mercoledì 10 settembre 2014

Samsung SCX-4521F (riparazione?)

No, non ci potevo credere, è impossibile! Mi pareva proprio impossibile. Da un occasionale giretto in cantina del solito sprecone che, dopo un periodo di accumulo, si accorge di non avere più spazio, fra le cose recuperate salta fuori una stampante laser B/N multifunzione Samsung SCX-4521F con funzioni di fax (che non mi interessa) ed un magnifico caricatore di fogli per lo scanner. Proprio il giorno prima, all'accensione dell'attuale HP che uso in ufficio, sento un bang! clack! Stock!! Crack! Clack, Clack! Sbam!! ed il carrello inizia a sbattere a destra e sinistra senza alcun controllo... una stampante indemoniata penso, forse i vicini mi hanno lanciato una macumba. Vabbè, so già da cosa dipende, è cosa facilmente riparabile e basta recuperare una mezza giornata, che non ho, per risolvere. 
La multifunzione laser capita a fagiolo. La vorrei mettere al posto di quella a getto che uso poco sulla quale periodicamente ed immancabilmente le testine (nuove) si seccano ed occorre bestemmiare in aramaico per farla ripartire. La samsung invece ha un costo del toner che è abbordabile, decente, sostenibile, per cui decido di collaudarla. Per le stampe a colori ho già una laser di recupero. Per le stampe di tutti i giorni una laser con un basso costo stampa è ottima. Se funziona la adotto (e se non funziona ne ho altre due pronte da rigenerare). La accendo e provo. Anche se segnala la mancanza di toner, riesco comunque a stampare le pagine di test (grazie anche alla funzione del firmware che disabilita l'allarme del toner). I driver per linux ci sono...proprieteri come quelli accapì, ma ci sono e la stampante viene riconosciuta al 100% scanner compreso...perfetto... passo a collaudare l'ASF.... morto... non si muove, defunto... hoibò come osa? Proprio quello che mi serviva. 
Decido di chiedere lumi all'ex proprietario... che ne so.... per me è perfetta, funzionava perfettamente... l'ho buttata per prenderne una nuova dopo che la segretaria si è lamentata... sprecone. Decido allora di approfondire l'indagine. Quando lo scanner funziona ma è "guasto" solo il caricatore dei fogli, ci deve essere qualcosa di localizzato nell'unità che ospita il motore, gli switch ed il sensore di presenza fogli. Apro, sollevo, guardo.... e..... e..... noooooooo.... un cavo tranciato di netto!! probabilmente per aprire, il vecchio proprietario non ha pensato di meglio che tagliare il cavo... altrimenti l'unità ASF non veniva via e non si riusciva a pulirla... incredibbile!! ora mi tocca procurarmi il cavo nuovo ma non ci voglio spendere nemmeno un euro.... mi sa che, armato di pazienza, tanta pazienza, giunterò nuovamente il cavo a mano, non ho altra soluzione (e mi toccherà smontare proprio quella parte che è più delicata e difficile. L'ASF mi serve proprio, è comodo per scannerizzare pacchi di fogli senza metterli uno ad uno...si risparmia un sacco di tempo. L'attuale ASF nell'accapì è lento e fa dei rumori strani...si sente come un rumore di gomma sulla plastica e degli ingranaggi che grugniscono... non ho proprio intenzione di aprire, controllare, lubrificare col rischio di rompere qualcosa. Preferisco procedere con il tentativo di riparazione sperando mi possano aiutare i colori dei cavi e che qualche progettista cinese non abbia pensato di renderci la vita difficile a noi occidentali che degli orientali non sappiamo nulla e per questo li guardiamo con sospetto. Procedo...con calma... alla prossima.

P.S. le pere sono mature. Ripeto: le pere sono mature. 

mercoledì 20 agosto 2014

Ventilatore O.ERRE special 300/12" 250V (riparato)

Capita che per le mani arrivi un ventilatore defunto, ventenne, praticamente nuovo ma defunto, morto, schiattato. Non funziona proprio. E prodotto o rivenduto da O.ERRE (Milano), azienda apparentemente ancora in auge con un doppio sito .it e .com una spa specializzata in ventilatori, aspiratori ecc.ecc...pagatemi se volete un pò di pubblcità.
Allora che si fa? Questo è un test per capire chi sei. 
Risposta A) lo si butta perchè è vecchio, perchè non si vede l'ora di comprarne uno nuovo, più bello, magari di quelli cromati a piedestallo da pavimento, più grande, che d'estate in casa, al caldo, è meglio scatenare un tifone tropicale per rinfrescarsi, magari aizzati dalla moglie Patrissia, in un raptus di isteria, che non vede l'ora di passarsi una domenica all'Ikea a spendere i magri guadagni sudati con tante ore di straordinari pagati a nero
Riposta B) lo si aggiusta, dopo una sequela di bestemmie nominando il nome dei riparatori invano che come un mantra ripetono la litania "conviene buttare e comprare nuovo" "conviene buttare e comprare nuovo" "conviene buttare e comprare nuovo" "conviene buttare e comprare nuovo" "conviene buttare e comprare nuovo" ... oppure con un altra sequela interminabile di epiteti irripetibili dopo aver letto il "preventivo" consegnato con il sogghigno di chi è consapevole di aver proposto un costo superiore al valore del nuovo. 
Alla fine del post i risultati del Test. 
Ma torniamo a noi. Il ventilatore è un modello special 300/12" (dodici pollici di pala rotante credo) che risulta completamente smontabile sino ai minimi termini senza la necessità di rompere nulla... viti con testa a croce alla vecchia maniera, un lusso che dovrebbe indurci a preferire le cose di una volta piuttosto che la plastichetta ad incastro di oggi. 
Dentro un semplice interruttore per le tre velocità, un motore Guangdong Light Ind. Products PRC (il solito motore cinese) modello M0415, da 40 Watt. Le pale sono tenute in sede da un fermo filettato che si avvita al perno del motore. Il movimento oscillante un classico demoltiplicatore e leveraggio alternativo, nulla di speciale ma facilmente smontabile. 
Da una misura degli avvolgimenti si comprende immediatamente che qualcosa non va. Il condensatore del motore monofase asincrono (1 microF 400V) è ok, perfettamente dentro la tolleranza... c'è qualcosa che non va dentro al motore...o si sono bruciati gli avvolgimenti (ma non si sente alcun odore di motore fritto) o occorre approfondire.
Per aprire l'involucro metallico si asportano 4 viti sulla ghiera a sporgenza che sta al centro del corpo cilindrico lungo l'asse longitudinale, magari spruzzando un pò di svitol e facendo attenzione ad usare la punta a stella delle giuste dimensioni per evitare di rovinare la testa delle viti e senza preoccuparsi se su 4 viti, statisticamente l'ultima è sempre quella bloccata (nel caso richiudere leggermente le altre tre e provare ad allentarla).
Dentro si notano i due avvolgimenti principale e secondario per la generazione del campo rotante che fa ruotare il rotore. Dentro un tubetto sterling, posto a contatto con lo statore c'è un componente che sembra apparentemente un piccolo condensatore in poliestere. E' in realtà un thermal fuse radial lead, un fusibile termico S2 UMI L3 1Ampère 115°C... è andato, saltato, è lui il colpevole, probabilmente andato in pensione dopo tanta attività o suicidato dopo notti e notti con il ventilatore attaccato per ore ed ore di fila.. è stato bravo a resistere ma era giunta la sua ora...RIP.
Se si riesce di trovare il pezzo di ricambio il gioco è fatto. Nel mio caso l'ho sostituito con un fusibile termico da 117° (un paio di grdi non fano poi tanta differenza). Occorre fare alcune considerazioni inmerito alla sostituzione. Se il termico è saltato significa che il motore si è surriscaldato, per cui occorre indagare sulle possibili cause. Pulire ed oliare le sedi del perno del rotore (usare olio minerale per macchine da cucire). Ispezionare visivamente gli avvolgimenti. Se lo smalto isolante del rame da arancione brillante è diventato bruno scuro un pò opaco, segno che è "cotto" (esposto ad alte temperature), forse è solo questione di tempo ma gli avvolgimenti prima o poi andranno in corto. Una buona pulizia dalla polvere negli ingranaggi e nei perni del movimento oscillante è d'obbligo (detergente sgrassante ed un blando solvente che non rovini le parti in plastica)...eliminiamo tutte le possibili cause che mettono sotto sforzo il motore. Controllare anche i denti degli ingranaggi. Alla fine... è sufficiente rimontare il tutto in ordine inverso allo smontaggio ed il ventilatore per un pò dovrebbe resistere senza lamentarsi, sperando che gli avvolgimenti cotti nel tempo facciano ancora il loro dovere per altri vent'anni. 
Ok, anche oggi un ciòttolo salvato dalla discarica, un bene per l'ambiente (che mi sa sono l'unico a pensarci) e due calcoli. Smontare, sostituire, pulire e rimontare il tutto...un paio d'ore, più il tempo per cercare il fusibile di ricambio...facciamo tre ore in tutto che comprendiamo anche ritiro e consegna... quanto potrà mai valere il costo di riparazione? Troppo se contiamo i costi di esercizio, le tasse, l'iva, i permessi, le imposte ecc.ecc... ovvero tutti i balzelli che raffinatissimi gabellieri hanno pensato di imporre giusto per godere nell'unico modo che conoscono. Quelli, e tutti quelli che nel test hanno scelto la risposta A) sono la massima espressione dell'unanità, unani del menga con cui non mi voglio confondere. Io ho scelto l'opzione B) (saltando il passaggio delle bestemmie e degli epiteti). Preferisco riparare in cambio di una confettura di rabarbaro fatta in casa, un paio di insalatone sfiziose ed un paio di bicchieri di buon vino...conditi con un ottima conversazione... da molto tempo ho fatto un passo indietro e sono tornato al baratto... servizi in cambio di cibo... tiè, fregàti!. Alla prossima.

P.S. il bruco è nella mela. Ripeto: il bruco è nella mela. 

martedì 19 agosto 2014

Lampadina a LED (anonima parte 2)

Proseguono le analisi della lampadina a led descritta nel post precedente. L'apertura non ha presentato particolari difficoltà. Al contrario, devo dire che, visto l'interno,  la delusione "tecnica" è stata tanta. Ma andiamo con ordine. Per aprire l'involucro si dissaldano i due terminali in testa, collegati alla basetta rotonda, sigla DLD-L1978. Filo nero negativo, filo bianco positivo. Si procede con far "saltare" la ghiera rotonda, tenuta assieme con un blando adesivo (un leggero "crack" ci indica che l'adesivo secco si staccca abbastanza facilmente), utilizzando come leva un cacciavite a testa piatta. Senza incrinare nulla si riesce a togliere l'anello che tiene in sede il nodulo led rotondo e si sbircia l'interno. 
Si nota immediatamente come le varie basette che alloggiano i LED smt, sono collegate in serie, a partire dal filo rosso. Le striscie rettangolari si sfilano dall'alloggiamento a binario verticale, facendo attenzione che alcune potrebbero essere cementate, non si capisce bene come, o incastrate dall'attrito alluminio/plastica morbida. 
Il circuito di alimentazione è un autentica delusione, avvolto malamente in una striscia di biadesivo la cui funzione dovrebbe essere quella di tenerlo fermo al riparo dagli urti (LOL). Mi aspettavo il classico integrato di alimentazione a corrente costante... nulla di tutto ciò. 
Un classico circuitino a reattanza con due condensatori in parallelo, per abbassare l'alimentazione alternata, un ponte composto da 4 diodi 1N4004, un paio di resistenze ed un misero condensatore di livellamento per l'alimentazione di uscita. Sui led nessuna sigla (forse sotto ma non indendo dissaldarli almeno sino a che non ne individuo uno di guasto). Quindi nessuna indicazione che ci possa permettere di conoscerne le caratteristiche tecniche... tensione, corrente, temperatura della luce, potenza nominale, angolo di apertura... info utili per poter riutilizzare i led in applicazioni diverse. 
Da una googlata, possiamo solo desumerne le caratteristiche basandoci sui datasheet di prodotti simili. Le dimensioni dei LED sono 5x5.1,5 (quelle nominali, mentre le effettive sono 4,93x4,99x1,65) con la superficie gialla (led bianchi). Molto probabilmente ogni led deve essere alimentato a 3 volts circa (da 2,8 V al massimo di 3,6 i suppose), il che ci fa calcolare che essendocene 60 in serie, tutto l'accrocchio collegato assieme deve essere alimentato a circa 180 volts DC. e la corrente dei leds? se non mi sbaglio, questo modello ha un range da 80 a 120mA, credo e spero di non sbagliarmi, al limite su una breadboard posso fare degli esperimenti. Viene da pensare inoltre al collegamento in serie dei moduli... se salta un solo led, tutta la lampadina smette di funzionare, ma ai capi di ciascuno notiamo tre terminali per lato, collegati assieme. Con molta probabilità ogni led ne contiene tre di indipendenti, per cui se salta il primo, la corrente fluisce sugli altri due facendoli saltare a cascata. Ma c'è una buona notizia. Si può pensare, per quelli che funzionano, di creare una lampada a tre livelli di intensità, o più combinando opportunamente le varie striscie, ognuna delle quali montata su un supporto di alluminio per dissipare meglio il calore. 
Per il dissipatore...sto pensando di montare le striscie su un dissipatore da CPU preso da qualche personal computer. La basetta tonda inoltre mi sa che finirà come faro frontale della bicicletta, devo solo trovare una lente adatta per correggere il fascio di luce ed un contenitore adeguato (e stagno... IP qualchecosa). Sto pensando di riutilizzare le lenti rettangolari delle stampanti laser. sono di plastica, rettangolari e curve, dovrebbero ampliare il fascio luminoso in modo da illumonare tutta la strada, non solo un cono stretto che, in bici, di notte, senza lampioni, non basta mai.  
Il circuito di alimentazione è abbastanza banale da poter essere riparato senza grandi difficoltà. 
L'unico componente "sconosciuto" che non mi convince è quello che assomiglia ad una resistenza a strato metallico di colore azzurro (parrebbe resistenza ad alta stabilità termica anche se la cosa appare strana). Passo ad indagare e creare il circuito.  Detto questo, la risposta alla domanda iniziale è ovvia...si possono riparare? Questo modello "cinese" sicuramente sì, senza grossi problemi. L'apertura è semplice, non serve rompere nulla, il circuito è banale, i componenti apparentemente di facile reperibilità ed al limite non dovrebbe essere difficile riprogettare l'alimentazione... tutte buone notizie, smettetela di intasare inutilmente le discariche che oggi è il giorno in cui avete consumato tutte le risorse che il pianeta è in grado di fornire, stiamo consumando in anticipo risorse che potrebbero servirci in futuro, un prestito che non potremo restituire, e non abbiamo un pianeta di ricambio, imbecilli. Alla prossima, ma anche no.

P.S. il nano è in giardino e la giraffa ha perso la testa. Ripeto: il nano è in giardino e la giraffa ha perso la testa.