venerdì 10 aprile 2015

NE555P Monostabile (Timer)

Un apparecchiatura "elettromedicale" (il virgolettato è d'obbligo) dismessa, è una preziosa fonte di cose da recuperare. Una cessata attività di un poliambulatorio mi ha lasciato in eredità solo le apparecchiature guaste, irrecuperabili, da rottamare. Un laser ad infrarossi per la cura dei dolori artritici o post-trauma... l'unico problema era un diodo spezzato in prossimità di un selettore allentato. Il medico a furia di smanettare la manopola, girando oltre il necessario, ha torto i fili all'interno con conseguente rottura meccanica. Di riparare...nemmeno a parlarne in quanto non so che farmene di un apparecchio del genere (almeno il laser fosse stato visibile...), anche se mi alletta molto la soluzione adottata per il montaggio del diodo laser...un tubo metallico con pulsantino.  Smontare e recuperare? certo che sì.
Non posso nascondere il mio stupore quando l'ho aperta. Collegamenti con fili volanti, basette preforate... da un apparecchio per la terapia del dolore con laser ad infrarosso mi sarei aspettato di più. Impossibile risalire al fornitore (ad oggi scomparso, i suppose, dal mercato). Sicuramente un prodotto artigianale, risalente alla fine degli anni 70 od 80 e sicuramente fuori norma, non con quelle attuali che hanno solo complicato la vita ai produttori e lievitato il loro costo oltre il tollerabile.  La "fortuna" sta nel fatto che per fortuna in questo apparecchio i circuiti sono stati realizzati modularmente, su basette artigianali separate l'una dall'altra. La prima che ho rimesso in funzione è equipaggiata con un NE555P,.. la più semplice... dopo aver ricostruito il circuito a mano seguendo le piste, sono riuscito a capire come collegare i morsetti con i componenti mancanti. Risultato? un temporizzatore in configurazione monostabile. Ton per un certo tempo e poi off, con reset manuale.
Due pulsanti, uno di start ed uno di reset, più un potenziometro che ho stabilito da 300K per assicurarmi tempi lunghi nella temporizzazione. Ho recuperato due microswitch provenienti da chissà dove più un vecchio potenziometro (minimo ha trent'anni) che non sembra ossidato (funziona). 
Il tempo di accensione si calcola con la formula Ton=1,1 RC dove la resistenza è quella collegata al piedino Discharge (7) e C è il condensatore collegato al piedino Thresold (6). Nulla vieta di inserire un potenziometro da 1Mohm per tempi biblici, calcolabili dalla tabella presente nel datasheet dell'integrato (entrambi facilmente reperibili in rete). 
Un piccolo relè a 12 volts (privo di transistor di pilotaggio in quanto assorbe meno dei 200mA che il 555 è in grado di supportare) mi pilota due deviatori, utili per accendere un paio di lampade o in parallelo per carichi più importanti, o magari per la solita luce scale che restando accesa si mangia silentemente i miei risparmi. Possibili modifiche? sicuramente si... un sensore PIR per avviare la temporizzazione, una fotocellula per impedire che la luce si accenda di giorno o quando l'illuminazione è già sufficiente, un reset comandato da remoto...unico limite...la mancanza di fantasia. Ah, la resistenza in serie al led, da 10K a mio avviso, se so volesse portate il Led on su un pannello frontale, andrebbe diminuita alprossimo valore inferiore disponibile per renderlo un pò più luminoso.
Ora devo solo trovare un contenitore adeguato... mi sa che dovrò tornare a frugare nel garbage, qualcosa salterà fuori sicuramente. Lo schema? davvero? in rete si trovano un infinità di progetti già pronti, perchè replicarli? solo per qualche click in più? naaaa. Alla prossima. 

P.S. il bacchetto è di legno. Ripeto: il bacchetto è di legno. 

domenica 22 marzo 2015

Svegliaaaaaaaaa

Trent'anni. Tanto è durata la mia sveglietta elettrica che in camera ha svolto egregiamente il suo dovere. Presa agratis (era un gadget di un assicuratore) e moddizzata a dovere (rimozione dei loghi pubblicitari) non aveva mai dato segni di cedimento. Sempre precisa e soprattutto silenziosa, che se in camera sento un rumorino non riesco proprio a dormire. In questi giorni ha deciso di terminare la sua funzione...morta...rip. E quale migliore occasione per donare gli organi? Cacciavite e via, la apro. Dentro (circuito Kienzle W460 made in germany) c'è un buzzer da recuperare, un quarzo, filo di rame sottile, un BC547, un paio di lampadine e basta. Un integrato marchiato eurosil 1444G non credo di poterlo riutilizzare ed in ogni caso non ho nemmeno voglia di cercare il datasheet per pensare ad un suo riutilizzo. Con l'occasione ho aperto anche un altra sveglietta un pò meno vintage. Quest'ultima ha il solito chip affogato ma il principio di funzionamento sempre lo stesso. Un bobinone fa girare un piccolo rotore ad una velocità costante impostata dal quarzo. Il rotore fa girare gli ingranaggi opportunamente progettati. Niente di complicato o particolarmente stimolante, a parte la doratura dei contatti che raramente si trova nelle svegliette da pochi euro. 
Nei prossimi giorni sarà obbligatorio un giretto dai cinesi...budget...un euro. Alla prossima.

P.S. l'equinozio è il padre degli equivizi. Ripeto: l'equinozio è il padre degli equivizi.





riciclo creativo lampadine

Cazzeggio, autentico cazzeggio. Sono da tre giorni indeciso se buttare un pò di roba inutilizzata o inutilizzabile dal laboratorio. Non riesco a decidermi. Tutto mi sembra utile, riutilizzabile, riciclabile, migliorabile, trasformabile e per quello che no.... sono curioso di aprire, vedere, provare, capire come funziona... è più forte di me. Così, per derogare quello che vorrei/dovrei fare...mi capita per le mani una vecchia lampadina ad incandescenza (di quelle di una volta dirà qualcuno). Andate in pensione, man mano che si bruciano, terminata la loro vita programmata a morire dopo un tot di ore, occorre sostituirle con quelle a led (meglio di quelle a fluorescenza che fanno letteralmente schifo e inquinano da morire). Ne ho una da 40 watt e mi metto in testa di vuotarla ed utilizzarla come contenitore per ancora non so cosa. Prima di iniziare, è meglio ricordarsi di manipolare la lampadina avvolgendola in un panno o della carta, giusto per evitare, se esplodesse, di tagliarsi le mani o peggio che qualche scheggia finisca negli occhi (quest'ultimi non sono previsti di ricambio). 
Per procedere ho fatto così: con un attrezzo rotante ed una lama diamantata si asporta il contatto centrale, quello solitamente nero dove al centro c'è un bottone metallico. 
Si asporta tutto e si cerca di rendere accessibile l'interno della ghiera filettata.
Con un cacciavite si fa leva sul condotto di aspirazione in modo da farlo saltare via. Poi, sempre con un cacciavite ed un martelletto, si cerca delicatamente di far saltare anche il tubo che supporta i due contatti che sorreggono il filo in tungsteno (quello che attraversato dalla corrente diventa incandescente ed emette luce). 
Sempre con il rotary tool, con una mola abrasiva, si allarga il foro in modo da agevolare l'estrazione di quello che resta all'interno. L'operazione serve anche per poter pulire l'interno ed infilare quello che si riterrà opportuno. Per pulire per bene l'interno, la soluzione migliore è quella di usare della sabbia fina, abrasiva, Si agita per bene e si svuota il tutto, così l'interno rimane pulitissimo, provo di annerimenti.
Ora c'è il problema... che ci faccio con una lampadina vuota?. In rete principalmente si trovano delle idee.
Terrario: prevede la semina e germogliazione di semini di erba o altro... ma se il contenitore non drena l'acqua è facile che le radici possano marcire se si esagera con l'innaffiatura.
Porta fiori: si inserisce un fiore dopo aver creato un supporto in filo di ferro da appendere. Non mi piace recidere i fiori che stanno bene dove sono.
Lume a petrolio. Si riempie di olio da lanterne e si infila uno stoppino dentro la ghiera filettata, in modo che peschi il liquido. Su questa soluzione ho dei dubbi. Lasciamo stare cosa produce nell'aria la combustione di olio o petrolio derivato. Mi preoccupa il calore... anche se il vetro della lampadia è progettto per le alte temperature del filamento interno, ho il timore che il bulbo possa incrinarsi e far fuoriuscire l'olio infiammabile.
Altre idee? perchè no creare un altra lampadina, stavolta a led? magari una lampadina da tavolo, visto che ricreare l'attacco è un pò problematico. Mi sa che proverò quest'ultima soluzione non appena mi verrà l'estro di sperimentare dei circuiti a reattanza capacitiva. Alla prossima.

P.S. nutri la nutria e piazza la pizza. Ripeto: nutri la nutria e piazza la pizza.