lunedì 22 settembre 2008

Centrifuga (parte 1)

Va male, malissimo. Devo ridimensionare il progetto, in quanto non ho gli strumenti adatti per questo tipo di realizzazione. Così non ce la farò mai. Troppe vibrazioni. Sono determinato a trovare una soluzione alternativa. Magari utilizzando qualcosa che è stato realizzato per altri scopi, ma adattabile alle mie esigenze. Oggi vado a ritirare un avvolgitore per nastri, utilizzato per rigenerare le fettucce utilizzate nelle cartucce che venivano utilizzate nelle stampanti ad aghi. Sicuramente lì posso trovare motorini, regolatori di direzione e velocità, perni ed altro che mi permettano di far girare un piatto rotondo ad una velocità sufficiente ai miei scopi (vedi post precedente). Spero di ricavarne qualcosa di utile. La centrifuga per le cartucce di stampa mi serve assolutamente. Perchè? Perchè voglio fare un buon lavoro nel ricaricare le spugne contenute nelle cartucce. Un buon lavoro ho detto. Non mi accontento di "siringare" a casaccio e se le cose vanno male trovare le scuse a giustificazione di un pessimo lavoro e peggio buttare la cartuccia e comprarne una di nuova. In primis voglio farlo per me, poi, solamente per gli amici e parenti che ritengo se lo meritino. Pian piano, voglio diffondere la cultura del recupero, non solo per il risparmio immediato ma anche per combattere il consumismo, questa brutta abitudine, elogio della pigrizia, che tanto ci sta danneggiando sotto molteplici punti di vista. Ambiente, salute, benessere...obiettivi impossibili? No. Può essere utile, ognuno nel proprio piccolo, iniziare ad agire, concretamente, quotidianamente, costantemente... Sono consapevole che in pochi mi ringrazieranno, ma so che i pochi che agiscono come me si sentono parte di un gruppo di persone consapevoli, in un certo senso "migliori" degli altri. In ogni caso, tornando a noi, la centrifuga la devo realizzare prima o poi. Troppo testardo per mollare, troppo povero per acquistarne una... la soluzione salterà fuori. Ciao

P.S. Mettere al coperto le fascine. Ripeto: Mettere al coperto le fascine.

venerdì 19 settembre 2008

Centrifuga (parte 0)

Mi sono messo in testa la malsana idea di auto costruirmi una centrifuga. Devo trovare il modo di far defluire l'inchiostro delle cartucce a spugna verso la testina ed accumularlo lì. Questo anche per svuotarle completamente prima di ricaricarle ed evitare il problema dell'overfilling. L'idea è buona, funziona, visto che ci sono in commercio degli apparecchi progettati per fare queste operazioni.
L'idea iniziale era di usare un robot da cucina. Quegli elettrodomestici tuttofare che tritano, affettano, mescolano, frullano ecc.ecc. Idea scartata in quanto la vaschetta ha un diametro troppo piccolo per farci stare due cartucce sul diametro. Peccato, praticamente il grosso del lavoro era già fatto (guarda caso ne avavo uno di recupero da utilizzare).
Ho quindi recuperato un motorino da 12 volts 6 ampère da una sirena d'automobile, Un cuscinetto a sfere da un vecchio compressore passato a miglior vita. Un tubo di alluminio che si incastra perfettamente nel foro del cuscinetto a sfere. Sto procedendo per tentativi. Non è facile con l'attrezzatura da hobbista, adatta per lavorare il legno. Qui servirebbe un tornio ed una fresa per metalli. In ogni caso, sino a questo momento, sono riuscito ad accoppiare il tubo con il perno del motorino, tenuto fermo da due pannelli che si fissano con delle barre filettate sulla base ove è fissato il cuscinetto (dopo innumerevoli esperimenti e tentativi). Centrare perfettamente il foro dove si incastra il perno del motorino è stata un impresa ardua, così come riempire il tubo con un tondino di legno forato perfettamente al centro (foro da 5,5mm su un tassello da 8mm). Mi sono aiutato con delle seghe a tazza e dei tasselli da 8mm, dato che la punta delle seghe a tazza è giusto da 8mm. Tirando i dadi delle barre filettate che serrano il sandwich, si riesce a fare in modo che il perno si agganci a pressione nel foro del riempitivo incastrato nel tubo di alluminio. Dato che il lavoro non è perfetto, come mi aspettavo, ci sono "un pò" di vibrazioni che spero di risolvere bilanciando il tutto alla fine dell'assemblaggio. Devo predisporre ora una base dove fissare le clips porta-cartucce, e fare in modo che stia orizzontale, a 90 gradi rispetto all'asse verticale. L'asse del motorino è fissato in linea con l'asse longitudinale del tubo. Così quando l'inchiostro skizzerà, potrà colare sulle pareti del vaso di plastica che fungerà da contenitore e raccogliersi sul fondo, dove penso di inserire un piccolo rubinetto di scarico. Inizialmente avevo pensato ad una trasmissione a cinghie e pulegge, anche per ridurre un pò i numeri di giri (non mi serve una velocità esagerata). La cinghia però deve essere della lunghezza "giusta", e pur avendone a iosa sono troppo lunghe (sono quelle dei carrelli di stampa). Dovrei tagliarle e trovare il modo di saldarle nuovamente. Pensare alla colla nemmeno a provarci, forse con la saldatrice ad ultrasuoni, anche se non credo che riesca a saldare la gomma. Un altra lavorazione difficile è stata creare l'alloggiamento per il cuscinetto. La sega a tazza più grande che ho, è leggermente più piccola del diametro esterno del cuscinetto, per cui ho dovuto procedere pia piano nell'asportare a mano del materiale con una lima tonda. Procedere con una lima tonda per allargare un foro, richiede una grande manualità e tanto occhio. Alla fine ci sono riuscito, anche se forse era meglio asportare un paio di decimi in meno. Il cuscinetto se ne sta abbastanza fermo, ma con le vibrazioni in gioco dovrò inventarmi una specie di "gabbia" per tenerlo perfettamente orizzontale. Un altro problema è dato dalla spinta del perno del motorino. Il cuscinetto non gira più libero e felice come se fosse quasi a "vuoto". Dovrei usare dei cuscinetti a spinta per questa soluzione (sono a sezione conica, ne ho un paio ma dovrei impazzire per creare un alloggiamento adatto.... forse più avanti). Devo anche accorciare il tubo. Forse appoggiandoci il seghetto per metalli durante la rotazione, riesco a fare un taglio perfetto. La parte del motorino che sporge nel retro, dove ci sono le spazzole ed i contatti di alimentazione, andrà coperta con un cappuccio di plastica, recuperato da una bomboletta spray di appretto per stirare. Ci entra perfettamente, così non rischio di sporcare l'interno del motore con l'inchiostro.
Di foto in questa fase nemmeno a parlarne. Non so nemmeno se il tutto funzionerà. E' un esperimento, una ricerca pura del tipo "o la va o la spacca". Intanto mi manca un alimentatore adatto da 6 o più ampère. Credo che opterò per la soluzione grezza "trasformatore - ponte raddrizzatore - condensatori di livellamento". Anche se alimento il motore a qualcosa di più di 12 volts, non credo che si arrabbierà più di tanto. Sarei tentato però di progettare un regolatore di velocità, e già che ci sono potrei iniziare qualche esperimento con il PWM (Pulse Width Modulation), ove il motore resta sempre alimentato alla tensione massima ma per un tempo variabile. Questa soluzione permette una buona coppia anche a basso numero di giri. Vedremo intanto come procede la parte meccanica che è la mia bestia nera. A proposito. Qualche anima pia vorrebbe farmi dono di un piccolo tornio per lavorazioni di micro e mini meccanica? Una fresa a tre assi non ci starebbe male. Dai. Nel frattempo cerco anch'io se qualcuno se ne vuole disfare. Forse. Magari.... Ciao

P.S. La campana ha suonato 3 volte. Ripeto: La campana ha suonato 3 volte.

giovedì 18 settembre 2008

linux vs windows

Ho appena finito di leggere alcuni commenti su una notizia apparsa su punto-informatico. Che pena. Sono "iscritto" a PI da quando è nato, ma sto decidendo di smetterla di subire la superficialità dei contenuti che giornalmente mi vengono recapitati via mail. Punteggio 2--. La qualità di certi articoli è scarsissima ed i contenuti penosi.
Nel leggere i commenti dei moltissimi troll che impestano quella testata di "giornalisti" (ma dubito che quelli che scrivono siano iscritti all'ordine) mi soffermo a volte ad osservare quelli relativi alle disquisizioni fra sostenitori di windows e sostenitori di linux. Sono arrivato ad una "conclusione" temporanea (segno che sono disposto a cambiare idea se riesco a cogliere segnali diversi che mi smentiscono). Windows ha una moltitudine di sostenitori perchè è un sistema "operativo" facile e che, data la sua instabilità e per come è stato concepito, fa vendere molto e quindi guadagnare. E' ideale per coloro che vendono, vendono, vendono e la qualità un mucchio di chiacchiere da vendere. Come sistema chiuso, permette solo la possibilità di vendere aggiornamenti, vendere pacchetti aggiuntivi, vendere software che necessita di continui aggiornamenti obbligatori, tanto i clienti si comprano di tutto perchè percepiscono un bisogno conseguente alla scarsa qualità del prodotto. Chi pontifica windows ha da tempo chiuso le porte alla ricerca, allo sviluppo di applicazioni "serie" e ragionate in cambio della piacevole sensazione che da la pigrizia e l'ozio mentale. Chi difende a spada tratta windows non è un informatico, ma un commerciante di sogni, una persona vuota e superficiale, un pigro che ama le scorciatoie, un cultore del CTRL+ALT+CANC, un seguace del formatta & reinstalla, un venditore di antivirus e firewall minimali (inutili), uno schiavo che crede di essere libero (ed a queste affermazioni ha un solo modo di reagire). La cattiveria con cui tenta di denigrare gli altri sistemi, ci dimostra solo che inizia a sentire minato il business facile di chi vuole le cose banali. E nell'attaccare linux, dimostra solo la sua scarsa cultura tecnico-informatica, di non conoscere la storia dell'informatica in quanto non l'ha mai vissuta veramente, di essere un esserino inutile e meschino. Non sto parlando male di windows ma delle persone che lo seguono come pecoroni. E' qui che si misura lo scontro. Trovo stupido ridurre il tutto nell'analisi del sistema "migliore" fra i due. Sono due sistemi diversi, punto. Ma certe persone sono manovrate dalla propria ignoranza, schiave della propria avidità e della propria pigrizia.
Conosco un sacco di amici che lavorano e sviluppano su piattaforma windows. Tutti, ripeto tutti, dichiarano di essere "costretti" a "scegliere" quel sistema in quanto "tutti i clienti usano windows". Bella motivazione atecnica. Complimenti. Mi aspettavo una motivazione dettata da scelte tecniche, suffragate da disquisizioni tecnico scientifiche condivisibili, sul piano tecnico. Sento invece motivazioni "commerciali" che nulla hanno di tecnico. E' qui che lo scontro si fa sentire e dove i toni salgono e sfociano in offese ed epiteti poco edificanti.
Quindi questa generazione di giOOvani ha sancito un principio: il cliente impone la scelta del sistema operativo (in base a criteri stupidi) e i "tecnici" devono eseguire e sobbarcarsi la responsabilità dei fallimenti causati dalle scelte del cliente. E' stupido, molto stupido, soprattutto perchè è colpa nostra. Quando dico che il "tecnico" deve scegliere il sistema operativo e realizzare le soluzioni che ritiene adatte, lo dico pensando ai colleghi (i pochi veri informatici esistenti in questa povera nazione) e pensando al nostro futuro, al nostro ruolo che, credo sia giusto, vada ritagliato in base ad esigenze TECNICHE e non in funzione dei capricci di chi di informatica non sa nulla ma è sempre pronto a scaricare le proprie responsabilità sugli altri.
Nei progetti invece di più ampia portata (grosse aziende, pubblica amministrazione, ecc...) entrano in gioco interessi diversi. Grosse commesse vengono proposte solo per soddisfare esigenze economiche (di entrambe le parti). In questo caso la scelta ricade su qualcosa che garantisca continuità negli interventi di assistenza e manutenzione, quest'ultimi di solito relegati ai giOOvani ingegneri sottopagati e sfruttati (ben vi sta, imparate a sfruttare meglio le vostre conoscenze ed a fare un uso migliore della vostra intelligenza). Quindi niente linux in quanto non giova al profitto commerciale.
Nel trattare contenziosi in ambito informatico, noto come il prezzo della fornitura sia sempre inferiore ai costi di assistenza, manutenzione. Come mai? Noto anche le resistenze degli informatici aziendali ad accettare sistemi linux, spesso perchè hanno il parente - amico - cuggino che fornisce PC e sistemi operativi all'azienda stessa. E giù allora a denigrare linux con le falsità più assurde...ma questo è un altro argomento.
In estrema sintesi, la motivazione di base che alimenta lo scontro linux - windows, quella più gettonata se ci si fa caso, è che il sistema linux "è difficile" mente windows "è facile". E' un messaggio che commercialmente fa presa. Chi vorrebbe mai uno strumento difficile se esiste quello facile? Windows è facile ed è a prova di cretino. Già. Ma chi assumerebbe mai dei dipendenti cretini? La maggioranza....sembra.

P.S. Sara dice 21 e non più mille. Ripeto: Sara dice 21 e non più mille.

mercoledì 17 settembre 2008

Penna stilografica e inkjet (2a parte)

Forse esagero, ma quando mi metto in testa di fare qualcosa, difficilmente desisto. Tempo fa ho pubblicato un post dove spiegavo come ricaricare o "refillare" per chi adora i neologismi, le cartucce di inchiostro per le penne stilografiche, utilizzando l'inchiostro per le stampanti a getto. Come già detto, la cosa funziona alla grande. Con l'ultima ricarica, ho riempito la cartuccia con una miscela di giallo e blu. nove decimi di giallo ed un decimo di blu per ottenere una stupenda tonalità verde brillante. Con l'andare della scrittura mi sono accorto però che, con questa ultima ricarica, il tratto non è più corposo e fluido come quando avevo sfruttato la rimanenza di inchiostro blu originale con il giallo. Allora ho preso un fazzolettino di carta e l'ho appoggiato sopra il forellino del pennino. L'inchiostro esce copioso, segno che il percorso cartuccia - pennino non è intasato. Provo allora a far defluire l'inchiostro dalla punta del pennino sulla carta assorbente e noto una certa difficoltà. Il tratto, nonostante il fazzolettino liscio che permette di far scorrere il pennino, non sembra uniforme. Penso.... forse l'inchiostro è troppo concentrato, in qualche modo troppo "denso" anche se i forellini delle cartucce di stampa sono ben più piccoli della fessura del pennino di una stilografica. Vero anche che nella cartuccia di stampa le gocce vengono "sparate" con un processo meccanico (per le testine piezo) o termico (per quelle a vaporizzazione). Allora, ho diluito con due gocce di acqua distillata il contenuto della cartuccia, e.... magia, la penna ha iniziato a scrivere scorrevolmente che è una meraviglia. Bene. Temevo di dover smentire i risultati positivi già decantati in precedenza. Pertanto occorre ricordarsi di riempire la cartuccia per un totale di otto decimi rispetto alla capacità totale (meglio lasciare un pò d'aria per mescolare i colori "shekerando" la cartuccia). La quantità va così dosata. I due colori, se si desidera la stessa tonalità vanno sempre mescolati con la proporzione 8/10 di giallo, 2/10 blu più due o tre gocce di acqua distillata. Perchè acqua distillata? Semplice. Vorrei evitare il più possibile la formazione di incrostazioni di calcare o altri minerali che si trovano disciolti normalmente nell'acqua da rubinetto o nelle acque appunto "minerali" in bottiglia. Per le proporzioni di altri colori ricordare che l'inchiostro più scuro va aggiunto in proporzione minore. Per il viola molto rosso e pochissimo blu, per il grigio molta acqua distillata e mezza goccia di nero, per il marrone?? rosso + verde... prova a far degli esperimenti e vedi cosa succede.... Ciao, alla prossima.

P.S. l'Arcobaleno non si posa a ovest. Ripeto: l'Arcobaleno non si posa a ovest.