domenica 25 agosto 2013

Qualità questa sconosciuta

Ieri, accompagnato dal mio fedele sherpa che mi vizia quotidianamente con delle attenzioni riservate solo ai marajà, mi sono recato alla fiera dell'elettronica di Cerea (VR). Sette euro per entrare, dopo aver regalato i dati personali di un altro in cambio di due euro di sconto, ed appena dentro ci si accorge di essere in un suk pieno di unani a caccia dell'affarone e di ingegneri sfigati. Fiera mercato, c'è poco da fare. Faccio un rapido giro iniziale per verificare merce e prezzi, rigorosamente con l'atteggiamento di diffidenza atavica che mi impedisce di interagire con commercianti ed imbonitori che solitamente frequentano questi eventi. Mi rendo conto immediatamente che i prezzi non sono poi così convenienti come si potrebbe pensare. Chi frequenta abitualmente e-bay o i siti cinesi di gadget dell'elettronica di consumo lo sa perfettamente. Basta entrare con una lista di prezzi di riferimento per oggetti di largo consumo e confrontarla con le quotazioni proposte... è tutto un 20-30% sopra la soglia di convenienza...tutto. Ed è tutta roba di importazione cinese ovviamente. E' arrivato un container di portachiavi parlanti e la distribuzione fa il resto. Oggetti all'ingrosso acquistati per pochissimi centesimi, rivenduti con ricarichi "da suogno". 
Lo stesso identico articolo lo si può trovare in numerose bancarelle, tutti allo stesso prezzo concordato in precedenza. Concorrenza? naaaaa. Sicuramente si sono messi d'accordo, alla faccia della concorrenza, del libero mercato e dei nostri portafogli che ai loro occhi non hanno mai goduto del giusto rispetto. E che dire della merce? Tantissimi banchi con l'elettronica non hanno nulla a che vedere... padelle antiederenti, schiaccianoci, abbigliamento militare, ferramenta pesante, orologi, occhiali, profumi... lasciamo stare l'usato ed il vintage...quello è un mercato a parte, riservato alle trattative per veri intenditori che nulla hanno a che fare con il commercio "classico". 
Ed allora, giusto per ricambiare la scortesia riservata a noi portafogli ambulanti (alcuni ci vedono così, è vero), decido al secondo giro di rompere un pò i c*glioni a quegli esserini avidi che fanno capolino da dietro la merce, la cui unica preoccupazione sembra essere quella di controllare le manoleste ed i cleptomani compulsivi. Ci si finge interessati fissando a lungo, in silenzio ma attentamente, un oggetto qualsiasi. Tempo tre secondi ed Alì Babà arriva speranzoso in una transazione. Lo si fissa negli occhi senza dire una parola e si aspetta che il ladrone faccia qualcosa. I più intraprendenti ci provano, alcuni sottolineando sinteticamente una o due qualità dell'oggetto (sperando in un "wow! lo prendo!!"), altri si limitano a dire "è in offerta" (credevo fosse lì solo per esposizione, per bellezza), altri si avvicinano ma guardano altrove (a parte la vigile coda dell'occhio che si punta a fissare l'oggetto del desiderio). Si chiede il prezzo (quando non è esposto) o lo sconto per quantità (non più di due ovviamente) e si studia la reazione del povero diversamente onesto. Qualsiasi cosa dica o faccia, dopo aver atteso l'immancabile ressa di curiosi con il collo a giraffa che ti alitano addosso il fetore di cipolla o bambino morto e ti appiccicano il loro sudore umidiccio e nauseabondo, si squote la testa con espressione delusa, ci si gira e si va oltre (sghinazzando dentro) non senza prima di aver mollato una peta mefitica, conservata da prima a chiappe strette (ovvia una dieta pre-fiera di fagioli). Tiè, ben vi sta a voi ed alla vostra "crisi" che avete contribuito a creare con le vostre idee del menga. Di commercianti onesti, lì dentro, sicuramente qualcuno ci sarà ma di commercianti abili nemmeno l'ombra. Di quelli che si prodigano ad aiutare un potenziale cliente...ne esistono ancora?
Allora, dopo essermi divertito come un bambino a dieta in un negozio di dolci, decido il budget della giornata. Contanti, pochi, poche decine di euro, non di più, facendo forza alla voglia di spendere per dei ciòttoli che dopo averli usati qualche giorno vanno a prendere la polvere in qualche scaffale. Opto per il "gadget utile" e mi concentro su una microspia con telecamera camuffata da telecomando (per registrare di nascosto le c*zzate o gli insulti che volano in riunione con certi clienti)), una cam per il veicolo (utile in caso di incidente per documentare i criminali di strada) e due mini DVR da bicicletta (anche in questo caso per documentare le prodezze di certi automobilisti cornuti dal pene microscopico). Niente recensione per ora, ci penserò dopo il collaudo, forse. Appena a casa procedo con mettere in carica i gadgets e leggere i "manuali" d'uso. Un inglese stentato, sgrammaticato, ortograficamente sbagliato ed a tratti incomprensibile. Vabbè, ci hanno provato, guardo le figure...microscopiche. La cosa che urta un pò e la fragilità e la pessima qualità degli oggetti... capisco che sono venduti a 5 o 10 euri cadauno ma sono veramente oggettini fragilissimi, friabili.
La clip di aggancio dei micro DVR mi è rimasta in mano (perno sfilato e micro molla schizzata sulla luna), la presa usb per la ricarica sì è aperta in due e sto aspettando che si rompa il resto. Di reclamare la garanzia e chiedere la sostituzione nemmeno a parlarne. Dovrei spendere 9 euro solo per la raccomandata all'indirizzo riportatro nello scontrino (miracolosamente rilasciato...esisterà l'indirizzo??), loro lo sanno che statisticamente non si reclama la garanzia per la merce di poco valore, specie quando il negozio si trova a mille chilometri di distanza, una causa costa un fottìo ed il tempo perso non è mai rimborsato...bastardi, me la pagherete lo stesso, ho il vostro indirizzo e vi ho fotografato di nascosto. Avevo già messo in preventivo l'eventualità di acquistare merce di dubbia qualità, lo sapevo, non sono arrabbiato. La vicenda mi è stata utile per ricordare (periodicamente fa bene farlo), spinto anche dal desiderio di sgusciare le microcamere e riadattarle con delle modifiche per altre aplicazioni... è questo in fondo il motivo che mi ha spinto a prenderle. Purtroppo o per fortuna sono gli eventi che mi costringono a reagire ed intraprendere delle soluzioni che in condizioni "normali" non avrei mai preso in considerazione. La smetterò quando non ci sarà più bisogno di documentare menzogne, truffe, reati e comportamenti illeciti assieme altri atteggiamenti figli della maleducazione che sembra siano diventati una regola di comportamento.  Alla prossima.

P.S. il cobra mangia la mangusta e la scimmia usa le banane. Ripeto: il cobra mangia la mangusta e la scimmia usa le banane.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Due anni fa sono stato alla fiera dell'elettronica di Pisa e poi a quella di Livorno. Una tristezza indicibile, ho riportato le tue stesse impressioni. Mi sono riproposto di non tornarci piu'. Mi dicono che l'unica seria sia il Mark di Genova. Ciao.

unamico ha detto...

Grazie per il commento, sono d'accordo con te. A Genova ci voglio provare, restando però ferma la mia opinione su certi commercianti avidi e disonesti. un abbraccio