venerdì 6 febbraio 2009

Pennarelli e ink jet (4a parte)

Non ho resistito ed ho proceduto con la ricarica dei pennarelli colorati che conservavo non ricordo per quale motivo. Se ci si chiede..."ma i pennarelli colorati con inchiostro ad acqua, si possono ricaricare?", la risposta è SI. Funziona. Ovviamente occorre considerare la cosa solo se si è ben conservata la punta, se si possono aprire (con qualche eccezione), se il serbatoio e la spugna interna sono accessibili con un ago da siringa.
Pennarelli con tampone imbevuto. Rientrano in questa famiglia i Tratto pen per intenderci. Il tampone è solitamente un cilindretto morbido di materiale assorbente, confezionato in un tubicino di plastica trasparente sottile. Se è estraibile dal corpo del pennarello, si infila l'ago all'interno del tampone (se è lungo, alternativamente in entrambe le estremità) e si osserva, iniettando il colore desiderato, e se l'involucro dello stesso è trasparente, il diffondersi del colore. Quando si nota che sta per arrivare alle estremità, ci si ferma. Iniettare lentamente, senza premere eccessivamente. Si ri-assembla il pennarello e si attende qualche minuto che la capillarità imbeva per bene la punta.
Pennarelli con cartuccia intercambiabile: Rientrano in questa famiglia gli Osama per capirci. Si riempie per tre quarti il serbatoio plastico e si aggiungono poche gocce di acqua distillata per diluire il tutto. Alternativamente si può aggiungere alcool isopropilico per facilitare l'evaporazione e l'asciugatura dell'inchiostro sulla carta. Tenere conto che l'evaporazione del solvente potrebbe "inscurire" la carta termica (es. quella dei fax di una volta).
Pennarelli tipo Stabilo Boss: hanno il corpo sigillato ad ultrasuoni e non è consigliabile tagliarli o forarli. Per la ricarica basta infilare lentamente l'ago in prossimità della punta, vicino all'imbocco, con direzione leggermente obliqua e senza interessare l'area "a scalpello" della punta. Nello spingere, per evitare che la punta rientri nel serbatoio per effetto della pressione esercitata, è meglio ruotare l'ago in modo che avanzando si credi una sede. Una volta tolto l'ago, l'elasticità della punta andrà a richiudere parzialmente il condotto creato (così l'inchiostro non esce "a fiotti" ma resta all'interno). Tale operazione non può essere ripetuta per più di due o tre volte a causa di un inevitabile danneggiamento della punta stessa. Si tenga inoltre conto che l'inchiostro iniettato non è evidenziatore (fosforescente), per cui l'effetto finale sarà quello di un normale pennarello colorato.
Per le varie tonalità non c'è problema: si dosa nella siringa, ad occhio, la miscela di inchiostro tenendo conto che :
giallo + blu = verde
giallo + rosso = arancione
verde + blu o rosso = marrone
rosso + blu=viola
ecc...
Punte secche: Per i pennarelli rinsecchiti dal tempo, si immerge la punta in acqua tiepida sino a quando non si nota scendere del colore dalla punta verso il fondo del contenitore utilizzato. Io uso i bicchierini di plastica dello yogurt, uno per colore per evitare contaminazioni. Se le punte sono totalmente rinsecchite e se sono estraibili, si può pensare ad un processo di bagnatura prolungata in soluzione leggermente "solvente" (il Cyclon sgrassante fa miracoli) o in acqua calda (anche a 40 gradi). Qualora dovessi imbattermi in punte particolarmente ostiche, mi riservo di provare a bollirle....
Punte rovinate: Le punte sono fatte da una specie di materiale poroso abbastanza consistente. Può capitare che si rovinino perdendo la forma originale o che vengano sporcate da grafite o inchiostro scuro durante un uso poco accorto. In alcuni modelli di pennarelli, è possibile rigenerare la punta. Se si riesce ad estrarla (es. gli stabilo boss evidenziatori), basta girarla e rimetterla in sede. In alcuni casi la punta è simmetrica, sia per le punte a cono che per le punte "a scalpello".
ATTENZIONE: Usare sempre i quanti e proteggere il tavolo con molta carta assorbente sopra uno strato di giornali vecchi. Indossare vestiti "a perdere", non illudersi mai di fare un lavoro pulito ed indossare i pantaloni o la camicia preferita. L'inchiostro usato per la ricarica, quello per le stampanti a getto di inchiostro, è iper concentrato e sporca tantissimo. I quanti devono essere di qualità. A me è capitato, per risparmiare, di imbattermi in una scatola di guanti....bucati e difettosi. Risultato: da due giorni non riesco a togliermi i residui di blu da sotto l'unghia del pollice destro ed andare in giro con le dita "sporche" non è proprio una bella cosa.
Per finire, visto che orientare gli acquisti può modificare la politica dei produttori verso i rifiuti zero, se si pianifica di acquistare pennarelli colorati (ad esempio per la cancelleria dell'ufficio o per i ragazzi che vanno a scuola), preferire quelli con involucro apribile o con cartuccia di ricarica (non serve fare scorta di cartucce quando si possono riempire a piacere). Per ultimo, occorre anche sensibilizzare gli utilizzatori ad usare gli strumenti di scrittura con cautela e cura, per farli durare nel tempo. I vantaggi?: nell'immediato risparmio economico, nel lungo periodo ambiente più pulito e discariche (o inceneritori) progressivamente sempre più inutili. Cambiare si può, basta volerlo. Alla prossima

P.S. Il ciccione è uscito. Ripeto: Il ciccione è uscito.

giovedì 5 febbraio 2009

Penna stilografica e ink jet (3a parte)

Dopo l'ennesima ricarica della cartuccia della penna stilografica, con inchiostro rosso stavolta per dare una tonalità violacea al nero che si stava esaurendo, ne ho approfittato per un paio di tentativi sperimentali. Mi sono trovato con il mio fedelissimo pennarello rosso, quello che uso per sottolineare i passaggi importanti dei miei appunti, quasi a secco. Dato che c'ero, ho preso dal cassetto un altro pennarello, evidenziatore con cartuccia ricambiabile, di tonalità rosso intenso (quasi rosa). Con un unica "siringata" dello stesso colore, ho voluto sperimentare la ricarica dei pennarelli. Il principio è sempre lo stesso. Dato che i pennarelli in questione non sono di quelli con inchiostro a solvente volatile ma con inchiostro a base d'acqua, l'inchiostro per le cartucce di stampa deve andare bene... per forza. Allora, animato da questa ipotesi che mi è sembrata corretta, sono partito con la ricarica più facile. Il pennarello evidenziatore è dotato di un serbatoio intercambiabile che va ad incastrarsi nel feltrino di scrittura. L'inchiostro va a finire sulla punta per capillarità. Lo stesso principio vale per il pennarello a tampone imbevuto, quest'ultimo facente funzione di "serbatoio". Fortunatamente è un modello con chiusura del serbatoio ad incastro, non saldato ad ultrasuoni tipo gli stabilo boss (per i quali tra l'altro esiste un trucco per ricaricarli lo stesso). Il tappo viene via usando una pinzetta a becchi piatti.
Una buona innaffiata di inchiostro rosso et voilà. L'esperimento è riuscito. Il pennarello a tampone ha re-iniziato a scrivere egregiamente, senza alcun tentennamento, con una tonalità leggermente diversa (dovuta sicuramente alla differente pigmentazione fra l'inchiostro originale e quello delle stampanti).
Il pennarello a cartuccia... sembra che il feltrino sia più compatto e duro, per cui sembra che il nuovo inchiostro fatichi ad essere assorbito. Nel dubbio che con l'inattività prolungata la punta possa essersi seccata, l'ho immersa per un paio d'ore in acqua distillata. E' uscito dell'inchiostro evidenziatore e si inizia a notare la differenza di tonalità, segno che l'inchiostro nuovo arriva in punta. Funziona! Potrò ora passare alla ricarica in massa di tutti i pennarelli seccati che ho conservato nella scatola della cancelleria esaurita. Sto esagerando a risparmiare?? Chissenefrega, ogni euro risparmiato è un euro guadagnato ed un commerciante in più che piange miseria dopo essersi arricchito in nero ed aver riso alle mie spalle dato che pago le tasse anche per lui. Alla prossima.

P.S. Dito puntato accusa per due. Ripeto: Dito puntato accusa per due.

martedì 3 febbraio 2009

Fritz 7170 Fax capi-over-tcp (parte 1)

Sono un "fortunato" possessore di un FRITZ!Box Fon WLAN 7170, un modem, router dalle possibilità davvero potenti, sicuramente migliore delle ciofeche installate presso gli utonti che firmano i contratti adsl senza sapere nemmeno cosa stanno acquistando. Ho anche aggiornato il firmware alla versione italiana, giusto per comodità dopo un lungo utilizzo in lingua inglese.
La necessità, scaturisce da alcuni problemi con il vecchio modem 3Com utilizzato per inviare e ricevere fax tramite hylafax su server dedicato. Il sistema risponde alle chiamate ma poi, misteriosamente, cade la linea e di ricevere i documenti nemmeno a parlarne. Non ho avuto molto tempo per indagare, potrebbe essere la linea, il numero voip, qualche aggiornamento software, fatto sta che dopo due anni di onorato servizio mi ritrovo con il sistema fax a terra. Ne approfitto, dato che da poco tempo sono state implementate nel firmware del fritz le capacità di inviare fax senza necessità di modem esterni, tutto "over TCP". Per la ricezione nessun problema. Il fritz mi avvisa via e-mail per i fax in arrivo, proponendoli già in formato pdf, con nome formattato che contiene data e ora di ricezione. Basta salvarli in una cartella apposita o crearsi una semplice interfaccia grafica per gestirli. Ma per la spedizione da un client di rete??
Allora... vediamo la procedra:
Prima di tutto occorre attivare CAPI-OVER-TCP da un telefono analogico collegato alle porte ATA del fritz.

digitare dal telefono: #96*3*

poi installare nel proprio client o in un server: apt-get install capiutils

Se si sta usando la distro Intrepid di Ubuntu, la libreria libcapi2-3 dovrebbe essere già installata, altrimenti verificare se lo è o meno e provvedere.
Successivamente occorre configurare, modificando in /etc/capi20.conf la riga come segue
REMOTE "ip_del_fritz" 6000

Poi, per vedere da terminale se tutto funziona, digitare: capiinfo ed analizzare il risultato.
Fatto. Per spedire i fax quindi basta configurare il seguente comando in qualsiasi programma in grado di eseguire comandi (Xsane, gv, cups, oowriter ecc.ecc.... tanto per fare un esempio)

capisuitefax -d "numero_di _fax" /"percorso"/nome_documento.pdf

ed il gioco è fatto. Purtroppo o per fortuna, questa non è una procedura adatta agli utonti, ai quali se consegni un qualcosa che abbia più di due o tre bottoni vanno totalmente nel pallone e rifiutano di imparare. Per loro è meglio windows, alice, fastweb o qualsiasi fornitore che si fa pagare a caro prezzo la loro pigrizia ed ignoranza piuttosto che insegnare loro come risparmiare.
Alla prossima
P.S. Vedi aggiornamento Parte 2
P.P.S. L'ossobuco è pronto. Ripeto: L'ossobuco è pronto.

lunedì 2 febbraio 2009

Facebook?? no grazie

Il libro delle facce... ne sento parlare e la curiosità prende il sopravvento. Non vorrei apparire asociale o essere, come sostiene qualcuno, tagliato fuori. Non devo trovare amici o vecchi compagni di scuola o d'armi, le mie ex..., se li ho persi tutti di vista è solo perchè l'ho voluto, nulla di interessante in persone vuote, egoiste, ignoranti, arroganti, socialmente pericolose e potenzialmente dannose al quieto convivere sociale. Mi sono tenuto in contatto solo con le persone che credo meritino la mia amicizia.
Stavolta però, contrariamente al solito, metto a freno l'impulso di registrarmi e vado a consultare preventivamente le condizioni d'uso...c'è da inorridire!! Ci sono più motivi per dire di no! nemmeno morto. Avete letto le condizioni d'uso?? elenchiamone alcune
1) Possono cambiare le carte in tavola (le condizioni d'uso) senza avvisare, e se continui a usare il servizio le accetti implicitamente (anche se non lo sai in quanto non avvisato).
2) Facebook fa discriminazione in base al censo. Se hai piu’ di 13 ma meno di 18 lo puoi usare solo se frequenti una scuola superiore!!
3) Tutto quello che scrivi ti viene espropriato: “all rights reserved” ... si prendono automaticamente i diritti di sfruttamento commerciale dei tuoi contenuti!!
4) Se parli male di qualcuno, anche a ragion veduta, la responsabilità è comunque tua. I diritti si, le rogne no!
5) Su Facebook non puoi far vedere quello che succede in giro... puoi solo postare filmati fatti da te o che contengano te come soggetto... nemmeno i filmati liberi possono essere divulgati
6) Su Facebook l’ultimo criterio per decidere se qualcosa va bene oppure no e’ “il giudizio della compagnia”. Insomma, decidono solo loro cosa da fastidio e cosa no
7) Possono sbatterti fuori anche senza nessun motivo o spiegazione. Alla fin fine bastava solo questa regoletta

Dulcis in fundo...non c'è modo di cancellare definitivamente quanto messo in rete. ci si può disattivare (con una procedura farraginosa) ma non cancellare. Resta tutto a loro disposizione.
Decido di approfondire la ricerca.... tra class action per violazione della privacy (vendita dei dati degli utenti e dei profili senza autorizzazione) e colegamenti con la CIA ed enti governativi vari orientati al controllo globale...c'è da impallidire. Risultato...Facebook, ma vaffanculo!
Alla prossima

P.S. Annaffiare il giardino. Ripeto:Annaffiare il giardino.