martedì 18 novembre 2008

Server, sistemisti e smanettoni IT

Ultimamente sono stato contattato da un informatico d'assalto, un self made man, che mi sta fracassando i marroni con delle richieste che mettono in chiara evidenza la sua incompetenza retribuita. E' un sedicente "sistemista" attualmente in carico come dipendente presso una grande industria. Sedicente in quanto "dice di sè" che è un sistemista. Nell'ambiente scientifico degli informatici, un ristretto gruppo di esperti che guardano con un pò di disprezzo i principianti che strombazzano le loro abilità, il termine "sistemista", espresso così genericamente, è inteso come colui che interviene nei "sistemi" informatici (tutti) e risolve, configura, installa, fa funzionare ecc... Per sistema si intende l'insieme di hardware e software che compone un sistema informativo. Un sistema informativo che necessita di un sistemista è composto come minimo da una rete in configurazione client/server, da un insieme di funzionalità quali database, intranet, internet, mail server, web server, ecc...
La definizione di "sistemista" non è concentrata in un particolare sistema hardware o prodotto software, altrimenti sarebbe più corretto parlare di "specialista". Pertanto un sistemista, se così si definisce genericamente, deve saper configurare un firewall, indipendentemente dal sistema operativo o dall'interfaccia grafica usata per gestirlo. Deve saper amministrare un database, indipendentemente dal tipo. deve saper agire sui parametri di rete per farla funzionare, deve saper configurare un mail o web server. Infatti, in tutti i casi esposti, dato che ormai le funzionalità sono "standard" per via di protocolli univoci, ovvero si somigliano tutte e cambia solo il nome delle cose, un "sistemista" è in grado di agire, configurare, risolvere ecc... tenere in piedi il sistema informativo e sapere cosa fare in caso di guasto... già, servono pure delle approfondite conoscenze dell'hardware, dato che sono capaci tutti di chiamare il tecnico esterno in caso di guasto.
Data la situazione "traballante" di questa economia ed al fatto che i soliti ne stanno approfittando per licenziare, il nostro sistemista decide di mettersi in proprio e di approfittare delle proprie conoscenze per vendere soluzioni a destra e sinistra. Il problema è che non è in grado di risolvere autonomamente, dato che le sue conoscenze tecniche sono basate su un sistema informativo gestito per anni, conosciuto a memoria ma apparentemente diverso da quello che si trova in giro. Basta cambiare prodotto o imbattersi in un sistema linux e crolla tutta l'aurea di conoscenza sino a poco tempo prima usata a sostegno del proprio entusiasmo. L'uso massiccio e prolungato di windows ha inoltre impigrito, nel tempo, il nostro sistemista, paragonabile più ad un pigiabottoni che ad in tecnico informatico che si rispetti.
L'attività in proprio non è facile nella fase di start-up e risulta naturale, oltre che appetibile, offrire soluzioni chiavi in mano per le problematiche più disparate. Da una server appliance ad un centralino voip, da un sistema di trasmissioni wireless ad un sistema di videosorveglianza, tutto fa bilancio e occorre rassicurare i propri contatti di essere in grado di fornire...il bilancio è sacro. Questa è la situazione. Mancano i sistemisti quelli veri, quelli che le cose le sanno fare davvero. Ed allora il nostro wannabe sistemista trova la soluzione più scontata, che ormai ci sono passati tutti quelli che si trovano o trovavano nella stessa situazione. Creare una rete di informatici in grado di intervenire alla bisogna, da pagare il minimo per massimizzare i guadagni e da non assumere data l'occasionalità degli incarichi. Ci hanno provato in centinaia, è un pò il sogno di molti raccattare incarichi, sbolognarli al primo pirla disponibile e lucrare un buon margine, salvo poi scaricargli addosso le colpe quando qualcosa non va. Si nota però da subito il tipo di richiesta che viene conferita ai collaboratori usa e getta selezionati col criterio del primo che capita. Voglio un server con le funzionalità A,B,C, ma (udite, udite) che sia facile da usare e configurare, in quanto voglio proporre e rivendere la soluzione ad altri sistemisti o smanettoni... cooosa? Qui casca il palco. Il pigiabottoni si rivela per quello che è, un pigro commerciante approfittatore, un promotore di nuovi smanettoni, non certo un sistemista e tanto meno un informatico. L'attività di "informatico" per come la intendo io, è fatta di sacrifici, (tantissimo) tempo dedicato all'aggiornamento ed alla formazione continua, alle prove, alla ricerca ed agli esperimenti in casa. Non che la gestione debba risultare difficile, per carità, anche io amo le comodità, le scorciatoie e le soluzioni "semplici", ma non disdegno di capire a fondo cosa sto facendo, in modo da essere pronto ad affrontare e risolvere gli imprevisti, per problemi che escono dalla normalità, in due parole devo essere preparato e competente. Credere che un server sia una scatola con quattro bottoni da pigiare, che funziona tutto e si può dimenticarla nel sottoscala, significa credere ai soliti rivenditori commercianti di informatica che fanno tutto sempre facile, rapido e soprattutto che "funziona" sempre. I tribunali sono pieni di questi creduloni ignoranti che hanno ceduto al miraggio di facili guadagni. Temo che dovrò suggerire l'uso di windows a questo sistemista, e di cercare fra i numerosissimi informatici dell'ultima ora qualcuno disposto a svendersi per pochi spiccioli. Vuoi una soluzione facile da gestire per sistemisti e smanettoni? Linux non fa al caso tuo...linux è per i clienti seri che vogliono soluzioni serie ed io non installo server windows. Ma il sistemista insiste, concentrato com'è più sul proprio profitto che sulle necessità dei propri clienti. Linux "è gratis" (così crede, essendo caduto nell'inganno della traduzione italiana del termine "free") e permette margini più ampi. Windows è a pagamento, così come ogni componente aggiuntivo necessario a una seria configurazione client-server. Linux è un ambiente più "robusto" e sicuramente più adatto per ciò che devi proporre, ma per i principianti è un sistema "difficile". Le cose sembrano difficili quando non le si conoscono. Una volta imparato, diventa facile. Ma allora impara anche tu visto che "non costa nulla" e di documentazione in rete ce n'è a iosa... No. Fammelo tu che ti pago ed ho un sacco di clienti che lo vorrebbero. Eh?? Guarda che lavoravo per i "padroni" mooolto tempo fa e mi sono messo in proprio per evitare questi atteggiamenti arroganti. E poi... non lavoro per i commercianti smanettoni, sono capaci solo di piantare grane e scaricare sempre la colpa sul tecnico. Lasciamoperderedai, non insistere per favore che ho altro da fare. Ciao.


P.S. Aldo riempie il bicchiere. Ripeto: Aldo riempie il bicchiere.

giovedì 13 novembre 2008

Free Blogger & Clandestine Press

Help please! we are victims of parliamentarians mafia and corrupts.
It is in order to be emanated a law, dictates “LEVI”, with obligation of registration to the ROC (communication's operators registry) for all the bloggers. This law dictates also “kills blog” is devised in order to remove voice to the people and "shut up" the honest citizens and democratics. We are all victims of a fascist dictatorship. Help please!

They are forced to enter clandestinely in order to avoid two years of prison and million fine for crime of clandestine press! They are guilty to express opinions in a fascist dictatorship. Here in Italy, the opinion and word's freedom is being suffocated. To speak means to risk. Help!. Here it is happening of all: thefts, violences, overbearingnesses.

Police and soldiers in uniform, patrol the country and Italians cannot more express freely our ideas. We cannot more criticize this fascist government. Please, you invade us pacifically in order to fire corrupts that are to the parliament, than do not represent more Italy… are themselves elect by themselves with a law “ad personam”.

We are all victims of a fascist dictatorship. You help us please.

mercoledì 12 novembre 2008

Stampante seriale (etichette)

Il risultato, a meno di alcuni modesti aggiustamenti, è da ritenersi soddisfacente. La dimensione del riquadro è da aggiustare e le lettere accentate necessitano di un font diverso da quello utilizzato.

Programmare una stampante seriale che utilizza il linguaggio Monarch(R) è stata un esperienza nuova. Dopo aver realizzato il cavo "giusto" (vedi post precedenti) si passa alla codifica delle istruzioni che dovranno essere inviate alla stampante. Nel seguito un breve esempio. Il linguaggio usa dei campi formattati secondo una codifica pre-impostata e con una sequenza fissa di parametri. Un esempio che produce il risultato visibile in foto è questo:

{I,A,0,0,0,1,3 'slash zero cp850'|}
{I,D,7,0,2 'currency symbol italy 2 decimal'|}
{I,B,0,1,1,0,0 'supply type,ribbon_on,feed_mode,sup_pos,cut_pos'|}
{F,25,A,R,M,690,1000,"FMT-6X10" |
C,550,30,0,1,2,1,W,C,0,0," RAGIONE SOCIALE ",0 'mis in decimi di millimetro' |
C,490,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Slogan dell'azienda",0 |
C,450,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Via taldeitali, 99",0 |
C,420,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"99999 località (PR) ITALY",0 |
C,360,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Item :Descrizione del contenuto ",0 |
C,310,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Colli: 01 - broken sample",0 |
C,200,30,0,1,1,1,O,L,0,0,"Cod:",0 |
C,200,115,0,1,3,2,O,L,0,0,"ABC-123-XYZ",0 |
L,V,400,10,0,940,10,"" |
L,S,400,650,680,650,10,"" |
Q,10,10,680,950,10,"" |
B,99,12,F,100,115,1,2,80,5,L,0 |}
{B,25,N,1 |
99,"234567891012" |}

Come si può capire, la comprensione non è propriamente di facile assimilazione, ma con il manuale sottomano anche se in inglese, il lavoro è agevolato. Ogni campo è preceduto da una lettera che ne identifica il significato, L per Line, C per Character, B per barcode, F per format ecc... Devo ancora trovare il modo di memorizzare le risposte della stampante, quali ad esempio i codici di errore. Con un minimo di impegno dovrei riuscire a comprendere meglio il funzionamento del processore interno, magari ricavare e de-compilare il firmware per alcune migliorie che ho in mente. E' un vero peccato che questo hardware sia closed source. Infatti, in mancanza di possibilità di apportare migliorie, l'hardware diventa rapidamente rifiuto speciale pericoloso ed è destinato ad ingrossare i canali di smaltimento clandestini. Già, corre voce che alcune associazioni spediscano l'hardware usato in africa con un apparente scopo umanitario. In realtà è un modo per aggirare la legge sui rifiuti speciali e far diventare l'Africa la discarica del mondo. Ma questo è un altro discorso che raramente viene trattato dalla stampa prezzolata per non infastidire i poteri forti.
In mancanza di uno specifico tool di sviluppo, ho proceduto con la scrittura del codice con un semplice editor di testo con successiva prova di stampa. Una volta assimilato il linguaggio, si procede con la pre-codifica dei formati necessari. Per stampare un etichetta alla volta, si fa molto prima ad aprire il sorgente e modificare direttamente il contenuto, a mano, per poi copiarlo sulla porta seriale utilizzata dal sistema (ttyUSB0 nel mio caso). I formati non sono poi molti. La etichette maggiormente utilizzate sono: spedizione materiale con imballo voluminoso, spedizione lettere e buste, mittente e destinatario. Per i più evoluti, etichetta trasparente per il protocollo della posta con codice a barre (che richiede però un ribbon speciale). Per lavori più intensi, che richiedono un elevato livello di personalizzazione e dinamicità ad adattarsi a diversi formati, si sente un pò la mancanza di un programma grafico per linux, che non deve essere poi molto difficile da produrre...Sarà oggetto di studio e ricerca per i momenti di tempo libero. Alla prossima.

P.S. Il punto per punto è solo presunto. Ripeto: Il punto per punto è solo presunto.