venerdì 4 agosto 2017

mala tempora currunt (sed peiora parantur)

mi hanno proposto di Offrire Customer Experience Omnicanale Agevoli... di dar vita a experience, journey e relazioni omnicanale... in Cloud così come On Premise... inbound ed outbound...?????? che caxo vuol dire?

leggi e rileggi, alla fine è chiaro... una sorta di CRM per la gestione delle relazioni azienda - dipendenti - clienti. Una specie di grande fratello con finalità diaboliche, in grado di manipolare la percezione della realtà e cambiarne le cornici. Tipo quando hai un cliente rompicaxi che per certi spin doctor diventa una opportunità per pigliarlo per i fondelli cambiando il significato delle parole e riportarlo sui binari della fedeltà felice ed assoluta all'azienda del male. Ciò vale anche per i dipendenti che devono coalizzarsi per il bene dell'azienda attraverso percorsi di "team building" ovvero gioco di squadra che in parole povere significa: ubbidisci altrimenti sei fuori. 

Le grandi aziende si affidano a certi servizi per entrare direttamente nella tua vita, appropriandosi la tua libertà di pensare con la tua testa (ammesso che ci sia ancora qualcuno in grado di farlo) e soffocando la possibilità di scegliere sulla base di proprie mappe mentali (le esperienze passate), faticosamente costruite man mano che si invecchia. Le esperienze passate, quelle negative, vengono ridipinte, rielaborate, ricostruite attraverso dei processi comunicativi pianificati su base scientifica. I vecchi commerciali o capi reparto non esistono quasi più, sostituiti da dottorini onniscenti che agiscono direttamente sull'inconscio dell'individuo. Luminosi managers del nuovo millennio, dallo stipendio di giada. Ciò che riescono a fare è devastante: riescono a fare in modo che sia il cliente stesso (o dipendente o comunque loro "subalterno) a prendere una decisione che pare autonoma ma in realtà è abilmente indotta. In due parole ci pigliano per il culo e ci portano pure ad una convinzione/decisione apparentemente autonoma. Nessuno su questo pianeta andrà mai contro una decisione che è convinto sia stata elaborata da sè, è ovvio. Il nostro cervello tende a darci ragione e raramente ci contraddice (fatti salvi i casi di malattia mentale). 
Per cui ci troviamo in una società di persone "convinte" di quello che fanno e guai a contraddirli. Facciamo un esempio per capirci: provate a criticare un acquisto dell'ultimo smart phone... verrete molto probabilmente sommersi da un interminabile sequenza di motivazioni positive che in realtà sono solo una ripetizione a pappagallo di ciò che l'azienda è riuscita a vendere... un incubo mascherato da sogno. Un incubo in quanto il modello acquistato con tenace "autoconvinzione" in realtà è uno spyware, che fa a pezzi la tua privacy, registrando tutte, ripeto, tutte le tue mosse, spostamenti, conversazioni, preferenze, ecc, ecc... rivendute poi a chi ha interesse a proseguire la manipolazione e vendere qualcos'altro, merci, beni o servizi che siano... marketing mirato. Per apparire alla moda hai abdicato al tuo ruolo di individuo senziente.

Provate ancora a far notare che la totale dedizione all'azienda per cui lavorano sta mangiando loro il tempo libero, gli affetti, l'individualità, in cambio di pochi spiccioli..... guai a farlo. L'azienda che li schiavizza verrà descritta come l'azienda migliore del mondo, attenta alle esigenze dei propri collaboratori, generosa e meritoria di riconoscenza. I più intelligenti diranno "si, ma sono costretto a farlo" ma su questo meglio non approfondire troppo. 

Abbiamo creato una società di zombies! dopo aver fatto sprofondare nell'ignoranza la maggior parte di loro per isolarli da una sparuta minoranza di "dotti", è partita la fase due: menti fragili (per alcuni tabula rasa) da sfruttare sia come manodopera che come consumatori. E le grandi aziende ringraziano, comprendendo non solo gli azionisti cornuti col macchinone e la barca, ma anche il seguito di mogli vaccone in pelliccia ed occhialoni, col SUV e cagnolino rabbioso, i figli viziati, le figlie troie e drogate, sino ai soliti leccaculo che quest'ultimi non mancano mai... ZECCHE!
  
Ora, pensiamoci un attimo, prendiamoci il tempo per farlo. Abbiamo scampo a questo male endemico? Possiamo evitare di farci prendere per i fondelli? davvero vogliamo omologarci al resto del mondo in nome di un concetto di benessere indotto e descritto da altri che non è certo ottimale per condurre l'unica vita che abbiamo?

Io una risposta ce l'ho ma è la MIA risposta. devi solo trovare la tua, diversamente umano. Alla prossima, ma anche no.

P.S. Erminio è assai grato. Il portone è socchiuso. Ripeto: Erminio è assai grato. Il portone è socchiuso.

martedì 25 luglio 2017

Controllare la pressione della pompa macchina caffè

Il caffè rientra fra i diritti fondamentali dell'uomo, assieme agli altri ma senza riconoscimento ufficiale (ipse dixit). Ragion per cui, se per un motivo qualsiasi la macchinetta del caffè espresso che troneggia in cucina smette di funzionare... no... l'eventualità non è contemplata, la macchinetta del caffè è come un dispositivo salvavita e ne va garantito il funzionamento. 
Per i più intraprendenti, previo consenso dell'amministratore delegato che scettico concede al manutentore di casa il permesso di intervenire, è riservato il sacro compito di armarsi di attrezzi  e procedere con la riparazione urgente. 
Fra i difetti maggiormente riscontrati nelle macchinette per il caffè espresso possiamo elencare:
  • perdite di acqua 
  • gocciolii e stillicidi
  • mancanza di pressione
  • rumori strani e vibrazioni inusuali
  • altri strani sintomi solvibili solo con uno sciamano 
Più in generale quindi o perdite di acqua o pressione in calo. 
Per la pressione (fornita da una pompa elettrica) occorre innanzitutto assicurarsi che tutti i percorsi siano liberi da calcare che, in alcune zone con l'acqua particolarmente calcarea, provoca dei veri e propri ostacoli con incrostazioni "facilmente" rimovibili grazie ad appositi prodotti principalmente a base di acido citrico (o più drasticamente con l'apertura della caldaia). 
Per assicurarsi se l'acqua scorre a vuoto in modo fluido e la pompa funziona, è sufficiente staccare il tubicino di mandata (in uscita), direzionarlo in un contenitore ed azionare il pulsante di erogazione. In questo modo si esclude il problema di malfunzionamento dovuto al calcare (flusso d'acqua insufficiente) o alla bobina della pompa (quando proprio non parte). 
Tuttavia, può verificarsi un problema intermedio. La pompa, a vuoto eroga acqua (bobina integra), sembra funzionante, ma sotto carico la pompa non ce la fa proprio a far uscire caffè dall'erogatore che dovrà però essere caricato con la polvere "giusta" (non macinata troppo finemente). 
A questo punto il problema può risiedere nelle membrane usurate della pompa che va sostituita. Ma c'è un modo più rapido per individuare da subito quest'ultimo problema senza dover perdere tempo a sezionare, pulire, decalcificare, smontare, rimontare, scaldare e provare a fare un caffè con conseguente spreco del sacro macinato?
Per misurare se una pompa funziona o meno entro i parametri di costruzione, occorre ovviamente conoscerli. A quale pressione deve essere l'acqua in uscita da una pompa normalmente installata in una macchinetta del caffè per uso domestico? Sembra che il valore più gettonato si aggiri attorno ai 4 bar ma è sempre bene cercare di conoscere il valore del modello in possesso, magari rompendo le balle a qualche centro di assistenza o, perchè no? direttamente al produttore. 4 bar valgono per la pompa, non per il vapore che è generato all'interno della caldaia ed esce direttamente dal beccuccio del cappuccino. 
Ma... dove deve essere misurata la pressione? appena dopo la pompa o dopo la caldaia? Dipende da cosa si vuol provare. Se si desidera testare solo la pompa, occorre collegare in uscita un manometro per liquidi, costruendo un adattatore che assicuri la tenuta in pressione (no perdite). Si aziona la pompa con il pescaggio nel serbatoio principale e si misura. Semplice. 
E' ovvio che l'auto costruzione di strumento simile è giustificato solo per chi abitualmente effettua riparazioni. Per chi invece si ritrova con il problema (statisticamente probabile ogni tre o 4 anni di uso intenso se la manutenzione periodica viene effettuata) e decide di far da sè, occasionalmente, c'è qualche alternativa? Forse sì, ma è un metodo meno preciso e che andrebbe tarato con una pompetta sicuramente funzionante. Basta costruirsi un sifone trasparente, un tubicino di gomma piegato ad U fissato su una scala graduata (del legno compensato), riempito parzialmente di acqua e chiuso nell'estremità opposta all'estremità che va alla mandata della pompa. La pompa comprime l'aria residua all'interno del tubicino tanto quanto sarà in grado di farlo. Ci si segna con un pennarello il livello a zero pressione, poi il livello con una pompa funzionante e si prova la pompa oggetto di misura. Se si nota una grande differenza, allora la pompa è da sostituire, altrimenti il difetto va cercato altrove. Un minimo di intelligenza, ingegno e manualità fanno il resto (tutte qualità che a me mancano). Alla prossima

P.S. il fiume è in piena e c'è siccità. Ripeto: il fiume è in piena e c'è siccità.

mercoledì 19 luglio 2017

conversione all'islam

Se mai mi convertirò all'islam, il mio nome sarà:

agif al aviv

tanto in arabo si legge al contrario.