lunedì 11 ottobre 2021

L'eccellenza sanitaria delle ULSS

Venerdì 8 ottobre ricevo nella cassetta delle lettere una busta proveniente dall'ULSS di zona. Apro... contiene una prenotazione (che non ho mai richiesto) per il giorno martedì 5 ottobre... la cosa ancora più strana è che la data della prestazione è del 5 ottobre alle ore 10:11 ed il primo appuntamento del ciclo di interventi è fissato a partire dallo stesso giorno alle ore 10:15 ...questa sì che è un eccellenza sanitaria! Prestazione erogabile solo dopo 4 minuti dalla richiesta!!

Mi sa che l'operatore ha combinato il solito pasticcio, ingarbugliando ancora di più la già precaria situazione delle prenotazioni in piena pandemia ove i tempi di attesa per le prestazioni "urgenti" possono superare anche l'anno di attesa. 

Decido di chiamare per avere chiarimenti, al numero verde che sembra l'unico disponibile e l'unico suggerito cone "competente" dall'operatore del centralino dell'ospedale. Compongo il numero ed inizia la lotteria degli instradamenti, con opzioni che non servono e dove è sempre assente quella che serve, tipo "premere x per parlare con un operatore". 

Alla fine della sequenza di instradamenti, l'immancabile voce registrata di attesa, dato che sembra gli operatori sono tutti occupati.... a fare che cosa non si sa (ma lo sappiamo da quando potevamo osservarli allo sportello pre-pandemia).

Buongiorno, lei ha scelto di prenotare una prestazione in regime sanitario nazionale.

la preghiamo di attendere per non perdere la priorità acquisita

la informiamo che  in base alla normativa vigente è possibile presentare disdetta con almeno 2 giorni lavorativi prima delll'appuntamento. In caso contrario, verrà addebitato il pagamento dell'intera prestazione anche se esente.

resti in attesa verrà messo in attesa con il primo operatore libero oppure le verrà offerta la possibilità di lasciare il numero per essere richiamato

passano 20 minuti e la cantilena cambia in:

ci scusiamo ma i nostri operatori sono tutti occupati. digitare il numero dove essere richiamato seguito dal tasto cancelletto.

Perfetto, so già che (forse) verrò richiamato, fra qualche giorno o nelle loro pause che mai coincidono con le mie... pretendendo ovviamente la mia disponibilità... la mia ovviamente.

Mi sorge un dubbio però... se volessi disdettare la prenotazione, sarei costratto a pagare l'intera tariffa? Disdire con 2gg di anticipo una prenotazione fissata in un arco temporale di 4 minuti e comunicata con tre giorni di ritardo... proprio non saprei come fare a meno di non tornare indietro nel tempo. Ma mi sa che anche stavolta la burocrazia farà il suo corso, con questo nuovissimo metodo per raccattare un pò di spicci da noi poveracci e riportare in attivo le casse già spolpate a dovere dai soliti ignoti. 

Già sappiamo come fanno per diminuire i tempi di attesa e dimostrare l'eccellenza della sanità, calcolando i tempi dalla prenotazione all'erogazione del servizio. Tu chiami, ti dicono che ti richiamano perchè non hanno date disponibili ed a distanza di molti mesi lo fanno, per fissarti l'appuntamento a poche settimane. In questo modo i tempi di attesa per le loro statistiche tornano magicamente nei limiti della tolleranza (sulla carta). Ma con questa prestazione fissta dopo solo 4 minuti dalla prenotazione battiamo qualsiasi record. Mi sa che è un altro trucchetto per la media matematica, con a corollario il pagamento dell'intera prestazione impossibile da disdire.... dei veri geni. Complimentoni.

P.S.  il paziente, dice il primario, è un asino. Ripeto: il paziente dice: il primario è un asino.

martedì 14 settembre 2021

Apple MacBook battery A1185 (autopsy)

Mi sono deciso alla fine di disassemblare una batteria di un MacBook, modello A1185 10,8Volts 55Wh (prodotta il 10 luglio 2012), per vedere se si possono recuperare le celle al litio da riutilizzare per qualche progetto. Come c'era da aspettarsi, i prodotti della mela sono qualitativamente "superiori", c'è poco da dire. Nel pacco batterie, infatti, si notano una maggiore attenzione e qualità dei prodotti utilizzati e delle soluzioni adottate (il che però spiega solo in parte il costo esorbitante dei loro ciòttoli). 

Smontaggio: L'apertura è semplicissima... delle viti attorno al pacco agevolano l'apertura dell'involucro bianco. All'interno, una serie di 6 celle Li-Ion 606168-C 9,4Wh (probabilmente 2500mAh), spessore 6mm, che le rendono perfette in tutte quelle situazioni dove lo spazio scarseggia. Ogni cella è incollata al suo posto con del nastro biadesivo trasparente, particolarmente tenace. Inutile tentare di fare leva con una spatola o peggio con un cacciavite, perchè si rischia concretamente di piegare le celle, danneggiarle, mandarle in corto con concreto rischio di incendio. 

Per toglierle, occorre munirsi di uno spray sciogli etichette, che agisce ammorbidendo l'adesivo, ed attendere che faccia effetto. C'è poi da scollegare le celle, i cui terminali sono saldati a punti... tagliare le piattine rivestite in kapton è l'unica soluzione, dopo aver tolto anche la quantità industriale di striscioline adesive isolanti. Possibilità di auto riparare questa batteria? con l'attrezzatura giusta, da 1 a 10 direi 5 o 6.

Protezione: Il controllo carica/scarica è affidato al BMS in corso di analisi, anche se non ho molte speranze dato che la mela usa spesso chip proprietari dalle sigle indecifrabili e dal data sheet introvabile. In serie ad ogni batteria c'è un componente marchiato LC77AY-1. E' un disgiuntore termico (assente nei pacchi batterie dei portatili "normali") o anche un "fusibile" ripristinabile se vogliamo chiamarlo così per capirci meglio.

LC Mini-Breakers (Miniature Thermal Cutoff Device)

Bourns LC Mini-Breakers (Miniature Thermal Cutoff Device) feature a low current type, overtemperature and overcurrent protection for lithium polymer and prismatic cells, and controls abnormal, excessive current instantaneously. 

Le celle: vengono sottoposte ad un ciclo completo di carica - scarica - ricarica che dura 24 ore, per misurare alla fine la capacità effetttiva di ogni cella e verificare quali sono recuperabili e quali da mandare al riciclo...poco meno di 10 anni di utilizzo... forse è una speranza vana. Credo che le utilizzerò per delle telecamere wireless auto costruite, che consumano un inezia garantendo una discreta autonomia di funzionamento 24/24 7/7. Devo solo cercare un BMS che abbia alloggiato anche una presa USB-C per la ricarica al volo. Mi sto divertendo come un bambino in un negozio di giocattoli. Alla prossima. 

P.S. il merlo ciurla nel manico. La fontana è a secco. Ripeto: il merlo ciurla nel manico. La fontana è a secco.

venerdì 10 settembre 2021

Teslacigs WYE II 86W TC Box Mod (riparazione)

Questo argomento è tabù per l'AI di gùgol. Quando si parla di apparecchiature elettroniche in grado di vaporizzare del glicerolo, il bot diversamente intelligente artificialmente di gùgol va in allarme, in quanto crede si stia parlando di quell'argomento che tratta prodotti sui quali lo stato italiano detiene i monopoli anche se pare sia dannoso per la salute sino a provocare la morte di chi ne fa uso. Scusa se sono vago ma non voglio rotture di c*glioni a spiegare ad un bot, come già successo in passato, che si sta sbagliando, con esiti ovviamente a me sfavorevoli visto che spiegare delle neanche tanto sottili differenze ad una stupida macchina è dura. 

Mi consegnano questo aggeggio (chiamiamolo così) sul cui display O-led compare una scritta inesorabile... l'apparecchio è in corto, ovvero guasto, ovvero è da buttare, ovvero nessuno è disposto a ripararlo mentre in rete esiste una nutrita flotta di pirati pronti a vendertene uno nuovo, più meglio, più costoso ovviamente....sanquisuge di portafogli altrui. Il disastro è avvenuto mentre l'utilizzatore era in ferie, lontano da casa e pertanto non c'è stata altra scelta che farsi rapinare volontariamente e comperare un sostituto, il primo che si trova a tiro... buon per lui, il commerciante felice dal fatturato di giada. 

Affronto la riparazione con la rassegnazione che, se è guasta l'elettronica, non c'è molto da fare, ma anche con la curiosità di vedere cosa c'è dentro e capire se in futuro conviene o si può aggiustare. 

Per aprire questo modello occorre svitare quattro viti (Torx), due in prossimità dell'attacco dell'atomizzatore e due dentro il vano batteria. Aiuta molto avere dei cacciavitini usati per la riparazione di alcuni modelli di smartphone. L'aggeggio si separa in due parti. Appena aperto un sospiro di sollievo. Il guasto è solo un filo staccato, quello della massa (il negativo), frutto di una saldatura pedofila (fatta coi piedi :-).


Per risaldare il contatto (una scodellina metallica placcata oro) occorre toglierla dalla sua sede, altrimenti il calore dello stagno fuso fonde la plastica costringendo a buttare tutto. Occhio alla molla. Un abbondante dose di flussante, mano ferma, temperatura e tempi di saldatura calibrati dall'esperienza ed il contatto è ripristinato. Con l'occasione sarebbe stato bello dare anche una lavata al contenitore con acqua e sapone neutro, data la sporcizia naturalmente accumulata in anni di utilizzo. Per fare questo però, bisognerebbe dissaldare tutti i fili di collegamento e togliere l'elettronica... ho preferito di no, la regola è mai toccare quello che funziona e procedere solo se non si teme di spaccare qualcosa e perdere definitivamente l'oggetto. Così ho ovviato sfregando le parti esterne ove si annidano i pelucchi con uno spazzolino da denti, usato... non li buttate in discarica vero?

Collaudo positivo, con una batteria al litio di recupero. Funziona!! 50 euri risparmiati, da destinare a qualche bolletta, del pane, un pò di latte, frutta verdura, carne (un lusso) ed un pò di comfort food che tanto risolleva lo spirito facendoci sentire ricchi come sceicchi. Anche la soddisfazione per il ripristino della funzionalità azzoppata non è poco ma con solo quest'ultima non si mangia poi molto. Alla prossima.

P.S. L'incendio è spento. Ripeto: L'incendio è spento.

giovedì 9 settembre 2021

HP Li-Ion battery autopsy

Carta, vetro, plastica, metalli ferrosi, medicinali scaduti, batterie esauste e RAEE.... in due parole... rifiuti, ovvero un costo per noi e ricchi profitti per le eco-mafie. Dall'ultimo giretto all'ecocentro per consacrare il consumismo, esco con tre batterie da computer portatile, fiducioso della possibilità di recuperare qualche cella ancora funzionante, adatta ad alimentare qualche progetto in corso. Si, sono povero e non mi posso permettere di acquistare nulla e mi tocca frugare nei cassonetti. Ho dovuto lasciare sul campo una vaporella lava pavimenti (mi  serviva), un rasaerba elettrico (caxo! mi serviva la scocca e la lama!!), una lucidatrice per pavimenti (me la dovrò costruire) ed altri ciòttoli recuperabilissimi. Mi viene da piangere ma pazienza, proprio non me la sono sentita di confrontarmi con il lavoratore sceriffo categoria protetta, non particolarmente dotato di neuroni funzionanti, ovvero il poveraccio di turno investito dell'autorità per insultare e vessare i più poveracci di lui.. 

Le batterie da computer portatile sono difficili da riparare (inteso come sostituzione delle singole celle) e sono costruite in modo che non sia possibile aprirle senza rompere il contenitore (o peggio la guaina delle celle stesse). E' meglio lasciar perdere se non si conoscono i pericoli associati all'apertura di pacchi batterie al litio (è pericoloso, molto, più di quanto si immagini). 

Spesso il PC dove sono alloggiate si rifiuta di ricaricarle, è il firmware che comanda, sperando che l'algoritmo che le governa sia efficiente dato che le chiamano "smart batteries" (che di smart hanno ben poco). Non sempre è così. A volte qualche cella difettosa rende tutto il pacco inutilizzabile (è una giusta precauzione), a volte si guasta il BMS, a volte è l'esaurimento per intenso (o errato) utilizzo a decretare il fine vita del pacco batterie. Fatto sta che statisticamente, qualche cella si salva fra le  6 od 8/9 celle presenti nel pacco e collegate secondo lo schema 3/4S 2P. Devo ancora indagare se il BMS è recuperabile e riutilizzabile in modalità "stand alone" o se è possibile "dialogarci", magari per scoprire che qualche contatore ha raggiunto il limite imposto dal produttore per decretare la morte "d'ufficio" della batteria (maledetti schifosi). 

Vediamo un pò, curiosando all'interno con un analisi visiva, alcuni dati:

1) Batteria HP 10,8V series HSTNN-IB51 da 47Wh. Purtroppo il BMS non ci fornisce molte informazioni in quanto i chip sono ricoperti di resina ed il connettore non è serigrafato per capire quali segnali porta. Le celle Li-Ion, ricoperte da una guaina blu, riportano le sigle LGCS318650 - G2981036529 - IJ251D2S3. Grattando un pò i componenti è possibile intravedere alcune sigle. bq29330 7AKG4 (2-Series, 3-Series, or 4-Series Cell Protection Control) e bq20Z70PW 7AT (SBS 1.1-COMPLIANT GAS GAUGE ENABLED WITH IMPEDANCE TRACK™TECHNOLOGY FOR USE WITH THE bq29330), il processore che memorizza i dati e tramite il sistema smart battery comunica con l'host.  AT è il termistore nero con i due fili che terminano nella goccia che racchiude la resistenza variabile alla temperatura. I punti dove collegare la serie di celle sono contrassegnati con VG (zero o GND), VL, VM, VH e VP rispettivamente 4,8,12,16 volts ma il VH non risulta collegato per cui arriviamo a 12 volts.

2) Batteria CC06 Notebook battery HP 10,8V 55WhHP Spare 628670-001 CT 6BQMBC3B72R5X0 (assemblata a maggio 2012) LG PN HP011016-C2T23C01.  I chip sono diffifilmente leggibili, causa venice lucida... appena ho un minuto provo a ricavare qualcosa. Il connettore della batteria riporta la sequenza P+ D C OC T3 P- dove, per logica deduttiva, D=Dati (SDA), C=Clock (SCL) e T3 il termistore. OC non ne ho idea.... forse sta per "open circuit" o non connesso...boh. Ci sono ben 16 test point con cui giocare. Le celle, ricoperte da guaina arancione, riportano la sigla LGABC21865 - L097D066A2

3) Batteria HP HSTNN-LB60 14,4V 73Wh a 8 celle a guaina Viola con sigle LGDB318650 - I1704105815 - MF194D1B3. In questo batteria almeno due celle presentano evidenti perdite di elettrolito e misurano ai loro capi 14mVolts (decisamente morte). I segnali sul connettore, visto esternamente leggendo da sinistra a destra, presenta i seguenti segnali: P- (primi due pin) - B/I - ID - C - D  - P+ (ultimi due pin). Il chip più grande ha la sigla bq 2084DBT 94KG4 mentre quello nel lato opposto bq 29312APM 95K ovvvero il controller delle celle ed il processore.

Al momento le celle recuperate sono sottoposte a cicli di ricarica - scarica e ricarica, ci vorrà un pò per capire quali e quante recuperare ma sono fiducioso. Quelle arancione misuravano 3,7 volts, mentre le altre 2,4volts (entro i limiti), buon segno dai. 

Sto ragionano anche un termini di recupero dell'intera batteria. Con una stampante 3d si crea un nuovo guscio dove alloggiare le batterie (sostituibili), si riutilizza il BMS con il suo connettore e si ricrea il pacco completo "compatibile"...non male come ideona.

Alla prossima. 


P.S. le due faine sono nel pollaio al fresco. Ripeto: le due faine sono nel pollaio al fresco.