Tempo fa, in un bunker lontano lontano, unamico prese coscienza di essere vittima di un orda di avide sanguisughe sempre pronte a soddisfare bisogni inderogabili. L'abbigliamento, si sà, è un clichè ormai accettato da tutti, quasi un obbligo per chi vive nei paesi nordici dove il freddo vince qualsiasi desiderio di stare ignudi a contatto con la natura, facendo desistere anche il più intransigente degli ecologisti integralisti. Ma l'abbilgiamento si consuma, si deteriora, si disfa con l'uso nel tempo e deve essere sostituito periodicamente, per necessità e non certo per velleità modaiola.
Unamico decise quindi di acquistare una macchina da cucire per confezionarsi da sè vestiti, camicie, magliette e persino le mutande, stanco di frequentar negozi dalla dubbia onestà commerciale e deciso di dare un taglio netto allo sfruttamento di manodopera pagata poco e pure in nero, se non quando in età minore.
Dopo l'acquisto si stoffe "pregiate" e lungo peregrinare per siti, negozi e sartine improvvisate, comprendendo anche l'analisi dell'usato, fatto un rapido calcolo con la disponibilità economica a disposizione, sempre erosa dalle sanguisughe affamate delle fatiche altrui, optò per quello che si poteva permettere... poco più di un giocattolo di plastica, preso per corrispondenza, pagato poco (ovviamente in offerta). Lo provò, il sogno della sartina svanì per passare in soffitta e nessuno seppe più nulla dello stilista deluso ma determinato a riprovarci. Passati alcuni anni, unamico ebbe la necessità di ricostruire la custodia per gli occhiali, con della pelle squoiata dalla fidata valigetta 24ore messa in un angolo dopo anni ed anni di onorato servizio.... ma questa è un altra storia....
Eh si, devo cucire dei lembi di pelle morbida, perchè la custodia attuale è talmente consumata che non ci si fa proprio una bella figura con dei clienti fighetti e sempre pronti a giudicare gli altri basandosi su mere apparenze. Comunque... appena provo a rimettere in sesto la macchinetta... il motorino gira a vuoto... ullallà... l'avevo usata solo una volta per costruire le custodie degli attrezzini che porto con me in bicicletta durante le escursioni estreme...
Apro l'interno... il solito ingranaggiuo di plastica, quello montato sul perno del motorino.... crepato... maledetto. E' da sostituire e lo scatolone che contiene centinaia di motorini recuperati da stampanti, fax, scanners, fotocopiatori ecc... non mi aiuta, numero denti diverso, foro passante troppo piccolo o troppo grande, materiale inadatto, era troppo bello per crederci. Mi manca un pezzettino microscopico e dovrei buttare il giocattolino? Nonono, non mi arrendo proprio, a costo di farlo di legno. E poi...alcune migliorie no? magari un PWM per regolare la velocità.... un braccio più lungo e sagomato per l'orlo dei pantaloni... una lametta per tagliare il filo quando serve a portata di mano, dei supporti multipli per rocchetti di vario colore.... vedremo....
Il giocattolo, la mini macchina da cucire è un insieme minimale di perni ed ingranaggi. Cucitura a passo fisso, niente zig-zag, niente regolazione della velocità, niente avvolgitore per i rocchetti.... il minimo indispensabile per unire due lembi di stoffa, niente di più... come ci si aspettava. Per realizzare delle piccole custodie, delle bustine con chiusura a velcro, magari può andare più che bene, forse anche per riparare strappi o per piccoli interventi. Per confezionare vestiti nemmeno a parlarne dai. Ma un buon laboratorio deve avere anche qualcosa per cucire, tra un forno di fusione ed una smerigliatrice a nastro. L'importante è essere autosufficienti, che la catastrofe economica e sociale è ormai alle porte. Alla prossima, imbecilli.
P.S. Camaleonte si mangia chi insetto si fa. Ripeto: Camaleonte si mangia chi insetto si fa.
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