande. Abbiamo già assistito in passato all'avvento di persone decise ad opporsi a questo stato di cose. Persone corrotte che, fra diamanti, mutande verdi, lecca lecca e lauree facili si sono rivelate peggiori di ciò contro cui si erano schierati, oggi ancora attive dopo aver rispolverato i temi che tanto fanno presa sulle persone esasperate e ridotte male. Stiamo assistendo anche alla lenta trasformazione dei movimenti più recenti, ai piani bassi più orientati a trattare argomenti simili, solo per attirare consenso, non certo per il bene comune. Il filo conduttore che li lega è sempre lo stesso... la nostra delega in bianco senza alcun controllo successivo e costante del loro operato, il consenso silenzioso ed anonimo di una cabina elettorale... al "resto" ci pensano loro, gli unani al potere e gli unani schiavi si sentono felici ed illusi di essersi liberati di una preoccupazione ed incombenza che in fondo li spaventa a morte, illusi di poter prendere il controllo e liberarsi delle catene che li tengono prigionieri. Prima illusi, poi delusi alternativamente, da molti anni ormai.... riusciranno mai a capire? No. Unani. 

P.S. Licio è in campagna e Matteo è alla cassa. Ripeto:  Licio è in campagna e Matteo è alla cassa.

martedì 9 dicembre 2014

O voi o loro

...will need to change how we calculate VAT, and as of January 1, 2015, if you are subject to VAT, you will no longer pay the rate of our Luxembourg office, but rather, of the Member State in which you are located...

Cosa significa? Che a parità di prodotto o servizio, se siete "located" in itaglia, dovrete pagare l'iva al  22% (e non più al 10 o 19%)... senza alcun pratico vantaggio, dato che le tasse da voi in itaglia servono in gran parte ad ingrassare politici, funzionari, morti di fame e rubagalline corrotti. E la cosa buffa, che qui ci fa scompisciare dalle risate, è che non riuscite a liberarvene. Ad ogni tornata, rifate sempre gli stessi errori e nel frattempo girate le spalle a chi invece dimostra con i fatti onestà e correttezza. Per voi non c'è speranza, siete irrecuperabili. Da parte nostra stiamo solo aspettando il tracollo, non abbiamo nessuna fretta. 
Quando accadrà, verremo a comprare... per pochi spiccioli..., le vostre anime. Sì, perchè la crisi non sta distruggendo la bellezza del vostro paese ma le persone. E le persone distrutte si venderanno per poco... manodopera quasi gratis senza andare all'altro capo del mondo...schiavi in saldo, una manna dal cielo per risollevare l'economia, la nostra. Ah, dimenticavo.... non pensate che andrete a ricoprire ruoli dirigenziali, per quelli abbiamo già i nostri. Ci servirà manovalanza specializzata, qualificata sì, ma per pochi euro al giorno, è ovvio. E quando accadrà, aspettatevi di subire lo stesso se non peggior trattamento che per anni avete riservato a chi aveva più bisogno di voi. I diversi diventerete voi. Non ci credete? Poco importa, non c'è problema, continuate a stranazzare e scegliere sempre gli stessi, che anche se cambiano nome non cambia poi molto se chi li propone è sempre lo stesso. non c'è problema. Nel fratttempo, pagate l'aumento e zitti. No all'euro! No all'Europa...certo certo... mandateci ancora di quelli che ci avete già mandato che così ci tranquillizzate e potremo continuare serenamente senza che venga messa in pericolo la nostra di economia.... Noi qui l'iva la paghiamo di meno, voi di più anche se comprerete i nostri prodotti ci fate solo piacere, se non li comprate, prima o poi dovrete farlo che da voi pian piano chiuderanno tutti o quasi. Non abbiamo fretta illustrissimi dottori, autorevoli statisti, rispettabilissimi imprenditori, esimi professoroni del caxo. A presto.

P.S. la cruna dell'ago è stretta, il cammello è ingrassato, novembre non torna. Ripeto: la cruna dell'ago è stretta, il cammello è ingrassato, novembre non torna.

lunedì 1 dicembre 2014

Neon Starter Ballast Spark!

Durante un lavoretto di falegnameria, tipo trasformare due sedie in una scaletta ripiegabile, mi accorgo che il tubo al neon sopra il bancone da lavoro fa fatica ad accendersi. La scarica non si innesca... penso immediatamente al tubo esaurito (strano ha solo 10 anni) e procedo a frugare nella scorta di tubi recuperati da vari smantellamenti di negozi nella fase di post-fallimento (una manna dal cielo questa crisi prolungata). Strano che nessuno di questi funzioni... penso quindi immediatamente allo Starter... è domenica, negozi chiusi (per fortuna) e ... che faccio? Mi viene in mente che in lavanderia ho degli scaffali recuperati da un negozio di fotografia, erano illuminati e per forza ci deve essere qualcosa che fa al caso mio... infatti, all'interno c'è ancora l'impianto elettrico, reattori, starter, interruttori... taac! Prendo lo starter, sostituisco lo starter e... luce fu. Ok. Nella pausa non posso resistere.... devo aprire lo starte rotto e verificare cos'ha! Il problema viene immediatamente all'occhio... usato troppe volte, lo scintillio fra i contatti nell'ampolla hanno consumato le lamine bimetalliche che non stanno più facendo il loro dovere. Bene. Di riparare lo starter nemmeno a parlarne (per ora) ma di spendere due parole su come funzioni si, questo lo si può fare. 
Starter usato vendesi come nuovo
Il tubo al neon è un tubo di vetro, ricoperto internamente da materiale fluorescente, che contiene dei gas (di solito Neon) e una piccola quantità di mercurio. Per accendersi occorre una tensione di innesco della ionizzazione del gas molto più alta di quella necessaria per mantenere acceso il tubo. Inoltre è necessario che i filamenti ai capi del tubo raggiungano una temperatura di 100-200 gradi prima di iniziare ad emettere elettroni che ionizzano il gas e quindi eccitino la sostanza fluorescente che ricopre l'interno del tubo di vetro. Per ottenere l'innesco si usa quindi uno strarter ed un reattore (l'insieme è anche chiamato "ballast"). Lo starter, in sostanza,  è un interruttore che rimane chiuso all'accensione per circa uno o due secondi (il tempo di riscaldare i filamenti). Al passaggio della corrente, le lamine dell'interruttore si scaldano e si piegano (lamine a bimetallo aventi diversi coefficienti di dilatazione) interrompendo la continuità. All'apertura del contatto entra in gioco l'energia accumulata dal reattore (che sostanzialmente è un induttanza) che viene rilasciata ai capi della lampada sotto forma di sovratensione in grado di innescare la scarica ionizzante fra gli elettrodi. Quindi lo starter serve solo a far partire il processo di accensione, tanto che una volta accesa la lampada, può tranquillamente essere tolto senza spegnere nulla in quanto una volta "scaldato" ed aperto, anche se si raffredda ed il contatto si richiude, la maggior parte della corrente passerà per la scarica del tubo fluorescente e pertanto non riuscirà a riaprirlo.
Ma.... il condensatore in parallelo al bulbo dello starter a che serve? E' per ridurre le interferenze EMI generate dall'arco che si sviluppa ai capi del contatto. Ma... che succede se collego uno starter in serie ad una lampadina ad incandescenza?? Boh... dovrebbe lampeggiare con una frequenza che dipende dalla potenza della lampadina stessa suppongo... perchè non provare?... dubito però che i contatti a forza di aprirsi e chiudersi con conseguenti scintille facciano durare a lungo il gioco... alla prossima

P.S. il ravanello è pallido e la bruschetta è pronta. Ripeto: il ravanello è pallido e la bruschetta è pronta.

venerdì 28 novembre 2014

Sapone fai da te (homemade soap)

Stringi stringi, si arriva al punto in cui il risparmio va estremizzato oltre i limiti. Povero si, sporco e puzzolente no, mai, la dignità non sono disposto a sacrificarla. E sono arrivato ad un punto di povertà ove devo recuperare, riciclare e moddizzare l'impossibile. Stavolta è toccato ad una montagna di saponette da albergo, pazientemente messe da parte con la solita premura di chi sa che prima o poi tutto può tornare utile. Provengono dal periodo in cui, nel paese delle banane dove nacqui ma che abbandonai (capirete perchè...chi mi legge ci vive), lavoravo come tecnico di manutenzione, sistemista, installatore, riparatore, parafulmine... quello che arriva con borse ricolme di attrezzi, cavi, strumenti e risolve problemi, compresi quelli che derivano dall'utonto di turno. 
L'azienda con la quale collaboravo ha assunto un cazzone di idiota al quale il concetto di organizzazione era sconosciuto ma la cui responsabilità era assegnata. Per cui, mentre mi trovavo a Lecce dopo una "sveglia" alle tre di notte per arrivare puntuale dopo una massacrante trasferta in auto fra unani incazzati e senza patente, il pupone telefonava con aria serafica chiedendo..."per caso...potresti fare un salto sino ad Aosta?"...(@!##!*)... no problem, ero ggiòvane e potevo farcela. Solo che ad Aosta arrivava la chiamata per recarsi nell'ordine (non sto scherzando) a Roma, Torino, Bolzano, Messina, Trieste, Salerno e via dicendo a ping pong in giro come uno zingaro con un solo cambio di mutande, uno spazzolino ed una quantità industriale di cartine stradali (navigatore?? non esisteva all'epoca.... tutte ovviamente località ad un tiro di schioppo l'una dall'altra e senza mai rientrare a casa ovviamente. Così passavano le settimane a girare con una Panda 30 e dormire negli hotels presi senza prenotazione (internet non esisteva all'epoca).... il primo che si trovava in strada all'ora giusta andava bene per qualche ora di sonno. Chiaro che le saponette della camera avanzavano e visto che erano pagate, finivano nella scorta, assieme allo shampoo liquido fatto gocciolare nel contenitore comune le rare volte che si rientrava. 
Oggi, quelle micro-saponette ho deciso di riutilizzarle, ma non una ad una....sono minuscole e appena si rimpiccioliscono  un pò diventano inutilizzabili (uno spreco inaccettabile). Così, per recuperarle ho deciso di sminuzzarle con un frullino a motore da cucina (che nell'operazione si è pure rotto il perno di plasticone, maledetta mulinex e la vostra plastichetta di m*rda). Ridotte ad una povere tipo borotalco, ho mischiato il tutto con dell'acqua distillata a bagno maria, in modo da ottenere una pasta liquida al punto giusto per essere versata in degli stampini... dei porta saponette o delle scodelline da soprammobile (almeno a qualcosa servono). Poi si lascia raffreddare ed indurire per un mese, meglio se sul termosifone così si profuma l'ambiente (quando si accende il riscaldamento). 
Semplice ed efficace. Ora, per un pò, non dovrò preoccuparmi di acquistare saponette.... ci penserò quando saranno terminate queste....magari farò un giro per gli alberghi della zona a chiedere se per caso buttano quelle lasciate in camera dagli ospiti. Ho finito i soldi, non mi restano molte soluzioni....olio e grasso, cenere, soda, metodo a freddo o a caldo... Alla prossima.

PS Fanculo ai ricchi. Ripeto: Fanculo ai ricchi. 

sabato 22 novembre 2014

Hoover TC4210 Dust Manager Cannister (rigernerato)

Nuovo... o quasi. Un Hoover Sensory Dust Manager TC4210 (product code 3900385 link) è tornato praticamente nuovo, dopo averlo adottato prima che finisse in discarica e dopo un pò di lavoro, E' pronto per fare il suo dovere per chissà ancora quanti anni. E' un aspirapolvere di quelli a carrello che si trascina con il tubo di aspirazione, cavo avvolgibile (comodissimo), 2000 watt di potenza (da non usare assieme alla lavatrice in funzione se non si ha un impianto fotovoltaico), filtri lavabili che permettono un risparmio nei consumabili, senza sacco (così anche i sacchetti di carta usa e getta diventano un ricordo). 
Era in condizioni a dir poco pietose, trascurato e impolverato all'impossibile. L'aspirapolvere di questo tipo è in realtà abbastanza semplice. Un potente motore, una scheda elettronica a processore e poco di più. Se meccanicamente è a posto, l'elettronica funziona ed il motore gira... è facilmente risistemabile. Come? E' suffucuente pulirlo internamente smontandolo ai minimi termini e la semplicità costruttiva agevola molto l'operazione. Iniziamo.
Si apre il coperchio frontale che può essere facilmente sganciato per poterlo pulire sotto l'acqua corrente. Si rimuovono i filtri anche quelli da passare sotto l'acqua tiepida con un pò di sapone. 4 viti tengono fisso il coperchio che alloggia un filtro quadrato e copre il motore, l'elettronica e l'avvolgicavo (sono le uniche viti da togliere). 
Dentro si nota immediatamente un cilindro nero (grigio se ricoperto da strati di acari morti e polvere sottilissima). E' il contenitore del motore che va rimosso per procedere alla sua completa pulizia. Un gommone nero in testa da togliere e dopo aver tagliato i fili elettrici (da riunire successivamente aggiungendo dei morsetti a vite) il motore si sfila facilmente dal suo alloggiamento, essendo tenuto in sede da dei fogli di gommapiuma (lavabili) che assorbono le vibrazioni durante il funzionamento. Con un pennello morbido (ed un altro aspirapolvere) si toglie quanta più polvere possibile (meglio non smontare gli alloggiamenti delle spazzole a meno che non siano consumate all'osso e no, non usare liquidi per il motore). 
Osservando attentamente si nota, dalla parte della ventola, un coperchio metallico a forma di "pentola". Questo è ribattuto leggermente su due punti lungo la circonferenza che si incastra al corpo motore. Con un cacciavite, facendo attenzione a non crepare la plastica, si allargano delicatamente le due ribattute e aiutandosi con dei leggeri colpetti sul perno ed un cacciavite piatto, delicatamente e lentamente lungo la circonferenza in progressione, si può rimuovere la copertura e mettere in luce la ventola. Per togliere quest'ultima si prende una chiave a bussola da 13mm e si svita il dado che la fissa al perno motore. Occorre ricordare che il filetto del perno è "rovescio", ovvero per svitare occorre ruotare il dado come se lo si volesse avvitare normalmente. Una volta aperto il tutto, si può procedere a lavare le parti o spolverarle con uno straccio umido dopo aver rimosso il più grosso con spazzole e pennelli. Un paio di gocce (non di più) di  lubrificante minerale bianco (quello per le macchine da cucire) è utile per ravvivare la parte in movimento ed agevolare le bronzine. Per rimontare fare le operazioni inverse senza dimenticare nulla. Può essere utile prima di procedere, fare delle foto per memorizzare la posizione dei componenti.
La parte elettronica è relativamente semplice. Un triac per carichi induttivi elevati, un FAGOR FT1216MH da 12Ampère / 600 Volts in TO220-AB montato su un aletta dissipatrice regola la velocità del motore (AC switching) al variare della resistenza di un trimmer  comandabile dalla manopola esterna di on-off. Il resto è regolato dal firmware di un microprocessore 8bit Motorola MC68HC908QY2  architettura Von Neumann CISC Complex Instruction Set Computer (non RISC).  Bisogna ricordarsi, rimontando l'elettronica, di ricollegare il tubicino dello switch di pressione della camera di aspirazione. 
Nel caso la scheda elettronica si dovesse rompere e non si abbia a disposizione la cifra necessaria per la sua sostituzione... alla peggio si usa solo l'interruttore on/off e si fa andare il motore alla massima potenza. sostituire il processore? non credo.... occorrerebbe avere anche il suo firmware. Ad ogni modo la parte che è più probabile che si guasti, oltre al codensatore, può essere il triac, da cambiare con uno equivalente. Che altro dire? Una volta rimossa la polvere all'interno, che in verità non dovrebbe esserci se non fosse che le varie guarnizioni di isolamento non hanno fatto il loro dovere, l'aspirapolvere torna operativo. Per un lavoro eccellente sarebbe opportuno cambiare tutti i filtri e soprattutto le guarnizioni poste in prossimità delle chiusure dei vari coperchi...ci penseremo quando avrò un pò di disponibilità economica, che in questo periodo di merda non è delle migliori. alla peggio, appena trovo una striscia di gomma a sezione quadrata o rettangolare la uso per la sostituzione. Con quest'ultime a posto, non si dovrebbero più verificare acumuli di polveri sottili all'interno dei vani non interessati dal flusso d'aria. L'assenza del sacchetto è dovuta alla presenza di una vaschetta di separazione che funziona col principio che sfrutta la forza centrifuga impressa ai detriti aspirati in un flusso d'aria rotante. Non male come idea, ad oggi sfruttata da altri modelli, alla faccia di quelli che invece usano ancora i sacchetti consumabili, maledetti cultori del consumismo capitalista ed imperialista. Le altre parti e gli accessori sembrano integri, nulla da riparare o acquistare. Ottenuto gratis (all'epoca acquistato per poco più di 300.000 lire) e operativo al 100%...un affare. alla prossima. 

P.S. Lella è sola, Ripeto: Lella è sola.  

lunedì 10 novembre 2014

unani... a volte ritornano.

Sono selvaggi, rompono i c*glioni per abitudine, puzzano, sono invadenti, ignoranti, stupidi, arroganti, prepotenti, egoisti, pigri, menefreghisti, fancazzisti, sfruttatori, infetti... e vengono pure, senza alcun pudore, a chiedere aiuto, magari dopo che hai spiegato come e cosa fare.  E' inutile, sono senza speranza. Agli unani è tutto dovuto, perchè insistono. Gli si dice di no e ritornano a chiedere. Gli si dice basta e continuano a chiedere. Li aiuti e non basta mai, continuano a chiedere aiuto, non capiscono come fare per evitare i problemi ai quali chiedono soluzione, nemmeno quando hanno la soluzione sotto gli occhi... allora pretendono che fai le cose al posto loro... ah, naturalmente agratis. Unani di m*rda. Andatevene in ferie in una caldera di un vulcano attivo.  
Mavaffanchiulo và. 

P.S. Renato Renato Renato.... Ripeto: Renato Renato Renato....

martedì 4 novembre 2014

Caldarroste

Novembre, primi freddi, nebbia quando non pioviggina, senso di umido nelle ossa, pochissima voglia di uscire... si sta a casa al calduccio e ci si coccola un pò. Ci si vizia anche con la "frutta" di stagione... meglio dire i semi... castagne e marroni... 
Una manciata di caldarroste ed un bicchiere di vin brulè e chi si schioda da casa? Quest'anno, tutti i produttori sono a ripetere come un mantra... non è una buona annata per le castagne. Non è stata una buona annata per nulla dico io... albicocche, susine, insalata, pomodori, uva, fichi, melograni, melanzane, zucchine... poco o nulla quest'anno, che ricorderò come un anno in cui sono andato in carenza di cibo autoprodotto. 
Per questi motivi, le castagne quest'anno costano un occhio, ma... come rinunciare? creano un atmosfera pre-natalizia, tutti intenti a sgranocchiare conversando... ma l'importante è arrostirle per bene altrimenti al seme resta attaccata la pellicina (commestibile sì, ma un pò amara). 
Serve una padella forata (la si trova a meno di tre euro) e si possono fare sul gas di casa (o alla brace per chi ha un caminetto acceso). Prima di mettere le castagne al fuoco occorre inciderle con un coltello, meglio se si ha l'attrezzino a lama curva, si fa prima e soprattutto si fa meno fatica, incidendo solo la buccia senza incidere anche la castagna all'interno. Quello in foto è un "Ausonia inox" che andrebbe affilato un pò (venderanno gli affilatori per taglia-castagne? boh). 
A padella rovente si nettono le castagne e si continua a farle rotolare, così si evita che brucino tutte da una parte, e si annerisce la buccia per bene. Pian piano si nota che le castagne iniziano a gonfiarsi un pò (il taglio se ben fatto si aprirà). Durante l'arrostitura è inevitabile che il piano cottura si sporchi con la pellicina bruciata.... (un panno umido e torna come prima in mezzo secondo) 
Appena la buccia esterna è annerita, occorre farle "passare"... le si avvolge in un panno e si aspetta una decina di minuti (anche perchè appena tolte dalla padella sono bollenti ed impossibili da mangiare). Il calore accumulato terminerà per bene la cottura, il vapore uscirà piano piano ed il seme sgonfiandosi di più della buccia quasi carbonizzata permetterà il distacco naturale della pellicina. Se si usa questo trucco, la castagna uscirà senza fatica e la buccia resterà quasi intatta in due parti. Se invece nonostante questo accorgimento la pellicina resta attaccata al seme...significa che non è perfetta... o c'è il baco all'interno (controllare durante il taglio che non ci siano forellini) o è malata o non si è ben sviluppata verso la maturazione. 
Gnammm... alla prossima.

P.S. il baco baca. Ripeto: il baco baca. 

domenica 2 novembre 2014

Mini sewing machine (repair in progress)

Tempo fa, in un bunker lontano lontano, unamico prese coscienza di essere vittima di un orda di avide sanguisughe sempre pronte a soddisfare bisogni inderogabili. L'abbigliamento, si sà, è un clichè ormai accettato da tutti, quasi un obbligo per chi vive nei paesi nordici dove il freddo vince qualsiasi desiderio di stare ignudi a contatto con la natura, facendo desistere anche il più intransigente degli ecologisti integralisti. Ma l'abbilgiamento si consuma, si deteriora, si disfa con l'uso nel tempo e deve essere sostituito periodicamente, per necessità e non certo per velleità modaiola.
Unamico decise quindi di acquistare una macchina da cucire per confezionarsi da sè vestiti, camicie, magliette e persino le mutande, stanco di frequentar negozi dalla dubbia onestà commerciale e deciso di dare un taglio netto allo sfruttamento di manodopera pagata poco e pure in nero, se non quando in età minore. 
Dopo l'acquisto si stoffe "pregiate" e lungo peregrinare per siti, negozi e sartine improvvisate, comprendendo anche l'analisi dell'usato, fatto un rapido calcolo con la disponibilità economica a disposizione, sempre erosa dalle sanguisughe affamate delle fatiche altrui, optò per quello che si poteva permettere... poco più di un giocattolo di plastica, preso per corrispondenza, pagato poco (ovviamente in offerta). Lo provò, il sogno della sartina svanì per passare in soffitta e nessuno seppe più nulla dello stilista deluso ma determinato a riprovarci. Passati alcuni anni, unamico ebbe la necessità di ricostruire la custodia per gli occhiali, con della pelle squoiata dalla fidata valigetta 24ore messa in un angolo dopo anni ed anni di onorato servizio.... ma questa è un altra storia.... 
Eh si, devo cucire dei lembi di pelle morbida, perchè la custodia attuale è talmente consumata che non ci si fa proprio una bella figura con dei clienti fighetti e sempre pronti a giudicare gli altri basandosi su mere apparenze. Comunque... appena provo a rimettere in sesto la macchinetta... il motorino gira a vuoto... ullallà... l'avevo usata solo una volta per costruire le custodie degli attrezzini che porto con me in bicicletta durante le escursioni estreme... 
Apro l'interno... il solito ingranaggiuo di plastica, quello montato sul perno del motorino.... crepato... maledetto. E' da sostituire e lo scatolone che contiene centinaia di motorini recuperati da stampanti, fax, scanners, fotocopiatori ecc... non mi aiuta, numero denti diverso, foro passante troppo piccolo o troppo grande, materiale inadatto, era troppo bello per crederci. Mi manca un pezzettino microscopico e dovrei buttare il giocattolino? Nonono, non mi arrendo proprio, a costo di farlo di legno. E poi...alcune migliorie no? magari un PWM per regolare la velocità.... un braccio più lungo e sagomato per l'orlo dei pantaloni... una lametta per tagliare il filo quando serve a portata di mano, dei supporti multipli per rocchetti di vario colore.... vedremo....
Il giocattolo, la mini macchina da cucire è un insieme minimale di perni ed ingranaggi. Cucitura a passo fisso, niente zig-zag, niente regolazione della velocità, niente avvolgitore per i rocchetti.... il minimo indispensabile per unire due lembi di stoffa, niente di più... come ci si aspettava. Per realizzare delle piccole custodie, delle bustine con chiusura a velcro, magari può andare più che bene, forse anche per riparare strappi o per piccoli interventi. Per confezionare vestiti nemmeno a parlarne dai. Ma un buon laboratorio deve avere anche qualcosa per cucire, tra un forno di fusione ed una smerigliatrice a nastro. L'importante è essere autosufficienti, che la catastrofe economica e sociale è ormai alle porte. Alla prossima, imbecilli.

P.S.  Camaleonte si mangia chi insetto si fa. Ripeto: Camaleonte si mangia chi insetto si fa.

domenica 26 ottobre 2014

Samsung ML1210 (autopsy)

Certe stampanti arrivano ad un tale livello di usura (o di cattivo stato dovuto ad incuria) che non vale la pena di ripararle. Porta parallela (ormai scomparsa), 600dpi, 12 ppm... nell'usato si trova di meglio. Questa, una Samsung ML1210 è ormai giunta a fine vita, così almeno ho deciso che sia, non fosse per il fatto che ho trovato lo schema elettronico e così posso recuperare i componenti per i quali non si trovano quasi mai le caratteristiche o i data sheet. Ho deciso di studiarla a fondo e, perchè no, recuperare qualcosa per il miliardo di progetti che ho in sospeso, compresi quelli futuri. 
Il problema più grave di questa stampante è il solenoide... la carta entra a pacchi, quando entra, non un foglio alla volta. 
Ad aggravare la situazione è anche un pick-up roller, davvero semi distrutto. Lucido in alcune parti ed addirittura crepato. Dal service manual, la sua vita è di 60.000 fogli, ma il foglio demo della stampante mi riporta appena poco più di 15.000 fogli stampati....qualcosa non torna, esattamente come il modello Samsung di qualche post fa... mi sto convincendo che il gommino che fa frizione e trascina dentro la carta nel percorso iniziale, prima che la carta stessa sia presa dai rulli, sia di scarsa qualità... dai, un pò di cattiveria gratuita... obsolescenza programmata... chi si sogna di portare in riparazione una stampante simile, pagata poco e usata per anni, quando non si vede l'ora, da perfetti consumisti indotti, di comprare un modello nuovo? E si che questo modello ha un costo per pagina molto contenuto ed inoltre consuma poco...40Watt in stampa ed appena 20W a riposo. Vabbè, sono stanco, oggi, di rimproverare una massa di unani spendaccioni e spreconi, solo che il pianeta non ce la fa più e su questo a volte ci vengo a vivere per brevi periodi. 
Il componente che più mi intrippa è la lampada alogena all'interno del fuser. 22 centimetri a 220 volts... come non pensare ad una lampada geek? Si ma mica una lampada normale... un modello con termistore e resistenza NTC, comandata da un microprocessore che ne regola la luminosità se si scalda troppo (misurando la temperatura ambiente) o la spegne quando supera i 150 gradi centigradi... magari da usare all'esterno per il vialetto o per gli angoli bui del giardino... 
A proposito di NTC e termostato... in foto si vede una resistenza NTC (quella rivestita con il Kapton... il nastro arancione). E' direttamente a contatto con il tubo di alluminio (in foto non c'è l'ho tolto) che riscaldandosi fonde il toner sulla carta al suo passaggio (si trova sempre nel percorso finale, verso l'uscita)...notato niente? è sporca ed incrostata... sicuramente non stava facendo egregiamente il suo lavoro. Se pertanto la carta della vostra stampante scotta troppo... c'è l'NTC da pulire....auguri. 
Il circuito che accende la lampada è già fatto, comandabile tramite un segnale on-off a 24Volts ed un diac.... si può pensare ad un PWM per regolare l'intensità luminosa... ma anche ad un riscaldatore per il percloruro ferrico (per i PCB), basta mettere la lampada sotto una piastra di alluminio ed il gioco è fatto (alle estremità la lampada ha due occhielli di fissaggio a vite... basta pensare ad un supporto ceramico, i fili sono già quelli rivestiti in tessuto... troppo facile. Andiamo avanti.
Lo schema mi permette di studiare il driver del motore passo passo (il circuito è praticamente già fatto, pronto per essere riutilizzato), compresi i due stadi di pilotaggio del solenoide e della ventolina a 24 volts (fosse stata da 12 sarebbe stato meglio)....perfetto per la stampante 3D. 
Fra le altre cose, una serie interessante di Zener, solenoidi, filtri, condensatori, ponti raddrizzatori, foto accoppiatori, condensatori per alto voltaggio, leds (una striscia di led rossi farà da stop per la bici), e poi dissipatori, switch, barriere ad infrarossi,  componenti introvabili facilmente in commercio, una miniera...
L'unico componente "misterioso" è l'LSU, la scatola nera con il motore a specchi ed il laser. Niente schema per quella (maledetti cinesi :-). Dovrò provare per tentativi, dato che ho la piedinatura dei connettori, due, uno per il laser ed uno per il motore. Con una telecamenra ho provato a vedere se si riusciva a notare il raggio laser uscire dal diodo ad infrarossi e diramarsi a cono verso la lente curva che si drova subito prima dello specchio deflettore che devia i raggi sul tamburo fotosensibile della cartuccia piena di toner... nulla, non si riesce a vedere nulla anche se le telecamere, nonostante i filtri, dovrebbero riuscire a registrare qualcosa....nulla di nulla, una dilusione diludente. Vabbè, pazienza..l'autopsia prosegue. alla prossima.

P.S. il dito è unto. Ripeto: il dito è unto. 

domenica 12 ottobre 2014

Pasta protettiva per legno

Da un pò, mi ritrovo in un periodo in cui devo distrarmi dalle preoccupazioni inutili che mi assillano. L'unico metodo efficace che conosco, contro la ciclica carenza di soldi, è quello di fare delle cose, possibilmente con le mani e possibilmente che coinvolgano la creatività, giusto per non far avvizzire il cervello ed evitare di diventare come la maggiornanza degli unani che popolano il vostro stupido pianeta. Vorrei riprendere, e lo farò, l'interesse per lo sviluppo software oltre alle attività di reverse engineering che tanto mi appassionano. Ma.... devo contemporaneamente liberare un pò di spazio per predisporre il laboratorio al fine di portare a termine alcuni progetti in sospeso. Un pò di cose alla volta e porterò a termine tutto quello che mi incuriosisce e che mi tiene la mente occupata in cose utili (tipo impara l'arte e mettila da parte). 
Mi ritrovo quindi per le mani dei fogli di cera d'api, quei fogli con le tracce esagonali che si mettono nelle arnie per favorire le api a costruire le cellette dove mettono il loro miele. Il nonno aveva un pezzo di terra enorme (beato lui) e si autoproduceva tutto quello che permetteva alla famiglia di vivere più che decorosamente (il terreno era il suo centro commerciale privato). Io, della generazione del consumismo, non ho le arnie ed avrei delle difficoltà ad "allevare" delle api praticamente in centro al paese dove abito... per cui... la cera d'api a buttarla nemmeno a parlarne. Ne farò delle candele. 
Ma una parte la riuso per produrre una crema protettiva impregnante per il legno. Nei miei lavoretti di falegnameria, un trattamento alla cera d'api è un tocco che conferisce una finitura eccellente. La cera d'api, per essere utilizzata a tale scopo, deve essere mescolata con dell'olio minerale. Non ricordo le dosi, sono andato un pò ad occhio, ma il risultato è una pasta tenera e malleabile anche quando si raffredda. Con una spugnetta, un panno o della carta la si può spalmare finemente sulle superfici in modo da otturare la naturale porosità del legno e proteggerlo dall'umidità, senza usare vernici, solventi o altri prodotti definiti "ecologici", che di ecologico non hanno nulla. L'aspetto finale, dopo che l'olio e la cera si "asciugano" (un paio di giorni) è una superficie satinata, piacevole al tatto, superba. I balsami alla cera d'api che si trovano in commercio costano un occhio della testa. Questa invece, praticamente a costo zero. Me ne sono prodotto un barattolo (a chiusura ermetica) e sicuramente lo userò in futuro evitando l'acquisto di altri prodotti, godendo come un riccio per aver contribuito al tracollo economico di quelle aziende inquinanti che si mascherano dietro l'etichetta dell'ecologia per mere ragioni di markerting...bastardi...alla prossima.

P.S. i fiori rossi sono profumati. Ripeto: i fiori rossi sono profumati. 

sabato 11 ottobre 2014

Candele fai da te (esperimenti)

Non è proprio un argomento tecnico, ma lo scopo di questo diario è quello di annotare i miei esperimenti a futura memoria personale. Se poi qualcuno, sparso nel mare del web, farà uso dei trucchi imparati da me...tanto meglio. Da anni tengo in un sacchetto una quantità industriale di candele usate, racimolate nel tempo con la solita richiesta.... "ma quella la butti?
Sembra incredibile ma famiglie, bar e ristoranti a lume di candela e più in generale degli autentici spreconi, gettano nella spazzatura le candele che sono considerate "a fine vita". Pensate a quei ceri enormi di tutte le forme e colori che si vedono come complemento di arredamento in molti locali GLAM. Cera a base di paraffina il più delle volte...cera d'api qualche volta, una vera rarità che costa un occhio della testa ed è un peccato solo accendere la candela (è roba per raffinati, non certo per unani dell'ikea). Proprio ieri mi sono recato dai cinesi. Due teglie da dolce (quelle più economiche ovviamente) di dimensione concentrica ed il bagnomaria è fatto (3 euro in totale). Prima, usavo una pistola ad aria calda. Funziona lo stesso, si fa prima ma è molto probabile che la cera si surriscaldi troppo (a volte fa anche fumo se si insiste). Una cera troppo calda, versata in uno stampo, può creare dei vuoti all'interno della candela dopo che si solidifica. Mi è successo in un occasione. Appena lo stoppino ha raggiunto il vuoto, il cero praticamente si è incendiato tutto, producendo una fiamma molto alta, subito pronta ad aggredire i mobili in legno e gli oggetti inevitabilmente infiammabili di cui ci circondiamo. Solo la presenza durante l'accaduto ha impedito andasse a fuoco la casa. L'esperienza insegna. Ora tocca ai punti critici... 
Scioglimento della cera:...bagnomaria forever. Per l'elemento riscaldante ho usato il ferro da stiro capovolto, modificato per altri scopi, già descritto per dissaldare i componenti elettronici SMT dai PCB e recuperare i componenti. La temperatura della piastra non è elevata ma è sufficiente a far bollire l'acqua nel bagnomaria. Venti minuti al massimo ed un cero da un kilo si scioglie alla temperatura giusta, senza bollire. 
Lo stampo: per lo stampo, io uso un tubo da spedizione di cartone (riutilizzabile infinite volte ed apribile sul fondo), ma può andare bene anche il cartone del vino, il rotolo della carta igienica, il contenitore del medicinale o qualsiasi contenitore che si possa aprire per togliere la cera solidificata o che comunque permetta agevolmente i togliere il pezzo. L'avvertenza per il cartone è quello di ungerlo all'interno con vaselina o olio minerale (anche quello per bambini) o glicerina vegetale, così da evitare fastidiosi appiccichi fra cera e cartone. Il tetrapack, per ovvie ragioni, non soffre dello stesso problema. Ovviamente, gli stampi in cartone (ex contenitori) sono usa e getta, così che una candela sarà sempre diversa dalle altre a meno di non avere una serie di contenitori tutti uguali. 
Lo stoppino: Per i più pigri e ricchi, al brico vengono venduti stoppini già incerati che però non sono mai della lunghezza giusta se si improvvisano gli stampi di recupero...sono uno spreco. Io, in sciopero della spesa, uso uno spago di cotone avvolto con una spirale abbastanza larga di filo di rame smaltato sottile, recuperato da qualche avvolgimento di un motorino rotto. 
Lo stoppino che produco in realtà è composto da tre fili avvolti a mò di treccia, per creare una fiamma più consistente in relazione alle dimensioni del cero. Il filo di rame irrigidisce lo stoppino, lo tiene in piedi quando brucia e impedisce che si accorci troppo durante la combustione, fondendosi e dissolvendosi man mano che la cera si consuma. In capo allo stoppino resterà una pallina fusa di rame che va tolta di tanto in tanto. Senza filo di rame lo stoppino resterà cortissimo, appena sopra la cera fusa. Basta una folatina di aria e la fiammella si spegne. Più lo stoppino è grosso e più consistente sarà la fiamma, accorciando però la durata della candela. 
Profumi: Per i più sboroni... si compra olio essenziale al gusto preferito e lo si mescola alla cera fusa (meglio se il contenitore è un vaso di vetro a chiusura). Per i veri geek si mescola alla cera la pianta essiccata preferita, sbriciolata finemente (rosmarino, cannella, erba luigia o limone, arancia, chiodi di garofano, ecc)...la fiamma farà il resto (attenzione a non esagerare con la dimensione dei pezzi essiccati...pericolo di incendio). L'olio essenziale è più consistente come resa mentre le piante restituiranno un profumo leggero e delicato (sconsigliato agli ex fumatori con il naso bruciato dalla nicotina). 
Il porta cero: qui ci si può sbizzarrire. Poco tempo fa ho avviato le sperimentazioni di taglio delle bottiglie di vetro proprio per pensare di realizzare dei porta candela o dei porta ceri. Lo step successivo sarà la foratura del vetro per creare dei porta candele a sospensione. Vedremo, tempo e voglia permettendo, non sarò rapido.
PERICOLO: occorre sempre fare attenzione quando si usano fiamme libere (sembra strano ma c'è sempre bisogno di ricordarlo). Nel nostro caso, uno stoppino non perfettamente centrato potrebbe causare la fuoriuscita incontrollata di cera fusa con conseguente incendio dello stoppino scoperto che prenderà aria e inizierà a bruciare la cera di cui è imbevuto... il cero potrebbe inoltre cadere, rotolare, andare a finire sotto il letto dove si conserva la polvere da sparo fatta in casa o il C4 auto prodotto ed addio a tutto il condominio ed all'asilo accanto affollato di orfanelli poveri e malati...avvisati...azzi vostri... magari producetele per regalarle al vostro nemico in segno di "pace"... bastardi. 

P.S. Le feste sono vicine, è finito il vino. Ripeto: Le feste sono vicine, è finito il vino.