giovedì 7 aprile 2016

il giornale del bar

Una nuova tecnica. Per assicurarsi di leggere con moooolta calma il giornale del bar, uno dei 5 pensionati ubriaconi fancazzisti che si contendono la carta stampata a disposizione dei clienti, di fatto monopolizzandone l'uso, con una sofisticatissima serie di strategie, per tutto il santo giorno a tutte le ore di apertura del bar, ha adottato una tecnica innovativa ed efficace. 
Il bar apre alle 7:30, arriva, si mette il giornale sotto l'ascella come fanno i francesi con le baguette e va a fare colazione al banco, tenendosi stretto il prezioso trofeo. Con calma sorseggia il cappuccino, mastica con i pochi denti rimasti la brioche, con la lentezza di un bradipo e paga, aspettando inutilmente lo scontrino che per gli abitueè non è previsto. Poi, aspetta che si liberi un tavolo dalla ressa di coloro che un lavoro ce l'hanno e fanno colazione in fretta. Si siede a "leggere" con moooolta attenzione, compresi gli annunci mortuari. Tre ore minimo, con tanti auguri a chi magari va a bere un caffè al volo e vorrebbe in trenta secondi dare un occhiata alla cronaca locale per sapere cosa succede in zona (furti nelle abitazioni, litigi fra vicini, presenza di nomadi accampati, ecc.ecc...).  L'attenta consultazione viene periodicamente interrotta dai suoi Colleghi che commentano i titoli innescando discussioni infinite e conseguenti polemiche dall'esito scontato: padroni a casa nostra, stranieri a casa loro, l'italia agli italiani e via dicendo...nel frattempo il giornale diventa mero poggiagomiti. 
Le tre ore di monopolio giornalistico si dilatano a volte, complice anche l'accordo sottobanco che vede i Colleghi pensionati prenotare la lettura "appena hai finito" assicurandosi così il passatempo preferito ed obbligato dalla mancanza di cantieri aperti nelle vicinanze... manca solo il numeretto come dal salumiere e siamo tutti a posto. 
Ecco, la mancanza di spazi di aggregazione desiderati da chi vorrebbe concentrare le persone a sè per meri scopi personali (parrocchie, politici, attività commerciali ecc...) crea questi fenomeni sociali ai quali non c'è rimedio ma che sono il segnale dell'origine dei fenomeni quali accaparramento, cupidigia, avidità, monopolio, privatizzazione spinta, tanto tollerati quanto deleteri. Di condividere le risorse nemmeno a parlarne ed il comunismo non c'entra un caxo! Ciao imbecilli.

P.S. il verdicchio non mangia i sassi. Ripeto: il verdicchio non mangia i sassi. 

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