giovedì 10 dicembre 2009

UPS Kraun K-650


Oggi, da un cliente, mentre ero intento a capire le cause del blocco del computer, viene a mancare la corrente. Improvvisamente si spegne tutto e l'ups inizia a fischiare... Ma come? Non dovrebbe garantire la continuità dell'alimentazione in caso di black-out? Scopro così che è guasto, praticamente inutile. Vane le rassicurazioni del titolare..."...ieri andava...". Mi spiace, oggi non va. Per rassicurare il cliente, si riprova e si riscontra che l'UPS in caso di interruzione dell'alimentazione si spegne e basta. "Ma come...è praticamente nuovo!!..." si lamenta il titolare. "Bene, fammi vedere la fattura di acquisto"... si scopre così che l'UPS è in esercizio ininterrotto da più di due anni e mezzo. Sicuramente la batteria è andata. Si va assieme di corsa ad acquistare un gruppo di continuità nuovo, 90 euri e lo si installa per la carica (minimo 8 ore). Con l'occasione, ne approfitto per l'acquisto di un cellulare a 19 euro (da tenere di scorta per le emergenze) e di un regalo per il figlioccio, un rasoio elettrico visto che ormai è grande e la barba gli spunta copiosa....più peloso di un cinghiale...non è mio figlio naturale.
L'hardware vecchio lo porto a casa...per delle prove. Lo apro sperando che l'elettronica sia a posto e noto che effettivamente la batteria presenta dei rigonfiamenti.. è una batteria da 12 volts 7 Ampere/ora Misura 10 volts... è proprio andata. Una rapida corsa da un rivenditore di zona e ne prendo una di identica, 16 euro...credevo peggio, quella guasta la smaltisce lui...grazie. Ora, dopo l'installazione, è in carica... speriamo che l'elettronica sia integra. Per sicurezza ho chiesto al produttore se è disponibile lo schema per un eventuale diagnosi e riparazione... probabilmente è il circuito di by-pass o l'inverter a non fare il suo dovere. So già cosa mi risponderanno... "...lo schema non è disponibile, conviene acquistare un gruppo nuovo..." maledetti bastardi, ma io vi fotto, è da tempo che lo faccio. Lo aggiusto, a costo di passarci le notti, di ricostruire lo schema (mai sentito parlare di reverse engineering?) e di sostituire i componenti. Quell'atteggiamento mi fa talmente incazzare che sono disposto anche a rimetterci pur di mettervelo in quel posto. Un UPS nuovo?? della stessa marca?? Giammai!!. Il cliente ci è arrivato da solo...ha cambiato marca naturalmente. Kraun nella mia azienda?? Giammai. E il "brand" (CDC) finisce nella lista nera dell'hardware da non acquistare mai più. Fanchiulo!
Alla prossima.

P.S. La mangiatoia è vuota ed il bue ha fame. Ripeto: La mangiatoia è vuota ed il bue ha fame.

Aggiornamento: L'elettronica funziona perfettamente dopo la sostituzione della batteria. Praticamente un UPS nuovo con 16 euro e mezz'ora di lavoro...non male. In queste condizioni lo si può rivendere in "garanzia" 2 anni, magari a 20-25 euro... lavoro compreso ovviamente. Comunque, come previsto, ecco la risposta ottenuta dal produttore:"Gentile Cliente,  siamo spiacenti, ma non abbiamo disponibile lo schema elettrico/service manual del prodotto.  Le eventuali riparazioni su questo tipo di prodotto vengono effettuate sostituendo l'intero prodotto, o al massimo la scheda elettronica." ergo, niente schema niente acquisto, logico no?

domenica 6 dicembre 2009

Laser - DVD


Un masterizzatore SONY Dual layer che non masterizza è un "simpatico" soprammobile e se in più legge male i supporti, allora è venuto il momento di utilizzarlo come cavia da laboratorio da sezionare e sacrificare per motivi scientifici. Non ricordo dove, ma avevo letto della possibilità di aumentare la potenza di lettura e scrittura dei laser interni per tentare di risolvere i problemi di lettura o masterizzazione che affliggono spesso questi dispositivi. In prossimità delle testine di lettura e scrittura, proprio nei cavi flat di colore arancione che collegano i diodi laser, spesso ci si imbatte in dei micro trimmer che regolano proprio la potenza di emissione del laser che esce dai diodi. Nel mio caso ce n'erano tre, uno marchiato CD. Provando a girarli in un senso, il lettore non legge più niente, nell'altro il lettore da errori vari in lettura. L'esperimento, preso non troppo seriamente, mi ha solo convinto di approfondire la questione per i prossimi lettori. Per questo dispositivo invece, ho riservato una fine che da tempo stuzzicava la mia curiosità. Smontare il diodo  laser di scrittura (masterizzazione) ed usarlo come un "potente laser da taglio". Data la potenza esigua, non si può certo pretendere chissà quale prestazione, ma ero troppo  curioso di vedere come funziona la cosa e raramente riesco a recuperare dalla discarica dei masterizzatori.
In primis, una rapida googlata e mi imbatto in un filmatino che spiega come montare il DVD laser su una torcia per accendere dei fiammiferi, far scoppiare i palloncini o allontanare i piccioni dal poggiolo senza dover uscire a spaventarli ogni volta. Lo stesso filmato è ripreso pari pari da molti blogger maestri del copia incolla, sempre pronti a copiare senza citare la fonte e ripetere a pappagallo le cose senza nemmeno prendersi la briga di verificare. Io ho voluto provare di persona per arrivare alle seguenti conclusioni. Per prima cosa...quale dei due?? Quale è il laser che masterizza e quale quello che legge?? Bella domanda. Il laser di scrittura dovrebbe sempre essere montato su un dissipatore metallico per lo  smaltimento del calore prodotto. Nel dubbio recuperarli tutti e due e provare.

Poi occorre collegare correttamente i fili. Come si vede dalla prima foto, il primo in alto è il positivo, il secondo a scendere la massa ed il terzo non viene usato...in questo caso. Il primo terminale è l'anodo del diodo laser principale con il catodo a massa. Il terzo terminale è un diodo di protezione che viene usato a volte per limitare la potenza di emissione ed evitare la bruciatura del diodo principale.
A quale tensione deve essere alimentato?? il filmato bufala parla di due pile AA in serie per un totale di 3 volts. Ho provato con 4 pile scariche in modo da ottenere 3,5 volts ma il diodo laser ad infrarosso utilizzato nel mio caso emette una luce fioca (visibile solo con una fotocamera che è sensibile agli infrarossi e ne permette la visualizzazione nonostante i filtri ottici limitatori di cui sono dotati gli obiettivi). Devo riservarmi di provare ad alimentarlo a 5 volts e vedere se si brucia o se spara fuori un laser più potente.
Si ottiene un bel fascio luminoso come nel filmato bufala?? Si, No, dipende. Se si usa il diodo laser di un masterizzatore blu-ray, si vede un bel fascio blu. Se si usa un diodo ad infrarosso....non si vede nulla ed il pericolo è quello di bruciarsi le retine degli occhi senza nemmeno rendersene conto (RICORDARE CHE E' PERICOLOSO GIOCARE CON I LASER SENZA PROTEZIONI). Dipende poi da modello a modello di masterizzatore il tipo di laser che si ottiene.
In ogni caso meglio non togliere il diodo  dal suo alloggiamento, altrimenti occorre rifare l'ottica di focalizzazione ed il raggio laser si disperde perdendo di potenza. Generalmente questi laser sono progettati per lavorare a distanze minime. La potenza di un laser diminuisce in proporzione quadratica con la distanza. Per cui scordarsi di usarli per accendere un fiammifero a 30cm di distanza come si vede nel filmato bufala.
Conclusioni: le istruzioni che si trovano in molti blog italiani sono delle vere bufale di gente frustrata che non vuol raccontare i propri fallimenti. Il laser che si ottiene dai diodi dei masterizzatori "normali" non serve certo per tagliare, incidere, forare o ottenere qualche lavoro "utile". Hanno qualche effetto se la superficie di lavoro è nera ma francamente realizzare un "laser-taglia nastro isolante" mi pare un pò eccessivo.  Sono sicuramente dannosi per la vista, sicuramente quelli ad infrarossi che subdolamente colpiscono senza lasciare traccia dell'assassino. Ma... devo sperimentare la distanza massima che può raggiungere, in termini di visibilità. Ho in corso l'esperimento di rilevazione delle vibrazioni a distanza ed un raggio ad infrarosso, invisibile, capita a fagiolo. Devo solo predisporre l'ottica di un mini telescopio e capire come allineare perfettamente l'oculare con il puntatore. Poi devo modificare una webcam e togliere il filtro ad infrarosso e vedere come si comporta (anche in questo caso di filmati bufala ce n'è a iosa). Meglio far da sè che prendere per buoni gli scherzi di molti a cui interessa solo alimentare il traffico nel proprio sito con la speranza di qualche clic pagato sui banner pubblicitari. alla prossima.

P.S. Il punto focale è freddo. Ripeto: Il punto focale è freddo.

lunedì 30 novembre 2009

Epia mini ITX - riparazione


Tanto vale provare a recuperare anche le due mother board EPIA Mini-ITX che erano nei case già trattati nei post precedenti. L'ideale in questi casi, sarebbe avere un qualche strumento di diagnostica, uno schema di principio, un analizzatore di stati ed un oscilloscopio. In mancanza di adeguata strumentazione, ci si deve accontentare del metodo visivo. Si cerca di individuare un qualche componente difettoso e lo si sostituisce, sperando per il meglio. Per entrambe le mother board si notano dei condensatori rigonfiati, sempre gli stessi. Il primo (CE3) si trova accanto alla presa di alimentazione, il secondo (CE18) accanto alla presa VGA ed il terzo (CE25) in prossimità del connettore per il floppy. Tutti e tre, elettrolitici, sono da 1000 mF 10Volts 105°. Ne ho in magazzino, di recupero, per cui provo ad effettuare la sostituzione. Per dissaldare i componenti dalle mother board occorre usare qualche trucco. Le piazzole del circuito stampato sono minuscole, molto più piccole della punta del dissaldatore (o succhia stagno). Il diametro interno del foro di aspirazione, più grande della piazzola, ha delle difficoltà a scaldare per bene la piazzola, per cui ci possono essere delle difficoltà nell'asportare tutto lo stagno e togliere agevolmente il componente. Ad insistere si corre il rischio di bruciare la sottilissima pista di rame. Si può allora procedere con lo scaldare i refori del componente, alternativamente, e toglierlo con calma facendolo "dondolare". In questo modo il componente viene via ma il foro passante del CS resta pieno di stagno. Con una trecciola dissaldante di rame si cerca di eliminare quanto più stagno possibile, non senza prima aver innaffiato il punto con abbondante flussante. Si prova con il succhia stagno per vedere se si riesce ad aprire il foro. In caso negativo io faccio così. Si piglia un ago da siringa (il più grosso a disposizione), si scalda il foro e lo si infila in modo da aprirlo. L'ago è di acciaio e lo stagno non si incolla su di esso.
Un altro sistema consiste nel tenere in una faccia del CS la punta dello stagnatore dentro il foro e dall'altro la punta del succhia stagno. Occorre pertanto tenere in piedi la mother board, ben ferma su tre lati.
Con questi sistemi si riesce ad aprire i fori ed infilare il nuovo componente per la sostituzione. Ricordare sempre di usare flussante a pioggia per agevolare la fusione dello stagno. Una volta sostituiti i condensatori, ho provato ad alimentare le mother board con cavi, dischi e connettori di recupero, con un alimentatore da PC. La prima mother board ha tirato un botto pauroso da far scattare l'interruttore automatico. L'alimentatore si è salvato ma sicuramente la piastra ha un corto da qualche parte, non troppo difficile da trovare, anche se credo che nonostante non presenti tracce evidenti di bruciature (strano), sia totalmente defunta. La seconda invece, dopo la riparazione...funziona. Alla prima accensione emetteva un suono intermittente dal cicalino, il che indica problemi del banco di memoria (DIMM max 1Gb). Poi usciva l'errore 1234F che indicava problemi al boot (un lettore CD di recupero guasto). Alla fine sono riuscito ad avviare una ubuntu 9.10 e tutto funziona perfettamente. Sto già predisponendo il secondo server che userò per sperimentare un centralino asterisk per la video-conferenza. Grazie ancora al collega per la donazione. Alla prossima.

P.S. Osteria numero mille, il mio PC fa le scintille. Ripeto: Osteria numero mille, il mio PC fa le scintille.

domenica 29 novembre 2009

CWT150 FATX - Alimentatore switching (parte 2)


Preso dall'euforia derivata dal successo della riparazione del post precedente, ho deciso di provare a riparare anche il secondo alimentatore recuperato, convinto presuntuosamente di andare a colpo sicuro. L'analisi visiva ha immediatamente spento l'entusiasmo e una successiva dissezione dei componenti ingombranti mi ha scoraggiato dall'insistere. Un mosfet di potenza nello stadio di commutazione ad alta tensione ed un circuito pre-assemblato presentano dei seri danni dovuti ad una scarica elettrica. Non credo che la causa sia dovuta ad un picco di sovratensione in ingresso. Più probabilmente si tratta del cedimento elettrico dei componenti bruciati. In questo caso  non c'è molto da fare. La bruciatura ha cancellato la sigla del componente, ed il circuito pre-assemblato non si trova in commercio. Occorre tentare di rivolgersi alla casa produttrice e sperare siano così gentili da fornire schema completo di part-list ed ordinare i pezzi. Prospettare una spesa è improponibile, non fosse per una questione di orgoglio personale a spingermi a tentare. Occorre tenere conto che il guasto probabilmente si è propagato ad altri componenti, visivamente intatti ma presumibilmente danneggiati dai transitori di tensione creati con l'arco voltaico che ha fatto letteralmente "esplodere" il transistor. Questo è un guasto di quelli brutti, nello stadio centrale, difficili da risolvere, costosi e rognosi nella soluzione. Decido per ora di non controllare nemmeno il ponte di diodi ed i vari componenti dello stadio  precedente. A fronte di un problema di questo tipo, forse conviene desistere e ammettere che economicamente "conviene" buttare e prenderne uno nuovo. Preferisco però, da buon testardo, provare a reperire i pezzi tramite il produttore, avendo così modo di verificare e misurare concretamente la "qualità ed attenzione al cliente" tanto millantata dalle aziende nei loro siti web.

Questo alimentatore inoltre ha un altro problema nello stadio finale. due condensatori presentano dei rigonfiamenti, tipici e già analizzati nei post precedenti, che suggeriscono la loro sostituzione. In foto si vede poco, ma si tratta del condensatore sotto l'aletta di raffreddamento a sinistra e di quello accanto ai fili di uscita in basso a destra. Gli altri sembrano a posto, almeno un buon segno, ma vanno comunque provati e misurati.
Quindi, stadio HV, PWM e finale con non meglio precisati "problemi"... provo a googlare per trovare il produttore, non demordo e procedo. Alla prossima.

AGGIORNAMENTO: il produttore risponde:
Dear *,
My name is * who is in charge of Power supply products in CWT company. I am very sorry to inform you that this item had been discontinued for a while. I suggest that you can buy a new one at the moment.

Mia Considerazione:
Grazie, ma avevo chiesto lo schema e della documentazione tecnica che elenchi i componenti utilizzati. Se l'alimentatore è fuori produzione significa che avete distrutto anche la sua documentazione?? significa che non funziona bene e che quindi è necessario far sparire le tracce del progetto?? Significa che non posso mai più riparalo? boh. mo ci riprovo.

AGGIORNAMENTO II°: il produttore risponde:
Dear *,
We don’t even have the schema electronic archives and the list
of components now. I suggest that you can buy a new one is better.

Mia considerazione:
Meglio comprare che riparare, ovviamente, secondo il loro punto di vista. Mi viene voglia di insistere con risposte di questo tono. Vorrei provare a fingermi un grosso importatore e subordinare preventivamente l'acquisto di una decina di container alla disponibilità dello schema elettronico. Sono proprio curioso di vedere cosa mi dicono. Oppure avvisarli che, a causa della mancanza di possibilità di offrire adeguata assistenza tecnica, mai più acquisterò prodotti provenienti dalla loro azienda, così come suggerirò alla rete di non acquistare alimentatori marchiati CWT in quanto del tipo "usa e getta".

P.S. La condensa è arrivata e la temperatura diminuisce. Ripeto: La condensa è arrivata e la temperatura diminuisce.