martedì 25 agosto 2009

e-scooter - Prove tecniche (II)

Giusto per liberare un pò di spazio in laboratorio e man mano dare sfogo ai progetti in corso di sperimentazione, ho deciso di procedere con il modding dello scooter elettrico di cui al post precedente. Ho deciso di eliminare tutte le cianfrusaglie richieste dalla legge, visto che la mancanza dei pedali rende l'aggeggio completamente fuori norma (stupida). Via fanalini, stop, frecce clacson e pannello indicatore a led della velocità e della carica batteria, quest'ultimi due troppo banali ed esteticamente orrendi per essere degni di unamico. Il mezzo non potrà circolare per strada ma in un capannone privato o in un grande cortile si. Per cui si può pensare ad utilizzarlo come monopattino per gli spostamenti veloci in grandi spazi chiusi. Importante quindi eliminare un pò di peso, carrozzeria e carentaura compresa. Telaio nudo senza sellino, così è deciso. Dopo essermi assicurato che il carica batteria fosse funzionante ed aver caricato le due batterie in serie da 12 volts nominali, ho voluto effettuare alcune misurazioni a vuoto. Dopo aver ripristinato i collegamenti essenziali alla centralina sigillata, ecco alcune misure come da elenco che segue:

  • Tensione di ricarica: 28 Volts
  • Tensione batterie appena terminata la carica: 23,8 Volts
  • Tensione batterie dopo 5 minuti di funzionamento: 23,2 Volts
  • Corrente assorbita a regime del motore senza carico 1,2 Ampère
  • Corrente allo spunto (teorica) 3-4 A

Quest'ultimo dato è da prendere con le pinze in quanto desunto dalla misura fatta con uno stupidissimo tester da pochi euro. Il motore è targato 24 volts 14 Ampère 250 Watt, il massimo consentito dalla legislazione (stupida) in vigore attualmente.
Sento la mancanza di un oscilloscopio (nessuno ne ha uno da regalare?) per misurare i transitori all'avvio, l'assorbimento del motore allo spunto, le forme d'onda di alimentazione del motore (sicuramente in PWM). Contrariamente a quanto detto nel post precedente, la manopola dell'acceleratore non è a potenziometro ma ad effetto di hall. Un sensore a tre terminali varia le sue caratteristiche all'avvicinarsi (e allontanarsi) di un piccolo magnete a forma di barretta ricurva inserito nella manopola che gira. Me ne sono reso conto solo smontando il tutto (con l'ansia di non romperlo o di non saperlo rimontare). Da notare una cosa. A manopola rilasciata il perno del motore, in assenza di carico meccanico, gira molto lentamente, segno che a scooter fermo e chiavi inserite su ON, il consumo di corrente, anche se minimo, c'è. Guai quindi a lasciare il mezzo fermo con le chiavi inserite, si rischia dopo un pò di tempo di non ripartire più. Un apposito connettore della centralina prevede la funzione di spegnimento della centralina all'apertura dei contatti. In fase di modding, dato che un interruttore a chiave non ha molto senso, sarà possibile recuperare l'interruttore generale per il fanale davanti per l'avvio o lo spegnimento del motore, magari in serie all'interruttore del freno per staccare il motore in fase di frenata ed evitare surriscaldamenti inutili.
Per la spia di alimentazione, si può recuperare l'indicatore a barretta di led rettangolari collegato direttamente ai poli della batteria, a valle dell'interruttore di alimentazione. Credo, da alcune osservazioni e misure, che abbia una scala di due volt per led, per cui dato che sono montati 5 led in tutto, possa dare un indicazione della carica della batteria da circa 16 a 24 volts. A 16 volts non credo che il motore possa avere coppia sufficiente a muovere il mezzo. Alcuni altri dati per la futura progettazione:

  • Peso del pacco batterie (2 da 12 volts 12A/h in serie): 7,1 Kg
  • Peso del motore a spazzole (24V 14A 250W): 2Kg
  • Peso del solo telaio nudo senza ruote,forcelle, manubrio e sellino: 4Kg
  • Peso accessori (cavi, circuiti, fanali, clacso, ecc...): 1,8 Kg

Dovrei riuscire ad eliminare, in tutto, un paio di chilogrammi a progetto terminato. Magari se un domani riesco a recuperare delle batterie al litio, forse, si potrà risparmiare ancora un pò di peso. Al tutto vanno aggiunti i miei 85Kg e la vedo dura per il motorino.
Ora posso passare alla sabbiatura del telaio per eliminare la ruggine e la cromatura della forcella davanti, ruote e manubrio. Considerato che non ci voglio spendere nemmeno un euro, credo che le parti cromate verranno verniciate di nero come il telaio, previa abbondante passata di ferox antiruggine. Mi mancano i cuscinetti per il manubrio e l'anello distanziatore interno per le sfere... dovrò rivolgermi al mio biciclettaio di fiducia per reperire qualcosa di recupero, sperando che i cinesi non abbiano misure fuori standard. A scopo didattico vorrei progettare un circuito a microprocessore che visualizza dei dati su un display LCD...di recupero ovviamente, ma questa è un altra storia. Alla prossima.

P.S. Alimentare il circuito. Ripeto: Alimentare il circuito.

lunedì 24 agosto 2009

PPTT ennesima stranezza

Prosegue la saga dell'ufficio postale cui mi rivolgo per la corrispondenza. Nella necessità di spedire un paio di fatture che in questo paesucolo di trogloditi devono essere cartacee anche se esiste la posta certificata e la firma digitale con tanto di marcatura temporale.
Come da consuetudine, giusto per evitare che le lettere restino esposte alle intemperie in una cassetta metallica esterna all'ufficio, entro e tento di consegnare le due buste già affrancate all'impiegata allo sportello, la quale, tutt'altro che indaffarata nelle sue mansioni, mi accoglie con un "...è arrivato il rompiscatole...". Faccio finta di niente e mi avvio verso l'uscita per andare ad occuparmi del mio lavoro. Mi sento richiamare indietro a voce alta per sentirmi dire che, causa "ordini", le buste affrancate devono essere depositate obbligatoriamente nella cassetta esterna. A poco valgono le mie segnalazioni e rimostranze inerenti le problematiche connesse al deposito della corrispondenza nelle cassette postali. La mia richiesta verbale per sapere il nome di quel deficiente che ha emanato una simile direttiva cade nel vuoto. Devo per forza uscire e mettere le due buste nella cassetta. Ora cosa succederà? Un omino andrà a prelevarle per portarle dentro l'ufficio. Logico no?? Lui può, i "clienti" non devono.
Allora.... il deposito della corrispondenza nelle cassette esterne comporta delle problematiche non indifferenti. Sono in metallo per cui, dato che sono quasi sempre esposte verso sud, durante l'estate raggiungono temperature elevatissime, complice anche il colore rosso scuro cui sono dipinte. Non sono a tenuta stagna, per cui in caso di pioggia l'acqua entra, bagna la corrispondenza prodotta con stampanti a getto di inchiostro per cui addio contenuti. Se si imbuca dopo un certo orario, la corrispondenza resta nella cassetta per tutta la notte a prendere umidità ed a cuocersi successivamente al sole per lungo tempo. E' facile introdurre corpi estranei che possono rovinare il contenuto. Da sempre si è fatto così... perchè cambiare??
Ad ogni modo mai più collaborazione con le poste ma solo rigida applicazione dei protocolli. Comincerò con moduli di reclamo prestampati che non elencano mai le problematiche che si riscontrano negli uffici postali. Uno ad ogni visita. Per gli insulti ed i trattamenti lesivi della dignità procederò con la registrazione filmata di quanto accade...è in preventivo l'acquisto di una microcamera portatile e poi deciderò il da farsi. Mi spiace per l'impiegata rea di aver ecceduto con la confidenza bonariamente concessa. Prevedo trasferimenti e ispezioni in quell'ufficio, già protagonista in passato di precedenti e numerose sanzioni a danno di impiegati fancazzisti e rompicoglioni. Sarà che l'ufficio è piccolo, solo due sportelli, per cui ci mandano solo gli impiegati in punizione i quali dimenticano in fretta che noi siamo i CLIENTI e loro sono al nostro servizio, dato che li paghiamo profumatamente. Ieri ho ordinato un pacco dalla cina che mi verrà consegnato in 7 giorni al costo, udite udite, di 2 dollari. Qui per un paccocelere devo spendere almeno 9 euro e sorbirmi pure le accuse di rompicoglioni per richiedere un semplice servizio. Ci sarà qualcosa che non va in questo paese, ma sono un pò stanco di dover continuamente pagare per nulla. Alla prossima.

P.S. Giano è bifronte. Ripeto: Giano è bifronte.

domenica 23 agosto 2009

Manutenzione Dell I6000

Sono il felice possessore di un "vecchissimo" portatile Dell Inspiron 6000, da molti venditori di marche concorrenti definito una ciofeca. Non è malaccio come macchina per lavorarci, anche se mono processore a 1.7GHz ma con una distro Linux tiene ancora bene e può essere utilizzato per qualche anno senza troppi problemi. Da un pò di tempo però, scalda come una centrale termonucleare. L'utility lm-sensor segnala temperature della CPU che vanno ben oltre i 67 gradi, dopo alcuni minuti di utilizzo nella visualizzazione di filmati. La ventola inizia a soffiare pochi minuti dopo l'accensione ed il piano di appoggio scotta... troppo.
Questi sintomi indicano, senza ombra di dubbio, che il percorso dell'aria che dovrebbe raffreddare il dissipatore della CPU è intasato da polvere, ostruito da qualcosa che impedisce il corretto deflusso dell'aria calda. Il sistema di dissipazione del calore è formato da un corpo di rame appoggiato sulla CPU tramite della pasta termoconduttiva. Un tubo di rame (pipe heat) trasporta il calore su un radiatore formato da tante lamelle distanziate l'una dall'altra. Attraverso gli interstizi viene fatta passare dell'aria a temperatura ambiente, fatta defluire con l'aiuto di una ventolina comandata dall'elettronica di comando al raggiungimento di una temperatura prestabilita. In condizioni di funzionamento normale la temperatura della CPU dovrebbe aggirarsi attorno ai 35 - 40 gradi. Dopo un prolungato uso quotidiano (il tempo dipende dall'ambiente di utilizzo), il radiatore tende ad intasarsi e le pale della ventola tendono a ricoprirsi di polvere. La rapidità con cui si forma la polvere ed il "legante" dipende dall'ambiente in cui si lavora e dalle modalità di utilizzo. Tempo fa ho pulito un portatile il cui proprietario tendeva a lavorare con lo stesso appoggiato sui pantaloni (in viaggio) o sul letto dell'albergo. Come risultato, all'interno del percorso di deflusso dell'aria era presente una quantità incredibile di pelucchi raggrumati a mò di palla di lana. Tale intasamento è facile da pulire. Basta una pinzetta e un pò di aria compressa. Diverso discorso per i fumatori. All'interno dei portatili utilizzati in ambienti frequentati da fumatori si trova una "morcia" formata da pulviscolo sottilissimo impastato con una sostanza semi appiccicosa (catrame). E' il mio caso, lo so, fumare fa male e mi immagino cosa ci deve essere dentro ai miei polmoni. Per il portatile la cura c'è. La sostanza va tolta con un prodotto sgrassante (tipo il Cyclon), della carta assorbente e dei batuffoli di cotone. Per il radiatore interamente in metallo, un bagno è quasi d'obbligo, previa pulita generale con aria compressa. Una buona asciugata e torna come nuovo. Si deve fare attenzione alla parte a contatto con la CPU. Occorre togliere i residui (spesso rinsecchiti) di pasta termo conduttiva, che va rigenerata con della pasta nuova previa pulizia della CPU con alcool isopropilico.
Per la ventola il discorso è diverso. Non va bagnata in ammollo, mai. Non va pulita con l'aria compressa facendo girare a mille la ventola, col rischio di "sboccolare" i supporti del perno e renderla rumorosa alla successiva accensione (vibrazioni fastidiosissime). Al limite, nel caso del modello in foto, si può procedere con lo smontaggio completo e lavaggio solo delle parti in plastica. Gli avvolgimenti in rame smaltato del motorino vanno lasciati in pace, lontani dai liquidi. Se non si ha la pazienza di smontare pezzo per pezzo il tutto, si può procedere con un pennello a setole rigide e dei cotton-fiocc (batuffoli per le orecchie) preventivamente imbevuti con del prodotto sgrassante e non solvente. Mai forzare la ventola e mai premere eccessivamente col rischio di rompere le palette. Si procede con pazienza, paletta per paletta, davanti e dietro, sempre tenendo ferma la ventola con le dita.
Terminata la pulizia e la rimozione della polvere catramosa, si procede con una pulita generale anche delle altre parti interne al portatile. Nel modello in questione, gli altoparlanti frontali sono posti in prossimità di una griglia. E'inevitabile che entrino corpi estranei che vanno tolti con un pennello morbido (occhio al cono centrale che è molto delicato)). Si procede poi con la rimozione della polvere da tutti gli interstizi possibili, avendo cura di togliere dagli alloggiamenti l'hard disk, il lettore DVD e altri accessori ad inserimento. Se si usa l'aria compressa di un compressore "industriale", abbassare la potenza del getto d'aria a valori accettabili. Imperativo il dispositivo di essiccazione dell'aria. Se si usano le bombolette, che sconsiglio in quanto durano poco, soffiano poco, contano un occhio e rilasciano umidità e condensa, si deve lasciare asciugare il tutto anche se ad occhio nudo non si nota nulla. Nello smontare il portatile ai minimi termini, è meglio appoggiare le viti su un foglio di carta ed annotare accanto la loro posizione. Sembra "strano", in realtà è abbastanza frequente, ma alla fine avanza sempre qualche vite e la voglia di riaprire il tutto non c'è quasi mai, per cui la vite viene inevitabilmente persa o confusa fra le altre mille orfane che si trovano in laboratorio. Prima di iniziare, consultare il sito del produttore se esiste il Service manual che elenca le procedure per il disassemblaggio (la Dell lo rende disponibile gratuitamente), così il lavoro sarà notevolmente agevolato e senza parti avanzate. Quasi dimenticavo...usare guanti antistatici. Alla prossima.

P.S. Il vino è finito. La pasta no. Ripeto: Il vino è finito. La pasta no.