Gioia e tripudio. Mi arriva per le mani una macchina del caffè da rigenerare, vecchia come il cucco e che necessita di un pò di maquillage, ma si può rivelare utilissima per il caffè mattutino. E' una FAEMA Magica del 1994 funzionante. La si può trovare su subitopuntoit a 25 euri (uno sproposito). Non escludo al momento di farla funzionare automaticamente con un arduino, in modo da trovarla già calda quando serve, senza doverla accendere mezz'ora prima ed aspettare che si scaldi. Per ora, si pone il problema di aprirla, pulirla, testarla e sostituire qualche pezzo se serve (anche se sembra ci siano 2 guarnizioni nuove, di scorta). In rete non si trova molto, per cui occorre procedere con cautela ed intuito, sperando di interpretare la mente contorta del solito ingegnere progettista vessato e condizionato suo malgrado dal solito consulente marketing (lodi al primo, morte al secondo).
Da dire subito che il vantaggio di questa macchinetta del caffè (oltre a non usare le odiatissime cialde nemiche dell'ambiente e del portafoglio) è la semplicità... pompa, caldaia, un paio di coppie termiche, tre bottoni, una valvola per il vapore e basta, niente di complicato, niente elettronica, niente valvole "antigoccia" (che servono solo a risolvere inutili complicazioni progettuali del direttore marketing bastardo testa di caxo), niente di complicato... bellissima e soprattutto moddizzabile. La caldaia è un pò piccola ma per un single, al massimo per una coppia... è ok ed è gratis :-D . Inoltre la caldaia non è in ottone, vabbè, pazienza... lo fosse stata, sarebbe stato un gioco da ragazzi farci un foro e saldarci (brasatura forte) un bel manometro per misurare la pressione.
Come smontarla? Occorre, per non dimenticarsene, un contenitore a scomparti, un foglio ed una penna (o matita che è più ecologica). Ci si segna la sequenza di smontaggio delle viti riposte a gruppi negli scomparti numerati. Procediamo.
Si nota che la parte superiore è come una specie di coperchio, Si parte da lì. Due viti nella parte posteriore (dietro in alto) ed altre due sotto, in prossimità del gruppo erogatore, avvitate nella lamiera e con la testa a croce... toglierle senza timore. Si tira la manopola del vapore (è a incastro, niente viti) facendo attenzione a non perdere la lamella di ottone che rinforza la plastica attorno al perno (grazie ing., così la plastica è più "robusta"). Sollevare il coperchio superiore facendo attenzione a non tirare troppo i fili della pulsantiera.
Con un pennarello segnare tutti i fili collegati tramite fast-on (da entrambe le parti) in modo da poter poi ricollegare il tutto. Fare attenzione al fusibile termico incastrato sotto delle alette in porssimità dei due terminali principali della caldaia... é collegato a due fili azzurri e dentro un tubicino di gomma siliconica (va rimesso al suo posto al rimontaggio). Dalla morsettiera scollegare il cavo di alimentazione 230V che arriva da sotto.
Per poter effettuare un lavaggio a fondo, va rimossa la pulsantiera premendo le alette plastiche ad arpione... non è per niente facile, ci vuole molta pazienza, forza con le dita ed occhio a non romperle o peggio rompere il coperchio.
Per togliere tutto il gruppo caldaia ci sono 4 viti più grosse delle altre con testa a croce, due vicino alla pompa dell'acqua (il cilindro di simil ottone col tubo che pesca nel serbatoio) e due vicine alla mosrettiera di alimentazione. Quelle due più piccole servono a tenere la ghiera nera che sta attorno al gruppo erogatore (toglierle per agevolare il lavaggio delle parti). Dal gruppo erogatore sotto la caldaia si può togliere il filtro metallico attaccato ad una base plastica resistente alle alte temperature (occhio che è un pò fragile, non grattarla con parti dure). Basta svitare il dado in ottone posto al centro. Si toglie il lamierino inox forato (lo si pulisce per bene, anche con uno spillo), facendo leggermente leva dall'interno con un cacciavite piatto (occhio a non deformarlo).
Si stacca il cavo di alimentazione dopo aver allentato le due viti del serracavo e si toglie tutta la parte superiore che comprende caldaia e pompa dell'acqua, mettiamola da parte. Non è finita, almeno se si vuole lavare le parti plastiche veramente a fondo. Si capovolge il corpo plastico che supportava il gruppo erogatore con la caldaia e si svitano le 4 viti dei piedini (sempre che non siano talmente arrugginite da trovare altre soluzioni, occhio che una è più corta delle altre, segnarsi la posizione).
Si toglie anche la piastrina (2 viti autofilettanti) che serve a fermare il cavo di alimentazione dentro la macchinetta quando non la si utilizza (ottima idea, utile e pratica). Alla fine, per separare la base nera che alloggia i piedini, si toglie l'unica vite ad incasso nell'angolo... con taglio a lama piatta (chissà perchè).
Si toglie anche la piastrina (2 viti autofilettanti) che serve a fermare il cavo di alimentazione dentro la macchinetta quando non la si utilizza (ottima idea, utile e pratica). Alla fine, per separare la base nera che alloggia i piedini, si toglie l'unica vite ad incasso nell'angolo... con taglio a lama piatta (chissà perchè).
Lavaggio parti in plastica: Acqua calda, sapone, sgrassante, disinfettante (amuch*na), anticalcare, spazzola morbida, stracci in microfibra.... torna come nuova. Particolare attenzione e cura al serbatoio dell'acqua che andrà PERFETTAMENTE pulito e trattato anche con l'anti calcare (per le parti interne vediamo dopo). Anche la vaschetta che raccolglie il caffè residuo andrà lavata per bene, dato che solitamente è la parte più incrostata di tutto il resto. Si può provare anche ad utilizare il Vanish (ossigeno attivo, no per parti metalliche) lasciando a mollo per qualche ora... anche se con modesti risultati.
Sbiancare la plastica. La plastica ingiallisce, specie se esposta ai raggi UV per la presenza del boro, un ritardante di fiamma. Per cui la plastica si imbrunisce ed a poco serve strofinare, non è sporca, ha preso il colore marron. In realtà un modo ci sarebbe per farla tornare bianca splendente. I PCmodder conoscono benissimo la tecnica usata per sbiancare i Commodore 64, gli Amiga ed altri PC vintage. Per ora non voglio approfondire, magari lascio la patina giallina per non togliere il suo aspetto retrò oppure riverniciarla di un altro colore...boh, deciderò.
Le condizioni di questa macchinetta non sono per niente male, anzi. Solo le viti dei piedini da sostituire, il resto sembra ok, quasi nuovo. Forse la pulsantiera frontale andrebbe sostituita (è un casino pulirla) ma di trovare dei pezzi compatibili... non so, forse anche sì, cercherò in giro. Per ora la tengo visto che funziona.
Disincrostazione interna. Meglio con l'occasione dare una super passata con i prodotti appositi, i cosiddetti sali (che a volte sono liquidi). La procedura si trova nella scatola del prodotto prescelto con le istruzioni ma, di solito, si tratta di far passare il liquido o sale assieme all'acqua bollente per alcuni cicli e poi risciaquare per bene il tutto in modo da non lasciare residui chimici pericolosi. Non dimenticare di disincrostare per bene anche il beccuccio del vapore. Purtroppo questo modello di caldaia non si può aprire per ispezionare l'interno. Inizialmente, al rimontaggio, non usciva nemmeno una goccia d'acqua a causa di un accumulo di calcare sul foro di uscita, tolto entrando dall'esterno con un cacciavite... i sali hanno fatto il resto espellendo un acqua marrone piena di residui.
Pulizia dell'erogatore: questo modello permette molto facilmente di togliere il filtrino tra erogatore e caldaia. Un dado di ottone da svitare ed il filtrino metallico viene via con facilità. Lo si disincrosta con acqua bollente, sgrassante, aria compressa per liberare tutti i forellini (mai usare polvere di caffè troppo sottile). Fare attenzione che questo dado di ottone tiene premuta una molla sulla cui sommità è posto un tappino di gomma che va a premere sul foro di uscita dell'acqua della caldaia. Serrare il dado tanto quanto si vuole regolare il flusso di acqua in uscita. Meno flusso, caffè più forte, serve spiegare perchè? Per il gruppo che regge il caffè (il filtro dove si mette la polvere) si può smontare il manico togliendo il tappo dal manico e svitando un dado e rondella. Una verniciata ESTERNA con cromo spray e torna come nuovo.
Si rimonta il tutto, si fa un collaudo generale, un paio di caffè da buttare (od offrire agli "ospiti" sgraditi) e ci si gode la macchinetta... ora vado alla ricerca di un macinacaffè manuale, di quelli di una volta. Lo scopo, a parte il risparmio, è gustarmi l'aroma del caffè appena macinato che è diverso da quello del caffè in busta sottovuoto, notevolmente diverso. L'ingrediente segreto che conferisce al caffè un gusto particolare è anche la soddisfazione personale per l'operazione di recupero, la consapevolezza di non aver ceduto al consumismo, la percezione di aver concretamente boicottato la multinazionale fascista e mafiosa dei rifiuti... vaffanchiulo. Alla prossima.
P.S. La polvere è pronta e Grasso vuole il caffè. Ripeto: La polvere è pronta e Grasso vuole il caffè.
Nessun commento:
Posta un commento