martedì 25 maggio 2021

Z-coil rebuild (parte 1)

La necessità aguzza l'ingegno e quando mi metto in testa di fare qualcosa, difficilmente demordo, ci volessero anni. Testardo come un mulo, ad ogni rifornimento di atomizzatori mi ritrovo a bestemmiare in 12 lingue, al momento del pagamento. Il mio obiettivo è da sempre quello di spendere il meno possibile, non per taccagneria ma per i soliti motivi che ho spiegato mille mila volte in moltissimi promemoria qui già pubblicati. 

Da un pò ho cambiato meotodo di svapo. E' la terza volta in più di ventanni da quando ho iniziato. La scelta attuale è ricaduta sugli Zlide della Inn*kin con i suoi Z-coil. Metodo adottato per la praticità di rifornimento del liquido da svapo, che si puà fare al volo senza trafficare troppo con tappi da svitare ed avvitare, teste da smontare, bocchini da togliere, e-cig da capovolgere e via dicendo.

Il problema è il costo degli atomizzatori... c'è un innegabile vantaggio nella semplicità dei serbatoi "sub ohm". Le bobine prefabbricate funzionano in modo eccellente e sono facili da installare e utilizzare, ma qualcuno spaccia le testine di ricambio anche a 3 euro l'uno... una follia. C'è anche un problema ambientale: per un pezzettino di resistenza incrostata e qualche foglietto di cotone bruciacchiato si butta tutta la parte metallica perfettamente integra... un altra follia consumistica inaccettabile. Inoltre può essre considerato un hobby aggiuntivo: lo svapo è un sostituto del fumo, ma gli aspetti più tecnologici lo rendono anche un ottimo hobby. La ricostruzione delle bobine di serie può darti qualcosa di divertente con cui armeggiare.

E così nasce l'esigenza di ricostruirli o rigenerarli in casa. E' ovvio che i produttori non hanno alcun interesse a distribuire delle testine preconfezionate e rigenerabili, così l'ingegnere progettista di turno (il solito demente a contratto) si inventa mille meschini trucchetti costrittivi per impedire la rigenerazione o mettere gli altri in difficoltà

Ma veniamo alla parte pratica. Per rigenerare gli Z-coil occorre prima capire come sono costruiti e con quali materiali, così da poter serializzare il processo di disassemblaggio, ricostruzione e rimontaggio. Ci si scontra però con diversi modelli, funzionalmente identici ma con alcune differenze costruttive che li distinguono fra loro. 

Il principio ovviamente resta sempre lo stesso, quello di sempre. Una resistenza, del materiale assorbente, un contenitore che andrà affogato nel liquido. Negli Zcoil il contenitore che alloggia la resistenza, si trova dentro un "tappo" incastrato a pressione su un corpo cilindrico con base filtettata, che andrà a collegarsi alla batteria. L'abilità del rigeneratore sarà quella di far saltare il tappo senza rompere nulla (o quasi).

Già pensavo di realizzare un estrattore a slitta ma poi ho visto che con una chiave a pappagallo ed una pinza si riesce lo stesso, senza stringere troppo o deformare il metallo. Un movimento circolare, tirando un pò, delicatamente, fa staccare le due parti.

Nell'estrarre l'elemento riscaldante, è inevitabile romperlo. Le incrostazioni all'interno, l'attrito del cotone "gonfiato" dal liquido ed il poco spazio a disposizione non permettono di estrarre la resistenza senza deformarla ma del resto, è da buttare (impensabile di bruciare le incrostazioni come si faceva una volta, non funziona). Ad ogni modo si riesce a capire come è realizzato il tutto. 

La resistenza è "verticale", con l'asse nella direzione dell'aria aspirata. In un modello è circondata con dei "foglietti" di cotone, mentre in un altro è avvolta con una striscia di cotone. Dalle foto si notano le bruciature, dovute al tiraggio a secco e causa del saporaccio che ci invita a sostituire l'atomizzatore. Dalle foto, vedendo lo stato del cotone, si capisce perchè il dry-burn è sconsigliatissimo.

Lo standard in vigore, maggiormente adottato per il materiale assorbente, attualmente, è il cotone organico giapponese... cos'avrà di meglio quello giapponese non lo so, ma penso al solito demente del marketing che deve sempre creare qualcosa di sofisticato per giustificare i prezzi alti (ed i margini alle stelle).

Ora viene la parte creativa.... non ho il cotone giapponese e non ho soldi per comprarlo, per cui mi dovrò inventare qualcosa di alternativo, tipo una vecchia maglietta bianca da buttare, ma rigorosamente "made in ciaina" (che è geograficamente vicina al giappone, per cui andrà bene lo stesso). Le resistenze... NR-R-NR ne ho da 1,2 ohm, kanthal,... sono quelle che ho avanzato da quando rigeneravo i just-fog ed i phantom... andranno bene... credo utilizzerò anche del cotone idrofilo da farmacia... non sarà giapponese ma chissenefrega, sperimentiamo. 

Devo provare a vedere come infilare la sesistenza nel suo tappino senza pigiarla e senza mandarla in corto... boh... mi inventerò qualcosa di sicuro. Stay tuned. Alla prossima.

P.S. Il facoero ha fame, la giraffa salta. Ripeto: il facocero ha fame, la giraffa salta.

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