lunedì 1 settembre 2008

il tuttofare (informatico)

Sono stato in visita presso l'abitazione di un Collega, di quelli che si occupano di incarichi di alto livello come auditor in sicurezza informatica e certificazioni iso 27000. E' un caro amico e mi trovo volentieri a discutere con lui della professione di informatico, del futuro di questo lavoro, fantastico e bastardo allo stesso tempo. Lui ha un figlio appena laureato ed è inevitabile che le nostre preoccupazioni siano rivolte ai giovani. Durante la conversazione, il figliolo inizia ad intervenire per raccontare le sue esperienze di ingegnere nei rapporti con i clienti. Inevitabile, dopo i racconti delle richieste più assurde e i suggerimenti per come evitarle, visto che cambiano i tempi ma le persone restano sempre dei deficienti e si riproducono pure, spostare il discorso sui compensi (sempre miseri in rapporto all'impegno profuso) ed alla fine sulla "concorrenza".
Sembra strano, ma gli informatici sono quella categoria che vede l'operato dei 'concorrenti' come lo schifo più totale. Ipercritici all'inverosimile. Infastiditi sempre dalle soluzioni altrui con la presunzione di poter offrire la soluzione migliore. Si va sempre a finire con il giudicare certi informatici come smanettoni, incompetenti, tirafili... improvvisati. Il problema nasce dal fatto che l'informatica è una scienza molto giovane e gli informatici difficili da riconoscere, data l'enorme mole di specializzazioni. A contribuire a questa confusione, che lo ricordo spesso parte da noi stessi, contribuiscono quelle persone che si buttano nell'informatica in quanto si crede sia un vero affare. Ed ecco fiorire le iniziative pubblicitarie più bizzarre che relegano il lavoro dell'informatico come un attività di ripiego, facile da intraprendere e gestibile come "riempitivo". Basta vedere il volantino pubblicitario che mi è stato consegnato in visione quella sera.
Lui:"Guarda come siamo ridotti!.." esordisce il giovane con un gesto quasi di stizza. Mi è venuto da sorridere ed ho detto "Boh, mi sembra che sia ridotto male chi quella pubblicità la fa, mica è un concorrente quello...tu lo vedi come un concorrente??"
Lui: "certo che no! io sono ingegnere! ma così si crea confusione nel mercato e ci vedono tutti come quello lì"
io:"...ma non avrai intenzione di specializzarti nel creare paginette web vero? che hai studiato a fare allora?"
Lui: "ok, ma la gente si fa un idea sbagliata degli informatici".
io:"Certo, e sta a te cogliere l'occasione per far comprendere che lo è, se sei un informatico di quelli tosti..."
Quest'ultima risposta deve averlo fatto riflettere e ripensare al suo atteggiamento. Sono stato giovane anche io, principiante come tanti e per di più senza un titolo di studio specifico (che il diploma in informatica ai miei tempi nemmeno esisteva). All'inizio, per emergere e ritagliarmi il mio spazio, ho dovuto inventarmene di tutti i colori, lottare contro certi informatici idioti (che a descriverli si potrebbe scrivere un enciclopedia) e sto lottando ancora oggi per il mio posticino. Non mi sono mai svenduto come tuttofare informatico ma sicuramente ho sempre dimostrato un grande rispetto per i concorrenti, cercando di fare meglio e di più con lo studio, l'aggiornamento, i sacrifici. Non mi sono certo soffermato a denigrare gli altri per dire che ero più bravo, ma ho sempre cercato di dare dimostrazione delle mie capacità, con i fatti. Purtroppo è una buona abitudine ormai scomparsa. I giovani d'oggi pensano che la laurea dia loro chissà quale diritto e di fare qualche sforzo nemmeno a parlarne. Che tristezza. Dimenticano che la "pappa pronta", col tempo occorre prepararsela da soli e che ciò che hanno è spesso frutto di sacrifici e rinunce dei genitori. Nell'informatica c'è talmente tanto spazio per tutti che trovo assurde certe lamentele. Comunque, c'è sul mercato un nuovo informatico tuttofare, che fra un lavoro di giardinaggio, di idraulica o muratura, realizza software gestionali, pagine web e ti ripara pure il computer. Che vuoi di più dalla vita? Un abbraccio.

P.S. Spingere il carro davanti ai buoi. Ripeto: Spingere il carro davanti ai buoi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Grandioso. sono d'accordo che i tuttofare informatici non danneggiano la categoria. A questo ci pensano gli informatici laureati. Ma è scorretto parlare di "categoria". Gli informatici non si sanno riconoscere nemmeno fra loro, tanto invidiosi l'uno dell'altro come sono, figuriamoci se saprebbero mai unirsi sotto un unico gruppo, a meno che non sia una legge ad obbligarli, e sembra sia proprio questo che aspettano e che vogliono.... che tristezza.
Ciao unamico

untecnico

Anonimo ha detto...

"paginette web" ???
a parte il fatto che le paginette web oggi sono saas e contengono fior di applicativi....ma dire una cosa del genere a un giovane laureato non va contro il discorso dell'adattarsi, dei sacrifici e del fare la gavetta???

Da: un informatico con diploma, laurea e specialistica conseguita all'estero che ha più di 40 anni

Anonimo ha detto...

...se leggi bene, unamico ha espresso proprio lo stesso concetto. Scacrifici per dimostrare il proprio valore con l'esempio, la pratica e non con i titoli. Certo che se ti adatti a sviluppare saas fra un giardino incolto ed un rubinetto che perde, ovvero la "gavetta iformatica" fra mille mila attività che esulano dal contesto... cosa doveva dire? adattati che questo è "cambiamento" ed "opportunità"?

unamico ha detto...

adattarsi, fare gavetta, sacrifici... tutti concetti indotti da chi sfrutta le conoscenze altrui, con il risultato che ci si adatta a fare gli informatici a tempo perso, nonostante anni di studio ed aggiornamenti, per preferire lavori manuali senza sforzarsi ad elevare i propri obiettivi professionali un pò oltre la paginetta a trenta euro cd proposta da moltissimi ingegneri (venduta però come saas eh?) in concorrenza col mondo.