giovedì 28 novembre 2019

Alimentatore switching AVM Fritz Box 7170 (riparato)

Era da un pò che il modem AVM Fritz!Box 7170 stava dando segni di sofferenza. Download lentissimi, difficoltà di allineamento col segnale ADSL, tempi di avvio biblici... l'alimentatore stava tirando le cuoia, abbassando progressivamente la tensione in uscita e provocando i difetti evidenziati. E' un alimentatore switching da 12 volts 1,2 ampère, di dimensioni ridottissime... brutto segno... circuiteria minimale = progettazione al risparmio = durata limitata.
Per un pò mi sono chiesto se valesse la pena di riportarlo in servizio con una riparazione al volo, che non mi complicasse troppo la vita, visto che l'ho sostituito con uno più robusto e spero longevo. Non che quello originale avesse durato poco, anzi, ma ho preferito prendere qualcosa che scaldasse un pò meno.
L'apertura del contenitore, saldato ad ultrasuoni "i suppose", non ha dato particolari problemi. Al posto di usare il metodo col seghetto da ferro, ho preferito infilare una lama di coltello e far saltare la giuntura pian piano tutto attorno, creando solo una crepa facilmente saldabile con colla e nastro isolante, nulla di male. 
Aperto l'involucro si presenta il classico problema del condensatore di uscita con la capocchia rigonfiata ma non ancora "esploso". E' un condensatore da 1000 microfarad 16 volts a basso ESR. Il problema è trovare un ricambio compatibile delle stesse dimensioni. Fortuna vuole che nel girone dei condensatori dannati, stipati alla rinfusa in attesa di una catalogazione che lo so durerà mesi ,previa predisposizione di una serie di adeguati contenitori a scomparti, ne salta fuori uno di dimensioni uguali, ma con tensione di 25 volts... preso! 
Succhiastagno, stagnatore, flussante, nastro isolante et voilà.... o quasi. In foto il risultato della sostituzione (condensatore a sinistra, azzurro) ed a sinistra il condensatore guasto (nero). Provo a misurarlo... 2106 nanofarad, Vloss del 17% ed ESR 0,14Kohm... decisamente andato. Quello "nuovo" (in realtà usato) 1015 microfarad, con ESR di 0,03ohm, direi un pò meglio.
Misuro a vuoto la tensione in uscita... 17,3 volts!! boh, non me lo spiego ma ricordo che occorre misurare gli switching, specie quelli "da muro", sotto carico, mai a vuoto. Mi fido a provarlo sotto carico con il modem attualmente in uso? Per ora no, per cui prendo il 7170 di scorta, quello che tengo per i casi di Emergency & Disaster recovery (sì, qui siamo organizzati come una grande multinazionale) e provo a vedere che succede, al limite "esplode di brutto". 
Si accende e non dà segni di riscaldamento eccessivo. Non ho effettuato misure o altro della tensione di alimentazione sotto carico ma per ora dò per "riparato" anche questo switching, mi dò una pacca sulla spalla, mi dico "bravo!" e mi complimento da solo, tronfio e rigalluzzito come un laureatino al giorno del conferimento del titolo. Alla prossima.

P.S. Il pollo è in forno, le patate sono lesse. Ripeto: Il pollo è in forno, le patate sono lesse.

martedì 26 novembre 2019

Che Dio vi strafulmini


Maledetti ladri, schifosi, pezzenti, farabutti... che Dio vi strafulmini a voi ed a tutti i vostri parenti, compaesani, amici ed abitanti del paese da dove venite. LADRI! che vi venga il peggior male del mondo che vi faccia agonizzare per anni ed anni senza speranza di guarigione, che vi torni indietro tutto il male che avete fatto e farete in futuro, io vi maledico per il resto dei vostri giorni.
Rientriamo alle 10 di sera e troviamo il disastro! Cassetti aperti e gettati a terra con il contenuto, gli armadi sventrati, tutti i contenitori gettati alla rinfusa sul letto e per terra, la porta-finestra rotta... sono passati i ladri. Si sono portati via solo tutto ciò che si trovava dentro i classici cofanetti da oreficeria, compresa qualche paccottiglia che contenevano, ignorando il resto. Sono questi i momenti in cui ti rendi conto dei essere "ricco" per gli altri, nonostante non arrivi nemmeno alla terza settimana del mese e ti tocca fare la dieta del digiuno intermittente (molto di moda, pare).
Alcune cose "di valore" mescolate assieme alla bigiotteria, ovviamente non mia, invece sono rimaste lì, segno che questi ladri di oro, perle e gioielli proprio non se ne intendono per niente. Un colpo portato a termine da unani acrobati in pochissimi minuti, con un preciso colpo chirurgico al serramento. Il vicino di casa, ignaro, nonostante l'abbaiare furioso di due cagnolini, uno cieco e l'altro ormai senza denti... salvi, impauriti ma salvi.
Per carità, il valore delle cose trafugate ha più un valore affettivo che economico ed io in fin dei conti non sono poi così attaccato alle cose come invece altri. Una fede, un braccialetto, una collanina, niente di più... le ho vendute per togliermi l'ansia pre-prossimo-furto.  
Ma il solo pensiero che la tua intimità, la tua zona di sicurezza sia stata violata da estranei mi manda fuori di testa. Fra il giramento di c*glioni, i danni subìti e la rottura di palle nel riordinare e pulire casa sino alle tre di mattina, ci tocca subire pure le battute stupide, immaginate da chi, del tipo "sei fortunato che non eri in casa, potevano  picchiarti", "sei fortunato che non hanno rotto e devastato tutto", "sei fortunato che non ti hanno ammazzato i cani", "sei fortunato che..." mavaffanchiulo vai... "ma... di prendere eventuali impronte digitali?" "...no, hanno usato i guanti..."... ma come caxo fai a dire che hanno usato i guanti? eri con loro? sei loro complice? hai visto qualcosa?... come farai a collegare il fatto ad eventuali ed improbabili imputati? se non prendi nemmeno le impronte questi la faranno sicuramente franca e noi ad ingoiare l'ennesimo rospo, i danni e la beffa.
E poi, ti dicono..."E' una banda di ladri dell'est... ...che da qualche mese sta battendo a tappeto la zona...sono stati anche due isolati più in là... e nel quartiere accanto.."... ma come, questi stanno facendo il macello e lo so solo se divento una vittima anche io? Ma di mettere degli avvisi attaccati ai pali della luce, come fa l'Enel quando deve staccare la corrente ad un intero quartiere no?? di passare parola no? ci si deve arrangiare? allora se abdicate ai vostri doveri, almeno date il via libera alla giustizia fai da te, visto che siete diversamente utili, ci pensiamo noi.
E poi... sapete che sono una banda, sapete che sono dell'est europa... non sapete dove hanno la base?? daverodavero la vostra "intelligence" non riesce ad andare oltre? Sembra di no. Mi sa che tirano ad indovinare (ed il fancazzismo di stato impera).
E poi... ci tocca subire anche i consigli per evitare furti e truffe... non aprire a nessuno, non uscire di sera, metti le inferriate, comprati serramenti blindati antisfondamento, installa antifurti e telecamere... dovresti spendere più del valore delle poche cose che hai e vivere come un detenuto in isolamento dietro le sbarre.... noi... ed i ladri a piede libero a divertirsi. Ci dovresti aggiungere anche l'assicurazione, quelle con la franchigia alle stelle e le micro-clausole (a font 1) per non rimborsare ma che costano un occhio ed un rene sano.
E poi... ammesso che ritrovino della refurtiva... come faremo a sapere se c'è quello che ci hanno rubato? c'è un addetto che spulcia centinaia e centinaia di denunce cartacee per vedere se la descrizione coincide con gli oggetti ritrovati? ti avvisano o ti chiamano a frugare nel mucchio per vedere se riconosci qualcosa? che faccio, pesco a caso?
E poi... i "compro oro"... non li vai a controllare ogni giorno? dico ogni giorno a tenergli il fiato sul collo, tutti i giorni, che la maggior parte sono degli strozzini delinquenti che raccattano qualsiasi cosa gli porti senza fare troppe domande offrendoti un prezzo meno della metà del  valore.
E poi... ci avete in tutti i modi messo gli uni contro gli altri al punto che siamo condizionati a "farci i caxi nostri", accada quel che accada ai nostri vicini, dietro ai nostri doppi vetri, intenti ad evitare di dover subire interrogatori (a noi) se abbiamo "sentito qualcosa", se abbiamo "visto qualcosa", "dov'era lei a quell'ora? ha testimoni?". Chi si scomoda più se sente la sirena di un allarme?
E poi... non è un bel vivere nella paura, nell'ansia dei furti, delle rapine, delle aggressioni. Vittime senza sfogo e senza giustizia, ci stiamo incattivendo per tutto questo stato di cose ed in molti stanno invocando l'uomo forte, l'uomo determinato al comando, quello che fa piazza pulita, quello che dissemina telecamere dappertutto (ma solo nel centro storico dove abitano i ricchi e nella via dove abita lui), quello che fa "giustizia", quello che picchia a sangue i ladri, quello che indica gli stranieri e gli immigrati come unici colpevoli... ecco, ci siamo arrivati... ma chi ci ha portato a tutto questo? Non lo so, so solo che il pesce puzza sempre dalla testa. Ma mi sa che qui non si salva nessuno.
Che dio vi strafulmini, stramaledetti, dal primo all'ultimo!

P.S. La botte è piena. Il pappagallo è muto. Ripeto: La botte è piena. Il pappagallo è muto.

martedì 5 novembre 2019

5 lire del 1954

5 lire delfino del 1954
Rovista, rovista, ribalta, ribalta, sposta, accatasta, cerca di fare ordine del ciarpame che si accumula impulsivamente senza un apparente motivo... ed ecco che da una soffitta compare una scatola piena zeppa di monetine e banconote. Un classico. Sembra che l'accumulo di monete e più in generale di danaro sia una caratteristica dell'unanità che per paura del futuro, forse per mera prudenza e buon senso, spesso per avidità e mania di misurare le persone solo in base alle loro "ricchezze", accumula soldi e li nasconde nei posti più banali e scontati (soffitta, mattonella, materasso, vasi da fiori ecc...).... per non parlare di quelli che si dimenticano di averli messi da parte.
In questo caso, conoscendo il vecchio proprietario passato a miglior vita, si trattava solo di collezionismo, di un hobby, vista la sterminata vastità di tipologie di monetine provenienti da tutto il mondo... pezzetti di metallo e foglietti di carta variopinta che per convenzione ormai universalmente riconosciuta rappresentano una valutazione condivisa per lo scambio di beni e servizi. 
Preso dalla curiosità, complice la comparsa in questo periodo di alcuni articoli di giornale, mi faccio prendere dalla cupidigia di cercare la classica moneta rara, ambita dai collezionisti più attenti, magari la vecchia 10 lire del 1954 o la 5 lire uva del 1946/47 o del 1956 che pare valgano oltre i mille euro (cifra diversa da quella alla quale sono disposti a pagare certi collezionisti)
Da una rapida cernita (ancora in corso) non sono stato fortunatissimo e mi pare che non ho fatto il colpaccio che mi cambia la vita. 
Ho per ora trovato un "pezzo unico" (per me ovviamente), una 5 lire delfino del 1954, abbastanza comune essendo stata coniata in grandi tirature dal '51 al '55. in buone condizioni sembra valere oggi attorno agli 8 euro (alla faccia di quello che ne chiede 80€ spacciandola per "rara" e nemmeno Fior di Conio). Il guaio ora è trovare un compratore. I collezionisti non sono numerosi come la quantità di monete in circolazione e sicuramente avranno già un esemplare sicuramente in condizioni migliori del mio... ed allora? lo svendo a 4 euro, 1 euro? mi sa di no. Sto pensando, come sempre, ad un uso alternativo che lo possa valorizzare, magari assieme ai buoni da 1 lira, alle 500 lire d'argento (ne ho trovate un paio) ed a tutte le lire (anche di carta) che ho trovato nella scatola. Se valgono poco occorre valorizzarle e trovare un destino diverso, si fottano i collezionisti. Alla peggio fondo il blocco per recuperare la lega di alluminio e farci dei pomelli, delle maniglie o dei ganci, posso permettermelo di bruciare i soldi. Così facendo, riduco il numero di quelle in circolazione, aumentando il loro valore... ringraziatemi e mandatemi una ricompensa, stupidi ingrati. Se invece vi interessano... andate qui https://vecchiemonete.blogspot.com/2019/11/5-lire-delfino-dal-1955-al-1953.html
Per chiudere, mi ricordo quando ero veramente piccino, che c'è stato un periodo, attorno agli anni '60/'70, nel quale gli spiccioli erano quasi scomparsi dalla circolazione. Ai quei tempi hanno iniziato a girare i mini assegni ed il resto veniva convertito dai soliti commercianti disonesti in gettoni telefonici e caramelle dalle dubbie proprietà. A quei tempi con 10.000 lire si passava un weekend da sceicchi... altri tempi. Alla prossima. 

P.S. la volpe ha preso l'uva. Ripeto: la volpe ha preso l'uva.

P.P.S. interessato a monete di antiquariato a prezzi "umani"???
https://vecchiemonete.blogspot.com/ 

mercoledì 30 ottobre 2019

Led lamp repair

Tempo fa, agli albori dell'immissione sul mercato delle lampadine a led, in tempi in cui quelle ad incandescenza erano ancora commercializzate, ho acquistato una decina di lampadine a led su "ebai", pagandole ovviamente una miseria rispetto a quelle più blasonate di marca che all'epoca facevano capolino sugli scaffali dei negozianti più lungimiranti (per il loro business, non certo per l'ambiente). L'idea era quella di proporle ad amici e conoscenti per un piccolo lucro personale, ma poi non me la sono sentita e le ho tenute per me.
Un pò alla volta, quelle che ho acquistato hanno iniziato a mostrare i loro limiti. Un paio si sono suicidate dopo qualche mese di utilizzo... la parte elettronica bruciata. Una terza l'ho installata in cantina (mooolto umida)... pessima idea... questo modello non ha l'elettronica sigillata per far ventilare l'interno e l'umidità ha fatto il resto. 
La quarta lampadina a led ha iniziato a lampeggiare a caldo, segno che qualche led ha deciso di fulminarsi da solo. Me ne restano in funzione altre sei che stanno facendo per ora il loro dovere, avendole installate in punti poco utilizzati in quanto la luce emessa è bianchissima ed a me piace di più quella giallina, tipica delle incandescenza alle quali sono abituato e che francamente conferiscono all'ambiente una tonalità che non ricorda le mense aziendali degli operai. 
Delle prime due ho recuperato la piastrina con i led, tralasciando la riparazione del circuito elettronico (saggia idea, ora mi tornano utili). 
Per smontare questo modello, di un produttore sconosciuto, probabilmente un azienda nata dal nulla e che ha probabilmente durato l'arco di una vendita all'ingrosso per poi scomparire (tipico in cina), si fa scattare via la cupola satinata che protegge i led. Due viti autofilettanti fanno presa direttamente su un piccolo dissipatore cilindrico infilato all'interno del fusto. Basta toglierle e con un cacciavitino estrarre la basetta di alluminio (tenuta ferma con un blando sigillante dispensato al risparmio) sulla quale è stampato il PCB con i led bianchi a montaggio superficiale (SMT). Due fili collegano la basetta al convertitore 230 volts AC/DC collegato nell'innesto E24. Il filo bianco è il negativo mentre quello rosso (o rosa) il positivo.... collegato al punto V- serigrafato nella basetta (!!!). non so se è uno scherzo del produttore o un errore di un lotto di produzione comunque immesso in commercio (....tanto chi vuoi che se ne accorga? funzionano! vendiamole lo stesso!!)
Sulla basetta sono installati 18 led bianchi a montaggio superficiale, ciascuno dei quali con 3 led interni attivabili separatamente (6 contatti in tutto). I led sono raggruppati in 6 gruppi di tre, tutti in serie tra loro. La tensione misurata ai capi di ciascun led è di 3,7 volts. La tensione misurata sui fili bianco e rosso invece è di 12 volts circa (dovrebbe essere 11,1 ma non tutti i led sono uguali e ne ho misurato solamente uno, con un tester che non so poi quanto preciso sia essendo cinese pure lui :-).
La lampadina in riparazione conferma il problema ipotizzato in partenza: alcuni led non si accendono, altri emettono una luce fioca, altri lampeggiano casualmente a caldo, altri a freddo per poi spegnersi.... un alberino di natale. Forse era un lotto di produzione fallato finito in commercio a prezzo scontatissimo tanto da attivare la cupidigia e l'avidità del solito commerciante più approfittatore che furbo.
Decido di sostituire la basetta con una funzionante recuperata dalle prime due fulminate. Per rimontare il tutto, ho deciso di abbondare con della pasta termo-conduttiva (visto che quella esistente era quasi inesistente). Per chiudere con le due vitine, è sufficiente infilarle fra le alette del dissipatore cilindrico e chiudere bene in modo che quest'ultimo vada a contatto con la basetta di alluminio che regge i led. Un rapido collaudo e la lampadina torna come nuova, sperando duri un pò di più delle sue sorelle defunte, dato che la maggior spesa affrontata ed il risparmio energetico si devono bilanciare nel più breve tempo possibile, per avere un effettivo risparmio. 
Con l'occasione ho provato ad alimentare la basetta a varie tensioni e correnti con un alimentatore da banco. A 9 volts i led si illuminano assorbendo 180 mA con un illuminazione insufficiente per illuminare una stanza. A 12 volts la basetta assorbe 1,5A, in aumento con l'aumentare della temperatura che in pochi secondi raggiunge livelli preoccupanti se non la si installa su un dissipatore. Un buon compromesso sembra essere a 11 volts 1A.
OK, anche questa è andata. Con le lampadine ad incandescenza non era possibile sostituire il filamento ma duravano un pò di più consumando 10 volte l'energia a parità di illuminazione. Ora devo trovare un applicazione per alcune basette a led già recuperate dal bidone RAEE dell'ecocentro il quale dimostra che le lampadine a led soffrano i guasti molto di più delle loro nonne a filamento... ma questa sarà solo una mia impressione. Alla prossima.

P.S. la gallina ha fatto le uova. Ripeto: la gallina ha fatto le uova.