sabato 15 maggio 2021

Una brava sartina

Un lavoretto di alta sartoria, fatto da me che sono un vecchio informatico. Sono addestrato a fare di tutto, basta che sia manuale e non intellettuale... che sarà mai? Da tempo sto dormendo su dei cuscini "ortopedici", spacciati come miracolosi per la cervicale... purtroppo non ho mai preso le federe ed oggi mi sono deciso di farmele da me.  Ecco allora che una vecchia tenda, che campeggiava da tempo immemore, intonsa, in un angolo di casa, diventa tre federe per tre cuscini, uno lungo, uno ortopedico e l'ultimo in semi di farro...stupendi. Era ora, dato che non ci sono soldi per comprare e bisogna ingegnarsi, arrangiarsi, aguzzare la mente e cercare sempre opportunità. 

Devo dire che non è stato facilissimo, causa ovviamente inesperienza. Il cuscino lungo l'ho racchiuso con la tecnica della piega interna. Un lembo viene ripiegato in modo da non aver bisogno di altri tipi di chiusura (ed è il metodo più facile e in voga). Per i due cuscini "piccoli" (standard o quasi), opto per la chiusura a bottoni.... così ho dovuto imprecare nel creare le asole. La macchina da cucire utilizzata, ha la funzione apposita per facilitare il lavoro, basta regolare tensione del filo, alcune manopole e sembra semplice ma... ho dovuto insistere non poco per ottenere dei risultati quasi soddisfacenti. Alla fine ce l'ho fatta, nonostante l'avviso di qualcuno che individuava la stoffa come troppo sottile per ottenere un risultato perfetto...meno male, colpa del supporto, non della mia inesperienza...he he he... Anche i bottoni usati per la chiusura sono di recupero, presi da una scatola deputata allo scopo, che nella vita non si sa mai, qui non si butta nulla, qui non si compra nulla, qui al massimo si vende. 5 bottoni rossi (il sesto l'ho spezzato con l'ago della macchina in quanto non ho centrato bene il foro) ed uno blu scuro che tutto sommato alla fine avrei pure potuto usarli tutti diversi dagli altri... magari per il prossimo lavoro, visto che mi sono pure divertito e ci ho preso gusto. Ecco alcune foto del risultato, giusto per documentare la mia maestria sartoriale, preludio ad una lunga e "profiqua" carriera come stilista glàm e fesciòn di successo... Armani, Valentino, Trussardi &  Co... mi fate un baffo!



 
Sono contento, nonostante i margini di miglioramento dovuti ad inesperienza. Nella vita, dove gli unani non ti danno mai margini di soddisfazione, serve anche questo, giusto per pompare l'autostima che, per note cause sociali, a volte crolla sotto le piante dei piedi...Alla prossima. 
 
P.S. il picchio è violento. Ripeto: il picchio è violento. 

giovedì 8 aprile 2021

Spara biscotti... funziona?

Chiusi in casa, autorizzati ad uscire solo per andare al lavoro (per chi ce l'ha), per motivi di salute (che in clausura peggiora) o necessità (concetto opinabile e spesso mai riconosciuto)... che si fa? Di cose da fare ce n'è un infinità, Il passatempo preferito da voi in itaglia sembra essere cucinare e panificare.  Così, in occasione di un giorno speciale che deve venire, ci si mette in testa di preparare dei biscotti fatti in casa da offrire ad amici e conoscenti. Per chi ha un minimo di esperienza lo sa che, fatto l'impasto (pasta frolla con molto burro), occorre poi dividerlo in parti uguali, conferirgli una forma accattivante e cuocerlo. Bisogna dividerlo in parti e dimensioni uguali per evitare che alcuni biscotti si cuociano di più rispetto a quelli con maggior impasto. Ed allora? come si fa? Si tira fuori dai cassetti della cucina un attrezzo che viene utilizzato raramente e che non tutti, per vati motivi, ce l'hanno: la sparabiscotti

E' un estrusore manuale, composto da un serbatoio, uno stantuffo che preme l'impasto in quantità predefinita su delle trafile progettate per produrre forme diverse. Assomigia un pò alla pistola per stendere il silicone sigillante. Sembra facile da usare ma, a leggere i commenti di molti utenti, l'attrezzo sembra più un ciòttolo inutile che non funziona, destinato a restare chiuso nel cassetto in cucina. 

Che problemi ha? Non pochi. L'impasto non si attacca alla teglia, resta appiccicato alla trafila, esce con difficoltà se troppo denso, a volte si appiccica a metà, a volte esce a metà... e di tutorial fatti bene o istruzioni esaustive nemmeno l'ombra. 

Alla fine, a furia di esperimenti, smadonnamenti in lingue sconosciute e mooolta pazienza, l'attrezzo funziona e si riesce a produrre dei biscottini tutti uguali, esteticamente belli da vedere e soprattutto da mangiare (con moderazione vista la guantità di grassi che contengono). 

Maaa... quali sono i fattori che determinano il successo dal fallimento? Ho sperimentato varie tecniche, combinandole fra loro, arrivando alla fine a delle conclusioni. Lascio perdere le ricette, se ne trovano moltissime ma vanno seguite alla lettera senza varianti strane e senza sostituzione degli ingredienti (operazione riservata ai più esperti e sperimentatori curiosi). 

I fattori da considerare sono:

  • Fluidità dell'impasto che dipende dalla temperatura (il burro...)
  • Presenza di sacche d'aria nello stantuffo
  • Superficie di destinazione (teglia, alluminio ecc...)
  • Pressione generata ad ogni click dell'attrezzo
  • Tempo di estrusione
  • Sollevamento dell'attrezzo dalla teglia
  • Untuosità della trafila
  • Tipo di forma dell'estrusore

Ad ogni click del manico, (che genera un avanzamento uniforme e dosato grazie ad un arpionismo) "dovrebbe" uscire una quantità predeterminata di impasto... secondo la mente malata del progettista. L'impasto si comprime e continua a fluire anche senza esercitare ulteriori pressioni, per cui il tempo di attesa fra un click e l'altro fa variare la quantità che esce dalla trafila e questo dipende anche dalla presenza di bolle d'aria, dalla temperatura, e quindi dalla pressione risultante generata. 

Il problema dell'apiccicosità dell'impasto è un altro fattore. Scartato il silicone (su cui l'impasto non si attacca manco morto), alcune teglie non ne vogliono sapere di trattenere appiccicato l'impasto, altre sì. Questo è dovuto a volte alla quantità sparata ed alla differenza di adesione della teglia rispetto alla trafila. Imburrare periodicamente la parte esterna della trafila, aiuta molto. Sparare i biscotti sull'alluminio funziona... ma è un casino quando si solleva la pistola cercando di tenere fermo il foglio... meglio usare una teglia perfettamente pulita.

Principalmente però ho notato una cosa: le trafile con i disegni più larghi funzionano meglio, mentre quelle con molti forellini piccoli un pò meno. Le trafile inoltre sono punzonate, per cui da un lato i fori hanno i bordi smussati mentre dall'altro risultano più taglienti... francamente non ho ben capito quale sia il verso giusto non notando significative differenze.

Ad ogni modo, il funzionamento è un pò complicato, stante la presenza di una moltitudine di fattori concomitanti la cui combinazione può favorire il risultato o comprometterlo. Ma... alla fine mi è venuto in mente una cosa, frutto dell'utilizzo continuo per un pomeriggio intero... hai presente l'attrezzo per le palline di gelato? quello che quando schiacci il manico azioni un meccanismo che stacca la pallina dallo stampino? Ecco, quello! perchè non hanno inserito nella spara biscotti un qualcosa di silime?, magari una semplice levetta che taglia l'impasto e lo stacca dalla trafila, un pò coma si fa manualmente quando si usano le macchinette per trafilare la pasta in casa.... sti geniacci di ingegnèri dementi non ci sono ancora arrivati? Alla prossima. 

P.S. il tempo è grasso e la vacca è magra. Ripeto: il tempo è grasso e la vacca è magra.

venerdì 12 marzo 2021

enogastrocicloturista

In attesa di riprendere la mia passione per l'elettronica, il software e smontare tutto ciò che si può disassemblare, covid permettendo, sto timidamente riprendendo in mano, complice il clima, la mia più grande passione: la bicicletta

La bicicletta che uso, è una mountain bike super attrezzata per escursioni di luuuunga durata. Borse, trailer a rimorchio, gps, pannelli solari, sistema antipioggia vento e gelo ecc.ecc...

Ieri ero dal medico, un fisiatra bravo ma skizzato con le distorsioni di questa società folle. Alla mia domanda: "per la patologia che ho, la bicicletta mi può fare male?" La risposta ovvia è stata: "Movimento ed attività fisica non fanno mai male, anzi. Basta affrontare la cosa senza strafare ed esagerare"... e chi ci pensa ad esagerare? mico devo andare in siberia a -60°, non sono in competizione con nessuno, cerco di frequentare posti tranquilli e soprattutto rilassarmi nella natura, che questo lock-down e questa privazione di libertà e diritti mi sta esaurendo. Devo evadere. La bici conferisce un senso di libertà indescrivibile. 

Quando vai in bici, vedi particolari che quando giri in auto non vedi. 

Si conoscono persone nuove, si scoprono attività commerciali, artigianali ed agricole che manco sono su internet. Una cosa stupenda. 

Dato che non devo sfoggiare prestazioni fisiche dei cultori del doping, non devo girare con abbigliamento griffato da esibire per mostrare uno status sociale elevato, soprattutto per il motivo che me la prendo comoda... una delle attività preferite come ciclo turista è quella di fermarmi ogni tanto. Mi godo la giornata. E quale metodo migliore di godersela, fra le altre cose, se non assaggiare specialità gastronimiche molto particolari o bere un buon bicchiere di vino totalmente bio, fatto in casa, senza marketing e senza skifezze industriali? 

Attività fisica e buon cibo, un accoppiata vincente per la salute e per la mente. Per cui, per distinguermi dai fighetti che si allenano sulle statali trafficate, con biciclettina da fighetta, tutina attillata da fighetta, andatura da fighetta, ho coniato un neologismo che racchiude tutta la filosofia del vero cicloturista convinto:

ENOGASTROCICLOTURISTA.

l'Enogastrocicloturismo è un attività per pochi. Costa mediamente più che muoversi in camper o con la tenda o peggio con l'auto.  La durata delle mie escursioni nel vostro paese può durare tranquillamente più di un mese (anche due o tre), alla faccia dei "turisti", unani mordi e fuggi del weekend. Nel periodo di escursione, oltre a mangiare e bere (colazione abbondante, pranzo e cena), serve un posto per dormire, bed&breakfast, hotel, albergo (che sia pulito come un ambulatorio svizzero) con bagno in camera e garage al chiuso per il mezzo di trasporto/rimorchio. Si dorme in tenda solo nei casi di vera emergenza. 

L'attività fisica produce endorfine e dopamina, per cui è rarissimo trovare un enogastrocicloturista incazzato, maleducato o scorbutico. Se ne vedi uno in giro.... ospitalo tranquillamente a casa tua, nel tuo ristorante, nel tuo agriturismo se hai qualcosa di particolare da offrire. E' il migliore investimento in passaparola che puoi fare. Alla prossima.


P.S. la gomma è sgonfia. Ripeto: la gomma è sgonfia.

lunedì 8 marzo 2021

Sono un infame carognone?

Ho il dubbio amletico dell'italiano medio. Da un lato ho fatto il mio dovere da bravo cittadino. Dall'altro ho fatto la spia. Il dubbio nasce perchè ancora non ho capito bene da che parte sto o da che parte stare. Dalla parte dei poveracci come me o dalla parte delle istituzioni? Ma per dio! cosa avrò mai fatto? Sono andato dal ferramenta ad acquistare una zanzariera... 21 euro! cazzo!! 21 euro per una retina di plastica da un metro per 150 cm, un prezzo esorbitante. Maaa... perchè non sei andato da un altra parte? Zona rossa... la vedo dura giustificare l'uscita come "necessità" e poi non ho l'auto ed un altra ferramenta si trova a 10 km di distanza in zona non servita dai mezzi pubblici. 

Al momento dell'acquisto, dato che in contanti avevo solo 15 euri (speravo pure di avanzarne) ho dovuto pagare col bancomat. Visto che c'ero, ho esibito il bar-code della Lotteria degli scontrini... con 21 biglietti virtuali "gratis", tanto vale sfidare la fortuna, si sa mai. L'esercente mi guarda con lo sguardo da gufo e mi dice di non essere attrezzato... ecco, per i suoi motivi non si è attrezzato. Da dire che la ferramenta non ha avuto grossi problemi con le chiusure forzate, ha sempre lavorato bene e magari, se di calo di fatturato si può parlare, certo è modesto rispetto ad altre categorie di esercenti (tipo il bar accanto). Preferisco non approfondire, pago e me ne vado... 

Il vantaggio di muoversi a piedi è quello di avere un sacco di tempo per riflettere. Riflettendo circa l'opportunità di non mettere mai più piede in quell'esercizio commerciale, ho confezionato al volo una fatwa! Ci andrò solo in caso di forza maggiore. Poi, riflettendo ancora di più, penso alle estrazioni da 100miloa euri ed alle probabilità di essere uno dei fortunati destinatari. Non so quale sia, numericamente, la probailità di vincere, che dipende dal numero di scontrini e dagli importi spesi. Ma so che è sicuramente più alta di ZERO! Per cui quell'esercente, pur avendo emesso lo scontrino, mi ha escluso di fatto dalla probabilità di vincere (e la cosa mi fa parecchio incazzare). 

Posso anche tentare di comprendere le sue ragioni, ovvero la resistenza ad affrontare la spesa media aggiuntiva di circa 300 euro per adeguare i suoi sistemi al "gioco". Ma, dato che in ogni caso vengono premiati anche gli esercenti in caso di estrazione di uno scontrino emesso da loro, non posso approvare il loro atteggiamento. I commercianti al dettaglio sono nella grande maggioranza, persone false, avide ed egoiste. Sono anche bersaglio dell'Agenzia delle Entrate, ma nè più nè meno di chiunque abbia una partita iva. Trovo sia una scusa, un pretesto egoistico, quella di non voler spendere 300 euro per adeguarsi. Di certo, qualche scontrino non lo emettono, magari poca roba, ma è pur sempre evasione fiscale. I commercianti sono delle vitime di un sistema esoso, avido ed ingiusto? In generale, non meno di chiunque sia soggetto al versamento delle tasse, all'obbligo di acquistare il POS, alle spese per la PEC, allo stillicidio di esborsi del conto corrente bancario, al costo ricorrente della firma digitale e via dicendo... occorre mettere in conto anche i costi di adeguamento dei sistemi di pagamento... perchè tu no e gli altri si? Ah, quasi dimenticavo... non hai l'obbligo di accettare la lotteria degli scontrini ma hai l'OBBLIGO di adeguare i tracciati del registratore di cassa... per cui i 300 euri li DEVI spendere!

E poi... ma che furbata è "risparmiare" 300 euro senza considerare le mancate vendite a chi come me preferisce sfidare la fortuna ed acquistare presso esercizi che si sono adeguati? Mediamente, dal ferramenta, spendo all'anno ben più di 300 euro, in viti e tasselli, punte da trapano, zanzariere, tinte e vernici, fascette, guarnizioni, rondelle, dadi e bulloni, lampadine, interruttori, fili elettrici, rubinetti, casalinghi, attrezzi vari... sei proprio un genio di commerciante a risparmiare sui costi senza considerare le mancate vendite. Stesso discorso per il bar sotto casa... il lusso del caffè al bar me lo concedo due volte alla settimana (sino a poco tempo fa tre volte al giorno) più qualche aperitivo, difficile fare due conti per capire quanto costa non adeguarsi alla lotteria degli scontrini? E poi giù a piangere per il calo di fatturato.... IDIOTI DISONESTI!

Ecco, per questi ragionamenti... ho utilizzato la funzione prevista nel portale della lotteria degli scontrini di segnalazione dell'esercente...partita iva, data acquisto, click!  anche se, ne sono quasi certo, non servirà a molto. 

Ho fatto la spia, il delatore, l'infamone o il mio dovere? Da che parte sto? Dalla mia ovviamente. Sono un infame solo per i disonesti, per gli evasori e per i commercianti ignoranti.  In ogni caso ho meno probabilità di vincere e questa non riesco a mandarla giù. Alla prossima (segnalazione)

P.S. la stalla è chiusa, il pollo galleggia. Ripeto: la stalla è chiusa, il pollo galleggia.

Aggiornamento dicembre 2022: alla fine la ferramenta si è adeguata ed ora accetta la lotteria degli scontrini, non senza difficoltà, dato che deve digitare a mano il codice e non sa come usare il suo codice a barre per la lettura. Quindi il dubbio amletico si dissolve. Ho contribuito (forse) a mettere le cose a posto... ma la fatwa rimane ovviamente, io non perdono.