mercoledì 27 aprile 2016

Lampada di sale

Oggi mi hanno regalato questa lampada di sale USB. Proviene da un recupero in extremis da una massaia convinta che era da buttare in quanto non funzionante. In realtà la persona che l'ha presa in carico e me l'ha donata, ha provveduto ad avvitare la lampadina all'interno facendola tornare come nuova e dimostrando come il pianeta sia invaso da unani dementi, clinicamente cretini.
Non c'è molto di "tecnico" da dire, se non approfondire se le (sei) proprietà decantate per queste lampade hanno basi solide sotto il profilo scientifico. In moltissimi siti che le vendono (ma qualcuno se le fa in casa con il sale per cavalli), si può leggere che hanno il potere di purificare l'aria, di emettere (scaldandosi) ioni negativi... il tutto supportato da comprove del tipo "...diversi studi condotti in epoche diverse...", "...studi recenti...", "...da molto tempo gli abitanti dell'himalaya ne conoscono le proprietà...". Recenti, molto, diversi... complimenti per la precisione. Un dato lo possiamo ricavare da una citazione un pò più "precisa", "...L'ing. Honisch, della società Nazionale ricerche sullo Smog elettrico in Germania, ha svolto numerosi studi sul potere delle lampade di sale ed ha dimostrato come...". Di un caxo di link a della documentazione nemmeno l'ombra. L'ing (sempre e solo per cognome) è citato (magia del copia & incolla) da diversi siti che decantano le proprietà delle lampade di sale, ma una gooricerca del fantomatico ingegnere non fornisce precisi risultati su quello che lavora in germania, uno è in Austria a Vienna, un altro a Monza, ma verificare sta storia degli ioni prodotti dal sale scaldato da una lampadina è praticamente impossibile.  Solo wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Sale_himalayano ci viene incontro e ci informa che "...Non esiste, tuttavia, alcuna prova scientifica che le lampade di sale siano in grado di emettere quantità misurabili di anioni, né esiste alcuna evidenza scientifica sulla capacità, di queste lampade, di apportare un qualsivoglia beneficio in qualche aspetto della salute umana..."
Resta da dire una cosa, giusto per dimostrare come le bufale si sovrappongono ad altre bufale. Una lampadina USB a led NON è in grado di scaldare la quantità di "sale" della lampada in foto, per nulla, che risulta, anche dopo ore, fredda e gelida come un sasso. Mi manca solo la prova "lecca lecca" per verificare se è proprio Sale (non pretendo dell'Himalaya) o se invece, come sembra, è solo resina.
Fatto sta che non importa se è sale o se emette ioni, l'importante per l'unano demente è crederci e l'effetto placebo fa il resto. Personalmente la terrò in camera, ma come luce di cortesia a basso consumo per non inciampare al buio. Spero solo che la resina non emetta, con la luce, il preoccupante "bifidus temibilis", che dopo poche ore di inalazione fa crescere un terzo occhio in mezzo alla fronte, ma cieco, a mio cuggino è già successo. Ciao imbecilli.

P.S. la minestra è sciapa, la accendiamo? Ripeto: la minestra è sciapa, la accendiamo?

martedì 26 aprile 2016

Scarti estrattore di succhi

Mela, rapa rossa, fragola, pera.
Qui non si butta nulla. Dopo il salasso dovuto all'acquisto di un estrattore di succhi, occorre rimettersi in pari e cercare di ridurre a zero gli scarti, o meglio quelli che altri considerano scarto. L'estrattore l'ho preso presso un arrotino che, grazie alla sua cortesia, gentilezza e preparazione tecnica, mi ha "convinto" all'acquisto. Preso! ... e regalato... si, io so preparare il cibo ma mi piace concentrarmi su cose più tecniche, per cui meglio cedere l'attrezzo il cui posto è la cucina, non certo un laboratorio pieno di ciarpame, solventi, vernici, polvere e altre schifezze. 
Il ciòttolo funziona da dio. Estrae i succhi con tutti i vantaggi che ne derivano, mooooolto meglio di una banalissima centrifuga. Ma, assistendo all'operazione di estrazione, con l'occhio clinico del tecnico che cerca di capire come prodursi in casa una coclea e replicare l'oggetto (migliorandolo ovviamente), noto che la fatina dei succhi getta nell'umido gli scarti!. ORRORE! Come osi!?? con quello che costa la frutta e la verdura! ASSASSINA!! 
Cazziatone a parte, urge una soluzione. Gli scarti (chissè perchè li chiamo così, forse perchè è più comprensibile di "sottoprodotto di lavorazione") sono in realtà polpa e buccia senza liquidi, asciutti e consistenti. Per conservarli, basta essiccarli e sono perfettamente commestibili oltre che saporiti. Possono essere usati nel preparare dolci o pane, oppure per insaporire arrosti, condire l'insalata o nello iogurt della colazione mattutina, magari mescolandoli con miele. L'essiccatura è per conseervarli meglio ed un vasetto ermetico aiuta. Detto, fatto. 
Essiccando la polpa dello zenzero e riducendola in  polvere, si può ottenere un condimento per la carne o per le patate lesse. Proprio ieri mi sono imbattuto al supermercato in polvere di zenzero in confezione. 2 grammi per due euro e cinquanta! fanchiulo. Faccio da me e lo zenzero me lo coltivo in vaso così come i frutti di bosco, la frutta, le aromatiche. Ciao imbecilli. 

P.S. le castagne sono sul fuoco. Ripeto: le castagne sono sul fuoco.  

domenica 17 aprile 2016

Saldatrice fai da te con MOT (parte 4 - pressa e puntali)

Prosegue pian piano la sperimentazione della saldatrice a punti realizzata con il trasformatore di un vecchio forno a microonde. Stavolta tocca ai punti di saldatura ed al sistema per pressare i puntali sul pezzo da saldare. Molto tempo fa avevo messo in pensione un supporto a colonna per trapano manuale, recuperato da una massaia che aveva deciso di disfarsene, dopo che si era resa conto che il fai da te non è cosa per comuni mortali (meglio continuare in cucina e specializzarsi ad aprire scatolette e confezioni di plastica).  Il tempo, l'ossigeno ed un ripostiglio non proprio secco, hanno contribuito alla formazione di ruggine ed il meccanismo di scorrimento era praticamente bloccato. 
Dopo una quantità industriale di sv*tol e WD4* e botte da orbi con il mazzuolo in gomma, alla fine, sono riuscito a rimettere in funzione il meccanismo che ora va meglio di prima (grazie anche ad alcune modifiche minori che non vale la pena di documentare). 
La scelta della pressa per i puntali di saldatura è dettata dalla necessità di avere le mani libere, oltre a quella che per ogni pezzo da saldare si possono realizzare i puntali della forma più adatta con un sistema di aggancio "rapido". Per cominciare, in mancanza di una barra di rame, ho utilizzato degli spezzoni dei perni di scorrimento onnipresenti nelle stampanti. Si tagliano a misura, si filetta una parte (M8) e si fissano con dei bulloni gli occhielli dei capicorda, realizzati nelle puntate precedenti. Uno dei due contatti deve restare isolato dal supporto. Quale materiale utilizzare? Plastica no, si fonde o si ammorbidisce col calore. Metallo no perchè conduce l'elettricità. Vetro o Ceramica? difficile da lavorare. Silicone? costa troppo. Cemento refrattario? anche si, ma alla fine ho preferito il calssico pezzetto di legno tagliato a disco, forato nel centro. 
L'elettrodo inferiore lo si fissa con una piccola morsa, da posizionare al momento, in asse con l'elettrodo superiore. Un breve lavoro di setup e la soluzione è servita.
I puntali: devo saldare in croce due fili di ferro, per cui con una lima a triangolo ho praticato due incavi di alloggiamento. Per le lamiere piane, i puntali andranno a punta per concentrare il calore il più possibile (non troppo a punta però). 
Occorre però fare alcune considerazioni, che dimostrano come i puntali in acciaio non vanno bene. Stiamo parlando di correnti molto alte, per cui anche un centrimetro in più (sia di cavo che di puntale) provocano una caduta di tensione significativa, che può compromettere la saldatura. Già nel mio caso ho i cavi troppo lunghi e la lunghezza dei puntali (8cm) riduce la tensione a valori sufficienti ad arrossire il pezzo in saldatura che però non si salda bene (con la filettatura superiore posso regolare la lunghezza). La soluzione ideale quindi è realizzare puntali in rame e cavi corti, molto corti. La misura ideale non esiste, in quanto la resistenza finale è influenzata anche dalla resistenza dei contatti e del materiale sottoposto a saldatura. Se si va a controllare la mole industriale di esempi già realizzati, si nota che il più delle volte, per dimostrazione, si saldano due lamierini sottili, due rondelle, pezzetti di metalli non specificati... il tempo di saldatura varia da pochi secondi sino a trenta... dipende anche dalla ruggine... la tenuta non sempre è dimostrata ma, per ottenere un giunto a prova di strappo, occorre arrivare alla quasi fusione del pezzo in prossimità dei puntali. Occorre anche aggiungere che questo tipo di soluzione non è adatto alla saldature delle lamelle sulle batterie (ricaricabili). Per questo serve un circuito che permetta di produrre un piccolo impulso di durata regolabile, per non scaldare la batteria che altrimenti si distruggerebbe (batterie e calore non vanno d'accordo). Ad ogni modo, ad ora, sono arrivato quaasi alla fine. Devo procurarmi agratis un pezzettino di tondino di rame ed accorciare un pò i cavi. 
Ma il legno usato per il supporto del puntale superiore non si brucia? Ovvio che tende ad annerirsi, se ci si mette a saldare per mezz'ora senza sosta ( e c'è pure il pericolo che si incendi), ma qui non c'è nessun capo reparto aguzzino testa di c*zzo che mi impone di produrre tot pezzi al minuto, per cui basta fare delle pause e prendersela comoda, non ci corre dietro nessuno, non ci alita sul collo nessuno, qui conta solo il risultato, non come ci si è arrivati. Alla prossima. 

P.S. ora vado a votare SI al referendum, NO alle trivelle. Ripeto: ora vado a votare SI al referendum, NO alle trivelle.