Quante persone si sentono a disagio sul luogo di lavoro ma non cercano un cambiamento per paura delle incognite di un futuro incerto? C'è chi si sa "adattare" e chi invece non è disposto a subire le angherie di certi imprenditori isterici e strafatti di non si sa bene quale sostanza psicotropa. C'è chi abbandona, già nel periodo di prova, che è quel lasso temporale dove l'azienda esegue dei test sulla "risorsa umana", mentre la risorsa umana esegue un test sull'organizzazione dell'azienda e sul suo livello di tossicità. E' una sorta di audit bifronte e c'è chi è disposto a prendersi qualche giorno di ferie per capire l'aria che tira nel nuovo ambiente di lavoro.
Se non si è nella fase "...qualsiasi cosa sarà sempre meglio di questa azienda di merda...", può essere utile prendere in considerazione alcuni dati di fatto, frutto delle esperienze dei lavoratori più anziani:
Ci sono aziende nelle quali se non fai almeno 12 ore in azienda rubi lo stipendio... a quelle, no grazie.
Ci sono aziende nelle quali il titolare assomiglia a un proprietario terriero della Georgia del sud e che pensano esista ancora la schiavitù ... a quelle, no grazie.
Ci sono aziende che si impadroniscono anche di tutto il tempo libero dei loro collaboratori... a quelle, no grazie.
Ci sono titolari di azienda che si lamentano dei clienti i quali dovrebbero accettare i suoi prodotti di merda senza fiatare... a quelli, no grazie.
Ci sono titolari di azienda che pensano di essere loro a pagarti e non l'utilizzatore finale, che per questa ragione hanno un bilancio che traballa, ma nonostante ciò difendono status quo e benefit personali... a quelli, no grazie.
Ci sono titolari di azienda convinti che la retribuzione sia un benefit ed una concessione generosa, pretendendo in cambio un atteggiamento riconoscente...a quelli, no grazie.
Ci sono titolari di azienda che "siamo una grande famiglia", esigono fedeltà, affetto, empatia, riconoscenza, gioco di squadra e disponibilità ma ti licenziano con un messaggio su whatsapp o su twitter... a quelli, no grazie.
Ci sono (im)prenditori che odiano le misure a sostegno dei lavoratori più fragili ma considerano un diritto e sono in prima linea quando si tratta di succhiare soldi allo Stato...a quelli, no grazie.
Ci sono titolari di azienda convinti di essere solo loro a sostenere l'economia del paese e convinti che le retribuzioni sono un costo aziendale da abbattere...a quelli, no grazie.
Piuttosto di avere a che fare con certi (im)prenditori, ladri di tempo altrui, mi sparo in bocca, una metafora per dire che il mio corpo, a loro, reagisce male perdendo capelli nel caso migliore e con il fuoco di Sant'Antonio nei casi peggiori.
Auguri a tutti i disperati senza vie d'uscita, le cose peggioreranno.
I soldi non sono tutto nella vita se per loro rinunci a vivere
Alla prossima.
P.S. Angurie e meloni hanno bisogno d'acqua. Ripeto: Angurie e meloni hanno bisogno d'acqua.
Nessun commento:
Posta un commento