venerdì 8 novembre 2013

DIY Paper brick

Ebbene si, anche io e allora? Durante un giro su "ebai" ad acquistare l'impossibile (rigorosamente da moddizzare, in futuro, ne parlerò) mi capita di cliccare sulla pressetta in metallo per recuperare la carta straccia e produrre dei mattoncini da bruciare nella stufa. Da tempo ci pensavo, tanto che ne avevo regalata una al mio scoiattolo, in preda alla preoccupazione circa il costo della legna. Visto che fai la differenziata, ti rendi conto di quanta carta butti nel bidone e quanto paghi per fartela portare via? In effetti, dato che quella carta in gran parte finisce negli inceneritori (checcè ne dicano io non ci credo che la riciclino) è meglio bruciarla in casa, in attesa di affinare l'attrezzatura per recuperarne la cellulosa e prodursi i fogli che tanto danno un tocco di classe ai biglietti di auguri ed alla corrispondenza 1.0 (vedremo).  Mi piace. Presa! Se funziona, presto faccio a costruirmela in casa, magari con un attuatore lineare di recupero... ci sto già pensando in verità. 
Come primo esperimento, prendo una bacinella di plastica, vinta ad una pesca di beneficenza che a forza di prendere biglietti l'avrò pagata uno sproposito, e la riempio di acqua bollente. Dall'ufficio prendo il cestino che sta sotto il trita documenti... è pieno e metto le fettuccine a bagno. Sono certo che è tutta carta "buona", priva di pezzi di plastica, a parte il toner. Dopo un paio d'ore (senza aspettare che maceri per bene) la metto dentro la pressa e pigio. Un cestino pieno non basta per riempire il vano che dovrebbe produrre il mattone... devo recuperarmi altra carta da buttare. Opto allora per il cestino che contiene la carta dei fazzolettini in cellulosa e della carta in rotoloni per le pulizie (qui la differenziata si fa in modo davvero spinto, c'è un bidoncino per tutto). A bagno anche quella e poi...carico e pigio per far uscire tutta l'acqua residua...tutta... quella che si può. Durante il procedimento (che non è ancora terminato), mi vengono in mente un giga-trilione di domande... Allora... per un mattone servono due cestini pieni di carta straccia... ma... quanti quotidiani? quanto durerà un mattone a bruciare nella stufa? Sono certo che ha un buon potere calorifico, ma quanto dura?? la sua durata durante la combustione dipende da quanto si pressa il mattoncino?? e quanto tempo ci vorrà mediamente per essiccare per bene un quarello di carta bagnata? e quanta energia occorrerà per seccarlo del tutto?? Il toner della carta stampata è plastica fusa... produrrà dei vapori tossici?? e l'inchiostro della carta da giornale... i pigmenti che lo compongono sono tossici se bruciati? (atteso che ormai il piombo dovrebbe essere scomparso dalle rotative). E per superare un inverno nemmeno tanto rigido, diciamo tre mesi, quanti mattoncini dovrò produrre? Quanto tempo ci devo dedicare durante l'estate per riuscire a scaldarmi per tutto l'inverno?? La carta che sembra plastificata delle confezioni (ad esempio della pasta o dei medicinali), va bene bruciarla nella stufa? E le riviste patinate (i settimanali per capirci) sono plastificati? che trattamento hanno? è salutare bruciarli?? Ma perchè non me ne frego? Vengono solo a me questi dubbi e queste domande? Sarò mica un ingegnere a mia insaputa? 
Tutte domande che complicano la vita alle persone sensibili e scrupolose. Da una rapida googlata in rete nei siti "ecologici" che parlano di riciclo, "ri-uso", "ambiente" e "stile di vita green", si scopre che le domande ed i dubbi in merito non sono nemmeno presi in considerazione, nemmeno l'elemento "tempo libero" sotratto alla vita è dibattuto, segno che molti siti che si riempiono la bocca di ecologia ed ambiente in realtà sono solo ed unicamente dei ricettacoli di click pubblicitari pagati da inserzionisti incauti e creduloni. Perfetto, come volevasi dimostrare. Le informazioni che si trovano sono per la maggior parte inutili, compresi quelli di certe massaie che scrivono post superficiali solo per promuovere il loro miracoloso libro di economia domestica del piffero.
Personalmente, voglio pensare al cartone, ai trucioli di legno ed alla segatura (residuo di lavoretti domestici di falegnameria) da mescolare al fogli di quotidiano...dovrebbe funzionare bene e c'è solo da sperimentare le percentuali e la compattezza. L'obiettivo è un mattone che bruci non troppo lentamente e che rilasci comunque calore per la notte.
C'è da aggiungere una semplice considerazione finale. Sottrarre agli "eco-centri" che "gestiscono" i "rifiuti" del materiale che vorrebbero chiamare "rifiuto" è antieconomico secondo il punto di vista di una certa politica del menga in voga di questi tempi. Ma, tecnicamente, il "rifiuto" è tutto ciò che non si può ricilare e bruciare non è riciclo, casomai è ri-uso. Possiamo dimostrare come il 99% dei materiali di scarto si possono riciclare, molti di loro si possono riciclare in casa o tramite piccole cooperative controllate dal basso (altrimenti diventano dei centri mafiosi di riciclo sì ma di soldi)  Francamente trovo sciocco bruciare la carta che in realtà è materia prima, ma dato che è roba mia, l'ho pagata cara, il gas costa due mensilità all'anno e vivere al freddo non è una bella esperienza... che ca**o faccio di male se alimento la stufa con la mia carta? il CO2?? ma per piacere! Diciamo la verità... molte municipalizzate che raccolgono in convenzione la differenziata non riciclano un caxo! Raccolgono e vendono alle riciclerie vere, ecco perchè promuovono la "differenziata" ma solo di roba pulita, distinguendo anche i tipi di carta....raccolgono e vendono, e la separazione tocca a noi altrimenti sono multe! Ah si? lascia fare a noi allora che siamo addestrati a trovare soluzioni. Sto pensando di riciclare anche la carta igienica usata, e allora? è roba mia, mica la devo vendere. E poi mi ci ha costretto la politica fallimentare di certi idioti diversamente illuminati ed ignoranti a diventare quello che sono, sicuramente non colpevole, vostro (dis)onore. Ok, farneticazioni superficiali a parte, credo di aver già allarmato abbastanza l'agente pack di turno, me ne torno alle mie cose e vaffanchiulo a tutti gli unani di m*rda. Alla prossima.

P.S. lo scarico è aperto ed il liquame è pronto. Ripeto: lo scarico è aperto ed il liquame è pronto.

lunedì 26 agosto 2013

Pianta carnivora

Giretto dai cinesi, all'Hiper HU, per acquistare un battipanni e me ne esco con una pianta carnivora ed una racchetta fulmina insetti....il battipanni non ce l'avevano...ottima alternativa. Vabbè. Stamattina ho piantato i semini di una Dionaea Muscipula (vedi descrizione) o Venus fly Trap. Voglio provare a farla crescere anche se dicono che sia difficile e che richieda molte attenzioni. E' la mia terza carnivora che uso come metodo naturale alternativo a respirare spray e liquidi insetticidi. Odio gli insetti, specialmente quelli che volano, fra cui le terribili tigri e le locuste. Quest'anno è stato un disastro per le locuste ma ho scoperto che basta andarle a cercare dove si rintanano per il letargo invernale, schiacciarle nel sonno così non soffrono. Per le zanze è diverso e quest'anno è stato terribile. Ho preso due piante di quelle con il serbatoio pieno di liquido zuccherino (non ricordo il nome) e si sono riprodotte alla grande. Funzionano per i moscerini e per le mosche ma purtroppo sembra che le zanzare non vadano dentro e pertanto devo optare per il piano B. Queste hanno le foglie a scatto e spero funzionino. Intanto ho già commesso un piccolo errore. Ho innaffiato i semini per farli germinare ma ho usato acqua di rubinetto... cloro... in piccole quantità (per fortuna qui l'acqua è ancora buona) ma sempre cloro... speriamo bene. 
Per precauzione ho tenuto da parte un pò di semini. Dicono che occorre della torba acida per il terreno con PH compreso tra 3,5 3 4,5... noproblem....bici e carretto e me ne prendo un sacco dal vivaista di fiducia. L'acqua...consigliano quella osmotizzata per acquari da acqua dolce...mi costruirò un distillatore solare così ce l'ho agratis o quasi. bisogna ricordarsi di recidere i fiori per aumentare la produzione di trappole e per rendere la pianta più vigorosa. Altro consiglio...non far scattare a vuoto le trappole e non dare troppi insetti in pasto. Per ultimo...va tenuta all'aperto, anche al sole e non va innaffiata dall'alto...è una pianta paludosa, ama l'acqua stagante.  
Ora aspetto che germini...sono impaziente. Se riesco a riprodurla la metto accanto alle bio-trappole per i calabroni, così evito i veleni che contaminano la frutta...susine, uva, albicocche...gnammmm quando sono sane ed autoprodotte. 
Nel frattempo, provo a collaudare la racchetta fulmina insetti che dicono funzioni benissimo. Sto già pensando di modificarla come antifurto punitivo... una scossa da 600 volts dovrebbe bastare. Scuscio il circuito e lo piazzo sulla bici... chi tocca muore! Sembra che se si mettono dei cartelli con scritto "Pericolo, non toccare", statisticamente ci sia il pirla che ci mette le dita... selezione darwiniana. Alla prossima.  

P.S. i pomodori sono maturi. Ripeto: i pomodori sono maturi. 

domenica 25 agosto 2013

Qualità questa sconosciuta

Ieri, accompagnato dal mio fedele sherpa che mi vizia quotidianamente con delle attenzioni riservate solo ai marajà, mi sono recato alla fiera dell'elettronica di Cerea (VR). Sette euro per entrare, dopo aver regalato i dati personali di un altro in cambio di due euro di sconto, ed appena dentro ci si accorge di essere in un suk pieno di unani a caccia dell'affarone e di ingegneri sfigati. Fiera mercato, c'è poco da fare. Faccio un rapido giro iniziale per verificare merce e prezzi, rigorosamente con l'atteggiamento di diffidenza atavica che mi impedisce di interagire con commercianti ed imbonitori che solitamente frequentano questi eventi. Mi rendo conto immediatamente che i prezzi non sono poi così convenienti come si potrebbe pensare. Chi frequenta abitualmente e-bay o i siti cinesi di gadget dell'elettronica di consumo lo sa perfettamente. Basta entrare con una lista di prezzi di riferimento per oggetti di largo consumo e confrontarla con le quotazioni proposte... è tutto un 20-30% sopra la soglia di convenienza...tutto. Ed è tutta roba di importazione cinese ovviamente. E' arrivato un container di portachiavi parlanti e la distribuzione fa il resto. Oggetti all'ingrosso acquistati per pochissimi centesimi, rivenduti con ricarichi "da suogno". 
Lo stesso identico articolo lo si può trovare in numerose bancarelle, tutti allo stesso prezzo concordato in precedenza. Concorrenza? naaaaa. Sicuramente si sono messi d'accordo, alla faccia della concorrenza, del libero mercato e dei nostri portafogli che ai loro occhi non hanno mai goduto del giusto rispetto. E che dire della merce? Tantissimi banchi con l'elettronica non hanno nulla a che vedere... padelle antiederenti, schiaccianoci, abbigliamento militare, ferramenta pesante, orologi, occhiali, profumi... lasciamo stare l'usato ed il vintage...quello è un mercato a parte, riservato alle trattative per veri intenditori che nulla hanno a che fare con il commercio "classico". 
Ed allora, giusto per ricambiare la scortesia riservata a noi portafogli ambulanti (alcuni ci vedono così, è vero), decido al secondo giro di rompere un pò i c*glioni a quegli esserini avidi che fanno capolino da dietro la merce, la cui unica preoccupazione sembra essere quella di controllare le manoleste ed i cleptomani compulsivi. Ci si finge interessati fissando a lungo, in silenzio ma attentamente, un oggetto qualsiasi. Tempo tre secondi ed Alì Babà arriva speranzoso in una transazione. Lo si fissa negli occhi senza dire una parola e si aspetta che il ladrone faccia qualcosa. I più intraprendenti ci provano, alcuni sottolineando sinteticamente una o due qualità dell'oggetto (sperando in un "wow! lo prendo!!"), altri si limitano a dire "è in offerta" (credevo fosse lì solo per esposizione, per bellezza), altri si avvicinano ma guardano altrove (a parte la vigile coda dell'occhio che si punta a fissare l'oggetto del desiderio). Si chiede il prezzo (quando non è esposto) o lo sconto per quantità (non più di due ovviamente) e si studia la reazione del povero diversamente onesto. Qualsiasi cosa dica o faccia, dopo aver atteso l'immancabile ressa di curiosi con il collo a giraffa che ti alitano addosso il fetore di cipolla o bambino morto e ti appiccicano il loro sudore umidiccio e nauseabondo, si squote la testa con espressione delusa, ci si gira e si va oltre (sghinazzando dentro) non senza prima di aver mollato una peta mefitica, conservata da prima a chiappe strette (ovvia una dieta pre-fiera di fagioli). Tiè, ben vi sta a voi ed alla vostra "crisi" che avete contribuito a creare con le vostre idee del menga. Di commercianti onesti, lì dentro, sicuramente qualcuno ci sarà ma di commercianti abili nemmeno l'ombra. Di quelli che si prodigano ad aiutare un potenziale cliente...ne esistono ancora?
Allora, dopo essermi divertito come un bambino a dieta in un negozio di dolci, decido il budget della giornata. Contanti, pochi, poche decine di euro, non di più, facendo forza alla voglia di spendere per dei ciòttoli che dopo averli usati qualche giorno vanno a prendere la polvere in qualche scaffale. Opto per il "gadget utile" e mi concentro su una microspia con telecamera camuffata da telecomando (per registrare di nascosto le c*zzate o gli insulti che volano in riunione con certi clienti)), una cam per il veicolo (utile in caso di incidente per documentare i criminali di strada) e due mini DVR da bicicletta (anche in questo caso per documentare le prodezze di certi automobilisti cornuti dal pene microscopico). Niente recensione per ora, ci penserò dopo il collaudo, forse. Appena a casa procedo con mettere in carica i gadgets e leggere i "manuali" d'uso. Un inglese stentato, sgrammaticato, ortograficamente sbagliato ed a tratti incomprensibile. Vabbè, ci hanno provato, guardo le figure...microscopiche. La cosa che urta un pò e la fragilità e la pessima qualità degli oggetti... capisco che sono venduti a 5 o 10 euri cadauno ma sono veramente oggettini fragilissimi, friabili.
La clip di aggancio dei micro DVR mi è rimasta in mano (perno sfilato e micro molla schizzata sulla luna), la presa usb per la ricarica sì è aperta in due e sto aspettando che si rompa il resto. Di reclamare la garanzia e chiedere la sostituzione nemmeno a parlarne. Dovrei spendere 9 euro solo per la raccomandata all'indirizzo riportatro nello scontrino (miracolosamente rilasciato...esisterà l'indirizzo??), loro lo sanno che statisticamente non si reclama la garanzia per la merce di poco valore, specie quando il negozio si trova a mille chilometri di distanza, una causa costa un fottìo ed il tempo perso non è mai rimborsato...bastardi, me la pagherete lo stesso, ho il vostro indirizzo e vi ho fotografato di nascosto. Avevo già messo in preventivo l'eventualità di acquistare merce di dubbia qualità, lo sapevo, non sono arrabbiato. La vicenda mi è stata utile per ricordare (periodicamente fa bene farlo), spinto anche dal desiderio di sgusciare le microcamere e riadattarle con delle modifiche per altre aplicazioni... è questo in fondo il motivo che mi ha spinto a prenderle. Purtroppo o per fortuna sono gli eventi che mi costringono a reagire ed intraprendere delle soluzioni che in condizioni "normali" non avrei mai preso in considerazione. La smetterò quando non ci sarà più bisogno di documentare menzogne, truffe, reati e comportamenti illeciti assieme altri atteggiamenti figli della maleducazione che sembra siano diventati una regola di comportamento.  Alla prossima.

P.S. il cobra mangia la mangusta e la scimmia usa le banane. Ripeto: il cobra mangia la mangusta e la scimmia usa le banane.