lunedì 9 ottobre 2023

LIHOP


LIHOP, l'acronimo di “Let it happen on purpose”, ovvero lasciare intenzionalmente che qualcosa accada, In modo, ovviamente, da poter poi gestire l’immancabile "emergenza" con le mani libere, e con il supporto, non solo economico, dell’intera opinione pubblica. 

Devo ricordarmela per sempre quest sigla che, per chi segue anche superficialmente le cronache, è applicabile di questi tempi e da tempi immemori, su un infinità di accadimenti che una certa stampa prezzolata classifica come "tragedia imprevedibile". 

Ecco, possiamo così definire un metodo para mafioso di permettere l'incuria figlia del profitto di pochi o di non impedire azioni notoriamente dannose o pericolose, di voltarsi dall'altra parte ben sapendo che prima o poi ci sarà da intervenire e raccogliere finanziamenti a spese della collettività per il profitto di pochi(ssimi). E l'elenco potrebbe continuare a lungo, così come gli esempi che certo non mancano. 

Ma giusto come esercizio di memoria fra i tanti fatti LIHOP, oggi è l'anniversario di una tragedia annuncita (Vajont - 1963), prevista da chi poi ha pure dovuto subire ritorsioni, mentre a giornalisti del calibro di Indro Montanelli e Giorgio Bocca il comune colpito dalla tragedia ha loro conferito un premio, inopportuno se considerato che  avevano annunciato i colpevoli "sciacalli comunisti". 

LIHOP, ricordiamoci questa sigla. Ricordiamo.


P.S. la cornacchia è nera. Rpeto: la cornacchia è nera.

mercoledì 27 settembre 2023

Il Tribunale "senza-cyber" di Milano: Quando la Sicurezza Diventa un Mito


AGGIORNAMENTO: ci segnalano, il giorno 3 novembre 2023, che il rack è stato sistemato, ben chiuso in armadio (a chiave). Grazie. Quello che è scritto nel seguito probabilmente è riferibile a qualche altra istituzione.

Cari lettori, oggi vi condurrò in un viaggio attraverso i meandri del Tribunale della capitale meneghina, la città da bere. Ma prima di immergerci nell'epica storia di cybersecurity, voglio che immaginiate un corridoio, in cui si cela un rack pieno di cavi e apparati di rete, accessibili a chiunque, senza sorveglianza, un vero paradiso per i criminali informatici. Sì, avete capito bene, sembra che il tema della cybersecurity sia diventato un vero e proprio tabù in questa istituzione pubblica.

Chi è responsabile della sicurezza informatica in questo tribunale? È una domanda che sembra non avere una risposta chiara. Forse è stata esternalizzata ad un'azienda che ha vinto un appalto con offerte al massimo ribasso, risultati evidenti alla vista di tutti. Ma non temete, cari lettori, oggi ci addentreremo in questo misterioso mondo per scoprire i segreti meglio custoditi del Tribunale di Milano.

Attenzione, la seguente sezione contiene sarcasmo e ironia.

L'Incredibile Mondo della Cybersecurity nel Tribunale

Immaginate di entrare nel tribunale e di vedere un cartello che recita: "Benvenuti al nostro buffet di dati sensibili, serviti a volontà!" Sì, perché è esattamente ciò che sembra accadere in questo posto. Il rack di apparati di rete e cavi è lì, come un regalo invitante per chiunque abbia intenzioni poco oneste. Nessuna protezione, nessuna sorveglianza, solo un invito aperto a chiunque voglia mettere le mani su informazioni sensibili.

La Sicurezza Informatica: Una Leggenda Urbana?

In questo tribunale, la sicurezza informatica sembra essere diventata una leggenda urbana, qualcosa di cui si sente parlare ma che nessuno ha mai visto veramente in azione. Immaginate di chiedere a un dipendente del tribunale sulla sicurezza informatica e ricevere uno sguardo vuoto come risposta. Sembra che la parola "firewall" sia una parola magica, e nessuno  ne conosce veramente il significato.

La Soluzione

Ora, passiamo alla parte divertente. Come risolvere questo problema apparentemente insolubile? Ecco una proposta: perché non assumere Sherlock Holmes come consulente per la sicurezza informatica? Sì, il leggendario detective potrebbe risolvere il mistero della cybersecurity nel tribunale in un batter d'occhio. E se ciò non funziona, potremmo anche considerare l'addestramento di un esercito di piccioni viaggiatori per proteggere i dati sensibili. Nessun hacker potrebbe mai decifrare il loro codice segreto! 

In attesa che le autorità competenti prendano provvedimenti, ecco una seria proposta, sicuramente alla portata della PA, per risolvere il problema:

Installare un cartello con la scritta "Attenzione, rack di cybersecurity. Non toccare, pena la denuncia". Ma per evitare inglesismi si potrebbe anche scrivere "rastrelliera per la saibersechiuriti"

In conclusione, cari lettori, mentre ci immergiamo nell'assurda realtà della cybersecurity nel Tribunale di Milano, non possiamo fare altro che sperare che qualcuno prenda in mano la situazione e inizi a trattare la sicurezza informatica con la serietà che merita. Nel frattempo, continueremo a osservare con incredulità l'invito aperto al caos digitale. Alla prossima


P.S. Hobit. Ripeto: Hobit.

 

giovedì 21 settembre 2023

IT Alert, attento alle truffe

Oggi ho ricevuto un messaggio strano, un "Avviso presidenziale" addirittura, mica pizza e fichi! E' scritto che è un messaggio di TEST (si certo, vatti a fidare se ti sei già vaccinato). L'invito in calce è quello classico del phishing, ovvero di cliccare a caxo su un link senza avere alcuna possibilità di verificare quale sia l'effettivo indirizzo sotto il testo che appare. Ah...dovrei pure compilare un questionario! no grazie, a meno che non mi paghi, visto che sono tassato per qualsiasi cosa, voglio essere pagato!

Allora vado in rete, con un PC, per cercare informazioni. Scopro che ci sono due scuole di pensiero sul sistema di allarme:

1) è lo stato o la protezione civile che si preoccupa di testare un modo di avvisarci in caso di pericolo

2) sono i cittadini che asseriscono sia tutto una truffa dei poteri forti

In pratica #sialert contro #noalert. Ed io povero ignorante #nolaurea resto titubante a chi credere, visto che la percentuale di idioti è equamente distribuita fra le due fazioni. 

Vediamo di fare dei ragionamenti logici. In primis mi sono ormai reso conto che le istituzioni sono terrorizzate dal panico e pertanto non mi aspetto un messaggio di alert del tipo "un meteorite è in rotta di collisione con la terra, siamo tutti morti".  Solitamente in situazioni di pericolo le istituzioni sono prodighe nel veicolare messaggi #nopanic, state tranquilli, non c'è pericolo, non c'è niente da vedere, non preoccupatevi... a meno che non abbia scopi di lucro, l'ultima pandeminchia dovrebbe aver insegnato qualcosa... almeno ai più normodotati col pollice opponibile. Sono ancora in rete i filmati per istruire la popolazione contro un esplosione nucleare: "Rannicchiatevi"!! non mi aspetto qualcosa di diverso da IT Alert.

Da quando le istituzioni hanno a cuore i cittadini? E' da quando i comportamenti di quest'ultimi potrebbero creare più danni che benefici. Quindi l'indicatore che autorevolizza i messaggi di ITAlert è molto variabile. E poi dovremmo fare i conti con i tempi di preavviso... a che mi serve un avviso che sto per morire entro pochi minuti? o verso un pericolo contro il quale nulla posso fare?

Quindi mi aspetto che verranno veicolati solo alcuni messaggi, quelli che si possono in qualche modo gestire o mitigare, mentre per il pericolo reale senza possibilità di scampo lo smartphone resterà muto. 

E poi, questo è il paese delle catastrofi annunciate, dove si sà che c'è pericolo ma nessuno ne parla. Vedi le abitazioni costruite accanto ad impianti pericolosi od aeroporti o a depositi di cose che nessuno piace pubblicizzare (o viceversa). Oppure pensiamo alle infrastrutture fatiscenti, ferrovie, argini, dighe, ponti, cavalcavia e viadotti per non parlare di palazzine abusive che nessuno nota o di lavori di ristrutturazione/ampliamento mai autorizzati in cantieri invisibili... devo continuare? l'elenco è lunghissimo come quello delle tragedie che ci hanno colpito dal dopoguerra ad oggi.

Pertanto IT Alert è utile solo quando si sta muovendo una bomba d'acqua su un territorio fragile (tutta italia) o sta per arrivare uno tsunami da lontano o un vulcano comincia a tremare più del solito... ma per i terremoti, visto che le istituzioni si sono sgolate a dire che non sono prevedibili, nulla da fare, IT Alert resta inutile.

In realtà, è da tempo che non credo più alle istituzioni o meglio ai funzionari pubblici, politicanti compresi. Ma credo poco anche alla gran parte di quelli che vengono etichettati come #complottisti. 

Premetto che per definizione "complottista è chi i complotti li fa" e non chi li denuncia, ma per venire incontro alle scarse capacità mentali di certi lettori (i soliti unani), continueremo ad usare quel termine (e poi non dite che non vi aiuto).

Facciamo un pò di ordine. Ho imparato che quando da parte delle istituzioni si nota un grande accanimento denigratorio nei confronti dei complottisti, allora significa che il messaggio veicolato da quest'ultimi ha almeno un fondo di verità, ma dipende molto dall'argomento trattato se infastidisce i manovratori o meno. I #terrapiattisti non se li fila nessuno, chissenefrega se la terra è piatta o meno.

Premesso questo, bisogna prendere atto che fra molte teorie che denunciano i complotti, ci sono una moltitudine giganterrima di cazzari in cerca di hype, visibilità, monetizzazioni, click e chissà quale altra motivazione che, quale essa sia, converge inevitabilmente verso due obiettivi: Soldi e/o ego=vanità. Fra questi inseriamo anche le sanguisughe degli influencer ed anche i sedicenti cacciatori di #bufale o sedicenti fact checker, che sono uguali ai primi, ma fra tutti quelli più dannosi e fomentatori di ulteriori teorie del complotto. In sintesi sono tutti complottisti teorici. Io li chiamo inutili ed insignificanti cazzari.

Una minoranza invece, documenta in modo scrupoloso, puntuale, verificabile qualsiasi affermazione o teoria, citando fonti autorevoli o fatti incontrovertibili. Ciò che dicono può essere verificato alla fonte (se l'argomento è di interesse ovviamente). In genere concludono le loro argomentazioni con delle domande precise alle quali i cacciatori di bufale o fact checker non sanno rispondere nascondendosi dietro allo sdegno sufficiente da puzzetta soto il naso. Ma anche questi vengono gettati nel calderone dei complottisti.

Per tornare a noi, IT Alert è un sistema dei poteri forti usato per ammansire il gregge o per chissà quali altri scopi che le nostre fragili menti ignoranti non sanno prevedere? Non lo so.

C'è un gruppo Telegram che riunisce molti #noalert e girovagando in rete ho trovato alcuni consigli su come cancellare l'app che veicola i messaggi di pericolo. Vige la regola di prudenza del buon padre di famiglia, non si sa mai ma bisognerebbe installare ADB per android e smanettare per cancellare l'app incriminata ma col rischio concreto di briccare il telefono. 

Di fatto occorre stare attenti a tutto. Qualche malintenzionato potrebbe usare IT Alert per veicolare un falso messaggio di pericolo, indurti a cliccare e rovinarti la vita. 

Il consiglio più utile che invece ho trovato per fare tabula rasa e tagliare la testa al toro è quello che segue, al di là delle motivazioni. 

Non credo ci sia altro da aggiungere. Sfrutta una funzionalità di sistema, studiata dal produttore del vostro smartphone, che non richiede alcuna installazione di app che potrebbero essere dannose. Fatemi sapere se ha funzionato. Alla prossima. 

P.S. se paghi noccioline arriveranno le scimmie. Ripeto: se paghi noccioline arriveranno le scimmie.

lunedì 18 settembre 2023

Ad Mentula Canis: Il Retroscena delle Aziende "Leader" ed i Loro Segreti


Oh, quanto mi diverto oggi a sbottonarmi! La mia soglia di sopportazione è giù per terra, oltre il punto di non ritorno. Sto navigando nell'oceano delle aziende di successo, quelle che affermano di essere etiche, con missioni nobili e storie che iniziano con un nonno venditore ambulante di noccioline. Sì, stiamo parlando di quelle aziende "leader"... sono tutte leader. Da bancarelle di strada a un esercito di stabilimenti in giro per il mondo, dove la manodopera costa meno e i profitti crescono. Ma naturalmente, sono aziende "leader", piccole e agili, gestite come rocche medievali, oppure sono una sorta di puzzle cinese con società collegate una dentro l'altra. Alcune si definiscono "benefit", altre affermano di avere un'impatto sociale positivo, e molte si vantano di sostenere cause nobili per salvare il pianeta, il tutto, naturalmente, con una patina di verde ecologista.

In queste aziende "leader" trovi spesso il rampollo di turno, erede di terza o quarta generazione dietro la scrivania. Questi rampolli si sentono dei veri guru digitali, i "4.0", che hanno scoperto il web ed ora lo usano per esprimere la loro creatività nel raccontare frottole e trasformare l'aria fritta in un prodotto di cui sembra impossibile fare a meno.

Ma sappiamo tutti che se alzassi il cofano di queste scintillanti aziende "leader", ci troverei ben poco sotto. Niente motori potenti, niente squadre affiatate che lavorano come un orologio svizzero, niente atmosfera di grande famiglia dove tutti si abbracciano e collaborano in perfetta sinergia. Nemmeno il grande capo, il leader carismatico che affronta le sfide con coraggio e dà il buon esempio per portare l'azienda al successo.

No, in queste aziende tutto è gestito con l'approccio "ad mentula canis". Si va avanti alla giornata, senza una vera pianificazione, spesso complicando le cose semplici, tanto domani è un altro giorno, e chissene importa. L'importante è mantenere l'esterno lucido e splendente, la facciata impeccabile.

E così, mentre i rampolli si esibiscono in acrobazie verbali su internet, sotto il cofano rimangono solo bolle di sapone. Nessun motore potente, nessuna visione a lungo termine, solo il desiderio di mantenere le apparenze. E forse, in un'azienda "leader", questa è la norma: l'apparenza conta più della sostanza, in una commedia senza fine. Ma chi se ne preoccupa? Domani è un altro giorno, e loro sono troppo occupati a lustrare la carrozzeria per notare la mancanza di motore. 

Ad mentula canis, cari rampolli, ad mentula canis.

Oh, beh, permettetemi di speculare un po' sul perché queste aziende "leader" possono vantare fatturati milionari. Sarà forse perché hanno scoperto l'arte dell'autocelebrazione come nessun altro? Scherzo, scherzo... o forse no!

Immagine: il meeting annuale, bordo lago, delle aziende "leader", con i rampolli incravattati che si danno pacche sulle spalle mentre ammirano una proiezione dei loro ultimi successi, tra cui una campagna pubblicitaria che ha coinvolto un pappagallo parlante.

Una delle possibili spiegazioni è che queste aziende abbiano un talento innato per il marketing, o meglio, per l'autopromozione. Immagina un meeting annuale dove i rampolli si riuniscono per celebrare i loro successi, anche se non hanno idea di come siano stati ottenuti. Ecco, in quei meeting si scambiano pacche sulle spalle e si congratulano l'un l'altro per le idee geniali, come ad esempio quella campagna pubblicitaria con il pappagallo parlante che ha "innovato" l'intero settore.

Scherzi a parte, potrebbe anche essere che queste aziende abbiano una particolare abilità nel trovare modi creativi per tagliare i costi, spesso a spese dei dipendenti e dell'etica aziendale. Chissà, forse hanno un reparto segreto che si occupa di trovare il modo di sfruttare al massimo la manodopera a basso costo all'estero, o magari hanno una formula segreta per minimizzare le tasse.

Inoltre, non dimentichiamoci del famoso "effetto gregge". Se tutti dicono di essere leader, alla fine sembreranno tali, anche se in realtà stanno seguendo il gregge come buoni piccoli pecorini. È come se una catena di ristoranti cinesi dicesse di avere il miglior hamburger del mondo, e la gente finisce per crederci solo perché lo sentono ripetuto mille volte. E così, queste aziende "leader" possono vantare fatturati milionari anche solo grazie all'effetto gregge ed a una buona dose di autoillusione collettiva.

In ogni caso, una cosa è certa: queste aziende sanno come tenere pulita e scintillante la loro immagine, anche se sotto il cofano c'è poco o nulla. Ma chi se ne preoccupa quando si può vantare di essere un "leader" e fare affari d'oro? E se qualcuno dovesse chiedere troppi dettagli, basta rispondere con un enigmatico "è un segreto aziendale". E poi tutti si riuniscono per celebrare il prossimo successo, magari con un pappagallo parlante a fare da ospite d'onore. Alla prossima.

Il rampollo è una giovane gallina da 32Gb. Ripeto:  Il rampollo è una giovane gallina da 32Gb.

giovedì 14 settembre 2023

Tanatocinesi del Didelphis Debitus: Il Cliente che Si Finge un Tasso

 


Introduzione

Oggi ci addentreremo in un mondo affascinante e paradossale, dove la natura incontra il mondo dei clienti morosi. Vi parleremo del tasso o "tasso americano" (Didelphis virginiana), l'animale che, con grande maestria, si finge morto ("tanatocinesi" o "coma mortis") per sfuggire ai predatori, e lo accosteremo agli atteggiamenti di quei clienti che, quando si tratta di pagare le fatture, sembrano improvvisamente svanire nel nulla. Una commedia umana in salsa biologica e finanziaria.

Atto I: Il Tasso, Maestro dell'Arte della Dissimulazione

Il tasso, con il suo piglio da attore shakespeariano, dimostra un talento straordinario nel fingere la morte. E così, molti clienti morosi sembrano abbracciare questa tattica con fervore. Quando ricevono l'avviso di pagamento, si trasformano improvvisamente in "Clientus Vanishicus," e nessuna quantità di solleciti sembra poterli risvegliare dalla loro improbabile catalessi finanziaria.

Atto II: Il Profumo della Morte... delle Finanze

Uno dei trucchi più incredibili del tasso è l'abilità di emettere un odore simile a quello di un cadavere per allontanare i predatori. E così, alcuni clienti, invece di pagare le loro fatture, rilasciano un'essenza di "Debitum Odor," che allontana gli incalzanti creditori. E mentre il tasso lo fa per sopravvivere, il cliente moroso sembra farlo solo per mantenere il proprio bilancio intatto.

Atto III: L'Arte del Nascondersi

Un altro tratto affascinante del tasso è la sua maestria nell'eludere i predatori. Analogamente, i clienti morosi sembrano scomparire nel nulla quando si tratta di rispondere alle richieste di pagamento. Si trasformano in "Clientus Invisibilis," e nessun investigatore finanziario riesce a scovarli. Potrebbero essere su una spiaggia tropicale o in un rifugio segreto sotterraneo, ma una cosa è certa: non stanno pagando le fatture.

Atto IV: Il Paradosso Finale

Ed ora, cari lettori, vi presentiamo il paradosso finale. Mentre il tasso simula la morte per sopravvivere, il cliente moroso sembra ignorare il fatto che, alla fine, il suo comportamento finanziario potrebbe portare alla "morte" del suo rapporto con l'azienda. Un'ironia che non avrebbe sospettato neanche il più grande drammaturgo latino.

Conclusioni

In questo viaggio tra il mondo animale e quello finanziario, abbiamo esplorato l'incredibile capacità del tasso di fingere la morte e lo abbiamo accostato ai clienti morosi che sembrano abbracciare questa tattica per evitare di pagare le loro fatture. Forse, nel regno della natura, l'arte della dissimulazione può essere applaudita, ma nel mondo degli affari, alla fine, tutti dovremo affrontare le conseguenze delle nostre azioni finanziarie. Quindi, cari lettori, quando vi trovate di fronte a un "Clientus Vanishicus," ricordate che alla fine, nessun trucco può sfuggire alla legge del pagamento dovuto.

Alla prossima.

P.S. il tasso non è di interesse. Ripeto: il tasso non è di interesse.

lunedì 24 luglio 2023

una rara rana arrugginita

friends are always welcome

Ho deciso di ridare vita ad una rara rana arrugginita, da anni appesa all'ingresso di una casa, che dimostra l'effetto delle intemperie e del tempo che consuma inesorabilmente le cose. La ranocchia fa capolino dietro un cartello di buon augurio, con un messaggio che dovrebbe far capire al volo lo spirito di accoglienza riservato solo a chi lo merita... Gli amici sono sempre benvenuti.. il che sottointende "nemici ed unani no!". 

Ciance a parte, per restaurare e dare un tocco di personalizzazione, con i materiali a disposizione, ho usato: 

  • spray sverniciante, 
  • fondo aggrappante per metallo, 
  • tinta acrilica in tubetto, 
  • acrilico spray, 
  • vernice satinata trasparente protettiva come ultima mano. 

La scritta è stata realizzata con un comunissimo incisore laser a led da 20watt. 

friends are always welcome

Il risultato finale rivela sin troppo i margini di miglioramento. Un occhio si è staccato e nel re-incollarlo non è andato perfettamente al suo posto. La vernice trasparente doveva essere spruzzata prima di incollare gli occhi, che si sono così un pò opacizzati. Errori di impostazioni di un m*rdosissimo software proprietario cinese, che non si capisce come lavora e fa un pò a modo suo, hanno prodotto un incisione troppo piccola rispetto all'area disponibile. La mancanza di Font adeguati fa poi il resto. 

Tutto sommato però il "lavoro" ha prodotto le solite soddisfazioni del fai da te e del recupero di un oggetto che sarebbe finito in discarica causa "fine vita". Il risultato non sarà uguale all'originale ma tant'è che così a me piace di più, l'ho fatto io e l'etichetta originale del negozio dove è stata in origine acquistata non l'ho recuperata. Vabbè, alla prossima. 


P.S. il cane nero morde e fugge. Ripeto: il cane nero morde e fugge.

mercoledì 10 maggio 2023

Componenti elettronici gratis (o per un paio di spritz)

Ho deciso di smantellare un pò di componenti elettronici. Alcuni sono nuovi mai usati, altri no. Nel rovistare fra i cassetti mi imbatto in uno scatolone di diodi in striscia, nuovi, rimasugli dei macchinari per il montaggio automatico sui PCB a foro passante (e per ora tralasciamo gli altri scatoloni pieni zeppi di altri componenti che ho lasciato dal benefattore che mi ospita). Per tenermeli, dovrei classificarli in una marea di cassettini, che ormai non ho più posto nemmeno per muovermi agevolmente. Per non buttarli, vorrei provare a vedere se riesco a cederli, giusto per raccogliere forse qualche spicciolo per fare la spesa e smettere, almeno per qualche giorno, il lungo periodo di dieta forzata vegetariana. 

Per capire il valore economico di questa marea di componenti elettronici, provo a fare alcune ricerche. So che c'è carenza di componenti e nel cercare mi imbatto in alcune stranezze che per me non hanno spiegazione. Fra i grandi distributori di componenti elettronici ci sono RS Components, Farnell, Digi-Key, Mouser, ma tanti altri fanno a gomitate per vendere.

Prendo a riferimento, come prima ricerca, un diodo zener da 8,2 volts (5%, 1300mW 2-Pin contenitore DO-41)  in sigla BZX-85C 8V2 (c'è una "M" stampigliata nel corpo cilindrico)... di questi ne ho una ventina circa.

Il prezzo di vendita di questo componente è estremamente vario, si parte mediamente da 44 centesimi ad un massimo di 28,30 euro (per 1000 pezzi, in stock). Un distributore (Arrow.com) li vende a 0,03 centesimi l'uno ( ordine minimo uno) con spedizione gratuita. 

Per il prezzo di spedizione si parte mediamente da 13 euro per superare di poco i 20 euro.

Embè? ed ora? che faccio? Per essere competitivo sui prezzi dovrei venderli a 0.029 centesimi l'uno (o ancora meno), ordine minimo uno, "imballarli" e spedirli a spese mie?? Per un singolo pezzo? Per guadagnare poi (per vivere) dovrei fare dei volumi pazzeschi oltre che dedicarmi al commercio a tempo pieno (social-marketing e SEO compreso) per non parlare delle problematiche con l'AdE. Ma come si fa a competere seriamente con offerte e "concorrenti" del genere? Contro i colossi dell'e-commerce c'è poco da fare. A noi poveracci non restano nemmeno le briciole. 

Potrei vendere tutto lo scatolone in blocco ad una cifra miserrima (almeno le spese dai), magari a peso per qualche DIYers, qualche appassionato o qualcuno che li voglia a sua volta regalare al dettaglio.  Ma per dare al lotto un pò di valore (ed appetibilità) dovrei catalogarli, impacchettarli separatamente, contarli uno ad uno, etichettarli... ad occhio ci metterei minimo 3 mesi...per cosa? 

Dentro il calderone, oltre ai classici 1N4007 ed 1N4148 (una valanga), ci sono molti diodi fast sco@ttcky! (come caxo si pronuncia?), tipo un bel pò di BYV27-200V, BA59*, BAT46, BAT49 della ST, una moltitudine variegata di zener a pioggia e tantissimi altri.... faccio un pò di foto così ci capiamo meglio di cosa sto parlando (vedi qui https://cosetecniche.blogspot.com/2023/05/componenti-ed-altro.html ).

Forse li butto nel RAEE dell'ecocentro di zona, così non perdo tempo in queste cazzabubbole.... ma mi piange il cuore pensare che magari a qualche bisognoso appassionato di elettronica e fai da te potrebbero servire... maledetto bisogno di soldi, sarà questo che ci ammazzerà tutti. 

Dai, facciamo che il primo che se li va a prendere se li porta a casa tutti in blocco. Ah, ho anche il capacimetro di Nuova Elettronica, usato veramente pochissimo e funzionante, il misuratore di induttanze sempre di nuova elettronica ed un pò di mosfet e regolatori a 3,3volts nuovi, un paio di driver per motori stepper, un sensore di temperatura della Dallas, transistor di bassa potenza dissaldati dai PCB, opto isolatori, integrati, Eprom, dissipatori di alluminio e altre cianfrusaglie da vedere al volo.  Alla prossima.

P.S. niente per ora dal fronte. Ripeto: niente per ora dal fronte. 

 

AGGIORNAMENTO - tutto il materiale elencato ha trovato un nuovo appassionato. In bocca al lupo.

mercoledì 19 aprile 2023

io sò io...

 ...e leggendo il titolo verrebbe da aggiunger: "...e voi non siete un caxo!" richiamando la famosa scena dal film "Il marchese del grillo" con Alberto Sordi. 

Ma questa breve riflessione non è per niente attinente con l'introduzione a questo sfogo. La molla che mi ha spinto a redarre queste due note deriva da una illuminazione post depressione (che peraltro si ripresenta ciclicamente come gli avvisi dell'ADE). 

Viviamo in un pianeta dove le vecchie dinamiche relazionali con il prossimo si sono amplificate causa iperdiffusione degli strumenti (a)social, dove critiche, insulti, giudizi improvvisati e commenti provenienti da autentiche nullità si sprecano. 

Qualsiasi cosa dici, qualsiasi idea provi a comunicare, qualsiasi interazione che emerga un centesimo di millimetro sopra il piattume delle opinioni comuni etero imposte, è inevitabilmente un bersaglio di critiche che a volte virano in autentica shit storm verso il malcapitato. 

Gli (A)social sono solo l'amplificatore del fenomeno che quotidianamente si manifesta più classicamente in tutte le occasioni di incontro "fisico" con gli unani, al lavoro, al supermercato, per strada e via elencando.

Tutti a criticare, giudicare ed insultare il prossimo, senza riserve, per riempire un vuoto cosmico di personalità ridotta al lumicino. La cosa, personalmente, non mi scalfisce minimamente in quanto, io, nei confronti delle cose della vita ho un atteggiamento simile a quello dei cani: 

se non ci puoi giocare o divertirti, se non è da mangiare, pisciaci sopra e tira dritto.

...più conosco gli unani e più amo le bestie. 

Persone più sensibili invece reagiscono male, molto male, al punto di sentirsi in dovere di replicare (a dei decerebrati), reagire (inutilmente), interagire (col muro), arrabbiarsi (per niente) , stare male e finire dritti dritti verso uno stato di depressione acuta. A certe persone un giudizio negativo fa uno strano effetto, forse per insicurezza cercano sempre l'approvazione altrui. Boh. 

E vabbè, allora in uno slancio di inutile altruismo che certo non risolverà i problemi del vostro stupido pianeta morente, vorrei regalare una pillola di saggezza. Ai commentatori compulsivi, ai bacchettoni pettegoli, ai giustizialisti fai da te, ai leoni da tastiera, agli ignoranti del web, agli unani che ancora non si vogliono estinguere, ripetete all'infinito:

non un grammo della mia autostima si basa sulla tua opinione su di me.

e poi tirate dritto, concentratevi sui vostri obiettivi, ricordate che avete una sola vita ed è da stupidi rovinarsela da soli (tafazzi docet).

In fin dei conti, ripetete anche: io sò io. Alla prossima. 


P.S. la pettegola è in cortile. Ripeto: la pettegola è in cortile.

mercoledì 8 marzo 2023

8 marzo - non una festa ma una ricorrenza

La festa della donna, che si celebra ogni anno l'8 marzo, è diventata un'occasione per ricordare i diritti delle donne e la loro lotta per l'uguaglianza. E' importante notare che questa celebrazione annuale non dovrebbe essere (ma per molti lo è) l'unica occasione in cui si riflette sulle disuguaglianze di genere.

Troppo spesso, le donne sono oggetto di discriminazioni e violenze nel corso dell'anno, eppure questo problema viene (troppo) spesso ignorato o minimizzato. Anche quando si parla dei diritti delle donne, si tende a farlo in modo superficiale e retorico, senza mai affrontare veramente il problema.

La realtà è che in molti continuano a mancare di rispetto alle donne, a volte usando la violenza non solo fisica, ma anche verbale e psicologica. Questo non significa che tutti gli uomini siano insensibili o violenti, ma ci sono ancora molti che non rispettano le donne e non riconoscono il loro valore.

Inoltre, ci sono ancora molte aree in cui le donne sono sottorappresentate o sottovalutate, come ad esempio nel mondo del lavoro o della politica. Le donne spesso guadagnano meno degli uomini per lo stesso lavoro, e spesso hanno meno opportunità di avanzamento di carriera.

Le donne sono piene di #diritti , di codici, di tutele, eppure... muoiono ammazzate, e poi le ri-ammazzano i giornalisti o qualche giudice con le parole sbagliate, non hanno parità di salario, non possono muoversi in sicurezza.... oggi non è una "festa" ma una ricorrenza che serve, invece, a ricordare, a fare il punto, ogni anno, ogni volta, ad ogni assassinio, sopruso o violenza.

E allora ci piacerebbe zittirle se pensiamo che starebbero zitte se potessero dire che non vogliono figli senza sentire il compatimento e il disappunto, se avessero la possibilità di vivere la maternità col supporto delle istituzioni, se potessero vivere in sicurezza e fuggire da una relazione violenta senza sentirsi dire "te la sei cercata".

Perché le ricorrenze servono a non far dimenticare, in questo caso, i problemi.

Non possiamo continuare a ignorare questi problemi (ma lo facciamo) e limitarci a celebrare la festa della donna ogni anno. Dobbiamo fare di più (ma non lo facciamo) per garantire l'uguaglianza di genere e il rispetto per tutte le donne, non solo in un giorno all'anno, ma tutti i giorni.

Dobbiamo anche lavorare per educare gli uomini sui diritti delle donne e sulla necessità di rispettare e valorizzare le donne. Solo allora potremo veramente realizzare l'uguaglianza di genere (maledetto gender dirà qualcuno) e costruire una società in cui tutte le persone, indipendentemente dal loro genere, hanno le stesse opportunità e lo stesso rispetto. Fine trasmissione.

P.S. la gallina ha fatto l'uomo. Ripeto: la gallina ha fatto l'uomo.

giovedì 2 marzo 2023

Nichelatura - prodotti, strumenti e procedimento

La nichelatura è un processo di placcatura che consiste nel depositare uno strato di nichel su una superficie di metallo. Questo può essere fatto per una varietà di ragioni, tra cui la protezione contro la corrosione, l'aspetto estetico e la facilità di pulizia. E' un processo che si può fare anche in casa, con le dovute cautele di sicurezza, in modo più o meno grezzo o sofisticato. A chi infatti non è capitato, ad esempio, di imbattersi in contatti ossidati dai sali delle batterie alcaline? L'ideale sarebbe rivestire in oro i contatti, ma... il nichel costa meno (non lo sapevi?).

Sapere per bene come funziona la nichelatura e qual'è il processo "giusto", può aiutare molto ad ottenere risultati più che soddisfacenti, senza tanto complicarsi la vita. Quindi, per un personalissimo promemoria, ecco alcuni prodotti, strumenti e procedure comunemente utilizzati per la nichelatura:

Prodotti necessari:

  • Soluzione di nichelatura contenente sali di nichel
  • Acido cloridrico o soluzione di cloruro di ammonio per la preparazione della superficie da placcare
  • Soluzione di decapaggio alcalina per rimuovere eventuali contaminanti sulla superficie da placcare
  • Soluzione di attivazione acida per preparare la superficie prima della nichelatura
  • Soluzione di risciacquo per rimuovere eventuali residui chimici dopo ogni passaggio

Strumenti necessari:

  • Vasca di nichelatura o elettroplaccatura
  • Fonte di corrente continua (rectifier)
  • Anodo di nichel (+)
  • Catodo o polo negativo - (oggetto da placcare)
  • Pinze per tenere il catodo durante la placcatura
  • Strumento per misurare la corrente elettrica
  • Strumento per misurare lo spessore del rivestimento di nichel

Procedimento:

  1. Preparare la superficie dell'oggetto da placcare rimuovendo eventuali contaminanti con una soluzione di decapaggio alcalina.
  2. Preparare la superficie con una soluzione di attivazione acida per migliorare l'adesione del rivestimento di nichel.
  3. Risciacquare l'oggetto con acqua e asciugarlo accuratamente.
  4. Posizionare l'oggetto nella vasca di nichelatura come catodo (-) e posizionare un anodo (+) di nichel nella soluzione.
  5. Regolare la corrente elettrica a un valore appropriato utilizzando il rectifier e la pinza per tenere l'oggetto durante la placcatura.
  6. Lasciare il catodo nella soluzione di nichelatura per il tempo necessario per raggiungere lo spessore di rivestimento desiderato.
  7. Rimuovere l'oggetto dalla soluzione e risciacquare accuratamente per rimuovere eventuali residui chimici.
  8. Verificare lo spessore del rivestimento di nichel con uno strumento di misura dedicato.

Bene, semplice no? NO. Allora partiamo con lo spiegone.

Soluzione alcalina: Le soluzioni alcaline sono soluzioni acquose che contengono una quantità significativa di ioni idrossido (OH-), che danno alla soluzione un carattere alcalino. Alcune delle soluzioni alcaline più comuni sono:

  1. Idrossido di sodio (NaOH) - noto anche come soda caustica, è una delle soluzioni alcaline più utilizzate nell'industria chimica e nella pulizia industriale.
  2. Idrossido di potassio (KOH) - utilizzato principalmente come agente di controllo del pH in diverse applicazioni industriali, tra cui la produzione di fertilizzanti e di prodotti farmaceutici.
  3. Carbonato di sodio (Na2CO3) - noto anche come soda solvay, è utilizzato come sostituto del bicarbonato di sodio e come agente tampone in diverse applicazioni.
  4. Ammoniaca (NH3) - utilizzata come soluzione alcalina nella pulizia di superfici e come reagente in alcune applicazioni chimiche.
  5. Carbonato di potassio (K2CO3) - utilizzato come agente tampone in applicazioni farmaceutiche e nella produzione di sapone e vetro.
  6. Carbonato di calcio (CaCO3) - utilizzato come agente tampone nella produzione di alimenti e prodotti farmaceutici.
  7. Idrossido di calcio (Ca(OH)2) - noto anche come calce idrata, viene utilizzato principalmente nell'edilizia come materiale da costruzione e per la regolazione del pH in alcune applicazioni industriali.

Una soluzione alcalina è una soluzione acquosa con un pH superiore a 7, cioè una soluzione che contiene una quantità maggiore di ioni idrossido (OH-) rispetto a quella di ioni idrogeno (H+). Le soluzioni alcaline sono spesso chiamate anche soluzioni basiche o soluzioni di base.

Le soluzioni alcaline sono utilizzate in una vasta gamma di applicazioni, come ad esempio nella pulizia e sgrassaggio di superfici, nel trattamento delle acque, nell'industria tessile, nella produzione di prodotti farmaceutici e cosmetici, nonché nella produzione di materiali e prodotti chimici.

La concentrazione di ioni idrossido in una soluzione alcalina determina la sua forza alcalina, che può essere espressa in termini di pH. Un pH di 7,1-14 indica una soluzione alcalina, con un pH di 14 che indica la massima alcalinità.

Soluzione di decapaggio: Le soluzioni di decapaggio sono soluzioni chimiche utilizzate per rimuovere strati di ossidazione, incrostazioni, contaminanti e altri materiali in eccesso dalle superfici di diversi materiali, tra cui metalli, vetro e ceramica. Alcune delle soluzioni di decapaggio più comuni sono:

  1. Acido cloridrico (HCl) - utilizzato per decapare metalli e rimuovere ossidazione e incrostazioni dalla superficie di materiali come acciaio inossidabile, alluminio e rame.
  2. Acido solforico (H2SO4) - utilizzato per decapare superfici metalliche e rimuovere incrostazioni e contaminanti dalle superfici di materiali come acciaio e ferro.
  3. Soluzione di cloruro di ammonio (NH4Cl) - utilizzata principalmente per decapare la superficie di leghe di rame e bronzo.
  4. Soluzione di fosforico (H3PO4) - utilizzata per decapare superfici metalliche e rimuovere ossidazione e contaminanti dalle superfici di materiali come acciaio inossidabile e alluminio.
  5. Acido nitrico (HNO3) - utilizzato per decapare la superficie di metalli come l'ottone e il nichel e rimuovere incrostazioni e contaminanti.

Alcune soluzioni di decapaggio possono essere pericolose e richiedere precauzioni e conoscenze specifiche per evitarne l'uso improprio o pericoloso.

Soluzione di attivazione acida: Le soluzioni di attivazione acida sono soluzioni chimiche utilizzate per preparare la superficie prima della nichelatura, al fine di migliorare l'adesione del rivestimento di nichel. Alcune delle soluzioni di attivazione acida più comuni sono:

  1. Acido solforico (H2SO4) - utilizzato per la preparazione della superficie del rame, dell'ottone e dell'acciaio inossidabile prima della nichelatura.
  2. Acido cloridrico (HCl) - utilizzato per la preparazione della superficie dell'alluminio prima della nichelatura.
  3. Soluzione di cloruro ferrico (FeCl3) - utilizzata per la preparazione della superficie di leghe di rame e bronzo prima della nichelatura.
  4. Soluzione di acido fosforico (H3PO4) - utilizzata per la preparazione della superficie dell'alluminio e delle sue leghe prima della nichelatura.
  5. Soluzione di acido cloridrico e acido solforico (HCl e H2SO4) - utilizzata per la preparazione della superficie dell'acciaio prima della nichelatura.

L'utilizzo di soluzioni di attivazione acida può essere pericoloso e richiedere precauzioni e conoscenze specifiche per evitarne l'uso improprio o pericoloso. Si consiglia quindi di rivolgersi a fornitori specializzati, esperti del settore o enti competenti per individuare le soluzioni di attivazione acida appropriate per la propria applicazione, oltre ad apprendere le precauzioni di sicurezza necessarie per il loro utilizzo.

Per oggetti di piccole dimensioni come chiavi, contatti di batteria, forbici, ecc., i valori di tensione e corrente raccomandati dipendono dal tipo di soluzione di nichelatura utilizzata, dallo spessore del rivestimento desiderato e dalle dimensioni dell'oggetto stesso. Tuttavia, di seguito suggerisco alcuni valori di tensione e corrente mediamente utilizzati per la nichelatura di oggetti di piccole dimensioni:

  • Tensione: tra 4 e 12 Volt
  • Corrente: tra 0,1 e 1,5 Ampere

I valori di tensione e corrente specifici possono variare in base alla soluzione di nichelatura utilizzata e alle specifiche dell'apparecchiatura di placcatura. Inoltre, per garantire una buona qualità del rivestimento di nichel e una maggiore sicurezza durante il processo, è importante seguire attentamente le istruzioni del produttore. Personalmente suggerisco tensioni e correnti al limite inferiore del range indicato. La nichelatura sarà più lenta ma i risultati sono apprezzabilmente migliori.

La stima dello spessore di rivestimento di nichel in base al tempo di nichelatura a 5V e 100mA dipende da diversi fattori, tra cui la soluzione di nichelatura utilizzata, le dimensioni e la forma dell'oggetto da placcare, la sua composizione e la temperatura della soluzione di nichelatura.

In generale, è possibile utilizzare la formula di Faraday per stimare lo spessore di rivestimento in base alla quantità di elettricità (carica) passata durante il processo di nichelatura. La formula di Faraday è:

massa di metallo placcato = (corrente x tempo di nichelatura x peso atomico) / (valenza x carica di un elettrone)

dove:

  • corrente è la corrente elettrica utilizzata durante il processo di nichelatura (100 mA nel tuo caso)
  • tempo di nichelatura è il tempo in cui la corrente viene applicata (espresso in secondi)
  • peso atomico è il peso atomico del metallo che si sta depositando (peso atomico del nichel = 58,69 g/mol)
  • valenza è il numero di elettroni che ciascun atomo del metallo depositato contribuisce alla reazione di riduzione (valenza del nichel = 2)
  • carica di un elettrone è la quantità di carica portata da un elettrone (1,602 x 10^-19 Coulomb)

Ad esempio, se si desidera stimare lo spessore di un rivestimento di nichel applicando una corrente di 100mA per 60 minuti (3600 secondi) utilizzando la formula di Faraday, si ottiene:

massa di nichel = (0,1A x 3600s x 58,69g/mol) / (2 x 1,602 x 10^-19 C) = 6,821 x 10^-4 g

Se si conosce la densità del nichel, si può quindi calcolare lo spessore del rivestimento in base alla massa di nichel depositata. Ad esempio, se la densità del nichel è di 8,9 g/cm^3, lo spessore del rivestimento sarà:

spessore = massa di nichel / (densità x area)

dove l'area è la superficie dell'oggetto da placcare. Supponendo che l'oggetto abbia una superficie di 10 cm^2, lo spessore del rivestimento sarebbe:

spessore = 6,821 x 10^-4 g / (8,9 g/cm^3 x 10 cm^2) = 7,66 x 10^-7 cm = 7,66 nanometri

E' importante notare che questa stima è solo indicativa e che il valore effettivo dello spessore del rivestimento può variare in base a molti fattori. Inoltre, utilizzare uno strumento di misura dello spessore del rivestimento fornisce una stima più accurata dello spessore del rivestimento di nichel.

Il tempo ottimale di nichelatura per ottenere uno spessore di rivestimento di nichel "accettabile" per oggetti di piccole dimensioni come chiavi, contatti di batteria, forbici, ecc. dipende dalla soluzione di nichelatura utilizzata, dalle dimensioni dell'oggetto e dallo spessore di rivestimento desiderato.

In generale, per oggetti di piccole dimensioni, un tempo di nichelatura di circa 15-30 minuti può essere sufficiente per ottenere uno spessore di rivestimento di nichel di 1-3 micrometri, che è considerato accettabile e resistente alla corrosione.

La durata esatta del tempo di nichelatura dipende dalla soluzione di nichelatura utilizzata e dalla sua composizione.

E' importante tenere presente che, oltre al tempo di nichelatura, la qualità del rivestimento di nichel dipende anche da altri fattori, come la pulizia e la preparazione della superficie prima della nichelatura, la corretta preparazione della soluzione di nichelatura e l'adeguata regolazione dei parametri di nichelatura come la tensione e la corrente.

Per ottenere una superficie a specchio o conferire un aspetto satinato a un oggetto rivestito di nichel, ci sono alcune considerazioni e accorgimenti specifici da tenere in considerazione:

Superficie a specchio:

  • La preparazione della superficie dell'oggetto da placcare è un fattore importante per ottenere una superficie a specchio. La superficie deve essere pulita, levigata e priva di difetti o imperfezioni.
  • La soluzione di nichelatura utilizzata dovrebbe avere una bassa concentrazione di cloruri e una buona capacità di livellamento per ottenere una superficie liscia e uniforme.
  • La corrente elettrica dovrebbe essere controllata attentamente per evitare la formazione di bolle d'aria o la deposizione irregolare del nichel sulla superficie dell'oggetto.
  • La temperatura della soluzione di nichelatura dovrebbe essere controllata attentamente e mantenuta costante per evitare variazioni nella deposizione del nichel e per garantire un rivestimento uniforme sulla superficie dell'oggetto.

Aspetto satinato:

  • Per conferire un aspetto satinato alla superficie di un oggetto rivestito di nichel, la superficie può essere sabbiata o lucidata per creare una texture uniforme sulla superficie.
  • La soluzione di nichelatura utilizzata dovrebbe avere un'alta concentrazione di cloruri e una bassa capacità di livellamento per ottenere un aspetto opaco e satinato.
  • La corrente elettrica dovrebbe essere controllata attentamente per evitare la formazione di bolle d'aria o la deposizione irregolare del nichel sulla superficie dell'oggetto.
  • La temperatura della soluzione di nichelatura dovrebbe essere controllata attentamente e mantenuta costante per evitare variazioni nella deposizione del nichel e per garantire un rivestimento uniforme sulla superficie dell'oggetto.

La superficie di un oggetto rivestito di nichel può essere influenzata da molti fattori, tra cui la composizione della soluzione di nichelatura, la forma e le dimensioni dell'oggetto, la temperatura e la durata della nichelatura, e la pulizia e la preparazione della superficie prima della nichelatura.

La temperatura della soluzione di nichelatura può influire significativamente sul processo di nichelatura. In generale, la temperatura ottimale della soluzione dipende dalla soluzione di nichelatura utilizzata e dalle specifiche dell'apparecchiatura di placcatura. Riporto qui alcuni fattori generali che possono influire sulla temperatura della soluzione di nichelatura e sul processo di nichelatura:

  • La temperatura della soluzione di nichelatura può influire sulla velocità di deposizione del nichel sulla superficie dell'oggetto da placcare. In generale, aumentando la temperatura, la velocità di deposizione del nichel aumenta, ma può anche aumentare la formazione di bolle d'aria e la rugosità del rivestimento.

  • La temperatura della soluzione di nichelatura può influire sulla densità del rivestimento di nichel. A temperature elevate, la densità del rivestimento di nichel tende ad aumentare, il che può influire sulla resistenza alla corrosione e sulla qualità del rivestimento.

  • La temperatura della soluzione di nichelatura può influire sulla composizione della soluzione stessa. A temperature elevate, la soluzione di nichelatura può subire reazioni chimiche indesiderate che possono compromettere la qualità del rivestimento.

In generale, la temperatura ottimale della soluzione di nichelatura varia tra i 40°C e i 60°C, a seconda della soluzione di nichelatura utilizzata. In ogni caso, la temperatura della soluzione di nichelatura dovrebbe essere controllata attentamente e mantenuta costante durante il processo di nichelatura per garantire un rivestimento uniforme sulla superficie dell'oggetto e per evitare variazioni nella densità del rivestimento e nella sua qualità complessiva.

La temperatura della soluzione di nichelatura può variare in base a molte variabili, come la composizione della soluzione, le dimensioni e la forma dell'oggetto da placcare e la durata del processo di nichelatura.

Maaa...la soluzione di nichelatura deve essere agitata durante il processo?

Questo non lo dice nessuno ma, Sì, in generale la soluzione di nichelatura "deve" essere agitata durante il processo di nichelatura. L'agitazione della soluzione di nichelatura è importante per garantire un rivestimento uniforme sulla superficie dell'oggetto da placcare e per evitare la formazione di bolle d'aria o di imperfezioni sulla superficie del rivestimento. Per piccoli oggetti, invece di agitare il liquido si può agitare il pezzo a mano.

L'agitazione può essere effettuata in diversi modi, a seconda delle dimensioni e della forma dell'oggetto e della soluzione di nichelatura utilizzata. Ad esempio, per oggetti di piccole dimensioni, la soluzione di nichelatura può essere agitata utilizzando un agitatore magnetico o un agitatore a vortex, mentre per oggetti di grandi dimensioni o per soluzioni di nichelatura ad alta viscosità, può essere necessario utilizzare un sistema di agitazione meccanica o a ultrasuoni. Un agitatore può essere facilmente realizzato in casa con una ventola da PC e dei magneti.

In ogni caso, l'agitazione della soluzione di nichelatura dovrebbe essere controllata attentamente e mantenuta costante durante tutto il processo di nichelatura per garantire un rivestimento uniforme e di alta qualità sulla superficie dell'oggetto. Inoltre, l'agitazione della soluzione di nichelatura può essere influenzata anche da altri fattori, come la temperatura della soluzione, la corrente elettrica utilizzata e la composizione della soluzione stessa.

Lo spessore ottimale di rivestimento dipende dall'applicazione specifica per cui si sta effettuando la nichelatura. In generale, lo spessore del rivestimento di nichel può variare da pochi micrometri (per applicazioni decorative) fino a diverse centinaia di micrometri (per applicazioni ingegneristiche e tecniche).

Per applicazioni decorative, uno spessore di rivestimento di nichel di circa 0,5-3 micrometri può essere sufficiente per ottenere un aspetto luminoso e uniforme sulla superficie dell'oggetto da placcare. Per applicazioni ingegneristiche o tecniche, uno spessore di rivestimento di nichel superiore può essere richiesto per garantire una buona resistenza alla corrosione, all'usura o alla fatica.

In ogni caso, è importante tenere presente che lo spessore del rivestimento di nichel può influire sulla qualità del rivestimento, sulla resistenza alla corrosione, sulla durezza, sulla densità e su altre proprietà del rivestimento. Si consiglia di utilizzare uno strumento di misura dello spessore del rivestimento per verificare lo spessore effettivo del rivestimento sulla superficie dell'oggetto placcato.

Durante il processo di nichelatura, possono svilupparsi diversi gas a seconda delle specifiche del processo di nichelatura e della soluzione di nichelatura utilizzata. Di seguito sono elencati alcuni dei gas che possono essere generati durante la nichelatura:

  • Idrogeno (H2): L'idrogeno può essere generato durante il processo di nichelatura elettrolitica in soluzioni di nichelatura acide ad alta concentrazione di idrogenioni (pH inferiore a 4). La formazione di idrogeno può essere una preoccupazione poiché può causare la formazione di bolle d'aria sul rivestimento di nichel, compromettendo la qualità del rivestimento.

  • Anidride carbonica (CO2): L'anidride carbonica può essere generata durante il processo di nichelatura elettrolitica in soluzioni di nichelatura acide che contengono carbonati, come il bicarbonato di sodio.

  • Ossigeno (O2): L'ossigeno può essere generato durante il processo di nichelatura elettrolitica in soluzioni di nichelatura alcaline, soprattutto a tensioni elevate.

  • Azoto (N2): L'azoto può essere generato durante il processo di nichelatura elettrolitica in soluzioni di nichelatura alcaline che contengono nitrati.

  • Cloro (Cl2): Il cloro può essere generato durante il processo di nichelatura elettrolitica in soluzioni di nichelatura alcaline che contengono cloruri.

La quantità e il tipo di gas generato durante il processo di nichelatura possono variare in base alla soluzione di nichelatura utilizzata, alla composizione dell'elettrolita, alla tensione e alla corrente utilizzate e ad altri fattori specifici del processo di nichelatura.

il cloro nell'aria può essere dannoso per la salute umana se inalato in quantità elevate. Il cloro è un gas altamente reattivo che viene utilizzato in molti processi industriali, incluso il processo di nichelatura elettrolitica. Quando il cloro viene rilasciato nell'aria in quantità elevate, può provocare irritazione agli occhi, al naso e alla gola, tosse, difficoltà respiratorie, mal di testa e nausea.

Inoltre, l'esposizione prolungata al cloro nell'aria può causare danni ai polmoni, al sistema nervoso e al sistema respiratorio. Le persone con malattie respiratorie preesistenti, come l'asma, possono essere particolarmente sensibili al cloro nell'aria.

Per prevenire l'esposizione al cloro nell'aria, è importante seguire le precauzioni di sicurezza appropriate durante la manipolazione di sostanze contenenti cloro, come indossare dispositivi di protezione respiratoria e occhiali di protezione. Inoltre, è importante lavorare in aree ben ventilate per ridurre la concentrazione di cloro nell'aria e ridurre il tempo di esposizione.

In generale, durante la nichelatura di piccoli oggetti per qualche minuto, non dovrebbe esserci produzione di cloro in quantità pericolose. La produzione di cloro dipende dalle condizioni specifiche del processo di nichelatura, come la concentrazione di cloruri nella soluzione di nichelatura, la tensione e la corrente utilizzate, la temperatura della soluzione e altri fattori.

Per evitare la produzione di cloro in quantità pericolose, è importante utilizzare le giuste precauzioni di sicurezza durante il processo di nichelatura, come lavorare in aree ben ventilate e utilizzare dispositivi di protezione personale, come occhiali di protezione e guanti. Inoltre, è importante seguire attentamente le istruzioni del produttore per la soluzione di nichelatura e per il processo di nichelatura per garantire la sicurezza e la qualità del processo.

In ogni caso, è sempre importante prendere le giuste precauzioni di sicurezza quando si lavora con sostanze chimiche per ridurre il rischio di esposizione a sostanze pericolose, come il cloro.

Invece l'azoto prodotto durante il processo di nichelatura elettrolitica generalmente non è considerato pericoloso per la salute umana, poiché l'azoto è un gas inerte che costituisce circa il 78% dell'atmosfera terrestre. L'azoto prodotto durante il processo di nichelatura può provenire da diverse fonti, come i sali di ammonio presenti nella soluzione di nichelatura o l'acqua utilizzata nella soluzione stessa.

Tuttavia, come per qualsiasi sostanza chimica, l'esposizione a elevate concentrazioni di azoto può causare effetti negativi sulla salute. Ad esempio, l'esposizione a elevate concentrazioni di azoto può causare mal di testa, vertigini, confusione, nausea, vomito e difficoltà respiratorie. Tuttavia, queste situazioni di esposizione sono improbabili durante il processo di nichelatura, a meno che non ci sia una fuga di gas o altre situazioni di emergenza.

Per chiudere questo noiosissimo spiegone, ricordiamo che la nichelatura può essere un processo complesso e richiedere attenzione alla sicurezza. E' importante quindi seguire attentamente le istruzioni e le precauzioni indicate dal produttore dei prodotti utilizzati e dalle autorità competenti per evitare rischi per la salute o l'ambiente. 
 
In alternativa però è possibile procedere all'italiana... da perfetti ignoranti saccenti e presuntuosi ci si cimenta comunque senza capire bene cosa si sta facendo, tanto se non sai quali sono i rischi non ti preoccupi, vivi meglio, chissenefrega e se qualcosa non funziona te la prendi con gli altri. Alla prossima.

P.S. l'ingegnere è senza mutande. Ripeto: l'ingegnere è senza mutande.

 

martedì 13 dicembre 2022

Ignobile progettista

Certi progettisti delle confezioni dei prodotti consumabili andrebbero mandati al confino in uno stato che si fa beffe dei diritti umani. Già, chi non ha mai bestemmiato con un tubetto di dentifricio per far uscire TUTTO il prodotto rimasto all'interno? Chi ha mai perfettamente spremuto un tubetto di maionese o pomodoro concentrato per poterlo usare sino all'ultima stilla? Eh? appena sembra finito lo si butta? Certo, i soldi sono tuoi e puoi fare un pò quello che ti pare, specie se sei un fancazzista stipendiato per scaldare la sedia e dare sempre e comunque qualsiasi colpa ai colleghi. 

Io no. Il prodotto lo pago, pago TUTTO quello che c'è nella confezione, briciole comprese. E dato che i soldini me li sudo, quando li incasso, quei pochissimi che guadagno onestamente (io), voglio esigo e pretendo una confezione che mi permetta di consumare sino all'ultima molecola ciò che è mio. 

Sembra invece che costringerci a sprecare e buttare sia un obiettivo dei furbetti che così aumentano i loro profitti con certi trucchetti meschini e disonesti. 

I tubetti di plastica che contengono prodotti di consistenza cremosa hanno un problema. Quando se ne inizia l'uso, si comincia ad appiattirli dall'estremità opposta al tappo di chiusura. Man mano che ci si avvicina al foro di uscita le cose si complicano. Il foro è tondo e si posiziona dopo una parte conica dalla quale parte la sezione cilindrica che si appiattisce... tre forme geometriche che mal si adattano se devono coesistere in poco spazio. Più il tubo è grande ed il materiale è rigido, maggiore sarà il prodotto che resta nella parte terminale. 

Il record appartiene al deodorante in foto, una specie di silicone sigillante per le ascelle che garantisce 7 giorni di "freschezza" ed a noi ci sta bene perchè, con la crisi, ci si fa la doccia (fredda) solo al venerdì, per risparmiare gas ed elettricità.

Se si prova a schiacciare il tubo verso la fine, la confezione si spacca, il dispenser si stacca ed il tappo non si avvita più. Risultato? la parte conica è piena di una quantità superiore a quella che si è in grado di utilizzare. In pratica se paghi 10 ma usi 5, il prodotto che usi lo paghi il doppio di quello che vale....no grazie. 

Quindi? Per ora si risolve aprendo il tubo con una forbice e raschiando il contenuto con una spatolina per trasferirlo dentro un altro contenitore più pratico ed usabile. Con solo sei confezioni "vuote" ho riempito all'orlo il barattolino.

All'ingegnere progettista, designer, creativo dei miei c*glioni... non è più semplice così? Un barattolino con tappo a vite, semplice vero? Non ci sei mai arrivato da solo? Vuoi metterci del tuo? inventati una spatolina per applicare il prodotto in modo che non resti sulle dita. Io ci sono già arrivato e l'ho fatto. Se ce la fai tu è pronto un (ig)Nobel solo per te, testa di caxo! Alla prossima fatwa.

P.S. la zanzara ha punto l'elefante. Ripeto: la zanzara ha punto l'elefante.

venerdì 2 dicembre 2022

Caro imprenditòr, xe bruti tempi

Quante persone si sentono a disagio sul luogo di lavoro ma non cercano un cambiamento per paura delle incognite di un futuro incerto? C'è chi si sa "adattare" e chi invece non è disposto a subire le angherie di certi imprenditori isterici e strafatti di non si sa bene quale sostanza psicotropa. C'è chi abbandona, già nel periodo di prova, che è quel lasso temporale dove l'azienda esegue dei test sulla "risorsa umana", mentre la risorsa umana esegue un test sull'organizzazione dell'azienda e sul suo livello di tossicità. E' una sorta di audit bifronte e c'è chi è disposto a prendersi qualche giorno di ferie per capire l'aria che tira nel nuovo ambiente di lavoro. 

Se non si è nella fase "...qualsiasi cosa sarà sempre meglio di questa azienda di merda...", può essere utile prendere in considerazione alcuni dati di fatto, frutto delle esperienze dei lavoratori più anziani:

Ci sono aziende nelle quali se non fai almeno 12 ore in azienda rubi lo stipendio... a quelle, no grazie.

Ci sono aziende nelle quali il titolare assomiglia a un proprietario terriero della Georgia del sud e che pensano esista ancora la schiavitù ... a quelle, no grazie.

Ci sono aziende che si impadroniscono anche di tutto il tempo libero dei loro collaboratori... a quelle, no grazie.

Ci sono titolari di azienda che si lamentano dei clienti i quali dovrebbero accettare i suoi prodotti di merda senza fiatare... a quelli, no grazie.

Ci sono titolari di azienda che pensano di essere loro a pagarti e non l'utilizzatore finale, che per questa ragione hanno un bilancio che traballa, ma nonostante ciò difendono status quo e benefit personali... a quelli, no grazie.

Ci sono titolari di azienda convinti che la retribuzione sia un benefit ed una concessione generosa, pretendendo in cambio un atteggiamento riconoscente...a quelli, no grazie.

Ci sono titolari di azienda che "siamo una grande famiglia", esigono fedeltà, affetto, empatia, riconoscenza, gioco di squadra e disponibilità ma ti licenziano con un messaggio su whatsapp o su twitter... a quelli, no grazie.

Ci sono (im)prenditori che odiano le misure a sostegno dei lavoratori più fragili ma considerano un diritto e sono in prima linea quando si tratta di succhiare soldi allo Stato...a quelli, no grazie.

Ci sono titolari di azienda convinti di essere solo loro a sostenere l'economia del paese e convinti che le retribuzioni sono un costo aziendale da abbattere...a quelli, no grazie.

Piuttosto di avere a che fare con certi (im)prenditori, ladri di tempo altrui, mi sparo in bocca, una metafora per dire che il mio corpo, a loro, reagisce male perdendo capelli nel caso migliore e con il fuoco di Sant'Antonio nei casi peggiori.

Auguri a tutti i disperati senza vie d'uscita, le cose peggioreranno.

I soldi non sono tutto nella vita se per loro rinunci a vivere

Alla prossima.

P.S. Angurie e meloni hanno bisogno d'acqua. Ripeto: Angurie e meloni hanno bisogno d'acqua.

giovedì 17 novembre 2022

Johnson Compact termoventilatore (manutenzione)

Sta arrivando il generale inverno e qualcuno che suggerisce di fare gli acquisti di oggetti fuori stagione (per risparmiare) si ricorda che è il momento di accendere i termoventilatori. Stessa cosa quando iniziano i primi caldi e serve il ventilatore. Come ogni anno, ad ogni cambio stagione, quando si ripongono gli elettrodomestici "stagionali" usati, non si è mai propensi a pulirli per bene, rinviando il problema. Succede con i termoventilatori ma il discorso vale anche per i ventilatori che si usano in estate. Risultato? lo sporco accumulato resta al suo posto e dato che l'elettrodomestico viene ripreso quando serve (e si ha fretta di usarlo), si rinvia ogni volta la sua pulizia e manutenzione, è un classico. 

Tutti gli elettrodomestici che usano una ventola soffrono dello stesso problema...la polvere che si accumula. Con il tempo ci si ritrova così' con delle ventole e delle griglie/filtri di aspirazione quasi completamente ostruiti. Quindi, acquisti fuori stagione sì ma la manutenzione solo quando serve... e naturalmente è pure urgente "che io non posso stare al freddo/caldo" a seconda del periodo ma comunque devo spendere poco. Vabbè, valli a capire tu gli unani.

Lasciamo stare il discorso sul tipo di polvere, lanuginosa, pelosa, bianca o grigia, nera dove c'è un caminetto a legna o marrone, grassa e collosa per gli ambienti frequentati da fumatori... ogni tipologia di polvere accumulata necessita di un trattamento di pulizia diverso. 

Questa è molto lanuginosa, soffice e leggera, per cui è sufficiente un mini aspirapolvere e un lavaggio in acqua tiepida con sapone potassico per le parti in plastica. Disassemblare questo ciòttolino è un gioco da ragazzi, ci può riuscire persino un ingegnere. 4 viti sul retro per i due gusci appoggiati (niente incastri malefici), 2 viti a supporto del gruppo resistenza/ventola ed il cavo di alimentazione con un mammuth da separare per sfilarlo. Niente di particolare. Per il gruppo resistenza/ventola il problema è rimontarle... se non si hanno particolari abilità è meglio desistere ed optare per l'aria compressa.

Occorre fare molta attenzione a non piegare la resistenza e metterla in corto. Se alcune spire si dovessero toccare fra loro, la resistenza sarà minore, quindi più corrente, quindi più calore, quindi rischio incendio... io l'ho detto...'azzo mene, 'azzi tuoi. 

Il gruppo motore/resistenza va pulito con un pennellino molto morbido ( per questa tipologia di polvere) accanto alla bocchetta di aspirazione in modo da non rimettere in circolo lo sporco accumulato. Alla peggio un pò di aria compressa per i punti più difficili (all'aperto mi raccomando) magari usando una mascherina (in questo caso sì, utile a differenza di quando la si usava in piena pandeminchia). In caso di sporco "grasso" occorre andare più a fondo nello smontaggio ed usare degli sgrassanti appositi per le parti elettriche. Smontare la ventola dall'asse del motore? lasciare perdere.

Si sà già che a fine inverno il ciòttolino si riempirà di sporco e verrà riposto "tal quale", per la fretta di finire il cambio stagione, procrastinando la manutenzione e richiederla urgentemente quando non se ne potrà fare meno.... così il lavoro si accumula nello stesso periodo e ... "signora, non ce la faccio per domani, mi spiace, non prima di una settimana... se va bene " 

Certo che 2000 watt (2 kilowatt) per qualche ora al giorno, tutti i giorni, per due o tre mesi... con la crisi energetica in atto.... conviene proprio od è meglio mettersi un maglione in più e dei calzini di lana pesante?... alla prossima.

Il nido di vespe è vuoto. Ripeto: il nido di vespe è vuoto.


mercoledì 9 novembre 2022

UPS Microdowell B-100 - rip

Era il lontano 13 novembre 2011 quando avevo adottato questo UPS, orfanello abbandonato dal suo padrone cattivo. Lo avevo adottato con amore paterno, insegnandogli a funzionare per bene ed aiutarmi nel mio duro lavoro, senza interruzioni. 

Dopo 11 anni di onorato servizio, umilmente, in silenzio e senza mai avanzare una pretesa o profferire un lamento... ZAP!! un maledetto fulmine cattivissimo si insinua nella rete elettrica e lo uccide all'istante! Che ti aveva fatto di male? Forse lo hai ucciso perchè forniva elettricità anche quando la facevi saltare? E' solo una questione di invidia?

Maledetto fulmine, credi davvero di averlo eliminato per sempre? Forse non sai che, nonostante il suo creatore si sia portato nella tomba il suo segretissimo schema elettronico, aveva dato in tempo utile precise istruzioni per donare i suoi organi. 

Grazie al fulmine assassino, caro, stimato ed amato UPS, una moltitudine di tecnici potranno tenere in vita i loro figlioli, tuoi fratelli, o usare le tue parti per dare vita ad altri progetti e conferirti l'immortalità che meriti. Grazie di tutto e riposa in pace. Alla prossima. 

P.S. i totani sono nel materasso. Ripeto: i totani sono nel materasso.

martedì 8 novembre 2022

Forbice da cucina (restauro - riparazione plastica)

Nei momenti di tristezza, sconforto post-elezioni, depressione... accentuati dalle reazioni della società che giudica gli asperger come malati, deficienti, dementi e via dicendo, non trovo cura migliore che concentrarmi a riparare e restaurare qualcosa. Devo tenere la mente occupata (come non lo fosse già abbastanza, oltre i limiti di voi unani) e distrarmi. Una distrazione che non risolve il problema di fondo, ma allevia un pò la pressione anche se è un pò come girarsi dall'altra parte e fare finta di niente. Ma torniamo a noi.

In cucina, una forbice a portata di mano serve sempre, per aprire le confezioni, spesso aggredite con i denti (per chi li ha ancora sani) o a forza di bicipiti e pettorali per le generazioni meno stagionate. Questa forbice è finita in pensione, sostituita da altri due modelli "titanium coated" presi dagli scaffali dei cinesi colmi di prodotti che ultimamente stanno raggiungendo i prezzi occidentali. Un tagliente seghettato, l'altro a filo, hanno sempre fatto il loro dovere. 

Purtroppo la ruggine e la plastichetta che ricopre i manici iniziano a fare il loro dovere, ovvero la prima a formarsi sul presunto acciaio INOX, la seconda a rompersi inevitabilmente (e lo fa apposta, lo sò). 

Per la ruggine nessun problema, anche perchè, per fortuna, le due lame sono tenute assieme da una vite rimovibile (e sostituibile) con tanto di rondella spezzata e tappo rimovibile...grande! si smonta ed è più facile pulire. Un multi tool e spazzolina metallica sono sufficienti per togliere ruggine e sporco accumulato negli interstizi, magari aiutandosi con le pietre abrasive dove occorre o con gli inserti per lucidare. Pietra abrasiva anche sul tagliente per affilare (poi vediamo come rifinire con un'affilatura giapponese). Pulizia finale con sgrassante ed alcool isopropilico.

Per la plastichetta è un pò diverso. Mancano alcune parti ed i manici presentano delle crepe abbastanza estese anche se non preoccupanti. Come riparare e rigenerare le parti mancanti?. In mancanza di specifici attrezzi, si può provare a fondere del PLA con una punta calda (PLA dalle fascette stringi cavi, è ottimo) e riempire le mini crepe con della supercolla cianoacrilica. L'anima metallica dei manici dovrebbe impedire ulteriori rotture in quei punti critici e la supercolla, molto liquida, riempire per capillarità gli spazi e tenere le parti assieme, irrigidendole il giusto. 

Quella precedente è una soluzione da unani.... molto tempo fa ho acquistato una 3D PEN, una sorta di stampante 3D ma manuale, ovvero la 3D printer dei poveri. Quale altra ghiotta occasione come questa per metterla alla prova? l'idea è quella di ricostruire i pezzi mancanti e riempire le crepe dei manici. Per i pezzi mancanti, si può depositare il PLA fuso direttamente sull'acciaio (tanto lì sicuramente non si attacca). Le crepe invece vanno preparate creando una scanalatura ad U con la spazzolina metallica rotante del multi-tool, un pò come si fa per preparare i pezzi a V, da saldare a filo quando le parti sono ad alto spessore. Si passa e ripassa con la penna 3D (180 gradi circa), a mani incrociate ed a zig zag, sino a riempire la scanalatura o ricostruire le forme, si lascia raffreddare per bene e si procede con delle limette di precisione per portare a pari la giuntura. Raccomandabile la velocità minima, per una maggiore precisione. Con la punta ceramica inoltre è meglio pre-riscaldare le parti da unire, così il PLA si appiccica meglio (preriscaldare con pistola termica al minimo o con un asciuga capelli alla massima potenza). Per un risultato superbo e definitivo, si deve far compenetrare il materiale di apporto con quello originale del pezzo in riparazione. Ci si aiuta con un pirografo da legno e punta a scalpello. Si procede esattamente come già visto nel post precedente (riparazione parti in plastica)

Come risultato parziale, grezzo, si ottiene una superficie "a gobbe", che permette di controllare se è il caso di riempire ancora, immaginando un pò il risultato da ottenere. Poi viene la fase più tediosa....limare, limare, limare... per conferire esteticamente un aspetto un pò meno post apocalittico. L'obiettivo è quello di rendere invisibile la riparazione, per quanto si può. E' quindi importante usare delle limette di precisione partendo con quelle per sgrossare e procedere poi con quelle da finitura. Periodicamente è meglio pulire la lima che si impasta con la plastica. Al termine si procede con carta vetrata a grit crescenti da 200 a 1000. Se ci si accorge di aver lasciato degli avvallamenti è sempre possibile ripartire, aggiungere materiale, limare e rifinire oppure prendere la limatura di plastica, metterne un pò negli avvallamenti e saldare con alcune gocce di supercolla che verrà poi limata a pari.

A seconda del risultato da ottenere è possibile arrivare a degli ottimi risultati, ma dato che nessuno al mondo è disponibile a retribuire adeguatamente una giornata di "lavoro", dato il modesto valore economico del pezzo da riparare, ci si può fermare al livello di finitura che si vuole. 

Personalmente, ma non è questo il caso, preferisco che la riparazione si veda, magari usando PLA di colore diverso, che contrasti bene con l'originale. Così perchè voglio ricordarmi di trattare con cura gli attrezzi, a monito futuro. Sto ancora usando utensili acquistati più di 45 ani fa, sembrano nuovi e funzionano benissimo.... anche così si boicotta il consumismo sfrenato, si risparmia, si boicottano i commercianti low-quality #tuttoaduneuro e si protegge l'ambiente... un consiglio da un vecchio nonno in vena di predicozzi e spiegoni... fate tesoro dei buoni esempi, sempre, grazie. Alla prossima. 

P.S. Rigoletto recita in soffitta. Ripeto: Rigoletto recita in soffitta.

il sapere professionale (riflessione)


<riflessione>Il sapere professionale è da intendersi come un insieme unitario in cui interagiscono: 

  1. conoscenze personali, 
  2. teorie di riferimento, 
  3. competenze operative, 
  4. modi di essere e capacità. 

ecco... sicuramente conoscerete una moltitudine di sedicenti "professionisti", i più con tanto di titolo accademico di stato, master, certificati e stelline di latta usate per cercare goffamente di elevarsi e distinguersi dalla massa per essere scelti dal mucchio. 

E' noto, ai più attenti, che gli allocchi facenti parte del "mercato" (i potenziali clienti) sono molto sensibili a specchietti e perline colorate, le stesse che venivano regalate alle tribù scoperte dai colonizzatori in cambio del loro oro. 

E' altresì noto che la tecnica delle mostrine esibite, non funziona più da tempo. Così come è vero che il titolo accademico, tanto esibito come "garanzia" di professionalità, non certifica l'intelligenza di chi lo possiede. Inoltre il titolo accademico, certifica solo il possesso della conoscenza delle teorie di riferimento (punto 2 dell'elenco su esposto) e pertanto NON certifica il sapere professionale.

Oggi, ogni individuo può autonomamente (di)mostrare, cosa sa, cosa sa fare, come lo sa fare, perchè lo sa fare e come lo ha già fatto... in pratica il sistema di esami e conferimento di titoli e certificazioni tramite la sacra commissione di parrucconi non ha più senso, reso obsoleto dalla rete. Le informazioni per giudicare, valutare, selezionare ci sono e sono disponibili gratuitamente a chiunque. 

Chi effettivamente possiede il sapere professionale non ha bisogno di sbandierare sui social delle goffe quanto ridicole azioni di marketing. </riflessione>

Alla prossima.

P.S. la nutella è finita. Ripeto: la nutella è finita.