mercoledì 29 febbraio 2012

Cartomizer 510 (autopsy & rebuild)

Nel post precedente abbiamo visto la batteria per le e-cig con attacco 510. Ora tocca al cartomizer, quello che fra tutti i sistemi visti costa meno e rende di più in termini di vapore e resa aromatica. Il principio di funzionamento è sempre lo stesso, uguale a quelli visti della serie M40x ma più capiente, quasi il doppio. Un tubo metallico contiene il supporto della resistenza, formato da una scodellina ceramica, sormontata da un tappo di ricarica in silicone trasparente, chiuso sulla sommità dal tappo di aspirazione bianco. La scodellina è montata su un supporto plastico nero che si infila su un tubicino che va a terminare sull'attacco filettato. Un o-ring al silicone assicura la tenuta stagna del liquido per impedirne la fuoriuscita lato batteria. Lo smontaggio si esegue con un attacco per la batteria smontato ed una pinza serrata sul tubo metallico. Si sforza senza premere troppo (altrimenti il tubo si deforma) e si sfila il supporto interno che può uscire lasciando all'interno scodellina e tappo in silicone (ovviamente si strappano i fili ma è meglio così, vedremo poi il perchè). Per far uscire scodella e tappo in silicone basta entrare con un perno della lunghezza adeguata e spingere delicatamente verso il percorso più breve. I componenti disassemblati li si possono esaminare nelle foto. Questo in analisi, è un cartomizer morto dalla nascita. Non so perchè ma, da nuovo appena caricato, non produceva vapore e la resistenza misurata era 10 volte quella nominale. Alimentato con un paio di batterie cariche da 3,7 volts ha resistito (ovviamente) per 4 o 5 tiri, poi è "scoppiato", resistenza fusa nel punto di maggior calore. Occasione ghiotta per un esperimento. A vedere i pezzi così smontati (e puliti che sono nuovi praticamente mai usati), viene voglia di ricostruire la resistenza e sfruttare il wick nuovo nuovo (che il fornitore non ce l'ha, lo deve riordinare e non appena arriva ne compro un centinaio di metri). Il filo per la resistenza ce l'ho già, lo si trova nei negozi on-line di e-cig ma mi sa che procederò con degli esperimenti per trovare qualcosa di simile facilmente reperibile in casa...magari qualche filo di rame di qualche motorino per i lettori CD. Per il wick mi sa che tenterò alcuni esperimenti con altri materiali (ci devo ancora pensare visto che avrei altri cartomizer da rigenerare e ricostruire)...vorrei provare con il filo in fibra di vetro ma non mi sembra che quello rinvenuto lo sia, sembra più cotone o fibra sintetica poco resistente al calore. Bene, gli ingredienti per ora ci sono. Basta solo trovare la lunghezza ottimale del filo per produrre la giusta resistenza e stagnare le due estremità con l'accortezza di far passare uno dei due fili nel foro presente nella scodellina e collegarlo all'asta di supporto. L'altro capo va portato nella ghiera filettata....sarà un impresa credo che il filo è sottilissimo e per farlo stare al suo posto dovrò inventarmi qualcosa che non mi faccia perdere troppo tempo. Il tutto va poi infilato nel tubicino (che avremo recuperato integro nello smontaggio) e tutto dovrebbe tornare come nuovo... così evito di dover ordinare due scatoline alla volta, visto che i negozi on-line di e-cig hanno dei seri problemi di approvvigionamento del loro magazzino.
Credo sia per vari motivi: evitare scorte eccessive in giacenza anche se le scorte sembrano finire nel giro di pochissimi giorni, difficoltà ad anticipare le somme per gli ordini (ed i guadagni vanno tutti in spese??), la dogana che per grossi quantitativi sembra fermi i pacchi indefinitamente ed altri problemi minori, tipo la lentezza dei cinesi che saranno anche miliardi ma a lavorare bene nemmeno a pensarci. Aggiornerò il post o ne farò uno nuovo per riportare i dati tecnici di rigenerazione. Risparmio spinto al massimo e sciopero della spesa mode: on. Alla prossima. 

P.S. the job is over. Ripeto: the job is over. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

wow, grazie. finalmente capisco. Se puoi mi metti una foto di una resistenza "esaurita"? grazie e ciao.