giovedì 19 luglio 2018

LC185WH1 guasto

Ho già sviscerato tutta l'odissea, andata a buon fine, del televisore Telefunken TE19880-N15 (qui e qui). L'alimentatore di per sè non sembra (in questo caso) essere stato la causa principale del malfunzionamento, nonostante sia la parte che maggiormente si rompe in questo modello di televisore. Nei precedenti post avevo notato come il pannello LCD presentasse nell'angolo superiore destro un annerimento ed un aumento considerevole della temperatura (scotta). Non contento (mai), decido di approfondire e verificare cosa possa essere successo. 
Apro il pannello e la causa salta immediatamente agli occhi (garlic eyes...LOL). Un capo del CCFL superiore era danneggiato, arrivando a fondere e bruciare la plastica circostante. Sono stato ad un passo dall'incendio. Ad essere tecnici fino in fondo, sarebbe bastato sostituire il CCFL, ma la bruciatura dei transistor TFT nell'angolo, la sostituzione non avrebbe risolto del tutto il problema, per cui ho smontato tutto, messo da parte le pellicole ed il pannello rifrangente e mi sono messo l'animo in pace.
Ora mi ritrovo con due alimentatori Vestel in sigla 17IPS16-14 020210 V1 con codice 20522876, guasti, da riparare o da usare per recupero componenti... o da buttare, vedrò. Alla prossima.

P.S. il tetto scotta e la gatta scappa. Ripeto: il tetto scotta e la gatta scappa.

mercoledì 18 luglio 2018

Curriculum vitae del candidato - analisi

Hai presente i c.d. "recruiters" o responsabili HR? Hai presente le migliaia di "suggerimenti" su come si "deve" compilare un CV? Hai idea dei numerosi colloqui a cui ti sottopongono improbabili "sociologi" o "psicologi", hai presente le domande stupide che ti vengono formulate? hai presente che durante la selezione il tuo interlocutore non gli frega una mazza di chi sei come persona ma solo se sei ubbidiente e sai eseguire degli ordini senza fare domande? hai presente che il curriculum deve essere "sintetico" perchè il recruiter fa "fatica" a leggerlo? (e poi non lo legge nemmeno)
Ecco, oggi ci sono delle votazioni on-line per 5 candidati ad un importantissima istituzione nazionale. In pratica sono chiamato a scegliere per assumere un dipendente che non conosco minimamente, di cui non so nulla a parte ciò che mi viene riferito attraverso un auto referenziale curriculum vitae. Mi viene voglia, per stupida ed inutile rivalsa dell'ignorante volgare (così almeno mi dipingono quei parrucconi), di adottare un nuovo metodo stupido di selezione, simile per stupidità ai metodi generalmente adottati dagli stupidi recruiters HR: Analizzo i curricula al 10% nei contenuti, al 70% sotto il profilo tecnico e quel che manca lo lascio agli effetti della teoria del caos e dell'emotività.
I curricula sottoposti sono in PDF e voglio vedere quali informazioni tecniche contengono, per poi immaginarmi il profilo socio-attitudinale del candidato (tutti mega professori laureati in giurisprudenza).

Usiamo il tool "pdfinfo" per estrarre alcuni metadati:

pdfinfo CVcandidato1.pdf
Title:       nome cognome1 cognome2 (1971), dal 2004 ************* (un intero paragrafo come titolo!!)
Author:        nome cognome  (della segretaria)
Creator:        Microsoft® Word 2013  obsoleto
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CreationDate:   Tue Jul 17 11:20:55 2018 CEST
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pdfinfo CVcandidato2.pdf
Title:          Microsoft Word - CV ** europeo (***).doc ---!!

Keywords:      --- niente
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pdfinfo CVcandidato3.pdf
Title:          Senza titolo ---troppa fatica mettercelo vero?
Subject:       
Keywords:      
Author:         UNI*** ---compilato col piccì dell'università vero?
Creator:        Word
Producer:       Mac OS X 10.10.5 Quartz PDFContext ---!!
CreationDate:   Tue Jul 17 21:33:28 2018 CEST
ModDate:        Tue Jul 17 21:33:28 2018 CEST
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pdfinfo CVcandidato4.pdf
Title:          Nuovo documento 2018-07-17 (1) ---!!

Subject:        Nuovo documento 2018-07-17 (1)
Keywords:      
Author:         CamScanner ---!! pdf immagine!!
Producer:       intsig.com pdf producer --- sito coreano
ModDate:        �� --- unicode questo sconosciuto!
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File size:      1833265 bytes --- 1 mega e otto per 6 pagine!!!
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pdfinfo CVcandidato5.pdf
Producer:       Skia/PDF m69
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Considerazioni: quali ulteriori informazioni possiamo estrapolare? le versioni del PDF ci indicano l'obsolescenza del software utilizzato con l'onnipresente "Uord di winzozz", a parte due candidati che sembra utilizzino un Mac OS X (sempre software proprietario che sembra fornire "garanzie" per gli allocchi). Si notino i byes per pagina, giusto per vedere come lo spreco sia all'ordine del giorno. Solo un candidato, forse ignaro, usa l'ottimizzazione dei PDF. Un candidato invia il CV scannerizzato con la scritta in ogni pagina "Scanned by CamScanner" (salva con nome... no eh?).  Un candidato indica per lo studio legale un dominio internet inesistente. Un candidato che sottopone il formato europeo (sul quale sorvoliamo per ora), indica il proprio e-mail con un dominio disponibile per la registrazione (quindi errato) ma soprattutto, la cosa gravissima, indica in calce "il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali, secondo quanto previsto dalla legge 675/96 del 31 dicembre 1996"... la 675 è stata sostituita dalla 196/03 integrata poi dal GDPR.... avvocaaaatoooooo!!!!!! Non importa chi ho scelto ma di sicuro non questo asino.
...e non finisce qui. Alla prossima.

P.S. il pesce è muto. Ripeto: il pesce è muto.

lunedì 16 luglio 2018

Stevia in polvere (DIY fai da te)


Un paio di piantine di stevia che superano miracolosamente l'inverno (sembravano morte ad inizio primavera) ed una germogliazione rigogliosa... da non credere. Sono bastate esposizione al sole e innaffiature regolari. Cresciute oltre il limite del loro vaso ho dovuto potarle quasi a raso e mi ritrovo con quasi mezzo kilo di foglie di stevia. Masticate a crudo, ancora verdi, lasciano in bocca un buonissimo sapore dolce, con un fondo di liquiriza. Un paio di foglioline e passa subito quel languorino pre-pasto che ci dirotta sempre verso l'aperitivo con salatini od altre schifezze. Sono un dolcificante potentissimo (e buonissimo per me).
Decido allora di trasformarle come dolcificante da usare al posto dello zucchero. Ma dato che non posseggo un impianto idustriale per raffinarla e portarla allo stato bianco cristallino (e dio solo sa che schifezze di processi utilizzano), mi basta polverizzarla ed usarla "tal quale", un pò come lo zucchero di canna grezzo (non quello marrone col caramello che fa da colorante).
Il procedimento è semplicissimo e prevede solo poche fasi:
  • potatura
  • essiccazione delle foglie
  • micronizzazione 
Potatura: gli steli di stevia si diramano un pò come le piante dei pomodori. In prossimità di una coppia di foglie si diramano due rametti. Basta tagliare appena sopra e la piantina col tempo diventerà più folta. Potare all'alba.
Essiccazione: si sceglie per il metodo naturale o forzato. Il primo prevede il raggruppamento dei rametti legati a testa in giù o distesi sparpagliati su un ampio piano, che verranno esposti al sole. Il secondo prevede l'uso di un essiccatore a torre e 8-12 ore di energia elettrica, possibilmente proveniente dai pannelli solari (così la stevia diventa più buona). L'importante è che sia ben essiccata e croccante da polverizzarsi con le mani. L'essiccazione appena dopo colte le foglie conserva meglio il colore verde che tende a diventare un pò più scuro con il metodo di essiccazione all'aria. Di quale sia il metodo migliore non ne ho idea.
Micronizzazione: ovvvero riduzione in polvere sottilissima, per evitare di veder galleggiare sul caffè dei pezzettini di foglioline. Basta un buon tritatutto, con le lame affilatissime, affilate a pietra 8000grit o più poi lappate con la pasta diamantata. Occhio ad usare un buon sminuzzatore a tenuta stagna, altrimenti la polverina verde micronizzata vi trasformerà presto in un ramarro.
Con un passino delle dimensioni desiderate si ottiene la "grana" desiderata. Quello che resta (rametti duri) io l'ho buttato (ma ne resta davvero poco

Costo totale? Praticamente zero. 

False controindicazioni: Ad alcuni puristi del gusto ma divoratori di zucchero, ed obesi come balene, non piace il retrogusto della stevia grezza, che assomiglia un pò alla liquiriza e va inevitabilmente ad alterare il gusto della bevanda che si intende dolcificare. In realtà anche lo zucchero altera il sapore ma ci siamo abituati. Dopo un pò che si usa la stevia naturale non ci si accorge nemmeno. Personalmente a me non dispiace (de gustibus), anzi, rafforza il caffè appena macinato. Piace anche sapere cosa sto ingerendo...foglie tritate (bio-compatibili), non certo della polverina bianca trattata non si sa bene con cosa, a che percentuali e soprattutto come, alla faccia dei segreti industriali. Volete tenere segreto il metodo di raffinazione e gli additivi? nessun problema, noi non si compra e tenetevelo per voi. Alla prossima.

P.S. Il protocollo si è rotto. L'etichetta è bianca. Ripeto: Il protocollo si è rotto. L'etichetta è bianca.

venerdì 13 luglio 2018

Un nuovo manico (ricostruzione)

Un coltello da cucina, dopo un affilatura "giapponese" ed usato come "rasoio" per il cibo, è un oggetto indispensabile. Un coltello che non taglia è inutile. Vero, ma conta anche tutto il resto. Ad esempio il manico, com'è fatto, con quali materiali, ecc... Quello in foto dopo un periodo di uso intenso, ha iniziato a dare dei segni di cedimento. Prima sono saltati i tappini copri-foro dei perni che assemblano le due valve al metallo. Conseguentemente ad ogni lavaggio l'acqua è penetrata all'interno ed ha iniziato con l'ossigeno a far reagire l'acciaio che tanto inox non sembra nonostante le stampigliature a laser sulla lama. L'interno vuoto poi, non aiuta di certo. Mi chiedo cosa sia passato per la testa a quell'ebete in vena di risparmiare qualche grammo di plastica lasciando la cavità vuota... (demente) per poi prevedere due viti e bulloni per serrare il tutto. La plastica è uno dei tanti mali di questo secolo, ma ancor di più lo sono le scarse capacità mentali degli object designers. 
Brontolii a parte, in condizioni unano-consumistiche, l'oggetto sarebbe stato riposto e dimenticato in un angolo di qualche inaccessibile cassetto ripieno di cianfrusaglie auto accumulate, nella speranza che l'attesa possa produrre una sorta di qualche miracolo auto riparatorio. Ma qui, io in prestito temporaneo nel vostro pianeta popolato da unani, voglio recuperare, aggiustare, manutenere, far durare e soprattutto usare (possibilmente in eterno) ciò che è costato soldi e fatica. 
Si sa che una costante manutenzione è indispensabile per far durare gli oggetti sempre più pesantemente prodotti con la logica del risparmio (ed aumento dei profitti) a scapito della qualità che nessuno più sa riconoscere o apprezzare. 
Per questo oggetto, l'acciaio c'è, non di qualità ecccellente ma c'è. Perchè allora non rifare il manico? magari di legno. Ho per le mani dei tronchetti di ulivo ma anche qualche altro legno duro può andare bene, purchè recuperato gratis da qualche ebete che decide di disfarsene (non è poi così raro trovare mobiletti in Noce massello buttati in discarica o abbandonati in strada)... vanno bene anche gli "scarti" dei parquet.
Con un pò di lavoro di raspa, scalpello, carta vetrata ed un abbondante sigillatura dei pori del legno con olio di lino e cera d'api (quella naturale ovviamente) si può ottenere un risultato eccellente. Un pò di colla epossidica poi aiuta ad impedire le infiltrazioni d'acqua e garantire che non si arrugginisca l'acciaio nella parte del manico. 
Così, con un oretta di paziente manualità ormai scomparsa, unita ad una maniacale affilatura manuale con pietra sino a 8000 grit, si ottiene un buon risultato, oltre alla soddisfazione di averlo per l'ennesima volta messo in quel posto ai consumisti. Alla prossima.

P.S. il re, il rame ed il pero sono tutt'uno. Ripeto: il re, il rame ed il pero sono tutt'uno.