lunedì 6 novembre 2017

Forno NARDI FEAO714 (riparato)

Giusto per non interrompere la serie infinita di guasti, rotture, malfunzionamenti e difetti, figli di progettisti malati di mente, gran maestri dell'obsolescenza programmata e luminari della fuffa (di realizzare cose robuste e durature mai eh?), stavolta tocca ad un forno elettrico, un NARDI mod.FEAO714. Un lampo improvviso, il salvavita che ci lascia tutti al buio (e vivi), la pizza per fortuna ormai cotta (almeno questo) e la disperazione di chi il forno lo usa per una moltitudine di preparazioni soprattutto per sana passione culinaria. Ovviamente questo succede di domenica e solo il buon senso ci indica di non chiamare l'assistenza in quel giorno, non certo motivi religiosi. 
Fortuna vuole che in zona ci sia un riparatore onesto (l'unico sul pianeta, credo), di fiducia (e se la merita tutta) che si rende disponibile per il lunedì mattina!
Accompagnato da un assistente, arriva puntuale all'orario previsto. Toglie il forno dall'incasso (4 viti a vista nascoste dalla porta), smonta il pannello lamierato sul retro e con un tester misura la resistenza... scoppiata! Va in auto, prende un ricambio, toglie un pannello interno in prossimità della ventola, lo installa ed il forno riprende vita. Ci abbiamo messo di più a chiacchierare. Lavoro e materiale 50 euri tondi (e francamente ne avrei spesi di più per la professionalità, cortesia, rapidità che sono valori preziosi e rarissimi). 
Non certo per sfiducia chiedo di trattenere la resistenza guasta, per curiosità. Queste resistenze sono in pratica dei tubicini all'interno delle quali è installato il filo resistivo, riempite con una specie di polvere ceramica. In questa si nota, in un punto, un foro in corrispondenza del quale si è formato l'arco voltaico (la sfiammata) nel momento in cui si è interrotto l'elemento resistivo sotto tensione. Sempre per curiosità durante l'intervento formulo alcune domande al riparatore: 10 anni sono tanti o pochi per definire una durata decente delle resistenze? Dipende. Forni più moderni durano anche meno ed in alcuni casi la resistenza, "esplodendo", si disintegra quasi completamente (buono a sapersi). Per il forno nel suo insieme poi le cose peggiorano. Alcuni forni moderni hanno altri tipi di resistenze, ce ne possono essere anche tre o 4 (dipende dalle funzioni) e possono costare un occhio della testa. L'elettronica poi non depone certo a favore, sia per affidabilità che per costi. Alcuni forni hanno una serie di funzionalità utili ma non indispensabili...il vapore?? la lievitazione?? sarei più per macchine dedicate, solo per tenere la semplicità, la facilità di riparazione e soprattutto il contenimento dei costi. Ad ogni modo 10 anni può essere considerata la durata media di funzionamento per un forno ventilato. Se ben tenuto, pulito regolarmente ed utilizzato da una a tre volte la settimana, ci può stare. Se poi è un forno "semplice", conviene certo ripararlo (dipende però da chi si ha come riparatore). Ed anche questa è fatta. Ora... polpettone, meringhette, biscotti, torte, pizza, peperoni, lasagne, pane... alla prossima

P.S. Gobba a ponente luna crescente. Ripeto: Gobba a ponente luna crescente.

lunedì 30 ottobre 2017

Tornio improvvisato

Devo sostituire dei bruttissimi manici di plastica da una serie di lime e raspe da legno che ho trovato d'occasione in un mercatino dell'usato. Non voglio nemmeno informarmi di quanto costino dei manichi di legno decenti, per cui mi sono dovuto arrangiare alla meglio. Per contenere una spesa che non posso affrontare, recupero alcuni tronchetti di un vecchio nocciòlo, dal diametro adeguato e li taglio alla lunghezza desiderata che sia adatta alle mie mani (e morte sicura a chi prova ad usare i miei attrezzi). Devo poi tornirli per ridurli di diametro e dare la forma anatomica che meglio si adatta alle mie mani (e solo alle mie).
In rete è pieno di tutorial su come fare i manici degli attrezzi ma quasi tutti richiedono un tornio da legno.... ed io non ce l'ho. So solo che devo far ruotare il pezzo su un asse longitudinale e con uno scalpello cercare di fare il lavoro. Prendo allora un vecchio trapano, lo fisso ad un supporto che campeggiava da tempo per terra e lo fisso con due morsetti ad un piano. Con un altro pezzo di legno precedentemente utilizzato per coprire delle manopole di un fornello, mi creo la base di appoggio dello scalpello (fortunatamente è dell'altezza giusta). Mi manca solo la contropunta... prendo un triangolo di legno che sorreggeva uno scaffale e lo avvito al piano. Come soluzione di emergenza, implementata in 3 minuti netti, sembra funzionare... non senza problemi. Specialmente nella fase iniziale, il tronco che non è ovviamente cilindrico fa vibrare il trapano. Quest'ultimo poi ha un gioco eccessivo nell'asse longitudinale (ovviamente è fatto per ruotare a spinta). Ad ogni modo, non senza difficoltà, ci sono riuscito lo stesso a tornire dei manici decenti, su misura...e comunque ho per le mani una base di recupero di un macchinario pubblicitario che sorreggeva i rotoli di vinile... dovrò solo trovare due cuscinetti e sto pensando di costruirmene uno, un pò meno ghetto-style. Vedremo.  Alla prossima (che nel frattempo la distro ubuntu 17.10 mi freeza la macchina e non riesco quasi a lavorare decentemente 😟). 

P.S. la merla è in casa. Ripeto: la merla è in casa.

venerdì 13 ottobre 2017

Natale di legno

prototipo natalizio
Non ho soldi per gli addobbi natalizi, e poi al natale che è una festività religiosa non ci credo poi molto. Stare assieme un giorno all'anno per scambiarsi auguri ai quali nè il mittente nè il destinatario ci credono veramente, preferendo l'ipocrita convenzione, è un clichè borghese. Ma dato che la compagna ci tiene alle tradizioni e preferisce quelle più sane e meno bigotte del nord europa dove risiedo...ecco che ho deciso di aggirare l'ostacolo della povertà e creare qualcosa di unico con le mie mani ossute e tremolanti. Credo che il tempo dedicato alla creazione di questo prototipo, preliminare ad una piccola serie, possa significare qualcosa di più per chi lo riceverà. Nelle intenzioni, vorrebbe essere un albero di natale. Il legno c'è, è di oleandro (quello avevo, di recupero ovviamente). Mancano le foglie ma è un albero stilizzato per cui ci può stare. Alla fantasia del ricevente poi addobbarlo come meglio crederà. 
Per realizzarlo bastano dei bacchettini diritti, un trapano con punta da 3 a 5 (dipende dai legnetti) ed una forbice per potature, più dello spago grezzo. 
Si tagliano i pezzettini a varie misure e si assembla il tutto con dello spago di canapa (niente di sintetico per carità!). Già il prototipo è assemblato maluccio ma sbagliando si impara. I fori è meglio farli obliqui con un angolo che segue l'inclinazione della forma finale (meglio aiutarsi con un template di carta). I vari elementi, tagliati alle estremità ad angolo, è meglio inserirli in modo che le estremità siano inclinate dal verso giusto ed i fori è meglio svasarli per infilare meglio lo spago. Ecco, svelato i trucchi del mestiere ora non resta che andare in qualche negozio a vedere quanto costano quelli in vendita. Io non voglio saperlo, tenendo a mente il discorso già fatto per i cuori di legno. Con questa realizzazione inoltre voglio esortare i soliti unani (quelli che fanno a gara col vicino a chi ha l'albero più grosso e più addobbato con i led cinesi) a non comperare mai più pini od abeti vivi destinati poi a morire. Se proprio volete festeggiare qualcosa perchè farlo uccidendo degli organismi viventi? Alla prossima, stupidi idioti. 

P.s.  Il lupo ha perso il pelo. Ripeto: il lupo ha perso il pelo.