sabato 1 agosto 2009

Riparare l'alimentatore della fonera

Una casuale ispezione periodica alla sala server che governa la domotica della mia abitazione e mi accorgo di un guasto. La fonera (www.fon.com) che condivide la mia connessione ADSL (e qui lo ricordo è perfettamente legale contrariamente a quello che dicono certi troll illuminati e male informati) è spenta. Why? Si sarà mica guastata?. Per fortuna no. E' solo un problema dell'alimentatore. Di ordinarlo nuovo nemmeno a parlarne... di portarlo da un riparatore men che meno, sono infatti sempre pronti a dire "non conviene...buttalo e comprane uno di nuovo". Branco di deficienti. Vi dimostro che avete torto marcio! Conviene riparare e decido per il "fai da te", così faccio un pò di pratica e risparmio qualche euro che mi serve resti in tasca. Decido quindi per la riparazione....senza alcuno schema. Nessuno si è mai preso la briga di pubblicarlo, forse per proteggere un segreto industriale da custodire gelosamente quasi fosse un vantaggio competitivo vitale per l'azienda produttrice. Stiamo parlando di un alimentatore switching da 5 volts 2 ampère, ovviamente made in cina visto che qui nessuno ha più voglia di lavorare salvo adoperarsi per fare posto all'attività di fare soldi sulle spalle degli altri senza produrre nulla di utile. Ad ogni modo vediamo come fare per una riparazione:
Premessa: ATTENZIONE - rischio di scosse mortali. Questo tipo di alimentatori lavorano in alta frequenza ed alte tensioni. C'è il rischio di restare fulminati. Uomo avvisato mezzo salvato. Se non avete nozioni sul funzionamento di tali circuiti e su come trattarli lasciate perdere e dedicatevi ad altro.
Primo Step: apertura del contenitore. E' un guscio saldato ad ultrasuoni, un sistema molto in voga per i produttori di apparecchiature usa e getta, economico, rapido e conveniente per il reparto commerciale. Si prende una lama da seghetto per il ferro, senza supporto che pesa ed ingombra. La si appoggia sulla scanalatura in prossimità della spina e si inizia pazientemente e lentamente avanti ed indietro...a mano, tenendo orizzontale la lama per un taglio dritto e profondo uniformemente. Ci si ferma appena si sente che i dentini della lama iniziano a "grattare" su qualcosa di più duro... il circuito stampato interno od i componenti elettronici. Guai ad andare giù con forza, si rischia di tagliare l'elettronica con conseguenze immaginabili. Evitare la lama diamantata del Dremel o simili, in quanto difficilmente si riuscirà a produrre un taglio dritto, uniforme e profondo quanto basta. Non c'è miglior controllo al mondo che le proprie mani... o una CNC non alla portata di tutti. Con la lama si pratica un incisione sui tre lati da dove non fuoriesce il cavo elettrico. Sui quattro angoli si fa "dondolare" il seghetto avanti ed indietro per seguire la curvatura della saldatura. Con un pò di pazienza si riesce ad eseguire un taglio perfetto.
Secondo Step: Apertura del guscio. Occorre smuovere alternativamente a destra e sinistra il coperchio per staccare il lato non tagliato che presenta un foro quadrato per il cavo di alimentazione in uscita. Pian piano, senza sforzare troppo, si riesce a togliere il coperchio. Non tirare troppo per non strappare i fili che partono dalla spina 220 volts e vanno al circuito.
Terzo step: Estrazione del circuito dal guscio. Si tira il circuito stampato con un pò di sforzo tenendolo per la sua sporgenza. Non prendere e tirare i componenti, non fare leva con cacciaviti o altro. Nella parte posteriore interna, c'è un foglietto di gommapiuma inserito per "ammortizzare" il tutto che risulta solo "incastrato" senza viti di fissaggio.
Quarto step: Analisi ed ispezione interna. La prima cosa da controllare è il fusibile, che risulta racchiuso dentro un tubetto nero di gomma termo-restringente. Si prende un cutter e si pratica un incisione longitudinale. Nel mio caso il fusibile è risultato bruciato e va sostituito con modello analogo da 1 Ampère 250 volts. Evitare di accendere l'alimentatore dopo la sostituzione... si rischia di amplificare il danno che sta a valle...se è saltato il fusibile un motivo ci sarà vero?? Ho usato un fusibile di recupero fra i tanti che ho pazientemente raccolto nel tempo (negli alimentatori switching da PC ce n'è almeno uno).
Quinto step: Controllo dei componenti. Il primo componente che si incontra è un condensatore in poliestere, ai cui capi è collegata direttamente la tensione di rete. Lo si dissalda e lo si testa con un capacimetro. Risultato: ho misurato una capacità diversa dal valore di targa 0.22 uF, per cui se lo avessi provato con un tester non mi sarei accorto del guasto. Una rapida frugata nel contenitore dei condensatori di recupero mi ha aiutato a trovarne uno di dimensioni quasi uguali. Il componente successivo è una doppia bobina avvolta su un nucleo di ferrite che compone il filtro LC di ingresso che sfrutta la reattanza capacitiva del condensatore ed abbassa la tensione di rete ad un valore accettabile. Da un ispezione visiva, in assenza di bruciature, ho deciso di non testare il componente in quanto difficilmente può essere sede di guasti. Lo stadio successivo è composto dal classico ponte a diodi (4 x 1N4007) ed un condensatore elettrolitico di livellamento da 22 uF 400V. Per provare i diodi occorre dissaldarne almeno un terminale e con un tester provare la conduzione in un senso solo. Per fortuna i 4 diodi sono risultati ok mentre anche il condensatore elettrolitico è andato...interrotto. Reperirne uno delle stesse dimensioni non è stato uno scherzo ma alla fine sono riuscito a trovarne uno simile. Non ho proseguito oltre con l'analisi dei componenti in quanto la bruciatura di un fusibile in ingresso, statisticamente indica un problema proprio nello stadio iniziale e l'integrità dei diodi mi ha permesso di supporre che i circuiti di regolazione fossero a posto.
Nel sostituire il fusibile sono riuscito anche a recuperare i due cappellotti che lo tengono fermo e ne permettono la saldatura. Con una pinzetta di cerca di sfilarli dal vecchio fusibile e con una morsa si inseriscono nel fusibile nuovo, senza premere troppo per evitare il rischio di rottura. Per sicurezza occorre proteggere terminali e corpo del fusibile con del tubetto termo-restringente.
Il risultato del collaudo, dopo aver rimontato il tutto e chiuso il contenitore con del nastro telato extra-forte, è stato positivo. Un successone, spesa zero per 15 minuti di lavoro, alla faccia dei riparatori svogliati dal "non conviene" facile. Ora l'alimentatore funziona alla grande e la discarica si sente orfana dell'ennesimo rifiuto tossico nocivo... alla prossima.

P.S. La misura non usura. Ripeto: La misura non usura.

1 commento:

Mic ha detto...

Bravissimo! Mi hai convinto la prossima volta che incontro un alimentatore guasto...ti contatto :)

ciao