sabato 4 febbraio 2012

Alimentatore switching TAD437E8E (parte 1 - reverse engineering)

Sto progettando un sistema per la videoconferenza e l'e-learning. Mi serve un auricolare senza filo per evitare l'impiccio di quelli che si avvolgono a molla. Devo avere il piano di lavoro completamente sgombro se voglio lavorare meglio. Quale scelta "migliore" che un auricolare bluetooth?? La scelta ricade su un modello preso tempo fa presso un bandito dell'informatica, uno di quelli che semina volantini cartacei promettendo cellulari a prezzi stracciati che però se si arriva primi all'apertura del negozio i 100 pezzi promessi sono già stati tutti venduti...a chi?? a nessuno, è una truffa ed il commerciante ci ride e scherza su come se nulla fosse...maledetto bastardo. Aspetta che il 117 lo chiamo io ed un controllo della guardia di finanza non te lo leva nessuno. Comunque, già che ero lì (la truffa ha funzionato) prendo due auricolari in svendita a 9 euro l'uno e li metto da parte, non si sa mai, possono diventare utili come ricetrasmittenti per il quadcopter in corso di progettazione. Oggi li riprendo in mano per l'uso e mi accorgo che un alimentatore da muro per caricare la battteria è morto. L'avrò usato sì e no un paio di volte. 
Ok, niente panico. Per aprirlo basta rimuovere l'etichetta con i dati di targa e svitare la vite con testa a croce in prossimità del cavetto in bassa tensione. Il circuito è talmente semplice e scarno che decido di tirarmi fuori lo schema ancor prima di farmi venire l'idea di andare a chiederlo al produttore cinese. Il metodo per il reverse engineering del circuito stampato lo abbiamo già visto nei post precedenti. Si sovrappongono due foto in trasparenza (una va speculata) lato componenti e lato piste di rame e con un pò di pazienza si ricostruisce lo schema. Poi si desumono con analisi visiva le caratteristiche e valori dei componenti ed il gioco è fatto. Con circuiti così semplici è abbastanza facile e serve come allenamento per quelli più complessi. 
Cosa sarà mai saltato in questo circuito? Un transistor, quattro diodi, un trasformatore, quattro condensatori e quattro resistenze.  Devo ancora vedere... non si notano bruciature ma mi basterà un quarto d'ora per capire cosa sia successo e non credo che i componenti siano difficili da reperire come parti di ricambio (li devo ancora ispezionare per bene). Lo do per riparato dai, non ci credo che sia da buttare, ma non mancherò di aggiornare questo post con lo schema ricostruito ed ulteriori informazioni. Vorrei tanto che anche gli altri imparassero a gettare di meno e ripararsi in casa le cose, giusto per acquisire la consapevolezza che questo pianeta ha un gran bisogno di "gente come noi" se vogliamo lasciarlo anche ai nostri eredi. Alla prossima. 

P.S. il tacchino è nel forno. Ripeto: il tacchino è nel forno. 

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