martedì 22 aprile 2025

L'informatico smanettone

 


🎁 Packaging da banco (retro + blister trasparente frontale)

Nome della Serie:
💾 "BYTE HEROES - LEGGENDE DEL SILICIO™"

Personaggio:
🧠 L’INFORMATICO SMANETTONE
(alias: Il Domatore del Kernel)

Design Blister Frontale:

  • Blister trasparente con sagoma sagomata che mostra l’action figure in posa “debugging feroce”.

  • Sfondo grafico tipo terminale Linux a schermo verde, con linee di comando e ASCII art di pinguini, Tux, BSOD e circuiti.

  • In alto, un LED RGB che si accende quando si tocca il blister (!).


🧍‍♂️ Figura (altezza 12 cm, 18 snodi articolati)

  • Look: Cappellino da sysadmin, occhiali a fondo di bottiglia, barba incolta, felpa con la scritta "RTFM", pantaloni cargo con tasche per chiavette e Raspberry Pi, ciabatte con calzini.

  • Faccia alternativa: espressione "ho rotto la build a produzione".

  • Braccia intercambiabili:

    • Una con il saldatore TS100 acceso.

    • Una che regge un cavo flat IDE.

    • Una che regge un Arduino Nano.


🛠️ Accessori Inclusi

  • Mini laptop funzionante con schermo serigrafato con “kernel panic”.

  • Tastiera meccanica retrò (Cherry MX rimovibili).

  • Cavo USB rotto da debug.

  • Scheda madre mini-ITX (stampata con microcircuiti realistici).

  • Sticker Pack con: FreeBSD, Tux, Arch Linux, “I void warranties”, “sudo rm -rf /”.

  • Manuale pieghevole in micro-librino con “50 comandi da terminale per risolvere tutto tranne la vita”.


📦 Retro Confezione

  • Bio del Personaggio:
    "Nato tra impulsi TTL e sogni in ASCII, lo Smanettone è emerso da una distribuzione minimale per dominare server, saldatori e sorgenti con la sola forza della Shell. Alcuni dicono che possa reinstallare un BIOS col pensiero."

  • Citazioni epiche stampate:

    • “Funziona sulla mia macchina!”

    • “Aspetta che faccio un dump dell’I²C...”

    • “Non è un bug, è una feature.”

    • “Ho patchato il bootloader alle 3 di notte.”

  • Avvertenza:
    Non adatto a manager. Può causare esplosioni di sarcasmo nei reparti IT. Interagisce male con ticket Jira.


🎁 Varianti da Collezione:

  • 🧙‍♂️ “Sysadmin Mistico” – con mantello e bastone USB.

  • 👾 “Retrogamer Epico” – con console Commodore64 e joystick Competition Pro.

  • “Maker Infernale” – con modulo ESP32 e fumi di stagno inclusi.


AI generated, scusatemi, non ho saputo resistere. Alla prossima.

P.S. 18 aprile 1984 6748SW. Ripeto: 18 aprile 1984 6748SW.

martedì 8 aprile 2025

Buy nothing forever

 
Buy Nothing Day...ma forever: Boicottare il Consumismo per Liberarsi dalla Schiavitù degli Acquisti

Viviamo in un’epoca in cui ogni crisi – reale o inventata – diventa il pretesto per alzare i prezzi. La guerra, il caro-energia, la pandemia, il terremoto, il clima...le cavallette! (per ricordare il mitico film): tutto si trasforma in un’opportunità per gonfiare i profitti delle multinazionali, mentre noi cittadini subiamo silenti rincari insostenibili con stipendi che non aumentano mai abbastanza. 

Di fronte a questo sistema, il boicottaggio attivo – ed in particolare il Buy Nothing forever – emerge come una forma di resistenza non violenta ma potentissima. E' dimostrato che una sola flessione degli acquisti del 5% innesca un effetto valanga in borsa per l'azienda colpita.
Ma, smettere di comprare è più efficace di un corteo, di una manifestazione pacifica, di una piazza che urla slogan ormai triti e ritriti anni '80 e che finiscono nel vuoto.

Capiamoci bene, le piazze urlano, i media distorcono, i politici fingono di ascoltare. Ma quando migliaia di persone smettono di acquistare, anche solo per un giorno, il messaggio arriva diretto: 

senza consumatori, il sistema vacilla

Non si tratta di rinunciare ai bisogni essenziali, ma di disobbedire alla macchina del consumo compulsivo, quella che ci convince che abbiamo sempre bisogno di qualcosa di nuovo e buttare il  vecchio (che potrebbe quest'ultimo essere donato ad altri).

Qui si tratta di colpire il profitto malato, non la politica – Le aziende speculano perché sanno che, alla fine, compreremo comunque. Se invece la domanda crolla, devono rivedere le strategie. E se non avete mai partecipato alle riunioni aziendali con l'AD in crisi che sbraita insulti contro i commerciali, il marketing, i creativi pubblicitari, i magazzinieri ed impiegati sino a chi pulisce i cessi.... bhè, non potete capire la soddisfazione. 

E' questione di riconquistare autonomia che ci spetta come diritto – Il consumismo ci illude che la felicità sia possedere cose nuove, quando invece liberarsi dall’ossessione dell’acquisto restituisce tempo, denaro e serenità.

E non dimentichiamo mai la risposta ecologica – Meno acquisti inutili significa meno spreco di risorse e meno inquinamento.

Boicottare non è privarsi, ma scegliere


Il Buy Nothing Forever non è una rinuncia, ma un atto di consapevolezza. Dimostra che il vero potere non sta nel possedere, ma nel rifiutarsi di partecipare a un gioco truccato. Se smettiamo di comprare ciò che non ci serve e limitiamo i consumi necessari, spezziamo la catena. E forse, un giorno, non sarà più solo una protesta simbolica, ma un nuovo modo di vivere.

Perché a volte, il silenzio di un carrello vuoto fa più rumore di mille manifestazioni. Alla prossima (se ci sarà).

P.S. i ratti traslocano nell'attico. Ripeto: i ratti traslocano nell'attico.

venerdì 7 marzo 2025

il Superenalotto è una truffa (almeno io credo sia così)

E' solo una mia opinione, da inutile sempliciotto ignorante, non suffragata da prove oggettive o evidenze tangibili.. Devo esordire così per non allarmare i "poteri forti" che così possono continuare indisturbati nel loro percorso di distruzione sociale a livello planetario. 

Da tempo immemore, saltuariamente o per periodi che non superano i due o tre mesi, gioco al superenalotto. Una schedina da un euro, max 1,5, mai di più, da quando con questa somma ti davano 2 combinazioni per poi passare ad una sola con lo stesso importo, di fatto raddoppiando il costo di una giocata (maledetti avidi). Ma io sono uno di quelli che se la benzina aumenta non me ne frega nulla, tanto faccio sempre 10 euro. 

Ho mai vinto? si certo. Qualche volta un due, qualche volta il quadrato magico, qualche volta altre combinazioni predisposte ad arte per indurti ad insistere col gioco dopo averti ricordato che può fare male e devi farlo "responsabilmente" (chissà cosa realmente significa)-

Negli anni, i periodi di gioco si sono alternati a periodi di "astinenza" assoluta. Il motivo? Hai presente i periodi di m*rda dove non hai nemmeno i soldi per mangiare un pasto decente? Ecco, quei periodi. Non sono certo uno di quelli che quando "l'acqua" (per non dire m*rda) arriva alla gola, si butta a giocare d'azzardo come se fosse l'unica soluzione, sperando di fare il botto e sistemare tutto. Quelli sono dei deficienti che non hanno voglia di rimboccarsi le maniche ed inventarsi un lavoro.... fancazzisti, quelli che la colpa (qualsiasi) è sempre degli "altri". 

Ho notato però una cosa strana. Quando riprendo dopo un periodo di inattività, le vincite nel primo periodo arrivano. Pochi spicci che però ti mettono di buonumore e ti convincono che la fortuna è dalla tua parte. Se continui, le vincite spariscono sino a quando non finisci le monetine e smetti, in un ciclo infinito.

Ho inoltre aperto un conto gioco. Come stimolo per farmi riprendere a giocare mi hanno omaggiato di ben 10 euro, una somma per me enorme e che obbligatoriamente non potevo riscattare. Tanto vale giocarla. E con quei 10 euro, sommati alle strane vincite seriali, ho giocato tre volte alla settimana per due mesi, sino a quando alla fine il credito si è esaurito e col caxo che lo ricarico con i miei!. Mi sono "divertito? boh, è un divertimento del menga sperimentare serialmente delle delusioni ad ogni mancata vincita. Delusione mai compensata dai miseri "guadagni" che non ti portano MAI in attivo in quanto la speranza di prendere il jackpot è più grande.

Successivamente a questo periodo di botta di chiulo, dopo quattro mesi di astinenza ho ripreso l'abitudine, una volta alla settimana, di andare fisicamente al bar ed al posto della brioche accompagnare il macchiatone con una schedina (ma senza mangiarla eh?). Quattro vincite di fila! con solo due schedine! Un due, due trottole winbox ed una seconda chanche, ben 9 euro con tre euro di investimento! Li ho reinvestiti?? ma che sono scemo? mi sono bevuto un select in buona compagnia, sette euri e ne ho pure avanzati per un paio di caffè. 

Sta storia delle vincite seriali dopo un lungo periodo di inattività che poi svaniscono se continui a giocare mi ha insospettito. E' successo troppe volte per parlare di casualità e calcolando le probabilità di vincita.... strano, decisamente strano, troppo strano, sospetto direi (ed a pensare male si farà anche peccato ma spesso....). 

Ma che credibilità posso avere io? bhè, da tempi non sospetti, da quando i telefoni avevano il disco combinatore ad impulsi, ho attestato la regolarità dei concorsi a premio, ovvero di tutte quelle iniziative dove puoi vincere qualcosa. E' una materia molto complessa che richiede un livello di paranoia notevole. Devi attestare la "non manomettibilità" del sistema di estrazione. E per fare questo devi pensare a tutti i possibili artifici messi in atto per aggirare il sistema. Molto tempo fa, l'estrazione del lotto è stata viziata scaldando delle palline (quelle "giuste") che venivano manualmente estratte da un bambino (innocente) bendato ed addestrato ad arte...geniale! Per pensarci prima devi davvero essere paranoico e ragionare fuori dagli schemi.

Oggi, quasi tutte le estrazioni avvengono con dei congegni digitali. Si sono costruiti dei macchinari in plexiglass trasparente (per dare l'impressione di trasparenza). Ma ancor peggio, oggi le estrazioni avvengono via web, da un database nel cloud, puff.... Ad estrarre i vincitori è un software. Ed occorre analizzarlo per vedere cosa fa questo software. E se il software è nei meandri di qualche "social" o di qualche piattaforma cloud proprietaria... puff Ma, ad essere paranoici, quasi nessuno controlla come vengono raccolti e memorizzati i partecipanti. Quasi nessuno controlla se il software utilizzato per l'estrazione è effettivamente quello periziato. 

Vi spiego meglio. Alle estrazioni deve partecipare un notaio o un delegato della CCIAA (a garanzia della pubblica fede). In pratica è come mettere un dinosauro a supervisionare il lancio di una navetta spaziale o un bonobo a verificare il corretto funzionamento di un impianto nucleare. E se all'estrazione fai partecipare anche un rappresentate dei consumatori, ben che vada si presenta un avvocato che a malapena sa come si accende o spegne il suo smartphone. 

Immaginate che in seduta di supervisione "a garanzia della fede pubblica" vengano effettuati dei controlli scrupolosi? si certo, come no. Tutti a pensare al loro gettone presenza e poi tutti a casa. E per la perizia che attesta la regolarità del concorso, pensate davvero che qualcuno la legga? Davvero?. Viene depositata per mera formalità legislativa, un atto dovuto. Ma se la perizia (cartacea!!!) supera le due pagine, il notaio si rifiuta di allegarla fisicamente al verbale...troppo voluminosa, troppo pesante, troppo...se poi è un PDF, panico in sala! Paradossalmente il perito potrebbe presentare un PDF di pagine bianche e nessuno batterebbe ciglio, nessuno controlla... MAI (sino ad oggi si spera).

Ma torniamo al superenalotto. la combinazione vincente è il primo numero di sei ruote del Lotto. Fare un due è solo (si spera) questione di "alea" (casualità, ignorante!). Ma al superenalotto sono abbinate altre tre possibilità di vincita (per lenire la delusione da perdita ed indurti a sperare). 

La prima è il quadrato magico, dove 90 volte su cento si verifica un "near miss" (vietato altrove ma non qui in itaglia), ovvero azzecchi quasi sempre tre numeri e ti manca il quarto. Chi mai avrà controllato quella miracolosa applicazione che riesce quasi sistematicamente a sbagliare un solo numero su quattro?

La seconda è la trottola (se hai l'app sul telefonino che lega il tuo nominativo alla giocata). Devi virtualmente farla girare e fermarla sperando di azzeccare il momento giusto. Come ho notato, vinci solo se riprendi a giocare dopo un periodo di inattività dell'APP... chi mai avrà verificato TUTTE le procedure di gestione utenze ed estrazioni?

La terza è la "terza chance"... non è molto chiaro come funziona ma se non hai fatto un sei +1 puoi venire estratto e vincere... una seconda estrazione? boh. Io ho vinto pochi spicci anche con questa combinazione ma solo dopo aver sospeso le giocate e ripreso dopo mesi.

A questo punto mi viene un sospetto... vuoi che ci sia un algoritmo da qualche parte, non soggetto a controlli (in quanto estraneo al sistema di estrazione, o camuffato da funzionalità aleatoria che nemmeno il più esperto dei periti è in grado di individuare), che conta i giorni di inattività dei giocatori dotati di app ed elargisce solo dopo una certa soglia un contentino iniziale per indurti a continuare ad alimentare un pozzo senza fondo?? E' solo un sospetto? Non ci sono prove? Si può chiedere una commissione di esperti super partes che verifichi questo? Ma poi chi controlla i controllori in un paese che è ben piazzata nella classifica dei paesi corrotti? 

Quindi? Niente. Al superenalotto ci gioco il meno possibile continuando a sperare in qualche serie fortunata alla ripresa. Vi tengo d'occhio. E nemmeno voglio provare l'infinita serie di altri giochi d'azzardo di stato... Non è un gioco continuare ad alternare speranza e delusione, tutte le settimane... è da stupidi e non è nemmeno divertente, nemmeno per probabilità aleatoria. Alla prossima.

P.S. il pinguino balla. Ripeto: il pinguino balla.

mercoledì 19 febbraio 2025

Una difficilissima Lotteria degli scontrini

 


Siamo alle solite, con i soliti commercianti furbetti, saccenti e prepotenti come protagonisti. Mi reco alla ferramenta accanto a casa per del materiale che mi serviva immediatamente e non c'è tempo di aspettare il giorno dopo per Amazon prime. Non trovo il prodotto specifico e mi viene proposto un palliativo...25 euri!!! contro i 3,25 su amazon...lo so, cretino io, sto pagando l'urgenza.

Il circo parte quando pretendo di pagare con la carta, e... sorpresa... esibisco il tesserino con il codice a barre per la lotteria degli scontrini... PANICO!

La cassa, usata per gli scontrini di cortesia (quelli che si emettono senza il prezzo quando si deve fare un regalo ma serve la prova d'acquisto) non ha il lettore di codici a barre e la tastiera è numerica.... come si fa??

La commessa, conscia che non si può rifiutare, cerca di ricordare non senza dirmi che nessuno chiede mai di partecipare alla lotteria degli scontrini... sto zitto e trattengo diplomaticamente i miei commenti. 

Parte una chiamata all'assistenza tecnica del registratore di cassa... dopo qualche minuto risponde un malcapitato con il tono di chi avrebbe preferito gettarsi dentro la caldera di un vulcano attivo....è in vivavoce. Il poveretto chiede alla commessa di attivare la fotocamera dello smartphone per poter vedere la tastiera della cassa ed ìndividuare come diavolo si fa a digitare delle lettere....già, non c'è lettore di barcode che è riservato "al gestionale" che sta accanto. Per battere lo scontrino, il commesso deve scannerizzare il codice nel gestionale, leggere il prezzo e poi batterlo nella cassa.... dei veri geni dell'informatica i loro fornitori di soluzioni avanzate per il commercio moderno. 

Il dialogo si fa concitato, fra tentativi vari e ricerca del backspace per cancellare le lettere sbagliate... ed io zitto a guardare con l'espressione ebete di chi è perfettamente conscio di non essere la causa della rottura di c*glioni in corso.... del resto, sono anzianotto e posso permettermi di fare il boomer ignorante e dinosauro, nonostante oltre 40 anni di esperienza nel settore IT. Alla fine il codice viene digitato, a mano, per intero e si procede con la battitura dei prezzi. Con l'occasione ho preso anche due tubetti di attack ad una cifra astronomica, forse per farmi perdonare inconsciamente per un senso di colpa latente. 50 euri totali per 20 minuti del mio preziosissimo ed unicamente irripetibile tempo (senza contare lo spostamento a piedi).

Come chicca finale mi sento ripetere che "nessuno mai ha chiesto la lotteria qui"... falso, un anno fa un altra commessa in 2 secondi netti aveva letto il codice e nessuno si era fatto male. Ma si vede che questa è dell'ultima generazione, quella laureata a pieni voti per stare dietro ad un bancone di un esercizio che sta in piedi da tre generazioni, e non si sa ancora per quanto se questo è il risultato. Con la prima generazione, lo ricordo che ero fanciullo, si entrava, si chiedeva UN CHIODO, il titolare lo pesava, faceva due calcoli a matita e lo si pagava per uscire felici. Oggi se non ne compri una confezione da kilo non ti considerano nemmeno di striscio, povera Italia, come siamo sprofondati in basso!. 

Continua la mia perplessità su questa diffusissima avversione verso la lotteria degli scontrini ma io comunque pago con la carta, per cui non è che si possa fare "nero" con i pagamenti tracciabili. Ma c'è anche chi legge il codice lotteria e nello scontrino si legge "pagamento in contanti" nonostante l'uso della carta di credito. Giusto qualche giorno fa, in un erboristeria, il titolare si è adoperato gentilissimamente per farmi partecipare alla lotteria, dedicandomi del tempo senza accampare scuse assurde e senza bisogno di scomodare l'assistenza tecnica... c'è commerciante e commerciante professionista... alla prossima

P.S. oro non vuole se carta canta. Ripeto: oro non vuole se carta canta

P.P.S ...gli esercenti, non sono obbligati ad aderire all'iniziativa della Lotteria degli scontrini.... quindi, da oggi e per sempre, non darò mai più un euro a quegli stronzi che non aderiscono all'iniziativa. VAFFANCHIULO!!!

mercoledì 11 dicembre 2024

La vita è una bolla di sapone (e va bene così)

teic it isi end kiip calm Trad:  Prendila comoda e stai calmo


C’è chi corre dietro alle scadenze come se fosse in gara per le Olimpiadi della produttività, e chi si arrabbia perché il vicino ha parcheggiato due centimetri oltre la linea bianca. Ma fermati un attimo: davvero vuoi essere ricordato come “quello che litigava per un posto auto”?  

La vita è una bolla di sapone. Brilla al sole, fluttua leggera e... puff, sparisce. Non sappiamo quanto durerà, ma sappiamo una cosa: non vale la pena passarla con la faccia accartocciata come un foglio di Excel in crash.  

Non c’è nulla di male nel prendere un respiro profondo mentre il cliente urla che la stampante è di nuovo bloccata. Guarda fuori dalla finestra: il mondo è ancora lì, con le nuvole che vagano libere, senza deadline.  

E nei rapporti sociali? Se qualcuno ti ignora, non è la fine del mondo. Forse sta solo cercando di ricordarsi se ha spento il gas.  

Ricorda: la felicità non è un obiettivo da spuntare su una lista, ma un’arte da praticare. E se proprio vuoi impressionare il tuo capo o il tuo amore, fallo con un sorriso rilassato. Tanto, nessuno esce vivo da qui. 😉 Alla prossima...forse.

P.S. Il vento soffia, ma non tutti gli alberi si piegano. Ripeto: Il vento soffia, ma non tutti gli alberi si piegano.

lunedì 25 novembre 2024

L'enigma delle API quantistiche nel cloud distribuito


Nel panorama odierno della computazione distribuita, l'integrazione delle API quantistiche tramite protocolli MQTT over HTTP3 rappresenta un breakthrough nella risoluzione degli algoritmi NP-completi. Tuttavia, l'approccio di reverse-polynomial hashing nei microservizi containerizzati su kernel ibridi a base di nanoparticelle di silicio pone una sfida ontologica nella gestione dei big data semi-statici.  

In questo contesto, l'utilizzo di un framework AI basato su deep recursion nei database NoSQL a struttura circolare diventa cruciale per l'implementazione di architetture serverless con latenza superluminale. Questo è possibile grazie all'adattamento dinamico degli stack IPv7 nei cluster Kubernetes multi-dimensionati, che sfruttano la teoria delle stringhe per la compressione dati ad entropia negativa.

L'elemento chiave rimane la virtualizzazione dei file binari in memoria volatile trifasica, un concetto spesso trascurato ma essenziale per evitare il cosiddetto effetto Schrödinger nel load balancing asincrono. Sorprendentemente, le ricerche indicano che il runtime ottimale si ottiene applicando il metodo Monte Carlo a un codice sorgente scritto interamente in COBOL 2025 V.7.9, compilato tramite un mainframe a base di plasma freddo.  

In conclusione, la convergenza tra linguaggi funzionali e imperativi, mediata dal machine learning su blockchain quantistico, non solo rivoluziona il settore, ma dimostra come il bytecode olistico possa essere il futuro dell’IT. Alla prossima.

P.S.  "Il COBOL danza al chiaro di luna, ma il plasma freddo non scalda il caffè." Ripeto: "Il COBOL danza al chiaro di luna, ma il plasma freddo non scalda il caffè."

E' successo veramente.

L'arroganza dei politici è direttamente proporzionale all'idiozia di chi ancora li vota.

Auguri, babbei. 

venerdì 4 ottobre 2024

L'orologio da taschino del nonno Art.190027

E' peviodo in cui ho viscopevto gli ovovogi da taschino, più eleganti a mio avviso, più comodi di quelli da polso, più preziosi... bhè, preziosi... Su Temu li si trovano a pochi euri, dalle forme e rifiniture più disparate. Meccanismo plasticoso made in china, al quarzo con tanto di piletta o al massimo con carica manuale. Dentro un meccanismo prodotto in serie, che non vale poi molto, alloggiato dentro un supporto di simil teflon, per non parlare della cassa e del "vetro"... acrilico (che lucidarlo è un delirio). 


Ma qualcuno, l'orologio da taschino lo valuta in base ad altri parametri. Conta chi l'ha usato, in quali condizioni lo ha acquistato, dove o da chi, la sua storia. Ecco che mi è capitato per le mani questo, senza marca, non si sa prodotto da chi o rivenduto da chi, made in china, a batteria, ossidato e malandato, rinvenuto assieme ad altri due di valore sicuramente superiore, in argento ma senza vetro e senza lancette....stupendi. Appartenuti al nonno ed ora in balia di chissà quale rampollo che li erediterà sperando li voglia restaurare ed usare ancora per cent'anni e più (o magari non ci capisce un caxo e li butta o li mette su subito.it a 1 euro). 


Decido comunque di riportare in vita questo brutto anatroccolo, provvisto di una custodia in "pelle" (cartone pressato) e catenella, con tanto di manuale d'uso, un pò mangiucchiato dalla ruggine. Provo a togliere l'ossido sul retro, che viene via, ma mi viene la pessima idea di lucidarlo con la pasta all'ossido di cromo. Risultato? la patina credo di cromo se ne va per lasciare il posto al rame sottostante...un disastro.


A questo punto non mi resta che togliere il movimento con lancette e quadrante per nichelare le parti. Con un pò di fortuna, riesco a togliere la corona smanettando delicatamente con le parti metalliche a vista ma non so bene come ho fatto. Di certo che non c'è nessuna indicazione o marchio che identifichi il movimento per cui inutile cercare in rete un tutorial specifico, si va un pò a caxo sperando di non rompere nulla.


Un litro di soluzione elettrolita, una barra di nichel e si alimenta a 4 volts 200mA al massimo per un ora, per ottenere una superficie abbastanza ben rifinita. Ah, per promemoria: il polo positivo va all'anodo di nichel, il negativo ai pezzi da nichelare.  Il risultato non è male e l'orologio è ancora utilizzabile con dignità. 

Manca la batteria, una 377, alias V377, V376, SR66, SR626W, SR626SW... prima o poi dovrò documentare tutte le varianti ed equivalenze delle batterie a bottone

Nel rimontare la corona devo aver fatto un danno... l'ovovgio si ferma ogni tanto e la regolazione dell'ora è più dura di prima... evvabbè, provo a sostituire il meccanismo, dovrebbe essere un Sunon SL68 a occhio...meno di tre euri e con l'occasione ho preso anche gli attrezzi per togliere e rimettere le lancette.

Bene, alla fine è fatta anche questa. Alla prossima.

P.S. L’orologio brilla, il tempo scintilla. Ripeto: L’orologio brilla, il tempo scintilla.

martedì 1 ottobre 2024

PETRA Boiler WK 26.07


 Il thè verde è la bevanda che accompagna i miei pasti, caldo nelle mie fredde giornate invernali e ghiacciato durante i periodi di afa. Perchè bevo il thè non mi va di spiegarlo ma per farlo, occorre dell'acqua calda (non lo sapevi?). Più di trent'anni fa ho acquistato in offerta questo bollitore figherrimo, bellissimo, da 1,7 litri (giusti per la mia caraffa in vetro borosilicato). Petra WK 26.07, qualità tedesca, illuminato da due bellissimi led blu (all'epoca una novità), ha sempre funzionato benissimo senza perdere mai un colpo e mi ci sono affezionato. Bollitori così credo non li facciano nemmeno più. 

Da un pò sentivo il tipico odore di isolante elettrico bruciato ma non mi sono mai preoccupato più di tanto. So che la plastica in prossimità della resistenza di riscaldamento può con il tempo biscottarsi un pò e rilasciare la classica puzza. Ma, un giorno, il mio fedele compagno mi abbandona, si accende, si illumina ma non scalda l'acqua... urge trasporto immediato in sala operatoria.


Il problema? ossido, ruggine in prossimità del terminale della resistenza. La lamella con il fast-on si è spezzata e di sostituirla o attaccarne un altra la vedo dura. Di stagnare il filo, non se ne parla, si fonderebbe al primo utilizzo, Per attaccare un filo di rame ad un terminale di ferro... occorrerebbe uno strumento per puntare ma non ce l'ho. Non so come fare.

Allora? scrivo all'assistenza italia che mi risponde di aver ricevuto la richiesta (una resistenza nuova) ma poi nulla, silenzio ed attesa fiduciosa ma con poche speranze. 

Nel frattempo? boiler aperto sul tavolo in attesa ad occupare posto per altre riparazioni in corso. Ma io come faccio? il thè mi serve in quanto antiossidante e non posso farne a meno. Vabbè, per ora ho ripiegato su un modello koreano, Tristar, minimalista, qualità ovviamente ai minimi ma pagato 8 euri e cinquanta! a questi prezzi se si rompe lo si butta, l'importante è non affezionarsi troppo, e lo si ricompra, anche se vorrei provare a scrivere ai koreani sicuro che loro dall'altra parte del mondo mi rispondono e mi mandano pure il pezzo di ricambio.... e poi abbiamo l'economia occidentale in crisi.. chissà mai perchè!. Alla prossima.

P.S. Il dragone bolle, l'aquila non vola. Ripeto: Il dragone bolle, l'aquila non vola.

Lampada a pinza EGLO 81265


 Una lampada a pinza, da attaccare al bisogno dove serve un pò di luce, tipo in camera per leggere, in lavanderia per leggere meglio le etichette dei prodotti, in garage per le riparazioni... è indispensabile in casa. 

Tragedia quando la pinza si rompe a causa di:

  • una plastichetta al risparmio
  • una molla di thor

Fatto sta che il ricambio, ovviamente, non si trova ed occorre ingegnarsi. Stavolta ho voluto sperimentare  la tecnica del battilamiera, per impratichirmi e vedere i problemi legati nell'applicare questa tecnica ormai desueta e praticata solo da abilissimi artigiani da tempo in pensione. L'idea è quella di incollare i frantumi di plastica e creare due piastre di alluminio per rinforzare la pinza che andrà poi riempita con della termocolla. Per fare in modo che i lamierini stiano al loro posto senza scivolare, ho deciso, giusto per complicarmi la vita, ma anche per ragioni "estetiche" di ripiegare i bordi in modo da irrobustire i pezzi al piegamento da sforzo indoto da una molla a mio avviso troppo potente per questa applicazione.


Allora, ho preso una sagoma di cartone, leggermente più grande della pinza ed ho tagliato (e rifinito a mano) una sagoma di alluminio da 2millimetri. Poi con una sagoma di cartone delle stesse dimensioni della pinza ho ritagliato un pezzettino di legno che fa da "incudine" su cui fissare con delle viti il lamierino da bombare ai bordi. Pazientemente, con un martello, ho battuto i bordi in modo che si piegassero tutt'attorno all'incudine- 

Ultimo passo, incollaggio plastica/lamiera con epossidica bicomponente e riempimento con termocolla. Rimontare la molla ha richiesto un paio di leve, ovvero due tubi di alluminio come prolunga per diminuire lo sforzo quando si chiude la pinza con il perno. 

Risultato? un autentica schifezza che non meriterebbe nemmeno di essere documentata, un ignobile perdita di tempo, un lavoro fatto in fretta senza particolari cure. Ma, tant'è, funziona bene e la lampada ha ripreso la sua funzione, con un piccolo upgrade: lampadina a led a basso consumo. Alla prossima (schifezza)

P.S. Il falegname e il fabbro si sono stretti la mano, ma il tempo dirà se il nodo reggerà sotto il sole. Ripeto: Il falegname e il fabbro si sono stretti la mano, ma il tempo dirà se il nodo reggerà sotto il sole

Festina F16459/2 riparazione ovovogio


 Ed ora mi sto anche improvvisando come orologiaio. Questo ovovogio, Festina modello F16459/2 mi è stato affidato con un "problema". Per ragioni ignote, la cassa si è aperta ed è uscita una parte in plastica che tiene fermo il meccanismo e non si riesce al volo a rimettere tutto a posto. In realtà, ci vedo poco, sono miope, presbite... cecato! ed al volo non ho ben capito come riassemblare il tutto. Ho quindi preferito portare il tutto nel mio bunker segreto dove costruisco dispositivi sofisticatissimi per eliminare dal pianeta tutti gli unani che lo popolano. 

Già che ce l'ho, (mi accorgo che anche la batteria è da sostituire) preferisco smontarlo e darci una pulita a fondo, con gli ultrasuoni. Togliere il cinturino è abbastanza facile, con un cacciavitino micro si fa leva sui perni a molla. Ci si accorge così dello sporco, grasso, polvere, cellule morte, acari, coccodrilli e tardigradi... meglio dare una pulitina a fondo. Anche la cassa è da pulire per bene ma occorre togliere il meccanismo... si ok ma bisogna togliere il perno/corona che serve a regolare la data/ora... mistero sul come si fa, dannazione! sono un informatico non un orologiaio! 

Allora ci si avventura alla ricerca del sacro tutorial, sperando che qualcuno abbia già affrontato lo stesso problema ed abbia deciso di condividere l'avventura per il diletto del popolo....niente. Quindi? Come al solito tocca mettere in moto i neuroni (troppo) invecchiati ed attingere alle metodologie diagnostiche collaudate in tuttaltre problematiche. 

Questo ovovogio ha un movimento al quarzo, plastichetta fatta in serie in giappone, no jewels.. movimento MIYOTA 1N12. Manco con questo dato si trova niente, nessuna istruzione su come togliere il perno. Allora cerco istruzioni più generali, magari concentrate su altri meccanismi e trovo dei suggerimenti. In questo movimento, si nota in prossimità del perno, una micro freccia che punta su un foro. Si preme dentro e contemporaneamente con un unghia si estrae il perno, così si riesce ad estrarre alla fine il meccanismo dalla cassa (sperando di non aver rotto niente). 

Con le parti metalliche libere da parti delicate, le si immergono in acqua e sgrassante nella vaschetta di un apparecchio ad ultrasuoni, basta un ciòttolino cinese senza tante pretese, basta che lo sgrassante sia potente come l'acido solforico....Cyclon prima e poi un prodotto privo di marca preso in un negozio etnico ma che funziona da dio (e non avete idea del nero sporco che si scioglie). 

Per esagerare, la cassa ed il vetro si possono lucidare con un prodotto apposito o nel mio caso una pasta per lucidare i fanali dell'auto, funziona lo stesso e questo non è un Rolex da 150.000 euri. 

Poi si cerca la batteria da sostituire, che c'è da impazzire con le sigle. Quella installata riporta il numero 321 che si scopre corrispondere ad SR616SW, singolarmente su am*zon a poco più di 5 euri, ladri maledetti...prime....arriva domani comodamente a casa.

Rimonto il tutto e l'ovovogio è praticamente nuovo e splendente, ma per parafrasare la trasmissione Cash or Trash... Dott.Rosa, quanto vale? Dal sito ufficiale Festina l'orologio è quotato 49 euro (esaurito ovviamente). In giro fra gioiellerie e privati che se lo ri(s)vendono, si parte dai trenta euro sino al picco massimo di ben 160 euro di un negoziante ladro come un p*rlamentare al quinto mandato. 

Ebbene? Questa operazione, che non ho voluto filmare per non far inorridire chi l'orologiaio lo fa per passione e professione, convinto che in pochi ancora leggono preferendo gli short di titoc (tiè, ignoranti), l'ho fatta sempre per gli stessi motivi già spiegati negli altri post... soddisfazione, sfida, autostima, blah blah blah 'zzimiei. Alla prossima.

P.S. Il gallo canta tre volte prima che l'alba si spenga, ma solo chi sa il colore del vento conosce il tempo giusto per girare la chiave. Ripeto: Il gallo canta tre volte prima che l'alba si spenga, ma solo chi sa il colore del vento conosce il tempo giusto per girare la chiave.

Avvitatore Ferrex WWS-AS4 (Li-Ion battery upgrade)

Un upgrade facile facile. Da un pò anche questo avvitatore preso al volo all'Ald* per le emergenze bricolose di casa, ha iniziato a dare i primi segni di stanchezza e pigrizia. Si carica un due minuti e si scarica in pochissimo tempo. Segno evidente che la batteria o è andata o è dimensionata male per ragioni che derivano ovviamente dal braccino corto di un avido imprenditore che ha assunto un ignobile progettista sicuramente ingegnere. 

Si produce al risparmio per aumentare i profitti e proporre i prodotti a prezzi bassi e poi ci si ritrova con un ciòttolo da potenziare a spese proprie. Alla fine non so se ho davvero risparmiato o se sono vittima dei soliti produttori furbetti che si approfittano di noi consumatori imbecilli e pure un pò poveracci. 

Fatto sta che in ogni caso, mal di pancia a parte, un upgrade non è poi così laborioso o difficile. 6 viti torx T9 e mezzo guscio si apre con facilità. Attenzione a levette e pulsanti che perderli è un attimo. 

All'interno, la solita 18650 da 1500mAh (con il suo BMS), sostituita con un altra dello stesso formato (più grande non ci sta) ma di capacità doppia, 3000mAh. Con una puntatrice si saldano 2 strisce di nikel e si saldano a stagno i due poli positivo e negativo. Personalmente sconsiglio di stagnare i fili direttamente sulla batteria, il calore potrebbe danneggiarle irrimediabilmente (anche senza "potrebbe").

Rimontare il tutto in un minuto, facendo attenzione a non pizzicare i fili, e collaudare per verificare il corretto funzionamento. Funziona. Dai, sotto con un altro ciòttolo da riparare che in questo periodo si sta spaccando tutto, dal bollitore dell'acqua calda alla pinza plastica di una lampada da comodino, dalla batteria dello smartphone alla pila di uno swatch, dai cuscinetti del rasaerba e via dicendo...non è mai finita ma alla fine la guerra la vinco io! tiè. Alla prossima. 

P.S. La luna piena brilla solo per chi ha già raccolto i frammenti d’argento, ricordati che l’ultimo rintocco arriva dopo il quarto tuono. Ripeto: La luna piena brilla solo per chi ha già raccolto i frammenti d’argento, ricordati che l’ultimo rintocco arriva dopo il quarto tuono.

giovedì 18 luglio 2024

Esposto, denuncia, querela alla GdF/AdE


 Sono imbufalito. Da quando ho aderito alla Lotteria degli Scontrini ne ho viste di tutti i colori. "mi spiace non ce l'ho" è la risposta più gettonata dagli esercenti che hanno comunque l'obbligo di adeguare i registratori di cassa ai nuovi tracciati dell'Agenzia delle entrate. In realtà ti stanno dicendo che non vogliono proprio partecipare o rompersi i c*glioni a scansionare uno stupido codice a barre. Ne ho già parlato in passato ma oggi devo constatare che le furbizie contro l'odiata lotteria ha fatto un salto di qualità. 

Tu avvisi alla cassa che intendi partecipare, una sorridente commessa ti scansiona il codice lotteria con il lettore, prende il tuo bancomat contactless e poi ti consegna lo scontrino mentre imbusti la tua spesa con la premura di chi si preoccupa di quelli in fila che aspettano il loro turno.

Torni a casa e controlli lo scontrino che riporta "PAGAMENTO IN CONTANTI" escludendoti automaticamente dalla lotteria e senza possibilità di protestare. Già, devi dimostrare che alla cassa hanno letto il tuo codice lotteria o che hai chiesto di leggerlo, e.... come potresti? E' la tua parola contro la loro e per queste (per loro) quisquiglie figurati se la GdF si muove mai. 

Dovresti segnalare il fatto ma puoi farlo solo di persona, recandoti presso il Comando, oppure scaricare online il modulo per un Esposto (che differisce dalla denuncia o dalla querela) che deve però essere consegnato a mano di persona (la PEC manco sanno cosa sia dopo che ti obbligano ad averla come professionista). L'alternativa è il 117 ma ho come la percezione che verrei invitato a redigere un Esposto da presentare di persona per poi essere convocato di persona davanti a quel bandito di commerciante che darà sicuramente tutta la colpa alla commessa.

In caso di esposto la GdF convoca le parti per una "conciliazione".... e come/cosa conciliare? Pensateci.... sarebbe una gigantesca rottura di c*glioni per tutti e credo che almeno per una parte (immagina quale dai) non verrebbe digerita bene e si rischia pure una lavata di capo per aver fatto perdere tempo a tutti...pure!

Ecco, ed ora che faccio?? Mando giù anche questo rospo? Sul sito https://www.lotteriadegliscontrini.gov.it/portale/home puoi segnalare un esercente con solo due opzioni 1) non ha emesso lo scontrino 2) ha emesso lo scontrino ma si rifiuta di acquisire il codice lotteria ... le casistiche sono ben di più e comunque la furbata di leggere il codice lotteria e registrare pagamento cash anche se si usa la carta non è contemplata. Da un punto di vista fiscale o amministrativo non so cosa comporti un tale comportamento, se sia un illecito, un abuso o cos'altro ma alla fine una cosa è certa.... in quel posto lo prendo sempre e solo io. Ah...quasi dimenticavo, sul sito lotteridegliscontrini.it se clicchi sul bollino in basso a destra con la scritta "Vuoi aiuto?"...non succede nulla.  Andatevene tutti a fanchiulo, unani di m*rda!

P.S. Le rondini sono tornate al nido. La luna sorride sopra il fiume. Le anatre osservano i riflessi d'argento sugli specchi. Attenzione ai sogni non dichiarati, gli specchi non mentono. Ripeto: Le rondini sono tornate al nido. La luna sorride sopra il fiume. Le anatre osservano i riflessi d'argento sugli specchi. Attenzione ai sogni non dichiarati, gli specchi non mentono.

venerdì 5 luglio 2024

Riparare un Paio di Skechers: Un Viaggio tra Errori e Successi

Essere povero ha i suoi lati negativi, ma può anche trasformarsi in un'opportunità per sviluppare abilità pratiche e riscoprire la gioia del fai-da-te. Recentemente, ho affrontato una sfida interessante: riparare un paio di Skechers (non Sneakers) da running/passeggio, ricevute in regalo o meglio in cambio di prestazioni sulle quali per decoro e decenza preferisco non riferire. Ecco il racconto dettagliato della mia avventura.

Motivazione: Quando l’Indigenza Incontra l’Intraprendenza

Le mie fidate Skechers, compagne di innumerevoli passeggiate e corse, avevano visto giorni migliori. La suola era consumata, rendendole scomode e quasi inutilizzabili anche se la tomaia è ancora decente. In più, hanno preso la forma dei miei piedi e sono di un comodo galattico. Invece di comprarne un nuovo paio, cosa impossibile al momento per il mio budget ridotto (i poveri del burkina faso sono più ricchi di me), ho deciso di mettere alla prova le mie abilità manuali. Armato di buona volontà e un pizzico di follia, ho deciso di ripararle.

Passo 1: Tentativo di Scannerizzazione della Suola

Per prima cosa, ho deciso di scannerizzare la suola. Sì, avete capito bene. Ho messo le Skechers sullo scanner e ho digitalizzato la suola per avere un modello preciso su cui lavorare. Tuttavia, presto mi sono reso conto che questo metodo non avrebbe funzionato: la scarpa non era in piano, e la punta ricurva oltre al tacco arrotondato non venivano scannerizzati correttamente, questione di prospettive. Dopo vari tentativi falliti, ho capito che dovevo trovare un'alternativa.

Passo 2: Utilizzo delle Parti Staccate per il Modello

Ho deciso di tornare alle basi e staccare manualmente la suola sagomata nera in gomma dal sotto suola in gomma bianca. Con l’aiuto di un coltello affilato e una lametta, ho iniziato a separare le due parti. Questo passaggio si è rivelato più complicato del previsto. La colla in alcuni punti aveva deciso di fare resistenza, e sembrava che le mie Skechers avessero sviluppato un attaccamento emotivo al loro stato di disfacimento. Dopo vari tentativi e qualche taglietto alle dita (nota per i futuri riparatori: indossate i guanti!), finalmente sono riuscito a separare le due parti.

Una volta staccate le parti, ho usato del nastro carta per unire i pezzi staccati in modo da formare un modello continuo. Questo mi ha permesso di avere una sagoma precisa da riportare sul nuovo materiale.

Passo 3: Preparazione del Nuovo Materiale

Avevo un vecchio tappetino di protezione per piani da lavoro che sembrava perfetto per il lavoro. Utilizzando il modello creato con i pezzi staccati, ho ritagliato il tappetino con precisione (occhio alla differenza tra destra e sinistra)). Ho usato una combinazione di lametta, coltello, righello e punzoni in acciaio per pelletteria. È stato un lavoro di precisione degno di un artigiano del Rinascimento. Ogni ritaglio richiedeva concentrazione e pazienza, e qualche imprecazione colorita quando il coltello decideva di fare di testa sua. Calma, pazienza, precisione...prendiamoci il nostro tempo.

Passo 4: Preparazione della Suola

Prima di incollare il nuovo pezzo, ho preparato la superficie della suola. Ho pulito accuratamente sia la suola originale che il ritaglio del tappetino. Un po’ di carta vetrata ha aiutato a rendere le superfici più ruvide per garantire una presa migliore della colla. Il mio tavolo di lavoro sembrava il laboratorio di un alchimista con tutti gli strumenti sparsi e qualche goccia di colla qua e là.

Passo 5: Incollaggio

Finalmente, era arrivato il momento dell’incollaggio. Con una colla specifica per gomma e scarpe (Artiglio, la mia preferita), ho applicato uno strato uniforme sia sulla suola originale che sul nuovo pezzo. Dopo aver atteso qualche minuto per far asciugare leggermente la colla (quasi asciutta al tatto), ho unito le parti. Ho applicato una pressione uniforme, usando qualche libro pesante come aiuto (nota: scegliere libri meno preziosi, tipo quello di quel generale demente, la colla tende a sbordare!).

Errori e Successi

Naturalmente, non tutto è andato liscio al primo tentativo. Alcuni pezzi non combaciavano perfettamente, e ho dovuto rifare alcune parti del ritaglio. Anche l'incollaggio non è stato perfetto: una delle scarpe ha richiesto una seconda applicazione di colla dopo che una parte si è sollevata.

Tuttavia, dopo vari tentativi e qualche errore, alla fine ce l'ho fatta. Le mie Skechers hanno avuto una seconda vita. La soddisfazione di averle riparate con le mie mani è stata immensa, e il risparmio economico non è stato da meno.

Conclusione

Riparare le mie Skechers è stata un'esperienza istruttiva e gratificante. Mi ha permesso di risparmiare denaro e di mettere alla prova le mie abilità manuali. E poi, c’è qualcosa di speciale nel camminare con scarpe che portano la propria impronta artigianale. Se mai vi troverete con un paio di Skechers malandate, provateci anche voi. Potreste scoprire un lato di voi stessi che non conoscevate! Alla prossima...ma anche no.

P.S. "Il corvo vola a mezzanotte. Le rose non sbocciano più nel giardino di maggio. La luna si specchia nel lago ghiacciato. L'orologio a cucù canta una sola volta, ricordate. Il vento soffia da nord-est, portando con sé segreti dimenticati. L'aquila ha perso una piuma, ma non smette di volare. A chi ascolta, la chiave è nascosta nel libro del tempo." Ripeto: "Il corvo vola a mezzanotte. Le rose non sbocciano più nel giardino di maggio. La luna si specchia nel lago ghiacciato. L'orologio a cucù canta una sola volta, ricordate. Il vento soffia da nord-est, portando con sé segreti dimenticati. L'aquila ha perso una piuma, ma non smette di volare. A chi ascolta, la chiave è nascosta nel libro del tempo."

PPS: le foto le metto qui alla fine perchè non ho nè tempo nè voglia di impaginare e nessuno mi paga per farlo. Cerca di capire se ci arrivi, altrimenti fanchiulo. 







Aggiornamento di ottobre 2024: ecco, dopo un pò di utilizzi, soddisfattissimo del risultato (la colla tiene alla grande), mi accorgo che l'usura del materiale utilizzato è andata oltre i limiti. Occorre utilizzare del materiale specifico per le suole di scarpe, in questo caso una gomma abbastanza resistente. Ora mi metto alla ricerca di qualcosa di adatto e ripartiamo più caparbi di prima. Stay tuned.

mercoledì 5 giugno 2024

Batterie potatore Minelli mod.BQ3 (rigenerazione)

Il Potatore Minelli Ener-Q3 viene venduto con due batterie da 21v e 5,2Ah modello BQ3 che alimenta un motore brusheless. Ogni pacco è composto da 10 celle in formato 18650 da 2500mAh ciascuna, collegate, a coppie in serie, ad un BMS che "legge" tramite una NTC la temperatura per spegnere in caso di surriscaldamento. A dire il vero, la NTC è posta in corrispondenza di un solo elemento all'esterno, per cui non mi è chiara l'efficacia di un tale sistema. Se a surriscaldarsi è un elemento dalla parte opposta del pacco, dubito che il BMS entri in funzione in tempo, per cui tanto vale non mettere nulla e risparmiare un pò o almeno posizionarla all'interno, fra la quinta e sesta coppia di elementi. In quest'ultima ipotesi occorre prolungare i fili del sensore.

Il pacco batteria ha bisogno di una rigenerazione completa, dato che il proprietario lamenta il solito problema... si scarica in fretta, segno evidente che le celle o alcune di esse sono andate ed occorre sostituirle. In questi casi è inutile perdere tempo nello smontare completamente i collegamenti in nikel (saldati con una saldatrice a punti) e cercare di individuare le celle meno performanti. Si procede pertanto con la sostituzione di tutti gli elementi e quelle sostituite vengono poi verificate per capire quali si possono recuperare, almeno per le e-cig o per qualche torcia elettrica. 

Il pacco è chiuso con 4 viti torx, affondate in modo che gli inserti corti che si trovano in ferramenta non arrivano in quanto non entrano nei fori. Occorre un cacciavite torx lungo (grazie ignobile ingegnere progettista). 

Per togliere gli elementi bisogna prima tagliare e poi dissaldare i terminali in nikel collegati al BMS (con uno stagnatore ben caldo). Nel tagliare le strisce fare molta attenzione ai corto circuiti per evitare spiacevoli fiammate. Le celle sono tenute in ordine con 2 gusci di plastica e per togliere quest'ultimi occorre strappare i collegamenti dalle saldature, non senza prima aver annotato la sequenza delle celle in serie ed i collegamenti intermedi. 

Sostituite le celle 18650 si procede con assemblare quelle nuove, le si salda a punti (non senza prima aver tolto l'ossido) e si ripristinano i collegamenti al BMS, non senza bestemmiare in armaico in quanto tutto quel metallo assorbe calore e se non si ha uno stagnatore più che buono si rischia di fare solo danni.

Ed ora pubblichiamo anche uno spottone in chiave SEO:

Codice: ENERQ3
Lubrificazione automatica, 2 batterie a Lito 21V 5.2Ah, 1 caricabatteria, motore Brushless, barra 20cm, costo totale € 369,00 (circa, dipende dal rivenditore)-

Il potatore a batteria Minelli EnerQ3 per la potatura è caratterizzato per la lubrificazione automatica, l'efficacia e la precisione di taglio ed è un attrezzo indispensabile per chi ha necessità di portare con sé un alleato maneggevole e compatto, ideale per il taglio di arbusti, rami o cespugli.
Utile per facilitare le operazioni in frutteto, uliveto e vigneto o semplicemente per eseguire finiture impeccabili con estrema rapidità, Ener-Q3 è l'attrezzo ideale per chiunque voglia dedicarsi al verde per passione, senza rinunciare alla potenza, alla funzionalità e agli standard qualitativi tipici del brand Minelli.
Minelli Ener-Q3 può tagliare rami e arbusti fino a una dimensione massima di 5 cm di diametro, offrendo performances sicure e un'ottima operatività in ogni contesto. La catena da 1/4" è montata su una barra da 7".
Ad azionare il potatore cordless è un motore Brushless controllato da una scheda elettronica e la massima potenza raggiunta dall'utensile a batteria è di 650 W.
L'impugnatura ergonomica antiscivolo e il peso di 1,90 kg (compreso di batteria) rendono il Minelli estremamente confortevole e semplice da utilizzare.

Caratteristiche Tecniche Potatore a batteria Minelli Ener-Q3

    Batteria Li-ion 21V 5.2Ah 82,99€
    Potenza massima 650W
    Tempo di ricarica 3 h
    Durata batteria 2-2,5 h
    Motore elettrico Brushless
    Barra 7"
    Catena 1.1 mm 1/4” - 0.043”
    Velocità della catena (giri/min) 11m/s
    Lubrificazione Automatica
    Peso 1,90 Kg

Fine spottone SEO. Riprendiamo.

Una batteria nuova può costare anche più di 80 euro. 10 batterie da 3000mAh costano circa 3 o 4 euro l'una o poco più (dipende dalla qualità e dal produttore). In questo caso non conviene risparmiare ed è meglio prendere qualcosa di affidabile, sapendo che le 18650 a prezzo stracciato sono gli scarti di produzione che vengono acquistati all'ingrosso e rivenduti al dettaglio da commercianti cinesi privi di tanti scrupoli. 

Per la sostituzione facciamo un oretta di lavoro, a 30 euro più che onesti, per un totale di 60 euro per la rigenerazione, facciamo 50 e non se ne parla più, che con la sostituzione abbiamo anche un autonomia maggiore rispetto alle originali. Comunque si risparmia, ho imparato qualcosa di nuovo e sono soddisfatto immaginando la felicità del proprietario. Alla prossima.

P.S. olive nere senza nocciolo per dessert. Ripeto: olive nere senza nocciolo per dessert.


 

 



giovedì 23 maggio 2024

Mini avvitatore Black&Decker A7073 (riparazione)


Sto tentando di riparare l'avvitatore Black & Decker  A7073 (prima serie, quella col portabatterie rosso). Dovrebbe valere attorno ai 10 euro al Brico Center, anche se.... in rete l'ho trovato all'astronomica cifra di 78,70 euri (certi commercianti sono proprio dei veri ladri).  

Il mini avvitatore monta un motorino Johnson sigla 30900 (introvabile ovviamente). Il corpo cilindrico del motorino misura un diametro esterno di  un pollice (27,70mm) ed una lunghezza di circa 1,5 pollici (38,5mm). Purtroppo le batterie alcaline rimaste a lungo inattive hanno prodotto quello che comunemente viene chiamato "acido" (ma sappiamo che acido non è), che si è propagato nel tempo attraverso i contatti su su fino al collettore del motore. I contatti li ho già puliti per bene con aceto di alcool immergendoli nella macchinetta ad ultrasuoni (vengono perfetti anche se la nikelatura un pò è andata). 

Il motorino purtroppo è talmente corroso che i supporti delle spazzole sono spezzati e i carboncini si sono staccati dal loro supporto. Devo trovare un motorino di ricambio, dato che questo non è riparabile, o trovare un motorino "compatibile" di un altra marca ma con le stesse dimensioni. Dato che la politica Johnson è particolarmente parca di particolari riguardo ai loro prodotti (ne ho già parlato in passato di un aspira-briciole convertito al litio) ho optato per la Mabuchi (cinesi ovviamente) ed in particolare per un paio di modelli che "dovrebbero" essere compatibili:

  • RS-360SH-24110
  • RS-360SH-3070

 Specifica RS-360SH-3070:

1. Marca: motore Mabuchi
2. Modello: RS-360SH-3070
3. Dimensioni motore: 27.7mm * 32.3mm
4. Diametro albero di uscita: 2.3mm
5. Lunghezza albero di uscita: 9mm(include altezza gradino 11.6mm)
6. Peso: 54g
7. Gamma di tensione: DC 3.0V-9.6V
8. Dati di prova:
Tensione: 3.0V velocità a vuoto: 6000 giri/min corrente: 300ma
Tensione: 6.0V velocità a vuoto: 12800 giri/min corrente: 330mA
Tensione: 7.2V velocità a vuoto: 15500 giri/min corrente: 360mA
Tensione: 9.6V velocità a vuoto: 20800 giri/min corrente: 420mA

Il problema di questi modelli è dato dal fatto che l'alberino non ha la scanalatura per l'ingranaggio ed occorre inventarsi qualcosa per risolvere. O si fora l'ingranaggio con una punta di qualche decimo inferiore al perno e si forza l'inserimento con una pressa (non senza Loctite ovviamente) oppure si pratica una scanalatura nel perno con un rotary tool... scegliere... io ho preferito scanalare l'alberino. Occorre anche prolungare i due contatti recuperando quelli del vecchio motorino e saldarli con dello stagno oltre che aggiungere uno spaziatore (anche della spugna semirigida va bene) per adattare la differenza di lunghezza. Un pò di termocolla per tenere fermo (solo) il motorino nella sua sede ed il gioco è fatto. Un gioco da ragazzi.

Specifica RS-360SH-24110

Marca: MABUCHI
Modello: RS-360SH-24110/47
Diametro motore: 27.7MM
Altezza motore: 32.3MM
Diametro dell'albero: 2.3MM
Lunghezza albero: 11.6MM
Distanza del foro della vite: 16.5MM (M2.5)
Peso: 55g
Intervallo di tensione: DC 3V-12V

Dati di Test:
Tensione: 3.0V corrente: 0.19A velocità: 3750RPM
Tensione: 6.0V corrente: 0.2MA velocità: 8100RPM
Tensione: 7.2V corrente: 0.21MA velocità: 10000RPM
Tensione: 9.0V corrente: 0.22A velocità: 12600RPM
Tensione: 12V corrente: 0.23MA velocità: 17100RPM

Sono arrivati il 4 giugno (ordinati il 23 maggio) (spesa totale per entrambi, spediti: 10 euri)...il modello 3070 è un pò più veloce ma non ci sono indicazioni sulla coppia, che per un avvitatore è abbastanza importante. Al momento la coppia del 3070 sembra inferiore a quella dell'originale ma da questi ciòttoli non ci si deve poi aspettare molto, basta che per i lavoretti di minuto mantenimento funzioni.

Documento qui per voi poveri mortali alcune dritte di smontaggio e sostituzione del motore. Questo modello non ha viti per l'apertura. Bisogna fare leva sul tondino metallico "ad U" in prossimità della testa. Occhio che la testa contiene gli ingranaggi planetari semplicemente infilati su dei perni e perderli è un attimo. 

Due perni in acciaio tengono le due valve di plastica e con un cacciavitino, dall'interno del vano batterie si riesce ad aprire il tutto. 

I contatti a lamelle del caddy porta batterie sono smontabili (dipende da quanto sono incrostati) ed è sufficiente sfilarli delicatamente dal supporto che è inserito ad incastro. Anche i contatti dalla parte opposta si possono togliere a patto si riesca a smontare il "tappo" finale senza romperlo. 

Per pulire i contatti si usa l'aceto bianco di alcool (ne ho già parlato in dettaglio), meglio se in una vaschettina ad ultrasuoni di quelle mini per pulire occhiali, orologi e gioielli (cerca su aliexpress o su temu). Una spazzolata col rotary tool fa il resto. Se la nikelatura dei contatti è andata, si può anche far finta di nulla a meno che non si disponga di un kit fai da te adatto allo scopo di farli tornare come nuovi di fabbrica. Senza nikelatura è più facile che i contatti si ossidino. 

Bene, un altro avvitatore funzionante per casa non guasta mai. E stavolta le foto le metto alla fine perchè sono pigro e non voglio impaginare il post. Alla prossima, ma anche no.

P.S. Broccoli ed asparagi verdi al posto di noci e meloni. Ripeto: Broccoli ed asparagi verdi al posto di noci e meloni.










fine...per ora.

mercoledì 22 maggio 2024

Avvitatore Stanley 63-048 (recupero e ricarica)

Bene, ora sono un felice proprietario di un avvitatore Stanley (e di un altro che documenterò in seguito). Mi arriva ovviamente senza carica batterie, finito chissà dove, in quale anfratto di chissà quale cassetto attira-ciarpame-di-casa. Già, le cose elettriche con un filio che esce da un estremità opposta alla spina, dalla funzionalità inspiegabile per certi unani, finiscono sempre nel cassetto dei cavi assieme ai caricabatterie dei vecchi cellulari GSM Nokia/Samsung ed alle cuffiette inestricabili. 

Fortuna vuole che la mia patologia da accumulatore seriale mi faccia ritrovare uno spinotto perfetto per ricaricare l'attrezzo ma mi resta il dubbio che le batterie siano "sane" e tengano la carica. Sono già pronto a sostituirle dato che se ne trovano in commercio e con un pò di manualità ed attrezzi adatti, tipo una saldatrice a punti, si può fare. 

Abbiamo quindi 4 batterie in serie, da 1,2 volts 600mAh ciascuna. Dovremmo progettarci un carica batterie adeguato a queste ma... con quali caratteristiche? Di comperarne uno nuovo e spendere dai 20 ai 40 euro nemmeno a pensarci. Comperare, spendere...BESTEMMIE!!

Per caricare correttamente le nostre batterie Ni-Cd (Nichel-Cadmio) da 4,8V (4 batterie in serie da 1,2V ciascuna), è necessario rispettare alcune specifiche relative alla tensione ed alla corrente di carica per evitare di danneggiarle.

  • Tensione di carica

Per un pacco batteria Ni-Cd da 4,8V (4 celle in serie), la tensione di carica dovrebbe essere leggermente superiore alla tensione nominale del pacco. Solitamente, si considera una tensione di carica di circa 1,4-1,45V per cella. Quindi:
[ 4 celle x 1,4-1,45V/cella = 5,6-5,8V ]

Pertanto, occorre impostare un alimentatore da laboratorio a circa 5,6-5,8V.

  • Corrente di carica

La corrente di carica consigliata per batterie Ni-Cd è tipicamente il 10% della capacità nominale della batteria (corrente di carica lenta). Nel nostro caso, con una capacità di 600mAh:

[ 600mAh x 0,1 = 60mA ]

Questa è la corrente di carica lenta (1/10 C). Una carica lenta è più sicura e prolunga la vita delle batterie, ma richiede un tempo di carica più lungo, solitamente circa 14-16 ore.

Se si desidera una carica più rapida, si può aumentare la corrente fino a 0,5C (300mA nel nostro caso), ma bisogna essere più attenti e monitorare attentamente la temperatura delle batterie per evitare il surriscaldamento. Le batterie Ni-Cd possono gestire cariche rapide, ma richiedono un controllo più rigoroso della corrente e della temperatura.

  • Procedura di carica

1. Impostare la tensione dell'alimentatore a 5,6-5,8V.
2. Impostare la corrente a 60mA per una carica lenta e sicura.
3. Collegare il pacco batteria all'alimentatore rispettando la polarità (positivo al positivo e negativo al negativo).
4. Monitoraggio: Durante la carica, controllare periodicamente la temperatura delle batterie. Dovrebbero rimanere fredde o leggermente tiepide al tatto.

  • Considerazioni

Interruzione della carica: Se l'alimentatore non ha una funzione di spegnimento automatico quando la carica è completa, occorre monitorare manualmente il processo ed interrompere la carica dopo 14-16 ore per la carica lenta.
Sicurezza: Evitare di sovraccaricare le batterie, poiché il sovraccarico può danneggiarle permanentemente e ridurre la loro capacità.

Seguendo queste indicazioni, dovrei essere in grado di caricare il mio pacco batteria Ni-Cd in modo sicuro ed efficace utilizzando un alimentatore da laboratorio. 

Per sicurezza e curiosità, ho collegato in serie all'alimentatore un tester in modalità "corrente" ed ho notato una cosa: la corrente inizia ad attestarsi attorno ad un paio di mA per poi salire molto lentamente, mentre non si notano surriscaldamenti particolari.... cosa accade? 

L'aumento di corrente alla ricarica, in questo caso,è indicativa di un comportamento caratteristico delle batterie Ni-Cd, specialmente se sono completamente scariche.

Carica di Riformazione (Reconditioning Charge)

Quando le batterie Ni-Cd sono completamente scariche, potrebbero richiedere una fase di "riformazione" o "pre-carica" per iniziare a recuperare la loro capacità. Durante questa fase:

  1. Bassa corrente iniziale: Le batterie assorbono inizialmente una corrente molto bassa perché la chimica interna necessita di tempo per iniziare a riattivarsi.
  2. Aumento graduale della corrente: Man mano che le reazioni chimiche interne iniziano a stabilizzarsi, la capacità di accettare carica aumenta, e la corrente di carica inizia ad aumentare lentamente.

Impostazioni del Caricatore

L'impostazione dell' alimentatore a 5,7V e 60mA è appropriata e sicura per queste batterie Ni-Cd. La corrente limitata a 60mA è sufficiente per una carica lenta, il che è ideale per batterie che sono completamente scariche.

Comportamento delle Batterie

  1. Recupero chimico: Le batterie Ni-Cd completamente scariche possono richiedere tempo per "risvegliarsi". Questo processo implica che le reazioni chimiche interne stanno gradualmente riprendendo, consentendo alle batterie di accettare sempre più corrente.
  2. Basse temperature: Il fatto che le batterie siano fredde è positivo, indica che non ci sono surriscaldamenti o problemi immediati di resistenza interna elevata che causerebbero calore eccessivo.

Cosa Fare Ora

Continuare a monitorare il processo di carica seguendo questi passaggi:

  1. Monitoraggio della corrente e della tensione: Continuare a osservare la corrente assorbita e la tensione del pacco batteria. Se la corrente aumenta lentamente, è un buon segno che le batterie stanno recuperando.
  2. Tempo di carica: La carica lenta può richiedere diverse ore. Per un pacco batteria completamente scarico, un tempo di carica di 14-16 ore a 60mA è più che normale.
  3. Temperatura: Controllare periodicamente la temperatura delle batterie. Devono rimanere fredde o leggermente tiepide durante la carica. Se diventano calde, ridurre la corrente di carica e monitorare attentamente.

Conclusione

Il lento aumento della corrente di carica è normale per batterie Ni-Cd che sono completamente scariche, quindi continuare senza preoccupazioni a caricare a 5,7V e 60mA, monitorando costantemente la corrente e la temperatura delle batterie. Con il tempo, la corrente dovrebbe stabilizzarsi a un valore adeguato e le batterie dovrebbero recuperare la loro capacità di accettare una carica normale. 

Purtroppo...dopo vari tentativi, le batterie sono andate. Si caricano e scaricano in un istante...occorre sostituirle. Con l'occasione ho optato per 4 batterie da 1200mAh, così ho il doppio dell'autonomia ed ho trovato un caricabatterie automatico con corrente di carica impostabile tramite un selettore, 120mA.

Perfect! Alla prossima.

P.S. Giorgio spegne la luce e Mario inciampa. Ripeto: Giorgio spegne la luce e Mario inciampa.