mercoledì 15 aprile 2009

HP Color Laserjet 1600

La stampante HP Color Laserjet 1600 non è malaccio. Stampa colori abbastanza brillanti, è adatta per piccoli uffici con esigenze "standard" di produzione di stampe a colori. Nulla a che vedere con la qualità fotografica delle tipografie, per cui per un catalogo è meglio rivolersi a stampatori professionali. C'è un problema però. Dopo un anno di onorato servizio, interrotto solo da un paio di cartucce difettose del solito ricaricatore peracottaro, si verifica un problema visibile in foto. Il nero viene stampato in modo sfalsato (a sinistra) rispetto al colore, di circa mezzo centimetro. A guardare la foto sembra di avere un problema alla vista. Il problema è della stampante, sicuramente non del software e non del driver. Se si stampa la pagina dimostrativa dal menu della stampante (scollegata dal PC), il problema si verifica in modo sistematico. Tutto il nero viene riprodotto fedelmente, spostato rispetto al colore che sembra nella posizione "giusta". Da cosa può dipendere? La stampante durante la sostituzione delle cartucce esegue una fase di calibrazione per allineare i colori. E' probabile che ci sia un problema di lettura durante la calibrazione, che sia entrato qualche corpo estraneo nel percorso della luce laser all'interno della stampante. Potrebbe anche essere uno specchio spostato, o sporco (vado ad ipotesi). Per me sicuramente un problema hadrware non segnalato dal firmware.
La garanzia è scaduta da meno di un mese... e c'è da pensare male in proposito. Allora chiamo il rivenditore il quale mi dice che è un problema hardware risolvibile solo da HP. Mi fornisce numero verde per l'assistenza e mi prospetta da subito l'acquisto di una stampante nuova a 150 euro. Domani chiamo l'accapì e sentiamo cosa mi dicono. La cosa strana è che il problema si è già verificato in altre stampanti ed altri modelli, sembra una cosa congenita del produttore a sentire il rivenditore. A pensar male, si può dire che accapì faccia in modo che le stampanti si rompano appena scaduta la garanzia. Di questi tempi l'ipotesi sembra credibile e la coincidenza conferma i sospetti. Certo è che HP in passato (25 anni fa) si è sempre distinta per l'eccellente qualità dei prodotti e del servizio di assistenza. Il tecnico arrivava in giacca e cravatta, minimo era laureato in ingegneria, si metteva il camice bianco e girava con tre valigioni enormi pieni zeppi di attrezzi introvabili in commercio ed una quantità industriale di parti di ricambio, anche quelle più insignificanti. Non se ne andava mai senza aver riparato i sistemi. Oggi i tempi sono cambiati e la cultura dell'usa e getta impera. E' da criminali produrre stampanti che "scadono", puntando il business solo sulla polvere colorata (toner). Da criminali. Così ci rimettiamo tutti, ci rimette l'ambiente, ci rimette il portafoglio, ci rimette soprattutto la fiducia nelle aziende che poi si lamentano per la contrazione dei consumi e rispondono a suon di sconti che aggravano sempre più il problema. Ovviamente le perdite dovute agli sconti vengono riversare sempre sulla manodopera a basso costo, sui materiali scadenti, sul sistema di distribuzione, ecc.. ed a rimetterci sono solo e sempre i lavoratori meno tutelati, le ultime ruote del carro come si suol dire. Domani chiamo il servizio di assistenza e vediamo cosa mi dicono... speriamo. Alla peggio la smonto pezzo per pezzo e cerco di risolvere con il vecchio metodo del fai da te che si fa per tre. Se nel frattempo qualcuno ha risolto, ha avuto lo stesso problema, sa come riparare questo difetto, mi contatti nei commenti per favore. Alla prossima.

P.S. Abbuffata all'orizzonte. Ripeto: Abbuffata all'orizzonte.

Aggiornamento - problema risolto (da me)

sabato 11 aprile 2009

Autopsia di un interruttore termico

interruttore termicoDal post precedente, con le considerazioni poco edificanti in merito agli idraulici smanettoni, ho proceduto con l'apertura di un interruttore azionato da un sensore termico. Dai dati di targa si legge TYPE TR/712 più altre sigle quali: T120II - CS E5567 - 250 / 15 (0.5) Prodigy Italiana Milano
Niente di elettronico ma sfruttamento dello stesso principio meccanico analizzato nel post precedente, basato sulla dilatazione termica di un liquido racchiuso dentro un elemento metallico conduttore di calore (rame). L'apertura dell'interruttore è stata effettuata semplicemente con una punta di trapano, con la quale viene rimossa la testa ribattuta di due perni metallici passanti. Un involucro di plastica, chiuso da un supporto metallico, da cui fuoriesce il tubo di rame che va al sensore e 6 contatti elettrici per la connessione fast-on. Il tubo di rame termina su un elemento meccanico, una specie di campana spinta da un perno saldato a stagno su un a piccola camera di espansione, una specie di pistone.
pistone di azionamentoIl pistone spinge una piastrina basculante su un perno metallico. La piastrina, muovendosi chiude due contatti in rame ed ottone. I contatti, dopo più di 10 anni di onorato servizio sembrano ancora "nuovi", soggetti alla naturale usura dovuta alle scintille ma ancora utilizzabili.
Due viti poste all'estremità opposta del pistone, permettono meccanicamente di regolare l'escursione meccanica del basculante che va a chiudere i contatti. In questo modo è possibile regolare la sensibilità dell'interruttore (che esce tarato di fabbrica) e l'intervallo di temperatura su cui deve lavorare. E' stato sostituito due volte, a mio avviso inutilmente. La prima volta perchè si sospettava fosse guasto, e non lo era in quanto si è poi scoperto che il problema risiedeva nella centralina. La seconda volta perchè il tecnico ha tentato per due ora a tararne uno di marca diversa, con il cacciavite, e per tagliare corto (praticamente impossibile) ha deciso di metterne uno nuovo tarato di fabbrica.
L'interruttore è di ottima qualità (il primo che è stato sostituito), niente parti plastiche o elementi fragili che si possono rompere. La ditta che li produceva, è stata inspiegabilmente chiusa con dispiacere degli idraulici che riconoscevano alla stessa un altissima qualità dei componenti prodotti. Ora si è costretti a ripiegare su prodotti più scadenti, impossibili da regolare, non meno economici ma maggiormente soggetti a rotture e malfunzionamenti. Non ci si riesce a spiegare la cosa. sembra che al giorno d'oggi conti più il profitto che la qualità, più la soddisfazione degli azionisti che dei clienti. Un vero schifo. E' anche da queste cose che si nota un decadimento progressivo della capacità produttiva di questo paese in favore della "finanza" che guarda più al profitto. Stiamo andando sempre più verso una società che non produce nulla ma consuma. Un vero peccato, dato che in questo paese ci sono persone straordinarie con capacità notevoli, fantasia da vendere, inventiva invidiata da tutto il mondo... tutte cose che devono sparire in nome del danaro.
Considerazioni a parte, da questi interruttori si possono recuperare le connessioni fast-on in ottone, che si possono saldare sui direttamente circuiti stampati per collegamenti "di potenza". Due molle in acciaio (ottima durezza), un micro involucro in plastica dura (ottimo per micro progetti di elettronica), un dado, una rondella metallica, un micro tubo di rame che metto da parte non si sa mai, tre perni metallici... meglio tenerli.
Alla prossima.

P.S. Mollare il pappafico. Ripeto: Mollare il pappafico.

Autopsia di uno strumento di misura

Da un pò di tempo la caldaia del riscaldamento domestico ha intrapreso di sua iniziativa un sciopero intermittente, non autorizzato. Ci si svegliava al mattino con l'acqua fredda. Dopo ben sei interventi dei "tecnici" addetti alla manutenzione, l'ultimo dei quali il titolare in persona, il problema è stato finalmente risolto. 180 euro in nero per sostituire a) lo strumento di misura della temperatura dell'acqua, b) due interruttori termici, c) la centralina elettronica... il tutto in ben 6 interventi, 5 dei quali inutili.
Per le spie di segnalazione non c'è stato verso di convincerli a sostituirle. Comunque mi sono tenuto i pezzi sostituiti, a parte la centralina che mi dicono va in riparazione, altrimenti avrei dovuto pagarla.

Così con i pezzi "rotti" in mano, decido di assecondare la mia innata e mai soddisfatta curiosità.
Partiamo dallo strumento di misura della temperatura. E' uno scatolotto nero da cui parte un tubicino in rame alla cui estremità c'è un bulbo in ottone. Bulbo e tubo sono ripieni di un liquido che presumo serva per condurre il calore. In effetti il tubicino "perde" da una micro fessurazione. L'odore tipico degli idrocarburi, simile al gasolio, mi fa pensare a qualcosa a base di petrolio, sicuramente infiammabile. Con un accendino ho provato a scaldare il bulbo per vedere la scala graduata salire progressivamente (solo sino ad 80 gradi) per poi scendere rapidissimamente vero lo zero non appena si toglie la fiamma. La perdita di pressione del liquido all'interno del circuito, provoca una considerevole perdita di risposta dello strumento a fronte dell'innalzamento della temperatura rilevata dal sensore. OK, la cosa mi consola, è sicuramente guasto ed andava sostituito.

All'altra estremità, il tubo è appiattito e termina avvolto su un perno di plastica (in senso antiorario) su cui viene fissata una rotellina graduata, visibile esternamente attraverso una finestrella trasparente che riporta il segno di riferimento per la misura. Il principio di funzionamento è puramente meccanico. Si basa sulla trasmissione di calore e dilatazione termica del materiale. Rame e liquido conducono il calore. La spirale, avvolta attorno ad un perno in senso antiorario, quando si dilata tende a far ruotare il perno in quanto il materiale occupando un volume maggiore tende a "stirare" l'avvolgimento. La dilatazione viene meccanicamente trasmessa al perno su cui è fissata la scala graduata. Semplice...30 euro per il pezzo, più altri 30 per il lavoro di sostituzione. Durante la riparazione della caldaia mi sono soffermato a fare domande ai vari tecnici che si sono succeduti nelle riparazioni (inutili). Solo uno (ho scoperto poi essere il figlio del titolare) ha saputo darmi una spiegazione molto sommaria del funzionamento dello strumento. Gli altri a fare ipotesi assurde, sbagliate, imprecise... e poi se la prendono con gli informatici smanettoni... anche gli idraulici sono un branco di ignoranti con la sola differenza che si fanno pagare a peso d'oro, quando li chiami vengono quando gli pare comodo a loro, per fare il loro lavoro occorre un patentino e dulcis in fundo siamo obbligati a chiamarli almeno una volta all'anno per il controllo obbligatorio dei fumi. Non è giusto. La provincia è chiamata a fare i controlli ed in caso di mancato adeguamento sono multe salate. Se ci fosse una legge che obblighi tutti i possessori di computer a chiamare una volta all'anno degli informatici col patentino per controllare la presenza di virus, sono sicuro che sarebbero in molti a protestare. Ma gli idraulici guai a toccarli. Per quanto riguarda la loro professionalità...meglio lasciar perdere. Sono pagati mooolto di più degli informatici ed hanno una conoscenza dei sistemi che riparano mille volte inferiore ad un tecnico informatico. Cambiano pezzi a casaccio, per tentativi ma si fanno pagare a tariffe più che rispettabili, ovviamente in nero altrimenti la massaia di voghera deve sborsare un 20% in più senza capire perchè (tanto nessuno glie lo spiega). OK. Ed ora?? Durante lo smontaggio, il cervello non è stato certo a guardare. Con un pò di fantasia si potrebbe tenere la parte meccanica e delegare la rotazione della scala graduata ad un micro motorino passo passo, tipo quello che si trova nei floppy disk. Basta tradurre e mettere in relazione le grandezze "gradi centigradi - passo del motore stepper" e si può ottenere uno strumento di misura sicuramente meno afflitto da problemi di usura o perdite di liquido, economico in quanto realizzabile con poche parti di recupero, controllabile elettronicamente per eventualmente "loggare" le escursioni termiche... di possibilità ce ne sono a iosa. alla prossima.

P.S. Hack the planet. Ripeto: Hack the planet.