lunedì 28 giugno 2010

Alimentatore SL17-266 (Rexel) riparato

Giornata dedicata a fare un pò di ordine in laboratorio. Dopo una settimana di recupero componenti elettronici, col metodo del ferro da stiro e con l'aria calda, sento la necessità di recuperare un pò di spazio. Lo scatolone con l'hardware in attesa di recupero è già sparito ma gli scaffali sono ancora ingombri di documentazione e carta che il tempo ha reso inutile. Fatta una cernita della documentazione inutile (relativa ad una vecchia attività abbandonata) mi resta una montagna di carta da distruggere e che risulta di difficile riciclo fatto in casa. Tocca al macina documenti, per rispetto della privacy altrui, fare il suo dovere. Dopo tre ore di intenso lavoro, il distruggi-documenti smette di funzionare. L'alimentatore scotta ed a nulla vale sperare che sia entrata la protezione termica. Dopo averlo lasciato raffreddare, dato che ancora non ne vuole sapere di partire, decido di aprirlo per ripararlo. Non mi va proprio di spendere soldi per uno di nuovo e dato che sono in attesa di riparare l'altro (mi manca un solo transistor) decido di aprire ed ispezionare il circuito, già sicuro che il guasto riguarda la parte finale, andata per surriscaldamento. Con grande delusione mi ritrovo di fronte ad uno stupidissimo ponte raddrizzatore con uno stupidissimo condensatore di livellamento... tutto qui!. Pensavo di  dover impazzire con uno switching cinese dalla componentistica esotica.. meglio così. 5  minuti, sostituisco i diodi con degli 1N4007 da 1A ed il gioco è fatto. Sono diodi sottodimensionati ma in nome del riciclo e dello sciopero della spesa, da me indetto a livello nazionale e rispettato ad oltranza, uso quello che ho in casa complice anche la fretta di finire il lavoro e decidere in futuro di progettare qualcosa di più serio. Con l'occasione ho inserito una prolunga per la presa a 230V. Non ne posso più infatti di bussolotti neri attaccati alle prese, che cadono per il peso, ingombrano, impediscono di inserire altri adattatori e sono esteticamente brutti come la fame. ok, posso riprendere il lavoro con l'augurio di aver contagiato qualcuno a non buttare in discarica ciò che si può facilmente fare in casa. Alla prossima.

P.S. Aldo rinuncia all'impossibile. Ripeto: Aldo rinuncia all'impossibile.

giovedì 10 giugno 2010

Una distro linux che abbaia

Stanco di veder il mio vecchio portatile bloccarsi inspiegabilmente dopo l'aggiornamento alla Ubuntu 10.04, deciso di non voler più perdere troppo tempo ad indagare (il tempo è danaro), deluso dal drastico calo di prestazioni dovuto all'introduzione di nuove features su un sistema operativo che sempre più sta scimmiottando l'altro sistema che non voglio più nominare, irritato dalla visione miope di certi programmatori che sempre più si stanno curando poco, o si interessano sempre meno della rapida obsolescenza dell'hardware, ho deciso di formattare l'hard disk di un "vecchio" Compaq Presario P700 e di promuoverlo a miglior vita. La scelta è ricaduta sulla Puppy linux, che tengo d'occhio sin da quando è uscita la prima release... all'epoca era un disastro installarla, difficile per me all'epoca newbie di linux. Sono rimasto sorpreso dai progressi fatti. L'installazione occupa solo 700 mega e non è nemmeno necessario trasferire il tutto sull'hard disk, dato che può funzionare su un live cd. Ho  deciso comunque di installarla sul disco rigido e adottarla come distro ufficiale per il laboratorio. L'unico problema...il layout della tastiera italiana. L'utility grafica di configurazione sembra non funzionare a dovere. Per risolvere la disposizione dei tasti ho modificato a mano la configurazione.
Per prima cosa, per usare l'editor grafico correttamente, ho dato il comando da una console grafica (urxvt):

setxkbmap -layout it

Poi ho editato (a mano con Geany V.0.18 disponibile anche in italiano) il file  /etc/X11/xorg.conf ed ho aggiunto alla fine del file, dopo il testo generato automaticamente dai vari wizard disponibili nella distro, il seguente codice:

Section "InputDevice"
   Identifier  "Keyboard0"
   Driver      "kbd"
   Option      "XkbRules" "xorg"
   Option      "XkbModel" "pc105"
   Option      "XkbLayout" "it" 

EndSection

Alla fine ho riavviato il server X e tutto ha iniziato a funzionare a meraviglia. Il paleo-portatile, mi serve in quanto ha la porta parallela. Per varie ragioni mi serve e poi non mi va di buttare un portatile che ancora funziona a meraviglia. L'avvio e lo spegnimento avviene in pochi secondi, il processore a 1,2 GHz fa il suo dovere, la chiavetta wireless è stata riconosciuta in un attimo, i driver per le schede video ci sono, la grafica (1600x1200) è più che accettabile per un 15" e se manca qualche fronzolo inutile poco mi importa. 
Riflessione. Nel tempo (seguo l'informatica da ormai trent'anni) si sono susseguiti, nell'evoluzione del software, implementazioni realizzate con l'intento di "migliorare" l'uso. Il risultato, in questo mercato contaminato da commerciali disonesti ed utenti idioti ed ignoranti, è stata la proliferazione di codice fondamentalmente inutile e che spesso o non viene apprezzato o non viene nemmeno utilizzato. Che senso ha allora abbellire l'intefaccia se così facendo sono praticamente costretto a prendere un nuovo PC ogni due o tre anni?? Che senso ha aggiornare il software con funzionalità il cui 90% non userò mai? Quello che mi interessa alla fine sono le funzionalità orientate a risultati pratici ed immediati, funzionali ad un attività specifica e personalizzata. Sfondi trasparenti, finestre tremolanti, effetti sonori e altre amenità, servono solo come specchietto per le allodole o come mangime per i polli. E'  una cosa che fa bene al business di persone avide che poco si curano delle effettive necessità altrui. Vabbè, anche per oggi mi sono sfogato  un pò. Alla prossima.

P.S.  Il cane bagnato puzza di cane bagnato. Ripeto: Il cane bagnato puzza di cane bagnato.

sabato 5 giugno 2010

Alimentatore DSA-0151A-12 riparato

E' incredibile quali siano  le motivazioni che spingono le persone a buttare l'hardware. Stavolta è toccato ad uno scanner..."è guasto, non funziona più, ho dovuto prenderne uno di nuovo...". Se lo butti in discarica dallo a me che te lo porto via io...grazie. In laboratorio le prove ed il collaudo... è l'alimentatore andato, mentre lo scanner funziona perfettamente e non è certo da buttare. Nel caso peggiore, con pochi euro si va in negozio e si prende un nuovo alimentatore da 12 volts 1,25 Ampère, minimo. Ma nel mio caso, è sabato, le strade sono affollate da imbecilli in pausa di lavoro solo 2 giorni la settimana, massaie col suv usato per andare a fare la spesa e puttanelle in attesa che arrivi l'ora giusta per ubriacarsi di spritz. Di uscire nemmeno a pagarmi, e poi non voglio inquinare, parcheggiare, zizzagare fra pedoni ubriachi, motociclisti con istinti suicidi e ciclisti maleducati... se posso starmene a casa... preferisco. E' un periodo in cui sono iper impegnato in un mega progetto di bug hunting su un prodotto software open source che sta per uscire...ma una pausa me la prendo.
L'alimentatore è un DVE modello DSA 0151A-12 UP, sigillato ed apparentemente morto. L'apertura col solito metodo del seghetto, già descritto e visto per le riparazioni precedenti, ed il guscio salta via per rivelare l'interno. Il problema salta subito all'occhio non appena si toglie la gommapiuma che tiene fermo lo stampato (famoso metodo cinese). Il fusibile è annerito ed un transistor è disintegrato...brutta storia se non si può leggere la sigla. Fortunatamente, dentro il guscio trovo una briciola di plastica che mi permette di leggere parzialmente la sigla. C945P, è un transistor Philips NPN (general purpose) in contenitore TO92 con Vce 50V Ic 100mA Fortunatamente ne ho un paio nei cassetti che contengono tutti gli altri in attesa di essere catalogati, un colpo di fortuna. Per sicurezza smonto anche diodi e transistor di potenza che stanno attorno. Il componente sull'aletta di raffreddamento è un MOS FET N Channel da 600V (Vdss) e 6A (Idrain) con Rdson 9ohm e Vgsth da 2 a 4 volts in sigla 2SK2545. Ne ho uno di simile 2SK2544, che si differenzia solo per il case metallico invece di plastico e lo sostituisco per tranquillità in quanto ho il sospetto che sia guasto anche quello, non senza averlo isolato con della mica dal dissipatore. Anche un diodo PR1002 è da sostituire. Il resto sembra a posto. Riassemblo il tutto dopo aver recuperato un fusibile da 1A 250V (sempre e rigorosamente di recupero), collego la spina et voilà, funziona!!! Anche questa volta è andata bene, ho risparmiato, ho recuperato e reso inutile la discarica e soprattutto ho uno scanner praticamente nuovo da vendere per 5 o 10 euro, così mi pago i caffè ed un paio di birre se mi va ed aiuto qualcuno che non si può permettere di spenderne di più. Soddisfatto, decisamente soddisfatto. Alla prossima.

P.S. 15.21.33.22.789.15.23.44.65.1.1.090967.12 Ripeto: 15.21.33.22.789.15.23.44.65.1.1.090967.12

lunedì 26 aprile 2010

Recuperare dati da supporti danneggiati (parte 2)

Parto da un commento arrivato nel post precedente a questo, dal blogger Gain,  per alcune considerazioni che meritano un piccolo approfondimento. Ecco il commento in sintesi: "Un post davvero ottimo. Alcuni software già li conoscevo, altri invece no. Ti scrivo perchè volevo un tuo parere: ho una penna usb danneggiata a livello hardware  (collegandola ad un pc linux, il dmesg non dà segni di vita...).
C'è il modo, magari analizzandola con un tester, di capire dov'è il guasto e intervenire in qualche  modo? Lo schema di questi dispositivi ha qualcosa di "standard", oppure senza lo schema del circuito è una battaglia persa in partenza? Ho scritto al produttore chiedendo se potevano inviarmi  documentazione al riguardo, ma non so se risponderanno...
Ho scritto qui perchè non ho trovato riferimenti sul blog a cui scrivere. Complimenti per il blog...
"

Partiamo dalla fine....grazie per i complimenti... nel sito mancano i riferimenti perchè tengo alla mia privacy e questo diario non ha finalità pubblicitarie o mirate ad agevolare la mia notorietà o soddisfare il mio ego. Per il supporto danneggiato a livello fisico, occorre capire come sono fatte queste chiavette. Parlo a titolo generale ovviamente, non avendo alcuna indicazione su tipo, marca, modello della chiavetta e nemmeno indicazioni sui chip che sono montati. Le chiavette di ultima generazione presentano pochi componenti on board. Un processore, una memoria flash, un quarzo ed altri componenti di servizio (resistenze, condensatori).
Il processore (USB2.0 flash disk controller), che viene alimentato direttamente dai pin +5 e GND della presa USB, ha il compito di decodificare i segnali che arrivano da D+ e D- in modalità LVDS ed organizzarli correttamente nella memoria Flash (sia in lettura che scrittura). Com'è noto, le memorie flash hanno una durata limitata, data da un preciso numero di cicli lettura/scrittura indicati dal produttore, superati i quali non è più garantita la lettura, la scrittura o la memorizzazione del dato. Questa può essere una causa della perdita di dati che richiede la procedura di ripristino o recupero descritta nel post precedente. In base invece al sintomo segnalato, sarei più propenso a pensare ad un problema nello stadio iniziale. I casi possono essere: 1) il processore, per qualche motivo, non è alimentato 2) è interrotta la linea dati dal PC al processore della chiavetta.
Se un sistema linux non "sente" l'inserimento (ed il demone di rilevamento dell'evento hotplug è avviato e funzionante) possiamo con buona probabilità imputare la problematica a qualcosa che risiede nello stadio di ingresso. Una causa della problematica 2, abbastanza frequente, è una stagnatura fredda nel circuito, un contatto che va e viene, una deriva di qualche componente che a freddo non funziona mentre a caldo si...occorrerebbe fare delle prove...
Verificare se arriva alimentazione è abbastanza "facile" e si può usare un tester... se si dispone di puntali sottilissimi e mano fermissima. Il passo dei piedini del processore è veramente piccolo e si corre il rischio di mettere in corto qualcosa, peggiorando la situazione. Se è possibile seguire le piste (cosa improbabile in quanto il circuito stampato può essere multitstrato), si può tentare di misurare in prossimità dei componenti smd lungo il percorso.
Nel caso invece in cui si ipotizzi un problema di dati...un tester è inutile, meglio un oscilloscopio od un analizzatore di stati, strumenti da laboratorio e non certo alla portata di tutti. Nelle foto di esempio che riporto qui a scopo didattico, possiamo vedere una chiavetta aperta. Il processore è un CBM2091 della Chipsbank. Il datasheet è disponibile in rete e contiene anche uno schema elettronico per delle applicazioni tipiche. E' molto probabile che l'hardware segua i suggerimenti del datasheet, per cui è come avere lo schema della chiavetta e tentare, con la strumentazione adatta e conoscendo il significato e funzione dei piedini, una qualche sorta di analisi per tentare di capire dove risiede il problema. 
Nel retro del circuito stampato è possibile vedere il chip di memoria (flash), nel nostro caso con la sigla coperta dalla colla che non ho tolto (per pigrizia...i dati li ho già recuperati). Si può pensare di sostituire il chip flash? Non è impossibile, anche se vanno fatte ovviamente le solite considerazioni sia in termini economici che pratici...ne vale la pena? Forse in casi particolari si...la soddisfazione di fare cose che non sono alla portata dei comuni mortali.....non ha prezzo. Alla prossima. 

P.S. I sette nani sono in partenza. Ripeto: I sette nani sono in partenza.

domenica 18 aprile 2010

DIY dinamo - rame (parte 4)

In attesa di procedere con lo sviluppo della dinamo a manovella, mi viene in mente che devo sviluppare anche il generatore per la bicicletta. Ho già trovato il modo di disporre i magneti sui raggi della ruota posteriore. Devo solo pensare allo statore, dove posizionarlo, come disporlo, quanti avvolgimenti devo predisporre, a che distanza dal mozzo ed un altra infinità di dubbi e domande a cui troverò risposta solo sperimentando per tentativi. In via primaria mi serve del rame per gli avvolgimenti. Pensavo di usare delle bobine di alcuni relè ma sacrificarli...mi piange il cuore, forse cercherò degli avvolgimenti di trasformatori o teleruttori da tempo smontati e messi chissà dove. Ricordo però che tempo fa, dopo aver fatto a pezzi uno stepper motor (motore passo passo) di una stampante Epson, mi era rimasto in mano un avvolgimento già predisposto, di forma circolare ingabbiato in un supporto di plastica. Pensavo di evitare di dover acquistare una matassa di rame smaltato e di doverlo avvolgere.  Allora, fruga fruga nello scatolone dei motori, salta fuori uno stepper di dimensioni "adeguate", che presumo abbia un fili di rame di sezione adeguata all'uso che ne devo fare. Mi basta infatti una corrente sufficiente a ricaricare cellulare o navigatore satellitare, niente di trascendentale. Decido allora di farlo a pezzi (sacrificarlo per la scienza). Il modello scelto è un mitsumi  M49SP-1 (RH7-1040-01) con avvolgimento da 6.8 ohm e 7.5°/Step. Ha un coperchio fissato, a pressione tramite delle scanalature, ribattute sul fondo, non è difficile da aprire. Con un pinza basta far saltare i dentini ribattuti per togliere il fondo e poi con una punta si ribatte il perno centrale, dal lato ingranaggio (dato che non ho un estrattore adeguato) per togliere il magnete rotante. 
Con un pò di pazienza si riesce a togliere anche la coppia di avvolgimenti dello statore. Poi con una punta vetrata abrasiva si tolgono le parti in plastica che fissano i triangoli metallici  visibili in foto e si toglie l'avvolgimento. Ora, si potrebbe pensare di usare gli avvolgimenti così come sono, ma l'idea mi pare troppo grezza, per cui sto pensando di creare degli avvolgimenti "a fagiolo", che seguono la forma dei magneti degli hard disk che ho recuperato alcuni post fa. Devo ancora trovare il modo di regolare lo statore in modo che vada il più possibile vicino ai magneti (per recuperare corrente e tensione) e trovare il modo di riempire i magneti con dei lamierini ferromagnetici per migliorare il rendimento. Forse, recuperandoli da qualche trasformatore da sacrificare... vedremo come procede. Anche se sono un pò impegnato con altre faccende, pian piano procedo per soddisfare la mia curiosità. Alla prossima.

P.S. Stefano è al capolinea e la cenere non scende. Ripeto: Stefano è al capolinea e la cenere non scende.

sabato 17 aprile 2010

DIY dinamo - demo rotor (parte 3)

Un orrore del genere non merita nemmeno di essere mostrato, ma in pieno spirito di ricerca e sviluppo, consapevole che anche gli insuccessi vanno documentati per onorare gli sforzi compiuti ed apprendere come raggiungere gli obiettivi, credo che meriti un posticino nel web anche l'accrocchio mostrato in figura. Lo scopo originario (comunque non abbandonato) era quello di creare uno strumento di misura per ottimizzare i collegamenti degli avvolgimenti e verificare le variazioni di rendimento della dinamo auto-costruita al variare della disposizione dei magneti, delle bobine, della distanza magnete-bobina, ecc... in modo da crearmi delle tabelle su cui basare i futuri sviluppi di generatori auto-costruiti.
Mi sono scontrato da subito con la mancanza di attrezzature e macchinari adatti a lavori di "precisione", magari per i metalli. Optando per il legname, preso davvero da scarti e pezzi in multistrato e compensato, ho dovuto pensare a come fissare i cuscinetti (recuperati da floppy 5 1/4), gli ingranaggi di plastica ed i perni (recuperati da una stampante laser), le viti, i dadi ecc... Il "lavoro" non è finito, è puramente in via sperimentale e non escludo modifiche alla struttura portante...ci sto pensando per cui lo sviluppo ha subito una battuta di arresto. Sto pensando a dove recuperare un ingranaggio demoltiplicato già fatto, su cui fissare la base per i magneti. Per lo statore ho già delle mini bobine, provenienti dal lettore 5 1/4 fatto a pezzi ma finchè il rotore non è a posto, inutile procedere. Stavo anche pensando di fissare il rotore su un trapano, semplificandomi la vita, ma mi sono intestardito a produrre un generatore manuale portatile a manovella e difficilmente cambierò idea (non so perchè ma è così e non demordo). Quindi, in attesa che il genio creativo che dorme da anni dentro di me si risvegli (per la prima volta...speriamo), godiamoci gli occhi con le immagini pubblicate per farci venire in mente qualcosa di utile. Ciao ed alla prossima. 

P.S. Una piccola palla di creta non è cretina. Ripeto: Una piccola palla di creta non è cretina.

domenica 21 marzo 2010

Riparazione macchina caffè espresso

Il caffè è un diritto. Guai a restare senza. Non sono un caffè-dipendente ma ne bevo tre al giorno, mattino pomeriggio e sera, tutti i giorni a parte il lunedì, giorno di chiusura del bar che sta a pochi metri da casa mia. A casa uso una macchinetta per il caffè espresso, una Gaggia modello Carezza, che da molti anni fa il suo dovere e su cui periodicamente eseguo dei cicli di manutenzione programmata.Non la uso io ma mi è stato segnalato che perde acqua quando va in pressione nell'erogare il prezioso liquido degli dèi. Una rapida analisi...Stavolta tocca alla guarnizione che tiene la pressione del filtro di uscita dell'acqua. Con l'occasione, ne approfitto per uno smontaggio completo e per lavarla dentro e fuori. Il costo della guarnizione è di 2 euro. Per aprire completamente l'apparecchio ed operare agevolmente,  si procede nel seguente modo. Si apre lo sportellino di caricamento dell'acqua ed in prossimità del foro di mandata si nota una vite con testa a croce. Basta toglierla per asportare il coperchio superiore ed accedere alle parti interne. All'interno si nota una base in plastica nera su cui sono fissati tutti i componenti (caldaia, pompa, termostati...). La base è tenuta in sede con delle viti autofilettanti che vanno tolte. Nella parte inferiore si toglie la base tenuta in sede da due viti. Successivamente si libera il cavo di alimentazione dalla base e si estrae tutto il gruppo che sta all'interno. La guarnizione da sostituire si trova dove va agganciato il gruppo erogatore. C'è una vite con testa a croce nel centro del filtro metallico. Tolto il filtro (se è incrostato fare delicatamente leva al centro), occorre togliere due viti con testa a brugola per far venir via un disco in metallo. Tolto  il disco, con un cacciavite si fa leva e si riesce a togliere la guarnizione nera che va sostituita ogni due anni circa, o appena si nota che non tiene più.
Con una spazzolina metallica su un dremel, si puliscono per bene le incrostazioni di polvere di caffè che col tempo si sono solidificate. Si pulisce per bene la sede della guarnizione e la parte metallica dove esce il liquido. Il filtro metallico va soffiato con l'aria compressa per liberare i forellini, controllando controluce che siano tutti liberi e non ostruiti.
Le parti in plastica vanno poi sgrassate accuratamente con un bagno in bacinella piena di acqua tiepida e solvente specifico per i grassi da cucina (il Cyclon è ottimo). La plastica non va grattata con prodotti abrasivi in quanto è ricoperta da un sottile strato di vernice facile da asportare. Meglio con l'occasione fare un ciclo completo di lavaggio con sale decalcificante, in modo da lavare la caldaia internamente. La caldaia è meglio non smontarla, è un pezzo delicato che lavora sotto pressione.
Per rimontare il tutto si procede inversamente alle operazioni di smontaggio, si fanno un pò di caffè da buttare (i primi fanno schifo per quanto si risciacqui la caldaia) e tutto torna a funzionare come fosse nuova di fabbrica. Inizialmente, la tentazione di prenderne una nuova era molto forte. Per pigrizia, per condizionamenti pubblicitari, per quelle maledette cialde che saranno anche comode ma fatti due conti, nelle cialde il caffè al grammo costa quasi come l'oro. Per cui, per eliminare i rifiuti inutili, alla fine ho preferito come sempre riparare, rigenerare, recuperare e divertirmi. Alla prossima.

P.S. Polvere nera su polvere bianca non diventa grigia. Ripeto: Polvere nera su polvere bianca non diventa grigia.

venerdì 5 marzo 2010

Servizio clienti TIM

Da tre settimane ricevo regolarmente un giorno si ed uno no, al cellulare, delle chiamate da un numero "strano", al quale non ho mai dato risposta. Non rispondo mai alle chiamate anonime o da parte di sconosciuti. Stavolta ho invece deciso di rispondere e...wow!... è il servizio clienti TIM!! Si sono degnati di chiamare con una mega offertona alla quale non si può rinunciare!. Il mio attuale profilo della prepagata è di 17 cent verso tim e 37 verso altri operatori. L'offerta consiste nell'attivazione di un profilo a 15 cent verso tutti...per trenta giorni. Se nei trenta giorni spendo 15 euro di chiamate allora il profilo nuovo resta attivo (per altri trenta giorni credo) altrimenti scade e si ritorna come prima. Ullallà che mega offerta del caxo!. Se voglio una tariffa agevolata devo spendere. Altrimenti pago di più!?? In realtà no. Non sono quello che loro chiamano un "cliente GOLD." Io 15 euro di chiamate li spendo, purtroppo, in più di un anno e non vedo perchè dovrei bruciarli in 30 giorni solo perchè, secondo loro "pago di meno". Ma la TIM ha i miei dati ed il mio profilo di spesa. Sa perfettamente quanto spendo, ha i miei dati di traffico. Forse non sa che ho proclamato lo Sciopero della Spesa, da un paio di anni e faccio il mio dovere di bravo consumatore consapevole pur di boicottare multinazionali ed aziende monopoliste. So di non essere l'unico che caparbiamente insiste con un tale atteggiamento, lo si nota dai risultati e dalle pressioni del governo ad "invogliarci" a consumare. Ma con questa offerta sarei "costretto" a consumare di più, per cui la risposta è stata "...grazie, assolutamente no..." cui non è seguita ovviamente la spiegazione delle motivazioni al rifiuto (a chi, ad una centralinista sottopagata??). Forse avrei dovuto avvisare che da tre anni ho un cellulare wi-fi, per cui se voglio chiamare, basta che mi posizioni nei pressi di un hot-spot internet ad accesso gratuito e di conseguenza col voip chiamo chi caxo mi pare gratuitamente e fanculo al gestore!. Alla prossima.

P.S. Marco indossa la giacca a vento rossa. Ripeto: Marco indossa la giacca a vento rossa.

mercoledì 10 febbraio 2010

Ho vinto al superenalotto

HO VINTOOOOOOO!!!!!!! ho vinto al superenalotto, sono ricco, ricco ricco!!!!! Finalmente posso realizzare i miei sogni, comprare quello che mi pare, vivere senza lavorare, perennemente in vacanza, viaggiare per il mondo, spensierato, libero dall'ansia delle bollette da pagare, del mutuo che scade, delle sanguisughe. Posso saldare la mia parte di debito pubblico, che pare ammonti a 30.000 euro procapite, ve li do e andate a fanchiulo, non mi rompete più i co*lioni. Ora che mi sono sistemato posso finalmente dedicarmi alle cose che mi va di portare avanti, con tanto tempo libero a disposizione. Posso distruggere la sveglia così al mattino posso dormire sino a quando mi va, staccare il campanello che nessuno mi deve più cercare per nessun motivo in quanto non ho bisogno grazie, andare dal direttore di banca e dirgli "Hei cazzone.... sei licenziato! muovi il culo e trovati un lavoro serio". Posso  anche dare qualcosa alla mia compagna per sistemare la casa, i debiti, le bollette arretrate, il figliolo che va a scuola, la mamma malata, il barbone sotto casa che dorme all'aperto. Posso anche andarmene a vivere in albergo, servito e riverito, così non ho più il cruccio delle bollette, ici, tasse, confinanti rompiballe, manutenzioni ordinarie e straordinarie, e se mi rompo, posso sempre andarmene a vivere da qualche altra parte sino a quando mi va. Posso fare talmente tante cose che ho l'imbarazzo della scelta.....magari. Ho fatto tre, il secondo della mia vita ed ho vinto 15.93€ Con una cifra simile non vado molto lontano vero? Vabbè. E' comunque una vincita che mi permette di rientrare di 15 settimane di giocate, dato che la metto una volta alla settimana. Secondo il calcolo delle probabilità, è quasi impossibile ora fare anche un bel sei. Mi sa che farò così....ogni settimana, l'euro destinato alla giocata lo metto in un porcellino di terracotta, tutte le settimane. A fine anno fatti due conti, 4 settimane al mese per dodici mesi sono 48 euro.... una bella cena sostanziosa dovrei riuscire a farmela, godo di più che farmi venire l'ansia da mancata vincita ed ingrassare qualcun'altro a spendere anche il mio euro. Alla prossima.
P.S. Nulla di  nuovo al fronte occidentale. Ripeto: Nulla di  nuovo al fronte occidentale.