mercoledì 25 marzo 2020

Pietra domestica


"Hai scambiato il mio futuro con una pietra domestica?!!?" E fu così che alla mia veneranda età ho scoperto di non aver mai avuto una pietra domestica, per prendermene cura, darle da mangiare, educarla, insegnarle a nuotare... Poi scopro anche che non è una novità. C'è una spiegazione su wikipedia...pet rock... che tardone che sono. Scopro inoltre che il suo ideatore è diventato milionario, il che mi ha profondamente deluso in quanto, senza saperne nulla, stavo già pensando di produrle in serie e venderle io, ma sono arrivato tardi...peccato.
Fatto sta che sono a ridosso di un paio di compleanni speciali e non ho proprio il becco di un quattrino, quindi di comprarle già fatte... manco a parlarne. Così, ideona, decido di cercare una pietra domestica, speciale, unica, particolare, bellissimissima.
Un pomeriggio di una domenica, invernale ma assolata, quel tiepido sole che ti anticipa il profumo della primavera, ne approfitto per portare i cani, con la compagna, a passeggiare. La scelta della "lochèscion" ricade sul fiume che passa non lontano. Ci si avventura in mezzo ai rovi, dentro ai rami secchi del letto del fiume, fuori dai passaggi convenzionali, andandoci a ficcare dove non passa nessuno mai, dato che la morfologia del territorio cambia ad ogni piena ed a me non piace andare dove vanno tutti gli unani.
Sembrerà strano, ma fra milioni di sassi non è facile trovare quello giusto, quello speciale, da regalare col cuore. La pietra domestica non è per niente facile da trovare, deve essere lei a chiamarti quando passeggiando ci arrivi vicino, lei ti guarda e sembra dire "accudiscimi ti prego" "portami a casa tua"...  Fatto!... in realtà non me la sono sentita di lasciarne altre abbandonate sul greto del fiume, senza una casa calda ed accogliente... così ho preso mamma, papà, figli e nipotini... più una a forma di lumaca... in realtà la lumaca è dentro e devo solo tirarla fuori. 
Per le pietre domestiche portate a casa, ho costruito delle scatole di cartone per contenerle. Recupero dei vecchi porta riviste neri, taglio, piego, incollo et voilà, una bellissima scatola 1.0 col coperchio. Il fondo di paglia, un etichetta carina ed il regalo è pronto, un paio di giornate regalate volentieri. Non sarà una cosa glàm o griffata ma è sempre un regalo, unico, fatto a mano, di riciclo, spero gradito... potaaaaaa. Alla prossima, contagiosi!.

P.S. Paoli è in salita, Ruggero in piano. Ripeto: Paoli è in salita, Ruggero in piano  

venerdì 20 marzo 2020

Disdetta online prenotazione visita medica

In tempi di pandemia, la Pubblica Amministrazione (PA) sta "collaudando" (nel 2020!!) le procedure telematiche per virtualizzare le prenotazioni e disdette delle visite mediche. 
Dopo aver atteso un anno per ricevere conferma della visita schedulata (proponendo una data che, minimo, è dopo altri 6 mesi), in questo periodo occorre pure attrezzarsi per disdire (sine die) le prenotazioni (su suggerimento dello sciamano di base). 
Causa lock down, vietati i contatti umani, i due metodi a disposizione sono il telefono o la sacra form nel sito istituzionale, ovvero il sacro sito dove vieni dirottato dall'impiegato o medico quando non sa rispondere a delle semplici domande. Di telefonare nemmeno a pensarci... non rispondono o risulta occupato, per cui resta la sacra form del sito istituzionale da compilare. 
OK, bello... il problema è che la procedura web è scritta con i piedi (c'era da aspettarsi qualcosa di meglio?). 
La didascalia dei campi "data" suggerisce la formattazione gg/mm/aaaa ma nel campo è proposto di default dd/mm/yyyy. 
Mancano le formattazioni automatiche per le date, per cui se non si inseriscono le barrette di separazione come da suggerimento ambiguo, all'uscita dal campo compare uno strano numero.  Ad esempio se si digita 01012020 (primo gennaio 2020) all'uscita il campo propone 24/12/4790... forse è per questo che le visite mediche vengono fissate con tempi biblici.
Nel campo "Data prenotazione" poi, compare una finestrella sotto il campo, che istruisce dove trovare la data scadenza della carta di credito VISA (con tanto di logo per migliorare la user experience).
Accanto alla didascalia di ogni campo compare poi un asterisco fra parentesi... non c'è alcuna spiegazione che dia indicazioni sul significato di quell'asterisco misterioso... tocca all'utente capire che è un dato obbligatorio.  In realtà l'asterisco è "cliccabile". Al primo click il campo acquisisce il focus del cursore, al secondo click sull'asterisco il campo diventa rosso e compare la scritta "Dato obbligatorio"... ridicolo.
Immaginate una persona anziana, che cerca di capire... non ce la può fare, per quanto sveglio sia non ce la può proprio fare, e non ce la fa. Per cui resta il telefono, da chiamare in continuazione, sperando nella lotteria... ora capite perchè le linee telefoniche della PA sono sempre intasate? Fanchiulo!. 

P.S. il calcio fa bene alle ossa. Ripeto: il calcio fa bene alle ossa.

martedì 17 marzo 2020

I nuovi padroni

Con cadenza assillante e fastidiosa, continuo a ricevere un avviso di violazione delle regole che avrei "sottoscritto" cliccando su... non ricordo quando...non ricordo dove...  al momento in cui ho ceduto al miraggio effimero di fare due lire (all'epoca) con la pubblicità di BigG.
Già da tempo ho tolto il codice pubblicitario di quell'azienda, sia perchè le entrate sono miserrime, sia perchè qualcuno ha avuto la malsana idea di decidere dove e come piazzare gli annunci pubblicitari senza che io possa intervenire. Per completezza, mi sono installato 4 ad block nel browser, così non la vedo proprio più. 
La piattaforma di self publishing qui usata poi fa il resto, non lasciandomi spazio per personalizzare e configurare il diario come piacerebbe a me... della serie: tieni lo stampino, visto e piaciuto, giocaci e se non ti sta bene fuori dalle balle. Grazie, a buon rendere.
OK, a me può anche star bene. Ma la cosa che mi infastidisce un pò è che l'avviso di violazione delle regole non è per niente chiaro. Mi si dice che una o più pagine sono contrarie alle norme di pubblicazione degli annunci. Si ok... ma quali? Al momento ne ho più di 700... non pretendi che me le vada a spulciare una a una, regole alla mano, per interpretare cosa va o non va? Se mi avvisi che "una o più pagine" non vanno bene, perchè non mi dici quali sono, visto che lo sai? Perchè non me le elenchi così, se voglio, posso valutare se rimuoverle o modificarle? E poi... una o più di una? come fai a dire una cosa del genere? Non è il caso di istruire un pò meglio il bot che scansiona le pagine o di istruire l'ingegnere programmatore di fare un pò meglio il suo lavoro?
Forse ho trattato un argomento scomodo? Forse sì, vado a vedere l'elenco delle regole e trovo qualcosa che potrebbe essere compatibile... Forse, il primo articolo della serie dedicata alle e-cig, parla di un prodotto che non deve essere menzionato, un argomento tabù che non posso nemmeno nominare, altrimenti il bot si incazza... il post descrive della produzione fai da te utilizzando quella foglia che viene macerata e trattata per poi essere destinata al consumo sotto forma di rotoloni di carta che la avvolge, con all'estremità un filtro atto a far passare il prodotto della sua combustione. Per brevità useremo il termine "bionde" sperando di non far incazzare il bot.... bionde fai da te. 
Non se ne può parlare altrimenti le entrate pubblicitarie ne risentono negativamente... in pratica gli inserzionisti hanno storto un pò il naso dicendo più o meno così: "Noi non investiamo per comparire in pagine dove si parla di argomenti a noi sgraditi". Le bionde sono dannose, ...dicono, ....si sa, ...pare, ma non sono dannose ai monopoli ed alle aziende produttrici. Se è per questo anche i conservanti, i coloranti, i solventi chimici. i grassi idrogenati, l'olio di palma, il glutine (per qualcuno), il mercurio, gli antibiotici, le nanoparticelle, i metalli pesanti fanno male, li troviamo nei prodotti di largo consumo... gli inserzionisti senza scrupoli di questo non si preoccupano più di tanto... ma questo è un argomento ben più complesso e lungo.
A me preme lamentarmi del fatto che in un sistema sociale basato su regole che vengono applicate e fatte rispettare da chi è preposto a farlo (giudici + ffoo), con tutti i diritti di difesa possibili, ci sia qualcuno che si intromette nella mia vita per regolare cosa si può dire e cosa no, senza che abbia la possibilità di difendermi, di dire la mia (secondo me non ho violato alcuna regola). 
Di Padroni che mi comandano ne ho già sin troppi e non me ne serviva certo un altro. Di fatto però l'influenza di BigG (e di Shitbook) si sta facendo sempre più prepotente ed invadente. Di fatto controllano ed influenzano le opinioni, le notizie, le mode, la politica, le nostre scelte quotidiane, i nostri spostamenti, praticamente tutto. E noi, in cambio di qualcosa di "gratis", pigramente, come pecore, zitti senza protestare. 
Allora, la storia insegna e ci indica la strada come esempio per risolvere la cosa. Di sicuro non mi farò mettere la mordacchia da un gruppo di azionisti  magnaschèi e continuerò così come ho sempre fatto, ovvero infastidirli sino alla morte ma sopratutto da uomo LIBERO (ever). Alla prossima, contagiosi.

P.S. la pecora pascola di giorno. Ripeto: la pecora pascola di giorno.

sabato 7 marzo 2020

Scatole e contenitori fai da te

In un post precedente ho realizzato al volo un reggi-smartphone, utilizzando degli scarti di cartone. In realtà il grosso dell'attività si è concentrato nello sperimentare delle tecniche per la realizzazione di contenitori di cartone, delle scatole in grado di contenere tutta la minuteria domestica che altrimenti andrebbe smarrita. Sto parlando di tutti quegli oggettini che girano per casa e che inevitabilmente finiscono, nei casi più ottimistici, tutti assieme alla rinfusa sparpagliati nei cassetti. Di cosa sto parlando? Quale minuteria?: viti e vitine, elastici, pezzi di spago, interruttori, portalampade, guarnizioni per rubinetti, bottoni, inserti per cacciaviti, laccetti chiudi-sacchetti, tappi, batterie, fermacravatte, gemelli, monetine e spiccioli che i negozi ormai non accettano più, gettoni per il carrello della spesa, penne, matite, tasselli da muro, pennarelli, nastro adesivo, colla, soprammobili di m*rda utili solo a prendere polvere, calamite da frigo rotte, souvenir, cartoline, accendini, cuffiette e millemila altre paccottiglie, vado avanti?....
Per chi poi ha la passione per l'elettronica... a cui aggiungere una passione per il recupero ed il riuso... son dolori. Per trovare le cose quando servono, occorre riporle tutte in modo ordinato e coerente. 
Esistono in commercio dei porta minuterie di plastica con tanto di divisori fissi e/o mobili per le minuterie di casa, ma... costano parecchio, non si trova mai quello della misura giusta, non ce ne sono mai abbastanza di uguali ed ad ogni riordino del commerciante arrivano dei modelli diversi che male si impilano l'uno sopra l'altro. Per me che amo le cose tutte in ordine, è un incubo.
Una prima soluzione per risolvere agli inconvenienti di cui sopra, consiste nel recuperare le confezioni di cartone dei prodotti da supermercato (sapone, dentifricio, caffè, integratori, collutorio...) o dei medicinali o di qualsiasi prodotto, avendo cura di aprirli e girarli "il dentro per fuori", giusto per avere all'esterno un contenitore senza scritte colorate. 
Per molto tempo è stata la mia soluzione preferita, agevolata dal fatto che sono un consumatore abitudinario, ovvero, una volta trovato il prodotto che mi aggrada, tendo a ricomperarlo per moltissime volte, ritrovandomi con dei contenitori tutti uguali che alimentano il senso di ordine necessario al mio autismo. Quando voi vedete un rifiuto sotto forma di confezione, io vedo dei contenitori.
Il problema delle "scatole girate" è che spesso nell'aprirle, si strappano male (troppa colla), mentre nel migliore dei casi la nuova incollatura, oltre ad evidenziare il lato un pò strappato, non tiene a lungo, richiedendo altra colla od un rinforzo con un antiestetico nastro adesivo. Per ovviare a tutto ciò, si può pensare di realizzare una serie di template di cartone da piegare, così si risolve per sempre anche il problema delle dimensioni che, nelle scatole già fatte, non vanno mai bene al 100%.
La forma:  si parte da un pezzo unico da piegare ed incollare, uno per la scatola vera e propria e l'altro per il coperchio che si infila sulla sommità. In realtà, a vedere come sono realizzate le confezioni che ci passano per le mani, le soluzioni sono davvero tantissime, basta scegliere quella che più ci piace, copiarla e ridurre od aumentare le dimensioni a piacere, dipende da quanto grande è il cartone di partenza. Sto pensando di realizzarmi un software che agevoli la progettazione, il taglio e l'assemblaggio.
L'alternativa è creare un pezzettino per ogni lato, ne serviranno in tutto 6 (si pensi alle facce di un cubo) a coppie di dimensioni per i parallelepipedi (eh? parallelepipedo??)
Il materiale: Per la scelta del materiale poi c'è l'imbarazzo della scelta. Il cartone ondulato può andare bene, lo si trova in abbondanza anche nei cassonetti della carta da discarica (se il giorno prima non ha piovuto) anche se a volte un pò problematico da piegare esattamente dove si vuole. Se si desidera quello più spesso, senza anima ondulata, ma molto rigido (molto), si può optare per i raccoglitori ad anelli a copertina rigida (a volte coperti da plastica termosaldata ai bordi). Più rigido è e più "difficile" sarà piegarlo. Al limite si possono creare dei tagli a "V" in prossimità delle linee di piega. Il cartone lo si può trovare anche come fondo per le valigette 24ore, quelle più economiche che finiscono più spesso in discarica. Le cassette per la frutta offrono cartone ondulato molto resistente ma di dimensioni ridotte in quanto il fondo, spesso, è forato e quindi inutilizzabile per contenere minuterie.
Gli attrezzi: è sufficiente una forbice, ci si aiuta con un righello lungo ed una matita. Per una maggiore precisione si possono usare i taglierini a lama, le taglierine a ghigliottina (io ne ho rigenerata una tutta arrugginita che stava per essere gettata via), righello a squadra, goniometro, compasso...
La tecnica: Il problema è unire i bordi e tenerli assieme. Il materiale più facile e versatile è la termocolla. Permette un breve tempo di riposizionamento in caso di errori e non richiede tempi lunghi di assemblaggio rispetto alla colla. Serve una pistola per colla a caldo con il dispenser sottile e lungo, per arrivare anche nei posti meno agibili. Una volta piegato il cartone, lo si può eventualmente fermare con delle mollette da hobby o anche con quelle per il bucato. Per facilitare la piega a tre sponde può essere utile, con un punzone di diametro adeguato, effettuare un foro in coincidenza con le tre linee di piega (il foro poi verrà chiuso dalla piegatura e dallo spessore del cartone). Fermate le parti da incollare, si passa una volta con la termocolla e poi si ripassa con la punta della pistola (senza aggiungerne altra colla fusa) per "lisciare" il cordone, facendolo aderire un pò sulle superfici, ottenendo una cosa simile ad un cordone di saldatura MIG su due facce a 90°. Per le giunture a 90° è meglio usare dei supporti in 3D, qualcosa che tenga verticale, orizzontale ed in squadra le tre parti da unire (l'interno di un altra scatola più grande può essere perfetta. Altrimenti ci si costruisce una struttura, sempre di cartone, di riferimento campione... dai, un pò di fantasia ce la vogliamo mettere? Per i giunti "di testa"? sono quelli necessari quando si devono unire due pezzi (a 180°) che stanno su un piano...abbastanza rari, ma se si desidera spingere il recupero.... Se lo spessore del cartone lo permette, si spalma la colla su un bordo e poi si unisce tenendo le parti su un piano orizzontale (meglio uno specchio o vetro così non si corre il rischio che le parti restino incollate al piano di riferimento). Se l'operazione lo permette, meglio passare con una spatola molto calda per spianare il cordone di incollaggio e spalmarlo sulle superfici piane per aumentare la superficie di adesione. 
Per il coperchio si può optare per quello "ad infilare" di dimensioni leggermente più grandi della scatola da chiudere, o la soluzione "a cerniera". La cerniera altro non è che un pezzo di nastro adesivo, nastro isolante, nastro telato (bellissimo) o qualsiasi materiale flessibile che si possa attaccare al cartone senza dover impazzire. In teoria, per i più evoluti, dei micro rivetti a ribattere dovrebbero andare bene se il cartone è abbastanza rigido e compatto. Volendo si possono costruire anche i rinforzi per gli angoli (di cartone o di materiali diversi) e la chiusura, quest'ultima con simil pelle sottile, delle strisce velcro o delle micro calamite che si trovano nelle testine dei lettori CD e DVD.
L'interno delle scatole può essere suddiviso a piacere con delle strisce di cartone (ma anche la plastica sottile può andare, dipende da cosa si ha). 

Con un pò di fantasia, manualità, creatività si possono realizzare delle cose molto interessanti, a costo praticamente zero. Ora devo studiarmi come realizzarmi della termocolla fai da te... altro non è che plastica che fonde a basse temperature... parte la ricerca... he he he... alla prossima.

P.S. Giovanni dice All'alba vincerò. Ripeto: Giovanni dice All'alba vincerò.